Stile e contenuto ricco di una lunga storia di burro e farina. Si chiama PAUL, è la nota Boulangerie francesce che ha aperto a Roma Termini il primo punto vendita per accogliere i viaggiatori con golosi break tra un treno e l’altro. Nell’offerta croissant, pain au chocolate, tarte au citron, molleux au chocolate, eclair e macarons, baguette e sfilatini farciti.
È il 1889. È l’anno dell’inaugurazione della Torre Eiffel e Charlemagne Mayot sta per scrivere le prime righe del grande libro di famiglia “PAUL” aprendo in rue de la Mackelerie a Croix, vicino a Lille – quasi al confine con il Belgio – una piccola Boulangerie con l’intento di offrire il meglio della produzione di pane e pasticceria nazionale.
Lo stesso locale di Lille – ancora attivo e oggi divenuto icona – nel 1935 venne rilevato dalla nipote Suzanne e dal marito Julien Holder che lo battezzarono “Paul”. Suzanne e Julien ancora non sapevano che avrebbero dato vita ad una delle catene francesi di boulangerie e patisserie più importanti e amate del mondo, in grado evolvere, modulare e potenziare il proprio format, fino a conquistare i palati del mondo con 780 negozi PAUL in 50 Paesi, tra cui Giappone, Dubai, UK e, da una manciata di giorni, l’Italia.
Per molti PAUL incarna la tradizione. Eppure, anche se fedeli alle nostre radici, PAUL non ha mai smesso di inventare, innovare. Così sfogliare la storia di PAUL è anche sfogliare l’album di una famiglia orgogliosa di offrire ai propri clienti pani gustosi, prelibate paste e pasticcini di puro burro, gustosi panini e tante altre creazioni gourmet che si sono aggiunte nel tempo e nelle 5 generazioni che si sono susseguite.
PAUL, oggi brand di elevato standing del settore della Pâtisserie e Boulangerie francese, ha celebrato nel 2019 il suo 130° anniversario, ed è amministrata sin dal 1889 dalla stessa famiglia Holder, oggi alla quinta generazione, nella figura di Maxime Holder che per 10 anni si è dedicato allo sviluppo internazionale ed ha assunto la presidenza del Gruppo PAUL.
La prima apertura italiana: ROMA TERMINI
Il debutto in Italia è avvenuto nella Terrazza Termini della principale stazione di Roma, grazie ad Areas Italia MyChef che, nei prossimi anni, svilupperà il marchio nel nostro Paese.
“Questa apertura va a consolidare ulteriormente la nostra presenza nelle stazioni italiane e nel settore del travel retail permettendoci di arricchire il nostro brand portfolio con un altro brand di respiro internazionale, in modo da rispondere ad una clientela sempre più curiosa di sperimentare sapori nuovi” ha commentato Sergio Castelli, CEO di Areas Italia MyChef.“In Francia abbiamo molti punti vendita in partnership con Paul, dove il mercato delle stazioni si è rivelato una grande chiave di successo per la catena transalpina. Nel nostro Paese non è ancora presente, perciò abbiamo deciso di portare sul mercato questo brand di alta qualità. Quale luogo migliore delle stazioni per iniziare?”.
Il know-how di PAUL significa competenza distintiva e unica, sviluppata attraverso abilità, impegno e competenza per la creazione e la gestione di negozi, caffetterie, ristoranti e sale da tè con prodotti da forno e pasticceria di alta qualità. Il “concept PAUL” si basa sulla riconoscibilità del brand, sull’unicità dei prodotti, sul know-how acquisito nel tempo e sul format dei negozi.
“Siamo orgogliosi che Paul abbia scelto la nostra realtà per aprire il suo primo locale in Italia” ha dichiarato Sebastien de Rose, Chief Operating Officer di Grandi Stazioni Retail. “Il fatto che sempre più brand internazionali scelgano Grandi Stazioni Retail come partner esclusivo per il loro arrivo in Italia è la conferma della qualità del lavoro che stiamo facendo, per rendere le stazioni vetrine privilegiate, luoghi di comfort pensati per soddisfare al meglio le esigenze dei brand e di tutti i visitatori”.
Il locale, da 180 mq, con affaccio sui binari è arredato nel classico stile del brand, con le tipiche mattonelle bianco e nero e le immagini storiche dei primi negozi. Nell’offerta, il meglio della “forneria” francese, tra croissant, pain au chocolate, tarte au citron, molleux au chocolate, eclair e macarons, baguette e sfilatini farciti, un ricco ventaglio di sapore garantiti nella qualità da programmi di formazione del personale realizzati interamente in Francia, come accade per ogni punto di vendita della catena.
PAUL è anche una delle prime dieci aziende francesi ad aver firmato il PNNS 2 (Piano Sanitario Nutrizionale Nazionale 2), impegnandosi nel miglioramento continuo e nei contributi nutrizionali nella sua gamma. La primaazione del brand è stata selezionare per tutti i pani una farina più ricca di fibre e ridurre il livello di sale, escludendo olio di palma, i coloranti artificiali e molti additivi dalle ricette.
Oltre alla tradizionale boulangerie PAUL, sarà introdotto anche in Italia un nuovo format “PAUL Le Café” con una superficie di circa 80 mq e una proposta commerciale impostata sulla piccola ristorazione e sulla caffetteria di qualità, confermata dall’accordo in esclusiva a livello internazionale firmato tra PAUL e Lavazza. Ma questa è un’altra storia.
L’ 8, 9, 10 settembre a Nemi (RM) l’appuntamento è con “Borgo diVino in Tour 2023”, l’evento di degustazione con centinaia di proposte enologiche italiane, street food e tipicità, che segna nel romantico Borgo con lago dei Castelli Romani la sua tredicesima tappa. Scopri le altre cliccando QUI!
Segnate in rosso il secondo fine settimana di settembre perchè a Nemi l’appuntamento sarà con l’evento dedicato alle eccellenze del buon bere che la cittadina ospita dal 2015. La manifestazione sarà la tredicesima tappa di “Borgo diVino in Tour”, il ciclo di eventi itineranti – promosso dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e organizzata da Valica, in collaborazione con il Consorzio EcceItalia e il patrocinio dell’Associazione Nazionale Città del Vino – di cui il Comune di Nemi è entrato a far parte proprio quest’anno.
Saranno tre giorni dedicati al gusto con centinaia di proposte enologiche di qualità da tutto il Paese tra vini del territorio ed etichette provenienti da diverse regioni d’Italia come Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Puglia, Marche, Campania e Sicilia – che il visitatore potrà degustare lungo la splendida passeggiata panoramica del Borgo con suggestivo affaccio sull’ononimo lago.
Come funziona l’evento
Borgo diVino in tour si svolgerà nel centro storico di Nemi lungo la storica passeggiata che collega Terrazza Byron a Palazzo Ruspoli
Venerdì 8 Settembre dalle 18.00 alle 24.00
Sabato 9 Settembre dalle 12.00 alle 24.00
Domenica 10 Settembre dalle 12.00 alle 22.00
All’interno del borgo verrà tracciato un percorso di degustazione che toccherà i luoghi di maggiore interesse turistico con stand dedicati alle cantine e un originale percorso formativo sul mondo del vino, raccontato in circa 20 pannelli espositivi.
Ogni visitatore potrà acquistare un voucher al costo di €18 comprensivo di 8 assaggi di vino e kit degustazione. Assieme al voucher verrà consegnato un kit composto da sacchetta e calice degustazione.
Il ticket può essere acquistato direttamente sul posto oppure online sul sito www.borgodivino.it/nemi/, dove potrete trovare anche tutte le informazioni sulle cantine partecipantii, gli eventi correlati e quelli di intrattenimento come masterclass, mostre a tema vino, gastronomia da passeggio e spettacoli musicali.
Non solo vino: ecco i migliori abbinamenti gastronomici di Borgo diVino in tour
Uno spazio importante sarà riservato anche all’esperienza gastronomica con proposte street food e piatti della tradizione come taglieri con salumi e formaggi locali, panini con la porchetta, tortine con le fragoline e tanto altro.
Un’area, in particolare, sarà dedicata alle specialità gastronomiche dei Borghi più belli d’Italia. L’iniziativa rientra nell’ambito del “MIB – Mercato Italiano dei Borghi”, progetto in cooperazione istituzionale tra l’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e “BMTI – Borsa Merci Telematica Italiana”, finalizzato alla valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità dei territori annessi all’Associazione.
