Sara De Bellis

Anno: 2023

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Il volume racchiude quello che per il Gambero Rosso è il meglio della ristorazione capitolina e laziale. E lo fa con circa 1000 indirizzi, dai ristoranti fine dining allo street food di qualità. A corredo anche una lista di indirizzi per una spesa d’autore. Nell’articolo una carrellata di premiati e qualche sbirciatina nella guida.

Presentata oggi la guida “Roma e il meglio del Lazio”, pubblicazione storica del Gambero Rosso che si avvicina a festeggiare i 35 anni di edizione. E lo fa con un’edizione rinnovata che ne migliora la fruibilità e la lettura. E’ infatti suddivisa per categorie che raggruppano i circa 1000 indirizzi tra fine dining, ristoranti, trattorie, bistrot, wine bar, birrerie, cucine internazionali, vegetariani, griglierie e pizzerie, insieme ai locali per una sosta veloce e/o informale.

C’è anche una sezione dedicata ai migliori locali per mangiare e bere a tutte le ore, dalle botteghe con cucina ai cocktail bar, dalle gelaterie ai caffè, pizzerie al taglio, paninerie, e street food di qualità. A corredo anche i più validi indirizzi per una spesa d’autore in città. La mappa si concentra su Roma, ma non mancano i dintorni, con i riflettori puntati sulle migliori insegne della regione.

TRE FORCHETTE

95
La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri – Roma
94
Il Pagliaccio – Roma
92
Pascucci al Porticciolo – Fiumicino (RM)
La Trota – Rivodutri (RI)
91
Enoteca La Torre a Villa Laetitia – Roma
Idylio by Apreda del The Pantheon Iconic Rome Hotel – Roma
Imàgo dell’Hotel Hassler – Roma
90
Glass Hostaria – Roma

Roma e le sue forti radici culinarie

Una città, Roma, che più di ogni altra di pari dimensioni, rimane profondamente attaccata alle sue radici gastronomiche e continua a misurarsi a tutti i livelli con i suoi piatti più simbolici.Per questo nella Guida vengono evidenziati Campioni della Tradizione, che interpretano al meglio il ricettario tipico, al fianco di premi speciali come Valorizzazione del Territorio (in collaborazione con Casale del Giglio), che quest’anno è andato alla Nù Trattoria di Acuto (in copertina), e a quello Ambasciatori Fondazione Gambero Rosso, conferito a un’insegna solida, nel cuore di Roma, come Il Sanlorenzo di Enrico Pierri.

TUTTI I TRE GAMBERI

Roma e i Nuovi format

L’ondata legata al vino è forse quella più evidente nelle tendenze ristorative capitoline: le selezioni enologiche stanno infatti ridisegnando il panorama del bere cittadino con locali interamente settati sul prodotto artigianale, sia in cantina che nei piatti, piattini e bancone.

Per citarne alcuni: Bar Bozza, L’Antidoto, La Mescita e quest’anno Avanvera, Ciaparat, Lento e Ruvido: nel caso di quest’ultimo, con una commistione armonica cibo/vino così ben riuscita da meritare il premio speciale Novità dell’Anno (in collaborazione con Krombacher), insieme al ristorante Orma, alla trattoria Li Somari di Tivoli e alla piccola bottega Forme – Dispensa a Ripa. Sul fronte Multietinco i “3 mappamondi” vanno invece al riferimento romano per la vera cucina nipponica e kaiseki Kohaku e a Dao Restaurant.

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“Bob Noto” di Maretti Editore non è un libro di cucina. Sono 192 pagine dedicate a fotografia, grafica e gastronomia, arricchite da ricordi e parole di amici e chef, che fissano sulla carta il multisfaccetato mirabile racconto di un uomo extra-ordinario, pioniere della Food Photography e antesignano delle dimensioni intellettuali legate all’alta cucina.

Palato straordinario, fotografo, designer, grafico, viaggiatore gastronomico. Bob Noto, ammesso che esista un tempo giusto per farlo, ci lasciati molto prima di quanto avrebbe dovuto. Ma il suo passaggio è stato così incisivo da aver rivoluzionato per sempre l’alta cucina, la percezione estetica di un piatto e il racconto di una dimensione culturale.

Classe ’56, globetrotter di ristoranti, un’esperienza personale accumulata con metodo e perizia ogni estate, una capacità unica di lettura del piatto e dell’idea che lo ha generato, Noto è stato il primo ad aver fotografato i piatti appena serviti al tavolo, il primo che con una macchina digitale che teneva sempre in tasca, un istante prima di mangiarlo, ha catturato l’emozione di un piatto – “sempre poi rigorosamente mangiato”, come affermava lui stesso – riconoscendogli valore artistico e intellettuale.

piccola macchina digitale che teneva sempre Tutti gli chef, italiani e non, ammiravano la sua capacità di giudizio sui piatti più all’avanguardia.

Ottanta fotografi diversi fotografano lo stesso piatto, sono convinto che ne risulterebbero ottanta immagini completamente differenti.

Bob Noto

Confidente degli Chef , ammirato per la sua capacità di giudizio sui piatti più all’avanguradia; per lo chef Ferran Adrià, genio spagnolo della cucina – tre stelle Michelin con ElBulli, nei pressi della città di Roses, in Catalogna – è stato “uno dei più grandi gourmet del mondo”. Grazie al suo estro e palato sopraffino, è diventato il perno su cui si è mosso il mondo dell’alta gastronomia italiana ed europea dall’ultimo decennio del Novecento sino alla sua prematura scomparsa nel 2017.

Torinese, riservato e rivoluzionario al tempo stesso, Maretti Editore gli ha così dedicato centonovantadue pagine pubblicate in lingua italiana e spagnola appartenenti alla collana “Cibo e Vino” e rivolto a Chef, gourmet, ristoranti stellati, amanti della food photography e del design. Curato da Luigina Tozzato, i testi sono di Marco Bolasco ed Eleonora Cozzella, mentre la postfazione affidata a Giuseppe Lavazza.

Oltre alle immagini il volume contiene le testimonianze di alcuni tra i più grandi chef e giornalisti italiani del settore.

Bob Noto, scomparso nel 2017, nelle sue opere, ha privilegiato le still life per catturare la concezione del piatto per lo Chef e far emergere il suo senso estetico. Le fotografie di Bob Noto si distinguono per lo stile metafisico, che consiste nell’eliminare tutto quello che è intorno al piatto e il piatto stesso. Se ne ricava un cibo sospeso come l’immagine che più lo rappresenta: venticinque piatti di Ferran Adrià, senza fronzoli né distrazioni.

Vivo i piatti dei grandi chef in senso metafisico e credo che il cibo debba essere immortalato in tutta la sua bellezza e importanza, sono delle vere e proprie sculture, tutto il resto è superfluo

Bob Noto

Bob Noto e la Prefazione di Ferran Adrià

Ricordo ancora la prima volta di Bob al ristorante elBulli. Era il 1993 e, in realtà, non avevamo alcuna referenza su di lui perché all’epoca non era così conosciuto tra i professionisti della ristorazione gastronomica. Salutò, dopo aver provato il menu degustazione, chiedendo di tornare il giorno successivo per provare altro della nostra offerta.

