Sara De Bellis

Anno: 2020

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E’ la nuova frontiera dell’Ospitalità, si chiama “Staycation” è il nuovo trend del momento, nonchè un nuovo modo di concendersi una vacanza in questo strano tempo e l’opportunità di un Capodanno memorabile.

Niente aerei, treni o destinazioni lontane, le Staycation romane offrono la possibilità di pernottare in luoghi da favola e di godere di cucine straordinarie, pantagruelici cenoni e prime colazioni da sogno.

Un’occasione da cogliere al volo per vivere nuove lussuose avventure riscoprendo Roma con altri occhi e la sua autenticità fatta di piccole meraviglie in 5 indirizzi.

Capodanno Staycation

Rome Cavalieri – A Waldorf Astoria Hotel

Un panorama unico della Città Eterna si apre alla vista degli ospiti di uno degli alberghi più belli della Capitale. Tempio della gastronomia internazionale, sotto la guida di Heinz Beck è divenuto un tempio della gastronomia internazionale, storicamente primo ed ancora oggi unico tre stelle della capitale.

Per questo Capodanno i festeggiamenti saranno assolutamente atipici, e per brindare come a casa e in tutta sicurezza e allegria il Rome Cavalieri propone il Soggiorno di Capodanno, che prevede pernottamento e cena in camera, così da avere il massimo comfort in sicurezza.

Un menu sontuoso che prevede la Terrina di Rombo e Salmone, con Caviale Calvisius e Salsa Di Panna Acida, i Tortelli Di Verdure Con Ragù Di Capriolo, i secondi di Astice e Vitello, ovviamente il Gran Dessert di San Silvestro del Pastry Chef Dario Nuti. Immancabile il brindisi di mezzanotte con cotechino e lenticchie.

E per chi volesse festeggiare a casa propria, lo stesso menu è disponibile nella versione Take Away. Basta prenotarsi per avere la medesima qualità a domicilio. Inoltre, per salutare il 2021, il 1° gennaio si ripete il rito del Brunch del Nuovo Anno, con le pietanze tradizionali benauguranti, foriere di allegria e calore in perfetto stile “Hygge”.

La Pergola e L’Uliveto – Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel, via Alberto Cadlolo 101, Roma. Tel. 06 35091. Sito.

Hassler e Trinità dei Monti

Accogliere il nuovo anno nel lusso a 5 stelle a Trinità dei Monti. Parliamo dell’Hassler, uno dei luoghi più suggestivi, panoramici e ipnotici di tutta Roma. Sarà per questo che le formule che propongono incantano.

Camera Deluxe a € 1.220; Camera Gran Deluxe a € 1.320; Junior Suite a € 1.420 e Classic Suite a € 1.720, e comprendono:

  • 1 notte nella categoria di camera prescelta;
  • Prima Colazione completa servita presso uno dei nostri ristoranti;
  • Una bottiglia di Champagne e dolce sorpresa in camera all’arrivo;
  • Cenone di Capodanno per due persone servito in camera.

Atmosfere raffinate, l’incomparabile stile delle camere, la vista unica, la grande cucina di Chef Andrea Antonini renderanno splendido l’inizio di questo 2021.

Un pacchetto davvero allettante per chi voglia trascorrere festività indimenticabili e risvegliarsi nella grande bellezza della Città Eterna.

Hotel Hassler. Piazza della Trinità dei Monti, 6, Roma. Tel. 06 699340. Sito

Mirabelle – Splendid Royale

Una mini vacanza per i romani a un passo da casa, che prevede una cena degustazione e un pernottamento presso le lussuose camere dell’hotel Splendide Royale, appena ristrutturate secondo un mood arioso e contemporaneo, tra la suggestiva Via Veneto e i bei giardini di Villa Medici e Villa Borghese.

La fiabesca esperienza da Mille e una notte è ideata da Roberto Naldi – proprietario della lussuosa catena alberghiera Roberto Naldi Collection – per l’Hotel Splendide Royal, con la complicità di Luca Costanzi, food & beverage manager del Mirabelle e Chef Stefano Marzetti.

Nelle giornate del 28-29-30 dicembre sarà ancora possibile richiedere la staycation classica: cena al ristorante con pernottamento (300 euro a coppia bevande escluse), un servizio che sarà prorogato fino al 30 gennaio! Per i romani che volessero concedersi una mini vacanza a un passo da casa, in occasione dell’ultimo giorno dell’anno ci sono due pacchetti: il primo prevede un soggiorno di 2 notti (30-31 dicembre) al costo di 1400 euro a coppia con menu alla carta servito al ristorante la prima sera e menu degustazione con room service per la sera del 31 dicembre. Nel secondo caso si può decidere di acquistare solo la staycation di Capodanno e pernottare esclusivamente la sera del 31 dicembre al costo di 1200 euro a coppia. Chiusi dall’1 al 6 gennaio.

Questa formula permetterà ai clienti dell’hotel di scoprire e assaggiare lo straordinario percorso degustazione che lo chef Stefano Marzetti ha appositamente ideato per celebrare il passaggio dal 2020 al 2021: Gamberi rossi ai cereali con insalatina di guacamole e con l’Uovo a 65° con spuma di parmigiano affumicato e tartufo bianco d’Alba. All’insegna della tradizione saranno i Cappellotti con patate, astice blu, zucchine romane e vongole veraci e la Spigola servita con purea di castagne e salsa di mandarini piccanti. A rinfrescare il palato arriverà poi il Sorbetto Cassis e dadolata di mela verde seguito dal Vitello da latte cotto a bassa temperatura servito con yucca, uvetta, pinoli e radicchio brasato. Per conferire dolcezza alla serata ci saranno poi il Cremoso di cioccolato bianco e frutto della passione con crumble al cacao e sorbetto di mango insieme a caffè e petit four. Dopo la Mezzanotte verranno servite le beneaugurali Lenticchie di Castelluccio, con cotechino di Modena e acini d’uva.

Mirabelle – Hotel Splendide RoyalVia di Porta Pinciana, 14 – 00187 Roma – Telefono: +39 06 42168838 – Sito

Hotel Eden

Hotel Eden vanta una ricca storia e tradizione, nonché una posizione prestigiosa nel cuore di Roma. Pur essendo già considerato uno dei migliori hotel al mondo, la ristrutturazione ha dato nuova vita alla proprietà, aprendo un nuovo importante capitolo. Il nostro obiettivo è creare una struttura d’eccellenza che continui ad attirare e sorprendere, con un’impeccabile accoglienza italiana, sia i sofisticati viaggiatori internazionali che l’elegante clientela locale romana”.

Così mentre Luca Virgilio, Direttore Generale, descrive questa struttura ai margini di Villa Borghese con vista sul verde e sulle Cupole di Roma, per la notte del 31 dicembre (check in 31/check out 1) Chef Fabio Cirevo, dal suo Ristorante Stellato “il Giardino”, propone il pacchetto “Festive Staycation” comprensivo di cena di Capodanno servita in camera. Il costo di partenza è di 960€ per due persone.

La Terrazza e Il Giardino Ristorante – Hotel Eden, via Ludovisi 49, Roma. Tel. 06 478121. Sito

47 Boutique Hotel Roma

Uno straordinario luogo del gusto, incastonato tra la Bocca della Verità e il Foro Boario che racconta una Roma che sa di “Vacanze romane”, anche d’inverno.

La struttura, immersa in un museo a cielo aperto attraverso i secoli, è gestita da Luca Nicolotti, che ha voluto per essa un design moderno e particolare. Per arricchire la sua idea di cucina ha scelto Chef Antonio Gentile, che con il suo estro mediterraneo e la sua grande capacità, regala ulteriori emozioni alla bella cartolina capitolina.

La proposta del 47 Boutique Hotel Roma è quella di una Staycation al prezzo di 320 euro per tutto il periodo natalizio e per tutte le categorie di camera comprese nell’offerta. Il pacchetto prevede un drink di benvenuto, un soggiorno in una camera con vista (per le camere del 5° piano a disposizione anche le terrazze private), la colazione in camera e un menù gourmet per due persone. 

Per Capodanno il menù è studiato in modo che il cameriere debba entrare in camera solo un paio di volte: mini buffet di antipasti con Spugna al prezzemolo, burro e alici, Prosciutto d’anatra, Misticanza e crema al parmigiano, Salmone marinato, maionese al wasabi e mela verde, Mozzarella in carrozza, dressing alle alici e pomodoro secco, Scarpetta di ragù napoletano; a seguire, Crespella ripiena di carciofi e gamberi rossi, mentuccia e salsa di mozzarella di bufala, Rombo al forno, bieta, olive e salsa alle acciughe; infine, Panettone 47 e piccola pasticceria.

47 Boutique Hotel Roma. Via Luigi Petroselli, 47, Roma. Tel. 06 6787816. Sito.

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Profumi di buono e grandi atmosfere a casa propria anche e soprattutto a Capodanno. La Capitale si scatena e moltiplica le offerte tra raffinate Box, pantagruelici menu degustazione, staycation e indimenticabili risvegli su Roma.

Proposte tradizionali, innovative, suggestioni francesi, emozioni fusion e sorprese gluten free, tutte a portata di click per celebrare l’arrivo del 2021 con tutti gli onori e dare finalmente l’addio al 2020.

Capodanno Alternativo

Le Carré Français 

Le Carrè Français presenta il menu di Capodanno per il delivery e il take away: i piatti tipici della tradizione francese accompagneranno i festeggiamenti di molti romani per l’ultimo dell’anno.

Il menu, ideato dalla chef Letizia Tognelli e consegnato in un raffinato box firmata “Le Carré Français”, dovrà essere prenotato entro le ore 12 del 30 dicembre e ritirato con il servizio take away fino alle ore 17:30 del 31 dicembre. Potrà anche essere consegnato a casa, grazie alla formula delivery, entro le ore 16 dello stesso giorno.

Al suo interno, come starter, troverete un’ Amuse bouche, una Tarte di mele e foie gras; per l’Antipasto si sceglie tra Uova di quaglia, porcini, polenta e tartufo oppure Mousse di baccalà, carciofi e cracker ai pomodori secchi; come Piatto principale si può ordinare Tacchino farcito con castagne e riduzione di foie gras con patate montate al tartufo o Astice all’Armoricaine; si passa poi al pre dessert con Formaggi e pani speciali; per Dolce, infine, c’è la Galette de Rois o la Pavlova ai frutti rossi. Il costo totale è di 90 euro (bevande escluse) ed è applicato con un ordine minimo di due persone.


