Sara De Bellis

Anno: 2023

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Nemi si prepara a festeggiare la 90esima edizione del Suo evento più atteso: la Sagra delle Fragole e Mostra dei Fiori annessa. Si svolgerà il 4 Giugno e sarà l’occasione perfetta per permettere al mondo di appassionati e curiosi di affacciarsi sul suo lago e conoscere magnifico territorio castellano.

La Sagra delle Fragole (e delle fragoline di Bosco) è l’atteso evento che si tiene ogni anno nella bella Nemi, affascinante borgo dei Castelli Romani a sud di Roma con posizione panoramica sul suo lago.

Ogni primo fine settimana di giugno, la cittadina si riempie di fiori, fragole e turisti che possono assaggiare gratuitamente i frutti coltivati lungo le rive del lago di Nemi e quelle spontanee dei Boschi.

Tra rievocazioni storiche e balli folcloristici, cuore dell’evento, la sfilata delle “Fragolare”, le ragazze del borgo, che per l’occasione indossano l’antico costume della tradizione (gonna rossa, bustino nero, camicetta bianca e mandrucella di pizzo in testa) e conducono il corteo attraverso un’esplosione di colori.

Le fragoline di Nemi

Secondo la leggenda, queste fragoline di bosco nacquero dalle lacrime versate da Venere per la morte di Adone. E sembra che queste fragole avessero dei poteri straodinari, come quello di allontanare i serpenti presenti nei boschi.

Quelle di Nemi sono fragole piccole, dal colore vivace, dal sapore intenso e distintivo. Raccolte tra maggio e ottobre, vengono utilizzate per diversi tipi di prodotti locali tipici come dolci, tortine, confetture, il gelato, il liquore fragolino e persino per la birra.

La 90° edizione è indubbiamente un evento di cui andare fieri, che conferma l’importanza di Nemi nel panorama nazionale e internazionale. Addirittura il New York Times, infatti, ha pubblicato un articolo molto interessante riguardo alla nostra cittadina. Inoltre da anni una delle più importanti emittenti radiofoniche italiane Dimensione Suono Soft e partner dell’evento.
Siamo tutti orgogliosi di quello che facciamo e questa 90° edizione, con la sua miriade di appuntamenti imperdibili e ospiti d’eccezione, come il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ne è la conferma.

Il sindaco di Nemi, Alberto Bertucci

Anche quest’anno non mancheranno le sorprese. Il tutto, infatti, comincerà con la Santa Messa di Ringraziamento alla chiesa della Madonna del Pozzo, animata dal coro “Incanto” di Amatrice ed Accumoli. Seguirà poi una visita guidata al meraviglioso Museo delle Navi Romane, che ancora oggi attira turisti e appassionati di storia. Dopo questo tuffo nell’antichità, sarà il momento della musica, del buon cibo e, alle ore 18:00 come ogni anno verranno distribuite gratuitamente a tutti i presenti quintali di gustose fragole.

Come di consueto, l’amministrazione del Sindaco Alberto Bertucci garantisce un intrattenimento continuo e ospiti d’eccezione, come il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e Daniela e Luca Sardella.

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Non si ferma il ritmo delle aperture del brand delle Gelaterie “Mamò”, che, come un’onda sicura, arriva al mare di Roma. Dopo la location al Pantheon in pieno centro storico a Roma (ne avevamo parlato qui) ha infatti da poco aperto il suo nuovo goloso avamposto a Ostia Lido, più precisamente al civico 63 del Lungotevere Paolo Toscanelli, pensato e dedicato per il gustoso refrigerio di bagnanti e residenti, e più in generale dedicato a tutti gli amanti del gelato artigianale.

Il format dei fratelli Monaco – Andrea, Simone e Cristian Ambasciatore del Gelato nel Mondo per l’Associazione Italiana Gelatieri e Ambassador di ‘IceTeam1927’ – ha una storia che parte da lontano, che vede la famiglia Monaco protagonista di un’importante tradizione pasticcera. Da lì il passo e la declinazione verso il gelato è stato breve fino alla realizzazione di un concept apprezzato e già affermato nei punti vendita di Largo Beltramelli, via Lorenzo il Magnifico, via Tripoli, via Ugo Ojetti e piazza Ragusa.

Il segreto di questo successo? I Frattelli Monaco, ci tengono a sottolineare, è quello di “non avere segreti” ma di realizzare gusti sempre innovativi, poggiare su una produzione giornaliera artigianale e mantenere i franchising tutti di proprietà Mamò.

Il gelato artigianale di Mamò è infatti orgogliosamente italiano, realizzato con prodotti naturali, genuini e non più di 3-4 ingredienti. I gusti più gettonati? Quello al Campari, agli arachidi e molti altri ispirati all’offerta pasticcera, come la Torta Paradiso, la Sacher, il Profitterol, il Millefoglie. E ancora, il gelato al gusto di caffè bianco all’anice; Sicilia Romana, gelato alla mandorla con cremino al pistacchio, mandorle e pistacchi caramellati.

‘Gelaterie Mamò’ è anche ricerca e formazione, oggi messa a disposizione con il progetto ‘Mamò Lab’ – in via Gabrino Fondulo al Pigneto – attraverso un esclusivo spazio, ampio e moderno, riservato alla produzione e ai corsi e agli stage aziendali, ma anche a degustazioni e dimostrazioni, con strumentazioni di livello e macchinari all’avanguardia.

“L’apertura di Ostia segna per noi un altro tassello del puzzle, che da anni stiamo costruendo con amore e sperimentazione, per un gelato artigianale sano, fatto con materie prime di qualità, semplici e naturali. Tutto è preparato ‘come una volta’, all’insegna della tradizione, forse è questo che ci permette di guardare al futuro e su questo siamo certi che ‘Gelaterie Mamò’ saprà nuovamente sorprendere buongustai e creamlover” – spiega Cristian Monaco titolare di Gelaterie Mamò.

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Si svolgerà a Monza i prossimi 28 e 29 maggio, nelle stanze di Villa Reale e negli spazi del Parco della Reggia, l’attesissima finale di Emergente Sala edizione 2023 che decreterà i Maitre di domani.

Chi sarà il Miglior Giovane Professionista di Sala d’Italia? Lo scopriremo con EMERGENTESALA 2023 che è l’unico evento in Italia dedicato all’accoglienza di qualità e al Servizio di Sala, settore della ristorazione in contrazione per varie motivazioni, tra cui scarsità dell’offerta, preparazione specifica e un’inadeguata percezione della categoria. Per fortuna ci hanno pensato Lorenza Vitali e Luigi Cremona a evidenziare il valore e la nevralgicità di questa nobile professione.

Così, dopo le selezioni regionali, arriva la tanto attesa finale che individuerà il Miglior Giovane Professionista di Sala d’Italia, si svolgerà a Monza i prossimi 28 e 29 maggio 2023, presso il prestigioso Consorzio Villa Reale e Parco di Monza quasi in concomitanza di TASTING MORE TIME a cura del Merano WineFestival, che si svolgerà nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 maggio e prevederà la presenza di oltre 200 espositori di vino e di cibo.

La Finale di EmergenteSala si svolgerà in due tempi:

La cena di “Gara” di Domenica 28 maggio presso il Salone delle Feste dell’Hotel De La Ville, posto proprio di fronte all’entrata della Villa Reale. Qui come d’abitudine i finalisti dovranno allestire la sala, accogliere, coccolare gli ospiti (che sono anche i giurati) e dimostrare la propria abilità nel servizio del menù appositamente ideato da Fabio Silva chef stellato del ristorante dell’Hotel.

Al mattino successivo saremo nel bellissimo Teatrino di Corte della Villa Reale.

Qui si svolgerà la prova orale, dove i concorrenti dovranno rispondere alle domande poste loro dai giurati e dovranno dimostrare di essersi preparati sui temi legati ai partner dell’evento.

