Sara De Bellis

Anno: 2020

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Se ne va così, a 55 anni, Alfonso Pepe, il Re pasticcere che ha ribaltato gli stereotipi dei grandi lievitati riportandoli a Sud.

Solo elementi naturali, nient’altro. Una scelta precisa sostenuta da tanto lavoro, dedizione, passione, pesi e misure senza mezze misure. Con la sua arte bianca declinata al dolce, ha scalato tutte le classifiche, partendo dalla sua pasticceria a Sant’Egidio del Monte Albino, piccolo paesino che annuncia la Costiera Amalfitana noto a chi sale e attraversa il valico di Chiunzi.

Pepe Mastro Dolciere. Una passione che inizia negli anni ’80, quando Alfonso Pepe si affaccia al mondo della pasticceria. Un mondo a cui sente subito di appartenere e di dover conoscere fin nelle sue trame più profonde perfezionandosi sempre più, frequentando scuole prestigiose come l’Etoile e Cast Alimenti. Unico obiettivo: avviare un’attività personale i cui prodotti portino il proprio nome di Famiglia.

Traguardo raggiunto grazie alla collaborazione con i due fratelli, Prisco e Giuseppe, e la sorella Anna. Un traguardo fatto di amore e dedizione per il proprio lavoro che portano Alfonso Pepe ad entrare, nel 1995, nell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e a specializzarsi nella lavorazione dei lievitati fino a diventare uno dei primi in Italia, primo in Campania, nella preparazione del panettone, pluripremiato e riconosciuto tra le eccellenze italiane.

Sempre ottimista, dopo due anni di male che non perdona contro cui ha lottato con coraggio, il re dei pasticcieri è caduto. Fino all’ultimo Natale, instancabile, ha lavorato. I suoi Panettoni porteranno sempre con loro la sua precisa impronta nei dolci profumi del sud che dialogano armoniosi in una morbida pasta: una ricetta decifrata dall’arte e da una vita passata ad amare, tanto, questo mestiere.

Ciao Alfonso, Ciao.

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Chef Nausica Ronca, Ambasciatrice di Saperi e Sapori, alla guida di uno straordinario Team di Aziende e Cucinieri delle terre campane presso il Lloyd’s Baia Hotel per una cena di memorabile condivisione.

3 Febbraio 2020. Partirà da Vietri sul Mare (SA) un’imponente rivoluzione gastronomica e di concetto che gioca una scommessa con il territorio per dare valore al territorio, che lancia una sfida al sistema globale per migliorare il sistema locale, che sceglie una provocazione economica per avvicinare le persone alla conoscenza diretta delle produzioni artigianali di qualità per promuovere ricchezze circolari.

Saperi e Sapori 2020, atteso evento ideato ed organizzato dalla dinamica Nausica Ronca Chef di Osteria Nonna Nannina aCava de’ Tirreni (SA), si preannuncia quindi essere molto più di un’eroica cena pensata nei panoramici spazi del Lloyd’s BaiaHotel di Charme sulla Costiera Amalfitana-, sarà una kermesse unica nel suo genere: un’occasione di informazione fuori dagli schemi preordinati veicolata dai piaceri della tavola, ed orchestrata da abili cucinieri blasonati e non, professionisti del settore enogastronomico, artisti di pregio ed appassionati produttori di eccellenze delle terre campane.

Questo evento nasce come una sfida lanciata – spiega Nausica Ronca – quello che voglio fare è cercare di avvicinare il più possibile le persone al gusto e al sapere. Raccontando la tradizione ogni giorno tramite la mia cucina, mi sono resa conto che molte persone non conoscono la straordinaria varietà di materie prime del nostro territorio ed acquistano in base alle logiche di marketing e pubblicità; di conseguenza mi sono riproposta portare alla loro conoscenza le produzioni artigianali, le nicchie di eccellenze del nostro territorio proponendo un’alternativa d’acquisto volta a migliorare l‘economia del nostro Paese, e a produrre ricchezza interna e l’economia locale; come? Semplicemente riducendo il costo del biglietto alla cifra simbolica di 18€ per richiamare il maggior numero di persone che avranno l’opportunità di partecipare ad un evento straordinario, con chef rinomati. Tutti motivati e uniti da un unico ideale e sostenuti da aziende del territorio che, a loro volta, potranno far conoscere tramite 18 interpretazioni di cucina le loro produzioni.”

Saperi e Sapori 2020 sarà una sontuosa festa dell’identità gastronomica campana per il bene stesso della propria terra, sarà il banchetto luculliano voluto per avvicinare grandi prodotti alla gente comune, sarà la simbolica quanto concreta popolarizzazione del concetto esclusivista del gourmet.

17 chef, 1 pizzaiolo, 2 pasticcerie, 1 cioccolateria, 1 panificio, 24 aziende, 2 momenti artistici, approfondimenti e storie di tradizioni da raccontare: 18€ tutto incluso.

Un lunghissimo menu ricco di estro e talento è stato pensato e curato nel dettaglio, così come i due momenti dedicati alla musica e al teatro, con il violino elettrico di Felice D’Amico, appena tornato dalla sua ultima esperienza in RAI, e l’intermezzo teatrale degli Artikolo 3, coppia di comici che reciterà in sincronia “La Livella” (poesia scritta dal Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, nel 1964), per ribadire nuovamente un concetto di uguaglianza attraverso parole antiche e figurazioni sempre valide.

