Sara De Bellis

Anno: 2022

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1922-2022. Una lunga storia di tavole e cucina. Parliamo del celebre ristorante Cacciani di Frascati, che compie e festeggia cento anni. Tre generazioni, oltre un milione e mezzo di ospiti e personaggi famosi attraverso epoche, mode ed eventi.

In occasione dell’importante traguardo abbiamo rivolto qualche domanda Paolo Cacciani, erede, assieme a suoi fratelli Caterina e Leopoldo, di una tradizione gastronomica che il tempo non scalfisce ma anzi, rinnova.

Non capita spesso di avere un’opportunità così grande; quella di poter indagare i maggiori cambiamenti di un secolo di storia italiana attraverso la tavola e quella di approfondire le evoluzioni di un modo di “fare cucina” attraverso il racconto partecipato di una Famiglia che gestisce con immutato entusiasmo un’insegna storica dei Castelli Romani da 100 anni: i “Cacciani”.

Siamo nella Frascati più panoramica, da qui Roma si respira da lontano e l’orizzonte diventa un’unica scenografia di luci, terre e stelle. Di qui sono passati registi e attori, da Walt Disney a Gary Cooper, da Gina Lollobrigida a De Sica, vip di ogni sorta e umanità varia, tutti accumunati dal piacere della buona tavola.

“Un traguardo ma soprattutto un punto di partenza. Per noi il passato è carburante per il futuro”.

Oggi ci sono Caterina, Leopoldo e Paolo Cacciani a portare avanti un’idea di ristorazione che si è nutrita del tempo, rimanendo un indirizzo sicuro sia per chi abbia moti nostalgici, sia per chi voglia assaporare le evoluzioni creative di una cucina che rimane ancorata alle sue solide radici, ma continua ad abbracciare nuove tecniche e nuove modalità espressive.

Era il 1922 quando Nonno Leopoldo stappava la prima bottiglia per inaugurare il suo ristorante. Quel brindisi beneaugurale sanciva l’inizio di una profonda storia d’amore tra la famiglia Cacciani e il mondo della ristorazione, tra il territorio e una naturale propensione all’ospitalità informale.

“E’ un traguardo importante – racconta Caterina – soprattutto perché giunge in un periodo in cui molti locali durano lo spazio di un mattino. Cacciani ha veramente visto passare la Storia: gli Anni ’20 e ‘30, la Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra, il boom economico e gli anni di piombo, le grandi crisi internazionali e i momenti di straordinario vigore. Il tutto rimanendo noi stessi, costruendo uno stile che molti ci riconoscono, allargando il concetto di famiglia anche a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per noi.”

“Da noi è facile trovare tavolate di famiglia accanto ad appassionati buongustai. – continua Leopoldo – E’ nel nostro DNA sin dagli inizi: abbiamo foto che mostrano il grande Walt Disney intrattenersi con contadini frascatani. Merito soprattutto della nostra cucina, in grado di soddisfare ogni palato. Con i nostri piatti storici, che attirano ospiti da tutte le parti del mondo ma anche con la capacità di interpretare, sempre con il nostro stile, le nuove tendenze.”

Una brigata rinnovata quella del 2022, una squadra di giovani cuochi che sta portando nuova linfa e idee ad un percorso di cucina già in costante evoluzione.

Come é iniziata la storia di “Cacciani” nel cuore panoramico di Frascati?

“Nostro Nonno Leopoldo, dopo aver lavorato negli alberghi di Frascati come cuoco, nel 1922 fondò al centro di Frascati una trattoria: L’Antica Pergola.””

Lopordo e mia Nonna erano persone generose, erano il cuore del quartiere, tutti si aiutavano a vicenda, e c’era sempre allegria e chitarre che suonavano.”

Tra le tante in menu, qual è stata la “ricetta segreta” che ha permesso alla Famiglia Cacciani di resistere così bene al tempo?

“La nostra famiglia ha sempre considerato il ristorante come ‘bottega’ con dei valori da dover perpetuare, perché a Frascati “la vigna fa casa”, ovvero, se sei bravo a gestire il tuo lavoro, il lavoro diventa casa e tutti vivono felici ed in armonia come in una famiglia, ed oggi è ancora così.”

Un’ altra cosa: il rispetto per il cliente, ma anche del fornitore e del dipendente. Mio Nonno ci ha sempre lasciato questa massima: “nun facete ride la gente” (nessun comportamento inappropriato e atteggiamenti boriosi).

Argenterie e porcellane pregiate, fiandre delicate e collezioni di utensili dimenticati: cosa significano per “Casa Cacciani”? E cosa vogliono rappresentare?

Mio Nonno Leopoldo, e da lui abbiamo imparato, comprava oggetti bellissimi perchè amava avere un bel ristorante.

Noi continuiamo con la sua filosofia, e nel frattempo ci piace farci circondare da oggetti che, come ere geologiche, datano i 100 anni della nostra storia: la Berkel del 1934, il torchio, gli argenti di Calderoni, la sedia dell’antico barbiere…

Quali sono stati negli anni i cambiamenti strutturali più significativi? E cosa hanno modificato dell’assetto originario?

Sicuramente la possibilità di avere una cucina moderna dove si possa lavorare in un ambiente più salubre.

“100 anni di gusto e ricerca”. Quali sono i principi che hanno mosso (e muovono ancora oggi) questa “ricerca continua”?

Le cose fatte bene in passato ci spingono a mantenere ciò che c’è di buono e ci stimolano a dimostrare a nostra volta allo spirito degli antenati e ai nostri genitori che ci osservano, che abbiamo anche noi voglia di tenere alto il nome Cacciani, e poi … detto tra noi, ci piace e siamo appassionati.

Ma soprattutto, con molto impegno, abbiamo dato vita ad un team di cucina giovane, dinamico e ricco di idee, quindi c’è un continuo stimolo a continuare nel solco di una tradizione innovativa, senza tradire il territorio.

Tavole, Piatti, Menu, Atmosfera, Clientela: quali sono le più grandi differenze tra la ristorazione di un tempo e quella contemporanea?

Poche differenze sostanziali in realtà. La cosa più importante è che le idee dello “chef devono, in ogni tempo, lasciare il posto al “cliente” come elemento centrale: lui ragiona con lo stomaco e con la testa, va accolto con rispetto, onestà, gusto, semplicità e grandi materie prime ben cucinate.

1922-2022 Qual è il piatto “che non va più” e quelli che resistono da 100 anni o quasi?

Non vanno più, i piatti degli anni 70/80 figli dell’incertezza introdotta dall’arrivo della novelle cousine, che ha stimolato una imitazione fasulla di certi ambienti di pseudo cucina (il cocktail di scampi, il tournedos alla rossini, le scaloppine alla “zingara”, l’ananas flambè…).

I piatti che resistono dopo 100 anni sono tutti quelli di nostro nonno del 1922 (cacio e pepe, pollo alla diavola, zuppa inglese) e quelle invenzioni che nel tempo la nostra clientela ha decretato come “intramontabili”: noi inventiamo, ma il giudice più severo e sempre quello seduto al tavolo. Per esempio il crostino alla provatura, i caccianelli, la millefoglie di Caterina.

Quali sono invece i piatti che continuate a cucinare con maggior empatia?

I piatti con cadenza stagionale: il vero calendario non è quello gregoriano, ma quello scandito dal mercato delle primizie, ad esempio adesso sono i carciofi alla giudia, la vignarola, i primi funghi porcini, etc.

Attori e Vip di ogni tempo: facci qualche nome delle stelle che hanno visto da qui Roma dall’alto?

Nel passato Walt Disney, Clark Gable, Gary Cooper, la Lollobrigida, poi i De Sica, Gigi Proietti. Oggi è bello che Ridley Scott consigli a Ben Stiller il nostro ristorante, oppure venire a sapere che il pollo alla diavola appena consegnato è stato richiesto da Robert De Niro in persona.

Ma se devo pensare a personaggi famosi, non posso non ricordare un’intera estate con Lillo e Massimo Ghini tutti i giorni a pranzo o cena, come persone di famigli.

Ma in realtà i nostri famosi” sono le persone normali che dimostrano la loro passione per Cacciani, sempre ricambiata.

Qual è il piano previsto di cene/evento pensato per far rivivere questo lungo “secolo di cucina”?

Su questo avrete sui nostri canali social tutte le notizie: adesso ci godiamo l’apertura della nostra terrazza alla bella stagione, e poi piano piano, stileremo un calendario di cene secondo le varie “ere eno-gastro-logiche”.

Vi aspettiamo in Terrazza per farvi un selfie con il nostro libretto dei 100 anni in edizione limitata!

 

I festeggiamenti per questo 2022 prevedono eventi e degustazioni dove convivono i “grandi classici di famiglia” assieme a proposte che hanno assecondato i gusti del pubblico e nuove idee di cucina. Tutto abbinato a una lista di vini dove primeggiano quelli provenienti dalle vigne del bisnonno Tommaso, curati dalle mani sapienti di Luigi De Sanctis, per un felice mix di cucina, vini e ospitalità.

Momenti Salienti di Una Storia di Ristorazione e Famiglia

1872: Il Bisnonno Tommaso emigra dalle Marche a Frascati e, con fare “pioneristico”, compra la vigna e gli ulivi da cui poi nasceranno il nostro Vino e il nostro Olio.

1922: Nonno Leopoldo apre la Trattoria della “Antica Pergola” e inizia la storia.

1937: Nasce Cinecittà e la Trattoria diventa un ritrovo di personaggi famosi come Walt Disney.

Dopo un bellissimo periodo, la guerra spazza via le certezze. La “Antica Pergola”, in un difficile periodo “post-bellico”, è costretta a chiudere.