Un momento importante sarà il Convegno dal titolo:

La formazione che verrà…Quale linguaggio riporterà al centro il valore dell’accoglienza?, voluto anche dalla Direzione del Parco della Reggia per fare il punto sullo stato della Formazione dei giovani che operano nel settore dell’Ospitalità e dell’Accoglienza in Lombardia e non solo. Inviteremo come testimonial alcuni personaggi di spicco internazionali. Seguirà la Premiazione e con un brindisi al vincitore.

Questi i Finalisti, che si sono qualificati nelle due Selezioni 2023:

SELEZIONE CENTRO SUD Palazzo Ripetta Roma

Lorenzo Milazzo di Osteria Grande ad Arezzo

Maria Pia Costanzo del Villa Maiella* di Guardiagrele

Fabrizio Carrarini del Don Alfonso 1890* del San Barbato Resort&Spa a Lavello

Mirko Plebani del Franco Mare* a Marina di Pietrasanta (Lucca)

SELEZIONE NORD Teatro Puccini Merano

Alessia Chignoli, chef de rang senior a Villa Crespi*** ad Orta San Giulio (NO);

Antonio Gilli, sommelier del ristorante Malga Panna a Moena (TN).

Luca Princiotto, maître de La Montecchia a Selvazzano Dentro (PD);

Marika Azzariti, maître del Pellico 3 Milano del Park Hyatt

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Nel record di presenze per i tre giorni di Caccia Village e Cibo Selvaggio ( ne avevamo parlato QUI ) davvero interessante è stato il focus sulla “Cucina del Bosco” con gli Chef Igles Corelli, Lucio Pompili, Paolo Trippini, Giulio Gigli e Giorgione. Ognuno con la propria personale interpretazione di Cacciagione e Selvaggina, hanno insieme trasmesso un messaggio importante sulle filiere controllate valorizzando sapori e virtù della carni selvagge.

Con un indotto turistico più che positivo sul territorio e un successo che stimola nuove idee per il 2024, Caccia Village si è confermata la manifestazione fieristica venatoria più importante del centro e sud Italia, con un’affluenza di 34 mila visitatori provenienti da ogni parte d’Italia in un’area espositiva di oltre 30.000 mq che ha contribuito all’occupazione delle strutture ricettive da Perugia a Foligno.

Ben oltre i preconcetti, sull’opposta sponda dell’incoraggiamento ad una “caccia sportiva o selvaggia” (alias bracconaggio) tra le novità più interessanti dell’edizione 2023 ci sono sicuramente stati i momenti presso il Centro Congressi UmbriaFiere che ha visto un suseguirsi di dibattiti, tavole rotonde istituzionali e focus sull’etica venatoria, sulla formazione responsabile del cacciatore, sulla sostenibilità della caccia, sugli impatti sull’ambiente e sugli equilibri di natura, tutti argomenti di grande attualità e importanza che approfondiremo più avanti e sempre in questa rubrica.


Così come la dinamica area espositiva e dimostrativa dedicata al “Cibo Selvaggio” tra produttori – Le carni del bosco, Bordiga, Confagricoltura Umbria, Macelleria Zivieri, URCA MARCHE, il Consirzio Regionale Operatori di Filiera Carni dell’Umbria e Cuttaia Salumi – e Chef del calibro di Igles Corelli, Lucio Pompili (Symposium 4 stagioni); Paolo Trippini (Ristorante Trippini) e Giulio Gigli (Ristorante UNE), così come Giorgione e i ragazzi della Fondazione UNA (alle prese con un contest), hanno impiattato la propria personale interpretazione di Cacciagione e valorizzato sapori e virtù della carni selvagge.


La volontà è quella di promuovere la conoscenza, accrescere la consapevolezza sulla qualità dei prodotti che derivano dalla carne di caccia perché portatori di alti valori nutrizionali e benefici, unitamente a sapori straordinari e profondi, ma sempre e solo in un’ottica rispettosa dei cicli riproduttivi dell’animale e della natura.

Secondo i sostenitori infatti questa tipologia di carne farebbe persino meglio di altre:

«Sicuramente mangiarla è sano — spiega Roberto Barbani, veterinario, responsabile dell’unità di Igiene degli alimenti di origine animale della USL di Bologna —. Si tratta di animali esenti da contaminazioni antropiche che, a differenza di quelli allevati, non hanno mai assunto farmaci e mangiano solo quello che offre loro il bosco, niente di più. È una carne poverissima di grassi e di colesterolo, ricchissima di ferro e ha un ottimo rapporto tra acidi grassi polinsaturi omega 3/omega 6. Andrebbe somministrata anche nelle mense scolastiche per la sua purezza. È bio per definizione».

Proteine buone, sane, ricche di sapori e valori nutritivi, biologiche di natura che gli chef hanno ripensato in piatti accattivanti per avvicinare il pubblico alla Cucina del Bosco, a metà tra cibo cacciato e cibo raccolto.

Lo Chef Igles Corelli, testimonial dell’evento alla sua Prima Edizione – con una collezione di ben 5 Stelle Michelin conquistate, volto di Gambero Rosso Channel, Coordinatore del comitato scientifico di Gambero Rosso Academy, nonchè tra i primi a sdoganare la selvaggina nell’alta ristorazione, ha portato per l’occasione il suo “Daino si fa Tonno”, che è rimasto la punta di diamante del menu del Pop Restaurant di BRADO allestito all’interno di Umbria Fiere per i giorni dell’evento.

Lucio Pompili, Chef cacciatore di alto rango e sensibilità creativa, ha portato “Petto d’oca selvatica, acqua di ciliegie, purea di cavolo nero”; Chef Paolo Trippini e Chef Guilio Gigli entrambi amanti del Bosco, sperimentatori ed esponenti del “Rinascimento Umbro” hanno ripettivamente portato Raviolo di capriolo, aceto di fichi e aglio di vigna, – raccoglie nei vigneti attorno a Civitella del Lago – e un Kebab di cinghiale, emulsione di yogurt, melanzane bruciate in conserva e farinello; mentre Giorgione mostrando la forza della semplicità ha realizzato assieme ai ragazzi della fondazione UNA in padella degli straccetti di Daino con aglio e un “nonnulla” di olio, rigorosamente umbro!


Sempre Igles Corelli, presente a Cibo Selvaggio 2023 assieme a Michele Milani – editore-cacciatore del libro progetto sulla cacciagione – già nel 2017 chiamò a raccolta tra le pagine Massimo Bottura, Moreno Cedroni, Enrico Crippa, Giancarlo Perbellini, Gianfranco Vissani, Davide Scabin, Heinz Beck e superstar della cucina contemporanea per il suo “La caccia di Igles e dei suoi amici” dove ha raccolto ricette e visioni capaci di anticipare molte tendenze fin dagli anni del mitico Trigabolo di Argenta.


«La selvaggina è un prodotto vero. È da sempre la carne di riferimento nella mia cucina e ricopre un ruolo importante nella mia vita e in quella delle persone a me vicine. La caccia, se gestita correttamente, serve a mantenere l’equilibrio tra specie selvatiche e territorio. E il frutto della caccia è una risorsa per tutti che va tutelata e rispettata, non trascurata e lasciata a se stessa».

Igles Corelli

Noi continueremo a parlare “dei piaceri della carne” cercando di analizzare ogni aspetto senza preconcetti eipocrisie, con la voglia di sapere e di capire.

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TUTTOFOOD 2023 – Fiera Milano Rho, 8/11 maggio – si è chiuso con un grande successo per i produttori laziali presenti nei due stand della Regione Lazio allestiti in collaborazione con Arsial per evidenziare quanto sia dinamica, ampia e profonda l’offerta di prodotti di qualità caratterizzati da un forte legame con i territori tra passaggi generazionali di coscienza e spiccata propensione alla buona innovazione.

A TUTTOFOOD 2023 ha fatto il suo esordio il nuovo claim “LAZIO, DOVE TUTTO HA SAPORE”, voluto da Regione Lazio per promuovere le produzioni agroalimentari in sinergia con i territori di provenienza. 

