Sara De Bellis

Anno: 2022

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Salcheto Winery, azienda vitivinicola toscana tra i venti della Val di Chiana e della Val d’Orcia, è un modello europeo di efficienza ambientale, sostenibilità creativa e innovazioni tecnologiche coerenti.

Dal 1997 ad oggi, sotto la lungimirante guida di Michele Manelli, winemaker dell’azienda, è stato tracciato un percorso coraggioso, dinamico, solido e artistico al contempo che abbraccia un vigneto, una cantina, un’enoteca con laboratorio di idee gastronomiche. Poi ancora ospitalità di grande classe, vasche riscaldate a legna, una linea di occhiali da sole realizzati con le botti e una lunga serie di attività a tu per tu con la natura.

Nel regno Salcheto si producono vini di grande qualità a prevalenza Sangiovese che sanno di territorio. Raccolte manuali, vinificazioni senza solfiti e uso di lieviti indigeni. “Indigeno” è anche il nome dell’atipico format di Cucina Terrestre realizzato con la preziosa consulenza di Paolo Parisi, eclettico e talentuoso personaggio del mondo gastronomico, nonchè famoso produttore di super-uova. Varchiamo insieme la soglia mondo Salcheto e facciamo qualche passo nella forza delle scelte.

Ci vuole tempo, e la giusta filosofia imprenditoriale. Perchè la sostenibilità per far sì che funzioni davvero deve essere organica, integrata e permeare ogni ambito: strutturale, ambientale, economico, architettonico, umano, relazionale.

Cantina-Manifesto di questa “evoluzione rivoluzionaria” che ha come principi cardine la vitivinicoltura specializzata, la qualità onnicomprensiva e il rispetto (vero) dell’ambiente, Salcheto Winery, dalla piccola realtà vitivinicola anni ’80 a conduzione familiare, oggi è la prima Winery Off‐Grid d’Europa.

Cosa significa off-grid? Vuol dire non essere collegati ad alcun tipo di utenze. Vuol dire dipendere completamente dalle proprie fonti di energia rinnovabile come sole, vento e biomasse. Vuol dire vivere di una completa autonomia energetica.

Michele Manelli – fondatore e winemaker dell’azienda – è stato tra i primi a toccare i temi della sostenibilità tra lo scetticismo diffuso di filiera  vitivinicola ponendo le basi di una solida catena valoriale che parte dalle scelte corenti del produttore, dagli investimenti mirati e arriva ai processi messi in atto capaci di traghettare un messaggio chiaro al consumatore finale.

Salcheto Winery, azienda vitivinicola toscana tra i venti della Val di Chiana e della Val d’Orcia, è oggi un modello europeo di efficienza ambientale, sostenibilità creativa e innovazioni tecnologiche coerenti, rese possibili unicamente da una filiera ben governata.

Abbiamo basato il nostro progetto sull’efficienza energetica e la produzione di energie rinnovabili partendo esclusivamente dalle risorse aziendali. L’energia che utilizziamo ha essenzialmente tre origini.

La luce del sole. Sfruttiamo l’energia solare per illuminare in maniera naturale i locali della cantina. Attraverso specchi ricurvi, la luce naturale viene catturata all’esterno e fatta confluire all’interno. Mentre, un impianto fotovoltaico, ci fornisce l’energia elettrica di cui necessitiamo.

Le biomasse legnose. Utilizziamo gli scarti della potatura dei vigneti e del bosco di pertinenza aziendale per produrre il calore necessario a riscaldare gli ambienti, oltre a riscaldare l’acqua.

L’inerzia termica del terreno. Per la produzione del freddo utilizziamo un sistema basato sullo scambio termico dell’energia geotermica a bassa entalpia.

Si configura così una cantina che porta avanti con dedizione e coerenza una storia di Sangiovese e Vino Nobile di Montepulciano, che ha come logo un “Salco” – che in toscano antico è il Salice – con una mano al posto delle radici per sottolineare questo stretto legame con la terra, che tutto genera e tutto nutre.

Indigeno – Cucina Terrestre

Dalla terra alla tavola, anche Indigeno – Cucina Terrestre rispecchia questa convinta intenzione di proporre un format sano e originale, sganciato dai classici riferimenti.

Indigeno, realizzato con la preziosa consulenza di Paolo Parisi, è infatti una luminosa e ricercata taverna di campagna affacciata su filari e verdi terre che accompagnano lo sguardo fino alla dirimpettaia Montepulciano. È un luogo di grande energia umana. E’ un laboratorio di idee da mangiare che si nutre di territorio con autenticità e che riporta al centro della scena il pane e le persone.

Due infatti sono in concetti “neo-antichi” che Indigeno porta in tavola: il “pane al centro” e “l’ascolto degli ospiti”, i quali possono concorrere attivamente al perfezionamento del progetto gastronomico suggerendo migliorie di ogni sorta e sapore.

Nelle terre di Salcheto si raccolgono quotidianamente erbe e piante spontanee che approvvigionano la cucina assieme ai grandi orti; la carne è di cacciagione e da allevamento da cortile; il pesce proviene da pesca non invasiva grazie alle cooperative dei laghi della zona, così come la fagiolina del Trasimeno; i salumi sono prevalentemente di cinta Senese, il pecorino di Pienza e le Uova, buonissime, di Parisi, ovviamente.

Anche il menu riflette questa voglia di rompere gli schemi e trascende la struttura classica di antipasti, primi e secondi sostituendoli con 4 ampie sezioni: Cicchetti, Piatto di portata, Gran Piatto di portata, Dolci e Formaggi.

Il nostro pane al centro

da condire con l’orto.

La sezione “Cicchetti” annovera verticali di Olio Evo e Sughi da accompagnare al pane che viene prodotto tutti i giorni in “casa Indigeno” con lievito madre e grani antichi dell’azienda agraria il poggione di Serteano; poi i Fritti a sorpresa dall’Orto e le meraviglie del Foraging (altra attività proposta agli ospiti) che caratterizzano “la frittatina di chiara d’uovo Parisi con ortica”, semplice e ottima.

Tra i “Piatti di portata” si trovano dai Salumi di cinta e Pecorino di Pienza, alle Tagliatelle Parisi alla Nerano nostrana con Zucchine fritte e Pecorino di Pienza; l’Insalata Emozionale; la Scottiglia, uno stracotto di carni miste al sugo di origini medievali.

L’importanza del territorio e della ricerca abbraccia anche il vicino lago Trasimeno con piatti d’acqua dolce come la Zuppetta di pesce di lago cotta al vaso e la Carpa Regina di Fiori la quale, assieme assieme all‘Anatra e alla Cinta senese definiscono la sezione “Grandi Piatti da portata”.

Abbiamo pensato che la condivisione debba essere centrale. Soprattutto dopo un periodo nel quale abbiamo condiviso così poco ma nel quale sognavamo una vera e propria occasione per rinascere in maniera diversa per davvero.

L’idea è semplice: ci abbiamo messo dentro tutti gli ingredienti legati a territorialità, filiere corte e lotta allo spreco, ma anche i più sofisticati strumenti di contrasto al degrado ambientale del pianeta ed alla crescita sociale delle sue comunità, e d’ora in avanti vogliamo metterci all’ascolto, non solo di colleghi ed accademici, ma proprio di tutti.

E se voi verrete a mangiare qui e condividerete direttamente con noi le vostre opinioni (quello che vi piace e quello che non vi piace, ma anche quello che fareste voi al posto nostro), riceverete sempre un regalo firmato Salcheto e sarete i nostri ospiti privilegiati a vita, racconta Michele Manelli

Salcheto WineHouse: le Suites e le Vasche a legna

Un casolare del 1200 al centro della tenuta vinicola che accoglie 9 suites di coivolgente bellezza. E’ la Salcheto Winehouse, un tempo torre di posta di una delle vallate di accesso a Montepulciano.

