Sara De Bellis

Anno: 2022

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Ricerca, Esperienze, Tecnica, Sapore e Materie Prime: la valorizzazione del territorio Agro Pontino che approda sulla tavola attraverso l’Alta Cucina è stato il tema della cena-evento a otto mani e quattro menti da Chef, che si sono fatti portavoce di questo multiforme tratto di costa italiana, e sono: Gino Pesce (Acqua Pazza di Ponza – 1 stella Michelin), Simone Nardoni (Essenza di Terracina – 1 stella Michelin), Fabio Verrelli D’Amico (MateriaPrima di Pontinia -1 stella Michelin) e Giovanni D’Ecclesiis (Il Vistamare di Latina, il ristorante overview dell’ Hotel Fogliano New Life che ha ospitato l’evento). Ma cosa significa “valorizzare un territorio” e perché è così importante? Scopriamolo insieme.

La valorizzazione del patrimonio enogastronomico di un dato territorio costituisce il principale punto di appeal, una porta d’ingresso privilegiata per chi è affamato di conoscenza.

Il cibo, e l’enogastronomia più in generale, rientra infatti nella “top five” delle motivazioni che rendono attrattiva una meta. E’ per questa via di consapevolezza che la cucina dei luoghi diventa fondamentale e, oltre a essere una piacevole attività di appagamento sensoriale e psicofisico, si trasforma in un piacevolissimo strumento di scoperta e conoscenza, interessante stimolo sia per chi crea, sia per chi assapora.

Nella prospettiva di un turismo moderno, sempre alla ricerca di continue emozioni, la domanda di tipicità locali si trasforma quindi volentieri in un’offerta di esperienze di livello, valorizzando e interpretando il patrimonio gastronomico dell’ agro pontino attraverso il pensiero dell’alta cucina. E’ stato questo il tema della cena che ha preso il nome di “Eccellenze Pontine” e che si è svolta lo scorso 7 aprile 2022 presso “Il Vistamare”, il ristorante overview dell’ Hotel Fogliano New Life di Latina da dove il mare, con il suo andamento ipnotico, è il primo protagonista e domina la scena intera con il suo blu.

Le ricette tradizionali, le loro preparazioni, le materie prime tipiche, l’arte, la ricerca e la tecnica innovata, diventano punto di unione tra l’autenticità di un territorio e punto d’interesse per chi è sempre più desideroso di proposte autentiche, incuriosito dai twist sulla tradizione, coinvolto da occasioni partecipative strettamente collegate alle specificità del territorio che lo ospita.

Otto mani per elevare a potenza le Eccellenze Pontine di Acque e di Terre. La sfida quotidiana degli Chef Gino Pesce, Simone Nardoni, Fabio Verrelli D’Amico e Giovanni D’Ecclesiis, consiste proprio nel trasformare la tavola in ricerca, le ricchezze agricole in proposte sensoriali, i giacimenti marini e bacini d’acqua dolce in storie da mangiare, che hanno ancora tanto da raccontare.

Gino Pesce, Chef del ristorante Acqua Pazza di Ponza (1 stella Michelin), con “Dentice marinato, alghe e ricci” ha quindi portato il suo mare isolano in un gioco di iodio e salmastro, che creano ritmo sulle selvagge carni del dentice attraverso le essenze delle sapidità marine di acqua e scoglio della sua bella roccia di mare:

Partiamo dal concetto di cucina perché “Acqua Pazza” parte da un concetto di cucina semplice, mediterranea, elaborata su una materia prima eccezionale.

Ho scelto il dentice perchè uno dei pesci più rappresentativi e selvaggi, che ben rappresentano i nostri mari; un pesce predatore con una grandissima carne. In questo caso, pulito e sfilettato, con la sua pelle fa una marinatura di 16 minuti sotto sale con timo e scorza di limone. Poi viene semplicemente sciacquato, asciugato, e tagliato a carpaccio, poi condito con olio, pochissimo, sale, alghe e ricci  di mare per restituire tutto il sapore della mia Ponza.

Simone Nardoni, Chef del ristorante Essenza di Terracina (1 stella Michelin), ha invece farcito i suoi tortelloni con un morbido di patata affumicata, sposandoli con degli sconcigli alla bourguignonne e spuma di ostriche del Lago di Paola. Consistenze, suggestioni iodate e note fumè orchestrate su insolite materie prime del luogo e twist di tecniche francesi, e lo racconta così:

Per me valorizzare il territorio vuol dire impegnarmi nel selezionare alcune produzioni di piccoli agricoltori o artigiani e mettere in risalto le caratteristiche dei loro prodotti tramite i nostri piatti o preparazioni, sempre e se troviamo punti in comune sul’ etica con la quale svolgono il proprio lavoro.


Ho scelto questi ingredienti perché sono nato e cresciuto in campagna, a Pontinia e quindi conservo un attaccamento a quelli che sono i processi della vita agricola (cicli di produzioni, attese, gesti e usi ). Poi l’arrivo a Terracina e l’approccio a tutto ciò che offre il mare, inclusa la valorizzazione del pescato di queste zone che ritengo sia di una qualità straordinaria e necessità del giusto approccio; per questo mi è piaciuto inglobare passato e presente del nostro vissuto in provincia.

Fabio Verrelli D’Amico, Chef di Materiaprima Osteria Contemporanea di Pontinia (1 stella Michelin) con “Anguilla alla brace, pecora cruda e misticanza di lago”, ha invece estremizzato sapori e scelte, attingendo alla laguna e al gregge, creando un insolito, quanto riuscito, legame issato sulla personalità dell’Anguilla alla brace e su quella della Pecora cruda unite, idealmente e attivamente dalle erbe amare, e che diventano l’una la spalla dell’altra. Un piatto che è frutto di osservazione, ricerca e ragionamento applicato.

Il desiderio è stato di rappresentare elementi e tradizione del nostro territorio della nostra palude. Abbiamo ragionato su ciò che rappresentavano per noi gli spazi che abitiamo. Il lago di Fogliano è da sempre un bacino, esiste una buona produzione di anguilla locale, un pesce molto grasso che lega la sua cottura alla brace che riporta il sapore di carne.

Ragionando sugli ambiente e sui loghi, osserviamo questa dimensione che si compenetra con quella agricola pastorale: qui le pecore che si nutrono delle erbe salmastre. Da lì nasce l’idea di unire la succosità della pecora all’anguilla maturata nel grasso di pecora, per acquisire più struttura. Abbiamo poi lavorato sulla frollatura della carni e ne abbiamo tirato fuori un piatto in cui pecora e anguilla sono entrambe protagoniste unite da una salsa fatta con i fondi di entrambe, aggiungendo le erbe amare e la misticanza selvatica, che le nutrono e le uniscono.


Giovanni D’Ecclesiis, Resident chef de il Vistamare, che unisce sapore, tecnica e leggerezza nei suoi piatti, ha aperto la cena con “Pesce San Pietro, limone Trombolotto di Sermoneta, carciofi di Sezze e prosciutto di Bassiano” e chiuso le danze di una serata che ha lasciato una profonda impronta con un dolce dedicato alla Fragola Favetta e Moscato di Terracina, dolci e briose icone di questo litorale.

La cena, in abbinamento ai vini di Marco Carpineti, è stata un omaggio al territorio nel suo insieme, dal Parco Nazionale del Circeo fino a Ponza, perla dell’arcipelago pontino, inclusi laghi, luoghi, campi, boschi e paludi. L’Hotel Fogliano e il suo ristorante Il Vistamare, di proprietà di Gianluca e Roberta Boldreghini, attraverso una politica di comunicazione della ricchezza e dell’ unicità di questo multisfaccettato tratto di litorale italiano, sono veri e propri anfitrioni che, con grande entusiasmo e passione inclusiva, sostengono e alimentano attivamente il movimento di rinnovamento culturale e di fruizione del generoso territorio agro pontino. Ad Maiora Semper.

Il Vistamare – Hotel Fogliano New Life

Piazzale G.Loffredo, 04100, Latina (LT)
Tel: 0773/273418, info@ilfoglianohotel.it, www.ilfoglianohotel.it

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Quando si parla di Pizza le declinazioni sono davvero infinite perchè il cibo più famoso al mondo, orgoglio della gastronomia italiana e patrimonio immateriale dell’umanità secondo l’Unesco, è un prodotto contemporaneo, antico e moderno, in costante evoluzione, sempre tesa (o stesa) ad intrepretare nuovi gusti, ricerca e nuove abitudini.

In questa ottica evolutiva, Molino Dallagiovanna ha lanciato un avvincente contest per individuare il professionista che si aggiudicherà il titolo di “Dallagiovanna Pizza Ambassador” rappresentando la pizza in Italia e nel Mondo per l’anno 2023, affiancando l’azienda a fiere ed eventi.  Un’occasione Unica che segnerà la carriera del vincitore in un Bit!

Sono ben centottanta i pizzaioli d’Italia che si stanno contendendo il titolo di “Dallagiovanna Pizza Ambassador 2023”, per diventare il volto ufficiale del Molino per rappresentare il settore pizza in Italia e nel mondo attraverso un’avvincente gara che Molino Dallagiovanna ha ideato per i pizzaioli professionisti con la collaborazione come media partner del Gambero Rosso, primo gruppo editoriale multimediale enogastronomico in Italia e Forni Moretti, azienda leader per le tecnologie di cottura dei prodotti lievitati.

Che sia Margherita o un Futuro di Marinara, bassa e croccante o morbida con il cornicione gonfio, pensata con condimenti ricercati, tradizionali o creativa, con farine senza glutine o con germe di grano, in Teglia, in Pala, al Metro o nel Padellino, quando si parla di pizza le declinazioni sono davvero infinite perchè la pizza, cibo più famoso al mondo, orgoglio della gastronomia italiana e patrimonio immateriale dell’umanità secondo l’Unesco è un prodotto in costante evoluzione, sempre tesa (o stesa) ad intrepretare nuovi gusti, ricerca e nuove abitudini.

Proprio in questa ottica evolutiva, e per individuare un nuovo modo di vivere la pizza, Molino Dallagiovanna lancia una sfida a suon di farine, impasti, condimenti, pale e palini. Vediamo qual è stata fino ad adesso il suo percorso.

Come Funziona PIZZA BIT?

La fase 1 relativa alle iscrizioni, dal 1 Settembre 2021 al 30 Novembre 2021 è terminata, ed ora siamo nella “Fase 2”

Le Gare Regionali

I 180 professionisti selezionati dalla “fase 1, di iscrizione” sono stati chiamati a realizzare, portando il proprio impasto e senza “vincoli di farina” una “pizza tonda classica” in una delle 9 tappe presso una delle sedi indicate. Un’attenta giuria, composta da tecnici e giornalisti del settore, giudicherà la pizza realizzata in base a diversi parametri.