Info: Delivery con consegna fino alle ore 16 del 31/12 prenotando entro le ore 12 del 30/12 – Take away fino alle ore 17:30 del 31/12 prenotando entro le ore 12 del 30/12. 

La Dispensa dei Mellini

La Dispensa dei Mellini e la sua chef Susanna Sipione presentano la sua proposta per il menù d’asporto di Capodanno all’insegna della tradizione e della buona tavola romana.

Piatti preparati con amore, cucinati con la passione di una volta e con quell’attenzione ai dettagli tipica delle feste per gustare in questi giorni di feste delle specialità che se da un lato guardano ai classici sapori della storia enogastronomica romana e regionale, dall’altra propongono il brio e la sorpresa di un mondo di gusti e aromi tutti da scoprire. Materie prime d’eccellenza, vini pregiati per momenti di vera felicità.

Il Capodanno de la Dispensa (42 euro pp) / Ti regalo la Dispensa: il cesto delle feste (48 euro)

Il Capodanno de La Dispensa – Antipasti: Selezione di patè e salse home made (melanzane affumicate e scalogno / lenticchie, zenzero e curry / peperoni dolci e piccanti e noci / salmone e aneto / mediterraneo con carciofi), Crocchette di polpo e patate, maionese alla ‘nduja, La spuntatura (marinata da arrostire in foglia); con composta alle mele e cipolle in agrodolce, Primi Piatti: Ravioloni fatti in casa alla barbabietola rossa, ripieni di ricotta e pere, pesto di radicchio, oppure Lasagne al ragout di scottona e cardoncelli, besciamella e parmigiano, oppure Tonnarelli al sugo di astice (minimo 4 pax); Secondo: Lonza arrosto, guanciale dei castelli romani, salsa al vino rosso e prugne, patate al forno; Cotechino artigianale con le lenticchie; Dessert: Rotolo morbido al tiramisù’, castagne e cioccolato fondente 

Per info e prenotazione: 333 2941675 | Lungotevere dei Mellini 31

I Vitelloni

L’offerta gastronomica è ampia e basata sulla cultura e tradizione italiana con prodotti di altissima qualità per questa insegna di San Giovanni con alle spalle venti anni di attività: il fiore all’occhiello è la scelta gluten free, presente nella maggior parte dei piatti compresa la pasticceria, anche per Capodanno. In cucina lo chef Alessandro Bianchi si destreggia tra primi tradizionali
accostamenti più ricercati, le fettuccine di cacao con carciofi e guanciale rappresentano l’anima di questo nuovo concept: tradizione, romanità e un pizzico di estro. Le carni sono accuratamente selezionate e cotte alla brace su legno di quercia e leccio come i burger di Pollo, Manzo, Angus, Chianina e Seitan, una scelta di altissimo livello e di origine controllata e certificata.

Ultime ore utili per prenotare il cenone di Capodanno de I Vitelloni allo 06/708.1150 | www.ivitelloni.it

La Danesina – fatto in Casa

Materie prime freschissime e stagionali piatti che, tra scarpette e aromi del ricordo, raccontano una storia che parla di famiglia, di pasta stesa a mano e profumi di arrosti e fritture. Aperto più di venti anni fa, Annalisa Polo e Roberto Tomasini, ancora oggi fanno le farebbero a casa loro. Qui la cucina è sincera, autentica, non è elaborata ma ha il gusto di quella fatta a casa a regola d’arte.

“La Danesina – fatto in Casa” presenta un menù di Capodanno da asporto pensato come un viaggio nella memoria tra i ricordi della Roma di una volta e la voglia di stringersi insieme in un abbraccio che non possiamo dare. Costo Euro 50 per persona / min 4 persone

Antipasti: Polpettina di melanzane con pachino confit; Filetto di baccalà; Carciofo alla romana; Piccola selezione di salumi nostrani con bufala, puntarelle alla romana; Primi a scelta tra: Cannelloni ricotta pistacchi e speck in salsa di zucca, Tortellini fatti in casa in brodo di cappone; Strozzapreti agnello e carciofi; Secondo a scelta: Costine di abbacchio panato con puntarelle; Arrosto di vitella alle castagne in salsa di zucca con purè; Cacciatora di pollo alla romana con patate al forno; Dolce: Cheesecake al pistacchio e cioccolato bianco; Pandoro con fonduta di cioccolato; Cortesia di cotechino con le lenticchie per la mezzanotte e bottiglia di prosecco; Euro 50 per persona min 4 persone

Jacopa

Il Cenone di Capodanno firmato chef Piero Drago, arriverà direttamente a casa vostra oppure sarà possibile passarlo a ritirare direttamente al ristorante del rione Trastevere nella quiete dell’hotel San Francesco, di proprietà di Daniele Frontoni. Per info e prenotazioni  06 580 9075

Antico Forno Roscioli

Il menu di Capodanno dell’Antico Forno Roscioli propone un ampio quanto goloso ventaglio di piatti prelibati fra cui scegliere per imbandire il bachetto di fine o inizio anno.

Mentre i piatti saranno tutti preparati nelle cucine del Forno di Via dei Chiavari di Pierluigi Roscioli e per questo ai menu sarà possibile aggiungere pane, pizza, dolci della tradizione e grandi lievitati delle feste.


info e prenotazioni chiamare al forno 06.6864045 inviare un messaggio al numero 351.6439958. Per chi invece è interessato al PANETTONE GASTRONOMICO è possibile ordinarlo direttamente da Roscioli Caffè chiamando il numero 06 89165330 o mandando una mail a info@rosciolicaffe.it

Capodanno Gourmet

Glass Hostaria

Il menu ideato dalla Chef Cristina Bowerman per Capodanno prevede: aperitivo con burro Occelli e alici di Cetara, salmone affumicato, verdure sottolio e giardiniera, blinis con caviale Amur (30 gr), cialde di riso Artemide soffiato e chutney di mango; poi Astice, cocco e curry verde, zucca e cracker di zafferano, gnocchetti con bagnacauda all’aglio nero, ricci di mare ed edamame, pasticcio di ravioli del plin con Grana Padano DOP, collo di maiale Mora Romagnola, albicocca e topinambur, riserva Occelli con frutta secca e Grappa di moscato. Infine il portaforuna con assaggio di lenticchie e cotechino per la mezzanotte, panettone artigianale, piccola pasticceria, due tipologie di pane (integrale e di mais nero), una bottiglia di Franciacorta Berlucchi Nature.

Con il menu arriveranno a casa anche un mazzo di fiori, 1 libro della Chef con dedica personalizzata, il menu stampato e un aperitivo offerto alla prima visita da Glass. L’ordine minimo è per 2 persone;Per Maggiori informazioni clicca qui.  Tel. 06 5833 5903

Hotel Eden

L’Executive Chef di Hotel Eden Fabio Ciervo ha pensato a un menù la cui cottura si completa a casa così composto: Antipasto dello chef Fabio Ciervo, Consommé di pollo gelatinato, Raviolo di baccalà e radicchio tardivo, Filetto di rombo in crosta di mandorla con spugnole, Filetto di vitello, tartufo nero e millefoglie di patate, Assoluto di mandorla e Delizie di Capodanno

  • Per una persona il costo è di 185€, inclusa una bottiglia di Moet & Chandon Imperial Brut (375 ml).
  • Per due persone il costo è di 370 €, inclusa una bottiglia di Veuve Cliquot Ponsardin Brut, Reims (750 ml).

Per effettuare l’ordine si può contattare tramite telefono lo 06 47812761 o tramite mail l’indirizzo giardino.HER@dorchestercollection.com
Il delivery è disponibile sia da parte di Hotel Eden, con un costo aggiuntivo di 15€ (raggiunge il centro storico – esclusi Trastevere e Monti – e le zone San Pietro / Prati / Parioli) sia su Cosaporto, il primo High Quality Delivery d’Italia, che copre tutte le zone.

Taki – Ristorante Giapponese

I meno tradizionalisti potranno scegliere un Capodanno che racchiude usanze e tradizioni enogastronomiche del Sol Levante. Nel quartiere romano di Prati, infatti, Taki è un ristorante giapponese di cucina autentica e tradizionale con attenzione particolare ai sushi e sashimi. I patron Yukari e Onorio Vitti per la cenone del 31 dicembre e il pranzo del 1 gennaio propongono il loro menu à la carte da cui scegliere piatti caldi e freddi della cucina.

TAKI vuole fare vivere ai suoi ospiti un momento di serenità, un’esperienza immersiva e originale nella cultura giapponese partendo proprio dal cibo. Nel menu ci sono piatti tradizionali con qualche eccezione fusion. Si parte con le entrée giapponesi: Riso bianco, Edamame o Misushiro (zuppa di miso); ancora, Tartare di salmone, tonno e pesce bianco e i carpacci. Immancabile il Sushi con il Sashimi, i Nighiri, gli Hosomaki,gli Oshizushi, i Gunkan e i Temaki, e ancora i Gyoza e il Ramen. Tra i signature il Ghindara Saikyoyaki, un merluzzo nero marinato con saikyo miso, proveniente da Kyoto, cotto poi a bassa temperatura e richiede una lunga preparazione.

Dal menu si potranno scegliere, in formula take away o delivery, i migliori signature di Taki da ordinare in modalità d’asporto o con la consegna a domicilio su Kiwi Five (entro tutto il raccordo), poi Deliveroo e Just Eat.

Taki ristorante giapponese; Telefono: 06 320 1750; Sito web: https://taki.it/ | photocredits Alberto Blasetti / www.albertoblasetti.com

Ristorante Gli Ulivi

Menù di Capodanno “Gli Ulivi” per festeggiare la fine di questo 2020 e portare a casa il piacere di una cucina pensata in salotto, quello di gran gusto di Via Luigi Luciani 23, zona Parioli. Potrete prenotare il menù per la cena del 31 e persino quello per il pranzo del 1 Gennaio 2021. Info e prenotazioni 0632600301

Ceviche di sugarello con lime, peperoncino, coriandolo, cetriolo e cipolla rossa, Insalata di mare scomposta, Calamari, seppie, polpo, gamberi, cozze, vongole, cannolicchi, scampi e verdure, Candele farcite di baccalà, ricotta di bufala e uova di salmone, Salmone marinato al miso cotto al forno con  Nasi Goreng di riso basmati, Calamari ripieni e lenticchie croccanti | Euro €75 pp

Osteria Fernanda

Osteria Fernanda Roma

Per il menu di Capodanno, Osteria Fernanda propone un percorso sia d’asporto che con la consegna a domicilio al prezzo di 95 euro, da ordinare tanto per il 31 Dicembre che per il 1 Gennaio. Un percorso completo di pesce e di carne con ben 10 portate dai finger food d’ingresso alla zuppa inglese per concludere. Il menu intero lo trovate a questo link. Prezzo: 95 euro, info e prenotazioni Tel. 06 5894333. 

