Sara De Bellis

Anno: 2023

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La Giornata della Ristorazione è stata pensata prima di tutto occasione per rifondare il senso di comunità dell’Italia attraverso la tavola, la convivialità e la vera condivisione. Saranno 5000 i ristoranti coinvolti in Italia, 500 quelli italiani all’estero, 85 gli eventi sul territorio e 85 le Associazioni coinvolte, tutti tenuti insieme da buonissimi propositi e altissimi valori etici.

Ideata e voluta da FIPE per rafforzare i valori e il ruolo della ristorazione italiana si chiama “La Giornata della Ristorazione” e la sua prima edizione si svolgerà il 28 aprile 2023, mentre le future ogni ultimo venerdì di aprile.

L’evento, nato con obiettivi ambiziosi e buonissimi propositi vuole riunire, sotto il comune denominatore del valore dell’ospitalità, chef, ristoranti e ristoratori, trattorie, osterie, pizzerie e taverne. Realtà e luoghi che sono vere e proprie “agenzie culturali” del proprio territorio con la potenzialità e possibilità di rieducare l’uomo a vivere assieme attraverso la Tavola e i suoi valori.

Il pane e i valori de “La Giornata della Ristorazione”

La giornata della Ristorazione rappresenta prima di tutto una fondamentale occasione sociale per rifondare il senso di comunità del Paese attraverso il tema della convivialità unendo i ristoratori italiani (anche quelli all’estero) per costruire una grande rete di valori e di solidarietà. Saranno infatti cinquemila i ristoranti coinvolti in Italia e 500 quelli all’estero, 85 gli eventi sul territorio e 85 le Associazioni tra le quali Ambasciatori del Gusto, Associazione professionale cuochi italiani, Charming Italian Chef, Federazione Italiana Cuochi, Identità Golose, Jre (Jeunes Restaurateurs), Le Soste, Slow Food, Unione Ristoranti Buon Ricordo.

Un segnale forte in tempi difficili, per esprimere come il mondo della ristorazione possa fare la differenza essendo concreto portavoce del valore della vera condivisione. Un’iniziativa popolare, inclusiva, solidale e ed etica che ha come obiettivo primario quello di invitare tutti gli italiani a ritrovare un sentimento di comunità.

Protagonista di questa prima edizione sarà quindi il pane, Re della mensa, carico di simbologie e contenuti, che farà da filo conduttore per ogni realtà ristorantiva aderente, la quale dovrà proporre una ricetta a base di pane e la propria interpretazione dell’arte dell’ospitalità.

Oltre al Pane, i valori da difendere su cui si fonda l’iniziativa sono: La cultura dell’ospitalità, attraverso i luoghi del ristoro; recupero e valorizzazione delle culture agrarie e popolari rilette nella modernità; qualità ed etica a sostegno delle economie dei territori; l’ambiente, che si difende anche a tavola, attraverso la qualità del cibo prodotto nel rispetto degli animali e della terra, degli uomini e delle donne che la lavorano.

Ambasciatori del Gusto, Associazione professionale cuochi italiani, Charming Italian Chef, Federazione Italiana Cuochi, Identità Golose, Jre (Jeunes Restaurateurs), Le Soste, Slow Food, Unione Ristoranti Buon Ricordo, sono solo alcune delle 85 associazioni per promuovere la cultura dell’Ospitalità italiana.

Fipe inoltre devolverà un contributo economico alla Caritas proprio per sottolineare l’importanza che la giornata vuole riservare alla promozione dei valori di inclusione, condivisione e relazione che risiedono alla base della cultura dell’ospitalità anche attraverso Intesa Sanpaolo che contribuirà a sostenere l’attività di charity in favore di Caritas Italiana econtro la povertà alimentare con una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding “ForFunding”.

Per scoprire i ristoranti aderenti in tutta Italia e nel Mondo, approfondire i contenuti dell’iniziativa e partecipare clicca qui!

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Si chiama Natale di Roma ma non ha niente a che vedere con la natività cristiana. Si tratta invece di un’antichissima festività laica che celebra la fondazione della leggendaria Capitale d’Italia, identificata nel 21 aprile. È il compleanno della Città Eterna, che nel 2023 spegne 2776 candeline.

I festeggiamenti sono grandiosi, con un fitto programma di appuntamenti tra cortei, rievocazioni storiche ed eventi speciali. Come celebrare il Natale di Roma? Ecco 10 cose per vivere la festa come dei veri romani. Ma prima qualche cenno storico.

La fondazione di Roma tra storia e leggenda

Il 21 aprile è una data fortemente significativa per i romani, perché è proprio in questo giorno, nell’anno 753 a.C., che si fa risalire la fondazione della Città Eterna. Si tratta quindi del compleanno di Roma. 

Secondo la leggenda narrata dal letterato Varrone, Romolo divenne il primo dei Sette re di Roma, fondando la città sul Colle Palatino, servendosi dei complessi calcoli astrologici del fisico Lucio Taruzio Firmano.

Esistono diversi racconti sulle origini di Romolo, ma la più gettonata è quella che fosse figlio di Rea Silvia e del dio Marte: questi ebbero due gemelli, Romolo e Remo, che vennero abbandonati per via della loro illegittimità, in una cesta sulle rive del Tevere, poi trovati da una lupa che li allevò come fossero suoi. 

La storia si sovrappone alla leggenda: il 21 aprile coincideva con le feste Palilie, giorno nel quale i pastori celebravano l’inizio dell’anno con riti di purificazione delle greggi. Gli scavi archeologici, del resto, fanno risalire i primi insediamenti alla stessa fase in cui si colloca la vicenda: in quei tempi remoti, sul Palatino sorgevano già capanne e il perimetro di un muro. Narrazione e realtà si stringono la mano, anche se i romani mostrano un tenace attaccamento al mito, affascinante e immortale, più che alle evidenze storiche.

Gli eventi del Natale di Roma 2023

Roma celebra il suo compleanno il 21 aprile 2023. Anche in questa occasione di festa, la città è viva e i musei sono aperti. I festeggiamenti iniziano oggi 20 aprile per concludersi domenica del 23 aprile. Il programma delle manifestazioni è davvero intenso e interessante.

Partiamo dal Circo Massimo, che si trova nei pressi del fiume Tevere, all’altezza dell’isola Tiberina. Il viale che costeggia il circo romano prende il nome proprio da questa imponente struttura: via Circo Massimo. Si trova esattamente tra il Colle Aventino e il Palatino, a poche centinaia di metri dalla Bocca della Verità e a poca distanza da altri grandi monumenti come il Colosseo con l’Arco di Tito, di Costantino e i Fori Imperiali e Romano. Nella zona si trova anche la Domus Aurea e la Colonna Traiana, oltre che lo splendido Altare della Patria. Da non perdere nemmeno il Pantheon e l’Ara Pacis.