Si è partiti a febbraio con le 9 Gare Regionali (3 al Nord, 3 al Centro e 3 al Sud), alle quali partecipano 20 pizzaioli per tappa.

Le Semi-finali

Da 180 solo 27 professionisti accederanno alla “Fase 3, le semi-finali” che si svolgeranno a Giugno-Luglio 2022.

Le 3 tappe da 9 partecipanti l’una, avverranno nelle più belle spiagge italiane.

La gara continuerà a giugno e luglio con le 3 semifinali in programma sulle spiagge di Calabria, Abruzzo ed Emilia Romagna.

Anche qui la pizza verrà realizzata e valutato, ma stavolta sia da una giuria di tecnici e giornalisti sia da una giuria popolare, al fine di decretare i 3 pizzaioli che passeranno il turno alla fase finale.

La finale

A Settembre 2022, presso il Molino Dallagiovanna, i 9 finalisti avranno 20 minuti per realizzare il piatto da presentare alla giuria. Solo il Migliore, ovvero un connubio di Pizza & Pizzaiolo, capacità tecniche, creative e comunicative, diventerà il “Dallagiovanna Pizza Ambassador“, pronto a girare il mondo.

L'avvincente finalissima è prevista per il 10 settembre in occasione delle celebrazioni per i 190 anni dell’azienda.

L’ultima Selezione Regionale

Lo scorso lunedì 11 aprile si è svolta nelle Marche, presso l’Accademia della Cottura MorettiLAB / Moretti LAB Learn & Bake – di Mondolfo (PU), la sesta e ultima tappa della lunga maratona di Pizza Bit Competition.

Nella tappa marchigiana a conquistare i palati della qualificata giuria composta da esperti del settore, blogger e giornalisti sono stati:

  • Matteo Vitali della pizzeria “Il Cortile in centro” di Rimini (RN) con la pizza “Pavonia”;
  • Andrea Ciarloni de “La Bottega di Via Cimarelli” di Ancona (AN) con la pizza “Battuta”;
  • Alessandro Di Gennaro della pizzeria “L’Antico Portone” di Teramo (TE) con la pizza “L’Alba Adriatica”.

In base al regolamento di Pizza Bit Competition, i candidati in gara sono stati valutati secondo i seguenti criteri: ricetta dell’impasto (conoscenza base delle tecniche di impasto, metodo di esecuzione, creatività), presentazione del piatto finale (impiattamento, armonicità, creatività), assaggio (masticabilità, armonicità dei sapori e degli abbinamenti, cottura), professionalità del candidato (abbigliamento e presenza, capacità comunicative, gestione e pulizia della postazione di lavoro).

Partner tecnico dell’intera competizione è Moretti Forni, azienda leader per le tecnologie di cottura dei prodotti lievitati, che ha ospitato la gara delle Marche. In occasione delle semifinali e della finale Molino Dallagiovanna si avvarrà della collaborazione di Cast Alimenti, la Scuola di cucina di cui è partner da molti anni a sostegno della formazione e dell’eccellenza delle professioni. Per maggiori informazioni: https://www.dallagiovanna.it/pizza-bit-competition.

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A pari del Panettone, la Colomba è la dolce regina della Pasqua, immancabile sulle tavole degli italiani nei giorni di festa. Diventata Nuovo Banco di Prova di Abili Chef e acclamati Pastry Chef, tra i due lievitati pare non vi sia nessuna distinzione sostanziale, se non la forma, che rimanda al simbolo di Pace dai tempi di Noè in poi.

Ad ogni Pasqua, oltre la tradizionale, nuovi abbinamenti e sapori, perfetti per giustificare qualche strappo calorico in più in nome della Creatività di Abili Chef e acclamati PastryChef.

Entrambi i lievitati sono di origine lombarda, ma mentre il Panettone nasce nel ‘600 come dolce di Natale e si diffonde più tardi nel resto dell’Italia conquistando il nome con il quale oggi è noto nel mondo; la colomba arriva qualche decennio più tardi arricchita di glasse, mandorle e granelle.

Condividono gli stessi ingredienti di preparazione dell’impasto di partenza: farina, zucchero, uova, burro e lievito naturale; poi lunghe lievitazioni, fasi, impasti e ingredienti caratterizzanti: per tradizione, il panettone vuole uvetta e frutta candita, mentre nella colomba trionfano i canditi di arancia.

E’ qui che entra in gioco la creatività dello chef che da una parte cura lievitazione e alveoli, dall’altra inventa golosi abbinamenti pensati ad hoc per ogni Pasqua, perfetti per giustificare qualche strappo calorico in più.

Colomba Sal de Riso

A lievitazione naturale, la colomba classica viene farcita con bucce di arancia candite e, infine, una glassa preparata con zucchero, albumi, mandorle e nocciole. In aggiunta alla colomba classica (da 38€ al kg), potete scegliere tra diverse varianti all’amarena, limoncello, tre cioccolati, tiramisù, e per i veri chocolate addicted c’è quella farcita con gocce di cioccolato e CremDerì, la crema spalmabile a base di nocciole e cioccolato al latte in un’elegante confezione blu e verde, ispirata ai colori della Costiera.

Francesco Guida

Figlio d’Arte, Francesco Guida entra di diritto tra i senior del settore, perchè dal padre, Peppe Guida, Chef di Osteria Nonna Rosa, 1 Stella Michelin, ha ereditato tutta la passione per i sapori buoni, autentici, approfondendo tecniche alla ricerca dei soffici, gonfie e umide strutture. La sua è una colomba da manuale. Le varianti sono cioccolato al latte, fondente e amarene, mandarino e pasta di mandorle e albicocca.(1 kg, 35 € https://www.peppeguida.com).

La Colomba di Antonino Cannavacciuolo

Rimanendo in Campania, tra i grandi chef, merita menzione la colomba di Antonino Cannavacciuolo, in vendita in un’elegante scatola blu con dei motivi geometrici che richiamano, in breve, le maioliche della Costiera. In conclusione, un dolce soffice, fragrante e profumato, al quale sarà difficile resistere. La colomba è preparata con gli ingredienti tradizionali e realizzata nella versione classica (con glassa di mandorle e nocciole), al cioccolato e arancia, e al limoncello (glassata con cioccolato bianco e scorze di limone). Poi Esotica (glassa al cioccolato bianco con perle croccanti di cioccolato bianco e cocco rapè e cuore morbido con farcitura dai sapori esotici); Gianduia (glassa al cioccolato gianduia con pepite di cioccolato al latte e cuore morbido con farcitura di cremoso al Gianduia); Melannurca e Cioccolato bianco (glassa al cioccolato bianco e perle croccanti e cuore morbido con farcitura di cremoso al cioccolato bianco Pezzetti di Melannurca Campana IGP candita). Quest’anno anche la versione certificata Vegan, preparata con gocce di cioccolato, ma senza canditi, nel formato 750 grammi, conterrà cioccolato fondente, bevanda di soia, lievito madre, olio extra vergine di oliva, burro di cacao, pasta di scorza d’arancia, pasta di scorza di limone, pasta di scorza di mandarino, curcuma, vaniglia bourbon. Disponibile sono nel formato da 750 gr e acquistabile online e nei negozi specializzati.

Colomba Iginio Massari

Sono due le versioni realizzate dal grande maestro ma certamente sapranno soddisfare anche i palati più esigenti, un trionfo di profumo e morbidezza, acquistabile online e nei negozi specializzati. La colomba classica mandorlata del maestro pasticcere Iginio Massari ha un impasto arricchito con scorza d’arancia candita, ricoperta da una croccante glassa all’amaretto con mandorle e granella di zucchero. La versione al cioccolato con scorze di arancia candita, cioccolato al latte e fondente; mentre la superficie è ricoperta con scaglie di cioccolato fondente, amaretto e cereali.

Colomba Niko Romito

Lo chef di Castel di Sangro che studia e ricerca, per Pasqua 2022 propone una colomba dal gusto leggero e fresco, non eccessivamente dolce, ricoperta da una glassa di mandorle e zucchero grezzo. L’impasto ha una consistenza leggera grazie alle tre fasi di fermentazione e alle quattro di lavorazione e lievito madre, che rende il prodotto finale altamente digeribile. Il profumo dell’impasto si deve alle bacche di vaniglia Bourbon, alla cannella e a un’ emulsione di mandorla biologica siciliana.
una bontà disponibile sull’e-shop , al prezzo di 40€ al kg, e nelle versioni classica e al cioccolato.

La Colomba di Ciccio Sultano e Fabrizio Fiorani

La colomba di Ciccio Sultano e Fabrizio Fiorani, pasticcere del Gruppo Sultano, è lavorata a mano e farcita con arance e limoni canditi, vaniglia, burro di latteria, mandorle siciliane, buccia fresca di arancia e limone, farina italiana di qualità.
Ispirata al meglio della Sicilia, è protetta nella sua grammatura da 1kg, da un’elegante packaging perfetta da accompagnare ad un bicchiere di Moscato di Pantelleria Vinisola, tutto disponibile sullo shop Sultano.

Le colombe del San Domenico di Imola

Anche il ristorante due stelle Michelin «San Domenico» di Imola ha la sua colomba (45 €). Le varianti sono due, oltre a quella classica la proposta alternativa è un impasto aromatizzato con fragole e cioccolato. I canditi della colomba tradizionale sono misti, di limone, arancia, bergamotto e mandarino, ma la pasta è arricchita anche da gelatine di albicocche. In quella con fragole e cioccolato gli ingredienti sono fragoline di bosco candite, cioccolato fondente al 55% e una glassa alle mandorle, nocciole e cacao.

“La voce” di Aimo e Nadia

«Voce Aimo e Nadia» è il bistrot del ristorante due stelle Michelin guidato dagli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani. Per Pasqua hanno realizzato la loro versione della colomba rispettando a pieno la tradizione: lievito madre, uova da allevamento a terra, arance candite dalla Calabria, mandorle biologiche pugliesi (42 €). La colomba può essere acquistata presso il bistrot oppure online.

