EMERGENTECHEF ed EMERGENTEPIZZA: le Selezioni del Centro-Sud all’Università dei Sapori Università di Perugia il 3 e 4 ottobre 2023
Parte oggi la selezione della nuova edizione di Emergente 2024. Dopo la Selezione Nord, che si è svolta a Villa Terzaghi (la scuola di cucina diretta da Carlo Cracco) a Milano, arriva il momento della Selezione Centro-Sud che si svolgerà presso l’Università dei Sapori a Perugia martedì 3 e mercoledì 4 ottobre 2023.
EMERGENTE è un format che prevede una serie di gare dedicate ai vari settori della ristorazione e ospitalità, comprende oltre ad EmergenteChef, EmergentePizza, anche EmergenteSala, EmergentePastry, EmergenteRicevimento. In quasi 20 anni di competizioni ha lanciato tantissimi talenti che ora sono diventati i protagonisti indiscussi del settore.
L’UNIVERSITA’ DEI SAPORI DI PERUGIA – Centro di Formazione e Cultura dell’Alimentazione e dell’Ospitalità che da oltre venti anni diffonde e sviluppa competenze e professionalità nel settore della ristorazione e nella distribuzione alimentare in Italia e nel mondo – ospiterà nelle sue aule la gara tra i migliori giovani talenti del Centro-Sud per selezionare i finalisti che, con i vincitori della Selezione Nord, disputeranno la Finale (inizi del 2024 ad ALMA scuola di Cucina alla Reggia di Colorno).
Come funziona?
Gli Chef Emergenti gareggeranno in due batterie, la prima il martedì 3 ottobre e la seconda il mercoledì 4 per definire i due Finalisti di ciascuna. Ogni concorrente dovrà presentare in tempi e modalità stabiliti, due ricette alla numerosa giuria di esperti (chef, operatori, giornalisti).
Mentre i Pizzaioli Emenrgenti con il loro personale impasto presenteranno la versione della classica “Margherita” e il giorno seguente una pizza a tema libero che mostri la propria idea di pizza, innestando la propria creatività su un paniere di ingredienti forniti per la gara.
I migliori 4 saranno ammessi alla Finale di ALMA, che si svolgerà nella Primavera del 2024.
I Protagonisti delle selezioni di Emergente Centro-Sud 2024
Andrea Apuzzo (1999), di Paradiso Relais a Vietri Sul Mare (SA);
Andrea Astolfi (1997), chef di CONVIVIAL a Tuscania (VT);
Youssef Bouafia (1994), chef di Priori Secret Garden a Perugia;
Francesco Maria Brunori (1999), capo partita di Reale*** Niko Romito a Castel di Sangro (AQ);
Pierfrancesco Calefato (1997), chef di Villa Ascosa relais sul mare a Trani (BT).
Salvatore Carnicelli (1997), sous chef di Luminist Bistrot a Napoli;
Simone Cioeta (2000), sous chef di Deste Restaurant a Porto Rotondo (SS);
Carlo Alberto Coppola (1995), junior sous chef di Il parco* di Villa Grey a Forte dei Marmi (LU);
Giuseppe D’Alessandro (1997), chef di Banco_12 (Bistrot de L’arcade*) a Porto San Giorgio (FM);
Gabriel Fazi (1999), sous chef di Ada Gourmet a Perugia;
Gianmarco Frasacco (1995), sous chef di Ineo Restaurant dell’Anantara Palazzo Naiadi a Roma;
Elia Migliucci (1995), junior sous chef di Ristorante Radici dell’Hotel Borgo La Chiaraci a Castel San Giorgio (TR);
Graziano Pascale (1993), sous chef di Torre del Saracino** a Vico Equense (NA);
Domenico Perna (1994), executive chef di Ristorante Pepe Rosa a Capo D’Orlando (ME);
Antonio Sarnataro (1996), sous chef di Giulia Restaurant a Roma;
Michele Spadaro (1998), chef de partie del Pasha* a Conversano (BA);
Davide Stella (1997), chef di Ristorante Ninò del Relais Villa San Martino*****L a Martina Franca (TA).
