Sara De Bellis

Mese: Aprile 2022

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W Rome, prima sede italiana del «W Hotels Worldwide» di Marriott, è una combinazione esplosiva di elementi con un indirizzo preciso, Via Liguria 26/36, che mostra con sicurezza tutta la passione esclusiva – inclusiva del Luxury Brands Marriott International per la bellezza, per il design e moda, fitness e musica, atmosfere, buona cucina, top mixology e vibrante socialità.

Un blend di ingredienti da vivere, un’offerta enogastronomica pensata da un dream team di gran pregio e un obiettivo con epicentro il Rione Ludovisi, quello di riportare tra queste gloriose vie nuovi fasti, energie e dinamicità da condividere, diventando caleidoscopica meta di kalokagathia, informale quanto impeccabile, in moderno stile “Whatever / Whenever”. Emanuele Broccatelli, Bars Manager, ci racconta il W Rome.

Bellezza, classe, energia magnetica, spazi da vivere, atmosfere da respirare. E’ il W Rome, in via Liguria, a ridosso di via Veneto, che ridefinisce la scena degli hotel di lusso della Città Eterna attraverso il suo concetto di ospitalità e lusso scanzonato, il suo servizio informale quanto impeccabile, la sua classe da vivere e respirare in ogni ambiente.

Riporta con nuovo smalto e verve nella Capitale le suggestioni della Joy de vivre nel suo personale e poliedrico mix di divani e arredi colorati, pareti in pietra, superfici in marmo, pavimenti in legno e motivi a spina di pesce, interni e panorami, fitness e dolcezze, cibi e cocktails d’autore.

Non potendo infatti trascurare gli elementi identitari della cultura italiana divisi tra forchetta e bicchiere, per celebrare la tavola il W Rome ha chiamato alla sua corte il grande Ciccio Sultano (Ristorante Duomo di Ragusa Ibla – 2 stelle Michelin), Chef siciliano di grande capacità ed estro, che ha personalizzato l’offerta gastronomica ritagliata sul suo “Giano Restaurant” (di cui vi parleremo più avanti), Fabrizio Fiorani, Pastry Chef del team di Ciccio Sultano che torna nella sua Roma (dove aveva lavorato alla Corte di Heinz Beck) e, tra poco in terrazza, all’ Otto rooftop bar, farà capolino l’acclamato pizzaiolo capitolino Pier Daniele Seu che, con la sua pizza sotto le stelle, completerà l’offerta outdoor di Sultano di crudi e griglia e quella del Bubble bar di Emanuele Broccatelli tra Champagne, spumanti, sidri, kombuche e una lista di 8 cocktail creati sul concetto di leggerezza.

Ma non esiste attesa senza calice o tumbler che sia, così, nel frattempo, a piano terra, il W Lounge, con rilucente Bancone Bar e Giardino Clandestino annesso, non teme il confronto con “Giano bifronte” e si prepara ogni giorno ad accogliere la vita serale e notturna romana con musica dal vivo, dj set e vibranti miscelazioni d’autore.

A tal proposito abbiamo intervistato Emanuele Broccatelli, Bars Manager per capire e carpire i segreti di un Cocktail che fanno del W Lounge un Regno di grande piacevolezza, comfort vivace e vibrante.

Emanuele, bartender eclettico e giramondo, cosa ha rappresentato per te questa nuova sfida all’interno del tuo articolato percorso professionale?

Il W sicuramente mi ha dato modo di poter esprimere al meglio il mio concetto di Hospitality, dove l’Hotel si apre alla città e crea un mood completamente nuovo, che si distacca dal passato, raccontando il presente e guardando al futuro.

Così, questa Libertà, ha fatto in modo di spingere ancora di più al limite un concetto di Hospitality Inclusiva, creando nuovi trend nel mondo degli hotel in Italia.

Quali sono le maggiori differenze tra essere Bars Manager di un locale, Bars Manager di un Hotel e Bars Manager del W Rome?

In un locale, devi concentrarti su un solo bar, un solo timing di servizio e guest che entrano dalla strada.

In Hotel vuol dire rapportarsi con tutti i dipartimenti, cercando di accomodare tutte le loro richieste: è una meccanismo più strutturato in quanto vanno gestite guest in house ed esterni, e far in modo che ci sia sempre una giusta energia.