Colomba Fiasconaro

Quella dei fratelli Fiasconaro è una colomba nella quale troverete, a seconda della variante scelta, i prodotti siciliani per antonomasia: pistacchio di Bronte, arance, cioccolato di Modica, albicocche, mandorle e la Manna delle Madonie. Per gli amanti della tradizione, c’è la colomba classica, con freschi canditi d’arancia e ricoperta di glassa. La variante all’essenza di petali di rose con gocce di cioccolato rosa, ricoperta infine con confettura di fico d’india, cioccolato bianco e croccantini di cioccolato, rimane impressa, così come merita menzione anche la versione “Oro di manna”, con cioccolato gianduia e crema alla Manna da spalmare, ricoperta di cioccolato bianco e mandorle. Tutte nelle esclusive confezioni di latta firmate Dolce&Gabbana.

La Pasqua secondo i Cerea

Una pasta lievitata giallo intenso e soffice, la colomba classica firmata Cerea, del ristorante tre stelle Michelin «Da Vittorio», a Brusaporto (Bergamo), è una chicca per veri gourmand. L’impasto è arricchito con arancia candita e uvetta, mentre la copertura è di zucchero e mandorle intere tostate. La si può ordinare sullo shop del loro sito, con consegna a domicilio in tutta Italia. Entrambe le ricette sono disponibili anche sul sito Cosaporto.it.

La versione di Carlo Cracco

Tre idee dalla cucina dello chef stellato Carlo Cracco: classica, cioccolato e pistacchio. Partendo da un unico formato da un chilo, lo chef parte dal grande rispetto per la tradizione per la versione classica, mentre si diverte a rivisitare il dolce pasquale nella versione al cioccolato. Infatti, al suo interno ci sono dolci arance e albicocche candite targate Agrimontana. Per la versione al pistacchio, Cracco ha scelto una glassa al cioccolato bianco e pistacchio, arricchita all’interno con del goloso pralinato sempre a base del celebre frutto secco siciliano.

La Colomba “Special” di Vincenzo Tiri e Gianfranco Lo Cascio

Il maestro pasticcere Vincenzo Tiri ha realizzato in limited edition in collaborazione con Gianfranco Lo Cascio di BBQ4All con il quale ha ideato una nuova versione del celebre dolce pasquale in una scatola di latta nera opaca e oro, in due combinazioni di gusti: classica, con arancia candita e pepite di cioccolato e crema zabaione al marsala; primaverile-estiva con pepite di frutta tropicale candita come ananas, mango e papaya e crema spalmabile a base di liquore Strega di Benevento.

Gucci Osteria

Karime Lopez, chef del ristorante una stella Michelin «Gucci Osteria» che fa parte dell’universo di Massimo Bottura, reinterpreta la colomba esaltandone le note agrumate. L’impasto, infatti è arricchito da canditi di bergamotto e yuzu, un agrume giapponese (80 €, disponibile anche online). Ogni colomba è confezionata in una scatola di latta a marchio Gucci.

Dario Nuti al Rome Cavalieri

Il Rome Cavalieri è un vero e proprio resort di lusso nel cuore della Città Eterna. Il Pastry Chef di questo esclusivo luogo che domina Roma è Dario Nuti. La sua visione della pasticceria sposa la tecnica aristocratica e la valorizzazione della materia prima tutte francesi armonizzate magistralmente con l’approccio più popolare e festoso della pasticceria italiana.

La sua Colomba è classica, con particolare cura per i candidi che prepara lui stesso con arance biologiche siciliane, attitudine e accortezza in pieno stile Rome Cavalieri, sempre attento ai temi della sostenibilità e tradizione, con sostegno attivo ai grandi prodotti del nostro territorio italiano. La colomba ha un peso di 800 gr ed il costo è di 40€.

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Tanta l’attesa per il ritorno in presenza a Veronafiere del 54° salone dei vini e dei distillati (10-13 aprile). L’evento offre agli operatori e alla stampa specializzata da tutto il mondo la possibilità di conoscere le migliori
cantine della Penisola che, pur nella differenza di territorio, stile produttivo e dimensioni aziendali, sono accomunate dall’altissima qualità dei vini prodotti. Saranno 4.400 le aziende espositrici in 19 nazioni presenti
alla manifestazione che, dopo due anni di stop a causa del Covid, torna già con numeri pre-pandemia.


Oltre la confermata internazionalità della rassegna, con 700 top buyer esteri da 50 Paesi già accreditati. Oltre 30 i grandi convegni e 76 le degustazioni in calendario. In contemporanea a Vinitaly anche Sol&Agrifood, il salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie per la
produzione di vino, olio e birra. Di seguito un’agenda di appuntamenti da tenere a mente.

IL PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’

Presentazione XVIII Rapporto Osservatorio Nazionale “Città del Vino”: Turismo del Vino al Femminile – Vinitaly, domenica 10 aprile ore 15 Spazio MIPAAF, Centro Congressi Palaexpo, Verona

Il turismo del vino e le donne: quale futuro? Se ne parlerà domenica 10 aprile a Vinitaly in occasione della presentazione del Rapporto annuale dell’Osservatorio sul turismo del vino che quest’anno vede alleati l’Associazione Nazionale Città del Vinol’Associazione Nazionale Le Donne del Vino l’Associazione La Puglia in Più. Il questionario e l’analisi successiva sono stati curati da Nomisma – Wine Monitor, maggior centro di ricerca italiano sul wine business, sotto la guida di Denis Pantini.

L’appuntamento è alle 15 nello Spazio Mipaaf interno alla fiera, alla presenza del ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli. Interverranno Donatella Cinelli Colombini, presidente Donne del Vino; Angelo Radica presidente nazionale di Città del Vino e il senatore Dario Stefàno presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea a Palazzo Madama. Modera la giornalista Lara Loreti, IlGusto (La Repubblica, La Stampa).

«Le donne sono sempre più protagoniste dell’accoglienza turistica nelle cantine italiane – commenta la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini – Una circostanza che fa intravedere nei nuovi settori del vino – export, comunicazione, marketing e appunto turismo – la nuova frontiera della parità di genere».

La novità di questa edizione del Rapporto è la «declinazione al femminile» in quanto analizza il tema del turismo del vino, oltre che dal punto di vista dei Comuni, focalizzando l’attenzione sulle donne che appaiono le vere protagoniste dell’accoglienza turistica nelle cantine italiane. L’indagine Nomisma -WineMonitor ha anche spacchettato l’enoturismo italiano rivelando le diversità fra le varie parti d’Italia, le evoluzioni attese e le tipologie di investimenti in programma nei prossimi anni. Nel complesso, l’indagine mostra, un settore sul cui la stragrande maggioranza delle cantine punta molto anche se non facilissimo da gestire.   

La parte dedicata alle donne è stata fortemente voluta da Donne del Vino (Vinitaly – stand Centro Servizi Arena, Galleria tra Pad. 6/7 Box 25) e dal Senatore Dario Stefàno, primo estensore della normativa sulle cantine turistiche.  Ha il fine di mettere le basi della cabina di regia nazionale del turismo del vino, dando spazio alle donne.

L’indagine va a formare il XVIII Rapporto dell’Osservatorio sul Turismo del Vino dell’associazione Città del Vino (Vinitaly – Padiglione 9 stand C4): «Il turismo del vino unisce una fitta rete di soggetti – afferma il presidente di Città del Vino Angelo Radica – che una cabina di regia nazionale dovrà guidare nelle politiche di sviluppo e di promozione, questo è l’auspicio e la proposta di Osservatorio sul turismo del vino che facciamo al Ministro per le Politiche Agricole, declinando su ogni territorio le buone pratiche e valorizzando le tante differenze e peculiarità dei territori che fanno del turismo del vino e dell’olio, altro settore emergente, un volano strategico per la ripresa dopo la crisi pandemica».

«Avere un set aggiornato di dati, tendenze e prospettive del fenomeno dell’enoturismo – oggi finalmente normato – era necessario e utile agli operatori e alle tantissime operatrici del settore – rileva il senatore Dario Stefàno – Ma credo, ugualmente, che un sistema di rilevazione e elaborazione di dati su questa proposta di turismo che vede già l’Italia come la meta tra le più ambite a livello mondiale sia parimenti necessario tanto alla politica quanto alle realtà amministrative locali al fine di costruire e irrobustire quel percorso di crescita su cui l’enoturismo è ormai ben instradato,  come peraltro già appare dallo studio che ci apprestiamo a presentare».


Le Attività dell’Associazione Nazionale Città del Vino

HALL 9 – STAND C4 (Domenica 10, Lunedì 11, Martedì 12 e Mercoledì 13)

SPAZIO MIPAAF (MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI) (Martedì 12 Ore 14.00-18.00) Domenica 10 Aprile, Ore 12.30 PADIGLIONE 9 C 4 STAND CITTA DEL VINO 

“DAI VIGNETI COSTIERI FRANCHI DI PIEDE A QUELLI AD ALTA QUOTA: LE VITICOLTURE EROICHE DELLA SARDEGNA”

Iniziativa in collaborazione con Regione Sardegna – Agenzia Laore

Saranno presenti: Gabriella Murgia, Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Giovanni Antonio Sechi, Coordinatore delle Città del Vino della Sardegna e VicePresidente Città dell’Olio; Elena Cornalis, Vicesindaco Comune di Sennori e Consigliere con delega all’Osservatorio Consiglio Nazionale Città del Vino; Renzo Peretto, Dirigente Agenzia Laore – Regione Sardegna Luca Mercenaro, Docente presso Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari 

Ore 15.00 CENTRO CONGRESSI PALAEXPO – SPAZIO MIPAAF – MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Iniziativa in collaborazione con l’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino” e “La Puglia in più”

Intervengono:

Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Dario Stefàno, Senatore e Presidente “La Puglia in più” ; Donatella Colombini Cinelli, Presidente Associazione Nazionale Le Donne del Vino; Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor NOMISMA

Modera: Lara Loreti, Giornalista di Repubblica e Donna del Vino

Lunedì 11 Aprile Ore 10.00 PADIGLIONE 10 STAND REGIONE PIEMONTE

PRESENTAZIONE 20° EDIZIONE “CONCORSO ENOLOGICO INTERNAZIONALE CITTA DEL VINO”

Iniziativa in collaborazione con REGIONE PIEMONTE e PIEMONTE LAND

Intervengono:

Marco Protopapa, Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Stefano Vercelloni, VicePresidente Associazione Nazionale Città del Vino Filippo Mobrici, Vice Presidente Piemonte Land

Modera Paolo Corbini, Direttore Associazione Nazionale Città del Vino

Ore 16.00 PADIGLIONE 11 REGIONE MOLISE STAND HS

“TINTILIA: UNA STAGIONE NUOVA PER L’ENOLOGIA DEL MOLISE”

PRESENTAZIONE VOLUME “LA VITE E IL VINO: UNA STORIA ENOLOGICA DEL MOLISE”

PRIMO VOLUME COLLANA HUMUS – IBC EDIZIONI

Iniziativa in collaborazione con REGIONE MOLISE e CIA MOLISE

Intervengono:

Sebastiano Di Maria, Autore e Docente di Enologia Enogastronomia e Turismo Università degli Studi del Molise; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Attilio Scienza,  Presidente della Fondazione Sanguis Jovis della Fondazione Banfi e Responsabile scientifico della Vinitaly International Academy

Modera: Paolo Corbini, Direttore Città del Vino

Martedì 12 Aprile Ore 11.00 SALA SALIERI CENTRO CONGRESSI PALAEXPO PIANO 1 “AL VIA CALICI DI STELLE!”