10 cose da fare per sentirsi romani a Roma:

  • Trascorrere un’intera giornata al Circo Massimo, dove le rappresentazioni si susseguono serrate e dove verrà allestito un villaggio che riproduce accampamenti romani e berberi;
  • Visitare l’area didattica del Circo Massimo, con mostre e conferenze a tema: cucina, religione e molto altro all’epoca dell’antica Roma;
  • Osservare da vicino un vero combattimento tra gladiatori al Circo Massimo, dalle 15.00 alle 23.00 di ogni giorno, dal 20 al 23 aprile;
  • Assistere all’imponente parata di domenica 23 aprile, che dal Circo Massimo va a Piazza Venezia, attraversando il Colosseo e i Fori Romani. La cerimonia di apertura è prevista per le 10.00 del mattino, la partenza del corteo storico alle ore 11.00, con 2.500 figuranti in costume, tra centurioni e vestali. Se cercate il punto migliore da cui assistere, vi consigliamo le zone più nascoste intorno al Colosseo, mentre i Fori Imperiali sono in genere affollatissimi;
  • Sempre al Circo Massimo, a via dei Cerchi 87, visitare GARUM, Biblioteca e Museo della Cucina, che rappresenta ad oggi, la più importante, eclettica e rara collezione privata di arti e letterature culinarie esistenti in Italia che si offre, gratuitamente, al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16. In questo vero e proprio unicum del patrimonio culturale gastronomico del mondo, si può attingere a piene mani a immensi bacini di conoscenza e testimonianze del tempo raccolte da Mecenate Rossano Boscolo, percè “la Cultura si deve donare”. Meglio prenotare.
  • Partecipare alla suggestiva celebrazione de Il rinnovo del Fuoco Sacro che vede l’accensione della fiamma sacra e la benedizione dell’imperatore Adriano. L’appuntamento è fissato per giovedì 20 in Piazza Campo Marzio alle 19.30;
  • Ammirare il fascio di luce che pervade il Pantheon. Infatti, alle 12.00 in punto di ogni 21 aprile si rinnova un’autentica magia imperdibile. Dall’oculo della Cupola, solo quel giorno, un fascio di luce penetra all’interno seguendo una perfetta geometria e illuminando la porta di bronzo d’ingresso: l’effetto è spettacolare. Il “miracolo” fu voluto e appositamente progettato da Agrippa, per volontà di Augusto. L’imperatore, facendo il suo ingresso nel giorno del compleanno della sua città, aspirava ad essere inondato dal fascio e così di brillare di luce propria. L’accesso al Pantheon è sempre gratuito;
  • Passeggiare lungo il Tevere. Il fiume è fortemente legato alla storia di Roma e alla sua fondazione. Ogni 21 aprile, i romani passeggiano lungo le sue sponde: imitateli, camminando nei punti più suggestivi e spingendovi fino all’Isola Tiberina. Fatelo nelle ore dorate del tramonto e concedetevi un aperitivo su un barcone, lasciandovi cullare dall’acqua. Il clima è mite, le giornate sono lunghe e la primavera romana è affascinante;
  • Perdersi, e ritrovarsi, per le vie e le piazze nascoste di Trastevere che, ancor di più in queste giornate, ha colori e umori speciali;
  • A Roma si mangia sempre bene e l’offerta culinaria all’insegna della tradizione è da onorare, tanto più in occasione del compleanno della città. Potete trovare qualche trattoria scelta dal vostro istinto, seguire i consigli della Guida Michelin in materia di Trattorie o fare un salto nei rioni storici come il Ghetto ebraico (qui una raccolta dei Ristoranti che hanno da poco aderito al Festival del Carciofo romanesco) fino a Testaccio e al suo mercato popolare di città. Non dimenticate la gioia di un supplì con il ragù alla romana di Supplizio o quelle della pizza romana bassa e scrocchiarella, i succulenti piatti tipici come Amatricina, Carbonara e Cacio e Pepe (qui la classifica di Gambero Rosso dedicata alla Carbonara) fino alle soddisfazioni del maritozzo salato de il Maritozzo Rosso o di quelle legate al classicissimo con la panna. Menzione doverosa per la crostata di ricotta e visciole e la Pizza (dolce) ebraica del “Forno Boccione”, che ha alle spalle circa 2 secoli e mezzo di storia. Se invece rimanete in zona Circo Massimo potete già prenotare un postoo sulla Giostra Gastronomica di Davide Cianetti NUMA al Circo e provare il piatto vegetale dedicato proprio al Natale di Roma e a Sua Maestà Broccolo Romanesco cotto in modalità confit e che, presentato nella sua interezza, diventa piatto conviviale da mettere al centro tavola assieme alla sua mousse di Cacio e pepe e insalata di Fiori di zucca, Alici del Mar Cantabrico e limone.



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Apre Orma, a Roma il nuovo ristorante di Roy Caceres: dal 12 aprile l’atteso ritorno dello chef colombiano. Al suo fianco la famiglia Fiengo, imprenditori lungimiranti il cui figlio, Pier Mario Fiengo, rivestirà il ruolo di sous chef di Caceres in coppia con Giovanni Oliveri. L’offerta beverage abbinata sarà invece studiata dal maître Simone de Florio e dal sommelier Matteo de Paoli. Ma quale sarà la visione gastronomica di Orma?

Nel quartiere Ludovisi, tra palazzi di epoca ottocentesca, imponenti portoni e balconi decorati tra Via Veneto e Piazza Fiume, Orma apre oggi le porte della sua struttura dal forte impatto visivo e dai materici contenuti.

Progettata nei minimi particolari, con il suo grande terrazzo, la composita proposta enogastronomica di Orma spazia da quella dal bistrot con la formula light lunch alle ricercate cene fine dining, dal cocktail bar per aperitivi alla cantina per pairing innovativi.

La Filosofia Gastronomica di Orma

Roy Caceres, Chef di sensibilità e istinto, in questi ultimi tre anni, tra metamorfosi varie e progetti “carnali”, si è dedicato a una nuova sfida: ORMA, che porta in sè tutta l’intenzione di lasciare una nuova impronta

La proposta di cucina poggia sul racconto complessivo della storia e visione dello chef colombiano di nascita e italiano d’adozione, sintetizzabile nel concetto di “eliminare il superfluo”:
la volontà di Caceres è quella esaltare la ricchezza del territorio italiano contaminandolo con la sua vena sudamericana mantenendo il focus sul gusto e sull’ ingrediente senza tecnicismi superflui.

Le materie prime che utilizzerà lo Chef arriveranno dall’Orto di Orma ad Anguillara Sabazia, nella campagna laziale, un progetto nato in sinergia con l’azienda agricola ClaPi attraverso la coltivazione rigenerativa secondo i principi della permacoltura.

Le proposte gastronomiche di ORMA

Due i menu degustazione: “Tracce Indelebili”, cinque passaggi con i suoi piatti signature a 120 euro, e “Tracce Correnti”, otto piatti inediti a 150 euro che raccontano l’evoluzione della cucina di Caceres.

Per quanto concerbe la proposta à la carte sarà presente una lista di sedici piatti denominata “Orme” divisa tra antipasti, primi, carni, pesci e dolci.

La direzione della sala e del servizio è affidata a Simone de Florio, classe 1990, accompagnato dalla visione poliedrica sul mondo del vino di Matteo De Paoli, trentaquattro anni. Due i percorsi di wine pairing: uno con cinque calici a 80 euro e uno con otto calici a 110 euro a persona.