L’Uliveto – Rome Cavalieri

Accomodatevi a tavola, stappate il vostro vino preferito e godetevi la deliziosa cena take away pensata dallo Chef Fabio Boschero e dalla sua squadra del Ristorante “Uliveto” per celebrare questo Capodanno 2021. Il menu ispirato alla filosofia ‘hygge’, con il suo avvolgente senso di convivialità, familiarità e buon cibo, ricrea una calorosa atmosfera per arricchire la vostra tavola a casa per Voi e per i nostri ospiti, o nel comfort di una camera da sogno o suite.

3 1 D I C E M B R E
C E N O N E D I S A N S I LV E S T R O
A N T I PA STO
Terrina di rombo e salmone, caviale Calvisius e salsa di panna acida
PRIMO
Tortelli di verdure con ragù di capriolo
SECONDO
Astice e filetto di vitello con salsa affumicata servito con millefoglie di patate e asparagi
DOLCE
Dolce di San Silvestro con litchi, lampone e champagne
LENTICCHIE E COTECHINO
Vini selezionati dal nostro Sommelier
Euro 180,00 a persona (bevande incluse)
Servito esclusivamente come Servizio in Camera

1 ° G E N N A I O
PRANZO DI CAPODANNO
A N T I PA ST I D E L LO C H E F
Roastbeef di pesce spada con salsa di uva passa, olive, pinoli e capperi
Tartare di fassona con giardiniera di verdure in agrodolce
Insalata di funghi di bosco e mazzancolle scottata
Carciofi ripieni alla siciliana
Ostrica al vapore nella sua gelatina
Terrina di faraona e tartufo
PRIMO
Lasagna con funghi, zucca e pancetta
SECONDO
Salmone al forno e verdure miste
Maialino rosticciato e purè di pastinaca
LENTICCHIE E COTECHINO
DOLCE
Profiteroles di arachidi
Tartelletta frutti di bosco e meringa
Cheesecake speziato agli agrumi
Assoluto al cioccolato
Euro 75,00 a persona (bevande escluse)
Take-away dalle 11.00 alle 13.30

Per ordinare i Menù Take Away creati da Chef Fabio Boschero per Natale e Capodanno vi preghiamo di contattare (06) 3509 2145 o scrivere a ROMHI.FB@waldorfastoria.com | Gli ospiti dell’albergo possono scoprire i Menù Natale e Capodanno serviti al Tiepolo Lounge, Uliveto Restaurant e Room Service.

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La questione legata alle festività natalizie è molto più ampia, molto più nodosa, molto più complessa del percepito. Quello che per il settore della ristorazione è sempre stato il periodo “dei grandi incassi” e che in questo anno particolarmente magro stava assumendo i contorni di una salvezza e/o sicuramente di una parentesi sulla quale avevano puntato in molti per riossigenare le proprie realtà, si profila essere una lotta (buona) al Delivery.

La ristorazione dell’Italia delle Feste 2020 si piega così nuovamente alle prioritarie esigenze/emergenze sanitarie; rimodula la propria offerta e si organizza nell’allettante variegata proposta natalizia che annovera sontuosi menu e luculliani pasti, rigorosamente in modalità Delivery e Take Away, per onorare la tavola casalinga gratificando mente e corpo nell’unica terra senza maschere.

ROMA

ALFREDO ALLA SCROFA – CENTRO STORICO

Le tradizioni vanno celebrate con stile: ecco perché Alfredo alla Scrofa e il suo Chef Mirko Moglioni, hanno ideato uno speciale menu disponibile sia da asporto sia con consegna a domicilio in tutta Roma, per l’intero periodo delle Feste!Una carta dedicata ai sapori della tradizione, con i grandi classici di Natale firmati Alfredo alla Scrofa, il Box per preparare le mitiche fettuccine a casa propria e il Cesto delle meraviglie. Per il Menu delle Feste per l’Asporto e la Consegna a domicilio cliccate su www.alfredoallascrofa.com/menufeste; Per ordinazioni, 06.68806163 / Via della Scrofa 104, Roma

Ristorante Livello 1 – Eur

La Vigilia di Natale la cena di pesce è un must. Se non siete abili in materia tanto meglio affidarsi alla competenza di Mirko di Mattia che propone un un menu rigorosamente a base di mare in zona Eur. Selezione di antipasti crudi e cotti, un primo, due secondi e un dolce: il 24 dicembre (ma anche il 26 e il 31) i romani potranno scegliere alla carta tra 4 antipasti, 4 primi, 4 secondi e 4 dolci, oppure optare per un menu degustazione pensato per le festività. Via Duccio di Buoninsegna, 23 /25 – EUR- Roma Info e prenotazioni: 06 5033999

TAVERNA CESTIA – PIRAMIDE

Tre generazioni di ristoratori, la stessa passione nel ricerca e nell’offrire il meglio. Un indirizzo solido, solido come la Piramide Cestia proprio di fronte; un porto sicuro per chi ama e ricerca la gratificazione del sapore e della cucina romana, della porzione e del contenuto oltre la forma. Anche Taverna Cestia si fa Delivery per queste strane feste targate 2020 e, con la stessa cura che mette ogni giorno nella sua offerta alla carta tra spesa di mercato, pesce fresco e forno a legna, inquadra un menu take away che potete prenotare fino alle 18 del 23 Dicembre, sia per la cena della Vigilia sia per il pranzo di Natale.

Viale della Piramide Cestia, 65 00157 Roma, Lazio / 06 574 3754

CHINAPPI

Il ristorante di pesce della famiglia Chinappi, famoso per i crudi, una materia prima eccellente e la vasta selezione di etichette e bollicine, sarà aperto a pranzo il 24, il 25 e il 26 dicembre con un menu di gala, e anche il 31 dicembre e il 1 gennaio sempre con un menu dedicato. Possibilità di asporto e delivery degli interi menu per gustarli comodamente a casa. Per la cena del 24 Stefano Chinappi ha pensato a: Gamberi gobetti al moscato di Terracina, Baccalà scottato su crema di porri e scarola, Paccheri con scampi di Ponza; Calamaro ripieno con cavolo nero, Ricciola grigliata con verza e fagioli e Pastiera a €80

IL PAGLIACCIO (2 stelle Michelin) – Centro Storico

Il Pagliaccio di Roma (2 stelle Michelin) porterà bellezza e bontà a casa grazie alla Home Experience Box pensate per due persone e che sono disponibili nella versione “La Vigilia di Natale” e “Il Pranzo di Natale”, il primo a tema di mare, il secondo gioca sul tema della tradizione con Pasta al forno con ragù di cinghiale e la Guancia di vitello brasata, polenta, funghi e tartufo.

Lo chef Anthony Genovese ha già messo a punto anche la box dedicata al Cenone di Capodanno che punta tutto su un grande piatto “Coscia d’anatra, battuto di datteri, agrumi e radicchio”. Tutte le Home Experience Box saranno accompagnate da una bottiglia di Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008.

Vi ricordiamo che le Home Experience Box by Anthony Genovese per il 24 e 25 Dicembre sono prenotabili solamente entro la giornata di oggi 22 dicembre 2020. Le Box per il Veglione dell’ultimo dell’anno saranno invece disponibili fino al prossimo 30 Dicembre!Info, menu e prenotazioni > https://www.ristoranteilpagliaccio.com/home-experience/

PROVINCIA

Le Ghiottonerie del Moro – Civita Castellana (VT)

Leonardo Morelli è un giovane appassionato Chef che ha preso con grinta le redini della Gastronomia d’asporto e Pizzeria di Famiglia trasformandolo in un concetto diverso, in un ristorante informale con i piedi ben piantati nella tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro, che utilizza metodi di cottura classici e innovativi facendo della qualità e della precisione il proprio credo.

Per le feste hanno ideato un menu pronto per essere ordinato che suona così: Antipasto Salmone marinato, Borragine ripiena, Alici e mozzarella, Insalata di polpo e patate, Polipetti in umido; Primo: Strozzapreti alla pescetora; Secondo: Calamari ripieni Baccalà alla Romelia || per il 25: Antipasto – Involtini caldi di melanzane; Carciofi fritti; Coratella; Lasagnetta carciofi e salsiccia; Agnello fritto; Faraona alla leccarda e Carciofo alla romana. Viale Repubblica, 100, 01033 Civita Castellana VT – Tel: 0761 513314

Sora Maria e Arcangelo – Olevano Romano (RM)

L’insegna e nota quanto la fama di Giovanni Milana, istrionico solido chef che non sbaglia un colpo sia nelle sue espressioni tradizionali sia nelle sue intuizioni creative, dimensioni entrambe accumunate dalla ricerca della qualità senza compromessi. I menu per le feste potete ancora comporlo, ordinarlo e ritirarlo, perfino i “celebri cannelloni”, solo da mettere in forno.
PER INFORMAZIONI CHIAMARE 069564043 CELL.3488953604

La Scialuppa da Salvatore – Fregene (RM)

Il Natale a Fregene ha il sapore del mare, sia il 24 sia il 25. Se siete amanti delle tavole marine e avete voglia di doppiare la vigilia, chef Fabio di Vilio ha pensato ad un menu da prendere all’amo. Info : +39.0666560002 – +39.3291688331 • 

Osteria dell’Orologio – Fiumicino

Il 𝗺𝗲𝗻𝘂̀ 𝗱’𝗮𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 firmato dallo #chefMarco Claroni e dai ragazzi de L’Osteria dell’Orologio è pronto e 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗶𝗹𝗲, 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮, 7 giorni su 7. 𝗖𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮te 𝗶𝗹 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲, fate la tua scelta, 𝗿𝗶𝘁𝗶𝗿𝗮te 𝗮𝗹 𝗿𝗶𝘀𝘁𝗼𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 “𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮” e provate l’estro e la saggezza gastronomica di una cucina di pesce e le gioie della norcineria marina messe a punto dello Chef. Per info e prenotazioni 06 65 05 251 | 347 51 79 051|osteriadellorologio@gmail.com

Ristorante BELVEDERE dal 1933 – Frascati (RM)

Mani capaci e appassionate quelle Alain e Nelson Rosica. Con tutto il loro team, propongono ogni giorno una cucina contemporanea ma attenta alla tradizione con una cura maniacale per le materie prime utilizzate e in gran parte a km 0. Per Natale un menu speciale, scopriamo quale. Info: 351 7722207

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Il Consiglio dei Ministri, riunitosi venerdì 18 dicembre 2020 a Palazzo Chigi sotto la presidenza di Giuseppe Conte, ha fissato nel nuovo “Decreto Natale” sia restrizioni più severe per gli italiani nel periodo delle festività, sia, al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle nuove misure di contenimento, nuovi contributi a fondo perduto. Capiamo insieme quali e quali siano i codici ammessi. A chi è rivolto, a quanto ammonta il ristoro e come averlo.