“Attraverso la degustazione di vini e di prodotti tipici particolari – dichiara Fiorello Primi, Presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” –Borgo diVino si propone di valorizzare i territori e il lavoro dei sapienti agricoltori e degli artigiani che sono una delle colonne portanti della economia nazionale. La Bellezza dei Borghi e la Bontà dei prodotti sono una grande opportunità che si offre ai viaggiatori interessati a scoprire tipicità e cultura in luoghi dove il fascino dell’antico si sposa perfettamente con la contemporaneità. Un’occasione unica nel suo genere, che vale la pena sfruttare per passare un fine settimana all’insegna del buon vivere e del buon bere e mangiare”.
“L’obiettivo del tour – dichiara Luca Cotichini, Marketing Manager di Valica e ideatore di Borgo diVino – vuole essere proprio la promozione turistica ed eno-gastronomica e il suo consolidamento. Puntiamo a crescere e a far crescere gli splendidi territori, che sono poi i veri protagonisti di Borgo diVino in tour, trasformandoli in una sorta di polo fieristico diffuso. Nel 2022 abbiamo raddoppiato le tappe e quest’anno toccheremo altre 5 regioni; per il 2024 ci proponiamo di coprire tutto il territorio nazionale da Nord a Sud”.
Insieme a Valica, Ecce Italia e all’Associazione I Borghi più belli d’Italia portiamo il cuore pulsante e romantico dei Castelli Romani sulla scena nazionale, e lo facciamo con la consapevolezza che Borgo DiVino è stata un’intuizione geniale della quale siamo felici di essere la prima casa, anche ora che si candida a toccare tutte le regioni d’Italia” – dichiara Alberto Bertucci, sindaco di Nemi-
È con profonda gioia che annunciamo che Nemi è stata ufficialmente riconosciuta uno dei Borghi più belli d’Italia. Questo riconoscimento è il frutto del lavoro instancabile dell’Amministrazione Comunale e della dedizione dei nostri cittadini, che hanno saputo preservare e valorizzare la bellezza e l’autenticità del nostro borgo.
Nemi continua a essere una gemma preziosa, con le sue tradizioni, la sua storia e la sua vibrante cultura enogastronomica. Questo ingresso nei Borghi più belli d’Italia ci spinge a impegnarci ancora di più per tutelare e promuovere il nostro patrimonio, affinché le generazioni future possano godere della stessa meraviglia che abbiamo il privilegio di vivere oggi. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo traguardo e invito tutti a condividere con noi la gioia di far parte di questa comunità straordinaria. Inoltre voglio ringraziare il Presidente dell’Associazione Nazionale delle Città del Vino Angelo Radica che ha creduto fin da subito a Nemi e a questo progetto.
I promotori
L’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” è nata nel 2001 in seno alla Consulta del Turismo dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi del turismo di massa. Ne fanno parte ad oggi 354 Comuni, espressione dell’Italia più autentica in quanto custodi di atmosfere, profumi e sapori capaci di elevare “la tipicità” a un modello di vita da “gustare” con tutti i sensi.
Per informazioni e acquisto voucher, è possibile consultare il sito ufficialewww.borgodivino.it/nemi/oppure rivolgersi ai seguenti contatti: Valica: Alessandra Panza- alessandra.panza@valica.it – 349 597 1079 Ecce Italia: Anna Lisa Serafini – info@ecceitalia.com – 3492851522
Affumicata, saporita, dolce e con un pizzico di spezie piccanti. E’ la salsa BBQ, compagna perfetta dei piaceri della brace. Inventata per aggiungere più sapore a cibi come carne, pesce, pollame esiste qualche dibattito sulla sua esatta origine. Condividiamo quindi alcuni fatti sulla storia della salsa barbecue basati sugli studi più popolari.
La salsa barbecue ha origini molto antiche. Quando non esistevano i frigoriferi, i metodi per conservare la carne erano diversi. C’era l’affumicatura (come abbiamo descritto QUI) o l’essiccamento. poichè sale e fumo permettono di conservare bene i cibi grazie alle loro proprietà antibatteriche. Se al fumo e al sale poi uniamo altri semplici ingredienti come aceto e spezie la carne non verrà solo conservata bene ma assumerà un sapore particolarmente delizioso.
Proprio per questa capacità di conservazione, le salse di accompagnamento per la carne ed altre pietanze hanno origini lontanissime, e se ne trovano tracce negli scritti antichi cinesi ed anche latini. Sicuramente ci sono state delle versioni primordiali di questa salsa, che ha però iniziato a prendere forma così come la conosciamo oggi con l’arrivo dei coloni europei nel Nuovo Mondo. Stiamo parlando, quindi, di un’epoca relativamente recente (si trovano riferimenti sui ricettari già a fine Ottocento) e la salsa aveva la principale funzionalità di preservare i cibi, poiché non esisteva ancora la refrigerazione.
Harold McGee, esperto di cucina statunitense, nel suo libro “On Food and Cooking: The Science and Lore of the Kitchen” ci dice che già lo chef cinese Yin, nel 239 a.C., aveva dato vita ad una salsa dal sapore dolce, pungente e salata, perfetta per condire le carni alla griglia. Questa sembra proprio un’antenata della salsa barbecue.
La prima ricetta della salsa però sembra risalire al 1900. La fonte, anonima, è un libro di cucina scritto a mano e trovato nella libreria della Johnson&Wales College of Culinary Arts di Providence. Nel 1917 Adam Scott, un imprenditore di Goldsboro, in Carolina del Nord, decise di aprire un ristorante dedicato interamente al barbecue. Qui iniziò a produrre la famosa salsa che ebbe un enorme successo. Poco dopo la ditta agroalimentare Heinz, maggiore produttore di salse nel mondo, avviò una produzione di salsa barbecue su larga scala che è ancora oggi la più distribuita al mondo.
Quali sono gli ingredienti della salsa BBQ
Come si prepara una salsa barbecue perfetta? La ricetta prevede l’utilizzo di molti ingredienti, da mescolare in maniera perfettamente bilanciata. Aglio, aceto, cipolla, salsa Worcestershire, zucchero di canna, pomodoro, paprika, birra, senape, pepe, tabasco, peperoncino in polvere, tequila. Dipende sempre da dove la ricetta viene preparata, c’è chi utilizza direttamente il ketchup e chi non usa la tequila, per cui il gusto della salsa può variare a seconda delle preferenze. C’è, per esempio, chi aggiunge più tabasco per renderla piccante, chi la apprezza più dolce e chi invece preferisce un retrogusto più affumicato. Il segreto per una perfetta salsa BBQ è riuscire a bilanciare perfettamente sapidità, acidità e dolcezza.
Trita aglio e cipolla e soffriggi in una padella con un po’ di burro, sfuma con aceto e aspetta che evapori prima di aggiungere gli altri ingredienti. C’è chi usa il ketchup e chi il concentrato di pomodoro, poi ancora senape e zucchero di canna. Il tutto non deve cuocere troppo tempo, basteranno circa 20 minuti. Prima di concludere, aggiungi la salsa Worchestershire, tabasco, sale e pepe q.b. Una volta pronta, puoi frullare la salsa con un mixer e filtrarla con un colino per darle omogeneità; se preferisci una versione più “grezza” puoi saltare quest’ultimo passaggio.
Come mangiare salsa BBQ
La salsa barbecue si sposa benissimo con i piatti a base di carne, dal pollo al manzo, alle costolette di maiale.
Anche quest’anno il legame della famiglia Tasca d’Almerita con il Mediterraneo si consolida durante la diciottesima edizione della Regata Palermo – Montecarlo che partirà dal Golfo di Mondello il 22 agosto.
Sarà che le barche a vela da regata sono costruite dello stesso materiale delle piccole botti, sarà che racchiudono entrambi sogni e fascino da assaporare, sarà che legno e materia liquida parlano una lingua antica, ma spesso le grandi Cantine mediterranee hanno uno stretto rapporto con la il mare e le regate.
Il mare è ciò che mi circonda. Mi guidano il suo odore, il soffiare del vento, lo sbattere delle vele. (Raul Pietrobon)
Collina, Vulcano, Terra, Mare e Vento. La storia in Sicilia della famiglia Tasca d’Almerita è scritta nella terra di questa isola prodigiosa, che custodisce e tramanda da otto generazioni, sempre con il profondo rispetto che si deve alla tradizione e lo sguardo sempre rivolto al futuro.
In questa prospettiva, la regata “Palermo – Motecarlo” è motivo di celebrazione della passione per la vela del conte Giuseppe Tasca d’Almerita, fondatore nel 1933 del Circolo della Vela Sicilia e del quale fu eletto presidente nel 1982.
