Sara De Bellis

Anno: 2024

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Napoletana, Romana, Tradizionale o Contemporanea, a Canotto e Fritta, Bio, Senza Glutine e al taglio, mentre le evoluzioni del disco di pasta fanno impazzire le “Eat parade d’Italia”, il 17 Gennaio, da Nord a Sud, si festeggia la Pizza con una giornata diventata mondiale. Un’ occasione in più per i nostri Maestri Pizzaioli per portare in tavola proposte inedite e golosi sguardi sul suo futuro.

Acqua, lievito e sale, poi la sapiente attesa e il potere del fuoco. Ingredienti di un prodotto planetario e rigorosamente made in Italy, apprezzato a livello mondiale e che contribuisce alla bilancia commerciale italiana, allo sviluppo di idee e format in terra nostrana e all’export dei nostri prodotti più caratteristici.

Napoletana, Romana, Tradizionale o Contemporanea, a Canotto e Fritta, al Padellino o al Taglio, Bio e Senza Glutine: le evoluzioni di questo disco di pasta fanno impazzire le Eat parade d’Italia. Attraverso Guide, riconoscimenti e attestazioni di qualità che hanno messo al centro dell’attenzione non solo il prodotto finito, ma anche i Meastri pizzaioli, i percorsi, le tecniche, lle cotture e le materie prime e gli accostamenti nei condimenti, la pizza ha moltiplicato i suoi stili e le sue forme.

Ma tutto questo fermento ha una storia, una radice che si è fatta chioma e ha trovato nel 17 gennaio la sua celebrazioni in tutto il mondo: il World Pizza Day. La “Giornata Mondiale della Pizza”, è stata fatta coincidere con la celebrazione di Sant’Antonio Abate, protettore dei fornai e dei pizzaioli. Il legame con il fuoco ha sancito per tradizione, che in questo giorno i napoletani appiccassero per la città dei falò di varie dimensioni, i cosiddetti “cippi”, le cui fiamme avevano il potere di purificare e scacciare via le malattie dall’anno appena iniziato, tant’è che come recita un proverbio: Chi festeggia sant’Antuono, tutto l’anno ‘o pass’ bbuon. Ma nel 2024 come, dove e con quale PIZZA si festeggia il WPD?

MULTISEDE – PIZZIUM celebra in tutta Italia la giornata mondiale della pizza all’insegna di uno stile di vita più sostenibile e con speciale attenzione alle nuove abitudini alimentari

PIZZIUM, la famosa catena di pizzerie che porta in tavola la pizza napoletana con ingredienti regionali selezionati, festeggia il Pizza Day con la “Pizza Speciale Veganuary” e con vantaggi personalizzati per gli affiliati “Pizzium Lovers Card”. Condita con pomodori pelati, copertura di “Pizziumella”, un’alternativa vegana alla mozzarella, e impreziosita da granella di castagne e funghi chiodini, la Pizza Speciale Veganuary è disponibile fino al 31 gennaio in tutti i 45 punti di vendita. La “Pizziumella”, realizzata con solo ingredienti naturali – mandorle, anacardi e fibre – sarà invece inserita stabilmente nel menù in tutta Italia. Due novità che rappresentano un ulteriore impegno di PIZZIUM nel fornire alternative innovative che promuovano uno stile di vita più sostenibile e consapevole, con una speciale attenzione alle nuove abitudini alimentari. www.pizzium.com

MILANO – Da GIOLINA

Giolina, la pizzeria di ispirazione dandy-rock che ha conquistato il cuore dei milanesi con le sue pizze dal cornicione croccante e soffice, preparate con materie prime di eccellenza italiane, festeggia il World Pizza Day con due inedite proposte che vedono protagonista il carciofo, declinandolo in tre consistenze diverse: una pizza al padellino con semi di sesamo, lino e girasole farcita con crema di carciofi, carciofo alla romana e carciofo fritto, pomodori secchi e caciocavallo podolico e la versione Veganuary, che sarà disponibile dal 17 gennaio per un mese, senza caciocavallo e con datterini rossi semi dry, polvere di olive nere caiazzane e prezzemolo. Entrambe sono perfette da abbinare con il vino Trattmann Pinot Noir Riserva della Cantina Girlan, recentemente inserita nella carta di Giolina. www.giolina.it

CHIETI – FERMENTA e la “Quel Matto di Luca” di Luca Cornacchia

Da Fermenta l’identità significa territorio. Ci troviamo a Chieti Scalo in Abruzzo e la pizza di Luca Cornacchia e Giorgia Santuccione significa amore per la propria terra. Una circolarità di ingredienti e sentimenti ben rappresentata dalla pizza napoletana contemporanea QUEL MATTO DI LUCA (MARGHERITA SECONDO LUCA): crema di fior di latte, pera d’Abruzzo (presidio Slow Food), pecorino di Farindola (presidio Slow Food), crema di basilico, olio EVO Barone Cilento DOP. Presente non solo pizza contemporanea ma anche in doppia consistenza, doppio crunch e padellino. QUI per prenotare.