All’interno della manifestazione giunta all’ottava edizione nochè tra gli appuntamenti di riferimento più importanti per il mercato internazionale del food&beverage, sono stati infatti oltre 1000 gli incontri con i buyers provenienti da 77 Paesi alla presenza di circa 75.000 visitatori per la “formazione del sapore laziale” composta da 27 aziende di eccellenza.

La significativa rappresentanza delle produzioni enogastronomiche regionali di maggior pregio è stata comunicata attraverso un ricco programma di iniziative divise tra cooking show e degustazioni guidate con l’obiettivo di promuovere il territorio, il settore agroalimentare, il passaggio generazionale e lo sguardo al futuro all’insegna della sostenibilità.

Il coinvolgimento proattivo di produttori e prodotti laziali ha evidenziato un patrimonio agroalimentare tra i più ricchi del Paese che vanta: 14 DOP, 13 IGP, 3 STG e 458 PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) ai quali si sommano nel comparto vitivinicolo 3 DOCG, 6 IGT, 27 DOC e 37 vitigni autoctoni e prodotti biologici, alcuni delle quali a marchio “Natura in Campo”: marchio di certificazione regionale, che caratterizza produzioni agroalimentari sostenibili e tradizionali provenienti dai territori delle aree naturali protette.

“È stata nostra precisa intenzione, quest’anno, di  incentivare la partecipazione dei produttori e delle aziende del Lazio a Tuttofood 2023. Riducendo la quota di partecipazione rispetto agli anni precedenti del 75% circa, siamo riusciti ad aumentare il numero dei partecipanti del 35%: la collettiva regionale del Lazio era composta da 27 aziende, che insieme cumulano un fatturato di quasi 40 mln di euro”.

Andrea Napoletano – Commissario straordinario Arsial – Regione Lazio

Nel Lazio, erede di un’antichissima tradizione, generosa terra di eccellenze e grandi bontà, operano infatti oltre 3.400 imprese, che generano un export annuo di poco superiore al miliardo di euro. Perché l’Agrifood è uno dei settori più sensibili all’innovazione sostenibile, in continua crescita a livello globale.

L’agenda TUTTOFOOD 23 della Regione Lazio / Arsial ha visto una fitta serie di appuntamenti e di eventi che hanno permesso di mettere in risalto i prodotti regionali e che ha attivamente coinvolto sia aziende più strutturate e ben avviate nei mercati esteri, sia quelle più piccole e locali, permettendo loro di affermarsi su un mercato che si fa ogni giorno più competitivo e globale.

Tra le presenti JAS – Juicy and Sparkling – frizzante realtà che miscela il sapore della frutta biologica a quello del vino naturale, ai profumi dei fiori selvatici, alle botaniche ricercate in un’ampia gamma di cocktail da spillare; Erzinio, il Salumificio ciociaro che dal 1950 seleziona suini ben allevati e tracciabili, sapiente stagionatura e lavorazioni di alta qualità; l’Olio Evo dell’Azienda agricola Biologica “Il Molino” tra Montefiascone e Tuscania, nel cuore e nel sapore della Tuscia; le Verdure di Annatura che seleziona ortaggi, cereali e legumi di qualità, stagionali e italiani al 100% e li confeziona cotti o grigliati in pratici pack, senza conservanti né additivi; e il Caffè artigianale autentico e sostenibile della Torrefazione Martella, realtà ricca di fascino di a Marino Laziale. 

Le singole vetrine condensate nei due stand della Regione Lazio sono state quindi per i produttori il luogo ideale per farsi conoscere, stringere contatti e creare economia all’insegna delle due grandi parole “Tradizione e Innovazione” viste e vissute come due aspetti complementari della stesso progetto, poiché il trasferimento dell’innovazione in agricoltura non riguarda soltanto i processi produttivi, ma interessa l’intera catena del valore, nella quale l’introduzione delle tecnologie blockchain è un ulteriore elemento di garanzia riguardo la tracciabilità e la trasparenza dell’intera filiera produttiva. 

È propria questa la mission dell’Arsial, Agenzia per lo Sviluppo e l’Innovazione nell’Agricoltura della Regione Lazio, che funge da elemento di raccordo tra il sistema produttivo e il mondo della ricerca.

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Domenica 14 e lunedì 15 maggio. Queste le date ufficiali di VitignoItalia 2023, il Salone dei Vini e dei Territori apputamento di riferimento nel calendario degli eventi dedicati al vino italiano. 250 aziende, oltre 1500 etichette, 20 buyer da 15 Paesi per due giorni di degustazioni, convegni e approfondimenti,12 Masterclass con protagonisti i grandi Terroir italiani nella nuova la prestigiosa sede: il Maschio Angioino.

Napoli e il Maschio Angioino ospiteranno un approfondito persorso nell’Italia del vino, con un particolare focus sulle realtà campane attraverso la conoscenza di 250 aziende, oltre 1500 etichette, uno straordinario parterre di cantine e territori e Consorzi (Friuli DOC, Roma DOC, Vesuvio DOC). Fitto il calendario degli incontri con ben 12 masterclass ad arricchire il calendario della manifestazione. Appuntamenti che consentiranno, a coloro che si prenoteranno, di approfondire la propria conoscenza su territori vocati come la Campania, la Sicilia (presente con l’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio) e il Friuli Venezia Giulia. E di degustare le etichette più importanti di storiche cantine: dal Barolo di Bersano al Phigaia Bianco di Vidotti, dallo Chardonnay della famiglia Lunelli all’Aglianico del Vulture di Fucci, dal Sangiovese di Carpineto fino a un’imperdibile incursione nel magico mondo dello Champagne con il Grand Vintage 2015 di Moet&Chandon.

“Un programma di alto profilo per una manifestazione che cresce di anno in anno al punto che, giunti alla diciassettesima edizione, possiamo tranquillamente affermare di rappresentare ormai un punto di riferimento nell’ambito della manifestazioni di settore – spiega Maurizio Teti, Direttore di VitignoItalia – Lo dimostra anche il lavoro che VitignoItalia svolge durante l’anno, con eventi mirati che ci vengono richiesti da grandi realtà come Trento DOC, Franciacorta, Consorzio del Friuli, Famiglie Storiche. Un riconoscimento alla nostra professionalità ma anche, va detto, all’immagine sempre più luminosa che la città di Napoli è in grado di esprimere. Una felice combinazione con un’attrattività che va ormai anche oltre i confini nazionali, grazie anche alla scelta delle location. Come annunciato VitignoItalia 2023 avrà come sede il Maschio Angioino, uno dei simboli di Napoli nel mondo. Siamo certi che espositori e ospiti non potranno che apprezzare la straordinaria bellezza di uno dei monumenti più conosciuti a livello internazionale”.

A proposito di appeal internazionale, VitignoItalia ribadisce ancora una volta la sua attenzione verso i mercati stranieri. Anche per questa edizione è stata confermata la partnership con l’ICE che porterà a Napoli 20 buyer provenienti da 15 Paesi ai quali verrà offerta l’opportunità di incontrare i produttori presenti nelle due giornate, per poi godere dell’opportunità di visitare, nella giornata di martedì 16, alcuni grandi terroir campani la cui produzione da sempre rappresenta uno dei fiori all’occhiello della manifestazione.

“Una importante opportunità di promuovere la Campania del Vino – spiega l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo – e valorizzare le nostre produzioni, espressione di un territorio ricco di biodiversità e di una filiera vitivinicola estremamente vivace. La Campania sarà presente con 500 etichette e 100 cantine, tra aziende che partecipano autonomamente e quelle inserite nell’Enoteca Regionale. Ora è arrivato il momento di definire una strategia per razionalizzare le nostre denominazioni, agire in sinergia e rafforzare il brand Campania, a partire dallo studio che abbiamo affidato a Nomisma sul posizionamento e la notorietà dei nostri vini. L’obiettivo, dunque, è essere più competitivi sul mercato e incidere maggiormente sul futuro dell’export, nella direzione tracciata dal Presidente De Luca. Il vino campano rappresenta un testimonial di eccezione e una cultura millenaria, capace però di rispondere ai gusti dei consumatori moderni e di evocare un paesaggio che tutti i visitatori, una volta rientrati a casa, porteranno nel cuore per sempre”.