Si perchè i 18 chef presenti blasonati e non, ognuno diverso dell’altro, ognuno con la propria idea di cucina, durante quella serata saranno tutti uguali, livellati, ed uniti da un’unica intenzione: far provare un’emozione alle persone comuni e promuovere la scoperta dei giacimenti del gusto campani attraverso le proprie inedite ricette. Perchè Saperi e Sapori è un evento rivoluzionario, che vuole promuovere un altro concetto di beneficenza, quella pensata per la gente comune”, afferma soddisfatta Nausica Ronca.

Una scelta condivisa dai tanti Sponsor e Aziende e Partner che hanno fornito il proprio prodotto per la realizzazione di ricette tradizionali e creative ispirate al territorio, MediaPartner e collaborazioni di contenuto  nonché patrocinata e sostenuta economicamente anche dal Comune di Vietri sul Mare e favorita dal Sindaco Giovanni De Simone. All’evento prenderanno anche parte il nuovo Direttore di “Cucina a SudLuciano Pignataro, il giornalista Alfonso Sarno de “il Mattino” che, alle 19:30, inaugureranno la serata con un Convegno di apertura alla presenza dell’Onorevole Andrea De Simone promotore della “cipolla ramata di Montoro” ed autore di un libro totalmente dedicato a narrarne usi, storia ed abbinamenti.

Durante la serata – prosegue Nausica – intervisterò i vari Chef alternando, con la collaborazione di Luciano Pignataro, storie di tradizioni, di ricette antiche, di nostri presidi, di guide e di abitudini coinvolgendo attivamente il pubblico; e questo perchè Saperi e Sapori non sia solo un momento gastronomico ma un’occasione per fermarsi e riflettere”.

Il ricco menu prevederà antipasti, primi, secondi e dolci, tutti pensati in base al proprio stile di cucina ma tutti rigorosamente preparati con i gli ingredienti forniti dalle aziende presenti come la cipolla ramata, i fagioli di Controne, la carne del maiale nero casertano, gli olii extra vergine di oliva, il burro e gli incredibili formaggi di Paolo Amato, grande esempio di arte casearia, protagonisti della Pizza pensata per l’occasione da Francesco Capece.

MENU

ANTIPASTI

Nando Melileo – Emozionando

Focaccia alla curcuma con battuto di scottona al lime maionese alla colatura di alici IASA e cipolla ramata fermentata

Antonio Petrone – Pensando a te

La Ramata del Monaco

Angelo Borghese – Settanta Neo Bistrot

Lattuga cotta al gelo pollo, ostrica e cipollotto nocerino

Nausica Ronca – Nonna Nannina

Pacchero fritto ripieno di provola di bufala ricotta stemperata e melanzane a funghetto, su letto di pesto artigianale e sopra salsa di corbarino finito con cacioricotta cilentana

Francesco Capece – La locanda dei feudi

Fonduta di pecorino Monti Lattari, fiordi jersey, blue di bufala, chips di parmigiano reggiano 24 mesi, confettura di fichi bianchi del Cilento, basilico, olio extravergine sole di cajani

Domenico Fioretti – Mastro Fornaio

Pane di vario tipo

PRIMI

Francesco e Pamela Maiorano – Osteria San Francisco

Note di Concerto: paccheri con datterini giallo sbriciolata di salsiccia al finocchietto e gocce di concerto di Tramonti

Domenico Vitagliano – Espresso Napoletano

Ziti a candela alla Genovese, con crema di Pecorino e Basilico in polvere

Agostino Lucibello – Casa Rispoli

Risotto alla genovese

Riccardo Faggiano – Evù

Tagliatelle di seppia al ragù napoletano

Giuliano Donatantonio – Ristorante SaulleRe

Pasticcio minestrato di farro e fagioli del Controne in salsa di pomodorino giallo e mascuotto

Drago Mir, Gianni Mellone – Mood

Pasta e Fagioli (zuppetta di Fagioli di Controne con cicorietta, zucca in osmosi di fondo vegetale, pasta mista soffiata e pecorino dei monti lattari)

Mario Guzzi – Chef patron Lloyd’s Baia

Troccoletti con datterini d’inverno, pesto di noci sorrentine e colatura di alici cetaresi

SECONDI

Gerardo Figliolia – La Pignata

Polpette della tradizione

Antonio Petrillo – La corte dei Filangieri

Baccalà alla pertecaregna

Gennaro Coppeta- Resilienza

Vellutata di finocchi con polpettina di pesce azzurro

Ivan Matarazzo – Daniele Gourmet

Polpettine di patate vitellotta e porcini in crosta di grani con ragù leggero di castagne e bacon croccante

Michele De Martino – Ristorante Casamare

Tartare di tonno senape pistacchio misticanza alla colatura

Gustavo Milione – Via Porto Bistrot

Pancia di maiale pesante e fagioli di Controne

DESSERT

Pasquale Bevilacqua – Pasticceria Mamma Grazia

Colomba

Salvatore Avallone – Ristorante Cetaria

Bufala, cioccolato e agrumi

Stefania Fasano – Pasticceria Baunilha

Il mandarino

Cioccolateria Dolcezze

Cioccolateria varia

Marco Pellegrino – Pasticceria La Dolcezza

Tartufini

LE AZIENDE  – Pastificio Setaccioro, Caseificio Aurora, Agriturismo Mastrofrancesco, Verrone Viticoltori, Cantine Setaro, Cantine San Francesco, Liquorificio De Falco, Cilento I Sapori della Terra, Madonna dell’olivo, Lamberti food, Cipolla Montoro Salvatore Montone, Gustarosso, Masterwine, Fagioli Controne Ferrante, Iasa, La fonte, Caffè campana, Macelleria le bontà campane, Birrificio Bella ‘Mbriana, Birrificio Dell’Aspide, Cantina Kurtatsch, Birrificio Dei Bardi, Liquirificio Capece.