Partecipanti in gara di EmergentePizza Centro-Sud 2024:
Matteo Apollonio (1995) di Cotto & mangiato da zii Fausto ad Aradeo (LE);
Andrea Arcuti (1991) di Araknos ad Aradeo (LE);
Marco Baccaro (1991), di Baccaro a San Vito (BR);
Antonio Cappadocia (1995) di Pizzagnolo – Pizza & Sfizi a Firenze;
Maurizio Campano (2001) de I Masanielli di Sasà Martucci a Caserta;
Tommaso Filonzi (1997) de Il Capriccio a Monsano (AN);
Gabriele Ianbrenghi (1996) di Arte Bianca a Roma;
Matteo Lo Iacono (1991) di Dazio a Roma;
Giulio Piersanti (1996) di A Modo Mio di Lugnano in Teverina (TR);
Davide Romano (1993) di Crunch a Roma;
Giovanni Ruffinelli (1993) di Prisco a Cava;
Gherard Rumolo (2000) di Le Grotticelle Country House a Caggiano (SA);
Raffele Talamo (1998) di Fratelli La Bugala a Mergellina a Napoli;
Filippo Pompili (2000) di Fratelli La Bufala a Roma.
La Premiazione delle SELEZIONI CENTRO- SUD 2024 di CHEF&PIZZA Emergente + Emergente Umbria Day
Particolare rilievo sarà riservato alla Premiazione del 4 ottobre presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia. All’interno del Complesso Monumentale di San Pietro, verso le 16.00 prenderà forma un incontro con i giovani talenti della filiera agroalimentare umbra di realtà già affermate o che si stanno facendo notare per qualità e identità enogastronomica.
Accanto a loro, i partner dell’evento proporranno i loro prodotti in degustazione e saranno presenti i vini e le birre dei giovani produttori umbri e quelli dell’Associazione Donne del Vino.
Sarà un momento importante, una cornice festosa per fare il punto su un settore strategico, come quello della Ristorazione e dell’Ospitalità, animato da grandi prospettive e frenato dalla carenza di personale adeguato e motivato. È previsto un Talk nel quale tali giovani saranno protagonisti assoluti nell’intento di offrire loro un’occasione di networking e formazione.
Partner della Manfistazione: Agugiaro & Figna Molini, Levoni Salumi, Cantine Vite Vis, Le 5 Stagioni, Brazzale, Urbani Tartufi, Aquanaria, Antiche Essenze Mediterranee, Filicori Zecchini, Querceta, Olitalia, Consorzio Vitellone Bianco e Crochus Roma.
Rituali, tecniche, estrazioni, tradizioni, mode, curiosità, statistiche, evoluzioni e tendenze. Dall’Etiopia ai Podcast sulle “Storie di Caffè” passando tra Cialde EcoGreen, coffee tasting e “Chicche sui Chicchi”, per celebrare la Giornata Internazionale del caffè, la nostra panoramica caffeinizzata sulle abitudini e nuove tendenze della bevanda calda più consumata e amata al mondo.
Per prima cosa Dio creò il caffè, altrimenti non ce l’avrebbe fatta a fare tutto il resto.
Anonimo
1° ottobre. Questa è la data assegnata alla Giornata Internazionale del Caffè, ovvero la bevanda calda più amata e consumata sulla Terra. Entrata di diritto nella nostra tradizione, Re della mattina, rituale quotidiano, momento di pausa, scusa o pretesto per incontrarsi, ogni giorno al mondo si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè. Ma qual è la sua storia? E quali sono le tendenze e le novità del settore? Il Consorzio Promozione Caffè – in collaborazione con AstraRicerche e il coffee expert Andrej Godina – ci fornisce una fotografia accurata dell’universo di usi e consumi che riguardano il “nostro” caffè.
