Sara De Bellis

Anno: 2016

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In una delle piazze più intime di Roma, Largo della Fontanella di Borghese, all’interno di un palazzo del ‘700, un affascinante labirinto di 6 stanze tematiche dedicate alla culto dell’ospitalità e alla cucina orientale, interpretata in chiave fusion e contemporanea attraverso la contaminazione tra ricette della tradizione e prodotti del Mediterraneo. Apertura al pubblico il 17 dicembre

«In Giappone esiste una parola, Omotenashi, che significa “intrattenere gli ospiti con tutto il cuore”, in modo disinteressato ed amorevole. Vorremmo che Le Asiatique fosse proprio questo».

Volevo iniziare così il mio racconto di Le Asiatique, con questa frase di Stefano Calò che, assieme a Michelle Sermoneta e dopo i numerosi viaggi in Asia, rimangono talmente colpiti dal valore e dalla piacevolezza dell’ospitalità orientale da volerla riproporre in chiave fusion in una delle piazze più intime di Roma: Largo della Fontanella di Borghese.

Ad accoglierci un grande raffinato bancone con una parete di mosaico di specchi sul fondo da cui si snoda uno spazio dinamico che si muove con grande eleganza tra sale tematiche e simboliche, tavoli di mogano lucido, divani e poltrone di velluto color prugna, cuscini, grandi sedute, pareti di grandi dipinti, opere d’arte, mura sui toni del grigio. Un luogo del bello e del buono interamente e concettualmente dedicato al culto dell’Oriente attraverso un linguaggio visivo e gastronomico interculturale e contemporaneo, che mescola assieme grandi materie prime e tecniche orientali, colori, profumi e consistenze con spunti coreani, giapponesi, thailandesi, vietnamiti e cinesi.

«Al centro di tutto deve esserci il cliente», spiega Michelle, «i suoi bisogni, i suoi desideri, semplicemente la sua felicità». Questa attenzione si trasforma in un caldo benvenuto, quello della prima sala, dove un grande bancone “saluta” il cliente e lo catapulta da una piazza del centro di Roma al vivido centro della cultura orientale.

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Il progetto, che prende forma in uno spazio di 300 mq (sviluppato da Laurenzi Consulting e impreziosito dall’architetto milanese Matteo Crippa), è il risultato è un unicum nel panorama romano: all’interno di un palazzo del ‘700, un labirinto di 6 stanze che si aprono come scrigni. Ogni stanza è dominata da un simbolo della cultura asiatica: lo specchio (a mosaico, riflette e amplifica lo spazio all’infinito), lo shoji (la parete scorrevole giapponese, qui composta da grafiche orientali surrealiste), il kimono (creato con migliaia di francobolli provenienti da tutto il mondo, esposto anche al Museo di Shanghai e alla Triennale di Milano nel 2007), le due geishe e il ventaglio.   

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In questo contesto unico, si inserisce una proposta gastronomica studiata da un team di cucina dall’esperienza internazionale, guidato dallo chef Daniel Cavuoto (prima allo Sketch di Pierre Gagnaire a Londra, Avenue 31 a Monaco, Restaurant La Laja a Tenerife): l’obiettivo è quello di contaminare le ricette della tradizione orientale con i prodotti della cultura mediterranea.

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Il menu tocca quindi tutte le corde della cucina asiatica, creando piatti e combinazioni uniche ed offrire piatti come “Gyoza di anatra e foie gras con fonduta di parmigiano 36 mesi”, “Fiore di zucca in tempura con mozzarella di bufala, ponzu, mayo e riduzione di soia”, “Poke di salmone con riso, tartare di salmone selvatico, mango e uova di salmone”,  “Ramen di maiale grigio con noodles, pancetta di maiale, funghi e alga nori”,  e poi ancora “Black Cod Le Asiatique”, ovvero Merluzzo nero marinato al miso su crema di cavolfiore; “Guancia di Manzo brasata in salsa bordolese, pesto di Osaka, funghi selvatici e gel di lime”, “Wagyu Beef nella variante italiana o giapponese marinato in salsa di soia e gochujang, con gel ai frutti rossi e scorzonera”, “Astice in 3 consistenze”, “Pancia di maiale, cotta a bassa temperatura e glassata in salsa agrodolce” e, per tornare alla base “Sashimi, Nigiri, Gunkan e Crispy Rice Sushi”.

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Protagonisti assoluti i cocktail creati con spezie, liquori e ingredienti orientali. Tra questi, quattro innovative proposte Asiatique Special, drink da bere ma anche da mangiare che uniscono la parte liquida alla parte di prodotto alimentare, come l’Oriental Bloody, con Tequila, I-sakè, Bloody morgan’s mix n. 1, succo di pomodoro e gamberone marinato, oppure La Perla Nera, con Vermouth dry, gin o vodka, Morgan’s Shrub N.1, acqua d’ostrica e ostrica. 

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Accanto ai cocktail, Le Asiatique propone anche una carta di vini e bollicine con 60 etichette di provenienza prevalentemente italiana e francese, con una particolare attenzione allo champagne; una selezione di tè per pasteggiare o accompagnare la pausa del pomeriggio; una lista di sakè e oltre 100 distillati, tra cui whiskey e shochu, che completano un’offerta assolutamente internazionale, pensata per un pubblico cittadino e cosmopolita, curioso ed esigente.

Le Asiatique aprirà al pubblico sabato 17 dicembre, ore 12. Orari: tutti i giorni dalle 12 alle 24. Chiuso il lunedì.