Al W hotel significa creare contenuti innovativi , che rompono gli schemi, creare nuove modalità di bar programming; fare in modo che l’hipe del locale sia sempre alta e che renda i nostri ospiti continuamente interessati a quello che stiamo facendo; essere inclusivi e con mood che guarda al futuro.

Chi sono i tuoi compagni di avventura?

Christian Zandonella – GM; Emanuele Aspromonte – FnB Director; Nicola Zamperetti – Executive Chef; Beatrice Mano – Director of Rooms

Quali sono/sono stati gli aspetti più stimolanti di questa esperienza nel suo complesso?

Ad oggi aver creato nella mia città un luogo dal respiro internazionale è un grande risultato. Il W è un luogo dove ci si può sentire a casa, dove tutto è basato sull’empatia, sul sorriso e sulla grande voglia di fare creando sempre cose nuove, con un accento sulla qualità e sulla dinamicità, cosi da non avere mai un end goal ma un cammino che creativo volto al futuro dove la diversità inclusiva è al centro di tutto e fonte di stimoli.

Whatever / Whenever  (ovvero qualunque cosa / in qualsiasi momento) è la filosofia che permea ogni spazio del W Rome, qual è il concetto che ha ispirato la tua Drink List?

Il Tempo per me è il vero lusso, è l’unica cosa che non siamo ancora in grado di controllare e comprare, quindi avere il tempo di fare e la libertà di farlo in qualsiasi momento credo sia The New Luxury.

Al W tutto è permeato di questa cultura e quindi ho deciso che tutto dovesse avere un fil rouge.

Cosa annovera la W Drink list? Quali sono le sue peculiarità?

Al W lounge attraverso il concetto di Perpetual Nature, esprimiamo le nostre origini italiane con produttori di liquori e cocktail caratterizzati da Mix di Fitoterapia.

Anche grazie a DRINK IT DRINK IT, nel nostro laboratorio abbiamo creato dei liquori speciali per questa cocktail list: Gli ETHICAL LIQUORS. Abbiamo 8 cocktail dedicati al ciclo naturale di vita della pianta tra cui Radici – amaro perfetto / the Unfiltered; Foglie – Raizes; Fiori – Hay Yah; Frutti – Bloem.

Seduti da Giano, raccontiamo invece l’Aperitivo all’Italiana, altro elemento importante del nostro heritage e della nostra cultura che abbiamo esportato in tutto il mondo e di cui sono particolarmente orgoglioso.

Cosa rende uniche le atmosfere del W Lounge?

La rottura delle regole e l’innovazione dela visione dell Hospitality in generale.

Adesso stiamo pensando al futuro, creando trend e setting nuovi, è come se fossimo il “perfect MIX” tra un locale e un hotel 5 stelle lusso, che lo rende molto diverso perché va creato un servizio informale ma impeccabile, e questa è un filo ancora più sottile su cui camminare, gestendo tutto il servizio, coniugando guest e staff che devono creare un energia unica, valorizzando al massimo l’esperienza dell’ospite.

Con cosa possiamo accompagnare i buonissimi Drink?

Al piano terra ad una serie di bites in stile Siciliano che, grazie allo Chef Ciccio Sultano e a Nicola Zamperetti, sono piccoli capolavori di gastronomia classica quanto innovativa. Ci sono anche i dolci di Fabrizio Fiorani, icona della pasticceria moderna.

Qual è stato il feedback di Roma?

Dopo tanti anni credevo che fosse il momento per Roma di avere un luogo così e le mie intuizioni mi hanno dato ragione.

Roma era pronta e noi pronti per lei ed è stato ed è una relazione unica, esclusiva, che ci sta portando tanta gioia e grande soddisfazione professionale.

Dopo più di un anno di festeggiamenti rinviati – così come ha affermato Candice D’Cruz, Vice President di Luxury Brands Marriott International -, tra poco si leveranno in alto i calici all’Otto Rooftop Bar. Oltre il panorama che si godrà da lassù, di cosa si tratta? Ci sveli qualche anteprima da bere?

All’ OTTO Roof Top arriveranno, oltre alla cucina outdoor di Sultano di Crudi, Griglia e la Pizza di Pier Daniele Seu, una selezione di 8 cocktail creati sul concetto di leggerezza (low% abv) utilizzando prodotti quali i Sidri di Live Barrels, gli Slushy daiquiris con Rum Haitiani di Clarin. Chiaramente non mancheranno Aperitivi italiani, grandi Bollicine e Champagne. Vi aspettiamo.