Il periodo delle festività natalizie subisce le conseguenze di una pandemia che non accenna a rallentare. Un nuovo decreto legge, nuove misure costrittive, chiusura pressoché totale delle attività economiche e della ristorazione, per questo nostro settore, già minato dalla pandemia, sono previsti nuovi ristori.

Oltre a dividere l’Italia in zona rossa e arancione a seconda dei giorni festivi, prefestivi e non (qui trovate la sintesi di tutte le misure pubblicate in Gazzetta Ufficiale, dagli spostamenti alle attività che chiudono), il Governo prevede anche in questo caso un contributo a fondo perduto da destinare all’attività dei servizi di ristorazione costrette alla chiusura a causa del decreto.

Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive, viene riconosciuto un contributo a fondo perduto nel limite massimo di 455 milioni di euro per l’anno 2020 e di 190 milioni di euro per il 2021.

Contributo a fondo perduto, a chi spetta

A chi? A favore dei soggetti che, alla data di entrata in vigore, cioè al 19 dicembre 2020, hanno la partita IVA attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO previsti nel decreto stesso (l’elenco lo trovate al fondo dell’articolo).

Spetta esclusivamente a chi ha già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto nel decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che non abbia restituito il ristoro. Inoltre, il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° dicembre 2020.

A quanto ammonta il ristoro e come averlo

Il ristoro è corrisposto direttamente dall’Agenzia delle entrate mediante accredito diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo.

L’ammontare del ristoro è pari al contributo già erogato in precedenza. In ogni caso, l’importo del contributo non può essere superiore a 150mila euro.

Ai fini dell’immediata attuazione delle disposizioni, il Ministero dell’economia e delle finanze, dove necessario, può disporre il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, la cui regolarizzazione è effettuata con l’emissione di ordini di pagamento sui pertinenti capitoli di spesa.

I codici ATECO ammessi ai ristori

codici ATECO ammessi ai ristori sono quelli afferenti al numero 56 e relativi alle attività dei servizi di ristorazione, e più specificatamente:

  • 561011: ristorazione con somministrazione
  • 561012: attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
  • 561020: ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto
  • 561030: gelaterie e pasticcerie
  • 561041: gelaterie e pasticcerie ambulanti
  • 561042: ristorazione ambulante
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Aprilia District annovera un altro interessante indirizzo di provincia per bearsi delle gioie della tavola d’antan, riconciliarsi con i sapori che sanno di casa serviti su fini ceramiche con decori floreali tra profumi di forno a legna e guizzi creativi su proposte di stampo tradizionale e di volontà confortevole. Si chiama D’ISTINTO, e vale la sosta.

Assieme a DIVINO – Il cioccolato degli Dei e Tomassi Coffee, realtà di provincia che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante il PressDay “Venus Aprilia”, formano una triade latina degna di nota, perfetta per chi non si accontenta ed è alla ricerca di nuovi indirizzi da scoprire.

Nessuna tecnica ardita, solo fuoco, forno a legna e padelle per questi due giovani quanto volenterosi e determinati cuochi- ristoratori che, dopo diverse esperienze in Italia e all’estero, tornano nell’Agro Romano per raccontare una storia di autenticità e sostanza.

Christian Spalvieri e Matteo Gerardi scelgono la semplicità, il potere di un’offerta diretta, senza troppi fronzoli e mediazioni. La spesa da D’istinto si fa tutti i giorni, dai contadini, dal fruttivendolo, dal macellaio, ai banchi del mercato. Il menu cambia quotidianamente in base all’offerta del banco. I prezzi sono contenuti, le porzioni generose, l’ambiente rilassato e informale: atmosfera perfetta per una piacevole gita furi dal coro alla scoperta di nuove enogastronomiche melodie latine.

Perchè avete scelto Aprilia?

Aprilia è la nostra città, io nato e cresciuto a Roma, per poi trasferirmi qui ad Aprilia, causa lavoro per i miei genitori, Matteo nato e cresciuto qui,con origini Siciliane. Siamo entrambi rientrati da esperienze estere. Io ho lavorato a Londra per 3 anni tra la Royal Company, presso il Teatro dell’Opera, per completare l’esperienza nella compagnia di Gordon Ramsey; Matteo invece presso la Pergola di Heinz Beck, per poi terminare come suo Sous Chef in Portogallo conquistando la stella.

Perchè dopo tante stelle avete scelto di aprire una Trattoria?

Una Trattoria proprio perché abbiamo voluto prendere uno stop da quello che era l’impegno e lo “stress” dell’alta cucina gastronomica, soprattutto negli ambienti Stellati, Abbiamo cosi preferito scegliere qualcosa che poteva essere alla nostra portata sia economicamente (visto il periodo) sia per comodità a livello di gestione, preparazioni, e divisione dei compiti.

Cosa Significa “Trattoria” per Voi nel 2020? Quali sono i plus della Vostra scelta?

Questo è il modo in cui noi vediamo la nostra Trattoria: un ambiente dove possiamo ogni mattina scegliere quello che preparare e mettere sul menu, senza troppe preoccupazioni, andando a lavorare su piatti che il cliente medio conosce molto bene, ma non ha il comfort e la capacità, o il tempo, di riprodurre a casa. Un esempio? Un buon puré, ad oggi è facile comprare il liofilizzato pronto, ma quanti ancora a casa lo fanno con patate scelte, e poi magari montato con panna e burro? Pochissimi, così come per l’uovo in camicia, piatto che, dopo il suo grande riscontro di pubblico abbiamo portato a cottura tramite roner per comodità, con una vellutata alla base.

Per il resto tutte le preparazioni, soprattutto le lunghe cotture delle proteine, passano attraverso il forno a legna, dove ci focalizziamo molto, compresi i brodi. Li lasciamo tutta la notte al suo interno, in pentole di coccio, abbiamo visto che non arrivano mai a bollore, e il giorno dopo sono pieni di sentori tra brace, fumo e legna. Idem per il pane, rigorosamente cotto a legna, anche perché è l’unico forno che al momento abbiamo a disposizione.

Come ha risposto Aprilia alla vostra proposta di cucina?

La città dobbiamo dire che sembra aver risposto bene nel complesso, durante la settimana riusciamo sempre ad avere quelle persone che passano per un pranzo veloce, giorni che possiamo vedere 8/10 clienti, giorni fino a 20 (considerando il periodo storico ci riteniamo fortunati).

Il punto di forza si è rivelato il weekend, dove specialmente la domenica siamo sempre sold out (38 coperti al massimo, con le dovute distanze), grazie alla formula del “Menu Fisso”, dove c’è il nostro antipasto della Casa (tipico antipasto all’Italiana tra verdure, Giardiniera fatta in casa, Carpaccio, formaggi locali, Parmigiana e Uovo morbido) un primo piatto, una portata dal forno a legna, il dolce, acqua e caffè a 30€. (Ebbene si!)

Come impostate i menu del giorno ogni giorno? Dove fate la spesa e con quali criteri?

Il Menù è giornaliero, è la cosa che invece si è dimostrata essere la vera difficoltà, perché preparazioni che vengono fatte ogni giorno sempre da capo. E in base alla spesa del mattino dal fruttivendolo, che copre sia i mercati Generali di Roma, sia quello di Fondi (M.O.F.), cosi abbiamo una buona scelta di prodotti locali e nazionali.

Il macellaio è quello di fiducia. Ci segue ed ha una propria fattoria alle spalle di generazione (molto bravi con i maiali), mentre un altro allevatore ci aiuta sull’acquisto di abbacchi e formaggi di pecora, infine un artigiano di Aprilia che ci supporta con la produzione di pasta, che noi, per il momento, non arriviamo mettere in produzione in tutte le sue fasi visto il poco personale al momento, ma abbiamo trovato un felice compromesso sul “tortello”: pensiamo noi al ripieno e alla scelta della sfoglia, lui ci prepara l impasto, la stende, e noi li chiudiamo al ristorante.

Qual è il primo “piatto d’Istinto” su cui avete lavorato?

I tortelli sono proprio uno dei primi piatti sui quali abbiamo lavorato, visto che già l avevamo proposto un anno fa in un nostro evento di beneficenza.

Lì era Tortello di stracotto di Bufala, mantecato con fonduta di Bufala, cacao e caffè (per giocare un pò sui sentori del Tiramisù) ma visto che restava molto più vicino ad un qualsiasi piatto Gourmet, qui abbiamo deciso di mantecarlo al burro e maggiorana, dove però abbiamo mantenuto la tecnica utilizzando un burro acido, al posto di un semplice burro.

Ultimo, ma non meno importante: qual è la vostra “filosofia di prezzo”?

La media dei prezzi del menu si divide tra gli 8/10€ per gli antipasti; vanno dai 9 ai 12€ per i primi piatti, dai 12 ai 16€ per i secondi; 4/5€ per i dolci Scontrino medio alla carta sui 35/40€ bevande incluse.

Il Vino esce a 14€ la prima etichetta, poi una media tra i 18/30€ a bottiglia, Con qualche etichetta tra cui la linea “Ars Magna” di Omina Romana, dai 60 ai 120€; poi qualche bolla italiana ed estera tra i 35 e i 90€. Per comporre la carta dei vini la scelta è prima di tutto territoriale, per questo abbiamo scelto aziende come “Artico” e “Omina Romana”.