FIUMICINO – CLEMENTINA e la Stile Libero della Pizza

In questa Pizzeria di Fiumicino che porta il nome di “Clementina” e la firma di Luca Pezzetta, oltre alla pizza romana tradizionale, sono protagonisti lo spicchio alle alghe di mare fermentate cotto nel padellino, il quadruccio di teglia romana ai cereali, il cornetto salato all’italiana sfogliato a mano e il panettone artigianale, cotto al barbecue. Una delle tonde imperdibili da assaggiare in occasione del World Pizza Day è l’“Alicetta Tonnata e Centopelli”, unacombinazione tra mare e terra, condita con porro bruciato, salsa tonnata, alici marinate, origano, basilico greco, buccia di pomodoro e trippa fritta. Un classico in carta è la Marinara del Futuro, con pomodoro Migliarese, capperi, olive, origano, alici di Fiumicino, pomodori confit e aglio nero fermentato. Nel menu invernale spiccano, infine, tre Scrocchiarelle, pensate anche per la condivisione al tavolo: la vegana con cicoria ripassata, pomodorini confit e olive, la Scrocchia-Della, ripiena con mortadella, lattuga e yogurt agli agrumi e la Scrocchiarella all’aragosta, con sugo al fondo di aragosta/astice, polpa di aragosta/astice, capperi, olive, pomodorini confit e origano. CLEMENTINA

ROMA – ALLEGRIO

Da Allegrío, di nome di fatto, al civico 114 dell’iconica via della “Dolce Vita” – Via Veneto – convivono due anime: quella della pizza napoletana, verace e autentica di Ivano Veccia e Peppe Aiello e l’anima della cucina italiana che strizza l’occhio alla modernità a cura dello Chef Daniele Creti. A pochi mesi dall’apertura vanta il premio One to Watch 2023 Fedegroup Award di 50 Top Pizza. Il menu propone grande varietà di tradizioni e gusti accomunati da impasti leggeri e da materie prime selezionate:

  • Carciofi d’Italia, un omaggio alla romanità con il carciofo in varie consistenze;
  • Zucca, tartufo e amaretti, una pizza aromatica e con dolci sentori di bosco;
  • Matta Margherita, cotta in pala e che rievoca ricordi ischitani.

ROMA e la 180grammi Pizzeria Romana

Una visione sempre aggiornata e golosa della pizza quella di Jacopo Mercuro cui fanno capo, idee, sapori e progetti di “180g“, la pizza romana del futuro: “Back to the pizza”, prendendo ispirazione dal film “Ritorno al futuro” del 1985, è l’impostazione di pensiero tra fritti e pizze croccanti che attinge e gioca con il patrimonio di pizza diventato mondiale e con le ridefinizioni più capitoline. Per il WPD Vi consigliamo la “Pepperoni tutta la vita” anche detta la “𝙋𝙚𝙥𝙥𝙚𝙧𝙤𝙣𝙞 𝙥𝙞𝙯𝙯𝙖” (in foto) con pomodoro azienda agricola Migliarese, fior di latte Alveti e Camusi, salame piccante, Parmigiano Reggiano vacche rosse, origano bianco di Sicilia e olio al peperoncino. E, se non l’avete ancora assaggiati il “𝙎𝙖𝙢𝙥𝙞𝙚𝙩𝙧𝙞𝙣𝙤® 𝙨𝙥𝙖𝙜𝙝𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙬𝙞𝙩𝙝 𝙢𝙚𝙖𝙩𝙗𝙖𝙡𝙡𝙨”: spaghetti quadrati, salsa marinara, polpette di manzo e Parmigiano Reggiano Vacche Rosse (in foto).

ROMA + MULTISEDE – BERBERÈ

Berberè (www.berberepizza.it) il brand di pizzerie artigianali dei fratelli Aloe, è fra le migliori pizzerie in Italia e al 5° posto della classifica mondiale della guida 50 Top Pizza. Seguendo l’identità del brand, la pizzeria propone impasti da farine biologiche e macinate a pietra, fermentati con solo lievito madre vivo per 24 ore. Le pizze vengono poi condite con farciture stagionali e servite già tagliate in 8 fette, in nome della condivisione. Il menù è stagionale e propone a prezzi accessibili 16 scelte che spaziano dai gusti classici alle proposte vegetariane:

  • Salsiccia e Friarielli (friarielli conditi, salsiccia di Mora Romagnola, provola affumicata, ricotta affumicata grattuggiata);
  • Spinaci (spinaci saltati, fiordilatte, olive nere, taleggio, scaglie di parmigiano reggiano 24 mesi, salvia, pepe nero e scorza di limone);
  • Zucca e Funghi (zucca in crema, fiordilatte, taleggio, funghi misti saltati, prezzemolo, olio al rosmarino)

ROMA – SBANCO e Un’estate Fa

Sicuramente uno dei punti di riferimento del quartiere Appio Latino a Roma, SBANCO, tank bar, craft beer & champagne, è soprattutto una Pizzeria con forno a legna e un debole per le gioie della friggitoria! Mentre il forno rimane ben in vista dall’esterno e invoglia l’ingresso, varcata la soglia potrere scegliere tra tavoli classici o lungo bancone (entrambi perfetti) per sorseggiare ottime birre artigianali accompagnate da fritti dalla panatura croccante, ripieni voluttuosi e generosi condimenti come il Supplì al ragù della Domenica e quello alla Genovese; la Mozzarella in carrozza (in foto); la montanara romana con pollo alla cacciatora. Oltre alll’ampio menu che annovera pizze, secondi e dolci, per il WPD Sbanco sforna un’inedito dal titolo sforna “Un’estate fa”, ovvero una rivisitazione di “prosciutto e melone” in versione invernale con Fiordilatte, Melone Bianco Invernale, Mandorle, Lardo di Patanegra (in foto). Se ancora non conoscete questo indirizzo, questa è l’occasione giusta per provarlo! SBANCO (anche in foto di copertina)