Roy Caceres

Classe 1977. Colombiano di nascita e italiano d’adozione, Roy Caceres, si è formato facendo esperienza presso importanti insegne di ristorazione italiana come il Ristorante il Pellicano a Porto Ercole e la Locanda Solarola a Castel Guelfo. Nel 2011 apre a Roma Metamorfosi che conquista, a solo un anno dall’apertura, la prima stella Michelin. Nel maggio 2020, dopo la chiusura di Metamorfosi, apre, sempre nella Capitale, Carnal, un progetto che aveva in mente da tempo dove propone una cucina divertente di natura latino-americana.

Il Design di ORMA

Le linee e l’atmosfera, seguendo la filosofia culinaria di Roy Caceres, ricreano un luogo minimale che, come ogni suo piatto, evoca ricordi, emozioni e stimoli sensoriali. Uno spazio dal sapore contemporaneo definito da materiali naturali come il legno, la pietra e il rame. La caratterizzazione materica, colori neutri tra scale di grigio, beige e tortora. Al piano inferiore è stara realizzata una cantina a vista, mentre al piano superiore sulla terrazza “all’ombra” di un ulivo protagonista, si potranno degustare piatti espressi da accompagnare ai cocktail.

ORMA – Via Boncompagni, 31 / Telefono: 068543182 / Orari: 12:30 – 14:00 // 19:30 – 22:00 / Giorno di chiusura: Domenica IG: @ormaromaristorante FB: @ristoranteormaroma / www.ormaroma.it

ph credits Andrea Di Lorenzo

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Borgo la Chiaracia, Resort di lusso & SPA con Ristorante Gourmet, al vulcanico trivio di Lazio, Umbria e Toscana, abbraccia a sé i concreti concetti di ospitalità di charme, ecosostenibilità, avanguardia tecnologica, wellness innovativo, ricerca enogastronomica e conquista del palato.

In questa terra intrisa di energie, i tanti stimoli di un territorio così antico si traducono in piatti emancipati, pensati e realizzati dall’Executive Chef Daniele Auricchio. La sua è una cucina di materia lavorata senza sprechi. Tecniche miste, intuizioni e mistero. Libera e ispirata dalla lettura del territorio, è sostenuta da un’identità gastronomica forte come le sue “RADICI”.

Si fanno strada nella terra fino a impensabili profondità. Silenziose assorbono acqua e nutrienti per assicurare l’approvvigionamento alla pianta. Accumulano e conservano energie per affrontare i periodi di maggior bisogno. Ancorano la pianta e consolidano il terreno: sono le RADICI. Che permettono alle piante di crescere forti e agli uomini di ricordarsi da dove provengono per guardare con più sicurezza al futuro.

All’ombra di Orvieto, tra ulivi secolari e ordinate vigne, si apre la strada per Borgo La Chiaracia, Resort di lusso & SPA. Un’aristocratica Country House annunciata da un lungo viale alberato dove ospitalità di charme, avanguardia tecnologica, wellness innovativo e piaceri della tavola hanno trovato il proprio equilibrio nel progetto ecosotenibile di Eugenio Vinciguerra e Anna Ramazzotti.

Alla ricerca gastronomica, altra cifra stilistica di questo luogo, pensa il Ristorante Gourmet RADICI – interno alla struttura e aperto a tutti i gourmand – dove l’Executive Chef Daniele Auricchio traduce gli stimoli di questa terra in una cucina incisiva, somma di tecniche miste e intuizioni, spunti internazionali e ricerca sul territorio. Una cucina emancipata, libera e radicata, alla ricerca della quadratura di ogni piatto.

Riflessivo e istintivo, con le sue radici campane e il suo pregresso fatto corteccia, porta nel piatto definizione, intensità, concentrazione del sapore, acidità, dinamismo sensoriale. Conosce la tecnica. La utilizza a suo vantaggio per lavorare materie prime vegetali o animali in ogni parte. Minimizza gli sprechi. Improvvisa sui temi, sicuro delle sue coordinate e nella scoperta e convivenza delle nuove terre esplorate.

“Squame d’Inverno, Squame di Primavera”

Del menu dello scorso inverno (2022), custodisco intatto il ricordo di un piatto su tutti. “Mare, lago e zafferano”. Presentato nella sua pulizia cromatica, nell’ironia del vuoto e del pieno, nella definizione delle sue squame aperte, croccanti, alzate come creste da una tecnica orientale di cottura ad olio bollente, la triglia veniva servita accanto ad un disegno di lisca realizzata con un gel di bouillabaisse di pesce di lago, poi rimessa “in acqua” o meglio in una zuppetta di triglia scaldata dalla carica aromatica (e cromatica) dello zafferano umbro e pane francese ai sapori mediterranei, che invitava alla scarpetta.

Un piatto che portava i ragazzi di sala ad eseguire questa tecnica, scenografica e misurata al tempo stesso, di fronte all’ospite con un movimento di grande effetto, che non era solo un esercizio di forma, ma un contenuto centrato, giocato sulla varietà di consistenze: squame croccanti, carni sode, livelli di densità liquida per esaltare al massimo l’iconico sapore della triglia.

Carciofi, anguilla, bergamotto” è invece il piatto manifesto del nuovo menu di primavera. Qui finte squame diventano le vere protagoniste, ricreate con grande manualità artistica che fa parte del DNA di Daniele. L’anguilla viene laccata e cotta in una salsa di stile orientale a base di succo di bergamotto e successivamente affumicata. Qui viene coperta da “squame” di petali di carciofi marinati, a coprire l’intero filetto.

Accanto un carciofo fritto, tenero e croccante fiore di primavera, accompagnato da una maionese di anguilla, crema di carciofi, chips di anguilla e zeste di bergamotto candito.

Un piatto ricercato e sapiente, un ordinato inno alla primavera, di grande gusto e impatto visivo che racconta un’altra caratteristica di Daniele: quella di coprire le sue pietanze con altri ingredienti, con veli materici o trapunte vegetali. Azione che compie nella triplice accezione di proteggere, sorprendere ed esaltare, giocando con ciò che sembra e ciò che è.

Nel dubbio o nella curiosità, conosciamo meglio lo Chef Daniele Auricchio.

Ristorante Radici e Daniele Auricchio

Una sala ampia e di respiro. Tavoli tondi, bel tovagliato, mobili antichi ed elementi di design. Arrivano l’entrées e il benvenuto dello Chef. Poi si sceglie tra tre alternative: À la carte, una scelta fra quattro antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dessert (preceduti da un pre-dessert) o piccola pasticceria; Menù degustazione, sei portate a cura dello Chef, e Origini 20, quattro portate da materie prime in un raggio di massimo 20 km.

Raccontami la tua “idea gastronomica”: qual è la tua linea di pensiero applicato alla tavola?

Il mio pensiero gastronomico è da sempre rappresentato da “buono senza etichette”. Dal fast food al gourmet, il cliente deve essere educato alla qualità. Poi sono tecnica, idea e originalità, a fare la differenza a tutti i livelli. Io mi concentro su tutti e tre, per me chi si siede al Radici deve attraversare e assimilare un’esperienza non replicabile altrove.

Quali sono state le tappe più significative a livello formativo?