Un Circolo che vanta un pedigree di tutto rispetto, tra quelli nautici del Mediterraneo, essendo anche la location della sfida di Luna Rossa 2021 e della prossima edizione 2024 della America’s Cup.
A lui è dedicato il trofeo assegnato ogni anno all’imbarcazione prima classificata in tempo reale poichè questa rinomata e solida competizione è motivata, oggi più che mai, dalla forte convinzione che Tasca d’Almerita si impegna a custodire: la difesa del patrimonio naturale e culturale della indissolubilmente unito al prezioso mare che nutre e circonda.
“Il nostro coinvolgimento in questo evento, stimolato da una passione familiare, rappresenta una straordinaria opportunità per promuovere la tutela del Mediterraneo, la nostra culla comune. Proviamo a navigare e a vivere il mare con rispetto e consapevolezza, ma anche a condurre un’analisi comparata e multidisciplinare per avere una visione globale di quelle che sono le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici sul Mar Mediterraneo.”
Alberto Tasca
La Regata d’Altura partità dallo spettacolare Golfo di Mondello per unire le due sponde del Mediterraneo sino alla Baia del Principato di Monaco il 22 Agosto 2023.
Le Vendemmia 2023 e la scoperta del continente Sicilia
La vendemmia, da poco alle spalle sull’isola di Mozia nella Tenuta Whitaker, è un momento intenso e faticoso dal punto di vista logistico: le uve, raccolte a mano durante le prime ore del giorno, vengono poi trasferite velocemente sulla terraferma con delle piccole imbarcazioni a fondo piatto. Una volta attraversato lo Stagnone di Marsala e raggiunta la costa, ad attenderle c’è un camion refrigerato diretto alla Tenuta Regaleali per la vinificazione.
In questo scenario così affascinante e ricco di storia nasce il Grillo di Mozia. Un vino che assume il carattere dell’isola: dal mare, alle vigne ad alberello, passando per gli scavi archeologici che raccontano la fiorente storia dei Fenici in Sicilia.
Nel frattempo, presso la Tenuta Regaleali, nella “Piana Case Vecchie”, dove negli anni ’80 Lucio Tasca introdusse il Pinot Nero, sono stati raccolti i primi grappoli: è da qui che nasce l’Almerita Rosé, il nostro spumante brut rosato, metodo classico.
Tasca d’Almerita e la Benefit Corporation
Da qualche mese Tasca d’Almerita è diventata un’azienda Benefit Corporation, entrando così a far parte della rinomata rete internazionale che promuove uno sviluppo di tipo inclusivo, rigenerativo ed equo; valori cardine nella nostra esperienza di vitivinicoltura in Sicilia.
Siamo orgogliosi che il nostro impegno per una viticoltura responsabile e la nostra attenzione al territorio e alla comunità locale siano stati riconosciuti da B Lab, ente internazionale dagli standard elevati.Quest’importante traguardo è un passo fondamentale nel nostro percorso di continuo miglioramento. Nelle prossime settimane scopriremo insieme a voi che cosa significa per Tasca d’Almerita essere un’azienda B Corp certificata.
Seguiteci in questa avventura, mentre esploriamo la diversità delle pratiche sostenibili e come continuare a promuoverle e diffonderle nella quotidianità aziendale e nel nostro territorio.
Immagine di Copertina al LINK – Autore e Photocredits: BENEDETTO TARANTINO
Estati bollenti. Tropicalizzazione. Alluvioni. Ghiacciai umiliati. Barriere coralline morenti. Incendi indomabili. Non è allarmismo, è verità. Lo dicono gli scienziati, gli uomini di cultura e troppo poco i Media. E’ necessaria una presa di coscienza e un cambio di rotta collettivo perchè tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire per garantire un futuro ai nostri figli. E’ ancora possibile arginare il problema?
Clima fa rima con Emergenza. Non è allarmismo, è verità. Il pianeta è più caldo di 1°C rispetto al 1860. I disastri ambientali si stanno moltiplicando. Uragani mai visti prima. Estati bollenti. Desertificazione. Artico umiliato, barriere coralline morenti e incendi devastanti. Le nuove generazioni vedono un futuro sempre più oscuro. Un futuro in cui città come Venezia saranno sommerse, Ecositemi, Animali e Bellezze come la Grande Barriera Corallina, non esisteranno più.
Lo dicono gli scienziati, gli uomini di cultura e troppo, troppo poco i Media. Oltre l’ipnosi collettina da smartphone è necessaria una presa di coscienza e un cambio di rotta che parta dalle piccole cose, smettendo di soddisfare bisogni immediati senza orientare al futuro le nostre azioni. Dobbiamo riacquisire una coscienza, abituarci a pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto; agire secondo ciò che è bene per questo mondo, così bello.
E’ necessario un cambio di paradigma, che parte dall’acqua. Si perchè l’Italia è un Paese soggetto a forte stress idrico: le abitudini di singoli individui e aziende non aiutano ad alleviare il problema. La nostra Penisola si trova inoltre in una zona particolarmente vulnerabile nel bacino del Mediterraneo, in una sorta di sacca di riscaldamento. E nel corso del 2022, per la prima volta, ha contato oltre 2000 eventi climatici estremi.
Nell’ultimo trentennio climatologico – 1991/ 2020 – si è registrata una riduzione del livello di circa il 20 per cento, passando dai 550 mm a circa 440 attuali. L’analisi della situazione idrologica dell’Italia è stata effettuata attraverso il modello idrologico “Bigbang” dell’Ispra, che ha fornito un quadro completo e dettagliato della situazione delle risorse idriche nel paese dal 1951 al 2021.
Uno degli aspetti critici legati alla siccità è il deficit idrico, in cui l’acqua necessaria supera l’acqua disponibile. Questa situazione è particolarmente preoccupante perché influisce sulla disponibilità di risorse idriche essenziali per le necessità quotidiane e le attività agricole e industriali.
L’ULTIMO APPELLO DEGLI SCIENZIATI
L’ultimo rapporto IPCCafferma l’urgenza di contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C rispetto all’era pre-industriale. Per farlo, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. Un compito titanico.
“Molte altre lotte sono legittime. Ma se questa verrà persa, nessun’altra potrà essere condotta.”
Perché tutti dovremmo sapere cos’è il CARBON BUDGET o bilancio di CO2? Al tasso di emissioni di CO2 di oggi, restano infatti circa 7 anni per agire e restare entro 1,5°C di aumento della temperatura media globale evitando così le peggiori conseguenze della Crisi Climatica. Per questo le azioni politiche che devono essere intraprese devono essere tempestive garantendoci un futuro sicuro.
COSA POSSIAMO FARE?
Serve una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Un cambio di paradigma. Dobbiamo smettere di pensare ai bisogni immediati ed orinetare ogni nostra piccola azione al fututo. Dobbiamo pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire secondo ciò che è bene anche per gli altri e per questo mondo.
A fare il punto della situazione, ci ha pensato anche la IV Conferenza Nazionale sul Clima tenutasi a luglio 2023 all’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma. Gli esperti della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile sono stati chiamati a discutere del rapporto del nostro Paese con l’acqua nell’era del cambiamento climatico per esporre le strategie più adatte ad affrontare la crisi. Il quadro scaturito dal congresso – che ha visto la partecipazione di enti pubblici e privati, mondo della politica e dell’impresa – è particolarmente preoccupante: l’Italia è in pericolo idrogeologico a causa dell’ innalzamento delle temperature globali. Un italiano su cinque abita in zone a rischio allagamento: 7 milioni di italiani, 1,1 milioni di imprese e 4,9 milioni di edifici sono minacciati da pericolosità idraulica.
Barbabella: “l’80% degli impianti sciistici rischiano la chiusura”
Da un lato l’uso della risorsa idrica, dall’altro la questione legata al clima. “L’Italia consuma 40 miliardi di metri cubi all’anno (la Spagna al secondo posto con 30); è uno dei paesi europei con la più ampia disponibilità idrica – 130 miliardi di m3 annui – ma questo dato è in riduzione del 20% negli ultimi decenni – ha sottolineato Andrea Barbabella, responsabile scientifico di Italy for Climate, centro di studi scientifico della Fondazione – I ghiacciai, in vent’anni, hanno perso 25 metri di spessore e circa 50 miliardi di m3, influenzando la portata idrica nel bacino padano. Le precipitazioni nevose sono in calo del 64%: l’80% degli impianti sciistici rischiano la chiusura”.