Fu in quella seconda occasione che, al termine dell’esperienza, mi avvicinai al suo tavolo e ci scambiammo la prima di una lista infinita di conversazioni straordinarie sulla cucina e anche sulla vita che ho avuto la fortuna di condividere con lui e la sua inseparabile compagna di viaggio, Antonella.

Già da quel primo incontro ho capito di trovarmi di fronte a una persona con una straordinaria capacità di analisi e con un talento per la degustazione innato. È stato un punto di partenza senza ritorno, l’inizio di una lunga amicizia molto profonda e intensa.

Bob ha vissuto con me tutta l’evoluzione della mia cucina, da quel primo momento in cui un menu prevedeva la degustazione di 7 o 8 portate fino al superamento dei limiti che io stesso sognavo, con menu lunghi e stretti fino a 44 portate. La ricerca di questi limiti era il motivo dei nostri discorsi, che alla fine si sono trasformati in autentici incontri intellettuali sulla cucina creativa, a un livello di eccellenza che mai avrei potuto immaginare.

La sua sensibilità e la sua capacità di analizzare il livello creativo erano straordinarie e a queste si aggiunse la passione per la liturgia del servizio che lo unì a Juli e a tutto il personale di sala per completare la sua visione a 360° di ciò che significa un’esperienza gastronomica di altissimo livello.

Inoltre, alla sua passione per la fotografia e la grafica si aggiunse un talento sempre più specializzato nella degustazione, tale da renderlo uno dei gourmet con la più grande cultura gastronomica dell’Europa a lui contemporanea. Il suo archivio fotografico è senza dubbio il miglior archivio di cucina creativa europea del suo tempo.

È stato un grande agitatore per la cucina italiana e spagnola, generando uno scambio culturale culinario senza precedenti. Offrì sempre una visione analitica, allo stesso tempo positiva e tracciò una linea da seguire per tutti i giovani talenti che emersero a livello creativo. Bob fu uno dei grandi. La storia della gastronomia avrà sempre il suo nome stampato a lettere d’oro.

L’ Archivio fotografico di Bob Noto comprende tutta la cucina europea testimoniando anche il suo personale talento degustativo rendendolo un’eccellenza nella cultura gastronomica dell’Europa contemporanea.Quest’anno alla manifestazione Buonissima di Torino svoltasi dal 25 al 29 ottobre 2023 è stato assegnato il Premio Bob Noto, dedicato alla memoria del fotografo che quest’anno è andato René Redzepi, chef del Noma di Copenaghen.

BOB NOTO – Maretti EDITORE

A cura di: Luigina Tozzato; Testi di: Marco Bolasco e Eleonora Cozzella; Prefazione: Ferran Adrià; Postfazione: Giuseppe Lavazza

Testimonianze di:
Massimiliano e Raffaele Alajmo; Roberto Casiraghi; Moreno Cedroni; Roberta Ceretto; Ezio Cerruti; Umberto Chiodi Latini; Costardi Bros; Carlo Cracco; Giacolino Gillardi; Guido Gobino; Paolo Marchi; Felice Modica; Luisa Pandolfi; Michele Perinotti; Paola Rampini; Davide Scabin; Francesca Sobrero

Chef fotografati:
Grant Achatz; Ferran Adrià; Luis Andoni Aduriz; Massimiliano Alajmo; Martín Berasategui; Massimo Bottura; Moreno Cedroni; Carlo Cracco; Enrico Crippa; Paolo Lopriore e tanti altri ancora

La casa editrice Maretti Editore

La Casa Editrice, con sede legale e operativa nella Città di Imola (BO), da qualche anno, detiene due brand editoriali da tempo affermati sul mercato dell’Editoria cartacea: “Maretti Editore” – che nasce nel 1999 da un progetto editoriale del giornalista e scrittore Valerio Riva in collaborazione e in amicizia con Carlo Ripa di Meana – e l’omonima “Manfredi Edizioni” – le cui idee giovani e competitive ai vertici, nulla lasciano al caso in termini di qualità, stile e innovazione.

In copertina BOB NOTO – Gianluca Biscalchin

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Sabato 25 e Domenica 26 novembre, ovvero il weekend più dolce della Capitale con assaggi, incontri, masterclass, talk e show cooking per celebrare tutti i sapori, le forme e i colori del mondo della pasticceria. Dove? Al Palazzo dei Congressi, Piazza John Kennedy 1, Roma.

Immaginate un palazzo sontuoso con un ingresso monumentale dal quale accedere. Uno spazio maestoso ed enorme pieno di profumi inebrianti e tanti stand quante sono le mille idee che possa contenere la parola “pasticceria”.


Un paradiso non solo per i golosi, ma anche per chi vuole scoprire come la pasticceria del futuro sposi i principi del benessere e della salute. 𝐃𝐨𝐥𝐜𝐞 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐅𝐞𝐬𝐭: 𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐨𝐫𝐝 𝐨𝐟 𝐏𝐚𝐬𝐭𝐫𝐲 è l’evento di aggregazione e formazione che avete sempre sognato e che apre il sipario oggi su tutto quello che di bello e di buono l’universo dei dolci ha da offrire, con due intense giornate, sabato 25 e domenica 26 novembre, che saranno ricche di appuntamenti con grandi maestri della pasticceria in un’atmosfera accogliente e informale nelle magnifiche sale di Palazzo dei Congressi.

Numerosi gli assaggi per conoscere i dolci della tradizione e le golose interpretazioni dei pastry chef più noti dello Stivale, ma anche tanta formazione e momenti di dialogo per rimanere aggiornati sui nuovi trend di settore, senza trascurare il divertimento che rende questo percorso alla scoperta dei dolci ancora più piacevole.


Abbiamo messo a punto un programma di attività ricco ed eterogeneo – commenta Giammarco Mineo,
ideatore del format e con Elena Morabito e Giuseppe Cicconi nel board di Alcama, la società che cura
l’organizzazione dell’evento- con l’obiettivo di far vivere un’esperienza quanto più immersiva possibile nel
mondo dei dolci. I visitatori potranno osservare i grandi maestri pasticceri all’opera durante i cooking show,
ma anche avvicinarsi alle tecniche e preparazioni con le masterclass che spaziano dall’abc della pasticceria
al cake design, il tutto passando da un assaggio all’altro tra gli stand dei nostri espositori
”.

I CONTEST 2023

Tra le tante attività Dolce Roma Fest mette al centro due contest che danno la possibilità a tutti i pasticceri
di confrontarsi con alcune preparazioni dolciarie: tema miglior maritozzo per i professionisti, miglior torta al
cioccolato e miglior torta decorata per i pasticceri amatoriali. Sarà poi una giuria tecnica a decretare i vincitori,
svelati durante il festival, che riceveranno come premio un’esclusiva masterclass di pasticceria.
Un altro tra i tanti appuntamenti imperdibili è il Contest Ugly cake: l’inedito concorso social ideato dal team
di DRF per celebrare non solo il meglio della pasticceria ma, in questo caso, anche le torte più brutte.
Partecipare è semplice: basterà pubblicare la foto della propria torta (brutta) taggando le pagine social
dell’evento. I primi 10 partecipanti avranno in regalo due biglietti d’ingresso all’evento e l’autore della torta
più brutta vincerà un’esclusiva masterclass di pasticceria.