Tra le altre novità c’è quella del passaggio dalla formula delle tre giornate a quelle delle due che caratterizzerà VitignoItalia 2023. Mentre si confermano collaborazioni importanti, come quella con Unicredit, da anni main sponsor della manifestazione.

“Rinnoviamo anche in questa edizione 2023 la partnership con VitignoItalia – afferma Ferdinando Natali, responsabile per il Sud di Unicredit Italia – la manifestazione dedicata al vino più importante del Centro-Sud. Come Unicredit siamo al fianco delle imprese del settore per offrire soluzioni in grado di rispondere alle esigenze dei nostri clienti. La nostra vicinanza a VitignoItalia è un ulteriore segno per manifestare il nostro supporto al comparto vitivinicolo del Mezzogiorno”.

INFO VITIGNOITALIA, XVII Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani

Maschio Angioino, via Vittorio Emanuele III, Napoli / Domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023 – Dalle ore 14.00 alle ore 21.00 / Prezzi: domenica € 30, lunedì € 25 / www.vitignoitalia.it – Tel. 0814104533 – segreteria@vitignoitalia.eu

PROGRAMMA DELL’ EVENTO

SALE MASTERCLASS – VITIGNOITALIA 2023

Domenica, 14 maggio 2023 – Scuola Europea Sommelier

per info e prenotazioni: napoli@eurosommelier.it / Stefano Continisio cell. 3347807377 – tel. 0814207066

SALA 1 – ore 15.00 / Bersano

Le menzioni geografiche aggiuntive del Barolo: Facciamo Chiarezza, Paolo Lovisolo (Direttore Vendite Bersano) e Francesco Continisio (Presidente Nazionale Scuola Europea Sommelier) in un serrato confronto sul futuro della denominazione.

  • Barolo Nirvasco 2018
  • Barolo Badarina 2015
  • Barolo Badarina Riserva 2015
  • Barolo Cannubi Riserva 2016

SALA 1 – ore 17.00 / Serafini e Vidotto

L’Evoluzione del Phigaia Bianco

  • Phigaia Bianco 2016 – 2017 – 2018 – 2019 – 2020 – 2021
  • Matteo Serafini (enologo dell’azienda)
  • Francesco Continisio (Presidente Nazionale Scuola Europea Sommelier)

SALA 1 – ore 19.00 / Regione Sicilia – Istituto Regionale del Vino e dell’Olio

I vitigni bianchi autoctoni della Sicilia

Un percorso dedicato alle espressioni territoriali più significative dei vitigni bianchi siciliani, in collaborazione con l’Istituto Regionale della Vite e dell’olio Sicilia. Con Lucio Monte (Responsabile area tecnica IRVO) e Francesco Continisio (Presidente Nazionale Scuola Europea Sommelier).

Domenica, 14 maggio 2023

AIS CAMPANIA

per info e prenotazioni: info@aiscampania.it / Tel. 0823345188

SALA 2 – ore 15.00 / Regione Campania – FEAMP

I vitigni autoctoni della Campania in abbinamento alle specialità ittiche del Mediterraneo

  • Luciano D’Aponte (Assessorato all’Agricoltura Regione Campania)
  • Serena Monaco (Assessorato all’Agricoltura Regione Campania – FEAMP)
  • SALA 2 – ore 17.00 / Lo Chardonnay secondo la Famiglia Lunelli
  • Villa Margon 2020
  • Ferrari Maximum Blanc de Blancs N/V
  • Ferrari Perlé 2017
  • Ferrari Maximum Rosé N/V
  • Riserva Lunelli 2009
  • Ferrari Perlé Nero 2013
  • Giulio Ferrari 2010
  • Ferrari Perlé 2006
  • Giulio Ferrari 2007
  • Marcello Lunelli (Vicepresidente Cantine Ferrari)

Luciano Pignataro (giornalista Il Mattino e Luciano Pignataro Wine&Food Blog)

  • SALA 2 – ore 19.00 / Fucci
  • Verticale Aglianico del Vulture
  • 2020 – 2015 – 2013 – 2006 – 2005
  • Elena e Andrea Fucci
  • Luciano Pignataro (giornalista Il Mattino e Luciano Pignataro Wine&Food Blog)
  • Lunedì, 15 maggio 2023

FISAR

per info e prenotazioni: coordinatore-italiasudeisole@fisar.co / Ugo Baldassarre – cell. 3397760229

SALA 1 – ore 15.00 / Consorzio DOC Friuli

DOC Friuli a Napoli: dove i bianchi diventano di “Mille Colori”

  • MODEANO, Ribolla gialla spumante brut – Avrîl – DOC Friuli
  • ALBINO ARMANI, Ribolla gialla spumante brut metodo classico, 2016 – DOC Friuli
  • FANTINEL, Friulano – Borgo Tesis, 2022 – DOC Friuli
  • DI LENARDO, Friulano – Toh! 2022 – DOC Friuli
  • LA SCLUSA, Malvasia – 2022 – DOC Friuli
  • PUIATTI, Sauvignon – 2022 – DOC Friuli
  • CA’ BOLANI, Sauvignon – 2022 – DOC Friuli
  • Francesco D’Agostino (Direttore Cucina & Vini)
  • a cura delle Delegazioni Fisar Campania

SALA 1 – ore 17.00 / Regione Sicilia – Istituto Regionale del Vino e dell’Olio

I GRANDI ROSSI DI SICILIA

  • Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Frappato e Perricone
  • Dott. Lucio Monte (Responsabile area tecnica IRVO)
  • a cura delle Delegazioni Fisar Campania

SALA 1 – ore 19.00 / Anfore Campane

  • Confronto e dibattito sui vini in anfora delle diverse province Campane
  • In collaborazione con le aziende:
  • Alessandra – Acciaroli
  • Tenuta Sant’Agostino – Solopaca
  • Cantina di Lisandro – Castel Campagnano
  • Cantine Olivella – Sant’Anastasia
  • Saranno presenti i proprietari delle aziende
  • a cura delle Delegazioni Fisar Campania

Lunedì, 15 maggio 2023

AIS CAMPANIA

per info e prenotazioni: info@aiscampania.it / Tel. 0823345188

SALA 2 – ore 15.00 / Moët & Chandon

MOËT & CHANDON GRAND VINTAGE 2015, IL RACCONTO DI UNA GIORNATA LUMINOSA

  • Il 2015 di Moët & Chandon
  • Grand Vintage 2015 Blanc
  • Grand Vintage 2015 Rosé
  • Luciano Pignataro (giornalista Il Mattino e Luciano Pignataro Wine&Food Blog)
  • Tommaso Luongo (Presidente AIS Campania)

SALA 2 – ore 17.00 / Carpineto

  • I tempi e i modi del Sangiovese
  • Brunello di Montalcino D.O.C.G. 2018 e 2012
  • Vino Nobile di Montepulciano Riserva D.O.C.G. 2018 e 1989
  • Chianti Classico Riserva D.O.C.G. 2018 e 1995
  • Luciano Pignataro (giornalista Il Mattino e Luciano Pignataro Wine&Food Blog)
  • Tommaso Luongo (Presidente AIS Campania)
  • Mauro Chiominto (Direttore Marketing Carpineto)

SALA 2 – ore 19.00 / Regione Campania – FEAMP

  • I vitigni autoctoni della Campania in abbinamento alle specialità ittiche del Mediterraneo;
  • Luciano D’Aponte (Assessorato all’Agricoltura Regione Campania);
  • Serena Monaco (Assessorato all’Agricoltura Regione Campania – FEAMP).
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Dal 12 al 14 maggio, Umbriafiere ospita CIBO SELVAGGIO, per scoprire una nuova filiera che porta in tavola proteine nobili, sane, gustose e prive di grassi. Tra Talks e CookingShow, confronti, approfondimenti, tematiche senza pregiudizi per rileggere una cucina ancestrale attraverso l’ingegno applicato di Chef tra tecniche, marinature e cotture ben oltre quelle tradizionalmente riferite.