Da qui lo sguardo si poggia su rigeneranti vedute che dal borgo antico si aprono fino ai “chiari”, ovvero ai laghi della valle immersi nel verde, fra campi lavorati e boschetti.

Arredati da Elisa Cavani di Manoteca, le suites sono di diverse metrature con pezzi di design di modernariato, ma tutte parlano “vino” attraverso la valorizzazione del legno, la scelta dei materiali e quella dei nomi evocativi. A disposizione degli ospiti c’è anche un salone e una grande cucina dove potersi dedicare al Foraging e prendere lezioni di gastronomia del terriorio prima di rilassarsi nelle vasche riscaldate a legna e concedersi un apertivo nel giardino arredato al calar del sole.

Il Vino e la Cantina

La cantina conduce 58 ettari di vigneti che si estendono fino a Chiusi. Produce circa 400mila bottiglie l’anno. Si coltiva secondo il metodo biologico certificato principalmente Vino Nobile da Sangiovese di altissima qualità.

“La nostra missione è la ricerca della qualità, sia in vigna che in cantina, con un’assidua attenzione alle peculiarità delle uve.

Vitigno principe dei toscani, simbolo del terroir di Montepulciano, la vinificazione avviene senza solfiti, con lieviti autoctoni, governo toscano, botti grandi e tonneaux per vini eleganti e morbidi, con profumi pronunciati ed unici ad ogni vendemmia.

La cantina, illuminata attraverso collettori con specchi ricurvi, è termicamente isolata grazie alla presenza di un giardino verticale e di sistemi di irrigazione del tetto. Neanche in estate si avverte il bisogno di utilizzare l’aria condizionata per tenere la temperatura sotto controllo. 

Oltre ad essere la prima cantina off-gridable in Europa, Salcheto è stata anche la prima ad aver certificato l’impronta di carbonio di una bottiglia di vino (secondo lo standard ISO 14064, nel 2010).

La sua attenzione alla sostenibilità arriva anche alle bottiglie con la Bordolese Toscanella le cui forme eleganti richiamano l’antica storia della Toscana e che, ad oggi, è la bottiglia più leggera ed ecologica disponibile sul mercato.

L’ultima idea, in ordine cronologico, sono gli occhiali da sole chiamati irnonicamente «Fiasco» prodotti con il legno recuperato dalle botti esauste della cantina unito a bio-plastiche biodegradabili. Quest’ultime, certificate per uso oculistico, derivano dalla filiera del cotone. I “Fiasco” sono realizzati a mano, ovviamente in Italia perchè “Storia, innovazione, qualità, sono i temi che ci stanno più a cuore”, parola di Michele Manelli.

SALCHETO WINERY – Via di Villa Bianca, 15
53045 Montepulciano (SI) – Italy / T 0578 799031
F 0578 799749
info@salcheto.it / Prenotazione visite: enoteca@salcheto.it
Prenotazione camere: suites@salcheto.it

ASCOLTA IL PODCAST https://open.spotify.com/episode/0KWCp1m7Oa0fpXrivWgZns

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Un’occasione di gran gusto da cogliere al volo per passare un weekend nella storia del Lazio di Pontefici e Imperatori iniziando dalla cena a 4 mani con menu ad hoc delle Chef Eleonora Masella (La credenza di Ele, Marino) e Debora Costantini (Osmosi – Osteria moderna, Bib Gourmand, Montefiascone) che riserverà gustose sorprese per l’evento “Montefiascone in Terrazza” questo venerdì 8 luglio sulla terrazza del belvedere della Tuscia.

Da Marino a Montefiascone. Da lago a lago passando per l’antichissima Via Francigena. Si incontrano così, sulla Terrazza del Belvedere di Montefiascone, due cucine unite dalla stessa voglia di proporre il meglio. Sono Eleonora Masella, giovane e intraprendente Chef di Marino Laziale, patron del ristorante La Credenza di Ele e la Chef Debora Costantini, che dal 2019 a oggi vanta prestigiose riconferme da parte della Guida Michelin.

Insieme, stasera 8 luglio 2022, con grinta di donne, sfideranno anche i palati più esigenti con un menu che racconta la passione per la ricerca delle materie prime, la voglia di interpretare la tradizione italiana e quella di celebrare i prodotti tipici della Tuscia immaginando per loro nuove forme e nuove idee per esprimersi.

La location sarà il Belvedere di Montefiascone, che è la città più alta della Tuscia viterbese nel cuore dei Monti Visoni, a pochissimi chilometri dal lago di Bolsena, e a poco più di un’ora della Capitale.

Non pongo limiti alle nuove esperienze – racconta Chef Masella – proprio perché la cucina d’eccellenza si presta a essere interpretata al meglio nel rispetto rigoroso delle materie prime. Io prediligo soprattutto piatti a base di pesce e ciò contribuisce ogni giorno ad accrescere il mio livello di riconoscibilità.

Dopo aver collaborato fianco a fianco con Chef stellati, sentivo la necessità di ritrovare un’armonia professionale tutta declinata al femminile. In un ambiente in cui la preponderanza di Chef uomini è pressoché assoluta, confrontarsi con chi mi è più affine sotto il profilo della sensibilità e della curiosità credo rappresenti un’occasione da non perdere”.

Il menu della cena-evento, accompagnato da due calici di vini del territorio, al costo di 30 euro a persona, prevede:

Craclax di salmone su arancia e finocchi; Uovo 63° su crema di pecorino e spuma di patate; Rivisitazione di fagioli e salsicce in cannolo; Tiramisù di baccala su crema di lenticchie nere; Culurgiones di Coregone su coulis di pachino; Moscardini e crema di patate allo zafferano; Pulled beef al Vino rosso; Cheesecake scomposta ai frutti di bosco.

Infoline e prenotazioni: 349.3710149 – 380.1391267

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Sabato 9 e lunedì 11 luglio 2022 a Camerino (MC) le generazioni si incontrano a tavola con l’iniziativa “Sapori da ricordare” che propone un menu realizzato con le la bontà de “La pasta di Camerino” e quelle di “Sa.Mo” Salumificio Montano di Matelica.

Sapori da ricodare”, organizzato con il patrocinio della Città di Camerino, abbraccia altri eventi in programma nella giornata del 10 luglio, quali la tredicesima gara ciclistica Granfondo Terre dei Varano, il concerto di John Scofield – che inaugura la 36° edizione del Camerino Festival, rassegna internazionale di musica – e la giornata ecologica al lago di Polverina.

Appare così. Distesa su un colle, in posizione dominante, fiera e sicura della sua cinta muraria tra due valli, quella del Chienti e quella del Potenza. L’effetto è quello di un sipario che si apre e rivela una bella scenografia. E'Camerino, che si fa attendere e si mostra solo dopo una serie di curve tra fitti e misteriosi boschi alternati da campi ordinati, querce secolari, .

Siamo in collina, al centro della zona montana della provincia di Macerata, chiusa a sud dal magnifico massiccio dei Monti Sibillini e a nord dal Monte San Vicino, tra il solido fascino di Torri d’avvistamento e veri Castelli.

Le bellezze paesaggistiche di questa città ducale, gareggiano infatti sia con quelle architettoniche – Palazzo ducale, il Palazzo arcivescovile, la Cattedrale, l’Orto Botanico, la Rocca Borgesca, solo per citarne alcune – sia con il vanto di un’antichissima storia universitaria datata 1336 che continua ad innovare e se stessa e vanta impianti sportivi all’avanguardia, degni dei College americani.