SEU PIZZA ILLUMINATI

Seu Pizza Illuminati è la pizzeria di Pier Daniele Seu e della moglie Valeria Zuppardo, aperta il 7 marzo 2018 nello storico quartiere romano di Porta Portese. La pizza di Seu parla una lingua nuova, moderna ma con un forte legame con il passato ma con lo sguardo rivolto al futuro, al mondo, alle contaminazioni. Una pizza contemporanea, nella forma e nel sapore che racconta molto sui nuovi stili della pizza, così come il trancio di pizza cotto al ruoto con il pastrami o quello pollo e peperoni (in foto). Un menu ampio e divertente, che offre percorsi degustazione in equilibrio tra “classicismi” e nuove dolci sperimentazioni a tu per tu con le evoluzioni della pasticceria. Per il menu completo cliccare QUI.

ROMA – CASA CONSORTI

Casa Consorti è un progetto familiare nato nel 2020 in Via di Boccea. Mattia Consorti, 28 anni, ha le mani in pasta quasi da sempre e con la sua pizza vuole accogliere tutti i gusti e le richieste dei clienti. Nascono così le quattro versioni della pizza di Casa Consorti, sempre con farine del Mulino Paolo Mariani:

  • Contemporanea (pre fermento in biga e idratazione all’80%) servita farcita e spicchiata;
  • Padellino (impasto biga e idratazione al 90%) è la tonda, alta e soffice servita già tagliata a metà e farcita;
  • Romana (impasto con autolisi al 63% e maturazione di oltre 24 ore) sottile con bordo croccante, farcita su tutta la superficie;
  • Baciata (impasto con autolisi al 63% e maturazione di oltre 24 ore) è una pizza ripiena farcita.

Il menu propone poi gli immancabili fritti, dai tradizionali a quelli più fantasiosi. Mattia qui investe tanta passione ma anche studio e grande ricerca delle materie prime di qualità con cui guarnire le pizze. www.casaconsorti.it

ROMA – A ROTA PIZZERIA e la Pizza a Mattarello di Sami

Tra i regni capitolini della Pizza Romana c’è sicuramente Pizzeria a Rota che porta l’impronta di Sami El Sabawi che a colpi di mattarello ha portato avanti e sostenuto con orgoglio la rinascita della pizza romana tradizionale. In zona di Tor Pignattara, l’ambiente è informale pur con grande attenzione alle materie prime che, a partire dagli impasti, offrono la famosa base “scrocchiarella” per accogliere tradizione e modernità. Un articolato percorso che va dalla Pizza con “Mozzarella di Bufala, Puntarelle alla romana, Alici di Cetara e Gel di Arancia Rossa” fino alle dolci derive ispirate alla “torta della nonna” con crema e pinoli. Per il WPD ha pensato ad una new entry che, tra due strati fragranti, recita così: Fonduta di Parmigiano Reggiano, Susianella di Viterbo (presidio SlowFood), Finocchi al Burro, Chips di Parmigiano (in foto); la quale molto probabilmente (come si dice a Roma) “Vi manderà a Rota“! Qui per prenotare.

ANGELO PEZZELLA, la Pizzeria con Cucina e Amore per la Tradizione

“Fai di un’idea la tua vita” è questo il motto di Angelo Pezzela che con origini napoletane si sposta nella Capitale (in zona Capannelle) per importare le coordinate dela sapore e della migliore tradizione partenopea. Nell’ampio menù troverete infatti pizze napoletane classiche – la Margherita, la Marinara e la Verace con pomodoro, mozzarella di bufala campana Dop tagliata a fette, basilico e olio evo a crudo – e le proposte di una cucina partenopea di terra e di mare accompagnate da fritti e dall’immancabile mozzarella di bufala rigorosamente campana. Un viaggio tra i sapori della mia terra. Dalle classiche alle integrali, dalle pizze fritte al “panuozz” ciascuna di loro suscita l’emozione di assaporare il gusto della classica pizzeria napoletana. Nel menù nuove sempre pizze che omaggiano i amici e colleghi pizzaioli napoletani nonché la città di Roma. QUI per conoscere il menu e prenotare.

NAPOLI – Salvo e la Cosacca con celebrazione della tradizione napoletana

Le due pizzerie di Francesco e Salvatore Salvo, a San Giorgio Cremano e a Napoli, festeggiano il World Pizza Day e la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, protettore dei pizzaioli, con una delle pizze simbolo della tradizione napoletana: la Cosacca. Composta da pochi ingredienti – pomodorino di Corbara, pecorino bagnolese, olio extravergine d’oliva Itran’s di Madonna dell’Olivo e basilico – il sapiente utilizzo del fuoco diventa indispensabile per preparare la Cosacca, visto il rischio di sciogliere il formaggio grattugiato con le alte temperature. Così i due fratelli guidati dal Santo protettore dei pizzaioli, sono maestri nell’utilizzo del fuoco, senza l’ausilio di termometri: guardano i colori e le sfumature, e posizionano la pizza nel forno sempre in modo strategico per trovare il perfetto equilibrio di sapore e croccantezza. www.pizzeriasalvo.it   

NAPOLI ( + POZZUOLI, ROMA, DOHA) – 10 DIEGO VITAGLIANO, e la sua Margherita storica