“Artico”, perchè conosciamo Federico e il buon lavoro che fa con la sua piccola azienda, che si trova a due passi da noi. “Omina” invece perchè, oltre i loro prodotti, personalmente ammiro la loro politica aziendale, la loro presenza e disponibilità. Tutta la loro linea dei loro rossi mi piace davvero molto e, visto che mi piace stare in sala e dialogare con i nostri ospiti, mi trovo anche molto bene a proporle in abbinamento ai nostri piatti.

D’Istinto Trattoria | Indirizzo: Via dei Rutuli, 113, 04011 – APRILIA Casalazzara LT

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Non smette di riservare colpi di scena questo 2020. Nonostante le difficoltà l’Italia del buon sapore, di chi crede nei propri sogni, di chi resiste, studia, perfeziona e attende tempi migliori lavorando con slancio e passione, continua a far parlare di sé.

E’ il caso di 2 realtà apriliane, una dedicata al Cacao con la C maiuscola, l’altra al culto del Caffè, che hanno trovato modo di farsi notare per la cura e la qualità della materia prima lavorata illuminando un’intera cittadina sopita.

Parliamo di DIVINO – Il cioccolato degli Dei e TOMASSI COFFEE, realtà di provincia che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante il PressDay “Venus Aprilia” svoltosi nei nuovi spazi della Trattoria contemporanea “D’Istinto”nuova meta degli estimatori dei sapori d’antan; ma questa è un’altra storia (che vi racconto qui).

DIVINO – Il Cioccolato degli Dei

Tappa Obbligata per questa Cioccolateria Artigianale, Etica, Appassionata; che conosce a fondo, seleziona e sceglie il miglior cacao per produrre cioccolati e cioccolatini di alto rango. Da DIVINO l’ispirazione parte da lontano, dalla terra degli Atzechi e dei Maya, ed approda sulle sponde dell’Agro Romano, ad Aprilia, dove prende forma questa realtà cioccolatiera di rara dedizione, che vuole omaggiare il cibo degli dei e distribuirne le poco note ricchezze tra i comuni mortali.

Tutto ebbe inizio un anno fa, quando Valerio Esposito, maestro gelatiere di fama nazionale con all’attivo importanti riconoscimenti, e la sua compagna Jennifer Boero decidono, da veri appassionati, di creare un luogo in cui raccontare la propria visione sul cioccolato.

DIVINO è infatti una cioccolateria “bean to bar” che trasforma artigianalmente le fave di cacao provenienti dall’America in squisite cioccolate aromatiche, esaltandone le peculiarità e seguendo rigorosi procedimenti di lavorazione.

Utilizzata come moneta di scambio nelle civiltà precolombiane e bruciata come incenso durante i riti religiosi, la voglia di scoprire la vera origine del cacao ha portato i due ragazzi a viaggiare tra le piantagioni colombiane della regione di Huila, al seguito di un esperto selezionatore italiano di cacao – Andrea Mecozzi – per approfondire la conoscenza delle tecniche di coltivazione, di maturazione e di raccolta del cacao.

“È stato un lavoro complicato – racconta Valerio – ma siamo riusciti a ottenere per il nostro laboratorio proprio il cacao dei luoghi che abbiamo esplorato, lavorato dai contadini che abbiamo avuto modo di conoscere. È stato grazie a quel viaggio se abbiamo imparato quali caratteristiche debba possedere un cacao per essere ottimo e anche l’essere riusciti a comprendere quanto il lavoro nelle piantagioni sia fondamentale e influisca sulla qualità del prodotto finale”.

Era il momento di realizzare un luogo che parlasse un’unica lingua, quella dell’eccellenza assoluta in materia di Cacao. Nasce così, nel 2019, un laboratorio dedicato al Cacao, aperto durante la stagione invernale agli estimatori del genere e a chiunque voglia carpire i segreti del vero cioccolato.

Assoluta qualità della materia prima

Le fave di cacao che lavora Divino arrivano da ogni parte del mondo e solo in sacchi di juta (non nella plastica da cui assorbirebbero odori), in una costante ricerca di qualità della materia prima e di eticità nella conduzione del lavoro delle piantagioni.

“Durante il nostro soggiorno, abbiamo attraversato territori e visitato aziende, toccando con mano quali fossero le migliori anche in tema di condizioni lavorative degli operai. Non si può infatti parlare di etica nelle coltivazioni e nelle produzioni – spiega Jennifer – se non si tengono in giusta considerazione le vite di coloro che, con la loro fatica e dedizione, producono una pianta meravigliosa come il cacao. Il cioccolato per sapere di buono deve esserlo in ogni momento della sua vita!

Dalla Colombia provengono due tipologie dai sentori delicati, burrosi, floreali e fruttati, in cui si percepiscono tra gli aromi la pesca e il lampone, mentre dal Venezuela arriva un cacao pregiatissimo, tra i migliori al mondo, il “criollo”, che ha fave più aromatiche rispetto alle altre. Dal Perù provengono altre due tipologie di cacao, entrambi dalla regione del Piura, con la particolarità di sentori completamente diversi in origine rispetto al prodotto finale.

Abbiamo deciso di scegliere diverse monorigine provenienti da differenti nazioni perché abbiamo immediatamente compreso come ognuna avrebbe donato uniche al prodotto finale”, precisa Valerio.

“Li abbiamo voluti per far capire al consumatore quanto sia complesso e variegato il mondo del cacao a seconda della provenienza, del tipo di lavorazione, delle tecniche usate per temperarlo e solo attraverso l’assaggio si riesce a chiarirlo veramente. Della Tanzania, invece, è una fava che ricorda la frutta secca e il passion fruit, in una esplosione di sentori, dolcezze e acidità controllate. Infine, è delle Filippine il Davao, cacao che all’assaggio ricorda l’arachide e l’anacardo, possedendo un potente aroma di cioccolato fin dall’inizio.

Un cioccolato etico

“Usiamo definirlo specialty, rubando un’espressione che si usa per il caffè, perché ancora non esiste questa classificazione nel nostro ambito. Ma anche in questo caso, l’intera filiera è controllata nel rispetto dell’ambiente e del contadino. Inoltre, il cacao ha una genetica altissima e tutte le fasi di lavorazione sono seguite da professionisti”, spiega Valerio, che aggiunge: “Le fave crescono in Paesi poveri e per noi è molto importante sostenere quelle piantagioni in cui i contadini non vengano sfruttati ma ricevano il giusto compenso. Inoltre, si tratta di coltivazioni non intensive, spesso in regime agroforestale, capaci di garantire un tipo di fava monorigine che vive in un ambiente più naturale ed è quindi meno stressata”.

Tutto questo fa sì che, in base all’annata e alle condizioni climatiche, i sentori delle fave di cacao di uno stesso territorio possano comunque cambiare. In più, la raccolta della cabossa viene fatta a mano, prestando la massima attenzione per evitare che la fermentazione della polpa parta prima che questa arrivi al centro, dove deve avvenire questo processo. Un passaggio fondamentale, che per le fave di cacao di Divino viene realizzato solo da persone esperte, capaci di far emergere al meglio le aromaticità, evitandone i difetti di gusto nel caso di un processo eccessivamente breve o lungo. I tempi giusti sono fondamentali anche nell’essiccazione, effettuata sempre in piantagione e all’ultimo momento prima che le fave di cacao partano per raggiungere il laboratorio di Aprilia.

Il modus operandi

La particolarità dell’ambizioso progetto sta nel modus operandi di Divino che effettua artigianalmente in sede ogni lavorazione parte. Valerio spiega quanto questo sia raro: “Tolte le grandi aziende, la maggior parte delle cioccolaterie prendono il cioccolato già pronto e lo trasformano in praline, spalmabili e varie; solo circa 30 aziende in Italia eseguono invece una lavorazione più curata, partendo dalle fave di cacao e noi siamo tra quelle perché riusciamo a fare le cose solo in un modo, perfettamente.

Nel caso del cacao, questo è possibile solo partendo dal prodotto grezzo e rigidamente selezionato. Nello specifico, abbiamo deciso di usare solo cacao aromatico dalle genetiche più pregiate, perché conserva ed esalta tutti i sentori che nascono già durante la fase di crescita. La qualità utilizzata nella produzione industriale delle multinazionali, invece, ha un gusto piatto, senza sfumature.

Non tutti sanno infatti – aggiunge Valerio – che il cacao è molto simile al mondo del vino in materia di complessità e ne esistono oltre 1200 tipologie, ciascuna con una propria aromaticità. Ad esempio, coltivando lo stesso cacao dalla stessa genetica in due piantagioni diverse, si hanno dei risultati completamente differenti a livello aromatico. Inoltre, ogni fase di lavorazione, dalle fermentazioni dopo la raccolta, all’essiccazione, fa sviluppare delle proprie peculiarità”.

photocredits – @AlbertoBlasetti

Le Linee di DIVINO: tavolette, spalmabili, cioccolatini e praline

Attualmente la linea firmata “Divino” comprende molti differenti prodotti, spaziando dalle Tavolette monorigine di cioccolato fondente (dal 70% al 100%), definite “da meditazione”, si prosegue con la Pralineria che propone cioccolatini con tanti diversi ripieni e accostamenti: come quelli con la ganache al pistacchio e al lampone, ricoperto di cioccolato; la pralina con il cuore di Tonka (una spezia venezuelana che sa di miele, di mandorla e di vaniglia e che dà il nome alla gelateria di famiglia), quella con all’interno il Marsala di Marco De Bartoli invecchiato di dieci anni in botte di rovere o, ancora, un’altra con ripieno di ciliegia e liquore di ratafià oppure una pralina ai tre Torroni, nelle varianti al pistacchio con cioccolato bianco, al latte con le nocciole del Piemonte o fondente con frutti rossi. Si prosegue con i cremini a forma di noce, di arachide e di lampone e i Tartufi, con cioccolato monorigine e nocciola.

Gli Snack golosi sono una piccola eccellenza e vanno dalle barrette con cereali e frutti gialli, su una base di cioccolato al latte, a quelle con fondente e frutti rossi fino a quelle con cioccolato al caramello, ripieno con crema di arachide e mou, o quelle con una base di frolla morbidissima, ripiene di crema spalmabile al pistacchio, ricoperta con granella di pistacchio e cioccolato bianco; o infine, l’altra versione con frolla e un cuore di pralinato di nocciole ricoperto con cioccolato al latte.