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E’ la prima web radio italiana interamente dedicata al food, con un palinsesto variegato che vede protagonisti chef stellati, nutrizionisti e giornalisti di settore. Programmi dedicati a notizie, ricette, vino, salute, segreti in cucina e offerte di lavoro. Con la musica (di oggi e degli anni ’90) a fare da sottofondo

Una location esclusiva, un Campus, classi a numero chiuso, docenti professionisti, chef, accademici ed esperti altamente qualificati, spazi equipaggiati di attrezzature all’avanguardia, bio-orto naturale ed uno spazio dedicato alle erbe aromatiche, laboratori e seminari di completamento formativo, test settimanali di verifica dell’apprendimento, tirocinio formativo sull’intero territorio nazionale, formazione linguistica in italiano ed inglese, un attestato finale riconosciuto da Ente di Formazione Professionale Italiano (accreditato presso Ministero Istruzione Università e Ricerca) e da poco anche una web radio esclusivamente dedicata al food.

Infatti l’esperienza, le competenze e la fitta rete di contatti sviluppata nel corso degli anni da Italian Chef Academy ha permesso all’Accademia di aprirsi al campo dell’informazione culinaria, innovando e sondando un terreno non ancora praticato: la radio.

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Nasce così Radio Italian Chef Academy, un intrattenimento che scorre tra hits musicali ed informazione, vivace, veloce, interessante e sempre di alto profilo grazie agli interventi di esperti in materia: chef stellati, nutrizionisti, giornalisti di settore. Ad unire tutto questo c’è la musica, con i grandi successi degli anni ‘90 e le novità discografiche più programmate del momento.

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Pillole, rubriche, programmi dinamici ed efficaci: da “Food news”, per soddisfare le curiosità dei palati più raffinati con notizie spot da tutto il mondo dell’enogastronomia, a “Chef’s secrets”, per chi vuole esplorare sapori proibiti e conoscere i piccoli grandi segreti degli Chef in cucina, da “Healthy food , rubrica dedicata al mangiar sano e al mondo vegan, a “Food and wine” con i consigli per gli abbinamenti tra cibo e vino passando per le Storie di grandi chef come Roy Caceres, Francesco Apreda, Gianfranco Pascucci raccontate da loro stessi, approfondimenti sulle materie prime, focus ad hoc su piatti tipici delle festività, le nuove tendenze in fatto di tecniche culinarie fino alle panoramiche sugli eventi enogastronomici da non perdere.

Una programmazione ampia, versatile e ricca di contenuti che non manca di praticità. Infatti, Radio Italian Chef Academy, dedica uno spazio alle offerte di lavoro per Chef, Pasticceri e Professionisti del settore con “ICA Job for you”, in onda ogni giorno in diverse fasce orarie su www.radioitalianchefacademy.it.

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Attraverso le App gratuite per Apple, Android, nonchè dalle piattaforme di ITunes e Tune-In è possibile rimanere costantemente connessi con Radio ICA in qualsiasi momento della giornata e da ogni parte del mondo.

Stay tuned!

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Dal 21 al 26 novembre all’Istituto Culturale Coreano di Roma (ingresso gratuito)

Si inizia, come di buona norma, dalla cucina. Perché è qui che si condensano cultura, ritualità e piacevolezza. Si procede con approfondimenti, laboratori, workshop, make-up e musica. Incontri ad ingresso gratuito che spalancano la possibilità di conoscere da vicino una delle più antiche ed ininterrotte civiltà del mondo, con più di 5.000 anni di storia alle spalle. La prestigiosa location è l’Istituto Culturale Coreano, aperto da poco più di mese, in via Nomentana, con stanze tematiche e spazi per approfondire una cultura affascinante pregna di suggestioni. Di seguito l’interessante programma.

K-FOOD (lunedì 21 novembre, 19.00)

Alle ore 19.00, presso la sala multifunzionale (terzo piano) avrà inizio il Cooking Show ‘Taste Korea’ con degustazione della cucina coreana, in collaborazione con il Gambero Rosso. Yumi Seo, chef del ristorante coreano Gin Mi di Milano e Daniel Kim chef del ristorante coreano Galbi di Roma, insieme ai due chef del Gambero Rosso Academy (Mario Piccioni e Gianni Catani) condurranno un Cooking Show presentando alcuni piatti, che verranno serviti ai partecipanti. Un ottima occasione per sperimentare sapori nuovi e imparare ricette tradizionali coreane e alcune ricette rivisitate.

L’incontro è a numero chiuso fino a raggiungimento del numero massimo di posti disponibili. Iscrizione via mail a info@culturacorea.it

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K-BEAUTY (martedì 22 novembre, 19.00)

Giorno dedicato al Make-up Coreano, divenuto famoso in tutto il mondo in particolare per il rituale di bellezza dello Skin-Care. Ospite d’onore la rinomata Make-up Artist Seo Su jin, truccatrice delle più famose star coreane, che condurrà una lezione di Make up!