E’ la pizza preferita di Diego Vitagliano e forse anche quella dei veri pizza lovers. Parliamo della Margherita, Regina delle Pizze in tutti i sensi. Riletta nella contemporaneità napoletana, nelle sue pizzerie è con il cornicione ben pronunciato, l’impasto scioglievole che non riununcia a quel tocco di croccantezza. Un classico che fa capire tanto sulla qualità dell’impasto, dei prodotti e della pizzeria stessa ai vertici delle classifiche. Quindi, se ancora non l’avete fatto, per il WPD, il consiglio è quello sua è una MARGHERITA STORICA: Pomodoro San Marzano DOP, fiordilatte di Napoli, Grana Padano, basilico riccio napoletano, olio extra vergine d’oliva fruttato intenso. www.diegovitagliano.it

CASERTA – I MASANIELLI di Francesco Martucci e l’infinito viaggio nell’avanguardia

Non servono presentazioni per questa Pizzeria che ha riscritto la storia della Pizza reimpostandone regole e percezioni. I Masanielli di Francesco Martucci non solo è una Pizzeria pluripremitata, è un luogo di ricerca e sperimentazione in equilibrio con il doveroso rispetto della migliore tradizione. Dall’ambiente alla tavola passando per materie prime e accostamenti qui l’esperienza è a 360 gradi. Un percorso di avanguadia in continua evoluzione, che regala sfumature sempre nuove, per questo non c’è bisogno del World Pizza Day per fare sfornare novità e trovare “Pizze per i vostri denti”. www.pizzeriaimasanielli.it

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Arriva da Forza Italia una proposta di legge per promuovere al ristorante l’uso della cosiddetta “Doggy Bag“, sensibilizzare gli italiani al buonsenso e arginare lo spreco alimentare, come prevede l’Agenda ONU 2030

La Lotta alla Spreco Alimentare, come tanti argomenti che mirano a preservare la terra, la vita e la sua qualità in senso ampio, non dovrebbe conoscere partito o fazione. Arriva da Forza Italia una proposta di legge per promuovere l’uso della cosiddetta “Doggy Bag“, per portare dal ristorante a casa cià che avanza, senza vergogna.

La proposta prende il nome di “Obbligatorietà della doggy bag”, ed è stata presentata oggi 10 gennaio, alle 14:30, dal deputato di Forza Italia e responsabile nazionale Dipartimento pesca e acquacoltura di FI Giandiego Gatta con il presidente dei deputati di Forza Italia, Paolo Barelli, con l’obiettivo dichiarato di arginare lo spreco alimentare, come previsto dall’Agenda ONU 2030 (12^ obiettivo).

Nel nostro (bel)Paese, secondo i dati della Fondazione Bdfn, ognuno di noi spreca 65 kg di cibo pro-capite l’anno per comportamenti sbagliati nel consumo, in casa e al ristorante.

Fino a qualche tempo fa a portare via ciò che, di quanto ordinato, rimaneva nel piatto, erano in pochissimi. Oltre la legittima richiesta nel caso in cui si possedesse un animale domestico (vero o immaginario) bisognava, ricevere il benestare del nostro commensale nonchè essere pronti a schivare, passando tra i tavoli, tutta una serie di sguardi interrogativi e di sopracciglia alzate con scritto sotto “accattone” o “taccagno”.

Ma, se invece di focalizzarci sul tavolo del nostro vicino, osservassimo il mondo oltre le finestre, avremmo scoperto che la famigerata “Doggy bag” in America è una richiesta quotidiana e normalissima, in Francia è una pratica obbligatoria nei ristoranti con più di 180 coperti, e in Spagna è un’abitudine condivisa. Solo in Italia è considerata volgare. O meglio, era.

L’evoluzione del pensiero si deve a diversi fattori, le mode americane ogni tanto foriere di buon esempio, l’ingresso della Gen Z e le annesse tematiche di sostenibilità: il vento ha cambiato così direzione. Testimonianza di questa nuova mentalità è la proposta di legge che è arrivata oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati volta a rendere obbligatoria in Italia la pratica di portare a casa ciò che non è stato consumato al ristorante, senza nessun ridicolo pregiudizio.

La pratica della doggy bag— largamente diffusa negli Stati Uniti e già obbligatoria in Francia dal 2016 e in Spagna dal 2022 — prevede che i ristoranti forniscano ai clienti dei contenitori a norma per portare a casa gli eventuali avanzi del pasto.

LA “DOGGY BAG” DIVENTA UNA PROPOSTA DI LEGGE

“L’obiettivo della proposta di legge – spiega Gatta – è quello di contribuire a contrastare lo spreco alimentare, uno degli obiettivi fissati nell’Agenda Onu 2030. In Italia, secondo i dati della Fondazione Bdfn, ognuno di noi spreca 65 kg di cibo pro-capite l’anno, per comportamenti sbagliati nel consumo, in casa e al ristorante. La pratica della ‘Doggy Bag’ è in uso da tempo negli Usa, in Europa è obbligatoria già in Francia e Spagna. Introdurla anche in Italia sarebbe non solo un atto di buon senso che aiuterebbe a contrastare lo spreco alimentare ma avrebbe anche una finalità sociale e solidale e questo è l’obiettivo della mia proposta di legge”, conclude.

Perchè si chiama DOGGY BAG?