OLTRE LA COLAZIONE

A Dolce Roma Fest non può mancare il momento dedicato alla colazione. Infatti i pasticceri del festival ogni
mattina daranno un caloroso benvenuto con cornetti appena sfornati ed i maestri della Latte Art dello
stand di Fattoria Latte Sano prepareranno straordinari cappuccini d’autore. Ma le attività presso lo stand
Latte Sano non si fermano alla colazione: qui l’arte del gelato incontra i lievitati dolci e salati e il meglio
della Mixology con un percorso a base di cocktail d’autore.

Dolce Roma Fest presenta inoltre Pastry Chef’s Secret, lo spazio Q&A che permetterà ai visitatori di
conoscere le tecniche, gli abbinamenti, la scelta degli ingredienti e tutti i segreti della pasticceria,
interfacciandosi direttamente con un mastro pasticcere che risponderà a tutte le domande del pubblico.

ATTIVItà per i Più PICCOLI

E per i più piccoli c’è il Pasticcio Miniclub, lo spazio dedicato a bambini e bambine con un programma ricco
di attività: dal laboratorio mani in pasta, alla ludoteca, all’Educational Gioco del Latte a cura di Fattoria
Latte Sano, fino all’area giochi, per imparare divertendosi con i propri genitori e gli altri giovani
appassionati.
Spazio anche al cake design per realizzare dolci creazioni buone da mangiare quanto belle da guardare,
insieme alle maestre dell’arte di decorazione che realizzeranno volti, fiori e personaggi natalizi in pasta di
zucchero e colori alimentari.

I PASTRI CHEF 2023

Nutrita la lista dei pastry chef pronti a conquistare il palato del pubblico di Dolce Roma Fest, tra cui:
Damiano Carrara, uno tra i pasticceri più amati d’Italia e grande interprete della pasticceria gluten free,
sarà protagonista di due imperdibili show cooking; Loretta Fanella, celebre volto della pasticceria
d’avanguardia, conquisterà il palato dei visitatori con lo show cooking sweet carbonara; Giuseppe Amato,
tra i migliori 10 Pastry Chef d’Italia ed insignito di molti altri premi a livello internazionale, sarà protagonista
del seminario sulla sostenibilità in pasticceria; Dario Nuti, Executive Pastry Chef del Rome Cavalieri
Warldorf Astoria Hotel 5 stelle L, presenterà la sua rivisitazione dei cantucci e vin santo. E ancora, in questa
due giorni ad alto tasso di gusto: Sara Papa, uno dei volti più talentuosi dell’arte bianca; Irene Tolomei,
pastry chef del ristorante stellato Aroma e Salvo Leanza, gelatiere e maestro dei grandi lievitati, Andrea
Fiori
grande sperimentatore e innovatore in pasticceria sarà protagonista della masterclass Dolci senza
lattosio e Alessandro Vassallo, coordinatore didattico dell’evento e docente di Italian Chef Accademy con i
suoi show cooking dai sapori di Sicilia.

SCOPRI IL PROGRAMMA SU www.dolceromafest.com


E ancora: Babbo Natale in painting con Mary Olana, sugar artist di fama internazionale che realizzerà un
dipinto a mano su placca di zucchero; Francesca Minnella pastry chef di Madeleine con lo show cooking
dedicato alla pasticceria francese; Lucio Forino, docente di alcune delle scuole più prestigiose d’Italia
presenterà il Mignon d’autore; Stefano Ceccarelli, esperto di pasticceria austriaca eseguirà lo strudel tirato
a mano e Anna Moroni, famoso volto televisivo della Prova del Cuoco, modererà alcuni interventi e sarà
giudice nei contest amatoriali.
E tante altre masterclass di biscotteria, pasticceria salata, vegana e gluten free a Dolce Roma Fest per
offrire una panoramica completa e golosa sulla pasticceria di ieri, di oggi e di domani.

ROMA DOLCE FEST
Palazzo dei Congressi – Piazza John Kennedy, 1, 00144 Roma
Giorni e orari di apertura:
Sabato 25 novembre ore 10.00 – 21.00
Domenica 26 novembre ore 10.00 – 21.00
Per info e ticket: www.dolceromafest.com – info@dolceromafest.com

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Torna l’evento enogastronomico che coinvolge chef, professionisti dell’enogastronomia, appassionati di cucina e vino. Dal 23 al 25 novembre sarà la Tribuna Autorità dello Stadio Olimpico di Roma a diventare palco della decima edizione con focus sull’ eccellenza culinaria e benessere fisico. Di seguito il programma dettagliato dell’Arena e delle aree Food Innovation, Food Experience e The Box.

Si svolgerà dal 23 al 25 novembre presso la Tribuna Autorità dello Stadio Olimpico di Roma, la decima edizione di Excellence, la kermesse enogastronomica che ogni anno riunisce il gotha della ristorazione capitolina e non solo con show cooking, talk e che coinvolgeranno chef e professionisti dell’enogastronomia.

Ad aprire le danze, il 23 novembre alle ore 14, ci sarà Giuseppe Di Iorio, chef dello stellato Aroma Restaurant che, in uno show cooking con la partecipazione del campione di nuoto Massimiliano Rosolino, realizzerà un piatto ispirato alla tradizione natalizia – Risotto con lenticchie della Tuscia, salsiccia di Bra e pecorino romano – che ben si sposa con la filosofia di questa decima edizione a metà tra gusto, territorio e sana nutrizione poichè punta a valorizzare un prodotto locale in questo caso i legumi laziali, in grado di fornire all’organismo umano un ottimo apporto di calorie e nutrienti.

A seguire, sempre nella giornata di giovedì 23, Gino Pesce, chef e patron del ristorante Acqua Pazza di Ponza, accanto a un altro esponente del mondo dello sport, Andrea Lo Cicero, porterà il suo concetto di sostenibilità e benessere attraverso un “Dentice al sale, alghe e ricci di mare”, una portata leggera e a basso contenuto di grassi ma ricca di gusto.

Dal 23 al 25 novembre la possibilità sarà quella di assaporare le eccellenze del Made in Italy, organizzare incontri B2B, partecipare ad approfondimenti formativi e ad attività di ricerca nel settore alimentare, mentre 100 chef  – provenienti da ristoranti stellati e non – si esibiranno in spettacoli culinari; non mancheranno poi convegni, talk show, seminari, degustazioni e masterclass.

Oltre 50 i cooking-show tutti all’insegna della Cucina salutare e per sportivi in onore al padrone di casa dello Stadio Olimpico, Sport e Salute.Nei congressi e seminari spiccano grandi nomi come Francesco Apreda di Idylio by Apreda, Giuseppe Di Iorio di Aroma Restaurant, Gino Pesce di Acquapazza e Iside De Cesare de La Parolina, Ciro Scamardella di Pipero, Andrea Pasqualucci di Moma, Fabio Verrelli D’Amico di Materiaprima Osteria Contemporanea, Alessandro Rossi di Gabbiano 3.0, Cristina Bowerman di Glass Hostaria, Andrea Antonini di Imàgo, Roy Caceres del neo ristorante stellato Orma e Anthony Genovese chef del ristorante “Il Pagliaccio” di Roma, oggi 2 Stelle Michelin.