19.00 Make up Show con gara di trucco: 5 candidati, precedentemente iscritti tramite il bando lanciato online, si esibiranno in una gara di trucco davanti al pubblico. Il vincitore verrà premiato a fine serata

20.00 Lezione della make up artist coreana Seo Su Jin,

21.00 Performance di K-POP cover dance, premiazione

*nella stessa giornata dalle ore 14 alle 16 la prima lezione di artigianato con carta Hanji, che anticipa la giornata K-Paper del 23 novembre (richiesta iscrizione)

K-PAPER (mercoledì 23 novembre, 19.00)

Una giornata dedicata alla carta coreana Hanji. la carta Hanji, viene prodotta manualmente con la macerazione delle fibre estratte dalla parte interna della corteccia del gelso, ed è riconosciuta a livello internazionale per la sua consistenza che permette la conservazione dei manufatti cartacei ed il restauro. Durante la giornata presenteremo la bellezza di questa carta tramite una mostra allestita nella sala esposizione (Piano 1, aperta dal 22 novembre al 3 dicembre). Si potrà sperimentare la praticità di questa carta nei prodotti di artigianato, acquistabili all’interno di un mini market allestito vicino alla mostra, e durante le lezioni di artigianato (a numero chiuso, iscrizione via mail a info@culturacorea.it . In fine, per stupire la capitale della moda, verranno presentati abiti in fibra di carta tramite la Hanji Fashion Show dalle ore 19.00, presso la Sala Multifunzionale dell’Istituto.

ore 10 – 12 lezione di artigianato con carta Hanji 2, mercato dell’Hanji (richiesta iscrizione)

ore 14 – 16 lezione di artigianato con carta Hanji 3, mercato dell’Hanji (richiesta iscrizione)

ore 18.30 evento pre-apertura Hanji Fashion Show

ore 19.00 cerimonia d’apertura

ore 19.30 Hanji Fashion Show seguita da un leggero ricevimento (cocktail)

* la lezione di artigianato sarà disponibile sia anche il 22 novembre alle ore 14, e il 24 novembre alle ore 10. (iscrizione richiesta)

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K-PAPER (giovedì 24, 25 novembre, 19.00)

Due giorni dedicati alla musica Jazz, l’appuntamento è sempre alle 19.00 presso la sala multifunzionale (piano 3). nella giornata di giovedì 24 vedremo esibirsi il gruppo Eungmin Cho Quartet, giovane formazione riunita intorno alla figura del chitarrista EungMin Cho, un mix di musica tradizionale coreana e ritmi e melodie jazz, che rendono particolarissima la musica di questa band, vincitrice fra l’altro con l’album Oriental Fairy del 2015 del Korean Music Award. Il 25 novembre invece appuntamento con il Jazz ‘Asian Scholars, gruppo che utilizza strumenti tradizionali coreani (piri, Samul set) insieme al basso e alla chitarra creando suggestive sonorità fra il jazz, il pop e il folk richiami musicali.

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K-TAEKWONDO (venerdì 25 novembre ore 17.00)

Unico appuntamento alle ore 17.00, per permettere anche al pubblico più piccolo di partecipare alla spettacolare performance di arte marziale coreana. Lo sport nazionale coreano, Taekwondo, nato negli anni ’40 e ’50, unisce tecniche di combattimento, volte alla difesa personale, alla pratica agonistica come sport olimpico, e viene praticato in numerose palestre italian. Durante l’evento sarà possibile vedere la dimostrazione di questo sport, presentato da 5 atleti, in collaborazione con FITA, Federazione Italiana Taekwondo.

K-OPERA (sabato 26 novembre ore 19.00)

L’Associazione “Musicisti coreani in Italia”, recentemente esibitesi al Teatro Italia per la rassegna Voci coreane in concerto, alla migliore tradizione lirica italiana – molto amata in Corea – si esibirà con 6 giovani cantanti e un pianista, con le più celebri arie tratte dalla Boheme di Puccini nella trascrizione per voce e pianoforte. Momento particolarmente significativo alla chiusura della Korea Week, dove si potrà vedere come possono creare sinergia la cultura italiana e quella coreana.

Korea Week Roma. Istituto Culturale Coreano, via Nomentana 12. info@culturacorea.it | www.culturacorea.it

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La Fortezza di Gongsanseong, Gongju

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La sala Injeongjeon nel palazzo di Changdeokgung. Era utilizzata per importanti eventi di stato come l’incoronazione dei re, le udienze reali e i ricevimenti formali di inviati stranieri

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È una delle manifestazioni più seguite ed attese del panorama nazionale. Richiama migliaia di visitatori, coinvolge chef sopraffini, celebri marchi e grandi produttori. Alla base di questo grande successo c’è un’idea semplice e affascinante: offrire a prezzi contenuti le portate speciali della ristorazione di qualità. Un approccio informale con l’alta cucina, che ogni anno si arricchisce di laboratori e salotti. E che, ancora una volta, sceglie l’Auditorium Parco della Musica di Roma come cornice per accogliere dal 15 al 18 settembre l’edizione capitolina della kermesse

“A Taste of Roma si parte per un viaggio alla scoperta di nuovi sapori e diversi stili di cucina – spiega Mauro Dorigo, organizzatore della manifestazione insieme alla sorella Silvia – che raccontano esperienze vissute nel mondo dagli chef protagonisti dell’evento. E allora sarà facile sperimentare abbinamenti che mai si potrebbero immaginare, difficili a volte da credere e da raccontare ma non da gustare. Per far vivere un’esperienza unica al visitatore poniamo massima cura in ogni dettaglio. I Taste Festivals, del resto, si propongono di far avvicinare il grande pubblico non solo all’alta cucina ma unendolo attraverso la condivisione di una passione”.

Non a caso Dorigo parla di festival, perché di “Taste Festivals” ne organizza ben tre. “Dopo Taste of Milano, tenutosi dal 19 al 22 maggio al The Mall, toccherà prima a Roma, dal 15 al 18 settembre e, successivamente, a Bologna per Taste of Christmas dal 25 al 27 novembre presso il Palazzo Re Enzo”, precisa Mauro.