La pratica della “Doggy bag” arriva direttamente dagli Stati Uniti ed già ampiamente praticata nei paesi anglosassoni. Letteralmente significa “borsa per il cane” e prende il nome dalla pratica di portare a casa gli avanzi per il proprio animale domestico, o almeno questa era il pretesto che si utilizzava, evidentemente anche lì negli USA c’era timidezza nell’avanzare la proposta per sé, dopotutto ogni mondo e paese.

Nella sua versione attuale la “Doggy bag” non è necessariamente destinata ai nostri amici a quattro zampe, infatti, cio che dal nostro ordine non riusciamo a finire, può essere portato a casa anche da chi non ha un cane o un animale domestico onnivoro ad attenderlo. Nel caso specifico la pratica non riguarda solamente le pietanze, ma si può decidere di portar via da un locale anche una bottiglia di vino non finita. Insomma, tutto va bene purché il prezioso cibo non vada sprecato.

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Lo Chef Oliver Glowig approda in Cilento, prende le redini del Tre Olivi** – ristorante gourmet dell’imponente Savoy Hotel & Spa di Paestum – ci racconta le prime impressioni, l’accoglienza campana e svela alcune coordinate di sapore della sua futura cucina.

Cambi di prospettive, priorità e obiettivi divergenti possono riconfiguare quadri e spalancare nuovi scenari. Così, percorrendo la via della sempre imprevedibile vita, dopo quattro anni di permanenza degli Chef Giovanni Solofra e Roberta Merolla e due stelle Michelin, sarà lo chef Oliver Glowig, con un background italiano ed estero importante, a prendere residenza a Paestum, ponendosi a capo della cucina del Ristorante Tre Olivi** e di quella del Savoy Hotel & Spa.

Sangue tedesco, cuore italiano, idee chiare e un approccio ad ampio raggio per una sfida a lungo termine che, oltre alla riconferma delle “due stelle”, lo vedrà molto impegnato nell’impostazione delle brigate e nel coordinamento di tutti i comparti gastronomici ripensati dal vento di cambiamenti che ha soffiato con decisione sull’imponente Hotel in questo ultimo anno: dalla ristrutturazione delle camere e suite all’affiliazione alla catena Preferred, ogni azione è stata infatti pensata e attuata per spingere la struttura sulla rotta di ulteriore avanzamento sul mercato internazionale.

“Diamo il benvenuto a Oliver Glowig, pienamente fiduciosi nella sua capacità di accompagnarci verso le nuove ambiziose sfide che ci siamo posti; al contempo ringraziamo Giovanni Solofra e la compagna di vita e lavoro Roberta Merolli per il meraviglioso percorso che abbiamo vissuto insieme, entrambi avranno sempre un posto speciale nella famiglia Savoy” ha dichiarato Salvatore Pagano, proprietario e General Manager del Savoy Hotel & SPA.

Ma chi è Oliver Glowig e qual è stato il suo percorso fin qui? Glowig si innamora dell’Italia 25 anni fa. Un amore a doppio palpito, che abbraccio una donna diventata moglie e i grandi prodotti, materie prime e tradizioni culinarie del delle terre italiane. Parte in grande, dal Grand Hotel Quisisana di Capri che in cucina vantava Gualtiero Marchesi. Esperienza a dir poco segnante, che lo sprona a tornare a Monaco al Ristorante Acquarello e conquistare la sua prima stella Michelin; vittoria che non lo distoglie dal fare ritorno sull’isola campana, stavolta al Capri Palace Hotel & Spa, dove porta, nel giro di pochi anni, la brigata ad ottenere prima una e poi due stelle Michelin. Nel 2011 l’arrivo a Roma presso l’Hotel Aldrovandi Villa Borghese. Il successo e la conquista delle due stelle arrivano presto. Oggi, dopo varie consulenze per ristoranti e alberghi in Italia e all’estero, Oliver ha deciso di dedicarsi appieno alla nuova sfida nella bella Paestum.

Chef, una sfida performante, un progetto impegnativo in un territorio importante, il Cilento, dove è stata scritta la storia della Dieta Mediterranea codificata da Ancel Keys. Com’ è stato il primo impatto con Paestum e con il Savoy Hotel & Spa?

Per me è un pò come tornare a casa. Io sono cresciuto professionalmente a Capri e prendevo molti prodotti da Paestum, quindi tornare in una terra della quale conosco bene le materie prime per me è un grande vantaggio e grande motivo di gioia.

La struttura è molto bella, la famiglia Pagano molto accogliente, ha investito tanto sulle nuove camere, sulla SPA pazzesca e sulle sale della banquettistica, che è un reparto molto importante per la struttura oltre al bellissimo Beach Club. E’ un progetto a 360°, che offre tantissimo e per questo molto performante.

Chef, con tutta l’esperienza maturata in questi anni di sfide e grandi soddisfazioni, personali e di brigata, quali saranno i piatti che porterà con sé al Tre Olivi** di Paestum? Voglio dire, le “Eliche Cacio, Pepe e Ricci di Mare” ci saranno?

Non risco a scappare da queste eliche! (ride/ridiamo) Si, certo che ci saranno! Ma vorrei mettere in carta piatti come “il raviolo caprese” e ritornare al mare, che forse è quello che più mi è mancato negli ultimi anni.