1954: Rinasce il nuovo Cacciani che prende vita nel centro di Frascati portando con sé speranze e voglia di ricominciare. La bellissima terrazza, con vista mozzafiato, ne è in qualche modo il simbolo.

1985: Entrano in azienda Leo, Paolo e Caterina. Inizia un periodo di nuovo entusiasmo che porta, dopo l’incertezza degli anni ’70-’80, ad una nuova “verità gastronomica” in cui il menu deve essere sempre bilanciato tra tradizione, stagionalità e creatività. I Cacciani intensificano la collaborazione con piccoli produttori del territorio.

2014: Inizia la collaborazione con Luigi De Sanctis per produrre i Vini Cacciani da viticultura Biologica.

2019: muove i primi passi la “Nuova Cucina Cacciani” . Quattro giovani cuochi (dai 23 ai 35 anni) che portano avanti la ricerca gastronomica con nuova energia.

2020: Nasce “Fatto da Cacciani”, una linea di prodotti di qualità preparati e garantiti da Cacciani come l’Olio Cacciani, i Vini “Cacciani-De Sanctis”, la salsa “Cacio e Pepe” ed altri condimenti della tradizione da poter consumare a casa.

2022: Inizia la nuova epoca di Cacciani. E’ il traguardo dei 100 anni, nei quali sono stati soddisfatti oltre 1,5 milioni di clienti, incluse le generazioni che hanno festeggiato qui i propri eventi come se “Cacciani” non fosse solo un ristorante, ma rassicurante parte integrante delle tante storie di famiglia.

Ristorante Albergo Cacciani

Via A. Diaz 13, Frascati (RM) / Tel. 06.9401991

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1922-2022. Una lunga storia di tavole e cucina. Parliamo del celebre ristorante Cacciani di Frascati, che compie e festeggia cento anni. Tre generazioni, oltre un milione e mezzo di ospiti e personaggi famosi attraverso epoche, mode ed eventi.

In occasione dell’importante traguardo abbiamo rivolto qualche domanda Paolo Cacciani, erede, assieme a suoi fratelli Caterina e Leopoldo, di una tradizione gastronomica che il tempo non scalfisce ma anzi, rinnova.

Non capita spesso di avere un’opportunità così grande; quella di poter indagare i maggiori cambiamenti di un secolo di storia italiana attraverso la tavola e quella di approfondire le evoluzioni di un modo di “fare cucina” attraverso il racconto partecipato di una Famiglia che gestisce con immutato entusiasmo un’insegna storica dei Castelli Romani da 100 anni: i “Cacciani”.

Siamo nella Frascati più panoramica, da qui Roma si respira da lontano e l’orizzonte diventa un’unica scenografia di luci, terre e stelle. Di qui sono passati registi e attori, da Walt Disney a Gary Cooper, da Gina Lollobrigida a De Sica, vip di ogni sorta e umanità varia, tutti accumunati dal piacere della buona tavola.

“Un traguardo ma soprattutto un punto di partenza. Per noi il passato è carburante per il futuro”.

Oggi ci sono Caterina, Leopoldo e Paolo Cacciani a portare avanti un’idea di ristorazione che si è nutrita del tempo, rimanendo un indirizzo sicuro sia per chi abbia moti nostalgici, sia per chi voglia assaporare le evoluzioni creative di una cucina che rimane ancorata alle sue solide radici, ma continua ad abbracciare nuove tecniche e nuove modalità espressive.

Era il 1922 quando Nonno Leopoldo stappava la prima bottiglia per inaugurare il suo ristorante. Quel brindisi beneaugurale sanciva l’inizio di una profonda storia d’amore tra la famiglia Cacciani e il mondo della ristorazione, tra il territorio e una naturale propensione all’ospitalità informale.

E’ un traguardo importante – racconta Caterina – soprattutto perché giunge in un periodo in cui molti locali durano lo spazio di un mattino. Cacciani ha veramente visto passare la Storia: gli Anni ’20 e ‘30, la Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra, il boom economico e gli anni di piombo, le grandi crisi internazionali e i momenti di straordinario vigore. Il tutto rimanendo noi stessi, costruendo uno stile che molti ci riconoscono, allargando il concetto di famiglia anche a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per noi.

Continua Leopoldo – da noi è facile trovare tavolate di famiglia accanto ad appassionati buongustai. E’ nel nostro DNA sin dagli inizi: abbiamo foto che mostrano il grande Walt Disney intrattenersi con contadini frascatani. Merito soprattutto della nostra cucina, in grado di soddisfare ogni palato. Con i nostri piatti storici, che attirano ospiti da tutte le parti del mondo ma anche con la capacità di interpretare, sempre con il nostro stile, le nuove tendenze.

Una brigata rinnovata quella del 2022, una squadra di giovani cuochi che sta portando nuova linfa e idee ad un percorso di cucina già in costante evoluzione.

Dalle Marche al Lazio. Come iniziata la storia di “Cacciani” nel cuore panoramico di Frascati?

Nostro Nonno Leopoldo, dopo aver lavorato negli alberghi di Frascati come cuoco, nel 1922 fondò al centro di Frascati una trattoria: L’Antica Pergola.

Lopordo” e mia Nonna erano persone generose, erano il cuore del quartiere, tutti si aiutavano a vicenda, e c’era sempre allegria e chitarre che suonavano.

Tra le tante in menu, qual è stata la “ricetta segreta” che ha permesso alla Famiglia Cacciani di resistere così bene al tempo?

La nostra famiglia ha sempre considerato il ristorante come “bottega” con dei valori da dover perpetuare, perché a Frascati “la vigna fa casa”, ovvero, se sei bravo a gestire il tuo lavoro, il lavoro diventa casa e tutti vivono felici ed in armonia come in una famiglia, ed oggi è ancora così.

Un’ altra cosa: il rispetto per il cliente, ma anche del fornitore e del dipendente. Mio Nonno ci ha sempre lasciato questa massima: “nun facete ride la gente” (nessun comportamento inappropriato e atteggiamenti boriosi).

Argenterie e porcellane pregiate, fiandre delicate e collezioni di utensili dimenticati: cosa significano per “Casa Cacciani”? E cosa vogliono rappresentare?

Mio Nonno Leopoldo, e da lui abbiamo imparato, comprava oggetti bellissimi perchè amava avere un bel ristorante.

Noi continuiamo con la sua filosofia, e nel frattempo ci piace farci circondare da oggetti che, come ere geologiche, datano i 100 anni della nostra storia: la Berkel del 1934, il torchio, gli argenti di Calderoni, la sedia dell’antico barbiere…

Quali sono stati negli anni i cambiamenti strutturali più significativi? E cosa hanno modificato dell’assetto originario?

Sicuramente la possibilità di avere una cucina moderna dove si possa lavorare in un ambiente più salubre.

“100 anni di gusto e ricerca”. Quali sono i principi che hanno mosso (e muovono ancora oggi) questa “ricerca continua”?

Le cose fatte bene in passato ci spingono a mantenere ciò che c’è di buono e ci stimolano a dimostrare a nostra volta allo spirito degli antenati e ai nostri genitori che ci osservano, che abbiamo anche noi voglia di tenere alto il nome Cacciani, e poi … detto tra noi, ci piace e siamo appassionati.

Ma soprattutto, con molto impegno, abbiamo dato vita ad un team di cucina giovane, dinamico e ricco di idee, quindi c’è un continuo stimolo a continuare nel solco di una tradizione innovativa, senza tradire il territorio.

Tavole, Piatti, Menu, Atmosfera, Clientela: quali sono le più grandi differenze tra la ristorazione di un tempo e quella contemporanea?

Poche differenze sostanziali in realtà. Su tutte, la cosa più importante è che le idee dello chef devono, in ogni tempo, lasciare il posto all’ospite come elemento centrale: lui ragiona con lo stomaco e con la testa, va accolto con rispetto, onestà, gusto, semplicità e grandi materie prime ben cucinate.

1922-2022 Qual è il piatto “che non va più” e quelli che resistono da 100 anni o quasi?

Non vanno più, i piatti degli anni 70/80 figli dell’incertezza introdotta dall’arrivo della novelle cousine, che ha stimolato una imitazione fasulla di certi ambienti di pseudo cucina (il cocktail di scampi, il tournedos alla rossini, le scaloppine alla “zingara”, l’ananas flambè…).

I piatti che resistono dopo 100 anni sono tutti quelli di nostro nonno del 1922 (cacio e pepe, pollo alla diavola, zuppa inglese) e quelle invenzioni che nel tempo la nostra clientela ha decretato come “intramontabili”: noi inventiamo, ma il giudice più severo e sempre quello seduto al tavolo. Per esempio il crostino alla provatura, i caccianelli, la millefoglie di Caterina.

Quali sono invece i piatti che continuate a cucinare con maggior empatia?

I piatti con cadenza stagionale: il vero calendario non è quello gregoriano, ma quello scandito dal mercato delle primizie, ad esempio adesso sono i carciofi alla giudia, la vignarola, i primi funghi porcini, etc.

Attori e Vip di ogni tempo: qualche nome delle stelle che hanno visto da qui Roma dall’alto?

Nel passato Walt Disney, Clark Gable, Gary Cooper, la Lollobrigida, poi i De Sica, Gigi Proietti. Oggi è bello che Ridley Scott consigli a Ben Stiller il nostro ristorante, oppure venire a sapere che il pollo alla diavola appena consegnato è stato richiesto da Robert De Niro in persona.

Ma se devo pensare a personaggi famosi, non posso non ricordare un’intera estate con Lillo e Massimo Ghini tutti i giorni a pranzo o cena, come persone di famigli.

