Sara De Bellis

Mese: Marzo 2022

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Il termine “Tuscia” sta ad indicare il viterbese e l’Alto Lazio. “Stay in Tuscia” è invece il nuovo modo di pensare il turismo nel viterbese: un nuovo progetto associativo nato per facilitare l’accoglienza e il turismo.

Presentato presso lo Spazio Attivo Lazio Innova di Viterbo, “Stay in Tuscia” è un unico portale in cui è possibile trovare la migliore proposta di ospitalità per i soggiorni in Tuscia grazie alla partecipazione di diverse strutture e numerosi filtri per trovare e prenotare il soggiorno perfetto!

Dagli etruschi ad oggi il tempo ha lasciato in questi luoghi tracce storico-artistiche importanti, dalle necropoli agli anfiteatri, passando dai borghi ai monumenti medievali e rinascimentali in cui vivere atmosfere quasi incantate.

Alle bellezze architettoniche e archeologiche si aggiungono poi quelle del paesaggio, che abbraccia dalla collina al mare, offrendo colori, natura, panorami dei più variegati dove camminare, fare escursioni di ogni tipo e praticare sport.

Impossibile non citare l’offerta enogastronomica e il folklore, tradizioni popolari e sagre, prodotti tipici che hanno reso importante il territorio, come la Macchina di Santa Rosa o l’olio o le nocciole della Tuscia.

Questo patrimonio comune è in mano a chi vive e lavora in questi luoghi e che punta a far crescere la loro conoscenza. Per questo Stay in Tuscia, l’associazione che rappresenta chi gestisce in forma diretta attività di ricezione turistiche regolarmente autorizzate, quali B&B, Case vacanza e Dimore d’epoca, ha lanciato un progetto di valorizzazione e promozione del territorio attraverso una serie di servizi per il turismo. Un progetto diretto ai fruitori ed anche agli host della città e della provincia che sentono la necessità di un supporto organizzato in questo periodo ricco di incertezze.

Progetto Stay in Tuscia


Presso lo Spazio Attivo di Lazio Innova (via Faul 20/22) a Viterbo, alla presenza degli ideatori e curatori del progetto, degli associati di “Stay in Tuscia” sono stati presentati gli obiettivi, la forma, ma soprattutto le strategie e le prospettive future che il progetto stesso vuole mettere in atto.


“Stay in Tuscia vuole far crescere il territorio, creando un circuito virtuoso anche economico, che sia di stimolo per gli imprenditori di zona e che porti Viterbo e la sua provincia a crescere sotto ogni punto di vista. Vogliamo essere partecipi e protagonisti di una Tuscia polo attrattivo turistico della nostra regione” – spiega Francesco Aliperti, responsabile dell’associazione che con Lazio Innova.

L’attività rientra nell’ambito del Laboratorio di Microinnovazione LAB TURISMO gestito da Lazio Innova e che ha fornito strumenti teorici, consulenze e formazioni per “confezionare” un progetto identitario, usabile e soprattutto efficace.

Tra gli obiettivi che l’associazione cerca di perseguire c’è quello di far conoscere e vivere al meglio il meraviglioso territorio della Tuscia. 

In quest’ottica Stay in Tuscia si è voluta creare un’immagine e una identità propria, con tanto di logo, sito internet e profili social istituzionali per raccontare dal suo punto di vista ciò che il territorio offre e ciò che il turista può fare.
Per rendere veloce e fruibile questa offerta, è stato presentato anche il sito internet di Stay in Tuscia – www.stayintuscia.com – dove sono presenti tutte le strutture che partecipano all’associazione, dal quale si può prenotare direttamente il proprio soggiorno, trovare informazioni, curiosità, percorsi, idee per costruire la propria vacanza nella Tuscia.

Le strutture che fanno parte di “Stay in Tuscia”

Comune denominatore per tutti è l’ospitalità di qualità e l’affidabilità del servizio. Inoltre tutte le strutture sono a disposizione del turista per fornire informazioni, curiosità e consigli e costruire un percorso sui desideri del turista, che non vuole solo soggiornare ma visitare, scoprire e conoscere il territorio.

In un unico portale è possibile trovare la migliore proposta di ospitalità per la Tuscia, grazie alla partecipazione di diverse strutture, che dal centro storico di Viterbo più caratteristico come il quartiere di San Pellegrino alla campagna alle porte del capoluogo, rispondono a diverse esigenze, dal b&b per motivi di lavoro alle dimore di charme per una vacanza rilassante, offrendo stili e atmosfere diverse.

Fanno parte di Stay In Tuscia: Il Peperino, L’Frantoro, B&B Orchard, Compasso Suite, Le Apette, B&B Anna Zelli, Il Mandorlo, Agriturismo La Corte, Palazzo Verdi (Gruppo Holiday Viterbo), Vigna Clara, Antico Loco Commodo, Alloggio S. Pellegrino 45, Il Melograno, Casa Viterbo, La Piazzetta, Al Cardinale, Al libro letto, Torre di Vico, Il Giglio, L’Incontro Residenza Medievale, Le Moline Vetralla, Antica Dimora San Pellegrino, La Dimora delle Terme, B&B Le Pozze, Maya House, La Fontana di Nonna Checchina, EMC 2 Viterbo, Residenza Villa Lante, La Paloma, Casaletto del Pellegrino

In copertina ricette di pesce d’acqua dolce, Lago di Bolsena

photocredits al link

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Sono sempre più numerosi, e rappresentano un nuovo modo di vivere i Musei che passa per le privilegiate vie dell’enogastronomia. Da un lato si riscopre il piacere di visitare i luoghi della cultura di Roma lasciandosi sedurre dalle grandi bellezze del passato, dall’altra ci si accomoda per lasciarsi conquistare dal piacere dei buoni sapori.

Apre così Livia, che è al tempo stesso un bistrot, un ristorante con terrazza, una caffetteria con zona relax e coworking, una bakery con gastronomia da banco e asporto, ovvero un sistema all day long tutto pensato all’interno della Sede del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo in quel di Roma Termini, nevralgica e brulicante crocevia di vite e direzioni.

Si chiama Livia, in onore a Livia Drusilla, una delle grandi protagoniste della storia antica di Roma, potentissima moglie di Augusto e imperatrice di fatto. Le sue stanze e la sua nuove tavola sono semplicissime da raggiungere perchè siamo a Roma Termini, negli spazi di Palazzo Massimo, prestigiosa sede del Museo Nazionale Romano (in via Giovanni Amendola 6).