Credo sia elettrizzante poter avere una tela bianca da personalizzare con la straordinaria tavolozza di un territorio così generoso. La sua Chef sarà una cucina di ricerca, studio e rilettura delle tradizioni del territorio o d’avanguardia, sganciata dal contesto e di respiro internazionale?

Con tanta esprerienza all’estero certamente porterò qualche tocco di internazionalità. Ma la mia sarà prevalentemente una cucina di ricerca sul territorio. Mi aspetta un lavoro importante sulla tradizione cilentana e sulla materia prima. Dallo studio della mozzarella di bufala ai carciofi e fichi bianchi, dalle verdure di grande qualità al pesce straordinario, dai frutti di mare in abbinamento agli ortaggi alla carne di bufalo. L’internazionalità, a tal proposito, la lascerò alla colazione dove l’ospite, oltre all’offerta classica e cilentana, potrà trovare le “uova alla Benedict”, che non possono mancare; e magari inserire nel menu un “hamburger”, pietanze immancabili per accogliere una clientela estera, ma che saranno comunque rilette e riproposte con gli ingredienti locali, uova e pancetta incluse.

Quando è prevista l’apertura ufficiale?

C’è tanto da fare, da ogni punto di vista. Dal creare una nova brigata ai tempi della gestione di tutti i comparti. L’ apertura ufficiale è prevista a Pasqua 2024. Prima aprirà la struttura, poi, una settimana più tardi, il ristorante Tre Olivi**. Nel frattempo sono molto felice. Ho ricevuto moltissimi messaggi, più che Natale (ride), di amici e Chef come Nino Di Costanzo e Fabrizio Mellino, che mi hanno accolto e fatto gli auguri per questa nuova avventura.

SAVOY HOTEL & SPA

Situato a ridosso della pineta che lambisce la spiaggia di Paestum e a pochi passi dalla suggestione del parco archeologico, il Savoy Hotel & SPA è un albergo votato all’eccellenza. All’interno ospita Holos, la spa pensata per unire il benessere di corpo e mente, il Beach Club 93, l’estensione sulla spiaggia dei servizi dell’albergo, e il ristorante Tre Olivi, due stelle nella Guida MICHELIN Italia 2024.

RISTORANTE TRE OLIVI

Il Tre Olivi è un’idea prima che un ristorante. Un connubio ideale tra il concetto di perfezione espresso dal numero tre e dall’ulivo, la pianta così cara agli antichi greci da essere considerata sacra. Ed è proprio questa sacra perfezione il cardine attorno a cui ruota l’universo del ristorante, dove si respira mediterraneo a partire dalla scelta degli arredi, realizzati interamente in legno d’ulivo.

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Per il giorno dell’Epifania non esiste un vero e proprio menù tradizionale, semmai una serie di ricette regionali rituali e di buon auspicio. Scopriamo quali!

L’Epifania, si sa, tutte le feste si porta via. Ma non la voglia di stare a tavola, anzi. Mentre i bambini ricevono doni, dolciumi in calza o carbone, le mamme operose si ritrovano in cucina alle prese con manicaretti e ricette del buon auspicio. Ma cosa si trova sulla “Tavola della Befana italiana”? Quali sono i piatti tipici? Come accade sempre in Italia, le specialità sono regionali.

Per il giorno dell’Epifania, si cucinano piatti elaborati e stuzzicanti. Ci sono sicuramente tanti dolci, ma non mancano le ricette salate tra primi piatti, secondi di carne o di pesce e fritti.

Iniziamo dalla Puglia dove si preparano le pettole, delle piccole nuvole di pasta lievitata e fritta, che possono essere dolci, accompagnate da miele o zucchero, ma anche salate, da gustare come antipasto. Il ripieno può essere di olive nere e verdi, di olive e acciughe, di olive e baccalà. Oppure si possono lasciare senza ripieno e accompagnarle, una volta cotte, con della salsa di pomodoro

Tradizionalmente in tavola, per il giorno della Befana, non può mancare un primo piatto importante. Che di solito è una lasagna. Ecco perché tra le ricette tipiche, dalla Liguria, per il 6 gennaio c’è la lasagna bianca, gianca in dialetto genovese, che viene condita con il classico “tocco”, il sugo di carne, oppure con il pesto. Qui, infatti, una volta il giorno della Befana era chiamato Pasquèta e da qui nasce il proverbio A Pasquèta, ‘na bonn-a lasagnata a l’è consueta. Lasagna che diventa, a volte, una pasta al forno, come succede per esempio a Napoli, per omaggiare il giorno di festa.

I secondi piatti di carne: il cappone ripieno

Oltre la carne, ci sono ancora il baccalà e il capitone. Sempre il Liguria si porta in tavola il cappon magro, mentre a Milano il cappone è proprio d’obbligo! Lo scriveva anche Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi: allevare “quater capun” in vista del Natale era una tradizione consolidata. I capponi dovevano essere 4 perché uno era per Sant’Ambrogio, uno per Natale, uno per Capodanno e uno per l’Epifania. La ricetta classica lo vuole farcito di carne di vitello o salsiccia, pane, latte e spezie come pepe, noce moscata, rosmarino, aglio, salvia e prezzemolo. E, per buon auspicio, servito in tavola guarnito da chicchi di melograno.