C’è poi la frutta secca e candita ricoperte di un delicato vello di cioccolato: i fichi, le arance candite, i limoni a rondelle o le albicocche, vestiti da una camicia di fondente.

Non mancano infine le creme spalmabili, nelle varianti al cacao monorigine del Perù e nocciola delle Langhe, al pistacchio e alla nocciola e, chiaramente il PANETTONE al CIOCCOLATO con la consulenza speciale di papà Umberto Esposito, Pasticcere da oltre 30 anni.

Di ogni singolo pezzo, inoltre, Valerio e Jennifer studiano il packaging e ne curano il confezionamento, sempre realizzato a mano, per garantire la freschezza del prodotto e la possibilità di mantenerlo al riparo dalla luce, ma non dalle nostre voglie.

Divino – Il cioccolato degli dei Via dei Lauri, 57 – 04011 Aprilia (LT) Lunedì – venerdì dalle 09,00 alle 13,00 e dalle 15,30 alle 20,00 Sabato e domenica – dalle 09,00 alle 13,00 #divinocioccolato #beantobar

TOMASSI COFFEE

Galeotto fu un viaggio in Danimarca per la Famiglia Tomassi che nel 2009 scopre il vero mondo del caffè e nel 2013 decide di fondare una visionaria (o forse no) micro roastery in provincia di Latina, ad Aprilia.

Emanuele Tomassi, maestro tostatore che ha vince anche il Campionato Italiano di Coffee Roasting, racconta così la genesi di questa elettrizzante, avvolgente intuizione: “Quando nel 2009 ci siamo trasferiti in Danimarca, ho conosciuto il vicecampione mondiale dei baristi che aveva una micro roastery. Da lì ho iniziato a tostare e mi sono appassionato, finché non ho cominciato a vivere questo mondo da professionista”.

Rientrato in Italia Emanuele ha trasformato questa passione nel proprio lavoro, con l’ambizione di sviluppare una cultura dello specialty coffee e concretizzando nel giro di pochi anni un progetto visionario e avanguardistico per un piccolo comune del centro Italia in cui, non solo ha coinvolto la moglie, ma anche uno dei tre figli che, ancora sedicenne, sembra già ben predisposto a proseguire le orme del padre e che lui ha soprannominato “The Future”.

Quando Emanuele ha iniziato a tostare il caffè per conto suo si è affidato alla professionalità di Marco Cremonese, consulente, maestro tostatore senior e trainer SCA che lo ha introdotto nel mondo delle gare di tostatura. Nel 2018 ho vinto il Campionato Italiano di Coffee Roasting: la nostra gara è la più lunga e la più complessa fra le discipline della SCA. Iniziamo da un’analisi e una classificazione del caffè verde, dopo facciamo una tostata di prova cercando di capire i caffè che ci vengono dati per la gara e li assaggiamo alla cieca con una previsione di tostatura. Il giorno dopo avviene la tostatura e la proclamazione del miglior tostatore da parte di una giuria tecnica. Ogni anno ho migliorato il mio score in gara: sono partito da ultimo, il secondo anno mi sono piazzato quarto, nel 2017 secondo e nel 2018 finalmente primo”.

photocredits – @AlbertoBlasetti

Ma cosa vuol dire “Specialty Coffee”?

Sono chiamati specialty tutti quei caffè che non hanno difetti all’origine, individuabili tra difetti primari, quelli che caratterizzano la negatività del caffè, e secondari, meno gravi rispetto agli altri, gli unici a essere ammessi. Questi si manifestano nella forma e nel colore e la loro individuazione viene eseguita solo manualmente da una persona specializzata nonostante l’agricoltore in piantagione abbia già effettuato una prima scrematura e, infine, nello stesso laboratorio di torrefazione può capitare di isolare dei chicchi “malati”.

“Noi ci occupiamo di trasformare il chicco di caffè ancora verde in specialty o commerciale, a seconda delle richieste di mercato. Ogni caffè è unico e ha una propria curva di tostatura. Fino al 2012 il tostatore si metteva davanti alla macchina e in base al colore del caffè decideva il tempo di tostatura. Da un po’ di anni a questa parte, invece, si è capito che il processo di tostatura è un processo scientifico ottenuto da una curva misurata con una sonda”.

La filosofia di Tomassi Coffee

In un luogo dove l’abitudine è quella di bere un espresso al bancone del Bar, la famiglia Tomassi vuole veicolare cultura “alta” del caffè che si perde nella notte dei tempi in Etiopia e qui si dedica a diverse modalità di estrazione: dal coldbrew al sifone, dalla french press all’honeyprocess. Creazioni specialty con diverse monorigini che arrivano da Etiopia, Kenya, Colombia, Brasile, Tanzania, Rwanda, China, Messico, Guatemala, Burundi e altri paesi specializzati.

La trasparenza del loro lavoro è testimoniata dalla serietà con cui ricercano i caffè e le materie prime, laddove possibile andando di persona nelle farm per instaurare non solo un rapporto professionale ma anche umano con la filiera produttiva.

Un’etica del lavoro che non prescinde da tematiche come la tracciabilità e la sostenibilità, palesate non solo nella fase di tostatura ma valorizzate anche nell’etichettamento. Infatti, di ogni miscela vengono forniti tutti i possibili dettagli: dalla fattoria alla varietà, dal tipo di lavorazione all’altitudine della piantagione, dalla provenienza alla città, dalla tostatura ai sentori. Ulteriori particolari descrittivi sono poi aggiunti da Emanuele con le impressioni, le curiosità sulla storia degli agricoltori e sul processo di produzione naturale che avviene nella piantagione stessa.

Tomassi Coffee – Torrefazione Artigianale – Via G. Verdi, 24 – Aprilia (LT) info@tomassicoffee.com / Mobile +393343323162
 

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Sono tre le date da segnare in calendario: 5, 12 e 19 dicembre, dalle 15,00 alle 18,00. L’Onyx Bar dell’Aleph Rome Hotel, famoso per la sua mixology d’avanguardia abbinata ai finger food d’eccellenza, ha creato un mini calendario di appuntamenti per celebrare i piaceri di un buon drink & finger food gourmet in un ambiente raffinato e ricco di arte, in cui tutte le misure di sicurezza e prevenzione vengono garantite agli ospiti al tavolo.

L’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton, recentemente premiato miglior luxury design hotel in Italia dal prestigioso World Luxury Travel Award, elegante proprietà nel cuore del centro storico di Roma, prosegue con slancio e creatività le sue attività in tutta sicurezza e nel rispetto delle regole di contenimento della pandemia.

Da questa inarrestabile voglia di fare prende il via il “Ready to Toast”, che prevede la realizzazione di tre appuntamenti in cui il rito dell’aperitivo si svolgerà in orario “anticipato”. L’Onyx Bar infatti, con il suo famoso bancone di onice retroilluminato e le sue eleganti sedute dai colori tenui, si animerà il 5, 12 e 19 dicembre dalle 15.00 alle 18.00 tra arte, eleganza, cocktail cool e buon cibo.

Gli ospiti potranno brindare con i nuovi cocktail del Bartender Lorenzo Politano abbinati a finger food innovativo. 

Alcuni esempi? In linea con la filosofia che caratterizza l’Aleph Rome Hotel, assistiamo anche nella mixology ad un sapiente mix tra tradizione e innovazione. L’Onyx Old Fashionedmorbido e rotondo, con Bourbon, Bitter’s, Oleo Saccarum; o El Margaritadelicato ma al tempo stesso pungente,a base di Lime Oil Blanco Tequila, Onyx Liquor, Agave Syrup.

Entrambi sono stati progettati secondo i canoni “zero waste”: nel El Margarita si utilizza una tequila precedentemente lavorata in sous vide con la scorza del lime ed un liquore che ricaviamo dell’infusione di spezie e agrumi, che garantisce un minimo spreco della materia prima. Stesso concetto anche per l’Onyx Old Fashioned: la preparazione si discosta da quella classica, e ha una nota delicatamente dolce grazie all’introduzione dell’oleo saccarum, un estratto naturale risultato della macerazione di scorze di agrumi e zucchero demerara.

Sul fronte food sono assolutamente imperdibili il Bun con Fois Gras e composta di mele con riduzione di vino, il Pane al vapore con gamberetto rosa ed agrumi e il più tradizionale Panzerottino, anch’essi legati alla tradizione con un tocco di innovazione e grande attenzione al contenimento degli sprechi alimentari.

E chi non intende rinunciare alla degustazione dei migliori sigari potrà prenotare la Cognac Lounge e lì, tra poltrone di cuoio ed eleganti coffee table books, si potrà scegliere tra le eccellenze del tabacco e dei distillati la combinazione che più si addice ai propri gusti.

L’Aleph rinnova così anche il suo rapporto con il mondo della creatività, dell’arte e della bellezza con una nuova mostra di arte contemporanea. Oltre a degustare un grande aperitivo, gli ospiti potranno infatti ammirare le opere di Giuseppe Modica recentemente esposte in una personale nelle aree comuni dell’albergo.

Dieci opere, olio su tela, che creano una narrazione pittorica incisiva ed efficace, e che circondano il visitatore trasportandolo nella dimensione onirica tanto cara a Modica. il dato reale perde la sua connotazione naturalistica e diventa qualcosa di altro, trasposto in una sorta di sospensione, sogno e straniamento magico. Il tutto sorretto da equilibrio spaziale e rigore essenziale. La pittura è come uno specchio e per questo è al tempo stesso superficie e profondità.

“In questo difficile momento riteniamo sempre più importante rafforzare il nostro legame con il bello e con la qualità. – Ha dichiarato Masimiliano Perversi, General Manager dell’Aleph Rome Hotel- l’attenzione per il benessere e il piacere dei nostri ospiti ci portano a proseguire, tra l’altro, il programma espositivo iniziato mesi fa. Gli ospiti dell’albergo e i romani appassionati d’arte contemporanea potranno fruire liberamente della nostra mostra, perché crediamo che l’intrattenimento culturale possa rappresentare un momento di arricchimento e piacevolezza, elementi quanto mai importanti in ogni periodo d’ incertezza.”