Ho appreso tanto dal mio percorso in tutte le tappe, in positivo e in negativo, sicuramente porto nel cuore e nella mente il “Four Seasons di Milano” con lo chef Sergio Mei, esempio impeccabile di organizzazione, gusto classico italiano e umanità (elemento fondamentale per me), il “Sereno Hotel” con Raffaele Lenzi, dove tecnica, gusto, ricerca e caparbietà fanno da padrone e dove ho capito che perseguire un’obbiettivo com costanza prima o poi porta i suoi frutti. Poi “La Sarte”, 3 stelle di Barcellona, dove essendo approdato lì con una formazione rigida e severa, ho trovato un ambiente favoloso. Lì ho capito che la squadra giusta, la tranquillità e la seria dedizione al lavoro, portano a risultati eccellenti, e questa è la filosofia che prediligo anche nella mia cucina.

Tu sei campano, o meglio, di Napoli e hai scelto l’unica regione d’Italia senza mare. Come e perché questo cambio di rotta?

L’assenza del mare è solo di contesto, appena posso ci vado, anche d’inverno. Più che altro ho scelto la tranquillità, le grandi città mi hanno stancato. Fin da piccolo ho amato l’aria aperta e, crescendo, le cose semplici: il buon vino, il buon cibo, le carni alla brace, la vera condivisione. Devo dire che da questo punto di vista non c’è regione migliore.

Cosa ti ha colpito di questa terra e cosa porti sempre con te della tua?

Con me porto sempre elementi inconfondibili dei Napoletani, l’accoglienza, la convivialità, il gusto dell’amicizia e, ovviamente, l’amore per “mammà”! Elementi che si intrecciano, che mi aiutano a vivere più sereno. L’umbria mi ha sorpreso molto positivamente: non mi aspettavo di ricevere un’accoglienza così vera da una terra che è chiusa solo in apparenza.

Quanta Umbria c’è nella tua Cucina?

C’è la giusta dose di Umbria, che ha dei prodotti e materie prime eccellenti per costruire grandi piatti.

Come e dove “fai la spesa”?

La spesa la faccio sul territorio, a tu per tu con i piccoli produttori che offrono uno spettacolo puro per il lavoro che svolgono. Questo è un concetto che oggi va molto di moda, ma Borgo La Chiaracia e Radici hanno basato da tempo la propria filosofia sul piccolo produttore e sul lavoro etico.

Come percepisci la tua Cucina e quali sono le tendenze della cucina contemporanea che utilizzi?

La mia è una cucina di istinto, nella quale mi lascio ispirare dalle esperienze del mio vissuto, dalla riflessione e, soprattutto, dal confronto e dialogo quotidiano con la mia brigata.

Nella mia vita in generale non ho mai seguito tendenze o persone, sono sempre andato per la mia strada, con le mie decisioni. Tra tutte le tecniche in voga, forse la fermentazione, ma solo spesso si ottengono forti acidità, che è un gusto che mi appartiene appieno.

Cosa cerchi e cosa non manca mai nel piatto?

Cerco soddisfazione. Devo essere soddisfatto in tutto, sia di gusto sia esteticamente. E non manca mai l’amore per questo lavoro, la passione per il buon cibo e la voglia di sorprendere il cliente.

La cucina è arte perché esattamente come l’architettura unisce bellezza a funzionalità che, in questo caso, è gusto.

Su cosa hai deciso di investire per questa nuova stagione di “Radici”?

Continuo ad investire sulla mia idea: gusto, tecnica e materie lavorate al 100%. Perchè lavoro tutta la materia, proteica o vegetale che sia, ogni parte con una tecnica appropriata. Punto a fare scarto 0 creando un piatto con svariate tecniche.

Qual è il “Piatto Manifesto” del tuo menu di primavera?

Carciofi, anguilla, bergamotto. Un piatto bello, buono, stagionale e che rispecchia in tutto la mia cucina. Un piatto ispirato dalla primavera, dove convivono i carciofi alla brace napoletani e l’anguilla alla brace umbra e dove il bergamotto, agrume del sud Italia che io adoro, sostituisce il limone. un piatto velato dove sotto le “squame” di carciofo si nascondono corpo, freschezza e acidità.

La squadra di cucina vede in qualità di Sous chef Elia Migliucci e Mario Biffoni. In Pasticceria, c’è Rosalia Fatucchio. Seguono Antonio Petrillo, Matteo Ronzoni, Luca Petroni, Adriano Pisano ed Enrico fortuna. La sala è abilmente diretta da Mauro Clementi, che cura una carta di vini che annovera produttori vinicoli con importanti storie di vigna da raccontare. Oltre alle etichette “locali”, spazio anche alle nazionali ed estere, unite dagli stessi ideali. Anche gli aperitivi e la Cocktail List del Bar Etrusco sono degni di nota grazie alla preparazione del Bartender Alessio Ciucci e al food parinig che arriva dalla cucina; mentre all’orchestrazione generale di Ristorante e Resort pensa lo scrupoloso Matteo Calcabrini, in qualità di General Manager.

BORGO LA CHIARACIA RESORT & SPA

14 ettari che si inseguono tra vigne biologiche, querce secolari, noci, castagni, noccioli, frutti rossi e cereali. Una natura protagonista a partire dal nome: perchè chiarachia vuol dire Ciliegia in dialetto umbro.

Sono infatti storia e futuro, vegetazione e innovazione ad intrecciarsi in questo sofisticato progetto di ospitalità. L’intera struttura è infatti disegnata seguendo il naturale andamento del terreno e favorendo il risparmio energetico attraverso il ricorso alla domotica e ad impianti di pannelli solari termici di ultima generazione.

Il complesso ricettivo è inoltre realizzato esclusivamente con materiali ecosostenibili, privilegiando soluzioni architettoniche in grado di integrare spazi outdoor e indoor con percorsi e vetrate panoramiche.

All’interno del Resort 23 camere, 3 suite, la Spa Livinna, l’osteria moderna La Pagoda e il ristorante gourmet Radici che abbiamo cercato di raccontare attraverso la cucina dell’Executive chef Daniele Auricchio.
È così che Borgo La Chiaracia libera lo sguardo a 360 gradi sul mondo e sul territorio regalando la sottile meraviglia di entrare in contatto con la forza ancestrale della natura e con la potente energia di questo antico altopiano d’origine vulcanica.

Contatti

Borgo La Chiaracia
05013 – Castel Giorgio / +39 0763 627123
sito web
radici@borgolachiaracia.it

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Dal 2 al 5 Aprile 2023 si terrà a Verona la 55esima edizione del Vinitaly, la Fiera Internazionale del Vino e dei liquori nei grandi spazi di Veronafiere. Ma conoscete la sua storia?


E’ la fiera internazionale dedicata al vino, all’enologia e ai distillati, che si tiene ogni anno a Verona presso Veronafiere. La sua storia risale al 1967 quando nel Palazzo della Gran Guardia si organizzarono le Giornate del Vino Italiane. Negli anni successivi questa fiera ha continuato a crescere anche al di fuori dei confini nazionali, con eventi organizzati negli Stati Uniti, in Cina, in Giappone e in Russia.