La Caffetteria Massimo ha qui moltiplicato i suoi ambienti integrandoli con quelli museali per costruire un’unica identità con il nuovo Ristorante Livia che offre ai suoi ospiti una terrazza gioiello dalle insolite prospettive capitoline e sguardi su luoghi dimenticati come “la casa del passeggero“, albergo diurno per i viaggiatori in transito.

Il design dei locali è ispirato alle opere d’arte ospitate a Palazzo, mentre il menu all-day accompagna i diversi momenti della giornata con un’offerta che accoglie e ristora dal primo caffè del mattino al piacere di una elegante cena accanto alle meraviglie archeologiche custodite della collezione permanente del Museo Nazionale Romano, passando per pranzi leggeri e agili merende fino al gusto di un aperitivo.

CAFFETTERIA MASSIMO

Caffetteria Massimo, a due passi dalle Terme di Diocleziano, accende il grande bancone delle colazioni dolci e salate da gustare al volo, da godere senza orario o da sbocconcellare accanto al pc nell’area relax dedicata al coworking.

Ma, Caffetteria Massimo, è anche una bakery sofisticata, con laboratorio interno che sforna lievitati, icone di pasticceria, decine di varietà di pizza e pane fresco in ogni declinazione di forme, aromi e farine: dai Pizzotti cotti a legna ai Pan tasca di grano duro, dai Quadrotti pugliesi ai Massimini, ossia panini in formato mignon farciti di carne, pesce o verdure.

Non solo, Caffetteria Massimo è anche un delizioso bistrot con cucina, per piatti espressi – caldi e freddi – come la Burratina in foglia con le alici del Mar Cantabrico, i burger, le bowl e le zuppe del giorno e dessert al bicchiere.

LIVIA, il Ristorante

Caffetteria Massimo e Livia rappresentano un format multidimensione di ristorazione italiana, declinata in chiave moderna e aperta alle contaminazioni, che prende corpo in uno spazio esteso su due piani.

Su strada ci sono la Caffetteria con il suo lungo bancone, la bakery e il riservato dehor. Si salgono le scale e, al primo piano, c’è Livia, il ristorante dedicato a Livia Drusilla (imperatrice moglie di Augusto) e decorato da piccoli fregi e riproduzioni degli affreschi del ninfeo della villa imperiale di Livia, “ad Gallinas Albas”, di cui Palazzo Massimo custodisce le stanze.

Ad amalgamare queste dimensioni con sapore e coerenza c’è Fulvio Penta, classe ’83, alle spalle esperienze variegate tra cui l’Hotel De Russie, Labico con Antonello Colonna, Pastificio San Lorenzo, Porto Fluviale ed Enoteca Verso, e davanti a sé un poliedrico format per far vivere le gioie della cucina e riscoprire luoghi di Roma agli stessi romani, così come a turisti e viaggiatori.

Mentre Fulvio da sfogo alla creatività nella bakery e nel bistrot, dalla “pizza e mortazza” con aggiunta di stracchino al pollo con i peperoni pensati versione chutney, la sua ricerca culinaria, la sua attenzione si fa più sofisticata tra piatti curati nell’estetica ma con un bel piglio familiari, come per le fettuccine fatte in casa con ragù bianco d’agnello tagliato al coltello e carciofi, dal gaudente spessore, e scelte che abbracciano ampi gusti come la tagliata di manzo o il polpo rosticciato con pappa al pomodoro e stracciata

La scelta degli ingredienti pone attenzione alle produzioni laziali e alle eccellenze regionali del Belpaese: dalla pasta fresca del Pastificio Pica alle verdure nobili dell’Azienda agricola Agnoni di Latina, dai latticini affinati di De’ Magi Formaggi al celebre prosciutto cotto San Giovanni del Salumificio Capitelli, dall’olio extravergine del Frantoio Quattrociocchi alla pasta Mancini e poi i salumi dei Fratelli Bardini, il pomodoro biologico Paglione e il guanciale della Norcineria Sensi.

Le molte anime di Livia e Caffetteria Massimo sono strette da un’unica identità: il nuovo progetto di ristorazione contemporanea firmata dal Gruppo Camst, azienda leader nei servizi di ristorazione in Italia e all’estero.

Caffetteria Massimo e Ristorante LIVIA – INFO

Via Giovanni Amendola 6

Aperto tutti i giorni dalle 7 alle 24

Contatti: tel. 06.4885617 – info@caffealmassimo.it

PALAZZO MASSIMO – INFO

Palazzo Massimo, Largo di Villa Peretti 2

Orari: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 18

www.museonazionaleromano.beniculturali.it/palazzo-massimo/#

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Gli appassionati dei lievitati delle feste saranno felici di scoprire che l’11-12-13 Aprile il Maestro Pasticcere Salvo Leanza, presso la WhiteAcademy di Roma, terrà per 3 giorni un corso dedicato alla preparazione delle Colombe, in tempo perfetto per vederle atterrare con grande soddisfazione sulle Vostre Tavole di Pasqua.

Nello sconfinato panorama di Grandi nomi, Mastri Pasticceri, Chef e Pizzaioli 3.0 alle prese con Colombe Sopraffine, il vecchio detto “impara l’arte e mettila da parte” è sempre un buon monito da tenere a mente, a patto che si impari dai migliori.

Il Panettone di Salvo Leanza mi aveva già sorpreso e convinto per sapore, profumo, consistenza e fragranza; la sua colomba, di tradizione molto simile nell’impasto, non potrà essere certo da meno. Quindi non perdete tempo e, se la vostra passione è mettere le mani in pasta, fatelo e fate lievitare le vostre passioni bianche!

Chi è Salvo Leanza

Per chi non lo conoscesse, Salvo Leanza, Chef Pasticcere con gli occhi vispi, grande cuore, professionalità e padronanza della materia, muove i suoi primi passi in ambito professionale in Sicilia tra gelati, granite e dolci di mandorla, ricotta e agrumi.

Lavora nelle più note pasticcerie Siciliane approfondendo il mestiere e, mosso da un bisogno di accrescere la propria professionalità, si trasferisce a Roma dove, nel 1993, fa la conoscenza dello Chef Mauro Mafrici dell’Hotel Hassler che segna la sua svolta professionale. Quest’ultimo lo porta con sé all’Harris Bar di Roma, quindi al Felidia di Lidia Bastianic a New York.  Al rientro in Italia vive altre esperienze formative, segue corsi ed esegue stage presso importanti scuole di pasticceria, L’étoile, Cast Alimenti.