CIBO SELVAGGIO è l’evento dedicato esclusivamente alla cacciagione e alle sue filiere, che darà prova di sè il 12, 13 e 14 maggio negli spazi di Umbriafiere di Bastia Umbra (PG) in concomitanza di “Caccia Village” nella nuova area tematica “Park Village”.

Una scelta logistica coerente con la mission di Cibo Selvaggio, che vuole portare consapevolezza sul mondo delle filiere della carne selvatica, parlandone con un linguaggio semplice ad un pubblico non solo “venatorio”, ma portando in fiera appassionati di cucina, curiosi di scoprire e apprendere in maniera diretta tutto ciò che c’è da sapere sulla carne selvatica senza preconcetti.

Un linguaggio moderno per rendere contemporanea la cacciagione, troppo spesso relegata a cucina arcaica del passato, bisognosa di lunghe cotture, di marinature e che invece oggi, grazie ad una nuova generazione di chef che la propone in maniera moderna, può entrare facilmente nella dieta alimentare di tutti, apportando benefici nutrizionali di altissima importanza.

“La scelta di dare più spazio a Cibo Selvaggio è stata dettata dal grande interesse che si è manifestato lo scorso anno intorno all’argomento, dopo che abbiamo dato vita al “Manifesto del Cibo Selvaggio” e abbiamo affrontato il tema delle filiere di carne selvatica sotto forma di evento nell’evento – afferma Andrea Castellani ideatore e organizzatore di Caccia Village. –  “L’ obbiettivo è quello di divulgare la cultura alimentare legata alla caccia e alle filiere della selvaggina anche ad un pubblico non venatorio, facendogli conoscere da vicino i prodotti, informandoli sulle straordinarie proprietà e facendone apprezzare loro il gusto e la facilità di utilizzo attraverso gli chef più esperti della materia, prosegue Chiara Comparozzi Curatrice di Cibo Selvaggio.

GLI CHEF

Igles Corelli, chef pluristellato e volto noto di Gambero Rosso Channel, sarà lo chef ambassador dell’intera manifestazione. Corelli è stato tra i primi chef a sdoganare la selvaggina nelle cucine dell’alta ristorazione, portando tutta la sua esperienza in questa nuova edizione di Cibo Selvaggio sempre più attenta e volta a promuovere la sostenibilità e il valore di queste filiere.

Accanto a lui, Sabato 13 Maggio giornata dedicata alla cucina di caccia d’autore, un parterre di notevole caratura si alternerà nella cucina dell’area show cooking: Lucio Pompili, lo chef cacciatore per antonomasia, Matteo e Riccardo Vergine di Grow Restaurant (progetto di cucina di grande attenzione sul mondo della cacciagione) gli umbri Paolo Trippini del Ristorante Trippini e Giulio Gigli chef patron di UNE che daranno un’interpretazione selvaggia dell’ Umbria e infine Giorgione che presenterà uno show cooking in collaborazione con Fondazione UNA.

 Un focus sulle erbe spontanee con una ricetta green sarà condotto dalla chef  Nicoletta Franceschini di Silene ed Enrico Pistoletti di Aldivino. Partner dell’evento l’azienda Sant’Uberto Le Carni del Bosco che fornirà agli chef il prodotto per la realizzazione degli show cooking.


“Caccia Village ha il merito di essere diventato un evento di riferimento per il settore a livello nazionale – ha
affermato l’Assessore Morroni – un appuntamento di alta qualità curato e organizzato con competenza,
che ha il merito di aver creato una solida sinergia tra le associazioni del mondo venatorio nell’unità di
intento di riconoscere a questa nobile e antica attività che è la caccia il giusto ruolo e valore – continua
Morroni – Come Regione, siamo a fianco di eventi come Caccia Village perché importanti volani di sviluppo
e di visibilità per l’Umbria”

“Caccia Village è una manifestazione che il Comune di Bastia sostiene da sempre – afferma il sindaco
Paola Lungarotti – perché dà e porta tantissimo al territorio, in termini di occupazione alberghiera, di
prestigio, di indotto economico”

GLI EVENTI COLLATERALI

Un evento nell’evento sarà il Salone Nazionale delle Filiere del Bosco, al quale parteciperanno un numero
ristretto di aziende faunistiche venatorie, aziende agrituristiche, produttori e distributori delle filiere
certificate di cacciagione e selvaggina, direttamente selezionate dai curatori di Cibo Selvaggio, il cui intento
sarà quello di far conoscere il prodotto e mettere in contatto domanda e offerta nell’ambito dell’alta
cucina, della ristorazione e del turismo venatorio e gastronomico, promuovendo la cultura alimentare legata alla caccia e alla selvaggina. Tra loro Macelleria Zivieri, Urca Marche, EPS Confragricoltura Umbra,

A supportare tutta la manifestazione anche per l’edizione 2023, la Franchi Food Accademy, che da anni si impegna a fare formazione sulle tematiche dell’evento e che durante i tre giorni di Cibo Selvaggio organizzerà corsi gratuiti di cucina con la selvaggina e la Fondazione UNA (Uomo Ambiente Natura) impegnata a sostenere il valore della carne selvatica e la salvaguardia dell’ambiente e protagonista dello show cooking con Giorgione.

Cibo Selvaggio è l’unico evento italiano dedicato al cibo di caccia d’autore
e alle sue filiere, sempre più seguito e apprezzato dal pubblico. “Il nostro obbiettivo – afferma Chiara
Comparozzi, che con Castellani ne è la curatrice – è quello di sdoganare il cibo di caccia da pregiudizi e ipocrisia, parlandone non solo ai cacciatori, ma anche e soprattutto ad un pubblico non venatorio,
coinvolgendo in questa edizione anche i più giovani, con attività specifiche dedicate alle scuole.

Una tavola rotonda “La BUONA CACCIA-GIONE” completerà l’offerta di Cibo Selvaggio con un dibattito a 360 gradi sulla caccia e sulla cacciagione, analizzandone gli impatti dal punto di vista ambientale, economico, sostenibile, nutrizionale, enogastronomico ed anche sociale, con la presenza del Safari Club International che porterà una case history di solidarietà realizzata  attraverso la cacciagione.
Ad intervenire lo chef Igles Corelli, le istituzioni e le associazioni venatorie, Bruno Beccaria Ideatore e Direttore Generale di Franchi Food Academy, Pietro Pietrafesa di Fondazione UNA, il Prof. Eugenio Demartini Università degli Studi di Milano, Roberto Viganò Vicepresidente SIEF e il Prof. David Ranucci Università degli Studi di Perugia dip. Medicina Veterinaria che porterà un resoconto sul 3° Congresso Nazionale Filiera delle Carni di Selvaggina Selvatica

MOSTRA DI FOOD PHOTOGRAPHY dedicata al cibo selvaggio a cura del fotografo Lido Vannucchi

Progetto formativo teorico e pratico con l’ UNIVERSITÀ DEI SAPORI DI PERUGIA e Franchi Food Academy per avvicinare i giovani chef di domani all’utilizzo delle risorse rinnovabili del bosco in cucina.

IL PROGRAMMA DEGLI SHOW COOKING:

  • Sabato 13 maggio 2023 – UmbriaFiere Bastia Umbria (Pg);
  • Ore 12.30/14.00: Premiazione contest istituti alberghieri Urca Marche con Igles Corelli, + Show cooking “Lo chef cacciatore” con Lucio Pompili;
  • Ore 14.00/15.00: Show cooking “GROW EXPERIENCE” CON MATTEO E RICCARDO VERGINE del RISTORANTE GROW con I prodotti dell’azienda Le Carni del Bosco;
  • Ore 15.00/16.00: Show cooking “UMBRIA NATURAL WILD” cacciagione, tartufo, erbe spontanee A CURA DEGLI CHEF Paolo TRIPPINI RISTORANTE TRIPPINI e Giulio GIGLI RISTORANTE UNE;
  • A seguire Focus erbe selvatiche con la CHEF NICOLETTA FRANCESCHINI RISTORANTE SILENE e lo CHEF ENRICO PISTOLETTI RISTORANTE ALDIVINO;
  • Ore 16.30/18.00: Show cooking GIORGIONE in collaborazione con FONDAZIONE UNA (Uomo Ambiente Natura).