A partecipare ad alcuni dei cooking show con gli chef dei ristoranti stellati anche alcuni campioni sportivi d’eccezioneMassimiliano Rosolino, Campione Olimpico di nuoto a Sydney nel 2000; Manuela Di Centa, Campionessa Olimpica di sci di fondo a Lillehammer nel 1994; il rugbysta Andrea Lo Cicero (103 presenze in Nazionale); Stefano Tilli, campione europeo dei 60 metri indoor a Budapest nel 1983; Stefano Maniscalco, Campione del mondo seniores di karate per 2 edizioni e 50 volte campione europeo.

PER IL PROGRAMMA COMPLETO CLICCARE QUI

Ma non è tutto. Nel corso di Excellence 2023 grande spazio sarà dedicato all’Associazione Italiana Gelatieri che organizzerà la Coppa Italia di Gelateria 2023 e il Gelato World Heritage 2023 al quale parteciperanno ambasciate, enti istituzionali e culturali dei paesi europei. In questo ambito sarà presente anche Onorio Vitti, patron di Vitti Gelateria dal 1898, che il 24 novembre alle ore 16:00 sarà nominato Ambasciatore del Gelato Italiano nel Mondo. “Sono molto orgoglioso di questo riconoscimento da parte dell’Associazione Italiana Gelatieri. La mia è una delle più antiche famiglie di gelatieri. Si tratta di una tradizione che viene tramandata di padre in figlio da ben 5 generazioni attraverso un costante studio e una continua innovazione sul gelato. Proprio per questo sono molto fiero” commenta Vitti.

QUANDO: dal 23 Novembre 2023 al 25 Novembre 2023

DOVE: Stadio Olimpico – Piazzale del Foro Italico

ORARI: dal 23 al 25 novembre 2023
Stadio Olimpico – Tribuna Autorità

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Grande attesa e grandi novità per la seconda Edizione di “EaT – Enogastronomia a Teatro” la rassegna che, dal 23 al 26 novembre, porta in scena al Caio Melisso e al Teatrino delle sei di Spoleto un’ appetitosa varietà di spettacoli che coinvolgono tutti i sensi.

“L’Arrosto e Arcano”, “Dialogo di una donna con Pecorino”, “Degustazione in 4 atti”, “Memorie di un Barista”, “Food Ensemble , il Concerto che puoi mangiare” sono solo alcuni dei titoli delle performace artistiche ed enogastronomiche che andranno in scena dal 23 al 26 novembre a Spoleto sotto l’insegna di EaT Enogastronomia a Teatro.

Anche gli spazi saranno di gran pregio – il più antico teatro all’italiana della città di Spoleto, il Caio Melisso, e il Teatrino delle sei – palchi scelti appositamente per ospitare i quattro giorni di un vero e proprio festival dedicato al teatro del cibo, voluto per coinvolgere in maniera attiva e innovativa pubblico e attori che saranno seduti allo stesso tavolo, mentre cibo e musica andranno in scena sulla stessa ribalta.

Questo è il vero inizio per noi – affermano gli organizzatori Anna Setteposte e Andrea Castellani – lo scorso anno abbiamo sperimentato questo format e i risultati raggiunti hanno superato ogni aspettativa. Quest’anno abbiamo deciso di aumentare tutto: spettacoli, giornate e creatività. Inoltre, alcuni spettacoli sono stati selezionati con il bando Play EaT al quale hanno aderito tantissime compagnie, segno che la manifestazione sta iniziando a crescere”.

Una manifestazione – dichiara la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei che riesce a mettere insieme delle eccellenze del nostro territorio, come sono i prodotti enogastronomici, portandoli al centro di ben due palcoscenici, quello del teatro Caio Melisso e il Teatrino delle sei di Spoleto, e abbinandoli a teatro e musica, andando così a creare veri e propri spettacoli che coinvolgono tutti i sensi degli spettatori in un evento unico nel suo genere che va ad arricchire il panorama delle proposte che la nostra regione è in grado di offrire”.

Le Novità 2023

Le grandi novità del 2023 partono dal Premio Umbre Best Experience promosso dalla rete al femminile con vocazione turistica “UMBRE” (United Marketing for Business and Regional Experience) e destinato alle migliori e più innovative esperienze turistiche realizzate sul territorio. Si prosegue con Pasticceri. Io e mio fratello Roberto di e con Roberto Abbiati e Leonardo Capuano a cura della Compagnia Orsini. I due fratelli pasticceri, portano in palcoscenico un laboratorio (vero) di pasticceria, frullano ragionamenti e montano albumi di neve, realizzando ben sette torte tra profiteroles, gianduia e charlotte. Immancabili sono anche il nuovo spettacolo FoodEnsemble – Il concerto che puoi mangiare, un’esperienza sensoriale da vivere come un concerto, uno spettacolo da gustare come una cena e la degustazione del Re dei bianchi umbri, con la Spoleto DOC Trebbiano Spoletino, sapientemente raccontato e gustato dal giornalista Francesco Saverio Russo. Torna Daniele De Michele ‘Donpasta’, dj, economista e appassionato di gastronomia con uno spettacolo completamente nuovo con 4 ospiti d’eccezione pronti a sfidarsi davanti al pubblico votante: Giorgione, Carlotta Delicato, Le Sorelle Passera e Guido Farinelli che poteranno sulla “tavola” di Eat ognuno il suo piatto abbinato ad un disco.

L’attenzione che il pubblico e gli operatori del settore hanno manifestato lo scorso anno nei confronti della prima edizione di Eat Enogastronomia a teatro – afferma il primo cittadino di Spoleto Andrea Sisti -, è la dimostrazione di come una formula innovativa, per certi aspetti anche suggestiva, possa non solo riscuotere successo, permettendo al contempo di conoscere le produzioni tipiche del nostro territorio in maniera originale ed interessante, ma anche fare vivere un’esperienza unica in una location d’eccezione come il Teatro Caio Melisso.

Quest’anno EaT, il festival del teatro dedicato all’enogastronomia, raddoppia: oltre al Caio Melisso, splendido esempio di teatro all’italiana, la rassegna presenta alcuni spettacoli al Teatrino delle sei in pieno centro storico. Sarà proprio questo luogo suggestivo ad ospitare le produzioni teatrali selezionate attraverso la call Play EaT, novità dell’edizione 2023, uno spazio riservato ai migliori spettacoli teatrali legati all’universo dell’enogastronomia. Gli spettacoli, scelti con la collaborazione di Alessandro Sesti, direttore di Strabismi Festival, porteranno nel territorio umbro le eccellenze dello spettacolo dal vivo: tra le 50 compagnie da tutta Italia che hanno risposto al bando sono stati selezionati 2 spettacoli. 