Lavora all’Hotel Hassler, al Cafè de Paris, alla Casina Valadier in occasione della sua riapertura, presso la Pasticceria Mondi, il Gruppo Vanni, Cristalli di Zucchero, e cura l’apertura della gelateria Vice alla quale fa ottenere il riconoscimento da parte del Gambero Rosso come “gelateria innovativa”, Rosticcerì Catering e svariate aperture di Street food.

Dal 1998 è consulente e docente di gelateria, pasticceria e pasticceria da ristorazione in importanti strutture, ed è costantemente chiamato presso prestigiosi festival di pasticceria in tutto il mondo.

WHITEACADEMY

E’ una scuola di pasticceria e gelateria di eccellenza che offre corsi di formazione di vari livelli.

Tutti i docenti e lo staff sono professionisti del settore ed è dotata di una sala corsi / laboratorio attrezzato con macchinari all’avanguardia dove ogni allievo ha una propria postazione di lavoro per garantire ad ogni partecipante un elevato ed immediato livello di apprendimento.

Info Sul Corso

l’11-12-13 aprile Salvo Leanza porterà in aula la sua arte per un corso su “VIENNOSERIE e GRANDI LIEVITATI PASQUALI”

Il corso, che si svolgerà dalle 9-18 con pausa pranzo veloce organizzata dalla scuola, prevede le “mani in pasta” ed arricchito da una parte teorica sulle farine e varie tecniche d’impasto: diretto, biga, poolish, pasta madre.

Durante il corso, pratico e teorico, verranno realizzati i seguenti prodotti: cornetti all’italiana, cornetti integrali al miele e frutti di bosco, cornetti bicolore, croissant Parigini, croissant salati, 10 tipologie di danesi di varie forme e impasti, veneziane, brioche, treccine, prodotti con pasta sfoglia veloce, sfogliatine di mela, pan brioche, burger buns al burro, bagel Bombe e ciambelle, Croidonut, Croimuffin; Gestione del lievito madre; Impasti diretti, con biga, poolish, pasta da riporto, focus sulle farine, e relaizzazione dei Grandi Lievitati delle feste come la Colomba classica, albicocche e cioccolato o mandarino cioccolato bianco

Il costo 300 compreso di tutto il materiale e dispensa e grembiule

WHITEACADEMY
V. Emilio Brusa 248 – 00173 ROMA
Tel. 068547998 – Cell. 3388714547
info@whiteacademy.it – www.whiteacademy.it

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GUSTO! Gli italiani a tavola. 1970-2050“, curata da Massimo Montanari e Laura Lazzaroni, è la prima di una trilogia di mostre che M9 – Museo del ‘900 dedica ai luoghi comuni italiani, per un confronto con la storia tra ricerca scientificaesperienza pop, gioco, indagine critica, prospettive e ipotesi future. Un validissimo motivo in più per organizzare un viaggio a Venezia, fino al 25 settembre 2022.

Oltre alla mostra una serie di approfondimenti. Il mese di aprile sarà dedicato a Il Gusto del Futuro con il Convegno “Veneto biologico | Persone, modelli e politiche per un’agricoltura sostenibile“, che ruoterà attorno a domande come: cosa mangeremo nei prossimi decenni? Quali sono le nuove forme di coltivazione? Che direzioni sta prendendo la ristorazione?

Massimo Montanari, oltre ad essere docente all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e docente ordinario di Storia medievale all’Università di Bologna, dove insegna anche Storia dell’alimentazione e dirige il Master europeo “Storia e cultura dell’alimentazione”, è giustamente, sacralmente, considerato a livello internazionale, uno dei maggiori specialisti di storia della storia dell’alimentazione.

Bellissimi i suoi libri. Approfondite le sue ricerche. Sempre coinvolgente la sua scrittura, il suo eloquio. i suoi studi sulla storia dell’alimentazione, intesa come storia a tutto campo che coinvolge i piani dell’economia, delle istituzioni e della cultura. Alla domanda, che spesso gli pongono, se esista o meno un gusto italiano, risponde così.

Qualcuno si ostina a sostenere che no, non si può definire “italiano” l’insieme composito di particolarità locali che caratterizzano la nostra cucina.

La scommessa di questa mostra è sostenere il contrario: che una cucina e un gusto italiano esistono, perché proprio quelle particolarità ne costituiscono l’ossatura. Esse non sono isolate e autoreferenziali ma costituiscono – da secoli – una rete di saperi e di pratiche che si conoscono, si confrontano, si integrano.

La cucina e il gusto italiano non sono la semplice somma, ma la moltiplicazione delle diversità locali, condivise in un comune sentimento della cucina. Nel nome di una straordinaria e irriducibile biodiversità culturale.

Presidente del comitato scientifico promotore della candidatura de “La cucina di casa italiana” quale patrimonio culturale immateriale UNESCO, assieme a Laura Lazzaroni, biologa, scrittrice e giornalista, hanno lavorato assieme ad un progetto italiano appassionante dal titolo “GUSTO! Gli italiani a tavola. 1970-2050 “, ovvero la prima di una trilogia di mostre che M9 – Museo del ‘900 dedica ai luoghi comuni italiani, per un confronto con il passato, il presente e il futuro, tra ricerca scientificaesperienza pop, gioco, indagine critica e ipotesi future.

L’esposizione racconta come la relazione tra gli italiani e il cibo sia profondamente mutata in questi ultimi decenni, con un cambio di paradigma decisivo tra l’immagine tradizionale della cucina nazionale e una relazione sempre più complessa, segmentata e contraddittoria di un Paese che si sta trasformando nelle proprie abitudini, nei propri consumi e nella composizione sociale.

Al centro della riflessione, la parola gusto, che meglio rappresenta il rapporto tra individuo e società, quell’insieme inscindibile tra piacere individuale e condivisione collettiva, meccanismi nutrizionali e fenomeni culturali, capace di rappresentare la complessità dei temi legati al cibo. Racconta Laura Lazzaroni:

Abbiamo lavorato con un comitato scientifico di eccellenza, con scuole di design e laboratori, agenzie spaziali, istituzioni e associazioni, fotografi ed editori, artisti e artigiani.

Curare questa mostra con Massimo Montanari è stato molto emozionante! Per chi come me ama le parole, l’esercizio di cesellarle nel corso di interminabili “partite di ping pong” (abbiamo chiamato così i nostri scambi di testi in lavorazione, avanti e indietro, un colpo io, un colpo lui, via email, anche di notte) è stato fondamentale.

Ho imparato moltissimo, non solo dalla sua cultura e sensibilità (maniacale) applicata allo scritto gastronomico, ma anche dalla sua brillante ironia e garbo inscalfibile.