W Rome via Liguria, 26-36,

Rione Ludovisi, Zona Via Veneto, Roma

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È tutto pronto per festeggiare il Carbonara Day il 6 aprile, una giornata che, come da consuetudine, accende i riflettori su uno dei piatti d’attribuzione romana più noti e apprezzati dai buongustai, sempre in voga e di sicuro appeal popolare e gourmet.

Tante le iniziative, i solidi indirizzi, le interessanti variazioni sul tema “carbonara” e un evento #foodporn su Roma, Napoli e Milano; scopriamoli insieme.

Fa della semplicità e del gusto genuino i suoi punti di forza, la sua popolarità è sconfinata, è uno dei piatti cardine della cucina di Roma, è amata in tutto al mondo, la sua origine è contesa, i suoi ingredienti pochi e di spessore, la scelta della loro qualità, è direttamente proporzionale al gusto. Parliamo della sua Maestà la Carbonara. Pasta, Uovo, Guanciale, Pecorino e Pepe nero. Tutto il resto è “manico” e personalità. Rimane infatti tra i banchi di prova più condivisi e difficili per gli chef, perchè i suoi estimatori, non fanno sconti.

Tante le iniziative per il Carbonara Day che vedrà protagoniste realtà che fanno del mangiare bene la loro cifra stilistica. Nella moltitudine di indirizzi romani, reali o virtuali:

  • un link con i consigli di Virginia di Falco su dove mangiare la migliore carbonara a Roma, dai mostri sacri alle osterie;
  • 5 tavole romane che la celebrano in versione creativa;
  • l’iniziativa di Matteo Di Cola di ItalyFoodPorn che, assieme a CarboGang e Golocius hanno unito le forze per celebrare assieme questo inimitabile piatto della tradizione romana.

Churchill e le “Carbonare Special Edition


In occasione del National Carbonara Day, la “Churchill 1795” ha deciso di rendere omaggio all’iconico piatto romano con un’iniziativa speciale che evidenzia lo stretto legame tra la ricetta e la mise en place, coinvolgendo cinque ristoranti romani che realizzeranno delle “ Carbonare Special Edition” servite nei piatti della nuova collezione primaverile 2022 di Churchill 1795.

Protagonisti dell’iniziativa i ristoranti romani Aqualunae Bistrot, Cuoco e Camicia, Osteria Fratelli Mori, Roberto e Loretta, 53 Untitled


“Per lanciare la nostra nuova collezione di primavera in Italia e in particolare a Roma, abbiamo pensato di celebrare la carbonara, un piatto simbolo della cucina romana apprezzato in tutto il mondo, la cui festa si tiene proprio agli inizi della stagione primaverile. La carbonara si presta ad essere realizzata in molteplici declinazioni e così per ogni ricetta ideata dagli chef, abbiamo ricercato il piatto Churchill più adatto.  dichiara  Francesca Tartara, Business Development Manager di Churchill 1795. 

Per il Carbonara Day, lo chef Emanuele Paoloni del ristorante Aqualunae Bistrot realizzerà i Paccheri alla carbonara con spuma di carciofo e caviale di salmone che saranno serviti sul piatto Homespun Accents nella nuova nuance Aquamarine; 

 un dolce davvero particolare che sarà esaltato dall’iconica forma Walled del piatto della collezione Kintsugi nel nuovo colore Coral.

L’Osteria Fratelli Mori farà per l’occasione le Costolette di agnello avvolte nel guanciale, servite con salsa alla carbonara, cipollotto e asparagi, un secondo piatto che ben si abbina al mood della linea Stonecast Raw nella nuova tonalità Teal; 

lo chef Riccardo Loreni di Cuoco e Camicia darà vita a un primo piatto composto da Bottoni di carbonara in vignarola, i colori di questa ricetta saranno messi in risalto dalla linea Kintsugi nel nuovo colore Coral.

Il ristorante Roberto e Loretta servirà nei piatti Stonecast Raw colore Grey il Raviolone con cuore di carbonara fatto con pasta tirata a mano ripiena di crema di pecorino e tuorlo d’uovo di canapa dell’Azienda Agricola Silvia O. completato con crumble di guanciale.

GOLOCIOUS e il Carbonara Day

lo scorso anno la sua festa ha visto decine di milioni di persone che hanno partecipato, a vario titolo e con vari risultati, sui social a cucinare la propria “Pasta alla Carbonara”. Quest’anno potete seguire l’evento di Golocius a Milano, Roma e Napoli e partecipare assieme ai ragazzi di ItalyFoodPorn e Carbogang.