Firma del protocollo di intesa per la nuova Edizione dell’evento enoturistico dell’Associazione Nazionale Città del Vino e del Movimento del Turismo del Vino

Accordo e Vademecum fra Associazione Nazionale Città del Vino e Movimento Turismo del Vino per Calici di Stelle 2022.

Saranno presenti: Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino  Nicola d’Auria, Presidente Movimento Turismo Vino

Ore 12.00 PADIGLIONE 9 C 4 STAND CITTA DEL VINO  Presentazione del progetto “DIVERSAMENTE ABILI”.

Progetto sperimentale di terapia occupazionale, per promuovere l’autonomia e l’inclusione sociale.

A cura di Marco Razzano, Coordinamento Città del Vino della Campania 

Ore 14.00 SALA SALIERI CENTRO CONGRESSI PALAEXPO PIANO 1Partecipazione dell’Associazione alla Conferenza ENIT “L’ENOTURISMO COME STRUMENTO PER LO SVILUPPO TERRITORIALE”

Introduzione a cura di Roberta GARIBALDI, Amministratore Delegato ENIT

Intervengono: Massimo GARAVAGLIA Ministro del Turismo; Marco PROTOPAPA  Assessore all’Agricoltura Regione Piemonte; Vittoria POGGIO  Assessore alla Cultura Turismo Commercio Regione Piemonte; Alessandra PRIANTE  Direttore Regionale Europa UNWTO; Nicola D’AURIA  Presidente Movimento Turismo del Vino

Angelo RADICA Presidente Associazione Nazionale Città del vino

Paolo MORBIDONI Presidente Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia

Modera Luca FERRUA Direttore GEDI Gruppo Editoriale

Ore 15.00 – 18.00 CENTRO CONGRESSI PALAEXPO SPAZIO MIPAAF – MINISTERO POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALISTAND  “PATTO DI SPELLO”

Presenza dell’Associazione Nazionale Città del Vino in collaborazione con Unione Italiana Vini, Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e Movimento Nazionale Turismo del Vino   

Mercoledì 13 Aprile Ore 10.00 PADIGLIONE 10 STAND REGIONE PIEMONTE PRESENTAZIONE VOLUME “VERMENTINO – VITIGNO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI”.

IL NUOVO LIBRO DI MARIO FREGONI, PIER PAOLO LORIERI E LUIGI BAVARESCO

Intervengono: Luigi Bavaresco, Autore e Prof. Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Cattolica del Sacro Cuore e Presidente Gruppo esperti “Risorse genetiche e selezione della vite” OIV 

Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino

Mario Fregoni, Autore del volume e Ambasciatore Città del Vino

Pierpaolo Lorieri, Presidente Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana e autore del volume

Filippo Mobrici, Vice Presidente Piemonte Land

Modera Paolo Corbini, Direttore Associazione Nazionale Città del Vino

Ore 12.00 PADIGLIONE 5 STAND G 4-6 PRESSO CONSORZIO TUTELA VINI SOAVE E RECIOTO DI SOAVE

PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTA DEL VINO CON FOCUS “PIANIFICARE I COMPRENSORI VITIVINICOLI DI QUALITA’: NUOVE PRATICHE E PROSPETTIVE NELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E TERRITORIALE”

Intervengono: Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale città del Vino

Giovanni Verzini, Consigliere Consiglio Nazionale di Città del Vino con delega al Concorso Enologico Internazionale  

Valeria Lingua,  Docente Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze, Comitato Tecnico Scientifico PRG Città del Vino

CAMPANIA – AREA IRPINIA


Per questa edizione 2022 la Camera di Commercio di Avellino punta molto sul turismo enogastronomico, asset fondamentale per il nostro Paese.

Lo farà premiando, con il marchio Ospitalità Italiana, (Lunedì 11 ore 15:00) le strutture ricettive, ristorative e agrituristiche che si sono particolarmente distinte su questo versante. Mentre sarà la Coldiretti a evidenziare le strategie per il futuro con un focus sull’Irpinia come riuscito esempio di DAQ (Distretto Agroalimentare di Qualità).
Così come saranno da scoprire, tanto per non cambiare argomento, Lunedì 11 alle ore 12:00, le 5 declinazioni dell’Aglianico: dallo Spumante al Rosato, dai Campi Taurasini al Passito, con il passaggio obbligato per il Taurasi DOCG, un viaggio alla scoperta di uno dei vitigni più affascinanti del panorama vitivinicolo, non solo nazionale.


Per chi vuole invece farsi sorprendere l’appuntamento è Martedì 12 ore 14:00 con il Roviello Bianco, autentica chicca per intenditori, per una degustazione verticale condotta da Slowfood.
E se è vero che il vino flirta spesso con l’arte, i visitatori del padiglione non potranno perdersi la performance musicale che vedrà, sempre Martedì 12 alle ore 16:00, sul palco due maestri dell’improvvisazione jazz, capaci di fusion che non hanno nulla da invidiare ai migliori blend. Spazio quindi a Carlo Contini, violinista di straordinario talento, e a Trilok Gurtu, percussionista di origine indiana che vanta collaborazioni con alcuni dei migliori musicisti del pianeta. Con la partecipazione del Maestro Beppe Vessicchio.

MOVIMENTO TURISMO DEL VINO ITALIA – PalaExpo – Area MIPAAF

Il Movimento Turismo del Vino è un’Associazione no profit nata nel 1993 una formula unica al mondo capace oggi di racchiudere oltre ottocento tra le migliori aziende vitivinicole italiane, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza.
Lunedì 11 nel pomeriggio sarà presente il Presidente Nicola D’Auria. Martedì alle ore 15:00 firma protocollo d’intesa tra MTV Italia e Ass. Città del Vino. www.movimentoturismovino.it

CMDB – CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES


La Calabria, e più precisamente la città di Cosenza, accoglie la sessione
principale del concorso, competizione enologica internazionale di riferimento dedicata ai vini rossi e bianchi. Oltre 350 degustatori sono attesi nella regione, dal 19 al 22 maggio 2022. Presentazione ufficiale a cura della Regione Calabria presso la Sala Iris -Pala Expo Martedì 12 aprile ore 15.00.

Le Donne del Vino e la Regione Lazio – Padiglione Lazio

La degustazione nel programma eventi della Regione Lazio,
il giorno 11, alle ore 16, nel Padiglione Lazio

Vini e vulcani. Praticamente un connubio perfetto e un punto di riferimento per i winelover, spesso alla ricerca di etichette che siano contraddistinte da questa liaison. Perché i vini da uve allevate su terreni vulcanici sono unici per carattere, profilo organolettico e genesi. Il vulcano, inteso come ambiente naturale e culturale, è un sistema complesso ad alto tasso di produttività. Il carattere dei beni agricoli, quindi vino ma non solo, qui realizzati presenta segni di singolarità e distinzione: il territorio vulcanico plasma ciascun prodotto grazie al suo carattere maieutico


E in tal senso il Lazio non è secondo a nessuno. “Il Lazio dei vini è infatti, – sottolinea Alessandro Brizi, Consigliere Nazionale ONAV, redattore di Leggo, firma importante del giornalismo di settore e Capo Redattore de l’Assaggiatore – per la sua quasi totalità, un ambiente di origine vulcanica; un paradigma, quindi, che detta stile e personalità a ciascuna etichetta, sempre riconoscibile e inconfondibile nel panorama dell’enologia italiana”.


Da queste considerazioni, oltre che per la passione per i vini “vulcaniani”, nasce la degustazione organizzata dalla delegazione Lazio delle Donne del Vino che avrà luogo nel Padiglione Lazio Lunedì 11 Aprile alle ore 16.00. Otto etichette, otto splendide interpretazioni che vedranno protagoniste le uve della regione e che verranno raccontate da Brizi.


“È il vulcano l’ingrediente segreto che rende gran parte dei vini prodotti nel Lazio assolutamente unici, di carattere, fortemente identitari. – spiega Manuela Zennaro, giornalista enogastronomica, direttore responsabile Excellence Magazine e delegata Lazio dell’Associazione Nazionale Donne del Vino – Perché in pochi sanno che il Lazio vitivinicolo insiste in gran parte su terreni vulcanici che dal Lago di Bolsena si spingono fino a Cori, delineando un dorso collinare che ama la vite, la coccola, la esalta ed è capace di generare vini che, anno dopo anno, sfoderano grinta, carattere e grande eleganza. I tempi sono maturi, oggi siamo pronti per competere con i grandi vini italiani”.

Gli appuntamenti di ROMA DOC

A Verona da domenica 10 a mercoledì 13 aprile
ROMA DOC PORTA A VINITALY
UNA LEZIONE TRA STORIA, ANTROPOLOGIA, SOCIOLOGIA E MARKETING
Lunedì 11, alle ore 17.00, nello spazio eventi all’interno del Padiglione Lazio.


A raccontare il rapporto millenario tra l’Urbe e il vino, il Professor Ernesto Di Renzo, dell’Università di Tor Vergata in Roma
E’ partito il conto alla rovescia per la tanto attesa edizione 2022 di Vinitaly. E ovviamente le agende degli addetti ai lavori e appassionati si riempiono di appuntamenti: degustazioni, convegni, verticali, talk show e tutto quello che può caratterizzare una manifestazione della portata di quella veronese, in calendario da domenica 10 a mercoledì 13 aprile. Ma non saranno molti quelli in grado di presentare una vera e propria lectio magistralis, con tanto di docente universitario. Lo farà il Consorzio Roma Doc che per la prima volta avrà un suo spazio nell’ambito della fiera scaligera, un’area comune all’interno del Padiglione Lazio con le 24 cantine ad alternarsi tra incontri “faccia a faccia” con la stampa di settore, degustazioni e momenti di business. Ma il momento più atteso sarà quello di lunedì 11 quando alle ore 17.00, nello spazio eventi del Padiglione Lazio, si svolgerà appunto una vera e propria lezione. Titolo dell’incontro: “Roma Caput Vini? Dialoghi tra storia, antropologia, sociologia e marketing”.