LA LOCATION – Lloyd’s Baia Hotel – La magia di uno scenario mozzafiato si rivela di fronte allo sguardo degli ospiti del Lloyd’s Baia, Hotel di Charme sulla Costiera Amalfitana. Questo incantevole albergo a picco sul mare è l’emblema dell’ospitalità intesa come arte dell’eccellenza, esibita nello stile delle camere, nella spiaggia privata e nei servizi concepiti su misura per il turista.La posizione invidiabile dell’albergo, incorniciato dalle rocce della Costiera e affacciato sul Golfo di Salerno, consente di ammirare ogni giorno lo spettacolo ineguagliabile dei tramonti sul mare e di lasciarsi avvolgere da un’atmosfera romantica ed esclusiva.

Saperi&Sapori in breve

Lunedì 3 Febbraio 2020

Lloyd’s Baia Hotel

Via Enrico De Marinis 2 – Vietri sul Mare

ore 19:30 Convegno d’apertura Saperi&Sapori

ore 20 Cena Evento – Costo della serata: 18€

info e prenotazioni 089-341190 / 3475213106

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Due campani e un romano. Uno sguardo rivolto al mare, uno alla terra, l’altro ancora rivolto alla città. Caserta, Napoli, Roma: 3 concetti di cucina, 3 modi di interpretare il sapore, 3 grandi professionisti, tante storie da raccontare, 1 forno a legna per 8 esclusivi posti. La memoria, la tecnica, il prodotto di Ciro Scamardella e Pipero incontrano la Pizza, la Ricerca e l’Esperienza Authentica di Franco Pepe per una serata memorabile.

Faremo un bell’incontro in casa – così mi racconta Ciro Scamardella, classe 1988, di Bacoli, e talentuoso Chef del ristorante stellato Pipero – realizzeremo dei piatti che sono diventati un pò il simbolo di Pipero come la zolla, le alici e la genovese di polpo, adattandoli alle pizze di Franco Pepe. Il gioco sarà molto divertente a partire dalla “zolla“, straccetti di carne cruda affumicati a freddo che portano già con sé i sentori di brace con la maionese di fondo di vitello; e allora quale mezzo migliore di una pizza a base scamorza? Poi faremo la genovese di polpo che più rappresenta la mia Bacoli, la pizza con le alici arrecanate, un piatto povero della tradizione campana addolcito dal pomodorino giallo e dall’ uva passa. E poi chiaramente, la carbonara di Alessandro Pipero, a chiudere!”

Si preannuncia dunque una serata unica, intensa e densa in quel di ‘Pepe in Grani’ e e della sua pizzeria Authentica Stellata che rappresenta l’evoluzione di pensiero di Franco Pepe in un progetto ideato e fortemente voluto nato con l’obiettivo di raccontare dell’arte della pizza e gli infiniti orizzonti di fusioni e connessioni su base lievitata.

Ho voluto dare vita ad un concetto diverso di pizzeria – racconta Franco Pepe – in cui ritrovare non solo la qualità delle materie prime, ma anche quella del tempo. Ho capito, poi, quanto fosse importante usufruire di quel tempo per dedicarmi al mio antico mestiere e ai miei clienti, ritrovando le tradizioni del passato e il contatto perduto. Mi sono ricordato, allora, di quando mio padre lavorava dietro a un banco di legno, guardando, ad uno ad uno, i tavoli e chi vi sedeva.

È stata un’ispirazione. Da qui, nel 2017, è nata Authentica, la pizzeria più piccola al mondo: un ambiente semplice, 8 posti a sedere attorno ad un tavolo semicircolare, un banco da lavoro per il pizzaiolo e un forno, per vivere un’esperienza da e con Franco Pepe in assoluta intimità. Qui io ritrovo me stesso, il rapporto vero con il cliente e il mio lavoro, che torna ad essere protagonista. Sedere a quel tavolo è come stare nella cucina di casa mia, scambiare due chiacchiere tra amici e degustare le pizze che, nel frattempo, inforno, accompagna te da un buon bicchiere di vino.

L’esperienza di Authentica è tutta qui, in quella semplicità e convivialità che, con gli anni e le mode, si sono spesso perse di vista. Dal 2017, il percorso di Authentica si è sviluppato in due direzioni, Esclusiva e Conviviale. Ho poi deciso di aprire le porte di Authentica ad un terzo percorso, fatto di vecchi e nuovi incontri, per sperimentare in questo piccolo spazio, che io considero un laboratorio per il futuro, nuove ricette per le mie pizze.

Sarà un ‘viaggio’ con le stelle della cucina italiana ed internazionale, che, in questi anni, mi hanno onorato della loro sincera amicizia fornendomi, per prime, le loro conoscenze. Da questi Chef ho imparato come trattare le materie prime e come trasformarle. I loro insegnamenti sono stati fondamentali per la mia attività e, da queste collaborazioni, è sempre venuto fuori un risultato fantastico. Saranno oltre trenta date, ogni cena prevederà un lungo percorso degustazione per soli 8 posti. Ogni data 1 giornalista specializzato racconterà le emozioni di quell’esperienza unica.