Oggi è un quartiere fieristico di oltre 100mila mq netti, diciassette padiglioni tra fissi e tensostrutture al completo, pronti a diventare il più grande centro b2b internazionale del vino italiano e non solo, con più di 4mila aziende in rappresentanza di tutto il made in Italy enologico e da oltre 30 nazioni.

I partecipanti hanno a disposizione degli stand presso i quali esibire i propri prodotti e dedicarsi alle presentazioni e agli assaggi.

L’area espositiva è suddivisa in padiglioni, ognuno rappresentante una regione diversa. I visitatori del Vinitaly sono sia esperti di vino, sommelier, distributori, compratori internazionali, ristoratori, enologi, critici, collezionisti, ma anche semplici appassionati di vino che sono curiosi di esplorare tutto il mondo che ruota intorno a questo prodotto.

Durante l’evento non mancano infatti seminari, assaggi, competizioni, conferenze e presentazioni. Oltre al vino potrete gustare anche dell’ottimo cibo. A Vinitaly sono presenti infatti cuochi e chef che prepareranno abbinamenti di vino e prodotti tipici regionali. Durante i giorni in cui si svolge questa fiera, inoltre, l’intera città diventa una sua estensione.

Vinitaly 2023, il salone internazionale in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile, rinsalda il proprio posizionamento business e di servizio a sostegno di uno dei settori tra i più strategici dell’export tricolore e, per la 55ª edizione, rafforza ulteriormente il piano di sviluppo dell’unica manifestazione che ha contribuito a segnare crescita e successo del vino italiano sui mercati internazionali.

Business, quindi, ma anche comunicazione. Vinitaly, infatti, è un mega spot al vino italiano con quasi 4miliardi di audience generata sui media in Italia e all’estero nella settimana clou della manifestazione. Un ritorno intangibile di promozione indiretta che coinvolge anche gli altri due saloni che si svolgono in contemporanea a Verona – Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open e Xcellent Beers – che portano il totale espositivo in quartiere a più di 4.400 aziende. Per quanto riguarda i temi e i format business, il 55° Salone internazionale del vino e dei distillati sarà
preceduto, sabato 1° aprile, da Vinitaly OperaWine, la degustazione prologo con i 130 produttori portabandiera selezionati da Wine Spectator. Mentre il palinsesto fieristico vede la conferma delle principali aree tematiche (Vinitaly Bio, International wine hall, Vinitaly Mixology e Micro Mega Wines a cura del wine writer Ian D’agata), del matching del Taste and Buy, con operatori selezionati dalla rete fieristica in collaborazione con i Consorzi di tutela e del Tasting Express con le più importanti riviste internazionali di settore.

Oltre 70 le degustazioni previste ad oggi dal calendario ufficiale della manifestazione (in aggiornamento su vinitaly.com). Tra queste, il walk around tasting dei Tre Bicchieri 2023 del Gambero Rosso
(domenica 2 aprile) e dell’Orange Wine Festival (3 aprile) che vede la presenza di aziende top da 10 paesi, oltre al Vinitaly Tasting – The DoctorWine Selection a cura di Daniele Cernilli (2 e 3 aprile), ideato per i buyer e gli operatori dell’horeca e ai focus di Young to Young ovvero: Le giovani cantine si raccontano ai giovani comunicatori, tre sessioni di degustazione con dieci giovani produttori firmate da Paolo Massobrio e Marco Gatti.

A questi ultimi è dedicato Vinitaly and the city, il percorso di wine talk, tasting, mostre ed eventi del fuori salone nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.

Mentre Veronafiera ospita il Vinitaly, Veron centro città ospita eventi, assaggi, cene e feste tutte rivolte ai buyers e ai giornalisti che sono in città per la manifestazione. Il programma è molto vario ed include concerti e dj sets, meeting con esperti di vino e giornalisti, street food e ovviamente tanto vino di qualità.

Il Vinitaly e le Aree Tematiche

Il Vinitaly ospita ogni anno oltre 4.000 espositori, 125.000 visitatori e 33.000 buyer esteri. Quest’anno la manifestazione sarà divisa in varie aree tematiche tra cui Vinitalybio, International wine, Vinitaly tasting, Vinitaly design, Micro Mega Wines and Enolitech.

Vinitalybio è la sezione dedicata al vino biologico prodotto sia in italia che all’estero, mentre International Wine è dedicata solamente alla produzione internazionale, con numerose degustazioni volte a far conoscere vini e distillati di vari paesi tra cui Austria, Slovenia, Serbia, Turchia, Croazia, Argentina, Spagna, Sudafrica e molti altri. Vinitaly tasting è un evento – degustazione in collaborazione con il giornalista Daniele Cernilli mentre Vinitaly Design si occupa di tutto ciò che è legato alla promozione del vino: dai bicchieri alle confezioni regalo, dell’oggettistica agli arredi per le cantine, i ristoranti e le enoteche.

Qui si possono incontrare i buyer del mondo Horeca (Hotel/Restaurant/Cafè) e gli espositori di Vinitaly che propongono varie degustazioni. Micro Mega Wines è una nuova iniziativa pensata per le aziende che hanno piccole produzioni ma di alta qualità, da vitigni sia autoctoni che internazionali. Infine, Enolitech è il salone internazionale che si occupa della tecnologia applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage.

INFO

Come raggiungere il Vinitaly, date, orari di apertura ed informazioni utili
Se avete deciso di partecipare al Vinitaly per una sola giornata, il mezzo più conveniente per evitare code è senza dubbio il treno. La stazione di Verona Portanuova dista una ventina di minuti a piedi dalla Fiera, altrimenti è presente un servizio navetta. Se invece preferite usare la macchina, potete raggiungere la città tramite le autostrade A22 e A4. Se arrivate dall’ autostrada A22 potrete parcheggiare sia presso lo stadio Bentegodi che presso il Centro Agroalimentare Veronamercato. Se invece venite dall’A4 vi conviene lasciare il vostro veicolo presso il parcheggio del centro commerciale Adigeo.

Se decidete di combinare una visita al Vinitaly con un weekend a Verona, potete tranquillamente raggiungere la città in macchina e spostarvi con le navette gratuite che partono dal centro città oppure con gli autobus dell’ATV.

La fiera è aperta dalle 9.30 alle 18.00. Per mantenere lo standard professionale di questa manifestazione, l’accesso è consentito solamente ad operatori specializzati e maggiorenni.

In programma dal 31 marzo al 3 aprile, Vinitaly and the city è organizzato da Veronafiere con la collaborazione di Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona).

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A Napoli, domenica 14 e lunedì 15 maggio, l’Italia dei Territori del Vino protagonista al Maschio Angioino. VitignoItalia 2023 cambia location e concentra i contenuti con 250 aziende, oltre 1500 etichette, 20 buyer da 15 Paesi per una due giorni ricca di degustazioni, convegni e approfondimenti per la più importante manifestazione di settore vinitivinicolo del centro-sud.

Domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023, sono queste le date da segnare in calendario per VitignoItalia 2023, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani, punto fermo nel calendario degli eventi legati al mondo del vino.