“Il nostro è un Consorzio assai giovane – spiega Tullio Galassini, enologo e presidente Consorzio Vini Roma DOC – siamo nati nel 2018. Ma siamo anche depositari di un’eredità importante che comporta delle responsabilità che vanno anche oltre quelle che comunemente caratterizzano l’attività e la filosofia di un Consorzio di vini. Roma è uno dei “brand” più conosciuti e celebrati al mondo e, proprio per questo, i vignaioli del territorio si impegnano con tutta la loro forza nel portare avanti un discorso dove qualità, storia, tradizione e visione del futuro devono necessariamente procedere di pari passo. Vinitaly 2022 rappresenta, in tal senso, uno step fondamentale nel nostro percorso di crescita. Un passaggio che ci consente di testare, in uno scenario prestigioso, lo spirito di squadra che caratterizza il nostro lavoro”.


Ed è proprio questa visione, decisamente trasversale, ad avere portato il Consorzio a organizzare un incontro che vedrà protagonista il Professor Ernesto Di Renzo, docente di Antropologia del Gusto presso l’Università di Tor Vergata in Roma. Antropologo di fama internazionale, intratterrà il pubblico con un excursus sull’importanza del vino a Roma nel corso dei secoli. Un incontro dedicato soprattutto ai giovani che mostrano una sempre maggiore attenzione nei confronti del mondo agroalimentare e della cultura enogastronomica del nostro Paese. Consorzio Roma DOC



“Ne sono diretta testimonianza i numerosi corsi di laurea sull’argomento nati negli ultimi anni. – conferma il Professor Ernesto Di Renzo – Tor Vergata, tanto per citare l’ateneo presso il quale insegno, già da tempo ha avviato un corso triennale di turismo enogastronomico che permette ai ragazzi non solo di approfondire la loro conoscenza sul tema ma anche di approcciare in modo professionale un settore che, per l’Italia, rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello”.
L’attenzione nei confronti della cultura e delle nuove generazioni, del resto, è certamente uno dei temi portanti delle strategie future del Consorzio Roma Doc.


“Questa lectio magistralis che abbiamo organizzato – racconta Rossella Macchia, vicepresidente del Consorzio con delega alla Comunicazione – rientra in un progetto più ampio che il Consorzio svilupperà a partire da oggi e che proseguirà nei prossimi anni. E che vedrà i vini di Roma al centro di un percorso che toccherà ambiti culturali e artistici. Creando importanti contatti con Università, scuole, siti artistici. Ma con una particolare attenzione anche sul versante dell’educazione al bere responsabile, tassello fondamentale nel rapporto con i consumatori, specie i più giovani”.

FederDOC

Federdoc ritiene che la riforma IG proposta dalla Commissione sia poco ambiziosa e manchi di chiarezza. Tale proposta è stata annunciata come una semplificazione, ma in realtà l’unica semplificazione presente è quella a beneficio della Commissione Europea e non per i produttori.

La proposta al contrario moltiplica gli interlocutori istituzionali per i produttori di IG poiché, oltre alla Commissione europea, in futuro coinvolgerà anche l’EUIPO.
Riteniamo molto pericoloso che la Commissione Europea non precisi come dovrebbe funzionare il nuovo sistema delle IG, e che si limiti a prevedere ampi poteri delegati per la definizione di gran parte della riforma, in tal modo privando il Parlamento Europeo e gli Stati Membri di qualsiasi potere per incidere sulla modifica degli atti delegati della Commissione.

“La Commissione Europea vuole semplicemente una delega in bianco per decidere il futuro della politica delle IG, senza il contributo dei due co- legislatori, il che non è democraticamente accettabile” – commenta Riccardo Ricci Curbastro.

“Il rischio è l’indebolimento del legame tra le IG e la politica di sviluppo rurale, in quanto se approvate come tali le regole contenute nella riforma possono mettere a repentaglio un sistema che dagli anni 70 ha dimostrato di essere strumentale per la valorizzazione delle denominazioni vinicole e lo sviluppo di molte regioni e territori europei” – aggiunge Riccardo Ricci Curbastro.

Inoltre, la delega ad EUIPO del riconoscimento delle Indicazioni Geografiche comporterebbe la gestione secondo criteri privatistici di quello che in realtà è un patrimonio collettivo, con inevitabili ricadute negative per il nostro settore, che vedrebbe minata la tutela delle nostre eccellenze per soddisfare la semplificazione degli uffici della Commissione.

Il caso Prosek ha dimostrato che c’è necessità di una maggiore tutela per le IG e tale tutela non può essere efficacemente gestita da un soggetto non istituzionale, quale l’EUIPO.

Le attuali regole delle IG sono soddisfacenti, in quanto permettono già ai produttori di vino IG di garantire la sostenibilità, di proteggere le IG, i domini internet e le merci in transito.

Nella proposta della Commissione non c’è chiarezza su come proteggerle ulteriormente, anzi alcune delle disposizioni incluse nella proposta sembrano minare quanto concordato dai co-legislatori nella riforma della PAC, entrata in vigore il 7 dicembre 2021.

Federdoc resta un interlocutore delle istituzioni e nei prossimi mesi lavorerà per migliorare il sistema ed evitare lo svilimento della politica delle IG.

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W Rome, prima sede italiana del «W Hotels Worldwide» di Marriott, è una combinazione esplosiva di elementi con un indirizzo preciso, Via Liguria 26/36, che mostra con sicurezza tutta la passione esclusiva – inclusiva del Luxury Brands Marriott International per la bellezza, per il design e moda, fitness e musica, atmosfere, buona cucina, top mixology e vibrante socialità.

Un blend di ingredienti da vivere, un’offerta enogastronomica pensata da un dream team di gran pregio e un obiettivo con epicentro il Rione Ludovisi, quello di riportare tra queste gloriose vie nuovi fasti, energie e dinamicità da condividere, diventando caleidoscopica meta di kalokagathia, informale quanto impeccabile, in moderno stile “Whatever / Whenever”. Emanuele Broccatelli, Bars Manager, ci racconta il W Rome.

Bellezza, classe, energia magnetica, spazi da vivere, atmosfere da respirare. E’ il W Rome, in via Liguria, a ridosso di via Veneto, che ridefinisce la scena degli hotel di lusso della Città Eterna attraverso il suo concetto di ospitalità e lusso scanzonato, il suo servizio informale quanto impeccabile, la sua classe da vivere e respirare in ogni ambiente.

Riporta con nuovo smalto e verve nella Capitale le suggestioni della Joy de vivre nel suo personale e poliedrico mix di divani e arredi colorati, pareti in pietra, superfici in marmo, pavimenti in legno e motivi a spina di pesce, interni e panorami, fitness e dolcezze, cibi e cocktails d’autore.

Non potendo infatti trascurare gli elementi identitari della cultura italiana divisi tra forchetta e bicchiere, per celebrare la tavola il W Rome ha chiamato alla sua corte il grande Ciccio Sultano (Ristorante Duomo di Ragusa Ibla – 2 stelle Michelin), Chef siciliano di grande capacità ed estro, che ha personalizzato l’offerta gastronomica ritagliata sul suo “Giano Restaurant” (di cui vi parleremo più avanti), Fabrizio Fiorani, Pastry Chef del team di Ciccio Sultano che torna nella sua Roma (dove aveva lavorato alla Corte di Heinz Beck) e, tra poco in terrazza, all’ Otto rooftop bar, farà capolino l’acclamato pizzaiolo capitolino Pier Daniele Seu che, con la sua pizza sotto le stelle, completerà l’offerta outdoor di Sultano di crudi e griglia e quella del Bubble bar di Emanuele Broccatelli tra Champagne, spumanti, sidri, kombuche e una lista di 8 cocktail creati sul concetto di leggerezza.

Ma non esiste attesa senza calice o tumbler che sia, così, nel frattempo, a piano terra, il W Lounge, con rilucente Bancone Bar e Giardino Clandestino annesso, non teme il confronto con “Giano bifronte” e si prepara ogni giorno ad accogliere la vita serale e notturna romana con musica dal vivo, dj set e vibranti miscelazioni d’autore.

A tal proposito abbiamo intervistato Emanuele Broccatelli, Bars Manager per capire e carpire i segreti di un Cocktail che fanno del W Lounge un Regno di grande piacevolezza, comfort vivace e vibrante.

Emanuele, bartender eclettico e giramondo, cosa ha rappresentato per te questa nuova sfida all’interno del tuo articolato percorso professionale?

Il W sicuramente mi ha dato modo di poter esprimere al meglio il mio concetto di Hospitality, dove l’Hotel si apre alla città e crea un mood completamente nuovo, che si distacca dal passato, raccontando il presente e guardando al futuro.

Così, questa Libertà, ha fatto in modo di spingere ancora di più al limite un concetto di Hospitality Inclusiva, creando nuovi trend nel mondo degli hotel in Italia.

Quali sono le maggiori differenze tra essere Bars Manager di un locale, Bars Manager di un Hotel e Bars Manager del W Rome?

In un locale, devi concentrarti su un solo bar, un solo timing di servizio e guest che entrano dalla strada.

In Hotel vuol dire rapportarsi con tutti i dipartimenti, cercando di accomodare tutte le loro richieste: è una meccanismo più strutturato in quanto vanno gestite guest in house ed esterni, e far in modo che ci sia sempre una giusta energia.

Al W hotel significa creare contenuti innovativi , che rompono gli schemi, creare nuove modalità di bar programming; fare in modo che l’hipe del locale sia sempre alta e che renda i nostri ospiti continuamente interessati a quello che stiamo facendo; essere inclusivi e con mood che guarda al futuro.

Chi sono i tuoi compagni di avventura?

Christian Zandonella – GM; Emanuele Aspromonte – FnB Director; Nicola Zamperetti – Executive Chef; Beatrice Mano – Director of Rooms

Quali sono/sono stati gli aspetti più stimolanti di questa esperienza nel suo complesso?

Ad oggi aver creato nella mia città un luogo dal respiro internazionale è un grande risultato. Il W è un luogo dove ci si può sentire a casa, dove tutto è basato sull’empatia, sul sorriso e sulla grande voglia di fare creando sempre cose nuove, con un accento sulla qualità e sulla dinamicità, cosi da non avere mai un end goal ma un cammino che creativo volto al futuro dove la diversità inclusiva è al centro di tutto e fonte di stimoli.