PROSSIMO EVENTO – 22 Gennaio 2020

Ciro Scamardella e Alessandro Pipero – Ristorate PIPERO, Roma

Alessandro Pipero, patron dell’omonimo ristorante stellato e perfetto uomo di sala, estroverso e divertente, maître attento e preciso.
Ciro Scamardella, cresciuto con il profumo del mare e quello del ragù della mamma, propone il suo modo di interpretare la cucina, creativa e giocosa quando serve ma sempre elegante e impeccabile nelle esecuzioni, cosmopolita ma con chiare radici italiane e partenopee.

PROSSIME DATE
PINO CUTTAIA La Madia – Licata
CORRADO ASSENZA Caffè Sicilia – Noto
TOMAZ KAVCIC Zemono – Slovenia
CHRISTOPH BOB Monastero Santa Rosa Conca dei marini
CHICCO CEREA Da Vittorio – Brusaporto
ANDREA APREA Vun Andrea Aprea – Milano
HEINZ BECK La Pergola – Roma

ANDREA BERTON Ristorante Berton – Milano
ANTONINO CANNAVACCIUOLO Villa Crespi – Orta San Giulio
FRANCESCO SPOSITO Taverna Estia – Brusciano
ROSANNA MARZIALE Le colonne – Caserta
ALESSANDRO GILMOZZI El Molin – Cavalese
FLORIANO PELLEGRINO
& ISABELLA POTÌ Bros- Lecce
CATERINA CERAUDO Dattilo – Strongoli
ANTONIO ZACCARDI Pasha – Conversano
MATTEO BARONETTO Del Cambio – Torino
DOMINGO SCHINGAR & ANDREA RIBALDONE Due Camini di Borgo Egnazia Savelletri di Fasano
CRISTOFORO TRAPANI La Magnolia Lord Byron – Lucca
NANCY SILVERTON Mozza – Los Angeles
PAOLO BARRALE
DOMENICO CANDELA George – Grand Hotel Parker Na
LINO SCARALLO Palazzo Petrucci – Napoli
PEPPE AVERSA Il Buco – Sorrento

Sul sito ufficiale di Pepe in Grani e attraverso i canali social, saranno comunicate le modalità di prenotazione per riuscire ad assicurarsi un posto per una cena indimenticabile. Gli eventi si svolgeranno esclusivamente nella sala Authentica, mentre la pizzeria rimarrà aperta al pubblico nell’intento di non stravolgere l’offerta e di non trasformare Pepe in Grani soltanto in una grande cucina stellata. L’idea è di dare vita ad un ciclo di serate uniche nel loro genere in una location molto speciale.

Per info e Prenotazioni Authentica

Vico S. Giovanni Battista. 3 – 81013 Caiazzo(CE) Italia
Tel. +39 0823 862718 | authentica@pepeingrani.it | pepeingrani.it

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Il legame tra Antonio Canova, Roma, la Gastronomia e l’Arte: questi gli ingredienti per l’iniziativa ideata dall’Hotel Diana di Roma insieme all’Associazione I Percorsi delle Muse per sabato 25 gennaio.

L’appuntamento è alle ore 17 a Palazzo Braschi, con ingresso da Piazza Navona 2, per la visita guidata della grande mostra dedicata a Canova, Eterna Bellezza in programma questi giorni.

Una mostra-evento incentrata sul legame tra Antonio Canova e la città di Roma, con oltre 170 opere e prestigiosi prestiti da importanti Musei e collezioni italiane e straniere incorniciate all’interno di un allestimento di grande impatto visivo.

L’esposizione racconta in 13 sezioni l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò giungendo nell’Urbe nel 1779 attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche. Lungo il percorso espositivo è stata rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, mostrava le proprie opere agli ospiti, di notte, nell’atelier di via delle Colonnette.

Per chi volesse prolungare il piacere con il gusto a tutto tonfo, il Roof Garden l’Uliveto sito al 7° piano dell’Hotel Diana, in via Principe Amedeo a pochi passi dal Teatro dell’Opera, ha pensato ad una cena tematica con menu dedicato con contorno di antiche favole del mito raccontate dagli storici dell’arte presenti.

Lo speciale menù ideato per l’occasione e dedicato alle maggiori divinità dell’Olimpo: cocktail di benvenuto con “Nettare & Ambrosia”, antipasto con “Nascita di Venere”, a seguire, risotto “Saetta di Giove“, arrosto “Diana cacciatrice” con contorno di funghi e patate, mousse al cioccolato di Cupido. Il tutto accompagnato da un buon vino della terra di Sicilia e dai racconti dei miti di Diana ed Endimione e di Amore e Psiche.

La nostra città offre tante possibilità dedicate alla scoperta dell’arte” – ha dichiarato Caterina De Angelis, responsabile degli  eventi speciali dell’Hotel Diana e fautrice di queste iniziative – “Il nostro desiderio è quello di coinvolgere i nostri ospiti ma soprattutto gli amici che sono a Roma, alla scoperta di questi tesori.

Le iniziative culturali si susseguono, poi, nel corso dell’anno, dalle passeggiate culturali dedicate quest’anno alla scoperta di alcuni degli alberghi romani ricchi di arte, a partire dal prossimo 8 febbraio, alla cena con Raffaello in programma il 3 aprile, fino a convegni ed eventi di intrattenimento dedicati alla fede e alle donne.