COME PARTECIPAREINFORMAZIONI UTILI PER VISITARE CACCIA VILLAGE 2023
Caccia Village si svolgerà al centro fieristico di Bastia Umbra (PG) da venerdì 12 a domenica 14 maggio
(orari: venerdì 15/19 – sabato e domenica: 9/18). Il parcheggio in zona è gratuito, qui le informazioni per
raggiungere la fiera. https://cacciavillage.it/contatti/
Il costo d’ingresso è di 15 euro. Per i bambini al di sotto di 14 anni l’ingresso è gratuito.

Tutti gli chef e i ristoratori possono registrarsi e accedere gratuitamente alla manifestazione inviando una mail a eventiaccompany@gmail.com

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Dall’8 all’11 maggio il mondo dell’agroalimentare si siede alla grande tavola del TUTTOFOOD 2023. Nei Padiglioni della Fieramilano di Rho soluzioni sempre più innovative e sostenibili da confrontare con duemila espositori e settecento buyer provenienti da 81 Paesi.

Tuttofood, l’evento B2B a cadenza biennale ritorna con numeri da record dopo un’edizione ridotta figlia della pandemia. Quest’anno saranno circa duemila gli espositori e più di settecento i buyer provenienti da 81 Paesi.

Dati che sanciscono la forte ripresa del settore dopo lo stop forzoso imposto dalla Covid-19 e che posizionano la fiera come punto di riferimento per il comparto alimentare nazionale e internazionale.

Quattordici isole tematiche faranno da grandi contenitori per olio EVO, pesce, farine, pasta, ortofrutta, passando per salutismo e digital. E, in ogni settore, le tradizioni alimentari incontreranno l’innovazione con soluzioni che guardano sempre di più verso la riduzione dell’impatto ambientale. Qui si daranno appuntamento produttori, distributori, negozianti, buyer e chef, interessati ai diversi passaggi della filiera agroalimentare di qualità.

Tendenze del mercato sempre più green

Linee proteiche per sportivi plant based. Filiere tracciate dall’orto al piatto. Ingredienti provenienti da pesca gestita in maniera sostenibile. Packaging innovativi totalmente riciclati e alternativi alla plastica. E prodotti meno sofisticati e privi di conservanti. Chi cerca storie, sapori e materie prime più sostenibili, quest’anno a Tuttofood troverà una corsia preferenziale, il Green trail: una sorta di percorso trasversale ad ogni settore con una segnaletica dedicata. La fiera professionale diventa così vetrina di ultime novità, soprattutto nella Startup area, o nel settore Tuttohealth, dove c’è sempre più richiesta di prodotti vegani, da agricoltura biologica, funzionali, freefrom e nutraceutica. Novità che si affiancano alle eccellenze della tradizione enogastronomica italiana Igp, dop e doc, custodi di biodiversità del territorio a cui appartengono, fatto di saperi antichi e metodi tradizionali.

Attenzioni all’impatto generato

Piattaforma di business sì, ma attenta all’impatto generato anche. In linea con il Piano di sostenibilità del gruppo, ispirato agli obiettivi dell’iniziativa globale Net carbon zero events di Ufi, Global association of exhibition industry (che mira a ridurre le emissioni entro il 2030 e azzerarle entro il 2050), le manifestazioni fieristiche come Tuttofood hanno avviato un percorso di misurazione di emissioni di CO2. Lo scopo? Ridurre il più possibile l’impatto generato da tutte le fasi dell’evento fieristico, avvalendosi della Lca, Life-cycle assessment, una metodologia analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio.

Lotta allo spreco alimentare

Ma il cibo ha anche un lato “sporco” che riguarda lo spreco. Non si può, infatti, parlare di alimentazione senza riportare i dati allarmanti raccolti da Tuttofood nell’incontro con il vicedirettore generale della Fao Maurizio Martina. Si stima che gli sprechi alimentari potrebbero sfamare oltre 1,26 miliardi di persone all’anno, abbastanza per nutrire chi ancora nel mondo soffre di fame. E oltre a ciò, il food waste è uno spreco di risorse impiegate per la sua produzione. Proprio per sensibilizzare a un consumo responsabile, la fiera ospiterà l’iniziativa Tuttogood, in collaborazione con Banco alimentare, Pane quotidiano, e altre ong, per recuperare gli alimenti ancora utilizzabili alla fine delle giornate della manifestazione.

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Icona di architettura neogotica applicata a un edificio industriale, Molino Stucky, sulle placide rive della Giudecca a Venezia, è stato sapientemente ristrutturato da Gruppo Marseglia e affidato alla sapiente gestione di Gruppo Hilton. Gli interni ridisegnati nella raffinatezza di un Hotel a 5 stelle trattengono e valorizzano una singolare storia veneziana e danno, contestualmente, nuovo respiro alla sua vocazione internazionale attraverso l’dea gastronomica dello chef Ivan Fargnoli, che arriva da lontano spinto dai venti del mondo. 

Storia di un Molino che voleva diventare Hilton

Imponente, austero, affascinante, con i suoi mattoni di cotto a vista, i pinnacoli e le torricelle di cattedrali, la sua torre svettante, l’orologio e il richiamo delle atmosfere londinesi: è l’Hilton Molino Stucky, sulle placide rive dell’Isola della Giudecca a Venezia, tra lampioni come candelabri, alberi e briccole, diviene un’icona di architettura neogotica applicata a un edificio industriale.

Una struttura che si impone alla vista, che si stacca con decisione dal contesto pur essendone parte integrante. Anzi, la sua immagine immobile e pertinace, è testimone di una storia che accoglie il cambiamento e guarda un nuovo futuro dall’alto del suo eclettismo architettonico.

L’area sulla quale sorse era quella della chiesa e convento di S. Biagio e Cataldo, soppresso da Napoleone nel 1809, situati tra il rio di S. Biagio, il canale della Giudecca e il rio dei Lavranieri. Costruito tra il 1884 e il 1895 per iniziativa di Giovanni Stucky, lungimirante imprenditore ed erede di una nobile famiglia svizzera, il Molino Stucky diventa presto un vero e proprio simbolo della città di Venezia e della sua espansione industriale. L’iniziativa di Giovanni Stucky fu proficua oltre le aspettative per la città di Venezia che, per sopperire al fabbisogno della popolazione, fu sempre strettamente collegata all’attività molitoria dell’entroterra. Il Molino Stucky eliminava cosi una serie di passaggi di trasporto necessari per i molini dell’entroterra.

Millecinquecento erano infatti gli operai che si recavano sull’isola a lavorare gli abbondanti 2500 quintali di farina in quella che diventò presto un esempio di Fabbrica moderna e energeticamente autosufficiente e che permisero lo sviluppo con spogliatoi, docce, sala ristoro e una serie di comodità inusuali per l’epoca. Una vera e propria fabbrica moderna che non si fermava nemmeno di notte, grazie anche a quell’energia elettrica che proprio in questo edificio fu utilizzata per la prima volta a scopo privato.

Tanta modernità non resistette però all’avanzare dei tempi, alla concorrenza, ai nuovi trasporti su rotaia, così le attività del mulino cessarono definitivamente nel 1954. Ci sono voluti cinquant’anni per riaprire le porte del Molino Stucky e lo ha fatto Gruppo Hilton con una sapiente ristrutturazione che nel 2007 ha dato vita ad un Hotel a 5 stelle che recupera la sua vocazione internazionale e punta sulla tavola in modo nuovo con un Chef – Ivan Fargnoli – che arriva da lontano portando con sé nuove parole che si aggiungono a un nuovo discorso nel vento di un futuro veneziano contemporaneo. 