Ma sono anche le bontà della cucina locale che fanno di Camerino (Bandiera Arancione del TCI dal 2009) una meta di singolare attrattiva estrategica per visitare i dintorni. Nostante la città stia ancora fronteggiando la grave emergenza legata alla crisi sismica dell’agosto-ottobre 2016, superata anche la pandemia, Camerino non crolla e non perde nulla della sua voglia di scendere in piazza, festeggiare e brindare alla vita.

Nasce con questo entusiasmo “Sapori da Ricodare”, evento in due date organizzato dalla Proloco di Camerino che ha eletto due note aziende di questa porzione d’Italia – “La Pasta di Camerino” e “Sa.Mo – Salumificio Montano di Matelica” – quali ambasciatrici dei sapori di una volta, con il preciso intento di far ribadire la genuinità deii prodotti e delle preparazioni tipiche del territorio.

La due giorni gastronomica prevede infatti, oltre alla degustazione della pasta e dei prodotti dell’azienda Sa.Mo., un menù completo, realizzato dagli chef del Terziero di Mezzo di Camerino a 20€ che suona così: Antipasto con salumi e formaggi della tradizione marchigiana, sabato – tagliatelle rustiche col sugo di papera / lunedì – mezze maniche in bianco con salsiccia; grigliata mista con patate fritte; cocomero; acqua e vino.

Nella serata di sabato 9 luglio sono previsti momenti di spettacolo con “La Corrida, dilettanti allo sbaraglio” e l’assegnazione del premio “Il Camerte 2021”. Lunedì 11 luglio protagonista sarà invece Roberto Carpineti con la sua fisarmonica, altra storica icona musicale marchigiana.

Sapori da ricodare”, organizzato con il patrocinio della Città di Camerino, abbraccia altri eventi in programma nella giornata del 10 luglio quali: la tredicesima gara ciclistica Granfondo Terre dei Varano, il concerto di John Scofield – che inaugura la 36° edizione del Camerino Festival, rassegna internazionale di musica – e la giornata ecologica al lago di Polverina.

"SAPORI DA RICORDARE" - Sabato 9 e Lunedì 11 Luglio 2022

Piazza Dario Conti, Sottocorte Village - CAMERINO (MC)

Per Informazioni e prenotazioni, cliccare QUI

Contenuti Extra

La Pasta di Camerino

Sulle colline dell’entroterra marchigiano la brezza del mare si mescola all’aria pura e alla terra genuina dei Monti Sibillini. E’ qui che nasce la Pasta di Camerino, ruvida e porosa come quella fatta in casa, realizzata con cura e nel rispetto dei migliori metodi artigianali. Gli unici con filiera 100% trasparente. Premiata più volte come la migliore pasta italiana per il rapporto qualità/prezzo.

Sa.Mo. Salumificio montano di Matelica

Da più di 30 anni produce insaccati tipici alla ricerca di sapori antichi per chi ama il gusto e la qualità. Materie scelte, cura nella lavorazione artigianale e rispetto dei tempi sono gli ingredienti necessari per una sana e buona produzione. Si utilizza solo la carne migliore proveniente da allevamenti nazionali mescolata a materie prime semplici e stagionata in budelli naturali. La filiera è corta e curata meticolosamente in ogni fase per ottenere valore e qualità.

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Bererosa, la più grande manifestazione dedicata ai vini rosati d’Italia a cura della rivista cartacea e digitale Cucina & Vini, torna a Roma per la sua undicesima edizione e cambia location.

Tra alberi secolari, nei suggestivi interni/esterni della Villa Appia Antica, per Bererosa2022 saranno presenti centinaia di prestigiose aziende con le loro migliori espressioni rosé, sia ferme sia mosse, per la gioia dei numerosi appassionati e fedelissimi all’evento.

Torna Bererosa in una nuova location per la sua undicesima edizione e Ve lo avevamo già anticipato qui. Dopo la preview dello scorso maggio alle Terme Tettuccio di Montecatini Terme, quest’anno sarà la Villa Appia Antica, immersa nel parco archeologico con tanto di spettacolare quercia millenaria, a fare da magica cornice all’evento più Rosè dell’anno.

Tra i tanti intenti di pregio di Cucina & Vini, c’è anche quello di sensibilizzare il pubblico appassionato di vino e di accompagnarlo verso un’analisi più attenta nei confronti dei vini rosa, spesso non considerati al livello dei total bianchi e total rossi.

Cominciammo in punta di piedi nel 2011 – racconta Francesco D’Agostino, direttore di Cucina & Vini – quando, dopo aver pubblicato due edizioni di Rosati d’Italia, guida dedicata ai migliori vini rosa del Paese, capimmo che non era ancora possibile parlare dei rosati come dei bianchi o dei rossi, ma era prima necessario farli conoscere e portarli al pubblico.

A distanza di undici anni noi di Cucina & Vini possiamo dire di aver dato un contributo importante a questo settore, aumentando la consapevolezza e la sensibilità dei consumatori nei confronti del mondo rosa, che ha le stesse prerogative di ogni tipologia di vino in Italia.

Come ogni anno, Bererosa si svolgerà con la formula del Walk Around Tasting, che permetterà al pubblico di degustare etichette di assoluto pregio passeggiando liberamente nel verde della Villa Appia Antica.

Sarà inoltre possibile abbinare i vini rosa alla più che ampia offerta di street food presente a Bererosa; Bottega dell’Oliva Ascolana, Il Maritozzo Rosso, Menabó Vino e Cucina, Pizza&Mortazza sono solo alcuni dei protagonisti dell’offerta food della manifestazione.

Un’occasione imperdibile per apprezzare l’incredibile versatilità che solo i grandi rosé sanno regalare.

Uno degli obiettivi principali di Bererosa – conclude D’Agostino – è sempre stato quello di far comprendere ad appassionati e operatori del comparto l’incredibile versatilità e le sfumature dei vini rosati, anche dopo qualche anno di affinamento. Sui vini rosa incombe, addirittura più che sui bianchi, la convinzione infondata che si deb- bano consumare nell’estate successiva alla vendemmia.

Questo il tema sui cui ci impegneremo già nel prossimo futuro: durante l’estate troverete sul nostro sito web www.cucinaevini.it il resoconto dell’assaggio di rosati fermi delle precedenti vendemmie. Non solo, pubblicheremo anche i dati produttivi del vino rosa italiano relativi al 2021, oggi ancora in elaborazione.

Partner della manifestazione si conferma l’azienda francese DiamBouchage, leader mondiale nella produzione di tappi tecnici in sughero.

Bererosa2022 / Giovedì 7 luglio / Roma – Villa Appia Antica – Via Pompeo Licinio, 85 / Prezzo del biglietto €20,00 (include il calice e la sacca)

Prezzo riservato ai sommelier € 15 (necessario mostrare in biglietteria la tessera associativa)

Orario manifestazione: dalle ore 17 alle ore 23

Biglietteriaonline

Biglietteria disponibile anche alla manifestazione

Info: bererosa@cucinaevini.it; 0698872584

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Venerdì 8 luglio, dalle 19 alle 23, all’interno del Parco di San Callisto a Roma, torna la XIV edizione di Territori diVini, la serata evento organizzata da VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo – durante la quale la parola “Cooperazione” farà rima con vino italiano e palestinese, olio EVO, salumi nostrani, formaggi tipici, buona musica e Magnum all’asta migliori cantine italiane!