Boscolo: “Le ondate di calore estremo sono passate da 1 ogni 10 anni a 1 ogni 2 anni”
A questo si aggiunge l’incremento delle temperature. Come sottolineato da Roberta Boscolo, responsabile clima ed energia della World Meteorological Organization, negli ultimi dieci anni la media annuale di innalzamento degli oceani è stata di 4,5, mentre le temperature sono aumentate di circa 1,15°C.
Ciò ha determinato l’aumento di precipitazioni violente, in quanto più l’aria è calda, più aumenta la portata di umidità; questo per colpa dei gas serra, che per definizione sono portati a trattenere più calore. In Italia l’aumento è vicino ai 3 gradi centigradi: le ondate di calore estremo sono passate da 1 ogni 10 anni a 1 ogni 2 anni con l’aumento di 1,5°C previsto dall’accordo di Parigi.
Da qui il “paradosso” per il quale coesistono periodi siccitosi e grandi eventi atmosferici, che rischiano di mettere in pericolo un quinto della popolazione italiana. Questo se i dati rimanessero fermi a quelli attuali. Se il trend dovesse rimanere tale, le previsioni per la seconda parte del secolo prevedono un aumento di 4°C, ovvero un evento catastrofico all’anno.
Lo stress idrico italiano
L’Italia è quindi un paese soggetto a forte stress idrico, dove le abitudini di singoli individui e aziende non aiutano ad alleviare il problema. Gli italiani consumano 220 litri pro capite all’anno – il doppio della media europea – mentre le imprese utilizzano quattro volte tanto l’acqua necessaria alla Germania per le proprie industrie. Gran parte dei nostri prelievi idrici sono dettati dal settore agricolo, che ne utilizza il 41% del totale (secondi solo alla Spagna). La cementificazione non aiuta, anzi, aumentando i rischi di allagamento e alluvioni.
Le perdite economiche tra il 1980 e il 2020, in Italia, ammontano a 87 miliardi di euro, dietro a Germania e Francia.
Non ci resta che chiederci: quali azioni concrete saranno intraprese per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità delle risorse idriche? Come sarà possibile incentivare l’adozione di pratiche sostenibili nell’uso delle risorse idriche sia nel settore agricolo che urbano? Quali nuove tecnologie e soluzioni innovative verranno implementate per affrontare la crisi idrica in modo efficace ed efficiente?
Un dossier in dieci punti
Per affrontare la crisi è stato presentato, durante la conferenza, un dossier in dieci punti. Gli obiettivi riguardano il taglio delle emissioni di CO2 per raggiungere la neutralità climatica nel 2045, l’adozione di una legge per il clima, aumentare le conoscenze delle risorse idriche in Italia, rinnovare le infrastrutture, verificare i piani di gestione delle alluvioni e valorizzare i ruoli della città, in un contesto generale di economia circolare fondamentale per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi preposti per il 2050 (ciò grazie al supporto del Circular Economy Network).
Tali punti sono compresi nella Roadmap proposta da I4C e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentata in chiusura da Edo Ronchi, presidente della Fondazione stessa: “Per ridurre l’impatto di alluvioni e siccità è necessario contribuire a rallentare il riscaldamento globale che le alimenta, tagliando le emissioni di gas serra, e aggiornare e rendere operative misure di adattamento. La Roadmap prevede obiettivi e target sfidanti al 2030 e al 2045 e specifiche strategie settoriali. Per l’Italia, Paese vulnerabile per i cambiamenti climatici, è più conveniente accelerare l’impegno e puntare su obiettivi avanzati di decarbonizzazione, per cogliere anche i vantaggi tecnologici, economici e occupazionali”.
5 classici della Mixology del Mondo con storie uniche da raccontare: sono il Mojito, il Daiquiri, il Margarita, il Moscow Mule e Pisco Sour. Nati per caso, voglia o fortuna, sono diventati dei must da bancone e sono capaci, oltre ogni stagione, di farci chiudere gli occhi e trasportarci in paradisi tropicali e suggestive mete.
Sono freschi, agrumati, dolci, sapidi, piccanti e rinvigorenti. Sanno di viaggio e di mete esotiche, sono i Drinks dell’estate, che parlano la lingua della vacanza, perfetti da sorseggiare, capaci di farci chiudere gli occhi trasportarci in paradisi tropicali. Sono 5 classici della Mixology del Mondo, protagonisti dell’estate da bere ovunque voi siate; sono quelli che non stancano mai e che tra attrici e scrittori, uomini d’affari; presidenti lungimiranti, sbarchi e barteder, hanno storie uniche da raccontare.
MOJITO
MOJITO – CUBA
Cocktail made in Cuba, viene preparato con rum, lime, zucchero, menta e tanto ghiaccio. E’ uno dei MustDrinks dell’estate, oltre ad essere uno dei cocktail più apprezzati al mondo perché per suo potere rinfrescante e beverino. Di norma servito in un tumbler alto, dalla forma cilindrica, la sua fama è dovuta anche ad altro poichè Ernest Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961), durante la sua permanenza cubana, lo beveva quotidianamente nella famosa Bodeguita del Medio all’Avana. Il Mojito e il Daiquirierano i due cocktail preferiti dal celebre scrittore unitamente ai luoghi preferiti dove berli come ricorda la sua celebre frase:
“Mi Mojito alla Bodeguita, mi Daiquiri alla Floridita“.
Ernest Hemingway
DAIQUIRI – CUBA
Sarà per le sue origini caraibiche o per il distillato con cui viene preparato, fatto sta che, se creato a regola d’arte, è tra le miscele più gaudenti per lasciarsi cullare dalle calde serate estive. Difficile risalire al momento esatto in cui è nato il Daiquiri. Quello che sappiamo è che sicuramente la preparazione che conosciamo oggi ci è arrivata dai bar sulle spiagge di Cuba e che risale alla fine dell’Ottocento. Quello che è certo infatti è che il nome deriva da quello di una spiaggia. Tra verità e leggenda si racconta che nel 1898 – durante la guerra tra Stati Uniti e Spagna – in seguito all’affondamento di una nave americana nel porto dell’Avana, un marine sbarcò sulla spiaggia di Daiquiri, in un piccolo villaggio. Per placare la sete entrò in un locale di mescita e chiese di poter bere un rum allungato con succo di lime, che poi “corresse” con un’aggiunta anche di zucchero. Il Daiquiri si prepara infatti con un buon rum, succo fresco di limeo limone e un’aggiunta di zucchero. Il risultato finale è determinato proprio dalla capacità di combinare l’aspro del lime con il dolce dello zucchero. In questo equilibrio si gioca tutto il suo successo. Il drink rientra infatti nella categoria dei cocktail sour. Altro ingrediente fondamentale, come sempre in mixology, è il bicchiere. Il Daiquiri va servito in una coppetta da cocktail ghiacciata.
DAIQUIRIMARGARITA
MARGARITA – MESSICO
Racchiude nella sua coppa il sapore del Messico dove è considerato Bevanda Nazionale. E’ un drink fresco, a base di tequila, in cui sapidità e dolcezza si uniscono in modo equilibrato preparato con triple sec, liquore dolce e trasparente aromatizzato all’arancia, il lime e la tequila, distillato messicato ricavato dall’agave blu.
Se il Messico è il suo Paese di origine, il nome Margarita nasce in onore dell’attrice Marjorie King, allergica ai distillati tranne che alla Tequila; e così nel 1938 il barman dell’Hotel “La Gloria Ranch” vicino a Tijuana, dove la King era ospite, creò per la prima volta il drink. Altra caratteristica del Margarita: la preparazione del cocktail prevede che si parta da una coppa o coppetta ghiacciata (tenuta in freezer) bordata di sale.
MOSCOW MULE – USA
Questo cocktail gettonatissimmo traducibile in “Mulo moscovita” nasce negli anni ’40 del ‘900 e non ha nulla a che fare con la Russia, se non per la presenza della vodka; il drink fu inventato da tre uomini di affari a un tavolino del Chatham Hotel di New York dove si riunirono per discutere e decidere una strategia comune per il rilancio dei loro prodotti sul mercato americano: vodka (Smirnoff), ginger beer e uno stock di mug in rame da 5 once, con inciso sopra un asino.