La mostra è accompagnata da un calendario di workshop, show cooking, convegni, talk e iniziative che coinvolgeranno il pubblico con il contributo di cuochi, scienziati e artisti che, fino al 25 settembre, esploreranno una serie di temi chiave.

Il mese di aprile sarà dedicato a Il Gusto del Futuro e ruoterà attorno a domande come: cosa mangeremo nei prossimi decenni? Quali sono le nuove forme di coltivazione? Che direzioni sta prendendo la ristorazione?

Ad inaugurare il palinsesto sarà il convegno Veneto biologico | Persone, modelli e politiche per un’agricoltura sostenibile, in programma nel pomeriggio del 7 aprile dalle ore 17.30. Organizzato dalla Regione Veneto e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’incontro si propone di dialogare sul presente e sul futuro del settore biologico in Veneto, dei suoi modelli di business e degli impatti del biologico sulla alimentazione di ciascuno.

Il convegno sarà anche occasione per la presentazione ufficiale dello studio Atlante dei modelli di business delle imprese del biologico, nato dalla convenzione tra la Regione del Veneto e l’Università Ca’ Foscari Venezia nel quadro del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto 2014-2020. La ricerca, condotta dall’Agrifood Management & Innovation Lab del Dipartimento di Management di Ca’ Foscari, ha perseguito l’obiettivo di cogliere la varietà delle strategie delle imprese di questo importante comparto dell’economia regionale per individuare le sfide del futuro e meglio orientare le politiche pubbliche a sostegno.

Al termine dell’incontro è previsto un aperitivo biologico, riservato ai partecipanti all’evento. Per partecipare, iscrizioni qui. E qui il Programma dell’evento.

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“Fish-Butcher” ad Anzio è il nuovo spin-off di Romolo al Porto, ovvero un “Ristorante di Mare Norcino” dove poter gustare salumi di pescato locale, primi e secondi, ma anche tartare, selezioni di caviale Giavieri e ostriche, tutto accompagnato da straordinari Champagne protetti da una cantina a vista.

 

Ammiro le persone affamate di sapere, che non perdono tempo, ma lo moltiplicano, che sfidano i proprio limiti, che si spingono oltre, che guardano il mondo con continua curiosità e continua voglia di imparare.

Walter Regolanti, istrionico chef di Romolo al Porto, solida insegna ansiate tra i lustri del litorale romano, avrebbe potuto continuare comodamente a governare, assieme alla sua affiatata ciurma, l’ammiraglia di famiglia che solca generosi mari. E invece no. Sfrutta il vento della pandemia, vive la sfida e torna a studiare anzi, ad approfondire una materia che già possiede bene ma che gli avrebbe riservato sorprese, sapide soddisfazioni e aperto nuove rotte.

Perchè una “Norcineria di Mare” ad Anzio?

Fish-Butcher arriva dopo tanti anni di lavoro di studio. E’ un percorso che raccoglie le tante esperienze di vita e professionali, quella mia, di mio fratello Marco, di Umberto del meraviglioso staff di Romolo al porto.

Durante il lockdown ho avuto il tempo di fare ciò che raramente noi chef abbiamo il tempo di fare, il tempo di studiare, di leggere, di guardarmi intorno. Così ho avuto modo di fare sfogo alla mia curiosità e interessi, tra cui le fermentazioni, l’alta cucina, la cucina popolare, la cucina etnica.

Tra questi temi e libri, mi ha folgorato il ‘Grande libro del pesce‘ di Josh Niland, che mi ha illuminato sulla possibilità di recuperare il pesce come non avevamo fatto prima.

Nonostante veniamo dal mondo dell’ittica, questo testo mi ha mostra un modo nuovo di pensare a ogni aspetto della cucina di pesce.

 

Un libro che sprona a considerare il pesce per quello che è e ben oltre, ovvero una ricca fonte di proteine che merita, per ogni taglio, lo stesso rispetto reverenziale dedicato alla carne. Dalla scelta del prodotto alla sua lavorazione, dalle tecniche di frollatura e stagionatura fino ai trucchi per ottenere una pelle croccante, Josh Niland mette in discussione tutto ciò che pensavamo di sapere sull’argomento.

Nel panorama anziate, cosa rappresenta Fish-Butcher?

Fish-Butcher è un modo nuovo e antico di mangiare il pesce, una valida alternativa al solito aperitivo ma anche una cena impostata su parametri totalmente diversi per quel che ha riguardato la “ristorazione marinara” fino a questo momento.

In carta tartare, selezioni di caviale Giavieri, ostriche, primi come “amatriciana di mare” e secondi come “ombrina, agretti e fondo bruno”, oltre ai dolci fatti in casa, e tutto da accompagnare con straordinari Champagne.

 

Come hai costruito questo nuovo concetto di mare che poggia sull’ esperienza centenaria della famiglia Regolanti?

Ho mandato lo staff a fare i corsi da Marco Claroni, chef amico che ammiro, ho osservato il lavoro di altri grandi chef come Lele Usai, Gianfranco Pascucci, Pasquale Palamaro. Professionisti che hanno iniziato questo studi prima di me e dai quali ho potuto attingere per migliorare, e senza prendere meriti che non mi spettano.

 

In cosa si distingue Fish-Butcher?

L’unica differenza, l’unico step in più che abbiamo compiuto, è stato quello di creare un luogo, un ristorante interamente dedicato a questo concetto, proprio accanto a Romolo al Porto per offrire una completezza di idee sul pescato che ci mancava con un design diverso, meno popolare e più moderno nell’ arredo.

 

Qual è il pesce che ti ha dato maggiori soddisfazioni tra lavorazioni norcine e stagionature?

Uno su tutti il Morone, la ricciola di fondale o centrolofo nero, che offre una qualità di carne che, se ben speziata, ti permette di spaziare e ottenere risultati meravigliosi, come il lardo di Morone, che è tra le nostre lavorazioni di punta; poi il tonno per la sua molteplicità di usi, per la bresaola che si riesce ad ottenere, che stupisce per le affinità con quella di manzo, così come per le salsicce al coltello e quelle di crostacei.

Noi, come sempre, lavoriamo solo pescato locale. Questo farà la differenza nella nostra offerta, che è dettata dal mare. Ci sono periodi con più varietà e pesci più piccoli e periodi, come questo, con pesci più grandi, ma in minori quantità.

 

L’apertura, da questo punto di vista, è andata benissimo, e i feedback ci stanno aiutando a calibrare la sapidità per ogni preparazione, che va dosata, controllata e capita. E tutto ci sta aprendo un mondo nuovo e questo è molto bello.