Tante le conferme, a partire dai numeri: 250 aziende, oltre 1500 etichette, uno straordinario parterre di cantine e territori in grado di fare di Napoli, per due giorni, la capitale italiana del vino.

Fitto anche il calendario di incontri, degustazioni, workshop e approfondimenti sulle più importanti tematiche del settore. Ma non mancano le novità per questa diciassettesima edizione della manifestazione. A partire dal cambio di sede: l’imponente Maschio Angioino, l’imponente e suggestiva fortezza a difesa della città.

Una scelta obbligata, dal momento che per il prossimo futuro Castel dell’Ovo sarà sottoposto a importanti lavori di ristrutturazione – spiega Maurizio Teti, Direttore di VitignoItaliaNel momento in cui siamo stati informati dell’impossibilità di utilizzare quella che è stata la sede di Vitigno per molti anni, ci siamo immediatamente mossi per trovare un’alternativa all’altezza della situazione. Compito non facile che sarebbe risultato ancora più complesso senza il prezioso contributo del Comune di Napoli e del Sindaco Gaetano Manfredi, grazie ai quali siamo orgogliosi di annunciare che VitignoItalia 2023 avrà come sede il Maschio Angioino, uno dei simboli di Napoli nel mondo. Siamo certi che espositori e ospiti non potranno che apprezzare la straordinaria bellezza di uno dei monumenti più conosciuti a livello internazionale”.

E a proposito di appeal internazionale, VitignoItalia conferma ancora una volta la sua attenzione verso i mercati stranieri. Anche per questa edizione è stata confermata la partnership con l’ICE che porterà a Napoli 20 buyer provenienti da 15 Paesi ai quali verrà offerta l’opportunità di incontrare i produttori presenti nelle due giornate, per poi godere dell’opportunità di visitare, nella giornata di martedì 16, alcuni grandi terroir campani la cui produzione da sempre rappresenta uno dei fiori all’occhiello della manifestazione.

Tra le altre novità c’è quella del passaggio dalla formula delle tre giornate a quelle delle due che caratterizzerà VitignoItalia 2023.

Abbiamo cercato di venire incontro alle esigenze di molti dei nostri espositori – puntualizza Teti – Ridurre le giornate a due porta loro un vantaggio sia in termini economici che di operatività e al tempo stesso non sconvolge il nostro format. Avremo una domenica dedicata soprattutto agli appassionati e un lunedì rivolto essenzialmente al trade e agli operatori di settore in genere. Ma senza perdere nulla dal punto di vista dei contenuti con un programma davvero fitto di incontri e approfondimenti che vedranno coinvolti sia istituzioni da sempre al nostro fianco, come l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, che nostri partner storici come Unicredit”.

L’immagine del Salone 2023 è stata creata e gentilmente concessa dall’artista Gennaro Regina.

VitignoItalia si svolge in collaborazione con la Regione Campania, FEAMP, ICE.

Info VitignoItalia 2023

VITIGNOITALIA, XVII Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani

Maschio Angioino, via Vittorio Emanuele III, Napoli

Domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023 – Dalle ore 15.00 alle ore 21.30

Prezzi: domenica € 30, lunedì € 25

www.vitignoitalia.it – Tel. 0814104533 – segreteria@vitignoitalia.eu

In Copertina Le meraviglie del Maschio Angioino

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Al via la Seconda edizione del Festival del carciofo romanesco “Semo romani, ma romaneschi de più”. Nel quartiere ebraico il “carciofo al centro”, simbolo dell’identità romana a tavola. Da oggi al 31 marzo,18 ristoranti propongono menù originali a base del fiore di primavera più buono, tra ricette tradizionali e rivisitazioni, serate a tema con il quartiere vestito a festa, artisti di strada e stornellatori romani.

Parte oggi martedì 28 marzo alle 11 a Largo 16 ottobre a Roma, la seconda edizione del Festival del Carciofo Romanesco. Per quattro giorni, fino a venerdì 31 marzo, il quartiere ebraico sarà ancora una volta cuore della manifestazione, quest’anno affiancato da altri rioni storici.

E sono 18 i ristoranti che aderiscono all’iniziativa, con menù a base di carciofo proposti a romani, turisti, estimatori e gourmad. Piatti e ricette di ogni tipo, dalle ricette tradizionali tramandate di generazione alle rivisitazioni moderne elaborate da giovani chef.

I ristoranti coinvolti, prevalentemente nel quartiere ebraico, sono: La taverna del Ghetto, Ba Ghetto, Renato al Ghetto, Su’ Ghetto, Il Giardino Romano, Bellacarne, Pollaria, Sheva, Yotvata, Casalino, Nonna Betta, Gigetto; a Piazza Navona vi saranno Ristorante/Cafè Domiziano, Ristorante Tucci, Ristorante Panzirone; a Campo de’ Fiori si troveranno Ristorante Virgilio, People.

Risotti, fettuccine e pasta fresca ripiena; frittate, abbacchio e coratella. ma soprattutto carciofi alla romana e quelli alla giudìa. L’innovazione sarà anche nei dessert proposti, a partire dai gelati rivisitati al carciofo.

Sarà infatti presente anche una delegazione dell’Associazione Italiana Gelatieri con maestri e professionisti autentici ambasciatori del gelato made in Italy, guidati dal campione del mondo Eugenio Morrone, che proporranno delle degustazioni personalizzate. Gli stand di Coldiretti e del CAR – Centro Agroalimentare Romano daranno il benvenuto ai visitatori a Largo 16 ottobre.

Ma il Festival non è solo un appuntamento gastronomico: oltre agli stand con i prodotti tipici e alle proposte dei ristoratori vi saranno anche alcune iniziative di intrattenimento. La sera di mercoledì 19 ci saranno artisti di strada come trampolieri, giocolieri, spettacoli di magia, mentre giovedì sera ci saranno i figli di Alvaro Amici vestiti da Rugantino ad allietare i presenti sulle note degli stornelli romani, per un perfetto abbinamento con i piatti della tradizione.

A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre sarà proprio il luogo dove partirà e dove si terrà la maggior parte dell’evento, l’ex ghetto al centro di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti. L’iniziativa è ideata da Confesercenti e promossa da Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Centro Agroalimentare Roma, Camera di Commercio di Roma (Azienda speciale Agro Camera), Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – ISMEA.

Da parte di Confesercenti Roma e Lazio esprimo grande orgoglio per questa manifestazione – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria –  Noi vogliamo portare all’attenzione di romani e turisti i prodotti a km 0, che ci vengono invidiati nel mondo. Vogliamo creare dei pacchetti turistici per la valorizzazione della cucina romana per proporre delle esperienze complete che facciano apprezzare il valore del territorio e assaporare quelle pietanze che altrove non si trovano con la stessa genuinità. Obiettivo è rendere i flussi turistici non solo stagionali, ma costanti nel corso dell’anno”.

Al taglio del nastro saranno presenti Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Vi saranno anche il promotore Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma e Lazio; Giancarlo Righini, Assessore Regionale Agricoltura Regione Lazio; Alessandro Onorato, Assessore Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Roma Capitale; Lorenza Bonaccorsi, Presidente I Municipio Roma Capitale; Claudio Pica, Presidente FIEPET; Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma; Daniele Brocchi, segretario Assoturismo Roma e Lazio. A presentare la giornata il giornalista Daniel Della Seta, autore e conduttore della rubrica “L’Italia Che Va…” Radio RAI e della rubrica TV “In Punta di Forchetta”.