Oltre alla tipica mug – tazza molto spesso di rame – in cui si prepara e si serve questo cocktail, i protagonisti, come detto, qui sono vodka, succo di lime, ginger beer: bevanda a base di estratto di radice di zenzero, spezia molto versatile dal sapore piccante. La quantità di ginger beer può essere dosata a proprio gusto. Il Moscow Mule si caratterizza per un tasso alcolico non troppo alto e per essere molto dissetante grazie alla piacevolissima nota pungente dello zenzero.
PISCO SOUR – PERù
La nascita del Pisco Sour non è ancora certa: c’è chi lo fa risalire agli ultimi anni dell’800, mentre altri sostengono che sia stato creato all’inizio del secolo successivo in Perù. Nonostante le antiche origini, questo sour è stato riscoperto in tutto il mondo e oggi ha addirittura la sua giornata internazionale che cade il primo sabato di febbraio di ogni anno. La sua base alcolica è appunto il Pisco, acquavite peruviana di cui vengono inseriti 60 ml all’interno di uno shaker insieme a succo di limone/lime fresco, sciroppo di zucchero e albume d’uovo. Il tutto va agitato e poi filtrato all’interno del classico bicchiere da Pisco Sour per il servizio on the rocks, mentre per una versione più contemporanea del drink si può scegliere la coppetta. Per decorarlo, basterà aggiungere qualche goccia di Amargo bitters.
Il Pisco Sour fu creato dal barman Victor Morris, originario di Salt Lake City, il quale si trasferì nel 1913 in Perù, facendo la conoscenza dei prodotti locali. Il barman, detto “El Gringo”, nel suo Morris Bar di Lima, iniziò a servire il drink in alternativa al Whisky Sour, altro cocktail nato in Perù. Il locale di Morris era frequentato da una clientela altolocata, sovente composta da turisti americani, i quali contribuirono alla diffusione del drink. Anche l’allora presidente peruviano, Augusto Leguia y Salcedo, contribuì alla notorietà del Pisco Sour, in quanto sostenitore della cultura della miscelazione.
Breve dispensa sui quattro principali stili dell’American BBQ: Texas; Kansas City; St. Louis; Memphis; Alabama.
La storia dei barbecue è tanto affascinante quanto lunga. Appartiene a quella dell'uomo e a quella del fuoco. l mondo del BBQ nell’arco dei secoli è evoluto moltissimo, sia in termini di tecniche, sia di concetto in generale. Le diverse espressioni di Cucina Barbecue hanno finito per contaminarsi l’un l’altro creando oggi un macro-comparto che abbraccia tutto il mondo della cucina outdoor, anche attraverso diverse forme di alimentazione rispetto alle tradizionali braci.
Dall'affumicato petto del Texas alle succulente costolette di Kansas City fino al piccante maiale sfilacciato della Carolina, c'è un'intera nazione di fantastici barbecue là fuori. Conoscere direttamente gli stili barbecue distintivi di ogni stato e regione non può essere un'impresa facile. Quindi oggi vi portiamo in un viaggio da costa a costa, illustrandovi ciò che rende il barbecue così speciale.
Queste sono le principali (e secondarie) regioni barbecue americane, ognuna con il proprio amato stile barbecue:
Texas centrale
Kansas City
St. Louis
Menfi
Alabama
Carolina del Nord orientale
Carolina del Nord occidentale
Hawaii
Costa centrale della California
Carolina del Sud
Chicago
Kentucky
Georgia
MA QUAL È LA CAPITALE DEL BBQ DEGLI USA?
Non esiste davvero una sola capitale del barbecue in America: l'intero paese è la capitale mondiale del barbecue! Dipende anche da dove vivi: la gente in Texas direbbe che il Lone Star State è la capitale americana del barbecue. Anche se abbiamo la buona sensazione che anche le persone che vivono a Kansas City, St. Louis e Memphis affermerebbero la loro pretesa di avere il miglior barbecue in America.
QUALE REGIONE HA IL MIGLIORE BARBECUE?
Questo dipende molto dal tipo di barbecue che preferite! Se siete fan del petto di manzo piccante e affumicato, allora adorerai il Texas. Se la Vostra festa barbecue ideale è una torre di costolette ricoperte di salsa dolce, allora lo stile è quello del Kansas City o Memphis. E se il maiale stirato con aceto è la tua passione, allora la Carolina del Nord fa per te.
TEXAS: DOVE IL PETTO AFFUMICATO È RE
Il barbecue del Texas centrale, incentrato principalmente sull'Hill Country dello stato (di cui Austin fa parte), lo mantiene semplice: ruota principalmente attorno al petto di manzo, condito semplicemente con sale, abbondante pepe nero e forse una manciata di altre spezie , prima di essere affumicato su legno di quercia o noci pecan.
Di solito fanno la loro comparsa anche le costolette di maiale, così come le salsicce affumicate piccanti, solitamente realizzate con una miscela di scarti di maiale e manzo. È tutto servito su carta da macellaio con pane bianco, senza bisogno di salsa. Questi ti daranno tutti la tua correzione del petto del Texas:
KANSAS CITY: SALSA BARBECUE DOLCE
Ciò che distingue Kansas City dal resto del mondo bbq è la sua salsa barbecue super popolare, fatta con un abbondante ketchup e melassa. Lo stile Kansas City è anche noto per le sue estremità bruciate, ottenute tagliando a cubetti il grasso petto affumicato e fumandolo lentamente e lentamente.
ST. LOUIS: COSTOLETTE, COSTOLETTE E TANTE ALTRE COSTOLETTE
Le costolette di maiale imperano a St. Louis; infatti, il metodo caratteristico della città per tagliare carne e cartilagine da una griglia di costine in modo che sia pulito e ordinato è noto come "St. Louis ha tagliato. Abbinalo alla salsa barbecue densa e dolce tipica della città e avrai il St. Louis BBQ in poche parole. Le costole della leggenda STL Pappy's Smokehouse vengono affumicate per 24 ore e sono quasi perfette.
MEMPHIS: COSTOLETTE, "BAGNATE" O ASCIUTTE
Le costolette dominano anche la scena del barbecue di Memphis. Qui vengono servite "quasi bagnate" (condite con una salsa a base di pomodoro dolce) o asciutte (strofinate con un mix di spezie in cui prevale aglio, paprika e vengono servite senza salsa).
ALABAMA: LA PATRIA DELLA SALSA BARBECUE BIANCA
Se state cercando di identificare con uno sguardo il barbecue nello stile Alabama, cercate la pietanza. Qui è il pollo affumicato all'hickory, cosparso di una salsa a base di maionese che abbonda in aceto e pepe nero che è noto come salsa barbecue bianca dell'Alabama.
Questa non è l'unica salsa che troverai nello stato, tuttavia: Birmingham è nota per una salsa dolce e piccante a base di pomodoro, Tuscaloosa vanta una salsa piccante all'aceto di senape e la salsa di senape è popolare nella parte sud-est dello stato. Quella salsa bianca scattante è la sua esportazione di barbecue più famosa, però. È stato inventato al Bar-B-Q di Big Bob Gibson a Decatur, Whitt's ad Atene e LawLer's a Huntsville.
Se siete a Roma, se il Ferragosto significa per voi convivialità, divertimento e sapore d’estate ma ancora non Vi siete organizzati, Vi consigliamo 1 meta di città e 2 fuori porta per assicuravi un Ferragosto nel segno di Campagna, Eleganza e Buona tavola in modalità prêt-à-manger o accomodati in luoghi bucolici con menu pensati da hoc, sono: Aventina Carne e Bottega, Hosteria Amedeo e Agriturismo Seguire le Botti di Cantina Sant’Andrea.
Siete ancora indecisi su cosa fare a Ferragosto? Tranquilli, è tutto normale. Fate semplicemente parte di quel 44% di italiani che, secondo un’ indagine condotta dalla Community di viaggiWeRoad, sceglierà la propria meta solo all’ultimo momento. Anzi, travolti come siamo dai gironi lavorativi ogni anno di più, capita sempre frequentemente di arrivare in prossimità del 15 agosto e di non aver aconra deciso dove trascorrere la propria giornata di meritato relax. Noi di MangiaeBevi Vi suggeriamo 3 mete Country Chic nel segno dello stile che coniuga Campagna, Eleganza e irrinuciabile Buona tavola.
Aventina e le “Spese di Ferragosto” per PicNic e oltre – Roma
Meta rivolta a quanti trascorrerarno il 15 agosto in città, ma non vuole passare la giornata ai fornelli, ma anzi troavre un parco e organizzare Aventina Carne & Bottega è il posto giusto per dare una svolta di gusto alla tavola del giorno più simbolico dell’estate.