I secondi piatti di pesce: o broro ‘e purpo

Napoli, invece, domina la tradizione del polpo, che viene preparato in brodo e si chiama “o broro ‘e purpo“. Un piatto che risale all’antichità ed è uno dei piatti da strada più antichi della storia della città. Si dice che abbia origini nella cultura greca e appare per le strade partenopee intorno al XIV secolo, con la sua ricetta originale ancora oggi tramandata di famiglia in famiglia. Durante la notte dell’Epifania, anche se ormai sempre più raramente, si conserva l’usanza di berlo in strada camminando per le zone della città.

I contorni: l’insalata di rinforzo

Un altro piatto, infine, che segue tutte le festività natalizie e che merita di essere ricordato è l’insalata di rinforzo. È un contorno tipico della cucina napoletana e tradizionalmente durava da Natale all’Epifania. Era, cioè, sempre la stessa insalata, arricchita ogni giorno con qualche nuovo ingrediente. L’insalata di rinforzo si prepara con cavolfiore lessato, olive verdi, cetriolini, cipolline, giardiniera, peperoni dolci o piccanti sottaceto e acciughe. L’origine del suo nome potrebbe essere legata proprio a questo aggiungere ogni giorno altri ingredienti, tanto quanto al fatto che si tratta di un piatto davvero sostanzioso!

I dolci

Sono soprattutto i dolci i piatti forti della tavola della Befana, un modo per consolarsi delle fine delle feste.  Tra questi, vi abbiamo già segnalato la tradizione della Fugassa d’la Befana, una focaccia dolce dall’impasto morbido e dalla forma di fiore con i petali che viene preparata in Piemonte, in particolare in provincia di Cuneo. Viene farcita con i canditi e al suo interno viene nascosta una fava, chi la troverà sarà fortunato durante l’anno. Una tradizione che riprende quella francese della Galette des Rois. Secondo un’altra usanza, all’interno della focaccia vengono nascoste due fave, una bianca e una nera. Chi trova la bianca deve pagare le spese della focaccia, mentre chi trova la nera deve pagare da bere.

In Toscana, invece, soprattutto a Pisa e Livorno ma anche a Lucca e Viareggio, vengono preparati i Befanini, tipici biscotti  base di pasta frolla, agrumi  e rum, ricoperti di granella colorata. Mentre a Siena si servono in tavola i tipici Cavallucci, biscotti morbidi a base di farina, lievito, acqua, zucchero, miele, canditi e noci.

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La bontà non si misura, il torrone sì! A Camerino l’Epifania si festeggia così, con una lunghissima mattonella di mandorle e miele che, dagli spazi del Sottocorte Village, aspetta di tornare agli antichi splendori, snodarsi tra i vicoli della città ducale e stabilire un nuovo Guinness World Records. 

Miele, zucchero, mandorle tostate. Ingredienti mescolati assieme con maestria nel calore di una caldaia di rame. Una squisita amalgama che, posta negli stampi di legno, compressa con morsetti a vite e pressata da rulli di metallo, segue ancora oggi tempi e gesti di un’antica ricetta.

Un ritualità segreta, pressochè rimasta invariata e ancora gelosamente custodita da Paolo Attili, pasticcere presso la dolce corte di Severino Francucci il quale, nel 1946, ricevette dal Principe del Piemonte stemma e “Brevetto della Real Casa”. La famiglia Francucci continuò a produrre torroni fino al 1983, anno in cui Paolo Attili rilevò l’azienda e, con essa, una tradizione che oggi conta più di cento anni.

Quando ho rilevato il laboratorio si produceva un solo tipo di torrone, il biondo di Camerino classico: ora siamo arrivati a produrre venti tipi di torrone, da quelli morbidi con copertura al cioccolato a quelli aromatizzati al fico, al caffè, all’anice, allo zenzero. Senza dimenticare quello originale, che abbiamo chiamato “C’era una volta” e che si fa senza chiara d’uovo, proprio come un tempo, perché fino a metà del Novecento la gente qui era povera e non ci si poteva permettere il lusso di sprecare un uovo per fare un dolce.

Paolo Attili – Casa Francucci dal 1980

La storia che stiamo raccontando è quella del Torrone di Camerino che, come la gente delle Marche montane, non si lascia vincere senza difesa, ma sa sciogliersi al momento opportuno. La parola “torrone” sembra derivi appunto dal latino “torreo”, verbo che significa “abbrustolire”, con riferimento alla tostatura delle mandorle, baluardo di resistenza e icona di croccantezza tenuta stretta da strati di dolcezza del miele millefiori di queste terre.

Il “Torrone classico di Camerino” – si distingue appunto per il suo corpo dorato, caratterizzato dall’abbondanza di mandorle tostate che ne determinano la distintiva friabilità che apre la via al suo sapore avvolgente, pulito, elegante.

Eleganza che racconta di un tempo antico; un tempo in cui Camerino era la Capitale della Signoria dei Da Varano che segnò il massimo splendore della città. Tra torri, bastioni, cittadelle e maestose fortezze, molteplici sono ancora oggi le rocche visitabili che caratterizzano Camerino e il territorio circostante: la Rocca Borgesca (Camerino), la Rocca Varano, oggi museo (loc. Sfercia di Camerino) la Rocca d’Aiello (Camerino), il Castello di Lanciano, oggi museo (Castelraimondo) e Beldiletto (Pievebovigliana).

La nobile città ducale di Camerino (MC) famosa per la sua Università – colpita otto anni fa da un violento sisma e gradualmente alla rinconquista della sua identità – non si lascia abbattere dagli eventi, resiste e non rincuncia alle sue tradizioni e feste più caratteriche. Tra queste la Festa del Torrone di Camerino.