  • Con “Dans la cuisine” siamo in Belgio: Mélanie prova a cucinare le tagliatelle al ragù secondo la ricetta di sua nonna Anna. Un ribollire culinario, musicale ed emozionale, mentre si prepara, con il pubblico, un pasto in onore dei propri antenati. Questo esempio di ‘teatro surrealista-documentato’ avrà sul palco Lisa Tonelli, per la regia di Emeline Marcour;
  • Dalla call Play EaT arriva anche “Il talismano della felicità. Ricettario per due portate: l’Arrosto e Arcano I” di Collettivo lunAzione che vede protagoniste le attrici-cuoche Martina Di Leva e Cecilia Lupoli. Due fulminanti monologhi al femminile in cui il cibo è protagonista di vicende spiazzanti e grottesche: ne “L’arrosto” una donna legata alla sedia instaura un irresistibile dialogo dal sapore beckettiano con il suo aguzzino, mentre in “Arcano I” a parlare è la celeberrima assassina Leonarda Cianculli, che ci conduce negli inquietanti meandri della sua macabra vicenda;
  • Sempre il Teatrino delle sei sarà la location di due stand-up comedy come le “Memorie di un barista” di e con Alessandro Sesti: l’autore racconta le confessioni ricevute dietro al bancone di un bar quando cercava di mantenersi prima di iniziare a vivere di solo teatro e il “Monologo di donna con pecorino” di e con Giulia Cerruti, un simpatico affresco di delusioni d’amore raccontate con cinica ironia, ma anche una riflessione su alcune aspettative della società di tutti i tempi nei confronti delle donne;
  • Per chi vuole scoprire attraverso le ricette del territorio alcuni momenti decisivi della storia locale c’è, infine, “Viaggio gastronomico nella storia di Spoleto”, in programma al Teatrino delle sei. Guido Farinelli guiderà gli spettatori dal passaggio di Federico Barbarossa ai banchetti rivoluzionari della Repubblica Romana e ai movimenti anticlericali. Lo spettacolo sarà accompagnato dalla degustazione di strangozzi alla spoletina.

Un incontro sarà, invece, dedicato agli studenti degli istituti alberghieri dell’Umbria per imparare insieme allo chef Lorenzo Cantoni che in cucina l’olio non è solo un ingrediente, ma una maniera di pensare.

Per conoscere il programma completo CLICCA QUI!

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Dal 21 al 23 novembre The St. Regis Rome presso il Lumen Cocktails & Cuisine, ospita la seconda edizione di Arte di Vivere, Festival cammeo aperto alla città dove l’arte, la musica, la cucina e il buon bere s‘incontrano riuniti da qualità ed eleganza con ospiti speciali come Stefano Di Battista Quartet, Dadà, Ricky Tognazzi, Elena Salmistraro e Hiroshi Sugimoto.

Torna l’atteso appuntamento al The St. Regis Rome con l’Arte di vivere. Un’ Arte di Vivere che, come ha saggiamente scritto Henry Miller “consiste nel saper mescolare bene il dimenticare e il ricordare“, attività perfette da far accomodare a tavola o al bancone che, disinvolte, sanno sorseggiare tè, cocktail e champagne, si nutrono di bellezza ascoltando buona musica, e non si stancano mai di salire e scendere le scale delle emozioni ma anzi sono sempre liete di accogliere un invito per farlo.

Così, The St. Regis Rome, dal 21 al 23 novembre, lancia il proprio “invito alla vita” e annuncia la seconda edizione di Arte di Vivere, Festival cammeo aperto alla città dove l’arte, la musica, la cucina e il bere miscelato s‘incontrano riuniti da qualità, fascino ed eleganza, creando nuove sinergie tra dimensioni romane e ospiti internazionali come con ospiti speciali come Stefano Di Battista Quartet, Dadà, Ricky Tognazzi, Elena Salmistraro e Hiroshi Sugimoto.

Dove? Sarà il Lumen Cocktails & Cuisine, vero e proprio cuore pulsante dell’albergo, a diventare palco, bancone e spazio multiculturale per confrontare idee e riflessioni in salotti enogastronomici artistici, distinti dall’ospitalità firmata The St. Regis Rome e Francesco Donatelli executive chef, che riscoprono il bisogno di un nutrimento più profondo connesso a quello di ritrovare dimensioni culturali che esprimano la variopinta ricchezza dello stile italiano.

Qualche highlights dal programma: il Lumen TalkRoma è Artigianato del Lusso con dimostrazione dal vivo di artigiani e botteghe storiche di Roma, il 21 novembre alle h 19; la Opening Dinner (il 21 novembre alle h 21) a cura dell’executive chef Francesco Donatelli con Stefano Di Battista Quartet; il Pranzo del 22 novembre nella Credenza Di Augusto 1894, con specialità di mare a cura del Ristorante La Scogliera, La Maddalena con Max Massaroni al piano bar; l’evento di lancio del quarto capitolo della Signature Glass Collection del St.Regis Rome – l’Alchimista – con la designer Elena Salmistraro e signature cocktail in collaborazione con Jerry Thomas – alle h 19 del 22 novembre, seguiti dalla live performance di Dadà alle h 20; la cena in collaborazione con Benito al Bosco, con ospite Ricky Tognazzi, il 22 alle h 21; il vernissage di Hiroshi Sugimoto “Viaggio in italia” con Galleria Continua alle h 18.30 del 23 novembre.

Il programma completo di Arte di Vivere 2023

Di seguito il calendario completo con il programma e gli eventi di tutte e 3 le giornate.

Ogni singolo appuntamento è aperto agli ospiti dell’hotel e ospiti esterni. Le esperienze sono tutte prenotabili e fruibili. Per conoscere i menu degli appuntamenti a tavola, i piatti e gli abbinamenti dei Ristoranti, CLICCATE QUI!

The St. Regis Rome, LUMEN Cocktails & Cuisine

INDIRIZZO: Via Vittorio Emanuele Orlando, 3
Roma, Italia 00185

+39 06 4709 2740 | Email: lumenrome@stregis.com

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Le ultime “mode in griglia” riscoprono tagli meno noti che regalano sapori di carattere e inattese succulenze. Scopriamo quali insieme ad Alessandro Soderi di Macelleria Soderi, Bottega storica fiorentina che dal 1875 lavora carni di grande pregio continuando ad aggiornarsi sulle varietà.

I Tagli più richiesti sono sempre quelli “standard” – mi racconta Alessandro Soderi, macellaio intellettuale di Macelleria Soderi 1875 – adesso stiamo sriscoprendo i tagli che vengono dall’America, intesa sia come Stati Uniti sia come America Latina. Per esempio il Diaframma, la Flat iron stick, ovvero una parte di Spalla o Cappello del Prete – caratterizzato da una linea di tessuto connettivo centrale che corre parallelamente al muscolo e che, sciogliendosi, la rende particolarmente gustosa -; o il Brisket ovvero punta di petto, che a Firenza si chiama “pera”. Poi c’è l’Asado, con il quale intendiamo la pancia, più grassa, da tagliare e servire a strisce sottili. Sempre attingendo dalla cultura dell BBQ, che sia America o Oriente, il divertimento sta nel giocare con le affumicature, le marinature e le lunghe cotture.

Andiamo a conoscerli meglio, uno per uno.