 

Oltre alle preparazioni artigianali, avete dovuto introdurre qualche macchinario specifico per raggiugere questi risultati?

Noi abbiamo un macchinario che da questo punto di vista ci aiuta tantissimo.

Il Pesciugatore, che è l’unico armadio per il Dry Age del Pesce a pH controllato, per l’affumicatura, cottura e cura dei salumi di mare. Controlla parametri specifici e ci da la possibilità di frollare, maturare e affumicare il pesce. Un macchinario di vitale importanza per chi voglia avvicinarsi a questa tipologia di preparazioni in totale sicurezza per l’ospite.

 

Oltre la passione, la ricerca e la competenza, cosa ha reso davvero possibile il tutto?

Lo Staff. La squadra, sempre propositivo e al passo con le nostre. La collaborazione e il sostegno sono stati determinati per l’apertura e lo saranno0 per il proseguimento di questa avventura.

 

Fish-Butcher Salumaria

Via del Molo Innocenziano 21, Anzio

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Riapre il Ristorante Reale, 3 stelle Michelin d’Abruzzo a Castel Di Sangro, con un nuovo menù che racconta il viaggio di Niko Romito nella sperimentazione vegetale, sempre nel segno di una semplicità solo apparente.

Proposto assieme ad una carta di grandi classici e piatti inediti, la degustazione è il nuovo manifesto di sapori dove materia, ricerca, essenzialità e gusto dialogano per creare o ricreare una cucina italiana orientata al futuro e che sfida il percepito comune.

Il Ristorante Reale, tre stelle Michelin, cuore pulsante di un ex Monastero del ‘500 Casadonna a Castel di Sangro nel Parco Nazionale d’Abruzzo – e che comprende un vigneto sperimentale, un frutteto, un giardino di erbe aromatiche e spontanee, 9 camere di charme e l’“Accademia Niko Romito” – riapre il prossimo mercoledì 23 marzo con un menu vegetale orientato al futuro, che rivoluziona e riposiziona percezioni e gradimento del sentito comune in materia verde.

Quello di Niko romito è un nuovo lavoro sulle strutture vegetali, sulle texture, sulle maturazioni, che animano e stimolano lo chef da molti anni. Un processo creativo che si pone come obiettivo quello di estrarre da verdure e ortaggi nuove sensazioni e sentori, fino agli aromi sopiti all’interno delle materie prime, attraverso ricerca e sperimentazione continua, tradotta nella volontà di nobilitare ingredienti “semplici” attraverso creatività e intuizioni.

“Quest’anno più che mai, mi sono reso conto che i piatti vegetali sono quelli in cui la nostra creatività si è espressa in maniera tanto dirompente quanto assolutamente spontanea e proprio da qui nasce il nuovo menu degustazione vegetale; una tavola di colori, di gusti e sapori, che hanno sfumature gustative che altri ingredienti non hanno.

La chiave di volta è la preparazione, perché il processo creativo che guida la trasformazione dell’ingrediente, esaltando la sua forza gustativa, preservandone la purezza intrinseca e intervenendo sulla struttura e le sue sfumature, diventa, paradossalmente, più importante dell’ingrediente in sé.

L’esercizio creativo è stimolato dall’obbligo che la materia prima stessa impone di seguire delle regole, di sottostare a delle costrizioni che, nel vegetale sono rigidissime ma che se rispettate e interpretate, lo portano in un’altra dimensione.” 

Carota. Carciofo. Broccolo. Cavolfiore. I suoi piatti assegnano spesso la parte ad un attore protagonista in cerca di autore, un monoingrediente frutto della generosa terra, e che attende all’uomo, al cuoco, allo chef di pensiero ricollocare e valorizzare.

E Niko lo fa una poetica assolutamente personale, nel segno di una semplicità solo apparente. Una semplicità che è sintesi complessa, che nasconde strati di uno studio sperimentale finalizzato all’estrazione concentrata di sapore puro, in consistenze cotte e crude, ricercate e ricreate.

Un piatto ben preparato è un piatto che soddisfa chi lo mangia e una carota o un cavolfiore possiedono la stessa dignità di un grande piatto di carne o di pesce.

Il nuovo menu degustazione è frutto di un lavoro di applicazione e impegnata riflessione sul mondo vegetale, che gli restituisce la complessità e la completezza che merita.

Ben oltre i retaggi culturali che legano le categorie verdi a derive di benessere ipocalorico e regimi dietetici, la bontà di un vegetale è un mondo da indagare, valorizzare, e dal quale lasciarsi sorprendere.

Oggi più che mai il lavoro del cuoco è quello di indicare una vita, oltre che stimolare e stupire palato, per aprire un orizzonte su un linguaggio sempre più attuale, che rispetta le esigenze di un mondo che sta cambiando e lascia un messaggio importante, specialmente ad un pubblico giovane che sarà chiamato ad affrontare le sfide e i cambiamenti che tutti noi stiamo già vivendo.

DEGUSTAZIONE REALE

Gelato di piselli

Carota

Cipolla rossa, Vermouth e pepe rosa

Pane

Foglia di broccolo e anice

Sedano rapa, nocciola e cardamomo

Verza arrosto

Infuso di bosco con ravioli di mandorla

Fagioli e bieta

Linguine e peperone

Arrosto di indivia con patate e rosmarino

Radicchio e arachidi

Cavolfiore gratinato

Arancia

CARTA REALE

Trota, mandorla e alloro

Anguilla, limone, aglio arrostito e peperoncino

Calamaro arrosto, pompelmo rosa e olive nere

Costine di agnello e maionese di patate

Insalata di pollo e lattuga

Assoluto di cipolle, parmigiano e zafferano tostato

Ravioli con ricotta di pecora e acqua

Fettuccelle di semola, gamberi rossi e pepe rosa

Fusilli, pollo, rosmarino e polvere di peperone verde

Piccione fondente e pistacchio

Manzo torbato e patate

Anatra fredda e acqua affumicata di anatra

Spigola, lattuga e capperi

Granita di liquirizia, aceto di vino, cioccolato bianco e aceto balsamico

Essenza

Meringa, lampone e mou

“Della mia cucina si dice spesso che è semplice. È verissimo, nel senso che manca di complicazione, eppure sottintende una notevole complessità. La complessità in cucina può essere vantaggiosa, la complicazione mai”.

La degustazione prevede 14 portate a 170 euro, a cui l’ospite può aggiungere altre tre portate a 30 euro/cad dalla Carta reale.