Tra le eccellenze del banco e quelle degli scaffali l’idea della Spesa di Ferragosto è quella di comporre un “cesto” con i migliori prodotti selezionati per l’occasione e scegliere tra le tante ricette ready to go. Le alternative d’acquisto saranno due, entrambe con la possibilità di abbinamento di una bottiglia dell’ampia cantina di Aventina che conta circa 400 etichette.
L’opzione “base” prevede: Taralli Danieli, Chiodini, Peperoni alla crudaiola I Contadini, Carciofi alla cafona Agnoni, Caciocchiato, Prosciutto di Nero dei Nebrodi e cantucci Lunardi (70,15 euro).
Quella “special” prevede in aggiunta Provolone del Monaco dal banco perfetto per una pasta alla Nerano, Filetti di tonno rosso Testa, che in estate non dovrebbero mai mancare, la Giardiniera Luciana, le olive di Cerignola e il prosciutto Joselito Gran Reserva buonissimo da solo o declinabile nel delizioso Pan y tomate (115,00 euro).
Ricordiamo a tutti gli interessati che sarà possibile acquistare i “Cesti di Ferragosto” da Aventina Carne&Bottega fino a sabato 12 agosto.
Nata all’alba degli anni ’60 come meta per ristorarsi a disposizione di nuovi o affezionati avventori che potevano portare con sé i loro cibi da consumare mentre Nonno Amedeo metteva in tavola il vino prodotto da lui, Hosteria da Amedeo con il passare degli anni si affranca dalla dimensione di fraschetta divenendo un rifugio sicuro per chi è ancora in cerca dei sapori di una volta.
Trippa alla romana, Coda alla vaccianara, Coratella, Fettuccine ai funghi porcini, Fegatelli di maiale e cacciagione, sono ancora i must dell’Hosteria che però ha aggiornato la sua proposta grazie ad un team di sala e cucina che da una parte continua a valorizzare la tradizione, dall’altra innova, seleziona materie prime e crea nuovi spazi per la conivialità.
Esattamente come il nuovo dehor allestito con gusto e immaginato per eventi privati, occasioni speciali e che ospiterà un ricco quanto bucolico “Pranzo di Ferragosto” che annovera piatti come Polpetta di pollo e peperoni; Ravioli di zucchine e ricotta con pomodorini confit; mousse di pesche con mandorle e gelatina al vino. A proposito, il Vino non sarà di nonno Amedeo, ma quello della Cantina Le Quinte Trecciole.
Per proseguire la giornata nelle bellezze del Monte Tuscolo, Villa Mondragone, una delle ville nobiliari tuscolane meglio conservate; l’Osservatorio Astronomico, importante struttura scientifica progettata nel 1939; e Villa Parisi, visitabile solo su appuntamento.
Hosteria Amedeo via Monte Compatri, 31, Monte Porzio Catone (RM) Per informazioni e prenotazioni Tel: 06 9434 1163
Il Ferragosto di Cantina Sant’ Andrea e Agriturismo Seguire le Botti – Terracina (LT)
Uno degli itinerari più ambiti dell’estate, perfetto per una vacanza o per una veloce fuga dalla città, è definito da una forma specifica: quella del profilo della Maga Circe. Parliamo infatti dell’iconico promontorio del Circeo, tratto di coste tra i più ricchi e amati, con i suoi parchi naturali, le scogliere mozzafiato, le grotte dal fascino antico, i oanoramici borghi a picco sulla costa di questa fortunata lingua di terra che parte da Sabaudia, passa per Terracina, e comprende i comuni di Gaeta, Formia, Minturno, Itri e Sperlonga.
Una territorio carico di “malìa”, carico di miti e leggende, e che prende il nome di Riviera di Ulisse dall’eroe omerico Odisseo, che trovò rifugio in questi territori. Per un viaggio che sia anche sensoriale dedicato agli amanti del buon cibo, vino e atmosfera, l’imperativo è “Seguire le Botti“, che è da sempre è l’inidicazione per scovare Cantina Sant’Andrea e che da qualche tempo è il nome dell’agriturismo con ristorante gourmand al suo interno che propone per Ferragosto una significativa esperienza.
Pasquale Minciguerra
Il menù è stato pensato per i giorni 14, 15 e 16 agosto e vuole sublimare i più caratteristici sapori della tradizione italiana con il tocchi di eleganza pontina ad opera dello chef Pasquale Minciguerra. Il risultato è un menù degustazione in 5 portate: si inizia con il Baccalà all’olio, insalatina di verdure estive, aspretto di pomodoro e olive di Gaeta, esaltazione delle ricchezze territoriali, passando per gli Agnolotti di pane e pomodoro, salsa al provolone Recco e polvere di pesto, per deliziare il palato con un piatto familiare e festoso, terminando con il dolce di Andrea Amato, una Crostatina al limone, albicocca e passito. A corollario i vini della Cantina da abbinare ai piatti e sorseggiare nell’atmosfera quieta e raffinata del giardino, con le sue piante secolari ed esotiche, le oche e i vigneti che guardano verso il mare.
Cantina Sant’Andrea Indirizzo: Strada del Renibbio, 1720 Borgo Vodice Terracina (LT) Telefono: +(39)-0773.755028 – 0773.757050
Sono alte, sono belle, eleganti e ricche di contenuti di charme. Sono le terrazze romane più in voga. Luoghi nascosti o esposti, comunque magici, dai quali poter spaziare con la vista e con l’emozione. Zone di design e di confine tra suolo e cielo, da dove respirare la Grande Bellezza romana, opulenta e vitale, raffinata ed elegante, forte e viva più che mai, arricchita da proposte di cucina fine dining & mixology creativa. Ve ne raccontiamo cinque: Rinhoceros Le Restau & RoofBar, Terrazza Mirador, Flora Roof Restaurant & Cocktail Bar, Terrazza Bulgari e Maio Restaurant & Rooftop.
Rinhoceros – Le Restau & RoofBar| Executive Chef Giuseppe di Iorio + Chef Alessandro Marata + Bar Manager Christian Comparone
di Sara De Bellis
Via del Velabro. La meraviglia si inizia a percepire già dal pian terreno di Palazzo Velabro, divenuto un luogo d’arte a più livelli di lettura e interpretazione, un centro di creatività internazionale per esposizioni ed esperimenti in libertà che prende il nome di Fondazione Alda Fendi – Esperimenti / Rinhnoceros.
Nell’area del Foro Boario, la ristrutturazione di questo antico edificio del 1600 è stata affidata all’ Archistar Jean Nouvel che ne ha ricavato uno spazio polivalente costituito da una Galleria d’Arte, 25 spazi per residenze di design, 4 zone (3 en plain air e 1 coprta) per vibranti convivi che prendono il nome di Rinhoceros Le Restau & RoofBar, realizzati in collaborazione con Manfredi Fine Hotels Collection.
All’ultimo piano si accede infatti ad uno dei Rooftop più singolari che abbiate mai visto. Un Rooftop su due livelli e tre anime, codificato secondo un rigoroso quanto eccentrico minimalismo per lasciar voce all’incredibile panorama offerto dalle speciali condizioni di altezze e prospettive. Mentre la Terrazza Palatino è riservata al ristorante, la Terrazza Venere – Mixology Bar è il luogo della sperimentazione alcolica e non; l’altana, ovvero la TERRAZZA 360, chiude la triade delle meaviglie con la sua esclusiva posizione e affaccio ca capogiro su Roma.
Se tutto intorno è un viaggio nel tempo e nella storia di Roma, l’arte qui si respira in ogni cosa mentre sul pavimento a pixel bianchi e neri compaiono Rinoceronti, omaggio al mondo animale e all’energia primitiva tra banconi e gettate di colori accesi, impianti a vista e strutture in acciaio.
Il progetto è firmato Manfredi Fine Hotels Collection –di proprietà dei conti Goffredo e Leonardo Ceglia Manfredi – che ha acquisito la gestione di RHINOCEROS Le Restau & RoofBar per farne uno spazio gastronomico & mixologyunico con la supervisione dell’Executive chef Giuseppe Di Iorio del ristorante AROMA (1* Michelin) aggiungendo un altro gioiello alla collezione di scenari della Grande Bellezza italiana, dai Faraglioni di Capri all’imponente Colosseo.
Anche la cucina celebra l’Italia. Un’Italia di sapore e tradizione ma sofisticata e avvolgente al contempo. In tandem con il Resident Chef Alessandro Marata, Chef Di Iorio porta in tavola essenzialità e ricerca, coniugando con abilità i sapori e piatti iconici di identà territoriali gustose, presentate con mano e tecniche contemporanee.