VIS -Volontariato Internazionale per lo Sviluppo- in collaborazione con la Fondazione Italiana Sommelier di Roma, la Guida ExtraVoglio e Mediatis Wine in Motion, è lieto di presentare la XIV edizione di Territori diVini.

La mission di VIS consiste nel “promuovere lo sviluppo e l’ampliamento delle capacità di ogni persona – intesa come individuo e come membro di una comunità – fornendo loro opportunità educative, formative e di inserimento socio-professionale, nonché strumenti per la promozione e la tutela dei propri diritti.

La sua “vision” configura “un mondo dove ogni persona possa godere pienamente dei propri diritti e partecipare dignitosamente e attivamente alla vita della comunità favorendone lo sviluppo”.

La Cantina Cremisan a Betlemme in Palestina, retta dai Salesiani, nella quale collaborano Israeliani e Palestinesi dal 1885, ne è grande esempio. 

Per questo Venerdì 8 luglio sarà importate e formativo partecipare a Territori diVini, per brindare all’estate e alla solidarietà nella suggestione del Chiostro di San Tarcisio immerso nel verde del Parco di San Callisto.

Lungo la Via Appia Antica si potranno infatti degustare più di 40 vini provenienti dalle migliori cantine italiane guidati alla loro specifica conoscenza dai sommelier della Fondazione Italiana Sommelier. Ad allietare i palati ci saranno anche gli oli della Guida ExtraVoglio, salumi nostrani, formaggi tipici e specilità regionali oltre a musica, allegria, in un’atmosfera elegante e conviviale.

Durante la serata si potrà partecipare all’asta di solidarietà delle Magnum e delle migliori bottiglie messe a disposizione dalle cantine aderenti: in questo modo, si avrà la possibilità di sostenere i progetti del VIS in Palestina e in oltre 30 paesi del sud del mondo.

Il ricavato della vendita dei biglietti -15€ che include la degustazione dei vini presenti e calice – andrà a beneficio delle opere sociali (scuole, centri di aggregazione giovanile, centri di formazione professionale, oratori) e del forno che i Salesiani gestiscono a Betlemme e a Nazareth. I beneficiari ultimi sono quindi i ragazzi, i giovani palestinesi e arabi cristiani che vivono in situazione di povertà, emarginazione e disagio economico e sociale.

Ecco alcune delle cantine presenti a Territori diVini quest’anno:

Agricola Vallone, Antinori, Antonelli, Bisol, Bosco del Merlo, Cascina Pastori, Civielle, Clavesana, Conti D’Arco, Cremisan, Diamo un Taglio alla Sete, Deiana, Di Majo Norante, La Guardiense, Fattoria Mantellassi,  La Source, Letrari, Lis Neris, Mesa, Michele Chiarlo, Moncaro, Moroder, Nino Negri, Nina Ananiashwili, Padroggi La Piotta, Panizzi, Pascolo, Poggio Le Volpi, Romanelli, San Patrignano, Schwarzbock, Tenuta del Cerro, Tenuta, Montedelma, Terre de la Custodia, Umani Ronchi, Venica & Venica, Villa Sandi

L’appuntamento è per venerdì 8 luglio, alle ore 19 alle 23, presso il Chiostro San Tarcisio, Parco delle Catacombe di San Callisto, Via Appia Antica 78, Roma / Parcheggio interno

Per informazioni e adesioni: Luca Cristaldi 06/51.629.331 l.cristaldi@volint.it

CONTENUTI EXTRA

Chi è VIS? Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo è un’organizzazione non governativa che si occupa di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale e un’agenzia educativa che promuove e organizza attività di sensibilizzazione, educazione, formazione per lo sviluppo e la cittadinanza globale.

L’associazione, nata nel 1986 su promozione del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), si ispira al messaggio di San Giovanni Bosco e al suo sistema educativo preventivo. Opera in 40 Paesi del mondo, in Africa, Medio Oriente, America Latina ed Europa.

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Un Mare diVino 2022, bianchi, rosati e bollicine del Lazio: due tappe e quattro giorni di degustazioni sul litorale laziale da segnare sul calendario: 1-2 Luglio 2022, dalle ore 17.00 alle ore 01.00 in Piazza Pia ad Anzio; 22-23 Luglio 2022, dalle ore 17.00 alle ore 01.00, sul Lungomare Circe di Terracina

La grande festa del vino e della cucina laziale quest’anno raddoppia le location e presenta quattro giorni in grande stile tra cantine, tavole illustri e produttori da conoscere. Nell’articolo tutte le informazioni per partecipare e i piatti realizzati dagli chef protagonisti della prima tappa.

Saranno Anzio e Terracina le iconiche città di mare protagoniste di “Un Mare diVino 2022”, quarta edizione della kermesse che da domani torna ad illuminare il litorale laziale dopo due anni di “sosta forzata” con un fitto programma di degustazioni, show cooking e approfondimenti per la più coinvolgente manifestazione estiva in materia di buon vino e buon cibo.

Si inizia venerdì 1 e sabato 2 luglio: due giorni organizzati con il patrocinio del Comune di Anzio, nella persona del Sindaco Candido De Angelis e dell’Assessore alle Politiche delle Attività Produttive, del Turismo e dello Spettacolo Valentina Salsedo, con la collaborazione dell’associazione dei commercianti e artigiani di Anzio.

La location d’eccezione sarà piazza Pia, principale punto di ritrovo della cittadina anziate, terminale della passeggiata che costeggia il porto turistico e tantissimi e rinomati ristoranti.

Qui sarà allestita la “Mangia e Bevi Arena” di Un Mare diVino, tutto intorno alla fontana che impreziosisce la piazza, dominata dalla chiesa di Sant’Antonio. A presentare l’evento e i vari momenti che si succederanno saranno Chiara Giannotti “patron” di VinoTV e io, Sara De Bellis, direttore di MangiaeBevi.it.

LE DEGUSTAZIONI

Ad Anzio sarà possibile degustate i vini di molte cantine laziali, dalla Tuscia alla Ciociaria, Agro romano e Agro pontino: tra queste Brugnoli, Cantina Bacco, CantinAmena, Cantine Silvestri, Cantine Volpetti, Casa della Divina Provvidenza, Castel de Paolis, Donne in vigna (Terre di Marfisa e Vigne del Patrimonio), I Lori, lura et Arma, La Giannettola, Parvus Ager, Tenuta de Castro, Tenuta lacoangeli, Tenuta Lungarella, Terre di Aquesia, Vinea Domini. Sarà inoltre presente una folta rappresentanza del consorzio di tutela della Roma DOC con oltre 20 cantine.

Ad accompagnare le degustazioni vinicole non mancheranno alcune eccellenze gastronomiche come la Tiella di Gaeta di Oro del Golfo, i salumi di Monte San Biagio di Grufà, i formaggi di Casa Marras di Tuscania, i biscotti di Sapori della Sabina , l’olio di Tenimenti Marotta, i sottaceti di Tre Colli e le ricercatezze di Vero. E ancora l’Acqua Filette e le bevande di Chinottissimo di Simone Neri, pronipote dell’ideatore del celebre Chinotto.

GLI CHEF E GLI SHOWCOOKING

Nella “Mangia e Bevi Arena”, sarà allestito un vero e proprio Temporary Restaurant d’eccezione, grazie alla cucina mobile della Electrolux Professional fornito dal partner dell’evento Fialco srl di Frascati. Qui prenderanno forma pirotecnici show cooking realizzati da grandi protagonisti della cucina di mare, che realizzeranno piatti ispirati al territorio per uno straordinario spettacolo di sapori in abbinamento a vini e bollicine laziali.