Aperto tutto l’anno, il Roof Garden l’Uliveto è un vero e proprio guardino sui tetti di Roma, da cui godere di una vista sulla città, sorseggiando un the o un drink o anche degustando i piatti della tradizione per pranzo e per cena.

L’Hotel Diana di Roma, che ha appena celebrato gli 80 anni di attività con la stessa famiglia De Angelis ancora oggi alla guida, capitanata dall’Amministratore Carlo De Angelis, deve la sua storia alla lungimiranza del suo fondatore Benedetto De Angelis, noto anche per aver portato per primo i turisti con il “torpedone” in giro per la città e in gite fuori porta fino a spingersi a Pompei, Sorrento e Capri, meritando la cittadinanza onoraria di Sorrento.

Per info e prenotazioni:

Tel. 338 8324983 / €22 solo mostra, €47 mostra e cena, €28 solo cena, più €5 tessera associazione

Hotel Diana Roma www.hoteldianaroma.com 06.478681Via Principe Amedeo 4-00185 Roma

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Latta è l’avventura di chi ha deciso di sfruttare con intelligenza le conoscenze acquisite nel proprio personalissimo percorso per inventare un luogo che sa di buono sulle note della trasformazione e della fermentazione.

La LATTA mi ha sempre riportato alla mente uno dei personaggi principali del Mago di Oz, il celebre romanzo di L. Frank Baum in cui tutti cercano qualcosa: lo spaventapasseri vuole un cervello, il leone desidera il coraggio, Dorothy vuole tornare a casal’uomo di latta cerca un cuore.

Un cuore. Non semplicemente un organo fatto per pompare sangue e ossigenare il cervello, ma lo scrigno in cui vivono e sopravvivono le emozioni, in cui risiede la vera identità di ciascuno. Senza il cuore non resta che ferro soggetto all’erosione del tempo, alla ruggine, all’immobilismo. E’ così che l’uomo di latta rimane nell’immaginario fantastico il simbolo di chi non si rassegna, di chi non si arrende e lotta, oltre i limiti preordinati, per avverare il proprio sogno.

Probabilmente è questo lo spirito con cui Leonardo Di Vincenzo, Paolo Bertani e la compagine del Jerry Thomas Project, si sono approcciati gli spazi del suggestivo complesso industriale degli ex Mulini Biondi del quartiere Ostiense, decidendo di dare un cuore nuovo ad una scatola di latta in un moderno progetto di 250 mq ispirato ai soda bar americani degli anni ’50.

Arredi ed elementi in vetro e metallo, tavoli in alluminio e contenitori geometrici per erbe, aromi, spezie, profumi e miscele, ispirati alle opere dell’artista statunitense Donald Judd. Muri in tufo, volte in mattoni e quattro ampie arcate che ospiteranno la cucina, la sala, il bar con bancone e spine e la sala.

“Ci ha subito affascinati l’idea di creare uno spazio nuovo e fruibile in cui far ritrovare le persone, tra gli spazi ristrutturati di un mulino industriale. Poi abbiamo cercato la sostenibilità e ci è venuta in mente la lattina. Latta richiama il contenitore in cui i fermentati saranno prodotti.” Alessandro Procoli e Paolo Bertani hanno spiegato così l’idea da cui nasce il locale.

LATTA, in via Pacinotti 83, propone fermentati, miscele, sidri, birra e vini naturali alla spina e fermentati in lattina, da consumare sul posto e a casa. LATTA lavorerà infatti sulla fermentazione in un piccolo laboratorio dedicato che consentirà di studiarla e approfondirla controllandone la qualità. L’evoluzione sarà continua e farà “risuonare” nelle latte storie di miscelati, di birra e anche di vino.

A Leonardo Di Vincenzo, Roberto Artusio e Michele Garofalo è chiaro cosa succederà nel laboratorio che ha preso forma tra gli arredi in metallo e le architetture industriali custodi del nuovo tempio dei fermentati. “Ci siamo entusiasmati all’idea di fare il giro del mondo con bevande fermentate diverse da birra e vino e di ricreare il flavor dei cocktail classici attraverso le fermentazioni. Sei saranno le materie prime utilizzate per ottenere una fonte zuccherina: zucchero di canna, riso, sciroppo d’agave, mele o frutta, miele e malto di cereali. La combinazione di queste materie prime tra loro o la selezione di una soltanto sarà la base sulla quale costruire la nostra bevanda. Le ispirazioni vanno dall’idromele al sidro, dal makgeolli coreano al pulque o tepache messicani. Mentre le aromatizzazioni saranno ispirate al mondo dei cocktail, ai profumi evocativi di un gin sour, un aviation oppure un paloma e così via. Per ottenere le aromatizzazioni utilizzeremo infatti erbe e spezie che si ritrovano nel gin, nei bitter, nei vermut o comunque utilizzate nella miscelazione. L’obiettivo è ottenere delle bevande intriganti, affascinanti, ma allo stesso tempo equilibrate e facili da bere. Poi ci saranno i fermentati non alcolici, su quelli regna la kombucha, ci divertiremo a creare la “mojito kombucha”, a base di menta e zucchero di canna, per chi desidera un mojito senza alcol.”