Ristorante Reale*** – Casadonna

Contrada Piana Santa Liberata, 67031

Castel di Sangro, AQ

0864 69382

photocredits

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Si chiama Ievgen Klopotenko, ha 35 anni, è lo chef del Ristorante “100 rokiv tomu vpered” di Kiev, è stato il vincitore di MasterChef Ucraina, ed è l’unico ucraino nella lista “50 Next”, ma non ha esitato un attimo a trasformare il suo ristorante in un rifugio per militari e a lanciare un appello internazionale ai cuochi per sentire e stimolare sostegno e vicinanza: «Make Bortsch not War».


Per i primi tre giorni abbiamo utilizzato gli ingredienti stoccati nelle celle frigo, ora sono i fornitori che ci aiutano con quello che possono. Un giorno pollo, un altro orate congelate, a volte solo verdure… Non sappiamo cosa cucineremo domani, dipende da quello che ci viene fornito. I negozi sono quasi vuoti e il poco che si trova è destinato alla popolazione. È già un problema trovare farina e cereali, perché sono i primi prodotti che tutta la gente ha accumulato in dispensa all’inizio degli attacchi. Il ministro dell’agricoltura sta cercando di ripristinare le forniture.

Così racconta lo Chef Yevgeniy Klopotenko unico ucraino nella lista ’50 Next’, i talenti del futuro prossimo in cucina, patron del ristorante “100 Rokiv Tomu Vpered”, tradotto dall’ucraino “100 anni fa nel futuro”, che distingueva la sua cucina con aggiornamenti moderni sui piatti tradizionali ucraini e che, anche negli arredi, seguiva il tema della “creazione di una connessione tra il passato storico e il presente innovativo dell’Ucraina”.

Abbiamo dovuto adattare il nostro modo di cucinare alle grandi quantità. Eravamo abituati alla cucina fine dining, menu creativi per poche persone ogni sera. Ora cuciniamo per migliaia di persone, i piatti devono essere gustosi e nutrienti, e devono restare caldi e buoni anche dovendoli trasportare. Vorrei che la comunità internazionale capisca chi siamo, che l’Ucraina esiste, che non siamo parte della Russia, abbiamo la nostra cultura, anche gastronomica. Quando tutto questo finirà, vorrei invitare tutti a vedere chi siamo, un Paese che non ha paura, che ha combattuto per difendere la propria libertà. 

Il ristorante è suddiviso su due livelli. Una sala da pranzo, un bancone bar, una sala banchetti utilizzata per feste private e masterclass tenuti dallo chef Klopotenko, mentre una sala da pranzo più piccola e una cucina si trovano al primo piano, dove, grandi finestre facevano entrare la luce del futuro. Adesso ci sono circa 30 persone, la metà per proteggersi dalle bombe, mentre gli altri cucinano per i militari. Poi dipende dai giorni, quando suonano le sirene il numero aumenta.


L’appello: «Make Bortsch not War»

Sto chiedendo a tutti i cuochi internazionali di cucinare il Bortsch e di servirlo nel proprio ristorante, di postarlo sui social, perché è un piatto Ucraino. A volte basta poco, “Make Bortsch not War” ci aiuterebbe a sentirci meno soli – sottolinea infine Klopotenko – e ci farebbe sentire il sostegno dei nostri colleghi nel mondo.

Ora il presente è (purtroppo) molto diverso da come lo si poteva immaginare. Un presente strappato al presente stesso. Con un futuro da ricostruire partendo e ripartendo dalla propria identità forte e fiera, dalla propria cultura, dalle proprie radici che, quando sono profonde, non gelano mai.

Photodredits interior design @Yevhenii Avramenko

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Il gelato sostenibile è il grande protagonista della sesta edizione della Guida Gelaterie d’Italia 2022 del Gambero Rosso che ci porta a conoscere i migliori indirizzi d’Italia in “materia soffice” di Gelateria artigianale. Dove la trovate? In Libreria!

“Anche quest’anno la guida Gelaterie ci porta alla scoperta dei maestri del gusto che, da Nord a Sud, ci raccontano attraverso i loro mix e la loro sapienza i sapori dei nostri territori e il meglio che le eccellenze Made in Italy offrono, con un occhio sempre più attento alla Sostenibilità.”

Queste le parole di Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso, alla presentazione della sesta edizione della guida Gelaterie d’Italia 2022 in collaborazione con ORION.

Il gelato “sostenibile” è infatti il grande protagonista di questa nuova guida targata 2022 che ci porta a conoscere i migliori indirizzi d’Italia in materia soffice di Gelateria artigianale.

Luoghi del buono, dove questo dolce popolare e regale, fresco, goloso e semplice solo in apparenza, si nutre di territorio e grande passione. 

Per realizzarlo bene si seguono precise regole, materie prime di alta qualità frutta fresca e processi produttivi etici e trasparenti, sia per quanto riguarda le materie prime sia per il packaging che diventa elemento sempre più importante per raccontare le proprie scelte.

Un gelato tradizionale ma profondamente autoctono, meno dolce ma non meno goloso. Un gelato figlio di professionisti per i quali scienza e natura costituiscono un binomio sempre più inscindibile. Un gelato che vuole in campo professionisti attenti e preparati, chimici e contadini al tempo stesso, imprenditori illuminati capaci di cogliere al volo gusti ed esigenze di un pubblico più che mai attento in tema di alimentazione, che vuole sapere come e dove nasce tutto ciò che finisce in un cono o in una coppetta.

Si moltiplicano infatti gli orti e i frutteti di proprietà, le liste degli ingredienti con nome e cognome dei fornitori per valorizzare al massimo il territorio e cresce la cura dei particolari.

Prevalgono come sempre i gusti “rassicuranti” a cominciare da cioccolato, mandorla e pistacchio e aumentano le opzioni senza zucchero, senza lattosio e senza uova studiate e calibrate con grande attenzione anche per chi è costretto a delle rinunce. La parte creativa e innovativa è molto presente ma anch’essa è al servizio della natura con intriganti mix di frutti, spezie, fiori ed erbe.

“La conoscenza dei prodotti e la competenza dei grandi professionisti hanno reso il gelato un’arte che raggiunge standard qualitativi sempre più elevati. Da sei anni tracciamo questa evoluzione segnalando come sempre il meglio che il panorama italiano di questo settore offre.” continua l’Amministratore Delegato Luigi Salerno.

LA GUIDA

Sono 461 gli esercizi segnalati in guida, con oltre 40 nuovi ingressi. Aumentano i Tre Coni che passano a 61: Terra Gelato a Milano; Pallini a Seregno (MB); Fatamorgana a Roma e Officine del gusto a Pignola (PZ) entrano nell’olimpo delle Gelaterie italiane.