Ma in realtà i nostri famosi” sono le persone normali che dimostrano la loro passione per Cacciani, sempre ricambiata.

Qual è il piano previsto di cene/evento pensato per far rivivere questo lungo “secolo di cucina”?

Su questo avrete sui nostri canali social tutte le notizie: adesso ci godiamo l’apertura della nostra terrazza alla bella stagione, e poi piano piano, stileremo un calendario di cene secondo le varie “ere eno-gastro-logiche”.

Vi aspettiamo in Terrazza per farvi un selfie con il nostro libretto dei 100 anni in edizione limitata!

I festeggiamenti per questo 2022 prevedono eventi e degustazioni dove convivono i “grandi classici di famiglia” assieme a proposte che hanno assecondato i gusti del pubblico e nuove idee di cucina. Tutto abbinato a una lista di vini dove primeggiano quelli provenienti dalle vigne del bisnonno Tommaso, curati dalle mani sapienti di Luigi De Sanctis, per un felice mix di cucina, vini e ospitalità.

Momenti Salienti di Una Storia di Ristorazione e Famiglia

1872: Il Bisnonno Tommaso emigra dalle Marche a Frascati e, con fare “pioneristico”, compra la vigna e gli ulivi da cui poi nasceranno il nostro Vino e il nostro Olio.

1922: Nonno Leopoldo apre la Trattoria della “Antica Pergola” e inizia la storia.

1937: Nasce Cinecittà e la Trattoria diventa un ritrovo di personaggi famosi come Walt Disney.

Dopo un bellissimo periodo, la guerra spazza via le certezze. La “Antica Pergola”, in un difficile periodo “post-bellico”, è costretta a chiudere.

1954: Rinasce il nuovo Cacciani che prende vita nel centro di Frascati portando con sé speranze e voglia di ricominciare. La bellissima terrazza, con vista mozzafiato, ne è in qualche modo il simbolo.

1985: Entrano in azienda Leo, Paolo e Caterina. Inizia un periodo di nuovo entusiasmo che porta, dopo l’incertezza degli anni ’70-’80, ad una nuova “verità gastronomica” in cui il menu deve essere sempre bilanciato tra tradizione, stagionalità e creatività. I Cacciani intensificano la collaborazione con piccoli produttori del territorio.

2014: Inizia la collaborazione con Luigi De Sanctis per produrre i Vini Cacciani da viticultura Biologica.

2019: muove i primi passi la “Nuova Cucina Cacciani” . Quattro giovani cuochi (dai 23 ai 35 anni) che portano avanti la ricerca gastronomica con nuova energia.

2020: Nasce “Fatto da Cacciani”, una linea di prodotti di qualità preparati e garantiti da Cacciani come l’Olio Cacciani, i Vini “Cacciani-De Sanctis”, la salsa “Cacio e Pepe” ed altri condimenti della tradizione da poter consumare a casa.

2022: Inizia la nuova epoca di Cacciani. E’ il traguardo dei 100 anni, nei quali sono stati soddisfatti oltre 1,5 milioni di clienti, incluse le generazioni che hanno festeggiato qui i propri eventi come se “Cacciani” non fosse solo un ristorante, ma rassicurante parte integrante delle tante storie di famiglia.

Ristorante Albergo Cacciani

Via A. Diaz 13, Frascati (RM) / Tel. 06.9401991

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Parte a maggio dalla Capitale, è il ricco programma di eventi organizzati da Slow Food che attraversa l’Italia e culmina a Terra Madre Salone del Gusto, in calendario a Torino dal 22 al 26 settembre 2022. Un modello concreto per cambiare un sistema agroalimentare di cui la crisi climatica, unitamente alla congiuntura pandemica e alla guerra in Ucraina, sta facendo emergere tutte le incongruenze.


Oltre 30 anni di difesa della biodiversità legata al cibo ci hanno confermato che la strada era ed è quella corretta. La biodiversità parte dal cibo e si articola attorno alle diversità culturali, ai saperi tradizionali, al ruolo del senso di comunità a beneficio delle aree rurali.

Slow Food porta avanti un approccio innovativo all’educazione alimentare e del gusto, basato sul risveglio e sulla formazione dei sensi e sullo studio di tutti gli aspetti del cibo, dalla terra al piatto.

Roma sarà il simbolico punto di partenza scelto per iniziare un importante percorso di fatti e consapevolezza, un vivo e concreto progetto firmato dalla Chiocciolina Rossa che attraversa tutta la penisola e che affronta il tema della rigenerazione, ovvero quel rinnovamento radicale necessario per una reale transizione agroecologica, che può e deve partire dal cibo. Come? Migliorando le pratiche agricole, i sistemi di produzione e distribuzione, le diete e le abitudini di consumo nelle città, come nei piccoli borghi.

Tra questi temi, grande importanza sarà riservata ai grani, alle farine e al pane, simbolo potente di rigenerazione che porta con sé valori sacrali e spirituali, e cibo di base, trasformatosi purtroppo in un tema di grande attualità per via della guerra in Ucraina.

TERRA MADRE e le incongruenze del sistema agroalimentare italiano

The Road to Terra Madre è il nome di questo percorso e raccoglie una serie di iniziative che, in tutte le regioni italiane, propongono modelli concreti per cambiare un sistema agroalimentare di cui la crisi climatica, la congiuntura pandemica e in ultimo la guerra in Ucraina stanno facendo emergere tutte le incongruenze.

Un percorso che conduce a Terra Madre Salone del Gusto 2022, la manifestazione internazionale organizzata da Slow Food insieme a Regione Piemonte e Città di Torino che, a Parco Dora dal 22 al 26 settembre, vedrà protagonista il cibo buono, pulito e giusto per tutti. Il filo rosso della rigenerazione parte, dunque, da Roma con un viaggio che unisce, tra le altre, il Trentino alla Sicilia, la Campania alla Lombardia. L’anteprima sarà nella Capitale dal 13 al 15 maggio, grazie al sostegno della Regione Lazio.

Il programma – Terre e Città, dal 6 all’8 maggio, Ex Mattatoio di Testaccio, Città dell’Altra Economia

The Road to Terra Madre parte ufficialmente venerdì 6 maggio con “Terre e Città”, evento a portata di weekend ospitato alla Città dell’Altra Economia e organizzato da Slow Food Roma con il sostegno di Regione Lazio e Arsial e la collaborazione di Roma Capitale, Assessorato Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti.

In programma, sabato 7 il Food Social Forum, ovvero un confronto tra i sette tavoli del Consiglio del Cibo di Roma Capitale e la plenaria sulla Food Policy per Roma, con oltre 150 esponenti di associazioni, organizzazioni e istituzioni aderenti.

Tra gli appuntamenti, anche le conferenze Sistemi alimentari e Food Justice. La parola alla società civile, venerdì 6, e Roma e le sue campagne: una Food policy per la transizione agroecologica, domenica 8.

E poi attività nell’area bambini e laboratori di educazione al cibo dedicati agli adulti, conoscere le cuoche e gli osti e assaggiare i piatti di 20 osterie della tradizione romana e laziale, acquistare i prodotti laziali del Mercato della Terra che verrà inaugurato ufficialmente al Mattatoio.

Festa dei Piccoli Comuni del Laziodal 13 al 15 maggio, Casa del Cinema e Viale delle Magnolie, Villa Borghese

La tre giorni di Slow Food Italia, è organizzata con il sostegno della Regione Lazio, in collaborazione con Legambiente, Arsial, Comune di Roma e Slow Food Lazio, e la partecipazione dei Piccoli Comuni del Lazio.

Due incontri sulla rigenerazione delle città e dei borghi

L’occasione è giusta per confrontarsi sul lavoro delle città che hanno deciso di dotarsi di una food policy e sul ruolo della biodiversità come motore per la rinascita dei piccoli comuni.

Il Programma

Venerdì 13, alle 16.30 – Il cibo al centro della rigenerazione urbana

Gli abitanti delle città consumano la maggior parte del cibo prodotto nel mondo, con tutto quel comporta in termini di uso del suolo, acqua dolce ed emissioni di Co2. Per questo, va seguito con attenzione il percorso delle città che hanno deciso di dotarsi di una politica del cibo (food policy) per raggiungere obiettivi fondamentali, come la lotta agli sprechi, la promozione di diete sostenibili, il riavvicinamento e l’integrazione del contesto urbano con la campagna circostante.

Sabato 14, alle 9.30 – La rinascita dei borghi parte dalla biodiversità

Come vogliamo proiettare nel futuro i borghi? Li immaginiamo solamente come meta di un turismo stagionale, di investimenti fondiari e immobiliari? Oppure vogliamo recuperare la loro dimensione sociale e produttiva, mettendo al centro il cibo, la biodiversità, il paesaggio, le comunità locali?

Tra gli ospiti e i relatori delle due giornate il Presidente della Regione Lazio, Nicola ZingarettiEnrica Onorati, assessore regionale all’Agricoltura, Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, Anna Kauber, regista, scrittrice e paesaggista, Andrea Calori, autore di Food and the cities. Politiche del cibo per città sostenibiliGigi Ranieri, responsabile della pianificazione strategica della città metropolitana di Bari, Vito Teti, professore di antropologia culturale presso l’Università della Calabria, autore de La restanza, e Carlo Petrini, presidente di Slow Food.

Ripartiamo dai bambini

Nei giorni di sabato 14 e domenica 15 maggio sarà allestito uno spazio dedicato alle attività educative per bambini e famiglie, con un percorso sensoriale a libera fruizione, volto a scoprire il ruolo giocato dai vari sensi in ogni esperienza gastronomica. In programma anche laboratori orticoli per mettere i bambini in relazione con la terra e laboratori di mani in pasta, in cui i bambini potranno preparare un piatto insieme ai cuochi amici di Slow Food.