Whatever / Whenever  (ovvero qualunque cosa / in qualsiasi momento) è la filosofia che permea ogni spazio del W Rome, qual è il concetto che ha ispirato la tua Drink List?

Il Tempo per me è il vero lusso, è l’unica cosa che non siamo ancora in grado di controllare e comprare, quindi avere il tempo di fare e la libertà di farlo in qualsiasi momento credo sia The New Luxury.

Al W tutto è permeato di questa cultura e quindi ho deciso che tutto dovesse avere un fil rouge.

Cosa annovera la W Drink list? Quali sono le sue peculiarità?

Al W lounge attraverso il concetto di Perpetual Nature, esprimiamo le nostre origini italiane con produttori di liquori e cocktail caratterizzati da Mix di Fitoterapia.

Anche grazie a DRINK IT DRINK IT, nel nostro laboratorio abbiamo creato dei liquori speciali per questa cocktail list: Gli ETHICAL LIQUORS. Abbiamo 8 cocktail dedicati al ciclo naturale di vita della pianta tra cui Radici – amaro perfetto / the Unfiltered; Foglie – Raizes; Fiori – Hay Yah; Frutti – Bloem.

Seduti da Giano, raccontiamo invece l’Aperitivo all’Italiana, altro elemento importante del nostro heritage e della nostra cultura che abbiamo esportato in tutto il mondo e di cui sono particolarmente orgoglioso.

Cosa rende uniche le atmosfere del W Lounge?

La rottura delle regole e l’innovazione dela visione dell Hospitality in generale.

Adesso stiamo pensando al futuro, creando trend e setting nuovi, è come se fossimo il “perfect MIX” tra un locale e un hotel 5 stelle lusso, che lo rende molto diverso perché va creato un servizio informale ma impeccabile, e questa è un filo ancora più sottile su cui camminare, gestendo tutto il servizio, coniugando guest e staff che devono creare un energia unica, valorizzando al massimo l’esperienza dell’ospite.

Con cosa possiamo accompagnare i buonissimi Drink?

Al piano terra ad una serie di bites in stile Siciliano che, grazie allo Chef Ciccio Sultano e a Nicola Zamperetti, sono piccoli capolavori di gastronomia classica quanto innovativa. Ci sono anche i dolci di Fabrizio Fiorani, icona della pasticceria moderna.

Qual è stato il feedback di Roma?

Dopo tanti anni credevo che fosse il momento per Roma di avere un luogo così e le mie intuizioni mi hanno dato ragione.

Roma era pronta e noi pronti per lei ed è stato ed è una relazione unica, esclusiva, che ci sta portando tanta gioia e grande soddisfazione professionale.

Dopo più di un anno di festeggiamenti rinviati – così come ha affermato Candice D’Cruz, Vice President di Luxury Brands Marriott International -, tra poco si leveranno in alto i calici all’Otto Rooftop Bar. Oltre il panorama che si godrà da lassù, di cosa si tratta? Ci sveli qualche anteprima da bere?

All’ OTTO Roof Top arriveranno, oltre alla cucina outdoor di Sultano di Crudi, Griglia e la Pizza di Pier Daniele Seu, una selezione di 8 cocktail creati sul concetto di leggerezza (low% abv) utilizzando prodotti quali i Sidri di Live Barrels, gli Slushy daiquiris con Rum Haitiani di Clarin. Chiaramente non mancheranno Aperitivi italiani, grandi Bollicine e Champagne. Vi aspettiamo.

W Rome via Liguria, 26-36,

Rione Ludovisi, Zona Via Veneto, Roma

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È tutto pronto per festeggiare il Carbonara Day il 6 aprile, una giornata che, come da consuetudine, accende i riflettori su uno dei piatti d’attribuzione romana più noti e apprezzati dai buongustai, sempre in voga e di sicuro appeal popolare e gourmet.

Tante le iniziative, i solidi indirizzi, le interessanti variazioni sul tema “carbonara” e un evento #foodporn su Roma, Napoli e Milano; scopriamoli insieme.

Fa della semplicità e del gusto genuino i suoi punti di forza, la sua popolarità è sconfinata, è uno dei piatti cardine della cucina di Roma, è amata in tutto al mondo, la sua origine è contesa, i suoi ingredienti pochi e di spessore, la scelta della loro qualità, è direttamente proporzionale al gusto. Parliamo della sua Maestà la Carbonara. Pasta, Uovo, Guanciale, Pecorino e Pepe nero. Tutto il resto è “manico” e personalità. Rimane infatti tra i banchi di prova più condivisi e difficili per gli chef, perchè i suoi estimatori, non fanno sconti.

Tante le iniziative per il Carbonara Day che vedrà protagoniste realtà che fanno del mangiare bene la loro cifra stilistica. Nella moltitudine di indirizzi romani, reali o virtuali:

  • un link con i consigli di Virginia di Falco su dove mangiare la migliore carbonara a Roma, dai mostri sacri alle osterie;
  • 5 tavole romane che la celebrano in versione creativa;
  • l’iniziativa di Matteo Di Cola di ItalyFoodPorn che, assieme a CarboGang e Golocius hanno unito le forze per celebrare assieme questo inimitabile piatto della tradizione romana.

Churchill e le “Carbonare Special Edition


In occasione del National Carbonara Day, la “Churchill 1795” ha deciso di rendere omaggio all’iconico piatto romano con un’iniziativa speciale che evidenzia lo stretto legame tra la ricetta e la mise en place, coinvolgendo cinque ristoranti romani che realizzeranno delle “ Carbonare Special Edition” servite nei piatti della nuova collezione primaverile 2022 di Churchill 1795.

Protagonisti dell’iniziativa i ristoranti romani Aqualunae Bistrot, Cuoco e Camicia, Osteria Fratelli Mori, Roberto e Loretta, 53 Untitled


“Per lanciare la nostra nuova collezione di primavera in Italia e in particolare a Roma, abbiamo pensato di celebrare la carbonara, un piatto simbolo della cucina romana apprezzato in tutto il mondo, la cui festa si tiene proprio agli inizi della stagione primaverile. La carbonara si presta ad essere realizzata in molteplici declinazioni e così per ogni ricetta ideata dagli chef, abbiamo ricercato il piatto Churchill più adatto.  dichiara  Francesca Tartara, Business Development Manager di Churchill 1795. 

Per il Carbonara Day, lo chef Emanuele Paoloni del ristorante Aqualunae Bistrot realizzerà i Paccheri alla carbonara con spuma di carciofo e caviale di salmone che saranno serviti sul piatto Homespun Accents nella nuova nuance Aquamarine; 

 un dolce davvero particolare che sarà esaltato dall’iconica forma Walled del piatto della collezione Kintsugi nel nuovo colore Coral.

L’Osteria Fratelli Mori farà per l’occasione le Costolette di agnello avvolte nel guanciale, servite con salsa alla carbonara, cipollotto e asparagi, un secondo piatto che ben si abbina al mood della linea Stonecast Raw nella nuova tonalità Teal; 

lo chef Riccardo Loreni di Cuoco e Camicia darà vita a un primo piatto composto da Bottoni di carbonara in vignarola, i colori di questa ricetta saranno messi in risalto dalla linea Kintsugi nel nuovo colore Coral.

Il ristorante Roberto e Loretta servirà nei piatti Stonecast Raw colore Grey il Raviolone con cuore di carbonara fatto con pasta tirata a mano ripiena di crema di pecorino e tuorlo d’uovo di canapa dell’Azienda Agricola Silvia O. completato con crumble di guanciale.

GOLOCIOUS e il Carbonara Day

lo scorso anno la sua festa ha visto decine di milioni di persone che hanno partecipato, a vario titolo e con vari risultati, sui social a cucinare la propria “Pasta alla Carbonara”. Quest’anno potete seguire l’evento di Golocius a Milano, Roma e Napoli e partecipare assieme ai ragazzi di ItalyFoodPorn e Carbogang.

Golocious che nasce dal mondo di Vincenzo Falcone punta sul #foodporn con un motto che non lascia spazio a fraintendimenti: “iniziamo a godere”. Presente a RomaMilano Napoli ed in altre piazze lungo tutto lo Stivale (come potete consultare qui), assieme ai ragazzi di ItalyFoodPorn, capitanati da Matteo Di Cola e di Carbogang vi faranno fare faville e carbonare!

Per l’occasione, tra l’altro, verrà anche offerto un menu speciale, al costo di 50 euro per due persone, comprensivo di: 2 tranci di pizza carbonara, 1 frittata alla carbonara, 1 Sbamburger® alla carbonara, 2 rigatoni alla carbonara e 2 soft drink.

Curiosità sulla Carbonara

Pietanza romana che, pur essendo relativamente giovane, vuoi per la bontà genuina di cui ne è caratterizzata, vuoi per l’essere ormai conosciuto in ogni angolo del globo (provare per credere) è un punto fermo del “made in Italy”.

Carbonara che gode di assoluta popolarità e che, come un’autentica star, è portatrice anche di alcuni misteri che ne aumentano l’allure. Sono infatti un paio le maggiori teorie riguardo la sua nascita; una sostiene come la carbonara sia una sorta di evoluzione della “Cacio e pepe” in quanto nata grazie ai carbonari che portavano gli ingredienti principali della ricetta nei propri tascapani. L’altra teoria è che sia nata per mano di uno sconosciuto cuoco il quale, durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzò bacon e uova dei soldati americani per condire la pasta.

Ma i misteri, se così vogliamo chiamarli, non si esauriscono qua poiché è risaputo come sia abituale argomento di scontro nelle nostre cucine l’utilizzo della pancetta o del guanciale. Ad onore del vero nelle prime edizione la carbonara veniva preparata usando sempre e solo la pancetta fino a quando, a metà degli anni ’60, per merito di Luigi Carnacina e Luigi Veronelli, viene usato come migliore alternativa il guanciale. Scelta la loro che viene anche statuita ne “La Grande Cucina”. Ma anche la panna ha destato non poche diatribe; ed anche qua i due mostri sacri della cucina di cui sopra ne contemplano “qualche cucchiaiata, di quella freschissima e molto cremosa”. Panna e carbonara di cui si fece portavoce anche l’illustre Renato Rascel il quale, da romano DOC quale era, si riteneva portatore della tradizione capitolina e quindi aggiungeva anche un po’ di panna.

Uso della panna che anch’esso affonda le radici nel periodo storico in cui nasce la carbonara ovvero nel secondo Dopoguerra quando le uova usate erano spesso in polvere (erano quelle delle razioni americane) e così vi era la necessità di una parte liquida e grassa per dare la giusta consistenza. O forse, e qui arriva un’altra teoria, perché i gastronomi di quel tempo guardavano con ammirazione i colleghi d’Oltralpe la cui cultura vedeva utilizzare di più la panna che noi latini.