Scontata la conferma della sede di Taste of Roma, che si terrà di nuovo presso l’Auditorium Parco della Musica. “I giardini pensili sono uno spettacolo per gli occhi e ci fanno avvicinare quanto più al concept da cui nascono i Taste Festivals, ossia una grande festa in cui si creano piatti di alta cucina nel verde”.

Tra i partner della nuova edizione, oltre ad Electrolux, Etihad, Esselunga e Molino Vigevano, troviamo Caffè Musetti e Trimani, celebre dinastia di vinai, attiva nella Capitale dal 1821, che cureranno il beverage. Non è stata ancora resa nota, invece, la lista definitiva degli chef e dei ristoranti che prenderanno parte alla manifestazione.

“La stiamo ultimando, ma soprattutto su Roma la squadra di chef è unica e ben assortita – rimarca Mauro – Ogni anno selezioniamo le migliori realtà cittadine (e non solo) cercando di andare incontro ai gusti del pubblico e stando attenti alle nuove aperture come pure ai rilanci”.

Tante le novità di questa nuova edizione romana che in tre giorni stupirà il pubblico di gourmet con effetti davvero speciali. Oltre alla degustazione di squisiti piatti “stellati” sono infatti molti gli eventi “collaterali“ previsti: Electrolux Chefs’ Secrets, Electrolux Taste Bakery, Electrolux Hospitality, Il Laboratorio con Molino Vigevano, il Charity Restaurant, le Invasioni al Caffè by Musetti e l’Area Kids. “Come sempre nell’Area Kids ci saranno laboratori gestiti da partner e collaboratori – riprende Dorigo – Uno spazio interamente arredato e ideato appositamente per tutti i bimbi dai 3 ai 10 anni nel quale potranno imparare, impastare, disegnare e giocare. Non mancheranno ovviamente il pranzo, la merenda, la cena”.

Per la prima volta a “Taste of Roma” il “Charity Restaurant”. “Il Ristorante sarà parte integrante del parterre dei ristoranti protagonisti – illustra ancora Dorigo e proporrà quattro piatti firmati da quattro fuoriclasse della cucina italiana, con piatti indicativamente a 6 sesterzi e uno a 10. L’iniziativa è supportata da un main partner d’eccezione, che sarà al fianco dei Taste Festivals italiani per tutto il 2016 e il 2017: Esselunga, la catena della grande distribuzione, presente soprattutto nel nord Italia con 154 punti vendita, che a breve entrerà nel mercato romano. Esselunga sarà quindi Official Food Partner, in quanto fornirà tutte le materie prime necessarie per la preparazione dei piatti e co-promotore dell’iniziativa benefica. Gli incassi di ciascuna delle quattro serate saranno devoluti ad alcune associazioni di beneficienza.”

Nelle cucine saranno presenti gli chef:
• Adriano Baldassarre (tordomatto)
• Alba Esteve Ruiz (Marzapane Roma)
 Alessandro Narducci (Acquolina Hostaria in Roma)
• Andrea Fusco (Giuda Ballerino – Roof Restaurant Hotel Bernini Bristol)
• Angelo Troiani (Il Convivio – Troiani)
• Cristina Bowerman (Glass Hostaria)
Daniele Usai (Ristorante Il Tino)
• Davide del Duca (Osteria Fernanda)
• Francesco Apreda (Imàgo all’Hassler)
• Giulio Terrinoni (Per Me Giulio Terrinoni)
• Heinz Beck (Ristorante La Pergola Rome Cavalieri)
• Roy Caceres (Metamorfosi restaurant)
• Stefano Marzetti (Mirabelle, Hotel Splendide Royal).

Caratteristica di Taste of Roma e dei Taste Festival in generale è il sistema di pagamento. L’unica valuta ammessa con cui pagare presso i ristoranti e i Wine Bar è infatti il “sesterzio”, corrispondente ad 1 euro. La formula per gustare l’alta cucina resterà invece invariata: 3 portate in formato degustazione realizzate da ogni ristorante con prezzi variabili tra i 5 e i 7 sesterzi , mentre per la quarta portata, che in questa edizione rappresenterà l’icona di ogni chef, il costo fisso sarà di 10 euro. Per accedere al menù, come ormai da prassi consolidata, basterà ricaricare la propria Card Sesterzi (consegnata all’ingresso) e usarla per pagare i piatti preparati dai grandi chef, i calici di vino presso i wine bar, il caffè e altre bevande. La Card Sesterzi è uno strumento ricaricabile a multipli di 5 sesterzi presso la cassa centrale all’entrata del festival e presso tutti i Wine Bar Trimani, posizionati a fianco dei ristoranti. Il biglietto di ingresso per accedere all’evento e partecipare a gran parte delle attrazioni è di 16,00 euro a persona (consumazioni escluse), con riduzioni per i più piccoli. È possibile acquistare i biglietti in prevendita su www.tasteofroma.it o su tutti i canali Ticketone.it.