Un sapiente alternarsi tra tradizione e innovazione, mix da sempre tanto caro all’Aleph Rome Hotel. Ingressi contingentanti e rigorosamente su prenotazione, per godere un po’ di relax in un inverno in cui tutto sembra fermarsi e restare sospeso.  Non mancherà la buona musica, con un piacevole sottofondo lounge.

Per Info e Prenotazioni: Gaetano.Cacialli@Hilton.com

Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton

Via di S. Basilio, 15, 00187 – 06 422 9001

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Dalla Taverna Vesuviana a Poggio Le Volpi Wine & Food, da Nola a Monte Porzio Catone, dalle pendici del Vesuvio alle colline vulcaniche romane, dalle montagne campane ai boschi di querce, campagna e malvasia: una nuova grande casa per la sua cucina, una nuova terra da saggiare, nuove plaghe da raccontare, nuove radici da intrecciare, nuove combinazioni e sapori da inventare.

Felice Mergè, Enologo e Patron delle Cantine Poggio Le Volpi (Lazio) e Masca del Tacco (Puglia) e Rossella Macchia, General Manager, scelgono Alfonso Crisci come Executive Chef per proseguire un solido percorso di Poggio Le Volpi Wine & Food tra filari qualità, tradizione, valorizzazione della materia e creatività per le due sue belle realtà interne: Epos, il Bistrot e Barrique, il Ristorante Gourmet.

Prima sfida superata per Alfonso Crisci, che rilegge Epos Bistrot con guizzi marini, sapidità di latte e quel twist di vivacità campana che sta bene su tutte le cose. Seconda Sfida: Barrique, ma questa è un’altra storia.

Il destino ha molta più fantasia di noi. Con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all’altro ti trovi a vivere una nuova vita. Ho ripensato a questo concetto così ben inquadrato dalle parole di Susanna Tamaro tratte dal suo forse più celebre libro “Va dove ti porta il cuore”, nel vedere Alfonso Crisci, bravo e appassionato chef campano, fare il suo sereno e placido ingresso nelle sale dell’Epos – il Bistrot di Poggio Le Volpi Food & Wine – e introdurre la bizzarra concatenazioni di eventi che lo ha portato fin qui per raccontare dei primi frutti autunnali della sua nuova sfida di territorio e cucina, tra filari di Malvasia e Castelli Romani. 

Un’occasione di cambiamento che forse lui stesso non avrebbe mai immaginato, ma che ha abbracciato con la forza, il coraggio e lo slancio che lo caratterizzano. 

Essere qui e proseguire il cammino di uno chef come Glowig mi riempie di orgoglio: la fiducia di Felice Mergè e Rossella Macchia, è stata immediatamente corrisposta e sono sicuro che sarà un cammino ricco di soddisfazioni e successi: questa è ora la mia casa e sono qui per dare il massimo”.

Da Nola a Monte Porzio Catone, dalle pendici del Vesuvio alle colline vulcaniche romane, dalle montagne campane agli antichi boschi di querce: una nuova casa gastronomica, una nuova terra da saggiare, nuove plaghe da raccontare, nuove combinazioni di sapori da esplorare, nuovi confini senza confini da definire.

Un percorso graduale il suo, che inizia lento ed inesorabile con le proposte pensate per il Bistrot per poi lavorare su quelle più sofisticate di Barrique, il ristorante gourmet tra le preziose botti della barricaia di oro e terra nelle segrete di Poggio Le Volpi Food & Wine. 

Nel Bistrot fa il suo esordio una cucina snella, vivace, colorata, attraente, perfetta per la tavola di giorno e per accompagnare i piaceri della griglia e della carne, altra grande protagonista di Epos. 

Sin dal primo momento in cui l’ho conosciuto – spiega Rossella Macchia – ho capito che era la persona giusta per noi e che poteva continuare il lavoro che Oliver Glowig ha iniziato: ho trovato in lui la figura pronta a prendere in mano le redini di un progetto che va portato avanti con impegno giorno dopo giorno, con determinazione e un pò di testardaggine. In più, sono assolutamente innamorata della cucina di Crisci: semplice e immediata, mi ha conquistato, colpendo sia me che Felice grazie al prezioso equilibrio di sapori”.

Alfonso Crisci non rinuncia alle sua identità partenopea ma la miscela e la potenzia con le materie prime del nuovo territorio che lo circonda con grande rispetto. Lo rivelano i suoi piatti che vogliono trovare l’incontro tra la sua storia, il suo modo di trattare la materia prima e le tradizioni laziali più radicate: il “Carciofo Carbonara”, omaggio omaggio alla cucina romana, ne è un chiaro esempio dove la cottura a bassa temperatura mantiene inalterata la consistenza del carciofo che racchiude a sua volta un tuorlo d’uovo pastorizzato pronto a fondersi con la crema di pecorino. Chiude il boccone il crunch del guanciale e la nota aromatica del tartufo nero. 

La “Zuppa di cavolo bianco, gamberi e scampi” (abbinata ad un Asonia Frascati Brut Metodo Classico 2012) stupisce per l’impiego di ingredienti semplici poi bilanciati dai polposi crostacei crudi, scaldati dal calore stesso della crema calda per gustare tutta la piacevolezza delle carni marine intervallata dalla morbida freschezza delle verdure appassite che definiscono un gioco di consistenze e sapori antichi che conquista il palato.

Lo “Spaghetto cozze, broccoletti e crema di cannellini” (abbinato a Epos Frascati Superiore Riserva DOCG 2017) è un altro piatto che nobilita, arricchendola la “ajo e ojo” che qui unisce orto e mare, così come i Cappelletti ripieni di aragostina (abbinati al Donnaluce IGP Lazio 2019). 

Il tributo alla Terra torna invece con il “Maialino in crosta di nocciole” (con Roma DOC 2018), cotto a bassa temperatura e presentato in veste gourmet. Chiude il Babà.36 con crema alla vaniglia e bagna al rhum, perfetto con il Frascati Cannellino DOCG 2016.

La mia espressione è parlare con i piatti, a me piace molto studiare, approfondire, per me gourmet è sinonimo di studio e approfondimento. Al bistrot voglio tradurre la tradizione con tecniche moderne, per Barrique ci sarà da studiare molto e porterò anche piatti della mia storia” racconta lo Chef.

L’impiattamento sempre curato, con tocchi leggeri e floreali, nonostante l’inclinazione gourmet, mantiene fede al piacere della tavola, rimanendo familiare e accessibile. La mano dello chef si sente senza essere dominante, e lascia spazio alle materie prime di grande qualità per le quali nutre da sempre grande rigoroso rispetto; siano queste campane o laziali, l’importante è che sappiano raccontare una bella storia nuova, quella di Crisci e della sua nuova Terra.

Chef Alfonso Crisci

Classe ’77. Originario di San Gennaro Vesuviano (Napoli), una terra florida a pochi passi dal cratere, dove nascono i pomodori del Piennolo, la frutta da fare secca, come le nocciole e le noci, ma anche l’annurca, considerata la regina delle mele.

La passione di Crisci per l’enogastronomia nasce già ai tempi della terza media, quando durante una gita scolastica visitò lo storico istituto alberghiero campano “Ottaviano”. Colpo di fulmine: l’artigianalità della lavorazione delle materie prime lo conquisterà per sempre.

Così Crisci decide di diventarne studente, nonostante il parere contrario del padre, per il fatto che la vita dietro ai fornelli avrebbe richiesto al figlio un costante spirito di sacrificio e tanto duro lavoro. Il diploma presso l’alberghiero arriva, infatti, dopo anni di impegno assiduo, la mattina dietro ai banchi di scuola, e il pomeriggio ai fornelli accanto ad Achille Bonomo, l’insegnante di cucina di Crisci che, per una strana casualità, era anche suo vicino di casa.

Ma per lo chef è solo l’inizio di una lunga avventura. È stato proprio il suo maestro a farlo innamorare definitivamente di questo mestiere e a spingerlo ad andare avanti.

Il suo primo passo nel gotha dell’alta cucina è stata l’esperienza stellata con Fulvio Pierangelini al Gambero Rosso. Poi, si sono susseguiti i periodi al fianco di Norbert Niederkofler, chef 3 stelle Michelin del St. Hubertus all’interno dell’hotel Rosa Alpina di San Cassiano in Alta Badia; ancora all’estero, in Francia con Michel Sarran a Tolosa, chef 2 stelle Michelin, per apprendere i processi innovativi nella pasticceria, in particolare nella preparazione dei semifreddi; e in Spagna con chef Nacho Manzano di Casa Marcial, 2 stelle Michelin, nella remota Arriondas nelle Asturie.

Qui Crisci si è affinato sulle salse e sull’uso degli aromi, in un contesto simile all’Italia per il legame forte con la tradizione culinaria ma più proiettato verso l’evoluzione della cucina, grazie a una grande capacità di sperimentare.

Le tecniche acquisite e lo studio costante, ma anche la voglia di applicarsi in qualcosa di proprio, conducono Crisci di nuovo in Campania, nel suo paese di origine, ad aprire solo un anno fa la sua Taverna Vesuviana con la moglie Carmela Simonetti, sommelier. Il ristorante, con 16 posti a sedere, diventa un punto di riferimento fino a quando l’emergenza sanitaria non ne impone la chiusura.

Una chiusura che non ha arrestato la sua voglia, il suo bisogno di esprimersi attraverso la cucina. E’ qui che si rivela l’imprevedibilità del destino, che ha molta più fantasia di noi che, con la velocità di una raffica di vento tutto stravolge, e da un momento all’altro ti porta a vivere una nuova vita e a cogliere nuovi frutti.

Epos Bistrot | Poggio Le Volpi

Via Fontana Candida 3/C | Monte Porzio Catone (RM)

Tel. 06.9416641

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Un cappello rosso da chef, un sorriso contagioso, un fare vero e coinvolgente, diretto, schietto. La sapienza che passa attraverso i gesti, la cucina che si fa portatrice di identità popolari, regionali, nazionali e che Anna Dente ha portato in giro per il mondo.

La notizia della situazione critica della sua salute era arrivata pochi giorni fa (22 novembre 2020). Una condizione che si è andata aggravando fino a stanotte. “Sta lottando da par suo”, aveva commentato la figlia Angela, dopo che Anna, negli ultimi mesi, era stata fortemente provata sia dalla morte della madre Maria sia dal lockdown che le aveva imposto di chiudere la sua amata Osteria di San Cesario a San Cesareo per infinite settimane.