Ivan Fargnoli, Aromi e Bacaromi

«Il mio obiettivo – racconta chef Fargnoli – è dare a ciascun ristorante una propria identità, diversificando così l’offerta food dell’albergo. Il filo conduttore comune sarà la mia concezione del gusto, fatta di ricordi dei sapori dell’infanzia e di scoperta di ingredienti nuovi, sviluppato con la mia brigata, il cui apporto è un elemento essenziale per offrire ai nostri clienti un’esperienza culinaria unica».

Quattro in tutto tra Rialto Bar & Restaurant e lo Skyline Rooftop Bar, le esperienze gastronomiche più autoriali fanno capo ai due Ristoranti Aromi e Bacaromi, ciascuno con il proprio carattere e caratteristiche, ma entrambi dedicati al racconto di una cucina che in queste acque ha da sempre mescolato culture e sapori di terre lontane.

Aromi, nel suo stile yacht club e con la sua vocazione fine dining è il luogo dove lo chef apre una finestra sulla propria visione di cucina, la quale ricerca e sperimenta nuove alleanze tra venti di mediterraneità, materie prime senza bandiera, profumi dell’Asia, del Medio Oriente, dell’India. Tra pareti di mattoni – che incorniciano un macro-mosaico delle numerose vittorie conquistate nelle sfide veliche vinte nel Bacino di San Marcodai team “Hilton Molino Stucky” – la volontà è quella di affrancare negli ospiti un ricordo teso come una vela stirata da vento estetico e sapore, con composizione del piatto su raffinate mise en place. 

La concettualizzazione della sua idea gastronomica si esprime in piatti come Foie gras spadellato, pistacchio, purè di carote e marmellata di fichi; l’incisivo Consommé d’anatra ai sapori orientali; il Moro oceanico australiano, finocchi, piselli e riduzione di crostacei. 

Il Bacaromi si propone come perfetta location per gustare i sapori della cucina tipica veneziana e lagunare in un’atmosfera calda e accogliente. Qui i piatti spaziano dalla selezione di famosi “cicchetti veneziani” al Risotto con le Secole, dall’ampia varietà di salumi e formaggi alla Frittura Reale della Laguna fino all’immancabile Fegato alla Veneziana con polenta morbida, tutto accompagnato da ottimi vini, birra artigianale e una sfiziosa selezione di dolci e da un menu che racconta curiosità e tradizioni culinarie di questa unica porzione di mondo.

Ma conosciamo meglio lo Chef Ivan Fargnoli, nuovo Executive Chef dell’Hilton Molino Stucky, milanese, di cultura gastronomica classica italiana perfezionata in Oriente, che è approdato a Venezia dopo un lungo periodo di attività in Cina dove ha curato la ristorazione del Grand Hyatt a Shenyang, del Ritz-Carlton e del Conrad a Beijing tra offerta ristorativa, banqueting e del room service.


Dopo tanto viaggiare, dopo tanto Oriente, cosa significa per te approdare “Venezia” ?

Per me Venezia è una delle città più importanti d’Italia; sto cercando di conoscerne meglio il territorio, i suoi profumi e sapori. È un nuovo incredibile stimolo per l’ispirazione dei miei piatti e per mandare avanti il mio progetto. Inoltre, ho avuto modo di conoscere Executive Chefs di altre strutture e mi sto confrontando con loro.

Molino Stucky, nel sicuro abbraccio di Gruppo Hilton, è un luogo privilegiato e importante dove poter esprimere la propria idea gastronomica. Qual è la tua?

La mia concezione gastronomica si è evoluta con il tempo. In questo momento non definirei la mia filosofia “fusion”, bensì tradizionale ma con una commistione di nuovi ingredienti e tecniche diverse, esportate dall’oriente e utilizzate direttamente nella mia idea culinaria.

Oriente e Occidente. Territorio e clientela internazionale. Nella costruzione dei tuoi piatti, quale grammatica ultilizzi e utilizzerai?

Mi piace giocare con i prodotti e con i sapori classici italiani, rispettandoli ma aggiungendo ingredienti e prodotti provenienti dall’Asia, dal Medioriente e dall’India.

Specialmente per quanto riguarda Aromi c’è un grande lavoro di ricerca e di tentativi per arrivare ad un determinato piatto e raggiungere uno specifico sapore.

Aromi e Bacaromi: 2 ristoranti, 2 mood completamente diversi. Come hai deciso di interpretarli?

Sono due ristoranti molto differenti. Per quanto riguarda Bacaromi, ho girato moltissimi posti e provato tantissimi gusti per cercare di capire cosa sia il Bacaro, quale sia l’essenza di questi luoghi popolari. Vivere i Bacari sul campo mi è servito incredibilmente per seguire il mood della Venezia classica, a cui io poi aggiungo quella rivisitazione di sapori che derivano dalle mie esperienze internazionali.

Per quanto riguarda, invece, Aromi, si tratta di un ristorante che parla un linguaggio di fine dining. Fondamentale è quindi in questo caso la cura del prodotto e della sua qualità, l’attenzione alla tecnica culinaria, del piatto e della presentazione.

Nel Percorso degustazione di Aromi, qual è il tuo piatto-manifesto? E perché?

È una domanda complicata, ce ne sono vari. Moro oceanico australiano, finocchi, piselli e riduzione di crostacei è per me un piatto importantissimo che mi porto dietro da tanti anni. C’è stato un lavoro di ricerca del prodotto molto intensiva, in quanto si tratta di un pesce poco conosciuto e molto caro.

Stessa cosa per quanto la Zuppa di funghi: in questo caso per arrivare a quello specifico sapore ho dovuto fare un difficile lavoro di analisi e approfondimento su varie tipologie di funghi. Forse però, il piatto che veramente descrive la mia cucina è la Consommè d’Anatra, per il quale ho voluto sperimentare e ricercare tantissimi sapori asiatici in un unico piatto.

Cosa vorresti che gli ospiti ricordassero della tua Cucina?

Quel “giocare” con sapori e profumi asiatici, mediorientali e in generale internazionali. Quell’introdurre in una cucina tipicamente mediterranea prodotti di cui, magari, non si ha avuto modo prima di farne esperienza.

Hilton Molino Stukcy and more

L’Hilton Molino Stucky Venice è stato inaugurato il 1° giugno 2007. L’Hotel a 5 stelle nasce dal sapiente restauro di 13 edifici costituenti dell’antico Mulino Stucky, una delle testimonianze di architettura industriale più note della città di Venezia.

Il mantenimento del nome e della struttura nasce dal desiderio di conservare il ricordo storico e rispettare la volontà del fondatore Giovanni Stucky di “instaurare un rapporto con la città”.

La storia dell’ex-granaio si riflette nelle sue travi imponenti e nei soffitti a forma di silos, nelle torrette appuntite e negli esterni restaurati di mattoni rossi, nei cortili e nelle finestre alte e strette. Il mosaico originale del mulino, rappresentante Demetra, la dea della mietitura, impreziosisce il soffitto della Penthouse Tower.

Un elegante orologio, posizionato sopra l’ingresso principale di uno degli edifici, con la sua campana originale cheannunciava la fine della giornata lavorativa, ggi è ancora appeso nella lobby.

Il Molino Stucky, composto da 13 edifici distribuiti su nove piani, è una delle costruzioni più alte della città.
L’hotel ospita 379 camere e il più grande centro congressi alberghiero della città, accoglie anche il più grande centro benessere e la prima e unica piscina sul rooftop di Venezia.

Info:
Hilton Molino Stucky, Venice
Giudecca 810, 30133, Venice, Italy Tel: +39 041 2723 311 Fax: +39 041 2723 490
www.molinostuckyhilton.it / vcehi_service_hotline@hilton.com

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È iniziata la Terza Edizione di Borgo diVino in tour: un viaggio enogastronomico in 15 regioni tra i Borghi più Belli d’Italia. Prossima Tappa Egna in Alto Adige: il “salotto della Bassa Atesina”, terra patria del Gewürztraminer.

Degustazioni dei migliori vini nazionali in 15 tappe per un tour di 15 weekend tra aprile e ottobre 2023; più di 1000 etichette da oltre 500 cantine locali e nazionali; un’area gastronomica con le specialità dei Borghi più belli d’Italia e percorsi formativi diffusi con spunti e curiosità sul mondo del vino.