 

GIORNI E ORARI

GIOVEDÌ 19:00 – 24:00
VENERDÌ 12:30 – 15:30 su invito e 19:00 – 24:00
SABATO 12:30 – 16:30 e 19:00 – 24:00
DOMENICA 12:30 – 16:30 e 19:00 – 24:00

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Intervista alla direttrice di Gustolab, una università dove si studiano e progettano nuovi modelli, servizi, prodotti e sistemi per le culture alimentari in continua evoluzione e per comportamenti più sostenibili

di Sara De Bellis (sara@mangiaebevi.it)

E’ giovane, brillante, spigliata, capace. Una donna forte ed indipendente, ottimista quanto basta per progettare e credere in un futuro migliore. Parliamo di Sonia Massari, Direttore Accademico dell’University of Illinois Urbana-Champaign Food Studies Programs, direttore di Gustolab International Institute for Food Studies, consulente scientifico per la Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition. Nel 2012 ha vinto il premio internazionale “Le Tecnovisionarie WomenTech: Women Innovation” destinato a donne impegnate nell’innovazione in cibo e nutrizione e nel 2014 il NAFSA TLS KC’s Innovative Research in International Education Award. È stata poi Ambassador di WE Women for Expo2015. Ha un dottorato in Food Systems e Interaction Design, ha lavorato con diverse agenzie di educazione e comunicazione, con centri di ricerca direttamente collegati alla Commissione Europea, come ricercatrice, valutatrice e professore. Tra il 2005 e il 2007 è stata Visiting Professor a Montclair State University (NJ), ha insegnato a CUNY (NY) ed oggi la troviamo come docente alla “Scuola Politecnica di Design”, al “Master Food Design” e all’ “ISIA Design School” di Roma. Insomma un curriculum davvero niente male per Sonia, sempre più attiva come imprenditrice, educatrice e creatrice di nuovi network. Conosciamola da vicino.

 

Come nasce la tua passione per il design?

Dopo la laurea a Siena in Interaction Design ho deciso di lavorare nel campo della progettazione, della ricerca e della formazione e poi del marketing di prodotto. Ma l’interesse per la ricerca e quello che riguarda la parte cognitiva dei processi del design creativo, è rimasto. Così ho continuato a seguire progetti e ad ideare concept visionari. Con uno di questi ho vinto una borsa di studio ed ho avuto l’occasione di insegnare design presso una università negli Stati Uniti. Dopo questa magnifica esperienza di 2 anni, ho deciso di tornare in Italia e mi sono avvicinata al mondo del cibo, quasi per caso.

 

Come è avvenuto il passaggio da Design a Food Design?

In quel frangente mi stavo occupando di programmi per studenti statunitensi, quando ho conosciuto una organizzazione che stava nascendo a Roma e che aveva come obiettivo quello di unire la passione per il cibo degli studenti stranieri, con un tipo di ristorazione alternativa, fortemente legata alla qualità e al territorio. Ho iniziato a fare consulenze per loro – soprattutto per la comunicazione – e ho iniziato a studiare il cibo, in tutta la sua complessità. In quel periodo ho anche deciso di iniziare un dottorato in Ingegneria e Società dell’Informazione, per studiare come le nuove tecnologie digitali possono modificare il nostro rapporto col cibo e quindi influenzare i comportamenti alimentari. Studiando il cibo, lungo tutta la filiera, mi sono accorta di quante cose non sappiamo e di quanti cambiamenti stanno avvenendo nel mondo della produzione, distribuzione, ristorazione e della sostenibilità. Da consulente sono passata ad essere il direttore del primo centro per studi accademici dedicati al cibo in Italia. Un ambito di ricerca e studio perfetto in cui un designer può progettare e immaginare sempre nuovi scenari. Ho deciso quindi di applicare le mie conoscenze nel campo del design al mondo dell’agroalimentare. Non mi definisco una food designer, ma sono una ricercatrice nel campo del food e del design. Non mi sono mai fermata nel fare ricerca e la mia passione si è trasformata in un mestiere.

 

Puoi darci una definizione di “food design” e delle sue declinazioni?

Il food design è uno degli strumenti che vengono usati per definire il nuovo equilibrio tra cultura e territorio, produzione e consumo. Difficile dare una definizione univoca. Personalmente, invece di escludere alcune forme di design applicato al cibo dicendo “questo non è food design” preferisco sempre includere, cercando all’interno dei vari prodotti, servizi e sistemi, una cultura di progetto. Come ho spiegato durante il mio intervento a BeWizard (www.be-wizard.com) il food design non è solo la forma della pasta o il packaging di un prodotto. È un processo, una modalità di studio e ricerca, uno strumento per poter innovare. L’approccio che il design nell’agroalimentare utilizza è quello transdisciplinare e attraverso i progetti di design è possibile esaltare le creatività.

 

Quanto è importante il design nel food?

Il designer che progetta per l’agroalimentare deve ripensare alla complessità delle produzione lungo tutta la filiera e produrre una sostenibilità ambientale, economica, sociale e anche sensoriale. Oggi la sfida per un food designer è permettere all’uomo di riappropriarsi di un rapporto con il cibo. Ricondurlo alla sua dimensione culturale. Saper progettare vuol dire basarsi sulle persone e sui valori umani. Per questo motivo si dice che il design utilizza metodi di ricerca sempre più “human value centered” per rispondere alle esigenze e fornire proposte e soluzioni.

 

Dove è orientata la nuova “progettazione del cibo”?

Il design oggi non è chiamato solo a progettare interazioni e a supportare esperienze, ma sempre più spesso deve risolvere le crisi di identità culturale, provocate dall’incertezza e dalla continua ricerca di valori in cui viviamo. Le comunità di consumatori di domani hanno bisogno di nuove mediazioni culturali, flessibili e diverse. Lo stesso vale per i ristoratori che nel futuro prossimo dovranno rivedere i propri sistemi di produzione, distribuzione e comunicazione del mondo occidentale. Senza contare quello che il design potrebbe fare nelle situazioni di emergenza e di “problematiche legate al cibo”. Le potenzialità del design sono innumerevoli e senza dubbio potrebbero risolvere molti di quelli che oggi chiamiamo paradossi del cibo (malnutrizione, sistemi di produzione sostenibili, spreco alimentare e accesso al cibo).