Golocious che nasce dal mondo di Vincenzo Falcone punta sul #foodporn con un motto che non lascia spazio a fraintendimenti: “iniziamo a godere”. Presente a RomaMilano Napoli ed in altre piazze lungo tutto lo Stivale (come potete consultare qui), assieme ai ragazzi di ItalyFoodPorn, capitanati da Matteo Di Cola e di Carbogang vi faranno fare faville e carbonare!

Per l’occasione, tra l’altro, verrà anche offerto un menu speciale, al costo di 50 euro per due persone, comprensivo di: 2 tranci di pizza carbonara, 1 frittata alla carbonara, 1 Sbamburger® alla carbonara, 2 rigatoni alla carbonara e 2 soft drink.

Curiosità sulla Carbonara

Pietanza romana che, pur essendo relativamente giovane, vuoi per la bontà genuina di cui ne è caratterizzata, vuoi per l’essere ormai conosciuto in ogni angolo del globo (provare per credere) è un punto fermo del “made in Italy”.

Carbonara che gode di assoluta popolarità e che, come un’autentica star, è portatrice anche di alcuni misteri che ne aumentano l’allure. Sono infatti un paio le maggiori teorie riguardo la sua nascita; una sostiene come la carbonara sia una sorta di evoluzione della “Cacio e pepe” in quanto nata grazie ai carbonari che portavano gli ingredienti principali della ricetta nei propri tascapani. L’altra teoria è che sia nata per mano di uno sconosciuto cuoco il quale, durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzò bacon e uova dei soldati americani per condire la pasta.

Ma i misteri, se così vogliamo chiamarli, non si esauriscono qua poiché è risaputo come sia abituale argomento di scontro nelle nostre cucine l’utilizzo della pancetta o del guanciale. Ad onore del vero nelle prime edizione la carbonara veniva preparata usando sempre e solo la pancetta fino a quando, a metà degli anni ’60, per merito di Luigi Carnacina e Luigi Veronelli, viene usato come migliore alternativa il guanciale. Scelta la loro che viene anche statuita ne “La Grande Cucina”. Ma anche la panna ha destato non poche diatribe; ed anche qua i due mostri sacri della cucina di cui sopra ne contemplano “qualche cucchiaiata, di quella freschissima e molto cremosa”. Panna e carbonara di cui si fece portavoce anche l’illustre Renato Rascel il quale, da romano DOC quale era, si riteneva portatore della tradizione capitolina e quindi aggiungeva anche un po’ di panna.

Uso della panna che anch’esso affonda le radici nel periodo storico in cui nasce la carbonara ovvero nel secondo Dopoguerra quando le uova usate erano spesso in polvere (erano quelle delle razioni americane) e così vi era la necessità di una parte liquida e grassa per dare la giusta consistenza. O forse, e qui arriva un’altra teoria, perché i gastronomi di quel tempo guardavano con ammirazione i colleghi d’Oltralpe la cui cultura vedeva utilizzare di più la panna che noi latini.

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Saranno 12 i ristoranti del Portico d’Ottavia protagonisti, dal 6 all’8 aprile, della Prima Edizione del Festival del carciofo romanesco che vuole rilanciare il turismo agroalimentare, coinvolgendo turisti e appassionati del genere attraverso il celebre ortaggio dalla lunga storia, dai mille poteri nutrizionali e dalle innumerevole gustose ricette nate proprio nel Ghetto ebraico di Roma.

Inizia mercoledì 6 aprile alle 11 nel quartiere ebraico di Roma che per tre giorni, fino all’8 aprile, sarà il perfetto palcoscenico della Prima Edizione del Festival del Carciofo Romanesco.

Alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la nostra salute partendo dalla prevenzione, da sempre il carciofo è il gran protagonista degli orti del territorio laziale dove viene, ancora oggi, valorizzato e interpretato da cuochi e chef; oltre ad essere un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne ha declinato l’uso in numerose ricette divenute icone gastronomiche.

La manifestazione vuole evidenziare i diversi significati legati a questo ortaggio dai molteplici poteri nutrizionali e simbologie culturali, erede di una lunga storia che giunge in Italia grazie agli Etruschi. Già nel “Naturalis Historia” di Plino e dal “De Re Coquinaria” di Apico, sappiamo infatti che i romani, da bravi buongustai, amassero i carciofi lessati in acqua e vino, o cucinati con il garum.