Si inizia Venerdì 1 luglio alle 17:30 con WALTER REGOLANTI, proprietario, sommelier e chef dal “mare alla tavola” di Romolo al Porto che presenterà la sua ZUPPA DI PESCE ESTIVA, fresca e insolita proposta di cucina marinara realizzata con una materia pescate al sorgere del sole nei mari di Anzio; si prosegue alle 18.30 con MAURIZIO CRISCUOLO di Osteria Nuova e la sua AMATRICIANA DI TONNO, tutta da scoprire; si chiude alle 19.30 con MAURO GODENTE & GABRIELE POLICARPO del Ristorante al Al Sarago e i loro MEDAGLIONI DI MARE realizzati con pasta fresca tirata a mano e accortezze old style.

Sabato 2 luglio alle 17:30 sarà il momento di DANIELE NACITI del Ristorante Baia di Ponente che realizzerà il piatto marinaro per antonomasia, il risotto alla pescatora in chiave decisamente tradizionale; alle 18.30 sarà il turno di FATIMA FOSCHINI TAHRAOUI del ristorante OltreMare e della sua rivisitazione del classico “Pane e Porchetta” in un gustoso PORCHETTA DI TONNO E PANE NAAM; alle 19.30 MATTEO GERARDI di Genesi Restaurant & Lounge Bar (Nettuno) ci delizierà con un RISOTTO MELANZANE BRUCIATE; CRUDITè di SCAMPI, RIDUZIONE DI CROSTACEI e TARTUFO ESTIVO. Dopo una pausa passata tra stand degustazione e assaggi delle pregiate etichette selezionate da Un Mare diVino, alle 23.00 DANIELE NACITI de La fraschetta del mare chiuderà con il suo Gelato di pistacchio all’Azoto e aprirà una finestre sulle evoluzioni del gelato eartigianale “pret a manger”. I posti saranno limitati. Assicuratevi il Vostro! Cosa aspettate?

INGRESSO DEGUSTAZIONI

Costo del biglietto: l’ingresso all’area degustazioni di “Un Mare diVino 2022” ha un costo di 20 euro, che dà diritto al calice, alla sacca porta bicchiere e al bracciale da mostrare obbligatoriamente ai banchi di assaggio.

Prevendita: la prevendita è attiva sul sito ufficiale dell’evento www.unmaredivino.com.

PARCHEGGIO

Per quanto riguarda la tappa di Anzio, sarà possibile parcheggiare presso l’area di sosta a pagamento La Piccola situata in Via Roma 36. Un servizio navetta sarà a disposizione degli utenti per raggiungere la location dell’evento.

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É lo chef più giovane del circuito dei Dépositaires Dom Pérignon, in tre anni ha saltato ogni ostacolo, vinto ogni sfida. Sicuro di sé, abile, solitario e sempre al lavoro nel proprio atelier, Andrea Antonini, Executive Chef di Imàgo, porta avanti con abile fermezza la sua brigata di Cucina, dialoga con l’importante Sala e crea un nuovo microcosmo di grande coerenza e piaceviolezza.

Il suo estro in cucina parla italiano e vola leggero tra cromatismi e rigorosa tecnica. Padroneggia la materia senza mai deluderla anzi, la divide con piglio neoimpressionista e la ricostruisce in “gallerie” per mostrare le inespersse potenzialità di quell’accordo noto tra sapori che noi chiamiamo “tradizione”. 

“La tradizione è una cosa seria”. Queste sono le parole scritte sulla tovaglietta di carta a quadretti bianchi e rossi che si posa leggera sulle tavole dell’Imàgo, vestite di candido e teso lino irlandese.

Una tovaglietta di carta sottile, che anticipa la “galleria” delle seconde portate previste dal percorso degustazione, posata con grande savoir-faire e ironia sulla tavola di un prestigioso ristorante stellato Michelin che, dalla sua posizione privilegiata, osserva fiero la distesa di Cupole e Campanili di Roma immensa.

Andrea Antonini la fa accomodare assieme una lunga serie di garbate provocazioni da mangiare per richiamare un’idea, per sottolineare un concetto. Quale? “La tradizione è una cosa seria” e, per questo, va presa con leggerezza.

Quella stessa “leggerezza” di cui Italo Calvino ci parla nelle sue “Lezioni Americane” (1988), scrivendo: 

“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.

Una frase che, consentitemi la veloce digressione, è sunto di una filosofia di vita più saggia, più adulta, che ci invita a vivere con “leggerezza” ovvero con la capacità di non dare peso all’inessenziale riuscendo così a “planare sulle cose”. Essere leggeri non significa essere superficiali tutt’altro, significa arrivare al cuore delle cose, riuscire a liberarsi dai pesi che non ci appartengono.

Così, Andrea Antonini, Executive Chef di Imàgo, (ne avevamo parlato qui) determinato, talentuoso, coraggioso, rigoroso, creativo e sempre al lavoro nel proprio atelier, porta avanti le sue idee. Il suo estro di cucina diverte e parla italiano. Padroneggia la materia gastronomica con fierezza, lucidità e detrezza, senza mai mancarle di rispetto anzi, potenziandola, la divide e la ricostruisce in modo nuovo mostrando inespresse potenzialità e forme di quell’accordo noto tra sapori che noi chiamiamo “tradizione”. 

La sala diretta da Marco Amato, per completamento, è perfetta: dinamica, partecipativa, attenta, competente, presente e discreta al contempo.

Il “Carrello delle Bollicine” è sempre presente e a disposizione degli ospiti, così come la grande capacità di saper dare il consiglio giusto, di istruire su nuove interessanti etichette, fino ai millesimi storici e alle annate pregiate di Dom Pérignon.

La tavola è essenziale, via via più asciutta. L’atmosfera è leggera, piacevolissima. La vista, ogni volta, un colpo al cuore.

Imàgo 7 – Il Menu

Crescita personale, una grande libertà espressiva, dinamismo, intrattenimento e talento nel trasferire unicità, sapore lungo e stile moderno ad ogni singola portata, grande o piccola che sia.

Imàgo 7 è un menù al quale abbiamo partecipato tutti attivamente e che ha coinvolto l’intero ristorante a livello creativo, racconta lo Chef.

Andrea Antonini approccia la cucina classica con rigore scientifico e vocazione emozionale creando continui divertissement per suoi commensali espansi dalla sempre più collaudata “ImàgoCrew”.

I suoi piatti partono sempre dalla centratura sul gusto, sia quando gioca con forme, consistenze e rimandi, sia quando divide la materia seguendo nuove personali logiche. Così come accade negli “Gnocchi al ragu” e nel “Pollo e Peperoni”.

Piatti noti ai quali applica una tecnica che mi ha ricordato quella pittorica dell’ l’artista parigino Georges- Pierre Seurat, il pointillisme, l’impressionismo scientifico, i suoi “pixel” su tela, il contrasto simultaneo e la ricomposizione retinica di un’immagine univoca, brillante, tenuta in questo caso insieme dalla forza di titoli familiari come Crudo misto di mare, Gnocchi al ragu, Pollo e peperoni.

Ad ogni ondata di portate amabilmente servite, sulla tavola il soggetto si divide e si ricompone in un nuovo quadro.

Sono le “gallerie” delle entrées, degli antipasti, rapporti cromatici di terra e di mare che giocano con lo stesso stile sia con le tipicità regionali sia con le “icone di moda”.

Le emozioni arrivano ad ogni piccolo bon bon realizzato da rigorosa tecnica al servizio del sapore, con twist di ironia e solida leggerezza.