Diaframma

Il diaframma è un taglio del manzo molto sottovalutato, dal costo contenuto ma estremamente saporito e succulento, è ideale da cucinare alla griglia. Sottile e dalla forma stretta e allungata è ricco di tessuto connettivo, le fibre lunghe lo rendono una bistecca coriacea se non viene affettata in striscioline sottili nel verso corretto. Situato in prossimità delle ultime costole e dello sterno dell’animale, è un muscolo che lavora moltissimo e che sostiene gli organi interni, irrorato da molti vasi sanguigni si presenta in un colore rosso scuro ricchissimo di ferro. Ancora poco diffuso qui in Italia è molto apprezzato negli Stati Uniti (Skirt Steak) ed in Sud America (Entraña).

Picanha

Detta anche codone, la Picanha è un taglio di carne che si è affermato negli ultimi tempi. Di origine brasiliana, Regina del Churrasco, questa pezzatura ha conquistato in breve tempo tutti gli appassionati di carne del mondo grazie al suo sapore molto piacevole, alla consistenza morbida e gusto persistente.

Flat iron Steak: il cappello del prete al bbq

Estremamente tenero, ben marmorizzato e saporito: il cappello del prete aka Flat iron steak è ottimo per essere cotto alla griglia. Un taglio di carne dai mille nomi e con mille modi per cucinarlo: la versatilità è il suo forte. Si presta perfettamente per le cotture lente o lentissime al forno o al barbecue, perfetto quindi per brasati, lessi, bolliti, arrosti e spezzatini. Ma, vogliamo inserirlo nelle migliori carni da grigliare perchè i cugini americani, in fatto di carne – ancora una volta – la vedono lunga.

Bottom Sirloin o Trip Trip, anche detto Spinacino, Fianchetto o Tasca di Bovino

Uno dei tagli provenienti dalla parte più bassa della lombata. Può prendere il nome di tasca, sottopesce o fianchetto, mentre negli Stati Uniti è più noto come Tri tip o Santa Maria, dallo stile barbecue tipico dell’omonima valle meridionale della California che si estende dalle coste del Pacifico fino alle montagne dell’entroterra nella contea di Santa Barbara. (link e ricetta in fondo all’articolo)

Comunemente chiamato “tasca di bovino” è un taglio di carne che conosciamo tutti perchè si presta per molti piatti della cucina italiana. Pochi però ne conoscono la versione alla brace dello spche i cugini oltreoceano chiamano anche Trip Trip o Bottom Sirloin che viene spesso ritrovato nell’Asado accompagnato dalla famosissima salsa Chimichurri. Essendo però un taglio abbastanza piccolo e magro, se cucinato al barbecue richiede una cottura molto veloce, preceduta anche da una generosa marinatura per rendere la carne più morbida e ancor più gustosa.

Beef brisket: punta di petto al barbecue

Un taglio di carne molto grosso e impegnativo da preparare perché presenta molto tessuto connettivale e necessita quindi di lunghe cotture per risultare morbido. Ecco perché, sperimentare e cucinare il Beef brisket al barbecue potrebbe essere una valida alternativa per creare un piatto che richiama la vera tradizione texana.

Asado de tira: taglio reale di manzo la carne al bbq all’argentina

Senza viaggiare fino alla lontana Argentina, in Italia, per ricreare questa tipica cottura del sud america si utilizza il taglio reale di manzo. In questo caso stiamo parlando di una striscia di carne e osso ricavata dalle prime 4 costole del bovino perfetta per la preparazione di moltissime ricette lunghe e in umido, però per rientrare in questa classifica, la cottura alla griglia gli sa rendere davvero onore.

Top Sirloin 

Credo che la brace oggi debba essere una fusione tra la brace classica e la brace moderna, che un’unione tra tagli che permettono di sedersi e mangiare subito -come la più nota bistecca – e tagli, con preparazioni preparazioni dedicate, che attingono a culture diverse dalla nostra, per scoprire un mondo di sapori nuovi, molto oltre preconcetti e confini.

Alessandro Soderi – Macelleria Soderi dal 1875 | Firenze – Mercato Centrale

Tomahawk

L’ultimo (non per qualità) dei migliori tagli di carne è la Tomahawk. Si tratta di una pezzatura dalla forma molto particolare e ben riconoscibile: infatti la polpa della carne è attaccata ad un osso (appartenente alla costola del bovino) molto lungo che può raggiungere anche i 30 cm. Questo taglio di carne è perfetto per la griglia: posto su una fonte di calore intenso, forma una leggera crosticina sulla superficie, davvero piacevole da addentare. All’interno non deve essere cotto troppo per poter sprigionare, attraverso i succhi, tutto il suo sapore straordinario. Ma a questo dedicheremo una “puntata” a parte. Vuoi sapere tutto sulla Tomahawk, La Rock Star della griglia? Clicca qui!

Tra le “Mode” delle quali siamo ben contenti ci sono anche le Beef Ribs, ma questo merita un approfondimento a parte!

In copertina lo Spinacino o Fianchetto – Autore: Victor Protasio / approfondimento e ricetta al link

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Roma e le nuove regole per dehors, tavoli all’aperto e pedane. Gli arredi uguali per tutti, ma la Capitale sarà divisa in tre grandi zone: Suburbio, Città storica e sito Unesco. Se ne parla oggi 16 e il 20 novembre a tu per tu con FIPE Confcommercio Roma. Segui il Link per partecipare!

Tre zone della città con regole diversificatestop alle pedane nelle zone di pregio del centro, arredi uniformati per dare qualità e decoro: la giunta capitolina di Roberto Gualtieri ha varato un nuovo regolamento per mettere ordine nei dehors, i tavolini all’aperto proliferati in città in particolare con il Covid. Il piano dovrà passare ora al vaglio dei Municipi e poi in Assemblea capitolina per il voto finale. Un testo che arriva a valle della proroga delle concessioni Covid fino a dicembre 2024 votata dal Parlamento qualche giorno fa.

«La filosofia – ha spiegato – è quella dell’equilibrio che tutela le zone pregiate e favorisce le attività all’aperto con criteri più rigorosi e omogenei. Il regolamento vuole migliorare la qualità delle nostre strade, renderle più vive e più animate e nel contempo recuperare la tutela e il decoro di zone che hanno sofferto». Zone che ora, secondo l’assessora al Commercio Monica Lucarelli, sono decisamente sature: «Col Covid c’è stato un +500% rispetto all’ordinario. Con il nuovo regolamento ci sarà un passo indietro», con l’alleggerimento di rioni come Trastevere Borgo, mentre rispetto all’assetto pre-Covid «tendenzialmente non ci sarà una riduzione della superficie concessa» ma «una maggiore omogeneizzazione e regole certe».

Se ne parlerà in modo più approfondito alla luce delle nuove linee guida che andranno a regolamentare le “Osp” – le occupazioni di suolo pubblico nel Comune di Roma, elencate nel documento presentato ieri mercoledì 15 novembre in Campidoglio – il 16 novembre al Duke’s (Viale Parioli, 200) e il 20 novembre a Saltimbocca San Lorenzo ( Via dei Falisci 1/5) con Fipe Concommercio Roma che incontrerà i Ristoratori e discuterà a Tu per Tu problematiche e soluzioni.