Questa edizione del Festival è intitolata alla memoria di Italia Sonnino Tagliacozzo, scomparsa nelle scorse ore, e che ha costituito la memoria storica del quartiere e delle segrete ricette  dei piatti della cucina ebraico-romanesca, che ha contribuito a diffondere anche sui media e in TV. “E’ stata la Nonna non solo mia, ma anche di tantissimi avventori e amici del Ghetto- Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma – che la ricordano con piacere e sono stati sempre accolti dal suo benevolo e entusiasta sorriso, dai suoi aneddoti storici, narrati  spesso mentre veniva colta intenta dietro ai fornelli a insegnare e impartire consigli su come si capassero i carciofi a mo’ di rosa prima di immergerli nell’olio bollente. Una autentica delizia”.

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QOCO – Un filo d’Olio nel piatto, Concorso Internazionale per Giovani Cuochi del Euromediterraneo, a Castel del Monte (Andria, Puglia) 3 giorni (24-25-26 marzo 2023) con un ricco carnet di eventi aperti al pubblico mentre 10 giovani cuochi di 10 Paesi euromediterranei e una Giuria di qualità, presieduta dallo Chef d’insegna bistellata Alfonso Iaccarino, costruiranno un dialogo tra la Puglia e Culture gastronomiche distinte ma mai troppo lontane.

Non poteva che tenersi in questa terra, raccolta intorno a Castel del Monte, uno dei luoghi prediletti dall’imperatore Federico II di Svevia, QOCOConcorso Internazionale per Giovani Cuochi del Euromediterraneo – nato nel 1999 e che, dopo 10 anni di stop, rinasce quest’anno per forte volontà del Comune di Andria e dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, con il Patrocinio del COI, Consiglio Oleivicolo Internernazionalee la collaborazione di Slow Food Puglia e Strada dell’Olio di Castel del Monte.

Dieci gli chef in concorso, per gran parte “Generazione Y”: quasi tutti al di sotto dei 30 anni! Paesi di provenienza: Belgio, Francia, Germania, Italia (Paese con 2 chef in concorso), Paesi Bassi, Slovenia (Paese con 2 chef in concorso), Spagna, Turchia. Tutti i cuochi, selezionati da JRE- Jeunes Restaurateurs d’Europe, saranno affiancati da cuochi tutor del territorio con i quali lavoreranno insieme così da rendere ancora più stretti i legami e lo scambio. Andria si pone così come snodo e crocevia di culture gastronomiche tra Castel del Monte e il mare.

Già nella giornata di venerdì 24 marzo, tutti i concorrenti, terminato il breafing mattutino con il presidente di giuriaAlfonso Jaccarino, si distribuiranno in dieci ristoranti del territorio della provincia di Andria/Barletta/Trani dove in serata contribuiranno ad un menù a quattro mani, frutto di confronto e di suggestive contaminazioni gastronomiche forti di una visione contemporanea, e nel segno dell’olio extravergine pugliese, testimone di una mediterraneità profonda. Sorta di “gemellaggi” gastronomici che prendono il nome di “QOCO Fusion”.

Federico II di Svevia, appassionato di cultura e grande spirito cosmopolita, accolse presso la sua corte studiosi greci, arabi, italiani ed ebrei. Grazie alla sua personalità, il sovrano illuminato viene considerato il precursore dei moderni umanisti e il suo regno fu di pace, tolleranza e prosperità.

Quartier generale e palcoscenico principale dell’evento sarà Villa Carafa, un’antica masseria rivisitata nel segno dell’ospitalità, nel cuore della Murgia andriese a pochi chilometri proprio da Castel del Monte.

Per tre giorni Villa Carafa diventerà una vera e propria “food court” dove gli chef la mattina del sabato si cimenteranno ai fornelli e presenteranno i piatti alla Giuria presieduta da Alfonso e Ernesto Iaccarino Chef e grandi padroni di casa del tristellato Don Alfonso 1890di Sant’Agata sui Due Golfie nella quale tra gli altri siederà anche Nino Di Costanzo, Chef Patron bistellato di Danì Maison di Ischia,Giuseppe Iannotti, Chef Patron bistellato del ristorante Krèsios di Telese e Felice Sgarra Chef Patron stellato di Casa Sgarra di Trani.

La giuria, “eptastellata”,sarà chiamata a valutare i piatti in base ai seguenti parametrigusto, originalità, presentazione, equilibrio generale. Dirimente sarà la valorizzazione ed esaltazione dell’Olio Evo.

La triade dei primi 3 classificati sarà rivelata nella serata di sabato 25 marzo al termine di una CENA DI GOLA aperta al pubblico, presso la stessa Villa Carafa. Nel corso dell’evento tutti gli chef in gara si presenteranno al pubblico raccontando il loro piatto in un appassionante percorso da nord a sud del Mediterraneo e viceversa.

Ai dieci giovani chef in concorso, dunque, il compito di provare a riscrivere una narrazione gastronomica moderna di un luogo, la Murgia, in cui l’olivo ha una presenza monumentale e fa del paesaggio rurale un’autentica opera d’arte.

Piatti e ricette in cui si parte dalla memoria che diviene germe creativo e fermento. Poi però libero spazio all’esplorazione e alla creatività individuale con le storie e gli stili che s’incrociano. Per guardare avanti al futuro.

Cuochi in Gara

Il più giovane chef concorrente è l’italiano GIOVANNI LEPARULO, 21 anni, nativo di Pescia, attualmente Chef de partie al Ristorante “La Leggenda dei frati” di Firenze. Porterà in gara la ricetta “DUO DI PASTA”.

Per l’Italia scende in cucina anche ANDREA VALENTINETTI, veneziano, 38 anni, Chef Patron del “Radici Restaurant & Cocktail Bar” di Padova. Per valorizzare al meglio l’extravergine d’oliva pugliese porterà in gara la ricetta “SPAGHETTO AGLIO NERO VONGOLE PREZZEMOLO”.

L’unica donna in gara, anche lei giovanissima, arriva dalla Francia: ALICIA LACAVE, 23 anni, di Saint-Genis-d’Hiersac, Charente. Chef patissier dell’Hotel Restaurant Domaine du Châtelard, a Garat. Proporrà: “VERMICELLI DI SEDANO SU NOCI BIOLOGICHE  AL PINEAU DES CHARENTES CON OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA” 

23 anni anche per lo chef in gara per la Slovenia, MARKO KRAMŽAR, di Šentjanž. Vanta esperienze lavorative con Gostilna Repovž (Bib Gourmand) e con Hiša Denk (Stella Michelin). La sua ricetta, tesa ad esaltare l’olio extravergine d’oliva, sarà: “WINTER CABBAGE PASTA”, una pasta al sapore di cavolo invernale.