 

Il food design ha anche una vocazione formativa ed educativa?

Assolutamente sì. Non c’è un manuale di food design. Per applicare il design al mondo del cibo, è necessario fare tanta ricerca e cercare di studiare gli scenari e i contesti utilizzando lenti diverse, che provengono dalle diverse discipline. Credo nelle forme di co-design e nel design collaborativo (gruppi eterogenei e con diversi background possono lavorare assieme e fornire i risultati migliori). L’interesse per il cibo è aumentato e sono comparse le prime scuole dedicate ad esso. Venti anni fa a New York nascevano i Food Studies, alla facoltà di nutrizione di NYU. Per la prima volta si inserirono dei corsi di cultura e storia, all’interno di curricula di nutrizione. Poi più avanti vennero aggiunti corsi di agricoltura, di comunicazione, ecc. Oggi quasi tutti le università statunitensi hanno un dipartimento o un corso di food studies. E questo trend sta arrivando anche in Europa.

 

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Parlami di Gustolab.

Gustolab International Institute for Food Studies è nato quasi 10 anni fa, nel 2007, ed è stato il primo centro di studi accademici e di ricerca sui temi del cibo in Italia e a Roma (Food Studies), dedicato a studenti stranieri. I nostri corsi di studio coprono in maniera allargata i Food Studies: dalla storia del cibo alla chimica dei processi di produzione, dall’analisi critica dei sistemi del cibo allo studio delle culture alimentari, dall’agricoltura sostenibile all’architettura degli spazi legati all’alimentazione, dalla nutrizione alla psicologia, dalla comunicazione al design e la progettazione dei sistemi cibo, solo per citarne alcuni. Gustolab International Institute for Food Studies offre una formazione universitaria sui temi legati all’alimentazione, promuove il pensiero critico e il sapere transdisciplinare e multiculturale. Dal 2008
ad oggi ho progettato e sviluppato oltre 40 programmi di studio, con oltre 1000 studenti coinvolti. Gustolab rappresenta l’Università di Illinois at Urbana-Champaign e Hobart and William Smith Colleges in Italia. Collaboriamo attivamente con più di dieci Università internazionali, per lo più statunitensi.

 

A chi è diretto Gustolab?

Partecipano studenti stranieri – per lo più dal Nord America – che stanno svolgendo un percorso di studio sui food studies. Ma in realtà ospitiamo spesso anche “Scholars”, esperti e professori che vogliono fare ricerca.

 

Come sono strutturati i corsi?

I corsi sono molto pratici. A seconda della materia includono sempre una serie di lezioni in classe, ma soprattutto visite, laboratori sensoriali, classi di cucine tematiche, laboratori di produzione, sessioni dedicate all’agricoltura
e al design. Gli studenti hanno la possibilità di lavorare con i professionisti del settore e di conoscere la cultura italiana enogastronomica attraverso diverse discipline ed esperti. Roma e il territorio italiano sono il nostro laboratorio di ricerca e studio.

 

Quali opportunità offre il mondo del lavoro in questo settore?

I nostri studenti saranno i futuri esperti del cibo. Potranno lavorare nelle aziende, nelle municipalità, nella ristorazione, nel marketing o nella produzione (sia agricola che industriale). Noi insegniamo loro ad acquisire un approccio critico verso il cibo. Ci aspettiamo da loro una trasformazione in action, in grado di poter migliorare quelle che sono oggi le condizioni dell’agroalimentare. I nostri studenti saranno i futuri giornalisti, i futuri policy makers, i produttori e manager del cibo. Ci aspettiamo da loro che manterranno e miglioreranno i metodi di ricerca che noi gli insegniamo. Loro stessi saranno a loro volta degli educatori, speriamo, motivati e consapevoli.

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Avete mai sognato di miscelare il piacere scanzonato di un BBQ ad location di Charme? Assaporare succulente grigliate su una terrazza esclusiva, protetti e affascinati dai tetti della Roma della Dolce Vita, in un contesto raffinato e rilassato, con portate pensate da uno Chef a prova di Stella Michelin, sorseggiando gelate Nastro Azzurro “Roma” Limited Edition magari abbinata ad una polposa Aragosta alla brace??

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Ebbene, tutto questo è davvero possibile e si chiama SummerTime Sky & Grill che, per tutta l’estate, accoglie ogni sera i suoi ospiti, interni ed esterni, sullo splendido Roof del “Grand Hotel via Veneto” con un’ appetitoso BBQ d’autore arricchito da musica dal vivo e Dj set, freschissimi Cocktail e Spritz preparati dal bravo Domenico Maura, resident bartender d’eccezione.

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Adagiati sui comodi divani o nella zona relax tra cuscini ricamati, pregiate stoffe e narghilè, potrete dare inizio alla vostra serata accompagnando l’aperitivo con croccanti sfizi, dalle Frittelle di ricotta, menta e zucchine alla Burrata con acciughe, dai Supplì di riso romaneschi cacio e pepe o amatriciani ai fragranti fritti di borragine, fiori di zucca e salvia proveniente (come il resto delle erbe aromatiche utilizzate per condire al momento i tanti piatti del menu), dal rigoglioso “Ortobio” che incornicia una parte della suggestiva location.

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E dopo l’aperitivo, quando il cielo mischia i suoi colori alla notte, sedersi a tavola per accendere cena e candele iniziando con sfiziose insalate servite in un cesto di pane a lievitazione naturale, perfetto companatico per accompagnare e condividere una succulenta “Fiorentina di Manzo Bio” da 1,2 Kg, o un “Grand Crustaces”, ovvero un trionfo di aragosta, astice, scampi e mazzancolle serviti su deliziosa frutta fresca.