Ben oltre la fermentazione, da LATTA dovrete sporcarvi le mani per assaggiare le proposte golose, veloci e facili da consumare, pensate anche in accompagnamento ai drink: in carta tredici proposte tra cui hot-dog di wurstel artigianali serviti con salse fatte in casa, pastrami club sandwich, saccottino al cacao ripieno di coda alla vaccinara, tacos con porchetta e puntarelle, bun alla lingua tonnata, assieme alle proposte fermentate di Marco Moroni.

Latta Fermenti e Miscele

via Antonio Pacinotti, 83 (Roma)

‎+39 06 8892 3791

comunicazione@latta-roma.it

Martedì – Domenica dale 18:00 alle 02:00

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L’Umbria è un mondo intero, un continente, non una piccola regione d’Italia. Qui il tempo ha un ritmo differente perché tutti gli orologi segnano anche l’eterno e l’inutile. (Vittorino Andreoli (Verona, 19 aprile 1940) psichiatra, scrittore e poeta italiano)

Verde, mistica, francescana. L’Umbria che se ne sta proprio al centro dell’Italia, stretta e protetta dalle altre regioni, vive di una bellezza talmente densa tra colline, torri, campanili, basiliche, monasteri, rocce, uliveti e limpidi tramonti, da non far sentire l’assenza del mare, quasi non le servisse, quasi non aggiungesse nulla.

Dal punto di vista gastronomico è molto interessante anche per questa ragione, annoverando piatti non sempre poveri o popolari, ma con frequente uso di carni, legumi e cereali. Le radici della cucina umbra sono infatti molto antiche e affondano nella civiltà degli Umbri e dei Romani .

Poco influenzata dalle regioni vicine, si basa essenzialmente su prodotti della terra, lavorazioni in genere non troppo elaborate, che esaltano in modo netto i sapori delle materie prime, e grandi tradizioni norcine. Tipica di tutto il territorio è infatti la lavorazione di carni suine e la produzione di salumi tra cui sono particolarmente rinomati quelli della zona di Norcia, da cui il termine italiano “norcino“, che per antonomasia designa il produttore e venditore di salumi.

Altri ingredienti “nobili” che ricorrono nei sapori umbri sono il tartufo, autentico emblema di questa gastronomia, nonché l’olio extravergine di oliva, indispensabile nella quasi totalità delle pietanze.

Qui, a Civitella del Lago, affacciato sullo spettacolare Lago di Corbara, da oltre 50 anni la famiglia Trippini si occupa di ristorazione e accoglienza. Prima Giulia e Giuseppe Trippini, poi Adolfo, ed oggi Paolo, amante della cucina e grato per poter fare il mestiere più bello del mondo (ipse dixit).

La storia narra che nel 1973 Adolfo Trippini, figlio di Giulia e Peppe, titolari della prima trattoria chiamata “da Peppe se Pappa”, a soli 25 anni , scelse di prendere in mano le redini della trattoria con sua moglie Angela. I coniugi negli anni, hanno ampliato e rinnovato l’attività. Grazie alla loro grande capacita e dedizione, sono riusciti a far riconoscere le qualità del ristorante anche attraverso le piu note guide gastronomiche. Nel 1979 Adolfo decide di cambiare il nome del locale, perché non più rappresentativo della sua cucina, ormai rinnovata: per mantenere la memoria di famiglia lo rinomina semplicemente ‘Trippini’. Nel 2006, dopo un percorso formativo importante Paolo, figlio di Alfonso decide di prendere in gestione il ristorante di famiglia, consacrandolo definitivamente a ristorante di alta qualità.

L’amore per la cucina e per il proprio territorio, la rinnovata tradizione della terza generazione di una famiglia di ristoratori e la ricercata creatività dei suoi piatti.  All’ attività di Civitella del Lago, ristorante storico di famiglia dove lo spettacolare panorama sul Lago di Corbara fa da sfondo a un’esperienza culinaria indimenticabile legata alla tradizione.

Tanta storia, tanta cucina, tanta tradizione alle vostre spalle. Qual è il vostro approccio alla cucina oggi e per trasmettere cosa?

La nostra è una convinta cucina umbra, molto legata al territorio e che esprime la voglia di valorizzare ingredienti umbri con creatività e contenuto nel piatto. Così come è per il “Bosco Umbro” che rende perfettamente l’idea del nostro approccio alla cucina, e che è un piatto in continuo mutamento perché accoglie, a seconda della stagione, i sapori e i profumi del bosco.

Dove risiede la motivazione di tanto attaccamento alla terra?

Nella nostra storia di famiglia. Una tradizione alla terza generazione: è quella che ci mantiene vivi e con i piedi per terra.

Terra, Mare, Lago: quali sono le “scelte di campo” e quali quelle per accontentare gli ospiti?

Fin dall’apertura in carta abbiamo sempre avuto qualche proposta di mare, poi dal 2006, ovvero da quando ho preso le redini del ristorante, per qualche tempo h tenuto le pietanze di mare, poi ho tolto tutto. Adesso abbiamo solo pesce di lago, anguille e gamberi di Fiume; raramente il baccalà, unica eccezione. Poi tanta, tanta Carne, Cacciagione e prodotti del Bosco.

Quali sono i tuoi Cavalli di battaglia in cucina?

Bosco Umbro è il mio piatto più noto, ma ho una grande passione per i Risotti e per le Paste ripiene che prepariamo in casa partendo dalla sfoglia grazie a lavoro della brigata e di Francesca Matassa, Sous Chef, con la quale realizziamo dal pane ai dolci.