I produttori buoni, puliti e giusti sono i protagonisti insieme ai Piccoli Comuni del Lazio

Nell’ambito della manifestazione sarà possibile conoscere anche i protagonisti di un modello produttivo più vicino alle esigenze delle comunità: oltre 50 produttori dei Mercati della Terra di Slow Food della regione e dei Piccoli Comuni del Lazio che esporranno ortaggi e legumi, mieli e formaggi, insieme ad altrettanti Piccoli Comuni del Lazio che con diversi stand daranno informazioni turistiche, culturali e ambientali, ospiti tutti insieme dello scenario di Viale delle Magnolie.

Per conoscere le tappe della Road per TERRA MADRE clicca QUI.

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Apre le porte oggi martedì 3 maggio a Parma fino al 6 maggio. Parliamo di “Cibus 2022”, 21esimo Salone Internazionale dell’Alimentazione, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare.

Oltre alla Grande Fiera saranno aperte anche l’Area Horeca the Hub; il Cibus Innovation Corner con 1000 nuovi prodotti; l’Innovation Hub, con Start Up innovative; e le “Cibus Destination”. Si terranno inoltre decine di convegni, a cui parteciperanno i rappresentanti di Industria, Agricoltura, Distribuzione e del mondo politico.

Il fuori salone “Cibus Off”, inaugurato da una mostra di fotografie artistiche “Art Save The Food”, si terrà invece nel centro storico di Parma – Complesso monumentale di San Paolo, con degustazioni, esposizioni, dibattiti e Caseifici aperti, fino a Domenica 8 Maggio.

La FOODLAND verrà inaugurata oggi da Stefano Patuanelli, Ministro
delle Politiche agricole alimentari e forestali, e da Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Affari Esteri, con saluti introduttivi di Federico Pizzarotti Sindaco di Parma e Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna.


E saranno circa tremila le aziende espositrici che presenteranno agli operatori economici i loro prodotti, mille di questi innovativi, pronti a essere immessi sui mercati. Cibus 2022 vedrà il ritorno dei buyer esteri, provenienti da Stati Uniti d’America, America Latina, Europa, Medio Oriente e alcuni Paesi asiatici.

In fiera saranno aperte l’Area Horeca the Hub, il Cibus Innovation Corner con cento nuovi prodotti selezionati da una giuria di esperti e l’Innovation Hub, con Start Up innovative. Si terranno inoltre decine di convegni a cui parteciperanno i rappresentanti di Industria, Agricoltura, Distribuzione e del mondo politico.

1000 nuovi prodotti nel “Cibus Innovation Corner”

Pronti per conquistare il mercato nazionale e quello estero all’insegna della tradizione del gusto e della ecosostenibilità, la lista completa dei prodotti ripensati per i nuovi mercati è disponibile sul sito Cibus.it cliccando QUI.

Sono prodotti che, rispondendo alla domanda dei consumatori, si
focalizzano negli ambiti dei prodotti salutistici, della ricerca del gusto anche attraverso nuovi mix di ingredienti, della tradizione dei prodotti tipici locali, dei packaging ecosostenibili, del benessere animale.

Negli stand si potranno dunque trovare olii di oliva spremuti a freddo, salumi con meno grassi e sale, pesto realizzato a freddo, formaggi senza lattosio, hamburger vegetali, una vasta offerta di prodotti di nicchia, le offerte “ready to cook”.

Destinati sia al canale retail sia a quello Horeca, saranno esposti nell’area “Cibus Innovation Corner”, situata nel Padiglione 8, suddivisi per settori: Gusto & ingredienti, Packaging, Sostenibilità, Territorialità.

I nuovi Prodotti per il Mercato

In generale, rimane forte l’attenzione delle industrie alimentari a salute e benessere, come pure alla domanda di prodotti biologici e vegani, seguendo l’onda lunga dell’emergenza pandemica. Qualche esempio: le maltagliatelle di lenticchie rosse e riso integrale; le polpettine di fave e piselli bio, cotte al forno; gli snack di legumi tostati, senza conservanti; la merenda con frullato di frutta fresca e gallette di riso ricoperte di cioccolato; il salame senza conservanti, a lunga stagionatura; le cotolette vegetali di pollo; il prosciutto di Parma da suini nutriti con semi oleosi ricchi di Omega 3; la pasta senza glutine a base di riso integrale e alga Spirulina; i filetti di alici con il 25% di sale in meno, confezionate in olio di semi biologico.La ricerca del gusto rimane un imperativo assoluto, basti pensare a: guanciale di vitello
brasato al barolo, cotto sottovuoto; le praline al cioccolato con anima di formaggio erborinato, cioè con muffe; il prosciutto cotto al tartufo nero; gli scrigni con gorgonzola e cioccolato rosa per i ripieni; la glassa al Marsala per piatti dolci e salati; la tradizionale salsa verde arricchita con prezzemolo, coriandolo, peperoncino e succo di limone; il pesto di agrumi con arance e mandorle, condimento per primi piatti e secondi di pesce; i friarelli saltati in vaschette.

Le confezioni sono sempre più spesso ecostenibili e compostabili: gli incarti del cioccolato bio a base di amido di mais compostabile; il Panbauletto con 58% in meno di plastica, confezionato senza vaschetta, con laccio apri e chiudi; salse per aperitivi con – 40% della plastica e -65% cartone e imballi.
E ancora: gli gnocchi surgelati, integrali grano antico Senatore Cappelli, cottura in 2 minuti; l’Olio Dop Umbria non filtrato; il filetto di salmone da allevamenti con 2,5% di salmoni su 97,5% d’acqua; i succhi di frutta in capsule compatibili.

Infine, grazie al programma Cibus Food Saving, i volontari di Banco Alimentare recupereranno i prodotti che le aziende espositrici, al termine della manifestazione, per salvarli dallo spreco e per donarli.

Cibus 2022 e le CIBUS DESTINATION

Saranno davvero tante le occasioni e le opportunità di fare business, perchè il Cibus 2022 vedrà coinvolti i maggiori rappresentanti della filiera agroalimentare. Saranno presenti all’evento oltre 50.000 operatori professionali italiani della Distribuzione e della Ristorazione che avranno la possibilità di relazionarsi con i fornitori, per trovare idee e soluzioni orientate ad un futuro sostenibile per tutti i canali del Food&Beverage.

I top buyers italiani ed esteri avranno anche l’occasione di partecipare a visite guidate e percorsi tematici in fiera e sul territorio, grazie al programma “Cibus destination”, ovvero una serie di itinerari in fiera durante i quali i visitatori professionisti saranno accompagnati alla scoperta del territorio e delle specificità regionali attraverso soste presso gli stand delle aziende partecipanti, con momenti di degustazione e showcooking dedicati. Per scoprire il calendario delle visite, Clicca QUI.

Cibus Off – il Fuori Salone

Il fuori salone “Cibus Off” si terrà nel centro di Parma con degustazioni, esposizioni e dibattiti. Verrà inaugurato oggi, 3 maggio 2022, alle ore 18 con
una mostra di fotografie artistiche “Art Save The Food”, curata da Claudio Composti e co-organizzata da Fiere di Parma e Mia Fair nel Complesso Monumentale del Monastero di San Paolo, da poco ristrutturato, aperto al pubblico, e che ospiterà eventi, mostre, laboratori e incontri.

Per conoscere il programma delle attività previste fino all’8 maggio, con tanto di Caseifici Aperti del Consorzio del Parmigiano Reggiano, clicca QUI, scarica la brochure, e Buon CIBUS a Tutti!

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Il Mare di Roma riparte con nuovo slancio dall’iconico trampolino a forma di “K”. A scommettere sul nuovo futuro di Ostia Lido sono due giovani e motivati imprenditori trentenni che rilevano lo storico marchio e puntano tutto su un concetto di Ristorazione Pop, inclusiva e informale. Riportano così nuova luce alle “vecchie glorie” e nuovi motivi per tornare. Parliamo del Kursaal, che si (s)veste di nuovo e si rinomina Bistrot.

Una storia antica quella del Kursaal e piena di fascino, che fende le onde del tempo e non smette di aggiungere pagine alla sua gloriosa storia. Inaugurato il 15 giugno del 1950, il Kursaal, con il suo iconico trampolino a forma di “K” (monogramma di Kursaal), divenne il nuovo simbolo visivo di Ostia, complesso balneare impostato per soddisfare le esigenze di comfort e di lusso di una clientela elitaria, agevolato com’era (e com’è) dalla sua posizione facilmente raggiungibile dalla capitale attraverso la Via Cristoforo Colombo.

Per molto tempo considerato tra i luoghi mondani per eccellenza e ambito set dei film di Federico Fellini e Alberto Sordi, dopo 72 anni a scommettere sul nuovo futuro di Ostia Lido sono due giovani imprenditori trentenni, Manuel Di Matteo e Kevin Bonocore, che rilevano lo storico marchio Kursaal con vocazione diametralmente opposta all’originale: puntano tutto su un concetto di ristorazione pop, inclusiva, informale e sul rapporto qualità/prezzo.

Crediamo che Ostia debba riconquistare il ruolo che le è appartiene e che l’ha resa famosa nel passato, affermano Manuel e Kevin.

La ristorazione è uno dei punti fondamentali dell’offerta lidense e noi crediamo sia giunto il momento di tornare protagonisti puntando sulla qualità, ma con un occhio anche al portafoglio.