FESTIVAL DEL CARCIOFO ROMANESCO – Come funziona

Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, mutuato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, volto a rendere il carciofo punto di riferimento del territorio romano.

A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre sarà proprio il luogo dove si terrà l’evento, il ghetto ebraico di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti.

Il 6, 7 e 8 aprile ogni giorno, a pranzo e a cena, presso 12 ristoranti del quartiere ebraico aderenti accoglieranno la rassegna gastronomica offrendo un menù speciale tutto a base di carciofo, a 35€.

Ad accompagnare i piatti il vino bianco Fiano di Terre di Petrara. A chiudere la degustazione il gelato al carciofo e al vino creato dal gelatiere di Cocciano Roberto Troiani, tra sperimentazione e creatività.

Il menù è a sorpresa ed ogni ristorante lo proporrà il giorno stesso: tra gli antipasti immancabile il carciofo alla romana e quello alla giudia, poi Carbonara di carciofi, fettuccine cernia e carciofi, abbacchio con i carciofi, coratella con i carciofi, baccalà con i carciofi e chi più ne ha, più ne metta!

Ci saranno anche delle bancarelle che venderanno l’ortaggio. Ci saranno attività collaterali, come ad esempio le lezioni di cucina, dove degli esperti chef mostreranno la realizzazione di ricette revisionate e classiche.

Il programma, i locali partecipanti e le offerte dei menù sono consultabili sui siti web: www.festivaldelcarcioforomanesco.com e www.romaincampagna.it.

Ad accogliere i visitatori ci saranno due grandi totem a forma di carciofo con la scritta: “La storia è tutta mia, gusto e fantasia, solo qui c’è la magia del carciofo alla giudia”.

L’iniziativa è promossa da Confesercenti Roma e Lazio; sponsorizzata dal Centro Agroalimentare Romano e dalla Camera di Commercio di Roma – AgroCamera; patrocinata dalla Regione Lazio, da ARSIAL – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, dal I Municipio, con la collaborazione di Coldiretti Lazio.

Carciofo alla Giudia: quando il rilancio dei servizi e della ristorazione passa per l’identità di un piatto

Sono molto orgoglioso di questa manifestazione, promossa da Confesercenti Roma e Lazio, in quanto credo sia molto importante valorizzare le eccellenze del nostro territorio, i prodotti di qualità e la professionalità degli operatori del settore della ristorazione – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria.

Il carciofo romanesco è un prodotto che fa parte della cultura culinaria di Roma e del Lazio ed è giusto che noi, come Associazioni, attraverso questi eventi, facciamo conoscere ai nostri concittadini e ai turisti le materie prime che la nostra regione offre, la loro importanza a livello nutrizionale e il lavoro che gli chef e tutti gli operatori della filiera svolgono ogni giorno per far arrivare sulle nostre tavole queste prelibatezze. Il 1° festival del carciofo romanesco è un punto di partenza per organizzare nella nostra città sempre più eventi di questo genere che legano sempre più i cittadini e il territorio attraverso il cibo. Siamo già al lavoro per organizzare la seconda edizione che non si svolgerà solo in una zona della città, ma coinvolgerà tutto il territorio della Capitale”.

Evidenzia Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti Roma e Lazio:

Il 1° Festival del Carciofo Romanesco sarà dunque una grande occasione per riscoprire uno dei prodotti di eccellenza della nostra tradizione gastronomica e far scoprire ai turisti italiani e stranieri il forte legame che esiste tra cibo e cultura identitaria di un popolo; il tutto con uno sfondo d’eccezione, il quartiere Sant’Angelo di Roma con il complesso del Portico d’Ottavia”.

Commenta Angelo Di Porto, Vicepresidente Fiepet Roma:

Il valore aggiunto di questo festival è nel luogo stesso dove si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, laddove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si conservano attraverso tradizioni secolari tramandate di generazione in generazione.

Sottolinea l’Assessore Alessandro Onorato:

Creare un appuntamento che valorizzi la tipicità della cucina romana è fondamentale per sviluppare l’identità di Roma nel mondo. I turisti cercano sempre di più prodotti di qualità tipici della nostra città per vivere un’experience da ricordare

L’inaugurazione del Festival del Carciofo Romanesco avverrà mercoledì 6 aprile alle ore 11, con la partecipazione delle istituzioni partner e della Presidente del I Municipio Lorenza Bonaccorsi.

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