Propositi per il 2020?

Cucinare, stare bene e portare l’Umbria in alto. Poi gli anni si succedono, le stagioni cambiano, la testa pure, ma questo territorio ci ispira continuamente: è lui il vero protagonista di ogni piatto.

Perchè arrivare a Civitella de Lago?

Perchè da queste vetrate si gode un panorama meraviglioso, che va dal Monte Amiata ai Cimini e tutto intono; e poi per quello che faccio io cucina: tanto territorio, preparazioni tipiche, contenuto e sapore.

Ristorante Trippini: Via Italia, 14
05023- Civitella del Lago (TR)
Italy Tel. e Fax:+39 (0)744 – 950316

Email: info@paolotrippini.it
Sito Internet: www.paolotrippini.it



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Non è napoletana, non è romana, non è un canotto, non è una ruota di carretto: è la pura pizza di Luca Mastracci, in arte “Pupillo”; una pizza che viene dal pane e che porta con con sè il companatico della pianura pontina e della valle dell’Amaseno.

Nel descrivere un personaggio, nell’inquadrare una storia da raccontare, non è possibile, nella sua introduzione, limitarsi alla descrizione fisica o ai tratti che ci hanno più colpito; si deve rimanere fedeli all’identità della personalità in questione, al suo luogo di appartenenza, scegliendo le giuste parole che facciano rima con il tempo e con lo spazio che lo circondano, nonché, argomento forse più importante, quelli da cui proviene e che hanno posto le prime tessere del suo articolato e dinamico puzzle professionale e di vita.

Così, con queste idee tra i capelli, in un tardo pomeriggio d’inverno, mi trovo davanti due occhi neri e fulgidi; uno sguardo intenso e sorridente in un volto da ragazzo; mani agili e capaci che spesso utilizza per sottolineare concetti non banali che albergano nella mente vivace di un sognatore/imprenditore di talento che, insieme ai soci Mauro Reali e Pierantonio Palluzzi, sta realizzando un grande sogno.

Un sogno nato nel 2017 da un piccolo laboratorio di Priverno (LT) con la voglia e la prospettiva di generare il nuovo appeal ad un intero territorio, ad un’intera provincia, attraverso la pizza che profuma di pane, materie prime di grande qualità e citazioni di cucina casereccia senza tempo.

La nostra volontà era quella di creare un brand forte a partire dalla provincia, ragion per cui abbiamo lavorato da subito sul territorio, con piccoli produttori e realtà autentiche – inizia così la nostra chiacchierata, seduti al tavolo di Pupillo Pura Pizza, forte del suo concept fortemente local e della sua abilità ha fatto centro aprendo due locali in due anni che hanno fatto la differenza – a Frosinone abbiamo creato un concept sulla Ciociaria, che poi abbiamo unito a quello di Priverno, dalle Bufale al Territorio dell’Amaseno.

Andiamo per gradi, perchè si chiama PUPILLO?

Pupillo è il mio soprannome da quando sono bambino, ero il “pupillo”, il più piccolo del gruppo, qualcuno da crescere e proteggere; chiamarlo PUPILLO è venuto naturale.

Perchè PURA PIZZA?

Per fa capire che parliamo semplicemente di Pizza e che non ci siamo inventati niente di nuovo, se non il fatto che in qualunque scelta decidiamo di credere, lo facciamo sempre con la stessa etica di onestà e coerenza, sostenibilità locale e piccoli produttori, dal caffè all’olio evo per condire, passando per vini e farine selezionate.

Priverno e Frosinone, 2 province, 25 minuti di distanza, realtà molto diverse. Quali sono le differenze, i tributi e i riferimenti al territorio?

L’impasto è rigorosamente uguale, così come deve e dovrà essere, cambiano alcuni condimenti che raccontano dove siamo. Le farine sono tutte “Polselli”, un piccolo mulino della provincia di Frosinone cresciuto negli anni. Le carni per PUPILLO a Frosinone arrivano dalla “Fattoria Lauretti” che lavora maiale pesante, mentre per PUPILLO a Priverno abbiamo un giovane ragazzo che dopo la laurea si è dedicato all’antica arte norcina; per il fiordilatte abbiamo un unico prodotto: “Alveti e Camusi” di Latina. I topping, come zucca, broccoletti e le creme stagionali, vengono tutti prodotti nel laboratorio di Priverno che poi serviamo anche a Frosinone.

Dove hai imparato a mangiare e come costruisci il sapore delle tue pizze?

Mia nonna non sapeva cucinare, ma ho sempre girato per trattorie con mio nonno, tra Priverno, Sezze e Cucine casarecce come Santuccio, Barbitto. Cibo rustico, così come le mie pizze, che non sono mai troppo sosfisticate ma raccontano me, la mia storia.

Quante pizze hai in menu?

25 pizze tra classica, tradizionale e twist.

Qual è la pizza del momento?

TUTTABUFALA, che è una  4 formaggi di bufala, ed è quella che mi sta dando più soddisfazioni; poi La SAGRA, tributo alla “sagra di paese”, con cicorietta selvatica, ragù di bufalo e marzolina.

Qual è la strada che ti ha portato alla Pizzeria?