Racconta Di Iorio: “Realizziamo una cucina solida e ricca, con grandi piatti della tradizione eseguiti con tipologie di cotture differenti al servizio di una proposta di memoria raffinata ed elegante, per un’esperienza gastronomica capace di emozionare innanzitutto i nostri concittadini, risvegliando sensazioni del passato. Ho scelto Alessandro Marata come resident perché è in grado di abbracciare questa visione e trasferirla pienamente nell’esecuzione dei piatti in carta. Abbiamo fatto un percorso e oggi ci ritroviamo insieme per questo nuovo entusiasmante capitolo.”
Si parte sempre dalle basi, ovvero dalla ricerca e dalla selezione di ingredienti di qualità capaci di raccontare quel legame con la tradizione e la contemporaneità con guizzi di estro teso a generare un effetto sorpresa, come per il Risotto come se fosse… una puttanesca; il Bottone cacio & pepe al mare; o la Luciana incontra Amatrice e fanno una calaMarata che mostra come l’incontro di sapori di personalità possa generare un’inattesa armonia. E ancora Fusill’Oro arzilla e broccoli; il saltimbocca di maiale e l’immancabile Polletto e peperoni, doveroso inno all’estate romana a tavola.
Alessandro MarataChristian ComparoneGiuseppe Di Iorio
Se la cucina è d’ispirazione italiana, il Lounge bar in terrazza, invece, è il nuovo regno della mixology esotica che si esprime a suon di “spirits” attraverso i cocktails del Bar Manager Christian Comparone, esecutore di drinks dalla grande estetica, affascinanti perchè ospitati in bicchieri di forma artistica, quanto ricchi di contenuti e riferimenti culturali.
La carta dei cocktail viaggia tra classici e twist, fino alle proproste ispirate ai Rinoceronti secondo un gioco di apparenze che sorprendono per accostamenti e sapori. La carta dei signature si compone di 8 drink suddivisi in tre categorie ispirate alle altrettante specie di rinoceronti viventi: 2 drink sono dedicati ai rinoceronti indonesiani (Sumatra e Giava); 4 drink sono ispirati agli africani (il Nero, e il Bianco, a suo volta omaggiato in un percorso degustativo suddiviso in 3 cocktail diversi); infine, ai rinoceronti dell’India del sud è dedicato il percorso a base di 2 drink, che prende il nome di “Crash Of Five”.
I due rituali degustativi sono intervallati da piccoli innesti culinari pensati come un viaggio articolato in diverse portate: Entrée, Main Course e Dessert per il set menu Bianco ed Entrée e Main Course per il set menu Crash Of Five. Nei signature e classici della carta Rhinoceros il tasso alcolico è uno standard drink intorno ai 16 gradi. Tra le proposte, si fanno spazio delle opzioni vegane e dei cocktail non alcolici.
RHINOCEROS Le Restau & RoofBar
Via del Velabro 9, tel. 06-6798902. Orario: aperto a pranzo e a cena, dal martedì alla domenica, dalle ore 11 a mezzanotte. Chiuso il lunedì.
Terrazza Mirador – Chef giapponese Koji Nakai + Bar Manager Riccardo Domenico
di Marialuisa Piras
Via del Gianicolo. Terrazza immersa nel verde di Villa Agrippina della compagnia Gran Melià, ai piedi del Gianicolo, affascina con il suo stile vintage, caratterizzato dal vimini e ferro battuto, pronto a ricreare la magica atmosfera delle sere estive delle isole baleari. Un giardino segreto dove fuggire dalla solita Roma con vista su Castel Sant’Angelo, mura vaticane e fiume Tevere.
Si rimane subito accolti dal personale giovane e premuroso, un’oasi perfetta incorniciata da Bouganvillea, Salvia, Artemisia e Mirto capace di trasportare la vostra esperienza altrove.
I toni dell’azzurro, del verde e dell’ocra accompagnano le luci dorate, rendendola una location di forte impatto e al tempo stesso gioviale.
La proposta Food è studiata dallo Chef giapponese Koji Nakai, con piatti della tradizione nipponica e piacevoli contaminazioni. Il giovane e promettente chef, originario di Kobe, trova spunto nelle sue radici dando vita ad un vero melting pot culinario.
Sarà possibile infatti trovare nel menù i tipici ravioli, gli urakami, il veggie roll e il japanese chicken sweet and sour. Tra i piatti più creativi invece, la tartare di tonno con salsa ponzu su gazpacho orientale, il gapao thai rice e il tandoori Salmon.
Ad accompagnare, il Cocktail Bar presenta i signature drink pensati dal Bar Manager Riccardo Domenico, ideali dall’aperitivo al dopo cena.
Una drink-list ad effetto, in grado di soddisfare ogni aspettativa. Tra i must: il “Pilar” composto da Tequila Espolon, Triple sec, Lime e mango e il “Profesor Hierbas” preparato con Vermouth del Professore, China, Hierbas, Campari, Peychaud bitter e Tajin.
Non manca inoltre un’ esigente selezione di distillati, tra cui il Sakè, il liquore allo Yuzo e il tradizionale Umeshu.
A completare la proposta beverage, tra le novità di quest’anno il Limited Edition Cocktail, ossia un drink list speciale replicabile solo in 123 copie, servita in un bicchiere e sottobicchiere numerato che il cliente potrà portar con sé come souvenir.
TERRAZZA MIRADOR
Via del Gianicolo, 3, 00165 Roma RM – 351 8716027
www.terrazzamirador.it
Flora Roof Restaurant & Cocktail Bar – Rome Marriott Grand Hotel Flora | Chef Massimo Piccolo & Bartender Alessio Mercuri
di Sara De Bellis
Via Veneto. Dal Flora Roof Restaurant & Cocktail Bar, distensiva terrazza dall’incredibile vista del Rome Marriott Grand Hotel Flora, a ridosso delle Mura Aureliane lo sguardo è libero di spaziare, di soffermarsi su cupole e monumenti iconici, di accarezzare i cavalli alati del’altare della Patria, di disegnare i contorni della Cupola di San Pietro, di penetrare l’intenso verde di Villa Borghese, di raggiungere la linea del mare o di toccare la vetta del Terminillo.
In quella che un tempo era la casina di caccia della famiglia Ludovisi, apre agli ospiti, dalla Colazione passando agli aperitivi, la possibilità di vivere i cieli di Roma e le tavole del Flora Roof fino alle cene d’ispirazione gourmet curate dello Chef Massimo Piccolo e agli scenografici after dinner del Bartender Alessio Mercuri.
“Siamo entusiasti di contribuire alla rinascita di una strada celebre in tutto il mondo, via Veneto. Un vero e proprio brand internazionale che sta vivendo una nuova stagione legata all’offerta dell’hospitality e alla ristorazione di eccellenza, per chi viaggia all’insegna della qualità”, racconta il General Manager dell’hotel Achille Di Carlo.
Tra tinte pastello e sfumature del tramonto l’attenzione si concentra sull’aperitivo che non prevede una formula fissa. Al Flora si consuma à la carte e tutti i drink sono accompagnati da dry snack e da selezioni di fritti o canapè. La drink list include tutti i cocktail internazionali IBA più un’ampia lista di signature, ideati dal bartender Alessio Mercuri tra cui il “Bitter Summer” con Campari, Aperol, Galliano e Limone ed oleo saccarum, e il “Drink Me” a base di Vodka, Grand Marnier, Bitter Truth Orange bitter, Chiodi di Garofano, Lime, Albumina e zucchero liquido. Non mancheranno rinfrescanti mocktail e l’iconico drink “Flora Espresso Martini” (a base di Moskovskaya, Kahlua, Frangelico, caffè espresso). Segue la cena “en plein air” dello chef Massimo Piccolo che ha pensato per il Roof Restaurant del Flora che fonde basi e memorie campani, impronte romane e proproste intenazionali.
Così la Caprese di bufala e cuore di bue, il Carpaccio di gamberi rossi e la Parmigiana di melanzane coesistono assieme alla Battuta di fassona al coltello, ai Paccheri all’ amatriciana e Pici alla carbonara con guanciale e uovo bio fino ai Filetto di Manzo danese e patate fritte; Tagliata di Frisona, Filetto di ombrina o Sedano Rapa alla piastra con caponata di verdurine, per poi fare ritorno al Babà, questa volta dolce e bagnato al limoncello di Sorrento servito con Crema allo zabaione fredda e mandole caramellate.