Caffè, orgoglio italiano
Il mercato mondiale del caffè torrefatto nel 2022 è valutato in circa 120 miliardi di dollari e rappresenta consumi pari a 170,8 milioni di sacchi da 60 kg, equivalenti a 3,1 miliardi di tazzine bevute ogni giorno su scala globale. In questo quadro, l’Italia riveste un ruolo di primo piano, innanzitutto come Paese consumatore: è il settimo al mondo con 5,2 milioni di sacchi annui. Secondo gli ultimi dati, infatti, circa il 73,9% dei nostri connazionali lo beve regolarmente ogni giorno. Ma nel 2023, come sono cambiate le nostre preferenze di consumo? Dove lo compriamo, dove preferiamo acquistarlo e dove amiamo consumarlo? E soprattutto, quanti di noi lo bevono, e quanti invece sanno esattamente come degustarlo?
Gli Italiani e il caffè: i dati della nuova ricerca Astra 2023
Gli usi e i costumi che ci legano a questa bevanda sono diversi: su 100 caffè, circa 40 vengono consumati a casa, seguiti dal bar (circa 14 su 100). Macchina a cialde, moka e macchina da espresso automatica restano le modalità preferite con cui gli italiani preparano il caffè (rispettivamente il 42,7%, il 28,8% e il 17,1%). Quello che è interessante è anche ciò che è emerso sul rapporto personale che abbiamo con questa bevanda, specialmente quando la consumiamo al bar. Per la maggior parte di noi il caffè è una ricarica di forza mentale ed energia fisica (42,2%), un rito personale (35,6%), e un catalizzatore di buonumore e socialità (33,7%) da condividere con gli altri.
Il coffee tasting e l’arte dell’espresso
E se la maggior parte di noi per comodità sceglie l’acquisto al supermercato (72,8%) c’è ancora una buona fetta di appassionati che amano recarsi presso le torrefazioni e scegliere la propria miscela (12%). Questo perché questa bevanda rappresenta anche un’esperienza sensoriale e renderla tale è frutto di sapienza e arte.
Come quella tramandata da Andrej Godina: una delle voci più autorevoli della scienza del “coffee tasting”.
“L’espresso è un’invenzione tutta italiana che dall’inizio del 1900 accompagna le nostre pause e che è in grado di offrirci un vero e proprio viaggio sensoriale da gustare con gli occhi, il palato, l’olfatto. Il caffè può essere erogato in tanti modi differenti, ma ogni tazza è un’opportunità per esplorare un mondo di aromi, sapori e profumi unici e valorizzare la sua qualità è un’avventura appassionante che aiuta ad apprezzare a pieno questa esperienza” afferma il coffee specialist. “Quando bevo il caffè, che sia estratto in espresso o moka, il mio pensiero va sempre al paese di produzione, ai farmer che l’hanno coltivato e al torrefattore che l’ha tostato. Un viaggio che mi permette di godere di quello che noi coffee specialist chiamiamo “flavore”.
La degustazione del caffè richiede infatti la capacità di riconoscere le sfumature sensoriali del Flavore, ovvero la contemporanea percezione dei gusti, degli aromi e delle sensazioni tattili quando introduciamo il caffè nel palato. Il caffè può avere tre gusti suddivisi tra acido, dolce e amaro che sono percepiti dalle papille gustative sulla lingua. Gli aromi del caffè sono moltissimi, più di 1500 e sono percepiti durante l’espirazione dai recettori olfattivi nel naso. Infine il caffè, soprattutto nella erogazione in espresso, riesce ad avere un corpo intenso e vellutato, caratteristiche che sono percepite dai recettori tattili al palato.
10 CHICCE SUI CHICCHI
1. È il secondo prodotto al mondo
Il caffè viene consumato in quantità così grandi che è la seconda merce più scambiata al mondo, viene superato solo dal petrolio greggio. E’ la bevanda più amata al mondo dopo l’acqua e vale oltre 100 miliardi di dollari.
2. Il caffè è stato scoperto da un pastore di capre. Si dice che il caffè sia stato scoperto in Etiopia da un pastore di capre nel 1500: ha visto le sue capre mangiare bacche di caffè ed ha osservato un cambiamento nel loro comportamento. Hanno guadagnato una grande energia e dormivano meno. Il pastore raccontò le sue scoperte ai monaci locali, i quali prepararono la prima tazza di caffè al mondo. Si resero conto che grazie al caffè riuscivano a pregare tutta la notte e iniziarono a condividere la scoperta con altri monaci etiopi e piano piano la notizia raggiunse anche il resto del mondo.