Per prenotare cliccare i link nelle grafiche.

Le tre zone

Nel merito, la citta sarà divisa in tre zone: Suburbio, Città storica, e Sito Unesco, a sua volta diviso in tessuti urbanistici: T1 la zona fino al medioevo, T2 la Roma rinascimentale, T3 la ristrutturazione otto-novecentesca e così via. Per determinare gli spazi esterni concedibili sarà conteggiato non solo lo spazio di somministrazione ma anche la cucina o i servizi, ha spiegato Lucarelli. Per il Suburbio si potrà concedere fino al totale della superficie di riferimento, nella Città storica fino ai due terzi. Per il sito Unesco: da T1 a T3 non più di un terzo, da T4 fino alla metà. Se l’80% dei locali che insistono sulla stessa strada o piazza presentano un progetto unitario, allora scatterà – previo parere della Soprintendenza – un bonus del 20% sulla superficie

In base a questa suddivisione verrà concesso suolo pubblico in base alla superficie dei locali ma cambia il metodo: si passa dal 100 per cento del fronte vetrina, per la massima superficie dell’occupazione concedibile, a una percentuale della somma delle superfici di somministrazione, servizi igienici e locali di lavorazione e cucine che varia in base all’area in cui si trova l’attività. In sostanza più grande è la cucina, ad esempio, più spazio l’esercente potrà richiedere ma se nel suburbio l’occupazione di suolo sarà concedibile fino a un massimo dei tre terzi della superficie, nell’area Unesco si scende a un terzo. 

Catalogo degli arredi

Stop agli ombrelloni di plastica o a sedie inguardabili davanti ai monumenti più belli della città. Il regolamento contiene il nuovo catalogo degli arredi, condizione necessaria per avere, in futuro, la concessione di suolo pubblico. Non solo. Sarà disponibile anche un “griglia”, quindi una lista di arredi già vagliati dalla Sovrintendenza. Chi sceglierà quegli articoli potrà beneficiare di procedure per l’autorizzazione più veloci rispetto a chi, invece, utilizzerà arredi diversi.

Altre regole

Gli esercenti dovranno esporre una piantina con l’autorizzazione dell’Osp. Rientra poi in vigore, rispetto al periodo emergenziali del covid, l’obbligatorietà di una relazione tecnica prima di poter posizionare tavolini e sedie e non si potrà più presentare il progetto come una scia ma con una richiesta di concessione al municipio di appartenenza.

Pedane

Nuove prescrizioni anche per le pedane, previste solo dove il marciapiede non ha l’ampiezza disponibile per posizionare i tavolini. Queste, inoltre, non si potranno usare nel sito Unesco dal T1 al T3, mentre negli altri casi servirà sempre il benestare della Sovrintendenza. Inoltre, per quanto riguarda la superficie complessiva degli Osp, il nuovo regolamento non porterà, di fatto, ad una riduzione dello spazio occupato.

È un regolamento di particolare importanza per la città di Roma che viene da regole vecchie e da una lunga fase di deroga dovuta al covid. Una situazione che determinato un’insufficiente regolamentazione anche sulla qualità dell’occupazione di suolo pubblico nella nostra città.

Abbiamo comunque il dovere di dotare Roma Capitale di una disciplina più moderna ed adeguata, tenendo conto dei cambiamenti che il covid ha mostrato possano essere anche positivi e di una maggiore animazione e presenza di attività di somministrazione dove ci sono strade o parcheggi bui. In questo modo non ci saranno vantaggi solo a livello economico ma anche per la qualità e la vita dei quartieri.

Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma

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La festa di San Martino, tra liturgia cristiana e mondo contadino, raddoppia nella Tuscia viterbese il 17|18|19 novembre con vino e olio novello, taverne aperte e piaceri della tavola, stand di prodotti tipici, rievocazioni, antichi mestieri e visite guidate nei luoghi più significativi di Vignanello.

A pochi km (18,5) da Viterbo, a 369 metri d’altezza, tra boschi, torrenti, campi coltivati, casolari e borghi, trovate il caratteristico borgo di Vignanello, famoso per il suo possente Castello Ruspoli e gli splendidi giardini che si aprono alle spalle dell’edificio. In questo scenario di Tuscia viterbese ha preso vita la Festa di San Martino, all’insegna di olio e vino novelli nonché dei migliori piatti della gastronomia locale.

“I sapori e i profumi dominanti nelle vie medioevali di Vignanello – annuncia la Pro loco – saranno infatti quelli dell’uva appena trasformata nel “nettare di Bacco” e delle olive nel pieno della molitura. Profumi che si aggiungeranno ai tepori delle caldarroste appena sfornate dalle grandi teglie collocate nelle vie del borgo”.

Il 17|18|19 novembre, raddoppia quindi la Festa di San Martino e tingerà Vignanello dei colori brillanti del vino e dell’olio, con un ricco programma dedicato alla scoperta del territorio: itinerari del gusto, focus di esperti del settore, rievocazione di antichi mestieri, cortei in costume e spettacoli di musici e sbandieratori, oltre a visite guidate nei luoghi più caratteristici del paese. Sarà infatti possibile visitare il Castello Ruspoli con i suoi meravigliosi Giardini, i ”Connutti” della Vignanello sotterranea e la Barocca Chiesa Collegiata.

Gli itinerari dei sapori ci condurranno inoltre in oleifici e cantine, dove sarà possibile degustare, acquistare i prodotti ed esplorare da vicino il mondo della produzione e trasformazione dell’olio e i segreti del vino novello: tra le tappe toccate gli uliveti, il Frantoio Cioccolini e le storiche cantine scavate nel tufo.

Per l’occasione verranno allestite quattro taverne, in cui sarà possibile gustare i piatti caratteristici della migliore tradizione vignanellese, da segnalare gli gnocchi fatti a mano “co’ a grattacacio”, le “bertolacce”, i “crucchi” e il “pamparito”, pane locale a forma di maritozzo con un pugno di anice. Una nei locali delle Segrete del Castello Ruspoli, la Taberna Julianellum, la Cantina 1983 del comitato festeggiamenti S.Biagio e S.Giacinta, la Cantina Nuovi Angeli Custodi.

Nel weekend sarà presente anche un mercatino dell’artigianato, di prodotti enogastronomici e produttori locali. Per i camperisti, provenienti da tutta Italia, sarà allestito uno spazio per il raduno con punto di accoglienza. Nel corso delle giornate di festa spettacoli itineranti e cortei storici in costume animeranno le vie del paese trasportandovi in un’atmosfera rinascimentale tra rievocazioni, ricostruzioni storiche degli antichi mestieri, spettacoli di gruppo di “Sbandieratori e Musici”.

FOCUS FESTA DI SAN MARTINO

La Festa di San Martino dell’11 novembre è una ricorrenza molto sentita in tanti paesi e cittadine d’Italia, tanto che Giosuè Carducci si ispirò a questa data – che in molte zone era un giorno non lavorativo – per comporre una delle sue poesie più celebri, San Martino appunto.