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E poi ancora scegliere tra il polpo alla griglia con pomodorini e basilico, i tranci di pesce spada o salmone, il galletto alla brace, le costolette di maiale in salsa d’albicocca o quelle di agnello in salsa di ciliegie: portate pensate dallo Chef Franco Madama -Executive Chef del Ristorante gourmet “MAGNOLIA” del Grand Hotel- , che vengono tutte servite accompagnate da riso, salse e verdure grigliate.

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Tutto questo e ancora altro è il SummerTime Sky & Grill, che vuole abbattere i pregiudizi del lusso, mixare un ambiente esclusivo con una proposta unica e di largo consumo come il BBQ ed ospitare in un clima rilassato un pubblico giovane ed attento alla qualità. Per i più romantici c’è anche il pacchetto “relax&drink” a 90 euro con accesso alla Spa di coppia e 2 drink al SummerTime; ed ogni venerdì c’è lo “#‎Spritz ‪#‎Friday” che, dalle 18 alle 24 vi aspetta con Dj Set & Signature Spritz a 10€, unitamente ad uno sconto del 10% per chi volesse rimanere anche a cena e completare così il gusto di una raffinata cena “en plain air”. Provare per credere.

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Mercoledì 15 Giugno: 4 piatti, 4 regioni, 4 vini, tutti da gustare.

Dietro al nome “IL DOPPIO”, ristorante di cucina contemporanea nel quartiere Prati-Trionfale di Roma, vi è la duplicità sia di una cucina che vuol essere tradizionale e contemporanea, ma allo stesso tempo rappresentare il “duo”, quindi due sorelle molto diverse tra loro ma con un’unica passione, quella della convivialità e del cibo, dalla scelta delle materie prime e dei relativi fornitori (Mancini e Lagano per la pasta di grano duro, Mauro Secondi per la pasta fresca, BombelliLonginoOfficine del Gusto e Orme per le carni, Tiziana GalloTeatro del VinoCo.Vi.Bio. per i vini) all’originale scelta di arredi neutri in uno spazio dove la ricerca del dettaglio e l’uso di materiali semplici quali cemento, legno, ferro, negano ogni riferimento al decoro e aiutano a degustare l’essenza del Mangiare e Bere.

Ed è per questa via che, dopo il primo anno di attività appena festeggiato, Mercoledì 15 Giugno 2016 alle ore 20,30, Il DOPPIO MANGIARE E BERE, propone ai suoi ospiti una serata “estiva” dove poter fare un breve viaggio attraverso sapori, vini e ricchezze enogastronomiche.

Sarà quindi la chef Romana Cipriani, coadiuvata dalla sorella Marta, alla direzione della sala con la collaborazione di Silvia Magri, a ricreare e rivisitare alla sua maniera, piatti ed ingredienti tipici delle quattro regioni d’Italia scelte in abbinamento ai vini ed ai vitigni più rappresentativi del territorio.

 

Il Menu prevede:

ANTIPASTO “Non oliva ascolana con Salsa ai Capperi” – Abbinato a: “Perlugo” Dosaggio Zero Metodo Classico VSQ sb. 2015 (Pievalta, AN)

PRIMO “Ravioli di Pesto su Vellutata di Fagiolini e Patate Abbrustolite” – Abbinato a: Spigau “Crociata” 2007 (Le Rocche del Gatto, SV)

SECONDO “Hamburger di Fassona con leggera Bagna Cauda e Verza Rossa in Panino al Sesamo” – Abbinato a: “Basadone” 2013 (Cantine Castello di Verduno, CN)

DOLCE “Tiramisù a Sorpresa” – Abbinato a: Prosecco Dry s. a. (Riva Cironel, TV)

Il costo della cena sarà di 35,00€, compresi acqua, pane fatto in casa e caffè, saranno invece esclusi distillati, amari e grappe.

Essendo i posti limitati la prenotazione sarà obbligatori allo 06.39.74.33.93, oppure per email a ildoppiomangiarebere@libero.it

 

IL DOPPIO, MANGIARE E BERE

 

Via Rodi, 16 (Roma)

 

Tel. 06.39.74.33.93

 

Sito: http://www.ildoppio.eu

 

Chiuso Sabato a Pranzo e Domenica

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Ad Aprile Paestum diventa la capitale europea della gastronomia con la nona edizione di LSDM

All’ombra dei maestosi templi dorici di Paestum, Patrimonio Unesco, dal 18 al 19 aprile grandi chef da dieci Paesi d’Europa interpreteranno i prodotti simbolo del Made in Italy.

LSDM è un congresso internazionale di cucina d’autore che mira ad indagare le potenzialità dei prodotti dell’agroalimentare italiano affidandoli alle mani dei grandi chef e prevedendo sempre una sezione tutta dedicata alla Pizza Napoletana.

slide_lsdm_mozzarelleIl congresso di Paestum, cuore dell’intero percorso di LSDM, si svolgerà all’interno del Savoy Beach Hotel e vedrà al centro dell’attenzione il mondo della bufala, la pasta di Gragnano, la Pizza Napoletana, l’olio extravergine d’oliva come temi portanti declinati attraverso il tema dell’anno “contaminazioni”.

Un programma congressuale che ospiterà le lezioni di trenta chef da tutta Europa moderati dai principali giornalisti di settore e critici gastronomici, ed altri 50 chef per un totale di 80 super professionisti impegnati nelle attività del congresso di Paestum. Un congresso al cui centro è la materia prima, una due giorni, quindi, intensa e serrata con l’obiettivo di approfondire la conoscenza di alcuni ingredienti simbolo dell’Italia attraverso le idee e la tecnica di grandi artigiani.