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Saranno 12 i ristoranti del Portico d’Ottavia protagonisti, dal 6 all’8 aprile, della Prima Edizione del Festival del carciofo romanesco che vuole rilanciare il turismo agroalimentare, coinvolgendo turisti e appassionati del genere attraverso il celebre ortaggio dalla lunga storia, dai mille poteri nutrizionali e dalle innumerevole gustose ricette nate proprio nel Ghetto ebraico di Roma.

Inizia mercoledì 6 aprile alle 11 nel quartiere ebraico di Roma che per tre giorni, fino all’8 aprile, sarà il perfetto palcoscenico della Prima Edizione del Festival del Carciofo Romanesco.

Alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la nostra salute partendo dalla prevenzione, da sempre il carciofo è il gran protagonista degli orti del territorio laziale dove viene, ancora oggi, valorizzato e interpretato da cuochi e chef; oltre ad essere un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne ha declinato l’uso in numerose ricette divenute icone gastronomiche.

La manifestazione vuole evidenziare i diversi significati legati a questo ortaggio dai molteplici poteri nutrizionali e simbologie culturali, erede di una lunga storia che giunge in Italia grazie agli Etruschi. Già nel “Naturalis Historia” di Plino e dal “De Re Coquinaria” di Apico, sappiamo infatti che i romani, da bravi buongustai, amassero i carciofi lessati in acqua e vino, o cucinati con il garum.

FESTIVAL DEL CARCIOFO ROMANESCO – Come funziona

Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, mutuato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, volto a rendere il carciofo punto di riferimento del territorio romano.

A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre sarà proprio il luogo dove si terrà l’evento, il ghetto ebraico di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti.

Il 6, 7 e 8 aprile ogni giorno, a pranzo e a cena, presso 12 ristoranti del quartiere ebraico aderenti accoglieranno la rassegna gastronomica offrendo un menù speciale tutto a base di carciofo, a 35€.

Ad accompagnare i piatti il vino bianco Fiano di Terre di Petrara. A chiudere la degustazione il gelato al carciofo e al vino creato dal gelatiere di Cocciano Roberto Troiani, tra sperimentazione e creatività.

Il menù è a sorpresa ed ogni ristorante lo proporrà il giorno stesso: tra gli antipasti immancabile il carciofo alla romana e quello alla giudia, poi Carbonara di carciofi, fettuccine cernia e carciofi, abbacchio con i carciofi, coratella con i carciofi, baccalà con i carciofi e chi più ne ha, più ne metta!

Ci saranno anche delle bancarelle che venderanno l’ortaggio. Ci saranno attività collaterali, come ad esempio le lezioni di cucina, dove degli esperti chef mostreranno la realizzazione di ricette revisionate e classiche.

Il programma, i locali partecipanti e le offerte dei menù sono consultabili sui siti web: www.festivaldelcarcioforomanesco.com e www.romaincampagna.it.

Ad accogliere i visitatori ci saranno due grandi totem a forma di carciofo con la scritta: “La storia è tutta mia, gusto e fantasia, solo qui c’è la magia del carciofo alla giudia”.

L’iniziativa è promossa da Confesercenti Roma e Lazio; sponsorizzata dal Centro Agroalimentare Romano e dalla Camera di Commercio di Roma – AgroCamera; patrocinata dalla Regione Lazio, da ARSIAL – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, dal I Municipio, con la collaborazione di Coldiretti Lazio.

Carciofo alla Giudia: quando il rilancio dei servizi e della ristorazione passa per l’identità di un piatto

Sono molto orgoglioso di questa manifestazione, promossa da Confesercenti Roma e Lazio, in quanto credo sia molto importante valorizzare le eccellenze del nostro territorio, i prodotti di qualità e la professionalità degli operatori del settore della ristorazione – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria.

Il carciofo romanesco è un prodotto che fa parte della cultura culinaria di Roma e del Lazio ed è giusto che noi, come Associazioni, attraverso questi eventi, facciamo conoscere ai nostri concittadini e ai turisti le materie prime che la nostra regione offre, la loro importanza a livello nutrizionale e il lavoro che gli chef e tutti gli operatori della filiera svolgono ogni giorno per far arrivare sulle nostre tavole queste prelibatezze. Il 1° festival del carciofo romanesco è un punto di partenza per organizzare nella nostra città sempre più eventi di questo genere che legano sempre più i cittadini e il territorio attraverso il cibo. Siamo già al lavoro per organizzare la seconda edizione che non si svolgerà solo in una zona della città, ma coinvolgerà tutto il territorio della Capitale”.

Evidenzia Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti Roma e Lazio:

Il 1° Festival del Carciofo Romanesco sarà dunque una grande occasione per riscoprire uno dei prodotti di eccellenza della nostra tradizione gastronomica e far scoprire ai turisti italiani e stranieri il forte legame che esiste tra cibo e cultura identitaria di un popolo; il tutto con uno sfondo d’eccezione, il quartiere Sant’Angelo di Roma con il complesso del Portico d’Ottavia”.

Commenta Angelo Di Porto, Vicepresidente Fiepet Roma:

Il valore aggiunto di questo festival è nel luogo stesso dove si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, laddove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si conservano attraverso tradizioni secolari tramandate di generazione in generazione.

Sottolinea l’Assessore Alessandro Onorato:

Creare un appuntamento che valorizzi la tipicità della cucina romana è fondamentale per sviluppare l’identità di Roma nel mondo. I turisti cercano sempre di più prodotti di qualità tipici della nostra città per vivere un’experience da ricordare

L’inaugurazione del Festival del Carciofo Romanesco avverrà mercoledì 6 aprile alle ore 11, con la partecipazione delle istituzioni partner e della Presidente del I Municipio Lorenza Bonaccorsi.

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Il termine “Tuscia” sta ad indicare il viterbese e l’Alto Lazio. “Stay in Tuscia” è invece il nuovo modo di pensare il turismo nel viterbese: un nuovo progetto associativo nato per facilitare l’accoglienza e il turismo.

Presentato presso lo Spazio Attivo Lazio Innova di Viterbo, “Stay in Tuscia” è un unico portale in cui è possibile trovare la migliore proposta di ospitalità per i soggiorni in Tuscia grazie alla partecipazione di diverse strutture e numerosi filtri per trovare e prenotare il soggiorno perfetto!

Dagli etruschi ad oggi il tempo ha lasciato in questi luoghi tracce storico-artistiche importanti, dalle necropoli agli anfiteatri, passando dai borghi ai monumenti medievali e rinascimentali in cui vivere atmosfere quasi incantate.

Alle bellezze architettoniche e archeologiche si aggiungono poi quelle del paesaggio, che abbraccia dalla collina al mare, offrendo colori, natura, panorami dei più variegati dove camminare, fare escursioni di ogni tipo e praticare sport.

Impossibile non citare l’offerta enogastronomica e il folklore, tradizioni popolari e sagre, prodotti tipici che hanno reso importante il territorio, come la Macchina di Santa Rosa o l’olio o le nocciole della Tuscia.

Questo patrimonio comune è in mano a chi vive e lavora in questi luoghi e che punta a far crescere la loro conoscenza. Per questo Stay in Tuscia, l’associazione che rappresenta chi gestisce in forma diretta attività di ricezione turistiche regolarmente autorizzate, quali B&B, Case vacanza e Dimore d’epoca, ha lanciato un progetto di valorizzazione e promozione del territorio attraverso una serie di servizi per il turismo. Un progetto diretto ai fruitori ed anche agli host della città e della provincia che sentono la necessità di un supporto organizzato in questo periodo ricco di incertezze.

Progetto Stay in Tuscia


Presso lo Spazio Attivo di Lazio Innova (via Faul 20/22) a Viterbo, alla presenza degli ideatori e curatori del progetto, degli associati di “Stay in Tuscia” sono stati presentati gli obiettivi, la forma, ma soprattutto le strategie e le prospettive future che il progetto stesso vuole mettere in atto.


“Stay in Tuscia vuole far crescere il territorio, creando un circuito virtuoso anche economico, che sia di stimolo per gli imprenditori di zona e che porti Viterbo e la sua provincia a crescere sotto ogni punto di vista. Vogliamo essere partecipi e protagonisti di una Tuscia polo attrattivo turistico della nostra regione” – spiega Francesco Aliperti, responsabile dell’associazione che con Lazio Innova.

L’attività rientra nell’ambito del Laboratorio di Microinnovazione LAB TURISMO gestito da Lazio Innova e che ha fornito strumenti teorici, consulenze e formazioni per “confezionare” un progetto identitario, usabile e soprattutto efficace.

Tra gli obiettivi che l’associazione cerca di perseguire c’è quello di far conoscere e vivere al meglio il meraviglioso territorio della Tuscia. 

In quest’ottica Stay in Tuscia si è voluta creare un’immagine e una identità propria, con tanto di logo, sito internet e profili social istituzionali per raccontare dal suo punto di vista ciò che il territorio offre e ciò che il turista può fare.
Per rendere veloce e fruibile questa offerta, è stato presentato anche il sito internet di Stay in Tuscia – www.stayintuscia.com – dove sono presenti tutte le strutture che partecipano all’associazione, dal quale si può prenotare direttamente il proprio soggiorno, trovare informazioni, curiosità, percorsi, idee per costruire la propria vacanza nella Tuscia.

Le strutture che fanno parte di “Stay in Tuscia”

Comune denominatore per tutti è l’ospitalità di qualità e l’affidabilità del servizio. Inoltre tutte le strutture sono a disposizione del turista per fornire informazioni, curiosità e consigli e costruire un percorso sui desideri del turista, che non vuole solo soggiornare ma visitare, scoprire e conoscere il territorio.

In un unico portale è possibile trovare la migliore proposta di ospitalità per la Tuscia, grazie alla partecipazione di diverse strutture, che dal centro storico di Viterbo più caratteristico come il quartiere di San Pellegrino alla campagna alle porte del capoluogo, rispondono a diverse esigenze, dal b&b per motivi di lavoro alle dimore di charme per una vacanza rilassante, offrendo stili e atmosfere diverse.