Così, il Lungomare Lutazio Catulo al civico 36/40, si vuole fare Nuovo Manifesto di una ripresa economica e di ritorno alla vita del Mare di Roma, si trasforma in un Bistrot dal tono informale, tra storiche architetture, terrazze e panorami di mare, ripensato per accogliere una clientela ampia e diversificata, con un menu pensato nella leggerezza della brezza marina, con la voglia di far star tutti bene.

Location & Servizio

Facciamo qualche passo indietro. Nel 1950 Attilio Lapadula ebbe l’incarico di progettare uno stabilimento balneare sul Lido di Ostia. Lo stabilimento doveva, secondo il programma, rappresentare quanto di più moderno fosse possibile realizzare nell’Italia del Dopoguerra. La sistemazione dell’arenile con il ristorante, le piscine (una delle quali olimpionica), le cabine e il sistema di percorsi, aree verdi e attrezzature rispettavano questo obiettivo.
Anche l’architettura doveva essere altrettanto “moderna”. Per questo, dopo aver progettato la struttura “a fungo” della rotonda-ristorante, Lapadula volle che fosse eseguita dall’impresa Nervi & Bartoli, che aveva messo a punto una tecnologia molto avanzata a conci prefabbricati.

Il Ristorante oggi si chiama Bistrot, può ospitare tra zone coperte e terrazza, fino a 300 coperti, ed è stato interamente rinnovato, non solo nella struttura e nel menu ma anche, e soprattutto, nel modo di porsi e di relazionarsi con gli ospiti, che fa sempre la differenza. Il Servizio di sala è infatti giovane e agile, estremamente educato, sorridente, gentile, capace di creare un’atmosfera distesa e piacevole anche l’attesa tra una portata e l’altra.

Giovane non vuol dire “solo per giovani”, tutt’altro; il target del Kursaal Bistrot è eterogeneo così come i servizi offerti che vanno dalle colazioni fino al dopo cena, da godere presso il K Garden Club passando per pranzi e aperitivi, sintetizza Kevin.

Il Menu

Qualità e prezzo sono i due punti cardine su cui Manuel, Kevin e lo Chef hanno costruito un menu accessibile a tutti che include un’offerta a Menu fisso nel week-end a 25€ (antipasto+primo+secondo+acqua+caffè) che permette a famiglie intere di godere le gioie di un pranzo fuori a due passi dal mare.

L’offerta è ampia ed eterogenea, con piatti noti e ben eseguiti che vanno dagli immancabili Spaghetti Mancini alle Vongole alla Gricia, Carbonara e Amatriciana leggera, dalla Tagliata di carne agli Hambuger, Pinse, Fritti e Sfizi vari.

Poche scelte ma buone quali ad esempio una tagliata od un filetto sempre però con un occhio al portafoglio che include il mercoledì sera in cui “pizza no-stop alla pala”, con bevanda alla spina, bruschetta e supplì fatto da noi il tutto a 10 euro”, racconta Kevin

Una politica quella del duo Kevin-Manuel che si è posta uno scopo ben preciso, quello accogliere nuova clientela e fidelizzarla con una serie di eventi e opportunità come il dopo cena by Kursaal che prende il nome di K Garden Club ovvero “La discoteca con la volontà di dare agli avventori quei servizi tipici, che sono ormai un nostro marchio di fabbrica, del dopo cena”; K Garden ed Eventi a Tema come quello Pensato per il Primo Maggio.

Primo Maggio al Mare, Futuri Progetti & Anteprime

Per il Primo Maggio il Kursaal ha pensato a proporre un “Pranzo al Mare” dal Titolo “Vita Smeralda” a 30€ a persona, bevande escluse, sia di pesce sia di carne, previa comunicazione. La giornata prosegue morbida con Aperitivo e dj vocalist, fino le 21:30. (Info e prenotazioni 3519918979)

Ma le novità non finiscono qui. Kevin e Manuel stanno già lavorando alle novità per l’estate, sono infatti in corso i lavori di ristrutturazione della piccola piscina che sarà dedicata, oltre agli eventi privati quali feste o matrimoni, agli aperitivi “fatti bene, con una sorta di percorso bancarelle” anticipa Kevin. Protagonista dell’estate del Kursaal Bistrot sarà anche l’immancabile terrazza sulla quale si potranno consumare, “oltre alla già citate cucina di pesce e di carne, anche la pizza a prezzi giusti” prosegue Kevin il quale ha già in mente un’iniziativa per il prossimo inverno della quale ci parla in anteprima: “vorremo trasformare la piscina in una pista di ghiaccio creando una sorta di parco di Natale”. Nell’attesa, ci godiamo il Mare.

KURSAAL BISTROT – Apertura: da 12:00 alle 2:00
kursaalbistrot@gmail.com – Sito
+393519918979
Lungomare Lutazio Catulo 36/40, 00122 Ostia Lido, Lazio, Italy

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1895 Coffee Designers è il brand di caffè premium di Lavazza ispirato alla visione di un futuro in cui il consumo di caffè d’eccellenza diventa un rito antico e nuovo, che esalta le percezioni per gli amanti del caffè e invoglia alla sperimentazione.

1895 è un universo da scoprire e un ambiente in cui un team di coffee designer sviluppa prodotti dai gusti e profili aromatici ben distinti, creando un’esperienza unica di aromi e sapori.

Un marchio che unisce sostenibilità e tecnologia, nato nel luogo fisico della Fabbrica Esperienziale di Lavazza del 1895, dove ricerca e passione per la materia prima, artigianalità e innovazione si muovono in linea con precisione, armonia e rispetto per l’heritage italiano del marchio.

Dopo il lancio del brand “Le Café Alain Ducasse avec 1895 by Lavazza” che unisce l’eccellenza artigianale firmata “Alain Ducasse Manufacture de Café” al know-how dell’azienda torinese fondata nel 1895 degustabile nel circuito Ducasse Paris ; e la collaborazione con Iginio Massari, il “Maestro dei Maestri” dei Pasticceri italiani, che già aveva scelto gli Specialty Coffee della linea 1895 Coffee Designers by Lavazza per dedicare una nuova esperienza di caffè agli ospiti delle sue pasticcerie di Milano, di Torino e di Brescia;

1895 Coffee Designers by Lavazza fa un ulteriore passo in avanti, sempre sulla base di una condivisione di valori e con l’obiettivo di regalare momenti di gusto puro, abbraccia la Pizza di Montagna di Denis Lovatel.

Negli anni abbiamo sviluppato un solido legame con il mondo della Top Gastronomy, che ha contribuito allo sviluppo di un nuovo modo di intendere il caffè, puntando all’avanguardia senza mai perdere di vista l’importanza della materia prima – ha spiegato Michele Cannone, Lavazza brand Away from Home director.

Per la 17esima edizione di Identità Golose, Denis Lovatel ha infatti collaborato con 1895 Coffee Designers by Lavazza alla creazione di un percorso d’avanguardia in cui ha reinterpretato la Pizza ispirandosi alle derive sensoriali suggerite dalla gamma Specialty Coofees.

Già sperimentatore del genere tra le mura della sua Pizzeria di Alano di Piave, Da Ezio – che porta il nome di suo padre – con la sua “Pizza Pausa Caffè” (con Fiordilatte, Guanciale e Caffè su base al farro) in quel di Milano si spinge oltre abbinando il 15 DEGRESS SOUTH, un caffè monorigine 100% arabica morbido e delicato, ottenuto dalle migliori ciliegie di caffè della prestigiosa varietà Java, in cui la tenerezza del maracuja, della vaniglia e del mandarino accarezzano il palato, regalando un’esperienza di puro piacere, con la sua interpretazione di “CAPPUCCINO” – ovvero un finto cappuccino salato ricreato con avvolgente Pomodoro pralinato, Burrata e Polvere di Caffè; per il COCOA RELOADED, armonico intreccio di cannella, cioccolato e zeste di arancia, pensa da una “CAPRESE” – una burrata ripiena di caviale di caffè; al CALIMA, dove la polposità del litchi, la freschezza della papaya avvolgono i sensi ad ogni assaggio di questo caffè monorigine 100% arabica ottenuto dalla sapienza degli agronomi della rinomata Finca El Paraiso, in Colombia, abbina “FIORI e FOCACCIA” – una focaccia rosa alla Barbabietola, Miele Millefiori, Fiori di Magnolia sottaceto, Petali di Rosa in Acqua di Rose e Calendula; infine per l’AVANGUARDIA II con le avvolgenti note di fiori d’arancio, cioccolato e banana, inventa una “PIZZA VEGETALE” – un’esperienza da portare al palato senza ausilio di mani o posate, con Cuore di burrata, crema di pizza, fagiolini fermentati ripassato con soia e caffè, e cavolo riccio fritto.

Riconosciuto tra i pizzaioli migliori d’Italia, Denis Lovatel ha fatto della sua pizza di montagna un mezzo per raccontare i suoi boschi e le piccole produzioni che danno carattere al territorio che abita tra silenzi, aria pulita, erbe profumate e acqua delle Dolomiti; dove ingrediente viene selezionato all’origine, in modo da contribuire al massimo all’armonia del gusto.

Ecco il nesso, il, legame con 1895 Coffee Designers by Lavazza, un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con armonia e particolare attenzione alla sostenibilità.

Ma dove nasce la collezione di Specialty Coffee 1895 di Lavazza?

Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895.

Qui è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza. La Factory 1895 rappresenta infatti un crocevia di ricerca, innovazione e scoperta che conta sull’approccio artigianale e sulla capacità e l’esperienza di un’anima industriale.

La Factory è un luogo altamente specializzato dove il sapere artigianale incontra soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Il processo produttivo parte dall’accurata cernita dei chicchi che viene fatta attraverso una selezionatrice ottica. Utilizzando cioè le migliori tostatrici disponibili sul mercato, che torrefanno da un minimo di 12 a un massimo di 120 kg di caffè per ciclo.