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Per la prima volta un Taste Club ricco di avvenimenti diviso in tre lounge. Una prima area sarà dedicata alla pasta al pomodoro interpretata dalla nuova generazione di cuochi campani. La seconda verrà dedicata alla frittura tradizionale e vedrà la presenza di maestri pizzaioli e pasticcieri.  Nella terza lounge protagonista il dessert nella ristorazione d’autore attraverso le presentazioni del gruppo PASS 121.

Degustazioni guidate di vino ed olio extravergine d’oliva, ed il Summit annuale dei JRE da tutta Europa arricchiranno ulteriormente il programma. Non potete mancare!

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Ovvero, come realizzare un “pop up restaurant” e testare la sua efficacia di fronte a migliaia di appassionati di cucina, giornalisti e blogger, possibili partner e finanziatori.

28 / 29 MAGGIO 2016 – OFFICINE FARNETO, ROMA

THIS IS FOOD presenta CONTAINER 2016

Il 28 e 29 maggio 2016 le Officine Farneto di Roma ospitano la quarta edizione di “This Is Food, progetto ideato da Snob Production divenuto ormai un importante punto di riferimento tra gli eventi dedicati al mondo del cibo e alla nuova “New food culture metropolitana”, che ogni anno porta alla ribalta le realtà più originali e interessanti della scena gastronomica romana.
This Is Food seleziona ristoranti, bistrot, pasticcerie e gelaterie, costruite attorno ad un concept originale e in grado di sperimentare e di sorprendere con i sapori e con le idee.

Ripartono contestualmente le selezioni per CONTAINER, il “concorso” che – grazie al supporto di Nastro Azzurro – servirà a completare la lista dei partecipanti a This Is Food 2016.

CONTAINER nasce con l’obiettivo di coinvolgere gli aspiranti nuovi protagonisti della nostra scena gastronomica e di offrire loro un’occasione unica: realizzare un “pop up restaurant” (ovvero un esempio, in piccolo, della propria idea), per testare l’efficacia del proprio progetto imprenditoriale di fronte a migliaia di appassionati di cucina, giornalisti e blogger, possibili partner e finanziatori.

A disposizione dei “futuri imprenditori”: un container industriale da allestire, un menù da presentare, un servizio da organizzare e migliaia di clienti da sorprendere e servire. Un’occasione di visibilità e testing e un premio da vincere per cominciare a finanziare il tuo prossimo ristorante.

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CONTAINER è il concreto mezzo che ti permette di dare alla start up

in cui non hai ancora avuto il coraggio o l’occasione di lanciarti,

la possibilità di diventare realtá.

Per partecipare al Concorso occorre inviare tutti i materiali che servono a raccontare il proprio progetto: concept, logo e identità visiva, menù, location, target e business plan.

Una giuria composta da chef, esperti di comunicazione e imprenditori valuterà i materiali pervenuti entro la data di chiusura della fase di selezione, il 10 maggio 2016, scegliendo così i due partecipanti alla prossima edizione di This Is Food.

Due tutor, imprenditori di successo nel campo della ristorazione, accompagneranno i due partecipanti selezionati fino ai giorni dell’evento, sostenendoli e consigliandoli sul da farsi.

La proposta che il 28 e 29 maggio incasserà di più, raccogliendo quindi più consensi da parte del pubblico, si aggiudicherà il titolo di CONTAINER e i premi messi in palio per l’edizione 2016.

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La seconda edizione del concorso è realizzata con il supporto di Nastro Azzurro, la Birra italiana di talento, da sempre vicina ai giovani che guardano avanti con curiosità e capacità innovativa, per realizzare i propri sogni: la Moving Forward Generation. Italiani che sanno immaginare il futuro, reinventare le tradizioni ed esportare le proprie idee: dimostrare che il talento italiano è senza confini. 

IL REGOLAMENTO COMPLETO PER PARTECIPARE A CONTAINER 2016

E’ SCARICABILE DAL LINK

http://www.thisisfood.it/wp-content/uploads/2016/03/CONTAINER-2016-regolamento.pdf

NON PERDERE QUESTO CONTAINER!

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Venerdì 18 marzo alle 20.30 un’imperdibile cena in via delle Coppelle

Venerdì 18 marzo alle 20.30 in via delle Coppelle, 5 lo storico ristorante Quinzi & Gabrieli, famoso per la sua offerta di crudi e frutti di mare di qualità, propone una serata speciale per dare il benvenuto alla primavera.

Il menù proposto dagli chef Alberto Quinzi e Francesco Gabrieli vedrà interpretare, senza troppe manipolazioni, la materia prima protagonista: il caviale dell’ormai riconosciuto marchio italiano Calvisius, leader nella distribuzione in tutto il mondo.

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Le portate della serata saranno sei. Tra i piatti proposti: il benvenuto, con tre tipologie di caviale “tradition, siberian e oscietra”. I tortelli ripieni di burrata con agretti e perle di caviale. Per concludere con dolcezza una mousse al cioccolato e caviale di lamponi.

Il menù sarà accompagnato da quattro etichette di una grande cantina italiana: Costaripa di Vezzola Mattia & Figli, che fa dell’avanguardia tecnologica, della tradizione e della passione i suoi punti cardine.

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Per maggiori informazioni e per prenotazioni contattare il numero 06 6879389

oppure scrivere a info@quinziegabrieli.it // Il costo è di 70€ p.p.

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