Definita da Heinz Beck (La Pergola, 3 stelle Michelin) in persona “regina della cucina laziale”, rimangono celebri i suoi cooking show a Shanghai, a Hong Kong, all’Expo di Milano. E se la sua popolarità è cresciuta oltrepassando i confini laziali, il merito è anche de La Prova del Cuoco, dove Anna Dente era stata lungamente ospite e personaggio di punta nella conduzione di Antonella Clerici.

Osteria di San Cesareo, aperta nel 1995 dopo anni di burocratiche attese, è il ristorante in provincia di Roma di cui la chef era titolare e che, tutti i giorni, con l’aiuto della Madre e dei figli Emilio e Alessandro Ferracci, gestiva per divulgare una straordinaria cucina di manico e grande gusto.

“…Poi arrivarono i romani – raccontava Anna – Prima gli anziani, che mi facevano emozionare dicendomi che non speravano più di mangiare questa cucina. Poi arrivarono i giovani. Prima i “borgatari” poi quelli del centro ed i “pariolini”. Anche loro mi diedero grandi soddisfazioni. Poi iniziarono ad arrivare i giornalisti dei quotidiani romani, poi le guide, le televisioni. E così vennero tutti da tutto il mondo!”

Anna Dente ha reso famosa la sua cucina, per molti tra le migliori espressioni della tradizione romana, con ricette tipiche come la trippa alla romana, i Rigatoni ar sugo de coda a la vaccinara, gli Spaghetti cacio e pepe, i Rigatoni alla carbonara, l’Abbacchio a scotadeto, le Animelle sale e pepe co le puntarelle e molto altro.

Ho cucinato in tutto il mondo, ho preparato e raccontato tutti i miei piatti in America, Spagna, Francia, Svizzera, Cina, Giappone, chiedendomi perchè giornali, televisioni, Internet, guide gastronomiche si interessassero così tanto a me, una cuoca-contadina-macellaia. Forse proprio perché sono semplicemente la Sora Anna, un’ostessa ex contadina, nata nella campagna romana.”

Anna se ne è andata oggi 25 novembre 2020, di notte, prima dell’alba, alle 5.45. E questa è la sua storia. Una bellissima storia di popolo e ricchezza, di impegno e di soddisfazione che non vogliamo dimenticare; una storia che ha reso Anna Ambasciatrice della Cucina Romana e Laziale nel Mondo. Ciao Anna.

“Mi chiamo Anna Dente e sono nata il 25 dicembre del 1943 nella Borgata rurale di San Cesareo, in provincia di Roma. Gli americani stavano bombardando la zona a sud della capitale per preparare lo sbarco alleato di Anzio e Nettuno (che poi avvenne il 22 gennaio 1944), per questo la mia nascita fu registrata ufficialmente il 2 gennaio del 1944.

Fin da bambina ho lavorato nelle attività che svolgevano i miei genitori, Emilio e Maria Savina, in una macelleria-norcineria e  negli ettari  di terra coltivati a grano, granturco, vigneti da vino e da tavola, frutteti e orti.

Sempre da bambina frequentavo spesso le cucine delle osterie gestite a Roma dalla zia, Ada Dente, e lì fui iniziata alla verace cucina romanesca.

Dopo quarant’anni di lavoro nella macelleria e nell’azienda agricola dei miei genitori, nel 1995 ho deciso, insieme a tutta la famiglia, di aprire un ristorante perché volevo «salvare» le preparazioni culinarie della tradizione del mio territorio e, più specificatamente, dell’area della Campagna Romana tra i Castelli Romani e Prenestini.

Così è nata l’Osteria di San Cesario, che nel giro di pochi anni si è affermata come uno dei locali di riferimento della cultura culinaria romano-laziale.

Io interpreto e non re-interpreto la cucina romano-laziale, non ri-scopro la cucina tradizionale romano-laziale, semplicemente non l’ho mai abbandonata.

Io non sono un manager della ristorazione; non sono un architetto o un pittore del piatto; non sono micragnosa nelle porzioni (a Roma micragna significa penuria, pochezza, mancanza, avarizia); quando ci si alza dalla mia tavola si è sazi e non bisogna cercare un altro ristorante nelle vicinanze o correre a casa per… andare a mangiare. E’ la qualità della materia prima mi permette di interpretare al meglio la mia cucina.

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Arrivano le istruzioni dall’Agenzia delle Entrate per beneficiare delle somme stanziate dal Decreto Ristori e Ristori bis.

Al via la domanda per i contributi a fondo perduto in scadenza 15 gennaio 2021: la richiesta deve essere presentata solo dalle partite IVA che non hanno già ricevuto i fondi stanziati con il DL Rilancio e che rientrano nella nuova platea di beneficiari in base al codice ATECO di attività e alla zona di appartenenza.

La notizia è di ieri 20 novembre 2020, arriva dall’Agenzia delle Entrate e dichiara che fino alla scadenza del 15 gennaio 2021 sarà possibile presentare domanda per i contributi a fondo perduto del Decreto Ristori e Ristori bis. Ma quali sono le istruzioni da seguire e i requisiti da rispettare?

Due sono i principali fattori da considerare per le partite IVA: codice ATECO dell’attività e classificazione del territorio di appartenenza, ovvero se la Regione rientra in zona gialla, arancione e rossa.

In ogni caso soltanto coloro che non hanno beneficiato dei contributi a fondo perduto del Decreto Rilancio e che quindi non hanno mai avuto accesso alla misura devono presentare domanda tramite il portale Fatture e Corrispettivi.

Tutti gli altri ricevono in automatico l’accredito degli importi, maggiorati rispetto alla prima tranche ricevuta in percentuale diversa base al settore di appartenenza: i primi bonifici sono partiti lo scorso 6 novembre 2020.

Per orientarsi tra regole, istruzioni e novità, inoltre, sul sito dell’Agenzia delle Entrate nasce un’area tematica dedicata proprio ai contributi a fondo perduto:

“Al suo interno è possibile trovare informazioni sulla procedura di richiesta del contributo, sul calcolo delle somme spettanti, su cosa fare in caso di errori e sulle deleghe degli intermediari, oltre al riepilogo dei riferimenti normativi e dei provvedimenti emanati dall’Agenzia”.

Insieme al comunicato stampa e al provvedimento del 20 novembre, l’Amministrazione finanziaria mette a disposizione degli interessati un pacchetto di informazioni sul tema:

Ed è proprio da ieri, 20 novembre, e fino alla scadenza del 15 gennaio 2021 che i soggetti interessati possono inviare domanda per l’accesso ai contributi a fondo perduto del Decreto Ristori e Ristori bis in maniera telematica.

Il canale da utilizzare è sempre il portale Fatture e corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate.

In alternativa è possibile utilizzare un software di compilazione e inviare la domanda con l’applicativo “Desktop telematico”.

Gli aspiranti beneficiari possono accedere al portale e inviare la richiesta per ricevere gli importi a cui hanno diritto tramite una delle seguenti tipologie di credenziali:

  • Fiscoonline o Entratel dell’Agenzia;
  • SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale;
  • Carta nazionale dei Servizi (Cns).

Tra i dati da indicare nel modulo di domanda anche i codici fiscali del richiedente, dell’eventuale rappresentante o intermediario, le informazioni sulla sussistenza dei requisiti e l’Iban del conto corrente su cui ricedere l’accredito.

Di seguito il modulo di domanda da utilizzare.

Agenzia delle Entrate – Modulo di domanda contributi a fondo perduto Decreto Ristori e Ristori bisScarica il modulo di domanda per richiedere i contributi a fondo perduto Decreto Ristori e Ristori bis.

Come per la prima tornata, in caso di errore è anche possibile presentare una nuova domanda che annulla la precedente in caso di errore.

Quali sono le partite IVA che possono presentare la richiesta?

I due decreti, DL numero 137 e numero 149 del 2020, approvati a distanza di poco tempo l’uno dall’altro hanno delineato la platea di beneficiari dei nuovi contributi a fondo perduto sulla base delle nuove restrizioni imposte a partire dal 24 ottobre e dal 3 novembre 2020.

In entrambi i casi, per poter presentare domanda, la partita Iva deve risultare attiva in data antecedente al 25 ottobre 2020 e non cessata al momento della presentazione della richiesta.

Oltre a questa condizione primaria, i due provvedimenti emergenziali riconoscono un supporto economico ai soggetti che rientrano nelle categorie che seguono:

  • Decreto Ristori:
    • partite IVA che esercitano come attività prevalente una di quelle rientranti nei codici Ateco elencati nella tabella dell’allegato 1 al DL numero 137 del 2020;
    • fatturato e corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Requisito non necessario se la partita Iva è stata attivata a partire dal 1° gennaio 2019;
  • Decreto Ristori bis:
    • titolari di partita iva che hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nelle aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità, zone rosse;
    • esercitare come attività prevalente una di quelle rientranti nei codici Ateco elencati nella tabella contenuta dell’allegato 2 del Decreto Ristori bis;
    • fatturato e corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019, requisito non necessario se la partita iva è stata attivata a partire dal 1° gennaio 2019.

Oltre ad essere fondamentale per verificare se è possibile accedere o meno al contributo a fondo perduto, il Codice ATECO di appartenenza determina anche la percentuale della maggiorazione prevista per il settore di riferimento.

Gli importi dei nuovi contributi a fondo perduto, infatti, si calcolano in due fasi:

  • si determina la base di calcolo, minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche, applicando alla differenza tra l’importo del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’analogo importo del mese di aprile 2019, una delle seguenti percentuali:
    • 20%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono inferiori o pari a 400.000 euro;
    • 15%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 400.000 euro ma non l’importo di 1.000.000 di euro;
    • 10%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 1.000.000 di euro;
  • il risultato del calcolo della prima fase viene aumentato moltiplicando l’ammontare per la quota percentuale del Codice ATECO.

Tutte le informazioni e le istruzioni per presentare domanda di accesso ai nuovi contributi a fondo perduto sono contenute anche nella guida dell’Agenzia delle Entrate “Contributi a fondo perduto per i settori economici con nuove restrizioni”.

Agenzia delle Entrate Scarica la guida dell’Agenzia delle Entrate Contributi a fondo perduto per i settori economici con nuove restrizioni.

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