Il culto di San Martino è strettamente legato a riti e usanze della tradizione contadina. Lo stesso giorno di San Martino cade proprio in un periodo di gran fermento per il mondo campestre. In questi giorni infatti nei vigneti si aprono le botti per i primi assaggi del vino “novello” (da qui il detto: “a San Martino ogni mosto diventa vino“) e in antichità era pratica comune rinnovare i contratti agricoli e tenere grandi fiere di bestiame.

IL PROGRAMMA

VENERDI 17 NOVEMBRE

15:00 Apertura Accoglienza Camper 

15:00 e 16.15 Visite guidate al Castello Ruspoli

20:00 Apertura taverne e ristoranti 

22:30 KOSAKUSTICA Musica live in piazza della Repubblica

SABATO 18 NOVEMBRE

09:00 Apertura Accoglienza Camper 

10:00 Apertura punti vendita Olio e Vino (Corso Matteotti)

10:00 Apertura mercatino dell’artigianato (Corso Garibaldi)

10:00 Apertura percorso degli antichi mestieri (Vicoli del centro storico)

10:30 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza piazza della Repubblica) 

12:30 Apertura taverne e ristoranti  

15:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza piazza della Repubblica) 

16:00 Saluto di benvenuto Raduno Camper “Francesco Annesi” 

16:30 Spettacolo del Gruppo tamburi città di Giarratana

16:30 Degustazione guidata impariamo a conoscere l’olio

18:00 Rievocazione Storica “La Rivolta del 1553”

19:30 Apertura taverne e ristoranti

22:30 TRE PAZZI AVANTI Musica live in Piazza della Repubblica

DOMENICA 19 NOVEMBRE

09:30 Trekking escursionistico di 5 km (Partenza piazza della Repubblica)

10:00 Apertura mercatino dell’artigianato (Corso Garibaldi)

10:00 Apertura punti vendita Olio e Vino (Corso Matteotti)

10:00 Apertura percorso degli antichi mestieri (Vicoli del centro storico)

10:30 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza piazza della Repubblica)

11:45 Sfilata per le vie del paese del Corteo Storico Julianellum1536 

12:00 Degustazione guidata impariamo a conoscere il vino 

12:30 Apertura taverne e ristoranti   

15:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza piazza della Repubblica)

15:30 Spettacolo giocoleria itinerante

16:30 Degustazione guidata impariamo a conoscere l’olio 

17:30 Spettacolo degli Sbandieratori e Musici di Vignanello (Piazza della Repubblica)

Il programma e tutti i dettagli sono disponibili nel sito www.prolocovignanello.org e sulla pagina FB @prolocodivignanello. Per informazioni è possibile contattare il numero 0761 754965.

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Sul rooftop dell’Aleph Rome Hotel arrivano i menu speciali di Carmine Buonanno e – il 16 novembre – una cena a quattro mani con lo chef Matteo Cameli per celebrare l’autunno, la stagione del tartufo!

Il tartufo, con il suo aroma terroso e il suo sapore inconfondibile, è una delle prelibatezze culinarie più ambite al mondo. Carmine Buonanno, executive chef dello Sky Blu Restaurant all’Aleph Rome Hotel, vuole dare massima importanza a questo incredibile ingrediente, tesoro della terra, proponendo menu e piatti ispirati alla stagione del foliage.

Presso lo Sky Blu Restaurant, sul rooftop dell’albergo alle falde di Via Veneto, in questo autunno proporrà anche un appuntamento speciale: il 16 novembre si terrà infatti una cena a quattro mani che vedrà la collaborazione tra l’Executive Chef Carmine Buonanno e lo chef Matteo Cameli di “Al Vecchio Convento” di Portico di Romagna per unire a tavola il meglio della ricerca e della tradizione e fare del tartufo il grande protagonista.

Durante questa esperienza gastronomica inedita, gli ospiti avranno l’opportunità di gustare piatti unici, preparati con cura e passione da entrambi gli chef. Ogni portata è stata infatti pensata per celebrare bellezza e sapore del tartufo. Il menu sarà un viaggio sensoriale che guiderà alla scoperta delle Magia dell’autunno.

MENU del 16 novembre 23

Si inizierà con i canapè, Tartelette con  zucca e melogranobiscotto al parmigiano reggiano, cavolfiore e aneto panella di ceci castagne e rosmarino, per proseguire con gli antipasti, a cura di Carmine Buonanno, che proporrà l’Uovo poche con patate viola, stracciata di bufala e tartufo bianco, seguito dai Cappelletti di pernice e tartufo bianco di Matteo Cameli e dal Manzo dry aged con provolone del monaco, tartufo bianco e verdurine di Carmine Buonanno. Chiuderanno l’esperienza, il pre-dessert di Carmine Buonanno Gelato al mais e tartufo e il dessert di Matteo Cameli Foie gras e tartufo bianco. Il Costo della cena è di 120 euro a persona, bevande escluse. Per prenotare cliccare qui. Nel frattempo qualche parla sugli chef protagonisti.

Carmine Buonanno: Executive chef dell’Aleph Rome Hotel ha una solida formazione nella ristorazione di qualità. Dopo aver visto nascere la sua passione per la cucina fin dall’adolescenza, si dedica totalmente ad essa, spinto dal desiderio di ricreare gesti e sapori antichi. Dopo le prime esperienze, Carmine approda al ristorante due stelle Michelin Don Alfonso nella cucina di Alfonso Iaccarino, dove scopre il perfetto equilibrio tra qualità ed estetica dei piatti. Dopo altre esperienze in ristoranti stellati diventa Executive Chef del Gran Melia Villa Agrippina di Roma. Arriva infine nelle cucine dell’Aleph, portando l’amore per le materie prime e per quei sapori capaci di evocare antiche emozioni. La cucina di Carmine ha un’impostazione chiara e precisa: il focus è sulla cucina mediterranea, con forti influenze tradizionali romane. Non manca una sottile ma inconfondibile presenza delle suggestioni della sua città d’origine Benevento, con tutta la meraviglia dell’entroterra campano.

Matteo Cameli. Lavora da 30 anni come chef dell’hotel di  famiglia, Al Vecchio Convento, a Portico di Romagna un piccolo villaggio medievale situato sulle montagne dell’Appennino. Negli ultimi 9 anni ha collaborato con ristoranti e chef internazionali, tra cui il Bloom in the Park a Malmoe con Titti Qvarnstroem, al Mielcke & Hurtigkarl a Copenaghe,   al Frederikshoej con Wassim ad Aarhus,   al  Frantzén di Stoccolma, e al Noma a Copenaghen, con lo scopo di trarre ispirazione per il suo lavoro e la sua vita qui in Italia. Nel 2018, 2019 e 2023 ho partecipato al festival Food and Fun in Islanda. Oltre alla passione per la cucina, ama recarsi nelle montagne alla ricerca di tartufi con i suoi cani Lagotto, per cercare funghi, erbe, castagne e bacche.

Aleph Rome Hotel Curio Collection by Hilton

Via di San Basilio, 15

Tel: +39 06-4229001

Mail: AlephRome_Info@hilton.com

Web: www.alephrome.com

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