Fanno parte di Stay In Tuscia: Il Peperino, L’Frantoro, B&B Orchard, Compasso Suite, Le Apette, B&B Anna Zelli, Il Mandorlo, Agriturismo La Corte, Palazzo Verdi (Gruppo Holiday Viterbo), Vigna Clara, Antico Loco Commodo, Alloggio S. Pellegrino 45, Il Melograno, Casa Viterbo, La Piazzetta, Al Cardinale, Al libro letto, Torre di Vico, Il Giglio, L’Incontro Residenza Medievale, Le Moline Vetralla, Antica Dimora San Pellegrino, La Dimora delle Terme, B&B Le Pozze, Maya House, La Fontana di Nonna Checchina, EMC 2 Viterbo, Residenza Villa Lante, La Paloma, Casaletto del Pellegrino

In copertina ricette di pesce d’acqua dolce, Lago di Bolsena

photocredits al link

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Sono sempre più numerosi, e rappresentano un nuovo modo di vivere i Musei che passa per le privilegiate vie dell’enogastronomia. Da un lato si riscopre il piacere di visitare i luoghi della cultura di Roma lasciandosi sedurre dalle grandi bellezze del passato, dall’altra ci si accomoda per lasciarsi conquistare dal piacere dei buoni sapori.

Apre così Livia, che è al tempo stesso un bistrot, un ristorante con terrazza, una caffetteria con zona relax e coworking, una bakery con gastronomia da banco e asporto, ovvero un sistema all day long tutto pensato all’interno della Sede del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo in quel di Roma Termini, nevralgica e brulicante crocevia di vite e direzioni.

Si chiama Livia, in onore a Livia Drusilla, una delle grandi protagoniste della storia antica di Roma, potentissima moglie di Augusto e imperatrice di fatto. Le sue stanze e la sua nuove tavola sono semplicissime da raggiungere perchè siamo a Roma Termini, negli spazi di Palazzo Massimo, prestigiosa sede del Museo Nazionale Romano (in via Giovanni Amendola 6).

La Caffetteria Massimo ha qui moltiplicato i suoi ambienti integrandoli con quelli museali per costruire un’unica identità con il nuovo Ristorante Livia che offre ai suoi ospiti una terrazza gioiello dalle insolite prospettive capitoline e sguardi su luoghi dimenticati come “la casa del passeggero“, albergo diurno per i viaggiatori in transito.

Il design dei locali è ispirato alle opere d’arte ospitate a Palazzo, mentre il menu all-day accompagna i diversi momenti della giornata con un’offerta che accoglie e ristora dal primo caffè del mattino al piacere di una elegante cena accanto alle meraviglie archeologiche custodite della collezione permanente del Museo Nazionale Romano, passando per pranzi leggeri e agili merende fino al gusto di un aperitivo.

CAFFETTERIA MASSIMO

Caffetteria Massimo, a due passi dalle Terme di Diocleziano, accende il grande bancone delle colazioni dolci e salate da gustare al volo, da godere senza orario o da sbocconcellare accanto al pc nell’area relax dedicata al coworking.

Ma, Caffetteria Massimo, è anche una bakery sofisticata, con laboratorio interno che sforna lievitati, icone di pasticceria, decine di varietà di pizza e pane fresco in ogni declinazione di forme, aromi e farine: dai Pizzotti cotti a legna ai Pan tasca di grano duro, dai Quadrotti pugliesi ai Massimini, ossia panini in formato mignon farciti di carne, pesce o verdure.

Non solo, Caffetteria Massimo è anche un delizioso bistrot con cucina, per piatti espressi – caldi e freddi – come la Burratina in foglia con le alici del Mar Cantabrico, i burger, le bowl e le zuppe del giorno e dessert al bicchiere.

LIVIA, il Ristorante

Caffetteria Massimo e Livia rappresentano un format multidimensione di ristorazione italiana, declinata in chiave moderna e aperta alle contaminazioni, che prende corpo in uno spazio esteso su due piani.

Su strada ci sono la Caffetteria con il suo lungo bancone, la bakery e il riservato dehor. Si salgono le scale e, al primo piano, c’è Livia, il ristorante dedicato a Livia Drusilla (imperatrice moglie di Augusto) e decorato da piccoli fregi e riproduzioni degli affreschi del ninfeo della villa imperiale di Livia, “ad Gallinas Albas”, di cui Palazzo Massimo custodisce le stanze.

Ad amalgamare queste dimensioni con sapore e coerenza c’è Fulvio Penta, classe ’83, alle spalle esperienze variegate tra cui l’Hotel De Russie, Labico con Antonello Colonna, Pastificio San Lorenzo, Porto Fluviale ed Enoteca Verso, e davanti a sé un poliedrico format per far vivere le gioie della cucina e riscoprire luoghi di Roma agli stessi romani, così come a turisti e viaggiatori.

Mentre Fulvio da sfogo alla creatività nella bakery e nel bistrot, dalla “pizza e mortazza” con aggiunta di stracchino al pollo con i peperoni pensati versione chutney, la sua ricerca culinaria, la sua attenzione si fa più sofisticata tra piatti curati nell’estetica ma con un bel piglio familiari, come per le fettuccine fatte in casa con ragù bianco d’agnello tagliato al coltello e carciofi, dal gaudente spessore, e scelte che abbracciano ampi gusti come la tagliata di manzo o il polpo rosticciato con pappa al pomodoro e stracciata

La scelta degli ingredienti pone attenzione alle produzioni laziali e alle eccellenze regionali del Belpaese: dalla pasta fresca del Pastificio Pica alle verdure nobili dell’Azienda agricola Agnoni di Latina, dai latticini affinati di De’ Magi Formaggi al celebre prosciutto cotto San Giovanni del Salumificio Capitelli, dall’olio extravergine del Frantoio Quattrociocchi alla pasta Mancini e poi i salumi dei Fratelli Bardini, il pomodoro biologico Paglione e il guanciale della Norcineria Sensi.

Le molte anime di Livia e Caffetteria Massimo sono strette da un’unica identità: il nuovo progetto di ristorazione contemporanea firmata dal Gruppo Camst, azienda leader nei servizi di ristorazione in Italia e all’estero.

Caffetteria Massimo e Ristorante LIVIA – INFO

Via Giovanni Amendola 6

Aperto tutti i giorni dalle 7 alle 24

Contatti: tel. 06.4885617 – info@caffealmassimo.it

PALAZZO MASSIMO – INFO

Palazzo Massimo, Largo di Villa Peretti 2

Orari: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 18

www.museonazionaleromano.beniculturali.it/palazzo-massimo/#

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Gli appassionati dei lievitati delle feste saranno felici di scoprire che l’11-12-13 Aprile il Maestro Pasticcere Salvo Leanza, presso la WhiteAcademy di Roma, terrà per 3 giorni un corso dedicato alla preparazione delle Colombe, in tempo perfetto per vederle atterrare con grande soddisfazione sulle Vostre Tavole di Pasqua.

Nello sconfinato panorama di Grandi nomi, Mastri Pasticceri, Chef e Pizzaioli 3.0 alle prese con Colombe Sopraffine, il vecchio detto “impara l’arte e mettila da parte” è sempre un buon monito da tenere a mente, a patto che si impari dai migliori.

Il Panettone di Salvo Leanza mi aveva già sorpreso e convinto per sapore, profumo, consistenza e fragranza; la sua colomba, di tradizione molto simile nell’impasto, non potrà essere certo da meno. Quindi non perdete tempo e, se la vostra passione è mettere le mani in pasta, fatelo e fate lievitare le vostre passioni bianche!

Chi è Salvo Leanza

Per chi non lo conoscesse, Salvo Leanza, Chef Pasticcere con gli occhi vispi, grande cuore, professionalità e padronanza della materia, muove i suoi primi passi in ambito professionale in Sicilia tra gelati, granite e dolci di mandorla, ricotta e agrumi.

Lavora nelle più note pasticcerie Siciliane approfondendo il mestiere e, mosso da un bisogno di accrescere la propria professionalità, si trasferisce a Roma dove, nel 1993, fa la conoscenza dello Chef Mauro Mafrici dell’Hotel Hassler che segna la sua svolta professionale. Quest’ultimo lo porta con sé all’Harris Bar di Roma, quindi al Felidia di Lidia Bastianic a New York.  Al rientro in Italia vive altre esperienze formative, segue corsi ed esegue stage presso importanti scuole di pasticceria, L’étoile, Cast Alimenti.

Lavora all’Hotel Hassler, al Cafè de Paris, alla Casina Valadier in occasione della sua riapertura, presso la Pasticceria Mondi, il Gruppo Vanni, Cristalli di Zucchero, e cura l’apertura della gelateria Vice alla quale fa ottenere il riconoscimento da parte del Gambero Rosso come “gelateria innovativa”, Rosticcerì Catering e svariate aperture di Street food.

Dal 1998 è consulente e docente di gelateria, pasticceria e pasticceria da ristorazione in importanti strutture, ed è costantemente chiamato presso prestigiosi festival di pasticceria in tutto il mondo.

WHITEACADEMY

E’ una scuola di pasticceria e gelateria di eccellenza che offre corsi di formazione di vari livelli.

Tutti i docenti e lo staff sono professionisti del settore ed è dotata di una sala corsi / laboratorio attrezzato con macchinari all’avanguardia dove ogni allievo ha una propria postazione di lavoro per garantire ad ogni partecipante un elevato ed immediato livello di apprendimento.

Info Sul Corso

l’11-12-13 aprile Salvo Leanza porterà in aula la sua arte per un corso su “VIENNOSERIE e GRANDI LIEVITATI PASQUALI”

Il corso, che si svolgerà dalle 9-18 con pausa pranzo veloce organizzata dalla scuola, prevede le “mani in pasta” ed arricchito da una parte teorica sulle farine e varie tecniche d’impasto: diretto, biga, poolish, pasta madre.

Durante il corso, pratico e teorico, verranno realizzati i seguenti prodotti: cornetti all’italiana, cornetti integrali al miele e frutti di bosco, cornetti bicolore, croissant Parigini, croissant salati, 10 tipologie di danesi di varie forme e impasti, veneziane, brioche, treccine, prodotti con pasta sfoglia veloce, sfogliatine di mela, pan brioche, burger buns al burro, bagel Bombe e ciambelle, Croidonut, Croimuffin; Gestione del lievito madre; Impasti diretti, con biga, poolish, pasta da riporto, focus sulle farine, e relaizzazione dei Grandi Lievitati delle feste come la Colomba classica, albicocche e cioccolato o mandarino cioccolato bianco

Il costo 300 compreso di tutto il materiale e dispensa e grembiule

WHITEACADEMY
V. Emilio Brusa 248 – 00173 ROMA
Tel. 068547998 – Cell. 3388714547
info@whiteacademy.it – www.whiteacademy.it

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