Ci sono le bolle da far scoppiare con il naso, i bocconi di parmigiano e quelli di parmigiana, i crostini al cacao con il ciauscolo e finocchietto, la cibattina con la porchetta servita con il piccolo boccale di birra, lo spicchio di “meringa di pizza” che svanisce in un morso rilasciando il suo aroma preciso, il finto sushi, il club sandwich di mare con tanto di bandierina.

Ma il pointillisme (o divisionismo) cui accennavo arriva a tavola negli “gnocchi al ragu” – piatto iconico dell’intero percorso – dove l’analisi grammaticale della ricetta trova con gli stessi ingredienti una nuova consistenza e una nuova verbosità giocata sul concetto di crudo e cotto. La risultante è quella del ricordo, le consistenze tutt’altro.

Ancora più in evidenza nel “Pollo e Peperoni”, anicipato dalla tovaglietta a quadri attorno alla quale si scompone e ricompone il pollo, esaltato e caratterizzato in ogni suo quarto, dal boccone del prete fino alle “alette in salsa bbq” da mangiare con le mani con gli appositi guanti.

Chiusa la prima sfilata, entra in scena la pastry chef Mariasole Martella con il suo sublime quanto scenografico “Lemon Curd”. Seguono i carrelli di dolci con piccola pasticceria e primizie di stagione; e ancora quello dei Formaggi con attente selezioni tutte provenienti del Lazio e che seguono diverse logiche di percorso sulla base della territorialità, tipologia di latte e stagionatura. 

Oltre al percorso degustazione Imàgo 7 annovera piatti come Carne cruda alla Rossini; Ravioli di Aragosta, funghi, tartufo nero; Sogliola alla mugnaia; Branzino al verde; Pesca vino e cioccolato bianco, proposte pensate tutte nel dettaglio e nel rispetto dei sapori iconici, con le radici ben salde nei sapori italiani e grandi finestre spalancate sul futuro.

Imàgo si conferma essere una grande cucina davvero, all’altezza della sua vista, ambasciatrice di uno stile italiano senza tempo intrepretata con stile moderno, animata da una continua tensione all’eccellenza, sicuramente meritevole di qualche “luce” in più.

Imàgo all’Hassler

Piazza della Trinità dei Monti, 6 – 00187 Roma (RM) Tel: +39 06 6993 4726 SITO

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Pane, scambio e condivisione di competenze fra contadini, mulini, biologi, chimici e agronomi. Un circolo virtuoso che va a tutto vantaggio del consumatore. È questo quello che emerge dalla guida 2023 Pane & Panettieri d’Italia di Gambero Rosso, realizzata in collaborazione con Petra-Molino Quaglia e da oggi in libreria. Di seguito la Classifica dei migliori panificatori italiani e i Premi Speciali asseganti quest’anno.

Un pane buono, etico e sostenibile non può costare meno di 7 euro al chilo.

Una frase forte che costringe a una riflessione, a una scelta sempre più consapevole. Perchè i consumatori sono oggi più attenti al gusto, alla salute e sono disposti a investire su prodotti di qualità.

Per questo si sono moltiplicate le sperimentazioni che hanno reso il pane sempre più intrigante, asttraente, ricco e completo. L’intelligente mediazione fra tradizione e tecnologia, tra natura e scienza ha fatto sì che il pane, sia nelle declinazioni più “semplici” che in quelle più “complesse”, regali al palato incredibili sfumature di profumo e sapore.

“Il pane è un prodotto tradizionale in continua evoluzione grazie alla maestria della nuova generazione di panettieri” dichiara Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso “Farine, impasti e lieviti sono fondamentali per un pane di qualità. Questi ingredienti sono oggi coadiuvati da nuove tecnologie e forni all’avanguardia che permettono di generare un prodotto finale eccellente.”

“I consumatori sono sempre più attenti ad un’alimentazione che punta alla salute.” continua l’Amministratore Delegato Luigi Salerno “Con le nostre guide aiutiamo a scoprire i professionisti del settore enogastronomico, da i grandi produttori ai maestri artigiani che sapientemente trasformano ingredienti in opere di gusto.”

i TRE PANI 2023 della Guida Pani & Panettieri di Gambero Rosso

VALLE D’AOSTA
LE COIN DU PAIN | SAINT CHRISTOPHE [AO]

PIEMONTE
FAGNOLA | BRA [CN]NUOVO INGRESSO
VULAIGA | FOBELLO [VC]
MARCARINO RODDINO | RODDINO [CN]
FICINI | TORINO
LUCA SCARCELLA – IL FORNO DELL’ANGOLO |TORINO
PERINO VESCO |TORINO
SPOTO BAKERY VOGLIA DI PANE | TORINO

LOMBARDIA
VOGLIA DI PANE |BRESCIA
GRAZIOLI |LEGNANO [MI]
PANETTERIA RIO DAL 1929 |MANTOVA
CROSTA |MILANO
DAVIDE LONGONI PANE | MILANO
LE POLVERI |MILANO
FORNO DEL MASTRO | MONZA
FORNO ARTIGIANO TILDE | TREVIGLIO [BG]

VENETO
OLIVIERI 1882 |ARZIGNANO [VI]
MARINATO | CINTO CAOMAGGIORE [VE]
FORNO ZOGNO | CONSELVE [PD]
FORNO VENEZIANO | PIOVE DI SACCO [PD]
SAPORÈ PIZZA BAKERY | SAN MARTINO BUON ALBERGO [VR]
IL FORNAIO ZENATTI DAL 1979 | SOMMACAMPAGNA [VR]

TRENTINO ALTO ADIGE
PANIFICIO MODERNO | ISERA [TN]

FRIULI VENEZIA GIULIA
JERIAN | TRIESTE

EMILIA – ROMAGNA
CALZOLARI | BOLOGNA
FORNO BRISA |BOLOGNA
MICRO PANIFICIO MOLLICA | CARPI [MO]
NEL NOME DEL PANE CAPPELLETTI & BONGIOVANNI | DOVADOLA [FC]
O’ FIORE MIO HUB| FAENZA [RA]
LA BUTEGA AD FRANTON | GUASTALLA [RE]

TOSCANA
PANK LA BULANGERIA | FIRENZE

LIEVITAMENTE | VIAREGGIO [LU]

MARCHE
L’ASSALTO AI FORNI | ASCOLI PICENO
PANDEFRÀ | SENIGALLIA [AN]

LAZIO
PEZZ DE PANE | FROSINONE
ANTICO FORNO ROSCIOLI | ROMA
LIEVITO PIZZA PANE| ROMA
PANE E TEMPESTA| ROMA
PANIFICIO BONCI| ROMA
SANTI SEBASTIANO E VALENTINO| ROMA

ABRUZZO
MERCATO DEL PANE |MONTESILVANO [PE]

CAMPANIA
LA FRANCESINA BOULANGERIE | ERCOLANO [NA]
MALAFRONTE | GRAGNANO [NA]
FOORN | MARIGLIANELLA [NA]NUOVO INGRESSO

PUGLIA
PANIFICIO ADRIATICO | BARI
SPACCIAGRANI – FORNO INDIPENDENTE | CONVERSANO [BA]NUOVO INGRESSO
IL TOSCANO | CORATO [BA]
LULA – PANE E DESSERT | TRANI [BT]

BASILICATA
PANE E PACE |MATERA

SICILIA
FRANCESCO ARENA | MESSINA
PANIFICIO GUCCIONE |PALERMO
I BANCHI | RAGUSA
MARTINEZ | TRAPANI

SARDEGNA
PBREAD NATURAL BAKERY | CAGLIARI

PREMI SPECIALI

PANE E TERRITORIO
CUORE DI PANE BIO | CABELLA LIGURE [AL]

BAKERY DELL’ANNO: CERERE – L’ATELIER DEL PANE| TRIUGGIO [MB]

PANETTIERE EMERGENTE: CHIERE | PIACENZA

IL PARTNER

Anche per questa edizione, Gambero Rosso è stato supportato da Petra-Molino Quaglia, azienda leader nella produzione di farine di grano tenero ad alta qualità ormai storico partner della guida Pane & Panettieri.