Chef Massimo PiccoloBartender Alessio Mercuri
Flora Roof Restaurant & Cocktail Bar
Via Vittorio Veneto, 191, 00187 Roma
La Terrazza, Bulgari Rome | Executive Chef Niko Romito + Resident Chef Caludio Catino + Bar Director Desiree Verdecchia
Piazza Augusto Imperatore. Il nome si presenta da sè, la Terrazza Bulgari, al quinto piano del lussuoso albergo che si affaccia al mausoleo di Augusto imperatore, stupisce subito sia per lo spettacolare landscape dominato dal centro monumentale di Roma con Villa Medici e Trinità dei Monti che per il design elegantee d’eccellenza. Un vero e proprio progetto paesaggistico curato da P’arcnouveau , che con oltre 200 vasi smaltati ricchi di piante e fiori coloratissimi ci riportano nella Roma antica, tra i giardini di Livia e Villa Adriana in compagnia di decorazioni in marmo pregiato e vetro di Murano.
Un rooftop spettacolare dove godersi un aperitivo glamour e dove poter assaporare il menù curato dall’Executive Chef del gruppo Bulgari, Claudio Catino, fedele braccio destro del rinomato Chef Niko Romito, tre stelle Michelin.
Una proposta che riprende la cucina italiana in chiave contemporanea e una drink list con cocktail iconici all’altezza delle aspettative firmata dalla bar director Desiree Verdecchia.
Un’atmosfera suggestiva da provare almeno una volta, dove i prezzi nonostante le polemiche di queste settimane rispecchiano pienamente gli standard per l’happy hour medio dei locali capitolini.
BULGARI HOTEL ROMA
Piazza Augusto Imperatore, 10, Rome, Italy
Tel. +39 0636080400
Maio Restaurant & Rooftop | Chef Umberto Vezzoli
di Sara De Bellis
Via del Tritone. Trasferito dalle guglie del Duomo di Milano, il format “Maio” prende spazio nella Capitale al sesto e settimo piano di Rinascente Roma di via del Tritone. Siamo tra le vene della città eterna, dove l’arte, la storia millenaria si lega alla vivacità contemporanea.
Qui dove Maio Restaurant e Rooftop vuole regalare emozioni durature nel tempo, vuole essere un luogo dove il gusto si fonde con l’emozione e dove i sapori si trasformano in vere e proprie esperienze che fanno bene al cuore. Dalla terrazza, infatti, lo sguardo abbraccia l’iconico skyline della Capitale tra monumenti millenari, architetture straordinarie e brulicanti vie dello Shopping. Una cucina eclettica e raffinata quella del Maio Restaurant e Rooftop, che vuole distinguersi prendendo ispirazione dalla tradizione culinaria italiana e rinnovandola con tocchi moderni e creativi.
Il cuore di Maio Restaurant e Rooftop batte grazie alla passione dello chef Umberto Vezzoli, chef di lungo corso che con la sua costante ricerca, la selezione delle materie prime e l’attenzione per la stagionalità dà vita ad esperienze gastronomiche originali dalla colazione all’aperitivo, dal pranzo alla cena.
I piatti riflettono l’equilibrio tra la tradizione culinaria italiana anche nei colori accesi con moderni guizzi di salse e panure. In modo mutevole si passa dai piatti freschi e sfiziosi, ai piatti più elaborati, con un particolare omaggio alla cucina romana. Speciale è l’aperitivo che si apre a una selezione variegata di bollicine, cocktail e una proposta particolare di gin, come quello ai sentori di zafferano firmato “Maio”. A cena l’atmosfera cambia e con essa il menu.
Tra i cult serali il tonnarello ai tre pepi con pecorino romano o il risotto alla Milanese, ma c’è spazio per la proposta gastronomica anche per piatti veloci e dal respiro internazionale come insalate e sandwich e l’iconica pizza. Ad accompagnare i piatti numerose etichette, una selezione accurata tra vini emergenti e tradizionali, provenienti da tutto il mondo, ma con un particolare occhio di riguardo alle eccellenze del made in Italy.
Dietro le quinte ci sono i fratelli Alessandro e Massimo Maio detentori di una visione lungimirante e coerente che non lascia niente al caso, e dove il cibo diventa un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, in ogni momento della giornata mentre lo sguardo si perde nella bellezza della città eterna che si staglia all’orizzonte. In un mondo frenetico, Maio Restaurant e Rooftop rappresenta una pausa, un rifugio in cui l’emozione della vista si fonde con il piacere della buona tavola.
Maio Restaurant & Rooftop Via del Tritone 61 (La Rinascente, 6° & 7° piano) 00187, Roma Tel. +39 06 8791 6653
Borgo La Chiaracia Resort & SPA attende la notte di San Lorenzo con la “Cena sotto le Stelle”. Tra natura, musica e grande atmosfera, un menu speciale dedicato all’orto e al mare in abbinamento ai vini a km 0 della Tenuta umbra.
È per tutti la notte dei desideri, meglio se espressi a contatto con l’energia della natura, nella contemplazione di un cielo terrestre che proprio in questo perido regala il suo spettacolo più straordinario. Tra sciame di Perseidi e luminose scie alle quale affidare i nostri sogni, è sull’Altopiano dell’Alfina, e precisamente a Borgo La Chiaracia Resort & Spa, che il 10 Agosto diventa una speciale notte, arricchita da grande gusto e grande atmosfera en plein air.
Si chiama “Cena sotto le Stelle” ed è il quinto appuntamento nel segno dell’incanto, entrato nella tradizione del lussuoso smart resort di Eugenio Vinciguerra e Anna Ramazzotti a Castel Giorgio.
L’estate 2023 porta nel Borgo sospeso tra cielo e terra, la cucina concreta e allo stesso tempo visionaria dell’Executive Chef Daniele Auricchio ( lo abbiamo raccontato qui), giovane talento campano che ha scelto l’Umbria come terra d’elezione e preziosa ispirazione. È proprio in questo spicchio rigoglioso di terra tra Orvieto e il Lago di Bolsena che lo chef Daniele Auricchio, ha messo a fuoco le cifre della sua cucina – ovvero stagionalità delle materie prime, attenzione alle produzioni locali, tecnica, cotture e creatività – perfezionando uno stile alla ricerca di nuovi equilibri e esplorando insoliti connubi di sapori.
Per la «Cena sotto le Stelle», ideata e realizzata sotto la supervisione puntuale e decisiva del General Manager della struttura Matteo Calcabrini – giovane professionista capace di spaziare con competenza in ogni ambito dell’hôtellerie di lusso – lo chef Daniele Auricchio ha scelto di creare uno speciale menu a base di pesce in abbinamento con il pregiato vino della Chiaracia (Chardonnay), prodotto direttamente dalle vigne del Borgo.
Ad accompagnare e presentare la degustazione agli ospiti de La Chiaracia sarà il MaîtreSommelierMauro Clementi, che guida con passione e partecipazione sia l’esperienza gourmet del ristorante Radici che quella più tradizionale de La Pagoda (interni al resort), che durante l’evento del 10 Agosto 2023 coordinerà il lavoro dell’impeccabile team di sala di Borgo La Chiaracia.
Il Menu e la “Cena sotto le stelle”
Nel giardino affacciato sull’Altopiano dell’Alfina, tra possenti castagni, querce secolari e ordinati vigneti, la cena parte con il Benvenuto dello Chef: un gustoso tortino di patate, formaggio e curry. Poi il percorso di degustazione prosegue in quattro tappe con un’entrée di melanzana, kefir, basilico e pinoli; poi un Risotto al concentrato di pomodoro alla brace, con limone pane e cannocchie marinate; la Ricciola alla scapece; e il dessert «Sole» al passion fruit.
Il tutto abbinato ai Vini della Tenuta del Borgo e allietato dalla musica dal vivo di una virtuosa chitarra. Il segreto per godere appieno dello spettacolare sciame meteoritico? Scegliere un punto di osservazione più buio possibile. Per questo, al termine della cena, Borgo La Chiaracia spegnerà le sue luci e ridurrà al minimo la sua illuminazione per aumentarela magia di questo luogo in equilibrio fra tradizione e modernità, wellness e business, lusso ed ecosostenibilità, eccellenza e sperimentazione enogastronomica.
INFORMAZIONI
Borgo La Chiaracia Resort & Spa: Località Castel Giorgio (TR)
Data dell’evento: 10 Agosto 2023
Orario dell’evento: dalle ore 20
Costo: € 85,00 a persona, con acqua e calici di vino inclusi
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