L’obiettivo di 1895 Coffee Designers by Lavazza

Obiettivo è valorizzare la qualità di ciascun caffè, coniugando la flessibilità con i rigorosi controlli. Ai Coffee Designers 1895 il compito poi di comporre i blend della collezione, creando il perfetto equilibrio tra gusto, aroma e corpo.

Ogni fase opera secondo la massima efficienza, garantendo il monitoraggio della qualità attraverso l’analisi costante di tutti gli indicatori chiave del processo produttivo. Grazie a tostatrici di nuova generazione che assicurano risparmi energetici di circa il 30% e all’utilizzo di energie rinnovabili, l’azienda si impegna ogni giorno a essere più sostenibile e a minimizzare le emissioni. Attraverso anche un sistema di catalizzatori di cui l’impianto è dotato. L’esperienza si conclude all’interno della Coffee Cave con una degustazione che rappresenta un viaggio sensoriale intorno alla cultura del caffè. Per scoprire la ricchezza della collezione 1895 attraverso i diversi metodi di estrazione.

La Ruota degli Aromi

Le note aromatiche non sono aromi artificiali che vengono aggiunti al caffè ma sentori che si sviluppano naturalmente durante il processo di tostatura del chicco. La ruota degli aromi è stata realizzata con l’obiettivo di categorizzarli e aiutare il consumatore nella scelta.

Si trova su ogni pacchetto 1895 con evidenziate sei grandi categorie aromatiche – Frutta Dolce, ovvero mango maturo o prugna;
Agrumi, sentori che sprigionano freschezza e acidità come l’arancia o il limone; Frutta Secca, note molto riconoscibili al nostro palato (mandorla tostata, noce); Cioccolata, il riferimento al fondente oppure al latte;
Erbaceo e/o Speziato, dolce come la cannella, deciso come un tè nero;
Floreale, in molti caffè africani aromi molto profumati.

La collezione 1895 Coffee Designers by Lavazza

1895 offre una collezione di caffè messa a punto con maestria dai Coffee Designers che selezionano i più pregiati caffè del mondo nei Paesi di origine rispettandone la stagionalità. Ogni origine è tostata singolarmente per esaltare la ricchezza del profilo aromatico conservandone il corpo. Elemento distintivo della tradizione italiana e l’Heritage di Lavazza.

Nel mondo degli Specialty Coffee lo strumento a cui si fa riferimento per descrivere le caratteristiche aromatiche e organolettiche del caffè a livello internazionale è la flavor wheel. Per guidare il consumatore nella scoperta della collezione 1895 i Coffee Designers hanno sviluppato la Flavor Wheel 1895 che permette di descrivere in modo semplice e intuitivo le caratteristiche aromatiche dei caffè attraverso 6 aree facilmente riconoscibili grazie alle icone presenti sulla ruota aromatica, una vera e propria “bussola” nel mondo degli Specialty Coffee.
L’attuale collezione 1895 comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e un microlotto. Ogni singola origine e ogni miscela è studiata e sviluppata per esaltare una specifica nota aromatica.

Cosa sono gli Specialty Blend?

Gli Specialty Blend creati dai Coffee Designers 1895 sono il risultato della combinazione di tre differenti origini di caffè tostate singolarmente e miscelate insieme per esaltare il risultato in tazza. Oggi queste creazioni sono disponibili anche nella comoda versione con macinatura sartoriale, realizzata su misura per ogni ricetta.

Per conoscere i luoghi di origine dei caffè d’eccellenza, approfondire il processo produttivo – dalla rigorosa selezione della materia prima all’arte della tostatura e della miscelazione, che consentono di sperimentare profili aromatici differenti – e scoprire tutta la gamma, Cliccate QUI.

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Anche quest’anno Big Seven Travel – il famoso portale internazionale dedicato al travel che sceglie le migliori destinazioni in tutto il mondo attraverso speciali classifiche in diverse settori – ha pubblicato la sua classifica delle pizzerie più amate dai lettori: a trionfare è “10 Diego Vitagliano” a Napoli che si afferma come la pizzeria numero uno d’Europa.

La classifica The 50 Best Pizzas in Europe, pubblicata ogni anno da Big Seven Travel, stila le preferenze in base ad un sondaggio dei lettori e sulla base dei seguenti criteri: opinioni ed esperienze editoriali; precedente recensione critica; recensione del cliente online; location e accessibilità; presenza online; continuità; atmosfera e servizio; rapporto qualità/prezzo e presentazione.

“Non sorprende che la migliore pizza d’Europa provenga da Napoli, il luogo di nascita del piatto preferito al mondo. Ce ne sono decine tra cui scegliere, ma 10 di Diego Vitagliano offre qualcosa di davvero speciale. Oltre a una super Margherita e Marinara, Vitagliano inietta vera creatività culinaria nelle sue iterazioni più contemporanee. Aspettatevi ingredienti locali di altissima qualità, stagionali. Sicuramente servono pizza come questa in Paradiso”.

Così si legge nella scheda di commento che ha portato alla vittoria la pizzeria di Diego Vitagliano – riconosciuta da tempo come tra le migliori d’Italia – che non placa la sua corsa di affermazione nel panorama napoletano, varca i confini nazionali e si accomoda sul tetto d’Europa.

Il maestro pizzaiolo napoletano, che ha collezionato fino ad oggi numerosi riconoscimenti, tra i quali – 3 spicchi per la Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso 2022 (dove ha ricevuto anche il Premio Speciale Maestri dell’Impasto), 2a posizione 50 Top Pizza Mondo nel 2021 (dove ha ricevuto anche il Premio Speciale Pizzaiolo dell’anno 50 Top Pizza 2021), 3 pizze per le Guide de L’Espresso e molti altri – diventa a tutti gli effetti il pizzaiolo più amato d’Europa dai viaggiatori internazionali, portando alta la bandiera della pizza italiana in tutto il mondo.

Una posizione di privilegio, frutto di impegno e dedizione, dalla quale Diego osserva il mondo intero con un piano di espansione ben preciso che già annovera diverse aperture internazionali tra cui quella di “10 Diego Vitagliano” a Doha, in Qatar.

“Sono emozionato ed onorato per questo importante riconoscimento, che non solo considera il giudizio di esperti del settore, ma anche il parere dei clienti provenienti da tutto il mondo. Sapere che la mia pizza è così tanto amata a livello internazionale mi riempie di gioia e rappresenta un segnale importante, soprattutto ora che si ricomincia a viaggiare dopo un lungo periodo di stop causato dalla pandemia”, racconta Diego Viatgliano.

L’Italia dunque trionfa con Diego Vitagliano che si aggiudica il primo posto. Le altre pizzerie italiane in classifica: Seu Pizza Illuminati (3 posto, Roma), Pepe in Grani (15 posto, Caiazzo), Bonci Pizzarium (23 posto, Roma), L’Antica Pizzeria da Michele (26 posto, Napoli), Antico Forno Roscioli (29 posto, Roma). Per conoscere la classifica intera: https://bigseventravel.com/best-pizza-europe/

Io, le mie pizze, le faccio in base ai miei ricordi, perché ho avuto la fortuna di crescere con una nonna che sapeva cucinare benissimo, le ricette della tradizione napoletana sono tutte presenti nel menu, rivisitate sulla pizza, come: il ragù, la genovese, la carne ripassata, in primavera la pasta e piselli rivisitata sulla pizza e molto altro.

La pizza di Diego Vitagliano è leggera e altamente digeribile, morbidae croccante dove serve, realizzata con un impasto indiretto con prefermento di tipo 1 bio, una lievitazione di 36 ore, alta idratazione e un bassissimo quantitativo di sale.

I suoi menu poggiano sulla tradizione, immancabili, oltre le derive creative la pizza marinara, margherita, la montanara e il calzone al forno; o rivisitate, come la margherinara o la ragù.

Diego dedica inoltre un’attenzione particolare alla pizza senza glutine.

Diego Vitagliano Skills

Diego Vitagliano. Una vera passione per gli impasti. Una pizza contemporanea che non dimentica la tradizione napoletana. Napoletano doc classe 1985, ha iniziato da Carmenella con Salvatore Esposito, il papà di Vincenzo, quando aveva sedici anni, una vera e propria gavetta da portapizza fino a rosticciere.

Comincia a lavorare come pizzaiolo per volere del padre, “è l’unico mestiere dove troverai sempre lavoro”, gli diceva. Ha lavorato in diverse pizzerie fino a quando nel 2013 ha intrapreso la sua ricerca sugli impasti. Insieme a Carlo Sammarco, Diego Vitagliano ha iniziato a sperimentare la pizza ‘a canotto’, quella con il cornicione alto, che riprende la pizza del Vomero di circa 50 anni fa, utilizzando per la preparazione tecniche diverse dal solito (come quelle che si utilizzano per il pane, gli impasti indiretti con biga o poolish). All’epoca tutto ciò fu considerato come una moda passeggera destinata a scomparire in breve tempo, oggi invece possiamo dire che quello sarebbe stato il futuro della pizza napoletana.

Questo approccio intrapreso anni fa, è ancora oggi la base del lavoro quotidiano di Diego Vitagliano, sulla digeribilità della pizza, la conoscenza delle farine da utilizzare, dei processi enzimatici e degli shock termici degli impasti. Per questo motivo Vitagliano fa parte della nuova generazione di pizzaioli napoletani che coniugano modernità e sapienza antica. La sua prima pizzeria aperta nel 2016 sul lungomare di Pozzuoli diventò subito troppo piccola. Così l’anno successivo si trasferisce a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, con la sua prima 10Pizzeria Diego Vitagliano, alla quale seguirà una seconda apertura nell’Aprile 2019 presso Pozzuoli.