Una partnership che prosegue con il corso professionale della Gambero Rosso Academy “Professione Panettiere” pensato per formare i futuri professionisti della panificazione, capaci di operare sia nell’ambito della produzione artigianale che industriale. Un corso che parte dalle basi, passando dalla tradizione per arrivare alle più moderne attrezzature e tecnologie.

“Siamo orgogliosi di sostenere Pane&Panettieri d’Italia, perché condividiamo con Gambero Rosso la convinzione che la panificazione italiana di qualità debba orientarsi a pratiche di vera e naturale artigianalità, per riscrivere in chiave contemporanea la tradizione dei pani regionali.” dichiara Piero Gabrieli, responsabile Marketing di Petra Molino Quaglia. “Questa guida è per noi una tappa fondamentale di un progetto intrapreso nel 2006 con Accademia del Pane® e il format di panificazione diurna MamaPetra®”

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Domenica 19 giugno a Gallese (VT), antico borgo medievale della Tuscia, una serata di rara suggestione barocca in una segreta quanto straordinaria Residenza nobiliare: il Palazzo Ducale Altemps Hardouin. Qui si esibiranno la Venice Baroque Orchestra, Nina Kotova e Andrea Griminelli. Chiude la Cena in giardino dello Chef Lorenzo Iozzia del Ristorante stellato Casa Iozzia.

Come in un crescendo musicale DOMUS ARTIUM, il prestigioso circuito internazionale di concerti ed eventi in contesti di straordinario splendore architettonico, spesso non accessibili al pubblico, per la nuova data alla vigilia dell’estate sceglie una dimora di rara preziosa magniloquenza e un parterre di artisti di altissimo profilo.

Palazzo Ducale Altemps Hardouin – situato nell’antico territorio falisco dell’alto Lazio e fin dal Medioevo possedimento ambito dalle più importanti famiglie nobili romane – è un castello di possenza tutta medievale avvolto nel più raffinato manierismo architettonico annunciato da un ingresso monumentale e da una scalinata d’accesso realizzata dal Vignola.

Anzi, una doppia scalinata che abbellisce il cortile e sale fino alla loggia, dove è conservata la collezione di marmi antichi.

Per volere dei Duchi Altemps, che l’abitarono dalla metà del ‘500, Giacomo della Porta gli diede l’attuale struttura, mentre Carlo Fontana le rifiniture. Una triade d’architetti magniloquente per dare forma di potere e bellezza a quella che è tuttora proprietà e residenza degli Eredi del Duca Luigi Hardouin di Gallese.

Un intreccio leggendario quello degli Altemps con gli Hardouin, come emblematicamente rappresentato dalla duchessa Maria Hardouin di Gallese, moglie di Gabriele D’Annunzio.


In questo scenario di leggendaria bellezza e imponenza, a solo un’ora dalla Capitale, e normalmente non accessibile al pubblico, la sera di domenica 19 giugno alle ore 19.45, nella seducente atmosfera dell’imbrunire, saranno gli stessi padroni di casa con Barrett Wissman, direttore esecutivo di Domus Artium, ad accogliere il pubblico nella Loggia con un calice di benvenuto mentre un gioco di luci regala le prime suggestioni ed emozioni destinate a crescere all’avvio della performance musicale.

Strutura dell’Evento e i Prestigiosi Ospiti

L’inizio del concerto è previsto alle 20.30 nel Cortile sovrastato dalla splendida doppia scalinata, dietro, il parco, detto Giardino della Sasseta, tra lecci, castagni, abeti e un lago sotterraneo.

Sul palco la Venice Baroque Orchestra, specializzata nell’esecuzione di musica barocca e del ‘700 eseguita su strumenti originali. Esibitasi sui palchi internazionali più prestigiosi e a fianco dei più grandi interpreti mondiali, la sera del 19 sarà sul palco con Andrea Griminelli, considerato uno dei più grandi flautisti della scena contemporanea vincitore del Grammy e del Prix de Paris e con Nina Kotova, la nota violoncellista russa che ormai il pubblico di Domus Artium ha imparato a conoscere ed amare anche per la sua presenza carismatica sul palco.

In programma musiche di Vivaldi, Geminiani e C.P.E. Bach.

La Cena in giardino Tripoli

Al termine del concerto sarà la volta della serata conviviale: il pubblico sarà atteso nel giardino Tripoli, tra palme e fascino esotico, dove inizierà la cena a buffet firmata da Lorenzo Iozzia, chef del Ristorante stellato “Casa Iozzia” a Vitorchiano.

Si definisce “un cuciniere siciliano in terra etrusca”, amante dell’eccellenza della materia prima, richiama nelle sue ricette la tradizione rielaborandola sotto una nuova luce personale.

Il suo ristorante, Casa Iozzìa, è un viaggio di sapori e di ricordi, che da Lentini arriva nella Tuscia passando per i boschi dei Cimini. Molti i riconoscimenti raccolti negli anni, tra cui quelli del TCI, del Gambero Rosso e la prestigiosa Michelin Star Restaurant. nel 2019.

La cena sarà composta da una sequenza di mini piatti che uniscono sapore, territorio e la creatività sapiente di Lorenzo Iozzia. Una cucina dinamica, vibrante, con le radici in Sicilia e le chiome in Tuscia; e che sarà accompagnata dai vini di Sting della Cantina Il Palagio.

Il Palagio – Wine Partner

Proprietà e residenza del celebre cantante Sting e di sua moglie Trudie Styler, la Tenuta Il Palagio è fin dal 1500 una vera oasi di pace tra le dolci colline toscane del Chianti. Oltre alla Villa, La Tenuta ospita un’importante azienda agricola che insieme a prodotti come l’olio e il miele, continua la tradizione plurisecolare della viticoltura. Dal 2000 sono stati reimpiantati 11 ettari di vigneti che seguono i metodi dell’agricoltura biologica e che danno origine a vini pregiati i cui nomi si ispirano all’universo rock dell’artista inglese.

Per INFORMAZIONI E BIGLIETTI cliccare QUI


CHi è DOMUS ARTIUM?

Domus Artium è un progetto dedicato all’eccellenza nelle arti e al recupero della tradizione delle famiglie che aprono le porte delle proprie dimore e palazzi storici a concerti, mostre e momenti conviviali.

Riunisce musicisti, artisti, danzatori, chef, curatori, pensatori per collaborare con mecenati d’arte a Roma a una serie di eventi e spettacoli nelle loro stesse dimore e palazzi, ricreando così quella secolare tradizione delle famiglie nobili che hanno sempre ospitato la cultura nelle loro case sotto forma di concerti, arte e momenti conviviali. Così come dando ospitalità e protezione agli artisti.

“La sfida, in un momento di rinascita delle arti e di una nuova convivialità, è anche quella di tornare alle esibizioni dal vivo e alle esperienze live riunendo le persone in contesti molto iconici per bellezza ed emozioni, valorizzando il momento della condivisione” – afferma Barrett Wissman, ideatore e direttore esecutivo del progetto.