3. Qual è l’origine della parola “Caffè”? Esistono due possibili spiegazioni:
Spiegazione 1 Nel Medioevo, attorno all’anno 1000, gli arabi ricavavano dai chicchi di caffè provenienti dall’Africa una bevanda eccitante che chiamavano “qahwa”, che significa per l’appunto “eccitante”. Da qui poi i turchi iniziarono a chiamarlo “kahve” fino ad arrivare all’italiano “caffè”.
Spiegazione 2 Il nome deriva da quello regione dell’Etiopia dove la pianta del caffè cresce spontaneamente. La regione si chiama “Caffa“.
4. E il “Cappuccino” perché si chiama così? Il caffè arriva in Europa verso la metà del 1600 e, nella Vienna dell’imperatore Leopoldo I, giunge proprio nell’anno in cui il monaco cappuccino Marco d’Aviano si presenta alla corte dell’imperatore. Il monaco indossava il tipico cappo marrone chiaro che ricorda il colore del caffè mescolato al latte. Nasce così il neologismo “cappuccino” per indicare la bevanda a base di caffè.
5. Vino d’Arabia. Nel XVII secolo il caffè in Europa era chiamato “vino d’Arabia”, poiché era la bevanda con cui, nel vicino Impero Ottomano, i musulmani sostituivano il vino proibito dall’Islam.
6. Dove si beve più caffè? In Finlandia. Nel Paese scandinavo si consumano 12 kg di caffè pro capite ogni anno.
7. Qual è l’orario ideale per bere caffè? Secondo la crono-farmacologia e le neuroscienze l’orario migliore della giornata per assumere caffeina sono le ore comprese tra le 9:30 e le 11:30 del mattino.
8. Nel caffè decaffeinato c’è la caffeina? Sì, anche caffè decaffeinato contiene una piccola parte di caffeina. Durante il processo di decaffeinizzazione, infatti, viene sottratto fino al 98 percento di caffeina. Una percentuale di sottrazione certamente molto alta ma che comunque non è pari al cento per cento. Quindi, sì anche il caffè decaffeinato contiene un po’ di caffeina Esiste una unica variante di caffè naturalmente decaffeinato: la Coffea Charrieriana, pianta originaria del Camerun che produce drupe di 6 mm di lunghezza.
9. Johann Sebastian Bach. Il noto compositore tedesco nato a Eisenach, in Turingia (terra allora parte del Sacro Romano Impero), Johann Sebastian Bach amava il caffè così tanto da dedicargli la “cantata del caffè”, il “Kaffeekantate“, eseguita a Lipsia tra il 1732 e il 1735
10. Anche Beethoven adorava il caffè, così tanto da contare i chicchi da utilizzare per preparare la sua tazzina che dovevano essere esattamente 60 per avere la stessa “forza”.
Consumatori sempre più consapevoli
I consumatori di oggi sono però anche attenti alla filiera e al suo impegno. “La nostra indagine ha rivelato come quest’anno più che mai gli italiani apprezzino particolarmente il gusto e il significato del caffè, l’innovazione che caratterizza le diverse miscele disponibili sul mercato e le aziende che comunicano in modo chiaro, completo e trasparente. Inoltre, ciò che emerge è la crescente consapevolezza ambientale dei consumatori italiani: riconoscono l’impegno nella sostenibilità sia delle nuove confezioni(61,7%) sia dei nuovi processiproduttivi e di trasporto(58,3%) e desiderano che questo trend venga mantenuto e incrementato sempre di più (50,3%). È importante notare anche che oggi la sostenibilità sociale, intesa come garanzia dei diritti e della giusta retribuzione dei lavoratori, passa dal 43.4% come priorità degli impegni richiesti nel 2021, al 49.7%, nel 2023, quasi pareggiando il valore di quella ambientale che è del 50,3%, sempre nel 2023”; afferma Cosimo Finzi, Presidente di AstraRicerche.