Ho iniziato il mio lavoro per caso una sera a San Felice Circeo, dopo aver frequentato un corso amatoriale. Avevano bisogno di un aiuo pizzaiolo e mi sono presentato. Ho passato tutta la sera a mettere una foglia di basilico su ogni pizza margherita sfornata. Poi, il giorno di Pasquetta, il pizzaiolo non si presenta ed io sono rimasto da solo, faccia a faccia con il forno. Quel giorno feci 90 pizze, adesso non so dire se fossero bruciate sotto o meno, ma è andato tutto bene, crampi a parte. (ride) Dopo quell’esperienza ho inziato a leggere, a studiare, cercando di capire attraverso i commenti e le considerazioni dei grandi maestri come Ciro Salvo, Gabriele Bonci, Massimo Bosco. Poi sono partito per una consulenza a Dublino, quando era ancora terreno fertile, ho aperto CIRILLOS, che tutt’ora va alla grande. Dopo Dublino ho raggiunto Massimo Bosco in Sardegna con un obiettivo ben preciso: arrivare ad un impasto pizza partendo dal pane, e così ho fatto. Poi, altra esperienza fondamentale, Stazione Centrale con Pier Daniele Seu; poi PUPILLO a Priverno, ottobre 2017, un successo inatteso e immediato; dopo un anno Frosinone per confrontarsi con una realtà più grande.

Come definisci la tua pizza? Quale stile rispecchia?

Oltre il dibattito sul canotto, sul cornicione, sulla ruota di carro, credo che la pizza debba essere buona e, soprattutto, personale. Ognuno dovrebbe proporre la sua senza criticare quella degli altri. La mia pizza viene dal Pane. Cuoce in 90 secondi, anche di più, la asciugo molto, deriva da un impasto con prefermento e lievito madre, ha un sapore deciso, un impasto che rimane fermo, teso, a prescindere dal condimento.

Il mondo pizza ha subito qualche contrazione, le classifiche, i premi, la comunicazione, stanno modificando animi, voglia di confronti e di crescita collettiva, tu cosa ne pensi?

Io ho molti amici pizzaioli, e cerco sempre di legarmi a persone con cui posso confrontarmi e condividere, come Iacopo Mercuro o Luca Pezzetta, che è un grande professionista, che studia continuamente, ed applica la sua creatività agli impasti.

Dove sta andando la pizza italiana?

Secondo me i pizzaioli dovrebbero tornare agli impasti: dovrebbero prima preoccuparsi dell’impasto, poi giocare con i topping. La pizzeria sta tornando alle origini. Troppi giochi sulla pizza, troppi sapori messi per stupire, si rischia l’implosione.

L’evoluzione della tua pizza?

Io sto studiando gli impasti. Con il mulino stiamo creando un blend di grani del centro sud per una farina ottimizzata. Sono in una fase di ricerca e di evoluzione continua sul sapore, sulla scioglievolezza e sulla croccantezza, ma il mio tipo di pizza è sempre lo stesso, e nei condimenti c’è tutto il mio territorio, per esempio le alici: no Cantabrico, no Cetara, ma Alici di Terracina. Il Pomodoro? Per la margherita bruciata sto lavorando con un “Principe di Perino” dalla piana di Sperlonga, un pomodoro antico. Ecco il mio sogno: chiudere una filiera di territorio.

Mi fai la TOP delle 5 pizze più vendute?

Margherita con bufala (circa 4000 pizze al mese), margherita, la stagionale (adesso zucca, provola e pancetta); la Pupillo e la classica con twist Salsiccia e Patate, un grande classico.

La pizza che ti ha dato più soddisfazione?

LA SAGRA, sembra di fare una grande scarpetta.

Quella che oltre la sua bontà non è andata?

Ero entusiasta di questa ricetta: Fegato marinato di bufala, spinacino fresco e zeste di limone, è stato un autentico flop!

Come ti vedi tra 10 anni?

Io già non credevo di arrivare a questo livello a 28 anni. Anche adesso, per me è ancora come se fosse un sogno. Quando la sera vedo la fila fuori per me è una soddisfazione ed emozione immensa. Come mi vedo? Spero di diventare un punto di riferimento, di poter trasferire quello che ho imparato, e spronare gli altri realizzare la propria idea di pizza.

Obiettivi a 5 e 10 ANNI?

Aprire altri PUPILLO, almeno 6 per essere presente un giorno alla settimana in tutti i locali; e coprire tutta la provincia di Latina. Anche se è tanta la voglia di entrare su Roma. Milano non è facile per una questione di distanza e di freschezza della materia prima. Preferisco muovermi vicino perchè voglio essere presente, voglio che la gente si ricordi la faccia di Luca.

Come lavori con la sala?

Per me la Sala è fondamentale. Lavoro con gli auricolari e controllo continuamente tutti i tavoli per capire se i clienti abbiano bisogno di qualcosa. I miei ragazzi sono tutti formati e facciamo riunioni continue per confrontarci e risolvere le criticità. Ognuno di loro sa come deve funzionare il suo servizio e conosce i prodotti che deve proporre.

Come formi il tuo staff di pizzaioli?

La formazione è continua, e l’idea è quella in un futuro prossimo di fare una scuola. Ogni pizzaiolo che lavora qui esegue alla perfezione tutti i passaggi, dalla preparazione alla cottura, che fa la vera differenza nella mia pizza.

Info Utili

PUPILLO PURA PIZZA FROSINONE – Viale Giuseppe Mazzini, 220, 03100 Frosinone FR

PUPILLO PURA PIZZA – Via Giacomo Matteotti, 29, 04015 Priverno LT

Sito web: pupillopurapizza.it

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