Wissman, un visionario capace di immaginare spazi e modalità di fruizione dell’arte, della musica, in scenari del tutto diversi dai circuiti tradizionali,da sempre promotore, come Presidente di IMG Artists, di grandi eventi musicali nel mondo, porta a Domus Artium una lunga esperienza nella promozione delle arti condotta insieme alla Fondazione del Sole e già ampiamente collaudata con il Tuscan Sun Festival di Cortona.
A seguire ogni concerto momenti conviviali con esperienze del gusto ogni volta diverse e che vedono spesso protagonisti chef stellati.

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Segnate la data in rosso sul calendario, perchè il prossimo 20 giugno 2022 alle ore 11:30 ci sarà l’asta live in streaming su www.6enough.eu organizzata da 6enough – con il patrocinio di Gambero Rosso – a favore del Fondo Emergenze di Medici Senza Frontiere. Nell’articolo tutte le info per partecipare, le istruzioni per battere i lotti e l’elenco degli Chef più buoni d’Italia!

Un’asta di beneficenza organizzata da 6enough con il patrocinio di Gambero Rosso a sostegno dell’azione medico umanitaria di Medici Senza Frontiere in oltre 80 paesi al mondo. Si chiama “Chef senza Frontiere” e l’appuntamento è fissato per il prossimo 20 giugno alle 11.30.

In questo contesto virtuale quanto reale, verranno battuti all’asta sessanta lotti di altrettanti chef, ristoratori e albergatori selezionati da Gambero Rosso: da Niko Romito a Enrico Crippa, da Ciccio Sultano a Massimo Bottura, da Anthony Genovese a Norbert Niederkofler e Carlo Cracco. E ancora Ciro Scamardella e Alessandro Pipero, Riccardo e Giancarlo Camanini, Martina Caruso, Andrea Berton o Valeria Piccini.

Ma cosa prevedono i “lotti degli chef”? Scopriamone alcuni tra stellati e location da capogiro

I lotti degli Chef sono diversi tra loro e posso comprendere cene, lezioni di cucina, SPA ed esperienze outodoor, escurzioni in barca comprese.

Cristina Bowerman Chef di Glass Hostaria, per l’occasione ha pensato un pacchetto che include una lezione online con lei, prima della quale il fortunato riceverà a casa gli ingredienti per la preparazione della ricetta e una bottiglia di bollicine, in più una cena con aperitivo per 2 persone da Glass Hostaria.

Pino Cuttaia, nella sua Sicilia, ha invece pensato a proporre un'escursione in barcatra le coste Licatesi. Dopo la gita con lo chef a bordo si ritorna al ristorante La Madia per una visita alle cucine e un pranzo o una cena degustazione, sempre per 2 persone.

Non solo, a chi si aggiudica il lotto spettano anche il suo libro “Per le scale di Sicilia” e alcuni prodotti “Uovodiseppia”, la dispensa dello chef Cuttaia.

All’Armani Ristorante Milano, oltre al soggiorno in hotel per 2 persone con colazione inclusa, il lotto prevede l’accesso nell’Armani/SPA e una cena degustazione di 5 portate by Francesco Mascheroni con abbinamento vini, sempre per 2 persone.

Location da capogiro per il Ristorante Cracco Portofino, nel borgo marinaro ma con le terrazze dalla vista memorabile e un menu interamente senza carne che ne suo “lotto” offre un aperitivo con lo chef e, a seguire, una cena degustazione per 2 persone.

“Partecipare a questa asta speciale rappresenta un contributo davvero importante per Medici Senza Frontiere, perché potremo intervenire in tante emergenze nel mondo, dall’Ucraina allo Yemen e all’Etiopia, crisi umanitarie devastanti sulle quali cerchiamo anche di accendere un riflettore.” dichiara Laura Perrotta, Direttrice della raccolta fondi di Medici Senza Frontiere” Ringraziamo tutti gli chef, Gambero Rosso, 6enough e tutti coloro che parteciperanno all’asta che permetteranno di garantire cure gratuite e di qualità a chi ne ha più bisogno nel mondo.”

Come partecipare all’asta online del 20 giugno, ore 11:30

Basta accedere al sito www.6enough.eu e cliccare sul tasto “Registrati all’Asta come Offerente”. A questo punto, si apre un modulo di iscrizione da compilare con tutti i dati richiesti accettando anche le commissioni d’asta pari al 25% iva compresa calcolate sul prezzo di aggiudicazione (esempio: se vi aggiudicherete un lotto a 1.000 € dovrete corrispondere, al momento del pagamento, 1.250 €)..

Una volta inviato il modulo di registrazione, cliccando sul tasto “Invia”, la richiesta verrà sottoposta all’approvazione dello staff di 6enough, che provvederà, in caso positivo, ad inviare per email le credenziali da utilizzare il 20 giugno per accedere all’evento.

Un’ora prima dell’inizio dell’asta, alle 10.30, sempre nella pagina dedicata all’evento sarà disponibile il tasto “Accedi all’asta”, una volta qui si potrà assistere alla diretta e fare le offerte tramite il tasto “Accedi per offrire”.

Si parte da un’offerta minima di 100€ per aggiudicarsi uno dei tanti lotti messi a disposizione dai grandi chef coinvolti.

Gli chef partecipanti

Andrea Aprea, Francesco Apreda, Stefano Baiocco, Enrico Bartolini, Marco Bernardo, Andrea Berton, Mattia Bianchi, Fabrizio Borraccino, Massimo Bottura, Cristina Bowerman, Riccardo e Giancarlo Camanini, Vincenzo Candiano, Antonino Cannavacciuolo, Martina Caruso, Marco Cahssai, Valentino Cassanelli, Moreno Cedroni, Chicco e Bobo Cerea, Domenico Cilenti, Antonello Colonna, Carlo Cracco, Pino Cuttaia, Enrico Crippa, Nino Di Costanzo, Giuseppe Di Iorio, Gennaro Esposito, Riccardo Gaspari, Anthony Genovese, Paolo Gionfriddo, Paolo Griffa, Antonio Guida, Antonio e Vincenzo Lebano, Beppe Maffioli e Iginio Massari, Francesco Mascheroni, Stefano Mattara, Fabrizio Mellino, Riccardo Monco e Alessandro Tomberli, Antonino Montefusco, Lorenzo Montoro, Domenico Mozzillo, Norbert Niederkofler, Davide Oldani, Ernesto Iaccarino, Philippe Leveille, Gianfranco Pascucci, Valeria Piccini, Errico Recanati, Niko Romito, Alfredo Russo, Gennaro Russo, Marco Sacco, Claudio Sadler, Ciro Scamardella e Alessandro Pipero, Emanuele Scarello, Maurizio e Sandro Serva, Giovanni Solofra, Massimo Spigaroli, Domenico Stile, Ciccio Sultano, Roberto Toro, Gaetano Trovato, Gianfranco Vissani

“Siamo felici di partecipare all’asta 6enough a supporto di Medici Senza Frontiere” dichiara Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso “Ringraziamo i tanti chef che hanno aderito a questa importante iniziativa che permetterà di portare assistenza nei Paesi colpiti da emergenze in tutto il mondo.”

Tutta la raccolta fondi andrà al Fondo Emergenze di Medici Senza Frontiere, un fondo che consente all’organizzazione di intervenire in modo rapido ed efficace appena scoppia un’emergenza in zone di conflitto, catastrofi naturali e crisi umanitarie inviando kit medici, materiale logistico e team specializzati. Il Fondo Emergenze è sempre attivo attraverso una donazione con la causale “Fondo Emergenze” all’Iban IT60F0501803200000010102325.

In copertina – Carlo Cracco – da Gamberorosso.it

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