La Lombardia è al vertice con 14 locali premiati con i Tre Coni segue il Piemonte con 9; l’Emilia-Romagna con 8; il Lazio con 7; il Veneto con 6; la Toscana con 4; Liguria, Campania, Basilicata e Sardegna con 2; Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia con 1.

5 i premi speciali: GELATIERE EMERGENTE  – ERIKA QUATTRINI – Il Pinguino Quattrini FALCONARA MARITTIMA [AN] / MIGLIOR GELATO AL CIOCCOLATO – CORNAREDO [MI] – PREMIO SOSTENIBILITÀ – Moou TORINO / MIGLIOR GELATO GASTRONOMICO – L’Albero dei Gelati  – MONZA [MB] / VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI LOCALI – Materica SONDRIO

Per la sezione de “Il Gelato del Pasticcere”, la mini guida che da nord a sud menziona a pari merito, senza alcuna graduatoria, i maestri pasticceri che si cimentano col sottozero, sono 38 i maestri dell’arte bianca presenti con un gelato ricco, corposo, goloso, diverso da quello dei maestri gelatieri, ma senza dubbio di grande qualità.

i TRE CONI D’Italia 2022

Piemonte

Canelin | ACQUI TERME [AL]

Marco Serra Gelatiere | CARIGNANO [TO]

Gelati d’Antan | TORINO

Mara dei Boschi | TORINO

Casa Marchetti | TORINO

Nivà | TORINO

Ottimo! Buono non basta | TORINO

La Tosca | TORINO

Soban |VALENZA [AL]

Liguria

Cremeria Spinola | CHIAVARI [GE]

Profumo| GENOVA

Lombardia

La Pasqualina | ALMENNO SAN BARTOLOMEO [BG]

Il Dolce Sogno | BUSTO ARSIZIO [VA]

Oasi American Bar | FARA GERA D’ADDA [BG]

Artico | MILANO

Ciacco | MILANO

Crema | MILANO

Lo Gnomo Gelato | MILANO

Paganelli | MILANO

Pavé – Gelati & Granite | MILANO

Terra Gelato | MILANO NUOVO INGRESSO

Chantilly | MOGLIA [MN]

L’Albero dei gelati | MONZA

Pallini | SEREGNO [MB] NUOVO INGRESSO

VeroLatte | VIGEVANO [PV]

Veneto

Gelateria Naturale Scaldaferro | DOLO [VE]

Golosi di Natura | GAZZO [PD]

Chocolat | MESTRE [VE]

Gelateria Marisa | SAN GIORGIO DELLE PERTICHE [PD]

Dassie – Vero Gelato Artigiano | TREVISO

Zeno Gelato e Cioccolato| VERONA

Friuli-Venezia Giulia

Timballo | UDINE

Emilia-Romagna

Cremeria Santo Stefano | BOLOGNA

Cremeria Scirocco | BOLOGNA

Stefino | BOLOGNA

Bloom | MODENA

Ciacco | PARMA

Cremeria Capolinea | REGGIO EMILIA

Sanelli | SALSOMAGGIORE TERME [PR]

Il Teatro del Gelato | SANT’AGOSTINO [FE]

Toscana

Gelateria della Passera | FIRENZE

Chiccheria | GROSSETO

De’ Coltelli | PISA

Dondoli | SAN GIMIGNANO [SI]

Marche

Paolo Brunelli | SENIGALLIA [AN]

Lazio

Gretel Factory | FORMIA [LT]

Greed Avidi di Gelato | FRASCATI [RM]

Fatamorgana | ROMA NUOVO INGRESSO

La Gourmandise | ROMA

Otaleg! | ROMA

Stefano Ferrara Gelato Lab | ROMA

Torcè | ROMA

Abruzzo

Gelaterie Duomo – Il Paradiso del Gelato | L’AQUILA

Campania

Di Matteo | TORCHIARA [SA]

Cremeria Gabriele | VICO EQUENSE [NA]

Puglia

G&co | TRICASE [LE]

Basilicata

Emilio | MARATEA [PZ]

Officine del gusto | PIGNOLA [PZ] NUOVO INGRESSO

Sicilia

Cappadonia Gelati | PALERMO

Sardegna

I Fenu Gelateria e Pasticceria | CAGLIARI

Dolci Sfizi | MACOMER [NU]

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Gli States confermano la passione per il vino italiano: storia, territori, diversità sono i plus che conquistano il mercato americano.

“E’ importante riprendere a viaggiare, e ristabilire i contatti diretti con i mercati di riferimento, a maggior ragione in questo momento complesso”, queste le parole di Chiara Soldati, solare produttrice vitivinicola e donna del vino, alla guida della Tenuta La Scolca, rinomata azienda situata sulle colline di Gavi, un piccolo paese sulle montagne dell’Appennino in provincia di Alessandria in Piemonte.

Dopo dodici giorni intensi di tour negli Stati Uniti, vissuti tra incontri con stampa di settore, premi, partnership consolidate e nuove alleanze, La Scolca, la più antica cantina di Gavi, una delle prime realtà del comparto vitivinicolo italiano a torna in America per presentare i suoi vini.

Fitto il calendario degli appuntamenti, a partire dal Best of the Best, svoltosi a Miami, che ha visto 50 dei migliori chef a stelle e strisce proporre i loro piatti in abbinamento con le circa 60 etichette che per Wine Spectator, autentica bibbia della critica enoica internazionale, hanno meritato uno score a partire da 90 punti.

“Abbiamo percepito una grande attenzione nei confronti delle eccellenze tricolori – spiega Chiara Soldati – e una grande voglia di tornare a visitare il nostro Paese. Ed è nostro dovere quello di proporre nel migliore dei modi il nostro straordinario patrimonio di arte, cultura e prodotti. Siamo custodi di una bellezza senza pari, ancora più preziosa, agli occhi del mondo, in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo in queste settimane terribili”.

Un Made in Italy che ha vissuto un momento importante nell’ambito del Discover Boating Miami International Boat Show, il più importante evento di barche e yacht al mondo, nel corso del quale La Scolca ha confermato la partnership con il Gruppo Ferretti, marchio iconico della navigazione di lusso che vanta nel suo portfolio nomi come Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, CNR, Custom Line e Wally. Un mix, quello tra le etichette La Scolca e le imbarcazioni Ferretti, che ribadisce quell’Italian Style tanto apprezzato dal pubblico d’oltreoceano. Come è chiaramente emerso anche nel corso del Food Network & Cooking Channel South Beach Wine & Food Festival presented by Capital One (SOBEWFF®), contesto che ha visto sancire un altro importante traguardo, la partnership tra La Scolca e Coravin.