La tazzina, un piacere da gustare e da ascoltare con il podcast “Storie di Caffè”
Ma la nostra bevanda preferita ha anche il vero potere di catturare l’attenzione, innescando conversazioni che trasformano ogni tazzina nel capitolo di una storia unica. Ed è proprio da questa idea che nasce il podcast “Storie di Caffè”, realizzato dal Consorzio Promozione Caffè in collaborazione con Podcast Italia Network. Una serie di dieci episodi, che potrete scaricare dal 1° ottobre – Giornata Internazionale del Caffè, durante i quali i protagonisti, Greta giovane barista appassionata di caffè e Alberto l’amico studente che frequenta il suo bar, ci condurranno in un viaggio appassionante alla scoperta di tutti i segreti e le curiosità legate al caffè: dalla sua filiera alla sua storia, dalle tradizioni e le usanze legate al suo mondo fino preparazioni più speciali. Non perdetevelo: sarà fruibile su tutte le principali piattaforme di ascolto (Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Spreaker…).
Gli Specialty Coffee
Il concetto di specialty coffee viene utilizzato a partire dagli anni ’70 in America, per indicare un caffè prodotto in speciali condizioni climatiche e ambientali, che gli conferiscono un particolare profilo di gusto e aroma, quindi ben selezionato e lavorato per rispettarne le caratteristiche uniche. È un documento della SCA (la Specialty Coffee Association, appunto) a definire in maniera dettagliata che cos’è uno specialty coffee, inteso come un caffè verde di altissima qualità, tostato in modo da esprimerne al meglio il potenziale aromatico ed estratto secondo standard ben precisi. L’attenzione è posta pertanto sulle origini del caffè, sulla varietà botanica coltivata in una particolare area produttiva, ma anche su ciascun passaggio della filiera: uno specialty coffee non presenta difetti quando è crudo, viene tostato fresco per conservarne tutte le proprietà e risulta tale in tazza grazie alla professionalità del barista che lo estrae, rivelando un’identità distintiva.
Il rinnovamento del rito del caffè napoletano con la cialda pratica ed ecologica
La Giornata Internazionale del Caffè rappresenta anche un’occasione di riflessione sul ruolo sociale e culturale di questa bevanda. Come abbiamo visto, il caffè è un momento di condivisione, un autentico rito culturale che si declina in modi diversi nelle varie culture, società e tradizioni. Nel solco di questa secolare tradizione si trova sicuramente l’espresso napoletano, immutabile nell’essenza e che oggi si rinnova in un mondo in evoluzione, pur mantenendo la sua autenticità, diventando più veloce ed ecologico. Questo cambiamento si chiama cialda.
Didiesse, in questo cambiamento globale, si è affermata come un nome riconosciuto tra gli appassionati di caffè, svolgendo un ruolo chiave nella diffusione delle cialde. Infatti, è stata pioniera di questa trasformazione, puntando sin da subito su questo sistema e impegnandosi costantemente nel perfezionamento della tecnologia delle sue macchine per offrire la massima resa in tazza.
Con lo spirito di continuare a diffondere la cultura della cialda, l‘azienda si prepara a partecipare ad Host, il salone internazionale dell’ospitalità, dal 13 al 17 ottobre, per presentare le innovazioni delle macchine espresso e i passi avanti in ambito green, con il simbolo più emblematico dell’accoglienza: una tazza di caffè, da sempre sinonimo di benvenuto e comfort. Le macchine da caffè Didiesse sono note per la loro capacità di erogare un caffè con aromi autentici e una pulizia gusto-olfattiva impareggiabile.
Ma c’è un altro aspetto fondamentale: l’ecologia. Le macchine Didiesse sono progettate con una particolare sensibilità ambientale poiché supportano il sistema a cialde, che è ecosostenibile in quanto smaltibile nell’umido e compostabile; inoltre, le macchine di ultima generazione registrano i consumi energetici più bassi della categoria, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale. Il team di ricerca e sviluppo continua a studiare nuovi materiali ecosostenibili, promuovendo l’uso di plastiche riciclate. L’azienda, inoltre, ha ottenuto la certificazione FSC per tutti gli imballaggi e i materiali legati ai prodotti, garantendo così la gestione responsabile delle foreste.
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