INFO E CONTATTI – diegovitagliano.it

10 Pizzeria Diego Vitagliano – Napoli (Bagnoli)
via Nuova Agnano 1, 80125 – Napoli
T. 08118581919

10 Pizzeria Diego Vitagliano – Pozzuoli
via Campi Flegrei 13, 80078 – Pozzuoli (NA)
T. 08118244808

10 Bakery Diego Vitagliano
via Bagnoli 478 – 80124 Napoli
T. 08118022848

10 Bistrot Diego Vitagliano
via Nuova Agnano 3, 80124 Napoli
T. 08118022848

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Velo pasticceria, nei nobili spazi del The First Dolce su Via del Corso a Roma, si è trasformata da salotto d’haute pâtisserie a raffinato palcoscenico pronto ad accogliere le selezioni del Centro Italia di Emergente Pastry 2022, la gara tra i giovani futuri astri della pasticceria italiana. Passano il turno 3 ragazzi. Scopriamo chi sono, e quali saranno le prossime tappe del Concorso tra giovani talenti.

Dense le atmosfere e cariche di energia quelle che riescono a creare Lorenza Vitali e Luigi Cremona, ideatori e curatori del Premio Nazionale tra giovani talenti di Cucina, Pizza, Sala e Ricevimento. Ben oltre la gara e le competizioni tra i futuri astri, emergono sempre occasioni vibranti, preziosi momenti per ritrovarsi in bellissimi luoghi per confrontarsi, imparare e guardare avanti con fiducia al futuro, in questo caso quello della pasticceria italiana.

Così ieri, Velo Pasticceria, il regale Salotto del Dolce, situato al primo piano di un palazzetto ottocentesco della centralissima via del Corso firmato dall’architetto Giuseppe Valadier, si è trasformato nel palcoscenico ideale per scoprire lo stato dell’arte del mondo della pasticceria del nostro Paese ospitando le selezioni Centro-Sud dell’edizione 2022 di Emergente Pastry.

La Pasticceria Professionale

La pasticceria professionale da ristorante e d’albergo sta vivendo una nuova stagione decisamente felice. E’ così che Luigi Cremona e Witaly, alla costante ricerca di nuovi talenti nel settore dell’Ho.re.ca., da alcuni anni hanno voluto dare un palco all’arte della pasticceria per valorizzare un comparto che, nel contesto di un ristorante gastronomico o un albergo di lusso, rappresenta motivo d’orgoglio crescente, segno distintivo della qualità complessiva della struttura, attrattore dell’attenzione mediatica, oggetto di spettacolarizzazione e vanto estetico.

I giovani professionisti realizzano talvolta dei veri o propri capolavori e per questo sono sempre più ricercati dalle strutture di alto profilo. Un filo conduttore, quello legato ai giovani talenti, che lega Emergente Pastry e Velo Pasticceria grazie ad Andrea Cingottini, Resident Pastry Chef del salotto romano, che da alcuni mesi affronta questa stimolante sfida professionale.

“La pasticceria richiede una specializzazione non facile perché – ben più che nella cucina – è indispensabile un estremo rigore professionale, una preparazione metodica, una precisione millimetrica. Tra le altre cose è un settore nel quale sovente le donne riescono ad emergere e spesso si distinguono per la loro determinazione e creatività. Tutte queste considerazioni ci hanno indotto ad ideare Emergente Pastry, a completamento della serie “Emergente”, format di gare che da tempo realizziamo con successo” dichiara Luigi Cremona.

La prima edizione di Emergente Pastry si svolse al Sigep, era il gennaio del 2019. Dopo l’interruzione per la pandemia, periodo in cui è stata tenuta viva l’attenzione sul tema ideando alcuni contest online, la seconda edizione in presenza si è svolta lo scorso novembre 2021 presso l’Irca Academy di Gallarate, appuntamento che ha visto il trionfo di un’altra giovane donna: Debora Vella già Dolce Locanda Perbellini Verona e da poco head pastrychef alla Madonnina del Pescatore**.

Eventi & Protagonisti Futuri

Due i “Dolci Eventi”: Emergente Pastry Centro-Sud a Roma, e la competizione relativa al Nord a novembre all’Irca Academy di Gallarate, sede tecnicamente ineccepibile. I candidati, come d’abitudine, saranno tutti giovani professionisti che dovranno realizzare i loro elaborati di pasticceria di fronte ad una giuria di noti Maestri pasticceri e giornalisti di settore.

I concorrenti di ieri sono stati: Mariasole Martella dell’Imàgo Restaurant* presso Hotel Hassler di Roma; Fabio Capasso del Don Alfonso* presso San Barbato Resort Spa & Golf L a Lavello (PZ), Giacomo Bresciani del Giglio di Lucca; Lorenzo Pisapia di Officina dei Sapori a Gubbio (PG); Marco Nuzzo di Casamatta* Restaurant presso Vinilia Wine&Resort a Manduria (TA); Raffaele Angotti del Ristorante Abbruzzino* a Cava – Cuculera Nobile (CZ); Federico Marrone del ristorante Da Lincosta a L’Aquila; Erika Belen Torres Quinapanta di Giulia Restaurant a Roma; Ester Sportelli del Biafora Resort & Spa a San Giovanni in Fiore (CS).

I Vincitori del Centro-Sud

Si sono sfidati colpi di zucchero, burro e fantasia. Ognuno di loro ha presentato un dolce da forno ispirato alla tradizione regionale e un Dessert Moderno al Piatto. Hanno passato il turno i 3 ragazzi – Raffaele Angotti del Ristorante “Abbruzzino* “a Cava – Cuculera Nobile (CZ) con PITTA ‘NCHIUSA – DESSERT MODERNO AL PIATTO: LATTE DI CAPRA, GRANO, POLLINE E MAGGIORANA; Giacomo Bresciani del Ristorante “Giglio” di Lucca con BUCCELLATO – DESSERT MODERNO AL PIATTO: IL NOCCIOLA Pralinato, crema diplomatica & croccante alla Nocciola; e Federico Marrone del Ristorante “Da Lincosta” a L’Aquila con PARROZZO ABRUZZESE- DOLCE MODERNO AL PIATTO: FRAMBOISES Croccante salato, lampone e basilico.

Sono questi i talenti del Centro-Sud 1 che potranno accedere alla Finale dell’edizione 2022 di Emergente Pastry che si svolgerà all’inizio del 2023. Chissà cosa accadrà nella prossima tappa, l’unica certezza è che ne vedremo delle Buone!

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Da maggio a ottobre 2022 sarà tempo di esperienze, di viaggi e di gusto nei “Borghi più belli d’Italia”. Un evento itinerante per vivere il vino come gradita occasione per viaggiare e conoscere 900 etichette, 300 cantine e 10 luoghi dell’Italia più bella. Si chiama “Borgo diVino in Tour” e fa rima con “turismo enosostenibile”.


Dopo il successo del 2021, ritorna in grande stile “Borgo diVino in Tour”, l’evento itinerante promosso dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e organizzato da Valica (prima tourist marketing company italiana, in collaborazione con il Consorzio Ecce Italia) che unisce alcuni dei migliori vini nazionali ai Borghi più belli d’Italia per far vivere dei weekend all’insegna del buon bere e della bellezza territoriale.

L’ obiettivo di Borgo diVino in Tour è quello di consolidarsi come strumento capace di contribuire a incentivare l’indotto economico dei territori ospitanti, promuovendo tanto l’offerta turistica locale quanto il patrimonio produttivo dei Borghi più belli d’Italia nei quali le produzioni vitivinicole occupano un posto di primo piano: etichette di rilevanza nazionale e internazionale, grandi e piccole produzioni, talvolta vere e proprie perle enologiche che traducono il lavoro, la filosofia e la passione dei tanti “artigiani del vino”.

Come si svolge Borgo diVino?

Borgo diVino in Tour è un evento “diffuso” in cui il pubblico ha la possibilità di conoscere vini di qualità e degustarli all’interno di contesti di particolare suggestione, valorizzati e fruibili nel complesso della loro offerta turistica.

Per la stagione 2022 sono state previste dieci tappe in dieci Borghi e Regioni d’Italia dove turismo ed enogastronomia si sposano per regalare esperienze memorabili di viaggio e di gusto.

Un calendario che, da maggio a ottobre, allieterà i visitatori con degustazioni, esperienze gastronomiche, percorsi formativi e ospiti d’onore tra i nomi di punta del Food&Wine come Federico Quaranta, Simona Geri, Tommaso Caporale e tanti altri.

In degustazione ci saranno circa 900 etichette provenienti da tutto il territorio nazionale ed oltre 300 cantine. Saranno presenti vini bianchi, rossi, rosati, bollicine e vini di tendenza come i rifermentati.

Punto di forza di ogni tappa sarà il coinvolgimento dei principali attori del territorio (associazioni, consorzi di tutela, esercizi ristorativi, strutture ricettive, ecc.), essenziali per rispondere al meglio alla domanda di turisti e visitatori interessati a vivere il luogo come esperienza.

Quali sono le Tappe 2022?

Dopo il successo dell’edizione 2021 che, con oltre 50mila visitatori, ha visto come protagoniste 5 tappe tra Puglia, Sicilia, Marche, Emilia Romagna e Lazio) l’appuntamento quest’anno raddoppia e torna in 10 tappe in altrettante Regioni da Nord a Sud: Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria, Campania e Puglia.