“E’ stato certamente emozionante ritrovarsi in un contesto che rappresenta il gotha della produzione mondiale – racconta Chiara Soldati, CEO de La Scolca – Così come è stato bellissimo tornare a viaggiare, a incontrarsi e a confrontarsi. Ma la cosa che mi ha riempito di orgoglio, aldilà del successo delle nostre etichette, è stato percepire la passione degli Americani per i vini italiani dei quali apprezzano particolarmente la storia, i territori, la straordinaria diversità e lo stile che caratterizza in modo inequivocabile il Made in Italy di qualità”.

Il viaggio ha rappresentato inoltre l’occasione per presentare finalmente “live”, a stampa e operatori di settore, i vini della maison piemontese più venduti negli USA: Gavi dei Gavi ® Black Label, Gavi dei Gavi ® D’Antan e Gavi La Scolca.

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L’obiettivo è quello di sensibilizzare e stimolare una riflessione che possa portare a un nuovo approccio nel mondo del lavoro.

Così, la Fondazione Gambero Rosso, creata nel 2012 con l’obiettivo di dare risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, da novembre 2021 ha coinvolto alcuni dei volti femminili più importanti del mondo dell’agroalimentare italiano per parlare di parità di genere.

Ne è nata una rubrica fissa, con interviste a tutto tondo che tracciano un quadro della situazione fondamentale per compiere un nuovo e imprescindibile passo avanti sulla parità di genere.

A commentare le prime testimonianze di imprenditrici e imprenditori della produzione agricola ed enoica italiana, esperte ed esperti della ristorazione, personalità delle Istituzioni, della politica, dei servizi e delle Banche, è intervenuta la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti:

Per crescere e guardare al futuro, il Paese ha bisogno del talento e della creatività delle donne, ed è il motivo per il quale investire in lavoro femminile per aumentarne quantità e qualità non è soltanto una questione di giustizia ma di efficienza del sistema Paese e di benessere per tutti.

Ne sono consapevoli quelle aziende che da tempo promuovono politiche di inclusione e diversity per sostenere il lavoro delle donne, come emerge con chiarezza dalle interviste pubblicate su Gambero Rosso. Ne è pienamente consapevole il governo, che ha scelto di investire in modo prioritario sul lavoro femminile con azioni concrete, inserite nella prima Strategia nazionale per la parità di genere di cui, per la prima volta, il Paese si è dotato.

Lavoro, reddito, competenze, dimensione del tempo inteso come armonizzazione tra la vita lavorativa e familiare, potere e leadership femminile, sono i suoi cinque assi prioritari.

La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti con dedizione questa rubrica dedicata alle donne, non solo perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale sensibilizzare tutti gli operatori del settore sulla parità di genere.

Più lavoro per le donne, in tutto il territorio nazionale, riconoscendo non solo i ruoli che oggi ricoprono, ma favorendo l’accesso ai settori strategici di sviluppo. Abbattere quella differenza salariale che è uno dei fattori di disuguaglianza di fatto, ostacolo anche allo sviluppo economico complessivo del Paese. E ancora, armonizzazione dei tempi della vita familiare e del lavoro: la riforma del Family Act, con il sostegno alla genitorialità, incentiva il lavoro femminile e la condivisione paritaria dei carichi di cura tra le donne e gli uomini come elemento di investimento sia di carattere sociale che di carattere economico, supportato anche dal forte incremento dei servizi educativi che saranno realizzati tramite il Pnrr, a partire dagli asili nido.

Accanto a questo c’è la scelta di sostenere le donne al rientro dalla maternità. In legge di Bilancio abbiamo introdotto un meccanismo di decontribuzione a favore delle lavoratrici, perché l’esperienza della maternità, che nella carriera di una donna resta uno dei momenti fragili, assuma un valore nuovo.

Con l’introduzione della certificazione per la parità di genere per le imprese compiamo un ulteriore passo: le aziende sanno che se investono in inclusione femminile, in politiche per la parità di genere, avranno benefici di carattere fiscale. Abbiamo poi introdotto, per gli appalti nel PNRR, un nuovo meccanismo per cui le aziende hanno dei punteggi maggiori se mettono in campo politiche di promozione del lavoro femminile.

Una visione e un metodo nuovi che, anche grazie alla sinergia con il mondo delle imprese, hanno attivato un processo che ci farà crescere e farà crescere tutto il Paese. Più lavoro femminile vuol dire più ricchezza e benessere per tutti, ma anche dare compimento alla scelta democratica che le madri e i padri costituenti ci hanno consegnato: una democrazia animata dai sogni, le aspirazioni, i progetti, il contributo delle donne e degli uomini insieme.”

Le riflessioni e le proposte emerse dalla rubrica sono state fortemente condivise sia nel tono sia nei contenuti. Tra i temi più ricorrenti:

  • difficoltà nel conciliare vita privata e vita lavorativa;
  • donna multitasking;
  • politiche più favorevoli alla maternità e a donne single;
  • problema dello stereotipo sui generi;
  • disparità salariale;
  • creazione e sviluppo di una rete di servizi alla famiglia, un insieme di strutture e servizi che garantiscano un reale ed effettivo worklife balance;
  • rendere il congedo parentale il più possibile equo tra madre e padre, favorendo così una cultura della famiglia che metta sullo stesso livello i due sessi,
  • responsabilizzando anche l’uomo nella cura della famiglia;
  • la maternità, o meglio, la genitorialità, deve essere considerata in azienda come un credito, un’esperienza formativa e valorizzante con ricadute positive nel proprio luogo di lavoro e nella società, e non un “debito” come spesso oggi accade;
  • asili nido con orari flessibili;
  • rendere gli asili nido tutti gratuiti;
  • bonus da spendere nel lavoro di accudimento e formazione, soprattutto a favore delle professioni autonome e di quelle con grandi variabili di turni;
  • decontribuzione a favore delle aziende che mantengono l’occupazione delle giovani madri;
  • intraprendere un percorso culturale che veda il mondo del lavoro come uno spazio di pari opportunità e lo spazio familiare altrettanto;
  • rivolgersi agli uomini con una comunicazione sui media (film, social, tv, libri, radio, giornali ecc.) che dia spazio a nuovi esempi di mascolinità positiva.

Per approfondire e leggere le interviste a donne e uomini sul tema della parità di genere, per costruire un tavolo di riflessione quanto più ampio e produttivo. Cliccate qui!

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