Secondo sloveno in competizione, MARTIN ZUPANC, 32enne di Srednja vas v BohinjuAttualmente è Sous Chef presso la Stella Michelin “Hiša Linhart” a Radovljica. Giovanissimo anche il rappresentante del Belgio. Si tratta di STAN MOULING, 24 ANNI, chef  del “Smaakfabriek” di Borgloon. Gareggerà con la ricetta: “Cannelloni farciti con ricotta, gamberi e scampi, olio alle erbe e carote croccanti”. 

Per i Paesi Bassi, JOERI HUKKER, 25 anni di Ruurlo (Netherlands). Lavora come Chef de partie all’ <ORANGERIE DE POL>, nella regione di Achterhoek, alla periferia della città di Doetinchem. La sua ricetta: “CAPRESE DESSERT.

25 anni anche lo chef del Regno Unito JOSÈ MARTINS del ristorante “The Kings ArmsFleggburg” di  Yarmouth nel Norfolk con SPAGHETTI AL POMODORO CON FRUTTI DI MARE.

E’ un divo dei social lo chef in arrivo dalla Turchia, SEFA OKYAY KILIÇ, 27 anni di Ankara, già vincitore  di MASTERCHEF TURCHIA 2020 e con un “patrimonio” di oltre 350mila follower. Proporrà un piatto tradizionale turco a base di olio d’oliva, aglio, cipolla e melanzana: “İMAMBAYILDI – TURKISH STUFFED AUBERGINES”.

Per la Spagna RAFAEL ARROYO MARTÍNEZ, arriva da Granada: 34 anni, medaglia d’argento alla Coppa del Mondo di Cucina (Lussemburgo 2022). La ricetta in gara per QOCO 2023, omaggio dell’Andalusia alla Puglia, consisterà in una “Crema calda all’olio d’oliva, vongole e branzino del Mediterraneo”.

FUORI QOCO – Il PROGRAMMA

Iniziative organizzate in collaborazione con Strada dell’Olio Castel del Monte

venerdì 24 marzo

Lancio di tre nuovi piatti inerenti QOCO che rimarranno in menu fino al 1 maggio:

QOCOINHOUSE – Pane e Oliopresso il ristorante Casa Sgarra, Trani

QOCOESSENZA – Spaghettone, pane, olio evo, aglio, peperoncino, seppia alla bracepresso il ristorante Quintessenza, Trani.

QOCOBEACH – Ostrica, favetta e sivoni presso il ristorante Canneto Beach2, Margherita di Savoia.

venerdì 24 marzo

QOCO FUSION Cene a 4 mani in 10 ristoranti ad Andria, Barletta, Bisceglie, Margherita di Savoia e Trani. Dieci cene aperte al pubblico con menu realizzati dagli chef locali insieme ai 10 chef ospiti (1 per ogni locale) dando vita ad una vera e propria girandola di stili e sapori mediterranei. Il piatto presentato in ogni ristorante rimarrà in carta fino al 1 maggio.

Qoco Fusion Award: gli ospiti a cena voteranno i piatti presentati con assegnazione del Premio consumatori al primo classificato. Sorteggio di coupon omaggio per cene e olio Evo.

sabato 25 marzo

VERDE SPONTANEO Tour sulla Murgia alla scoperta di erbe spontanee e della flora arborea accompagnati da una guida ambientaleSosta a Castel del Monte.

SPIRITI e SOSPIRI Tradizione e spiritualità si fondono al Museo Diocesano in una degustazione che unisce in abbinamento i dolci tipici delle monache, preparati secondo antiche ricette nei conventi del territorio, a vini da dessert, tra cui in particolare il Moscato di Trani.

sabato 25 marzo e domenica 26

MERCATO DELLA TERRA E DEI PRESÌDI DEL GUSTO, Andria, Chiostro di San Francesco a cura di Slow Food Puglia.

TUTTE LE INIZIATIVE DI QOCO e FUORI di QOCO sono APERTE AL PUBBLICO

www.qoco.info

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Mercoledì 22 Marzo 2023, presso a La Gatta Mangiona di Roma, la seconda edizione di “Tanto va la Gatta a Lardo”, succulenta Cena di degustazione con fritti, salumi, carni e pizze da “leccarsi i baffi”, pensati e realizzati da Simone Fracassi, maestro della macelleria italiana, e Giancarlo Casa, Pizzaiolo Patron con il pallino per la qualità degli ingredienti.

Giancarlo Casa e Simone Fracassi

Lui – Giancarlo Casa – è Chef/Patron de La Gatta Mangiona a Monteverde, precursore di un mondo nuovo di intendere la pizza ripartendo dalla qualità degli ingredienti, dai nuovi impasti, combinazioni di condimenti e fritti originali. Un fermento creativo mai sazio che moltiplica le idee in collaborazione con cuochi, pizzaioli e produttori, che a Giancarlo piace ospitare nella sua Pizzeria.

L’altro – Simone Fracassi – è noto nel girone gourmand come il “Re della Chianina“ che lavora con metodo devoto forte di un’eredità e di una filosofia antica quattro generazioni nella sua Macelleria a Rassina di Castel Focognano, nel Casentino appunto, in provincia di Arezzo, vanta una lunga storia che parte dal 1927 e da quei tempi di dedica alla valorizzazione della carne Chianina di divulgare l’eccellenza del buon cibo italiano.

Si sono conosciuti circa 10 anni fa su “Le Strade della Mozzarella”, noto evento gastronomico in quel di Paestum (SA). Scoprono di avere due Luigi in comune. Uno è il noto Luogi Cremona, giornalista e critico enogastronomico di rango, l’altro, un produttore di Olio vicino Rassina appassionato, come loro, di Champagne.

L’incontro li sprona ad unire le arti di e a sperimentare le nuove alleanze tra Pizza, Carni, Salumi da allevamento brado e Cucine popolari. Dall’unione delle grammatiche dei sapori e nella costruzione di una nuova lingua, scoprono poi di condividere molto di più: un approccio estremamente concreto al lavoro – pochi fronzoli e tanti fatti – e quello di vivere la qualità e la salubrità degli ingredienti come un dovere nei confronti del Cliente.

Tanto va la Gatta al Lardo – La Cena Evento

Simone e Giancarlo si affermano come divulgatori di benessere e gioia della tavola che passa per il buon cibo e per il buon vino. Concetti da mangiare, perfetti fare festa e nutrire mente, coscienza e corpo, così come succederà mercoledì 22.

Centro della serata è l’incontro tra la carne straordinaria di Simone Fracassi e i suoi super salumi con i fitti e le pizze della Gatta.
Ogni portata sarà abbinata a due particolari Champagne, poi un rosato e un rosso ad accompagnare la pizza finale ripiena di “garofolato di manzo alla romana”.
Le pizze in tuto saranno quattro e di diverse tipologie:
pala romana per la prima, tonda romana la seconda, stile napoletano per la terza, quarta e conclusiva quella ripiena in due cotture. Aprono le danze i suppli ripieni di inflòussi napoletani e le crocchette pensate sulle melodie toscane.

Per assicurasi il proprio posto alla seconda edizione di “Tanto va la Gatta al lardo” cena evento con le carni carni della Macelleria Fracassi, chiamate la Gatta Mangiona!

La Gatta Mangiona – Via Ozanam 30 – Roma
Tel. 06.5346702
www.lagattamangiona.com

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