Saranno queste le caratteristiche della terza edizione di Borgo diVino in Tour, evento in costante e inarrestabile crescita, dedicato alla promozione turistica e alle degustazioni delle migliori etichette enologiche territoriali e nazionali nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.

15 appuntamenti, da aprile a ottobre 2023, per un viaggio all’insegna del gusto e della bellezza tra i “borghi-gioiello” nascosti d’Italia nei quali il pubblico dei wine lovers potrà di conoscere vini e vitigni dei vari territori, le loro storie e caratteristiche dal racconto diretto dei produttori, in contesti di particolare suggestione che regaleranno un’esperienza senza dubbio indimenticabile.

Numerose le cantine provenienti da tutta Italia, per una proposta che si preannuncia assai più ricca degli anni passati e che potrà contare su centinaia di etichette, dai vini tipici dei territori a produzioni di nicchia come vini in anfora, macerati e rifermentati, vera e propria tendenza enologica degli ultimi anni. 

Ad accompagnare le degustazioni, verrà allestita anche un’area gastronomica dove il pubblico potrà deliziarsi con piatti tipici locali e altre specialità dei Borghi più belli d’Italia.

Segnate le TAPPE, preparate le COPPE: le date dell’edizione 2023

Dopo il successo dello scorso anno, con oltre 30.000 visitatori e più di 300 cantine provenienti da tutta Italia, Borgo diVino è pronto a raggiungere ben 15 Borghi in altrettante regioni italiane.

  • Valvasone Arzene (Friuli-Venezia Giulia), prima tappa di Borgo diVino 21- 23 aprile;
  • PROSSIMA TAPPA Egna (Alto Adige, 30 aprile e 1 maggio); 
  • Neive (Piemonte, 12-14 maggio);
  • San Giorgio di Valpolicella (Veneto, 19-21 maggio);
  • Città Sant’Angelo (Abruzzo, 2-4 giugno);
  • Montaione (Toscana, dal 9-11 Giugno); 
  • Altomonte (Calabria, 23-25 Giugno);
  • Cisternino (Puglia, 30 giugno – 2 luglio);
  • Borgo Santa Caterina (Lombardia, 7- 9 luglio); 
  • Grottammare (Marche, 21-23 luglio);
  • Albori-Vietri sul Mare (Campania, 28-30 luglio);
  • Oratino (Molise, 1-3 settembre); 
  • Nemi (Lazio, 8-10 settembre);
  • Brisighella (Emilia Romagna, 6-8 ottobre);
  • Spello (Umbria,  13-15 ottobre).

EGNA e il Territorio della Bassa Atesina

La Bassa Atesina è un territorio dell’Alto Adige compreso tra Bolzano a nord e la chiusa di Salorno a sud. La zona è particolarmente nota per la sua produzione di vino, ad esempio il Gewürztraminer, e la Strada del Vino dell’Alto Adige passa attraverso il suo territorio.

Egna, Capoluogo di questo territorio, si trova nel soleggiato Sud dell’Alto Adige, tra vigneti e meleti, ai piedi dei boschi del Parco Naturale di Monte Corno, a 25 km da Bolzano e 34 da Trento. Il comune comprende le frazioni VillaMazzon, Laghetti e San Floriano. Egna è un borgo ancora autentico, lontano dai ritmi caotici della città, in cui le mura degli antichi palazzi e i portici, sono lo scenario ideale per degustare un bicchiere di Pinot Nero in tranquillità e fare acquisti all’aria aperta nella zona pedonale. Un mix perfetto di tradizioni sudtirolesi e flair mediterraneo.

L’antica città mercato, vi aspetta per scoprire i suoi portici, fare un giro in bici lungo la ciclabile della valle dell’Adige o sulla Strada del Vino. Dal 2014 Egna fa parte de “I borghi più belli d’Italia”. Clicca qui per scaricare la MAPPA del CENTRO STORICO di EGNA.

Gli eventi di Borgo diVino in tour 2023

Ogni evento si svolgerà dal venerdì alla domenica (ad eccezione di Egna, calendarizzato su due giorni) in orari variabili a seconda della stagione.

All’interno di ciascun borgo ospitante verrà tracciato un percorso di degustazione che toccherà i luoghi di maggiore interesse turistico, con stand dedicati alle cantine e un originale percorso formativo sul mondo del vino, raccontato in circa 20 pannelli espositivi.

Uno spazio importante sarà riservato anche all’esperienza gastronomica, con proposte street food e piatti della tradizione locale. Un’area, in particolare, sarà dedicata alle produzioni tipiche del territorio con alcune delle specialità gastronomiche dei Borghi più belli d’Italia. L’iniziativa rientra nell’ambito del “MIB – Mercato Italiano dei Borghi”, progetto in cooperazione istituzionale tra l’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e “BMTI – Borsa Merci Telematica Italiana”, finalizzato alla valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità dei territori annessi all’Associazione.

Inoltre, ogni evento potrà proporre contenuti ad hoc per la promozione dell’offerta turistica del luogo ospitante. Obiettivo di Borgo diVino in tour, infatti, è sin dall’inizio quello di contribuire ad incentivare l’indotto economico dei territori ospitanti, “generando nuove opportunità per le destinazioni e diventando amplificatore di realtà belle da scoprire e buone da gustare”, come sottolinea Luca Cotichini di Valica.

Attraverso la degustazione di vini e di prodotti tipici particolari – dichiara Fiorello PrimiPresidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” – Borgo diVino si propone di valorizzare i territori e il lavoro dei sapienti agricoltori e degli artigiani che sono una delle colonne portanti dell’economia nazionale. La Bellezza dei Borghi e la Bontà dei prodotti sono una grande opportunità che si offre ai viaggiatori interessati a scoprire tipicità e cultura in luoghi dove il fascino dell’antico si sposa perfettamente con la contemporaneità. Un’occasione unica nel suo genere, che vale la pena sfruttare per passare un fine settimana all’insegna del buon vivere, del buon bere e del buon mangiare”.

“L’obiettivo del tour – conclude Luca Cotichini, Marketing Manager di Valica e ideatore di Borgo diVino – vuole essere proprio la promozione turistica ed enogastronomica e il suo consolidamento.  Puntiamo a crescere e a far crescere gli splenditi territori, che sono poi i veri protagonisti di Borgo diVino in tour, trasformandoli in una sorta di polo fieristico diffuso. Nel 2022 abbiamo raddoppiato le tappe e quest’anno tocchiamo altre 5 regioni; per il 2024 ci proponiamo di coprire tutto il territorio nazionale da Nord a Sud”.

Ticket degustazione

Borgo diVino è un appuntamento aperto a tutti. 

Per la degustazione dei vini, è necessario acquistare alle casse un voucher del costo di €18 che dà diritto a 8 degustazioni a scelta. Assieme al voucher verrà consegnato un kit composto da sacchetta e calice degustazione. È possibile acquistare i kit degustazione online sul sito www.borgodivino.it (alla pagina-evento di ciascuna tappa) o direttamente in loco.

È possibile acquistare online oppure sul posto anche i Ticket Food e il biglietto d’ingresso per le Masterclass (ove previste).

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I promotori

L’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” è nata nel 2001 in seno alla Consulta del Turismo dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi del turismo di massa. Ne fanno parte ad oggi 348 Comuni, espressione dell’Italia più autentica in quanto custodi di atmosfere, profumi e sapori capaci di elevare “la tipicità” a un modello di vita da “gustare” con tutti i sensi.

L’iniziativa Borgo diVino in tour è organizzata da Valica, la prima tourist marketing company italiana, in collaborazione con il Consorzio Ecce Italia. Sponsor ufficiali del ciclo di eventi sono Enel Poste Italiane. Il Regionale di Trenitalia è Official Green Carrier del tour.

Per informazioni e acquisto voucher, è possibile consultare il sito ufficiale https://www.borgodivino.it/ 

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