La tappa inaugurale di Borgo DiVino in Tour, dal 6 all’8 maggio, sarà a San Giorgio di Valpolicella, a pochi km da Verona. A seguire, il Tour attraverserà alcuni degli scorci più suggestivi d’Italia: dai panorami incantevoli delle Langhe, precisamente a Neive in Piemonte (20-21-22 maggio), per approdare a Città Sant’Angelo in Abruzzo (3-4-5 Giugno), Brisighella in Emilia Romagna (17-18-19 Giugno), Cisternino in Puglia (1-2-3 Luglio), a Borgo Santa Caterina Presso l’Accademia “Carrara”di Bergamo (8-9-10 luglio), Grottammare nelle Marche (22-23-24 Luglio), Vietri sul Mare in Campania e il suo Borgo di Albori (2-3-4 Settembre), fino ad arrivare a Nemi (9-10-11 Settembre), borgo laziale che, pur non rientrando tra i Borghi più belli d’Italia, rappresenta la tappa storica dov’è nato il format di Borgo diVino che ha ospitato le prime 6 edizioni dell’iniziativa. Sarà Spello (7-8-9 ottobre), nel cuore dell’Umbria, a pochi passi da Perugia, ad ospitare la tappa conclusiva del tour.

Turismo ed enogastronomia: un binomio perfetto

All’interno del Borgo ospitante verrà tracciato un percorso di degustazione che toccherà i luoghi di maggiore interesse turistico con stand dedicati alle cantine e un originale percorso formativo sul mondo del vino, raccontato in circa 20 pannelli espositivi.

Ogni evento proporrà ulteriori contenuti ad hoc correlati alla località ospitante (es.: promozione di prodotti tipici, gastronomia tipica e artigianato tradizionale, visite guidate, mostre, spettacoli ed eventi a cura di realtà o associazioni locali, ecc.).

Un appuntamento aperto a tutti: intenditori ma anche semplici appassionati, wine lovers e turisti di passaggio che potranno apprezzare alcuni tra i sapori del territorio nelle incantevoli cornici dei Borghi più belli d’Italia.

Come funziona Borgo diVino?

Per degustare i vini, i visitatori potranno acquistare il voucher (al costo di €15) che dà diritto a 8 degustazioni a scelta tra quelle presenti nell’area espositiva. È possibile acquistarli online sul sito www.borgodivino.it o direttamente in loco.

Borgo diVino– dichiara Fiorello Primi, Presidente de “I Borghi più belli d’Italia –è una delle manifestazioni nazionali più importanti che l’Associazione, grazie all’apporto organizzativo di Valica, promuove per rilanciare il turismo enogastronomico, settore importante per la ripresa post covid. Le produzioni agricole, quella del vino soprattutto, rappresentano un elemento fondamentale per la tutela del paesaggio e dell’ambiente e per garantire un futuro alle comunità che vivono nei Borghi. La valorizzazione e la promozione delle produzioni agricole è parte integrante della missione dell’Associazione, che si prefigge lo scopo di mantenere e valorizzare il grande patrimonio di tradizioni, cultura e arte di cui le comunità borghigiane e dei territori circostanti sono gelose custodi.

Borgo diVino è un evento nazionale Itinerante capace di fondere al meglio il turismo con l’esperienza enogastronomica, di far incontrare produttori e appassionati in contesti favolosi e unici come i Borghi Più belli d’Italia. L’obiettivo del tour – conclude Luca Cotichini, di Valica – è la promozione turistica ed enogastronomica. Nel 2022 raddoppiamo le tappe e tocchiamo altre 5 regioni.Nel 2023 punteremo a coprire tutto il territorio Nazionale. Con Borgo di Vino, Valica, crea un altro format capace di far vivere esperienze autenticheal nostro ampio pubblico che ci segue sui vari siti.

Promotori

L’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” è nata nel 2001, in seno alla Consulta del Turismo dell’A.N.C.I. (l’associazione nazionale dei Comuni italiani), dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi del turismo di massa. Ne fanno parte 334 comuni, espressione dell’Italia più vera e autentica in quanto custodi di atmosfere, profumi e sapori capaci di elevare “la tipicità” a un modello di vita da “gustare” con tutti i sensi.

Organizzatori

Valica è la prima società in Italia per “suggerimenti” turistici ed enogastronomici. Un vero Travel & Food data developer, con oltre 40 siti (proprietari o in concessione: da Paesionline.it a Turistipercaso.it a Ricette della nonna…) che compongono il network: 10 milioni di utenti unici, 25 milioni di pagine viste ogni mese, 4 milioni di follower sui social e 4,5 milioni di contatti diretti. Da 15 anni Valica è in continua espansione, in termini di business e di relazioni e si propone come “tourist market company” leader del mercato italiano.

Ecce Italia nasce nel 2013 come Rete delle aziende operanti nel circuito dei Borghi più belli d’Italia per valorizzare il patrimonio produttivo ed enogastronomico di questi territori.

Opera con il marchio I Borghi più belli d’Italia per la creazione di nuove opportunità commerciali e di visibilità a favore di piccole e medie aziende dei Borghi – le cui produzioni sono sinonimo di qualità, tradizione, sostenibilità ambientale e cultura dei territori – e in ambito enogastronomico per la promozione delle cucine tipiche dei Borghi.

Per informazioni e acquisto voucher, è possibile consultare il sito ufficiale https://www.borgodivino.it/

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Carciofi: riconoscerli, sceglierli e pulirli.

Molti sono i tipi di carciofi che arrivano sui banchi dei nostri mercati, provenienti da Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Lazio; fondamentalmente possiamo dividerli in due varietà:

  • Autunnale: la produzione si concentra in ottobre-novembre e continua in primavera fino a maggio (la specie viene detta infatti anche rifiorente). E’ caratterizzata da un capolino medio-piccolo, e spesso dalla presenza di spine (spinoso sardo, di Liguria e di Palermo).
  • Primaverile: la produzione si concentra da febbraio-marzo fino a maggio-giugno, ed avviene nelle aree costiere centro settentrionali. Questi carciofi, fra cui troviamo anche la famosa “mammola” romanesca, sono caratterizzate da un capolino sferico, molto sviluppato, e non presentano spine.

Indipendentemente dalla stagione e dalla provenienza, è sempre molto importante acquistare carciofi freschi, in perfetto stato di conservazione:

  • Scegliete quelli con la punta ancora ben chiusa (in quelli vecchi quest’ultima tende ad aprirsi).
  • Assicuratevi che le foglie esterne siano di un bel verde scuro, e non presentino macchie o ammaccature.
  • Ricordatevi che i gambi devono essere sodi.
  • Stringete i carciofi fra i polpastrelli: se oppongono resistenza sono freschi.

Prima di essere cucinati in qualunque maniera, ricordatevi che i carciofi vanno ben puliti, possibilmente munendosi di guanti, in quanto tendono a macchiare le mani:

  • Eliminate la punta.
  • Togliete le brattee esterne più dure.
  • Tagliate i gambi e conservateli, eliminando l’utlimo terzo e la parte più esterna.
  • Eliminate,ove presente, la peluria interna.

Ricordatevi che le sostanze contenute nei carciofi a contatto con l’aria si ossidano, rendendoli scuri: potrete ovviare al problema immergendoli in una bacinella contenente acqua e limone una volta puliti.

Ora che avete imparato a pulirili, siete pronti a mettervi ai fornelli?

carciofi pulitura

Carciofi: come cuocerli?

I carciofi possono essere preparati in decine di modi diversi, oltre che lasciati crudi, tagliati finemente e fatti in salata, condendoli con olio e limone. Oggi vi proponiamo 3 ricette che piacciono davvero a tutti!

1) Carciofi alla Giudia

  • Mondate i carciofi ed immergeteli interi in acqua e limone.
  • Dopo circa 10 minuti sgocciolateli e batteteli fra loro per allargare le foglie.
  • Tuffateli, con il gambo verso l’alto, in una pentola dai bordi alti piena di olio evo, a fuoco moderato.
  • Dopo circa 15 minuti, scolateli e lasciateli capovolti su della carta assorbente.
  • Girateli e schiacciateli con la forchetta, in modo che le foglie si ditribuiscano “a rosellina”.
  • Salate, pepate, spruzzateli con un po’ di acqua fresca e rituffateli nell’olio bollente per circa 1 minuto.

Una volta ben scolati i vostri carciofi saranno pronti!

2) Carciofi alla Romana

  • Pulite i carciofi, allargateli leggermentee e togliete l’eventuale peluria al centro.
  • Metteteli in acqua e limone.
  • Tritate con il coltello alcune foglie di menta ed uno spicchio d’aglio sbucciato.
  • Aggiungete sale, pepe e mescolate bene il tutto.
  • Farcitevi i carciofi dopo averli ben scolati ed averli massaggiati con sale e pepe.
  • Metteteli capovolti in un tegame, cui aggiungerete olio un po’ di olio Evo ed acqua, fino a coprirli fino all’inizio del gambo.
  • Coprite con un coperchio e lasciate cuocere circa mezz’ora a fuoco basso.

Quando l’acqua si sarà consumata, i carciofi saranno divenuti teneri e pronti da servire in tavola.

3) Carciofi in pastella

  • Versate in una ciotola circa 6 cucchiai di farina.
  • Aggiungetevi acqua frizzante o birra, fino a formare una pastella cremosa.
  • Lasciate riposare una mezz’oretta.
  • Pulite bene i carciofi, tagliate ognuno in 8 spicchi ed immergete questi ultimi in acqua e limone.
  • Scolateli e, dopo averli asciugati bene, immergeteli nella pastella.
  • Versateli in abbondante olio bollente e fateli dorare da entrambi i lati.
  • Scolateli, metteteli su carta assorbente e serviteli quanto prima.
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