Uso ancora il sistema tradizionale, pulisco le mandorle manualmente prima di tostarle: solo così ti puoi rendere conto della loro qualità. È un lavoro duro, meticoloso, ma non c’è altro modo se si vuole un prodotto fuori dal comune come il nostro.

E l’Epifania a Camerino si misura così, nel modo più dolce, con la lunga mattonella di mandorle e miele di Casa Francucci che, dagli spazi del Sottocorte Village, aspetta di snodarsi tra i vicoli della città ducale, di tornare agli antichi splendori e stabilire un nuovo Guinness World Records. 

Si perchè nel 2007 tutta questa maestria è confluita nel riconoscimento per il “torrone più lungo del mondo” certificato dai giudici internazionali del Guinness World Records. La dolce opera di Attili quell’anno misurava 408,61 metri; record che nel 2009 è stato nuovamente da lui superato e portato alla misura di 576,80 metri. Nel 2012 il torrone ha raggiunto poi la significativa lunghezza di 767,27 metri! Cosa succederà quest’anno?

Camerino c’è e vive. Noi riprenderemo tutte le tradizioni, assolutamente tutte.

Delfina Benedetti, Presidente ProLoco di Camerino

Focus sulla Storia della Festa del Torrone

Tra le tante specialità enogastronomiche del territorio, la città di Camerino ha infatti eletto a suo simbolo il dolce di miele e mandorle tostate le cui origini vanno ricercate nel primo documento ufficiale del 1793, anno al quale risale un atto depositato presso il notaio camerte Stefano Ricci che lo cita, appunto, il torrone quale goloso dolce natalizio.

L’iniziativa della Festa del Torrone (Comune di Camerino, Associazione turistica “Pro Camerino” e varie associazioni cittadine) è resa possibile dalla disponibilità e dall’abilità di questo maestro pasticcere. La festa mira a valorizzare l’antica tradizione del torrone di Camerino che ebbe vari riconoscimenti nell’Ottocento anche dai re d’Italia (Real Casa Savoia)! Il torrone di Camerino era già molto conosciuto nell’Ottocento, un’antica tradizione di pasticceria molto ‘sentita’ nel territorio di Camerino; erano due le storiche ditte che si contendevano il primato di bontà: “Torrone Francucci” e “Torrone Bettacchi”.
Ancor oggi, nel territorio camerinese, come un tempo, molte sono le famiglie che realizzano torroni in casa. Negli ultimi anni la fama del torrone di Camerino ha varcato i confini nazionali e il maestro pasticcere Attili del Torrone Francucci ha ricevuto richieste dal Giappone e dall’America.

Da ben 21 anni, infatti, nel giorno dell’Epifania il calendario degli appuntamenti del Natale camerte si chiude con la Festa del Torrone che, fino al 2016, s’incentrava sull’approntamento di un lunghissimo nastro goloso, un maxitorrone prodotto artigianalmente da “Casa Francucci”, che si sviluppava nelle vie del centro storico.
Una volta misurato e registratane la lunghezza, veniva sporzionato ed offerto in degustazione ad una moltitudine di ghiottoni accorsi da ogni dove. Dopo i tristemente noti eventi sismici, attualmente la manifestazione si tiene negli spazi del nuovo quartiere “Sottocorte Village”. 

Il programma dell’iniziativa, organizzata dall’Amministrazione comunale di Camerino in collaborazione con la locale Pro Loco, quest’anno prevede tanti altri eventi legati alle festività natalizie, tra i quali: spettacoli musicali, l’arrivo della Befana, il concerto dell’Epifania della Banda Città di Camerino e la parata visionaria itinerante dei “Wonderwalkers”, due sorprendenti creature impegnate in un’esibizione caratterizzata da straordinari effetti realizzati con bolle di sapone. on la Festa del Torrone, Camerino è sede della tappa conclusiva del Grand Tour delle Marche 2023, il circuito di eventi promosso da Tipicità ed ANCI Marche.

Info e programma: su www.tipicitaexperience.it

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Locarno, Hassler, Rome Cavalieri, Grand Hotel Flora, Sofitel Rome Villa Borghese, Jacopa, Il Marchese, Madeleine, Sapore di Mare, Moma e Clementina. Tradizione italiana, gusto francese, respiro internazionale per la conclusiva tavola delle feste da onorare e condividere con amici o parenti. Scopriamo dove trascorre un’epifania romana con i fiocchi.

“L’Epifania tutte le feste si porta via”. Infatti oltre ad essere l’ultimo appuntamento del calendario festivo invernale è anche, come molti sanno, la ricorrenza di Roma per eccellenza e porta in sé una lunga tradizione popolare che risale al culto dell’Antica Roma precristiana e pagana che vedeva nel manifestarsi (Epifania’ o ‘Manifestazione’, poi successivamente divenuta ‘Bifanìa’ e ‘Befanìa’) della dea della caccia, delle coltivazioni e dei cicli lunari -Diana- il simbolo di una buona ripresa del raccolto con l’inizio dell’anno. Nell’800 si assiste poi ad una ripresa del culto legato a questa festività che staccandosi dal paganesimo si incentra ora su quel rito detto del “Pupo dell’Ara Coeli”, o bambinello, che proprio durante la giornata del 6 gennaio veniva portato nel presepe della basilica che sorge sul colle del Campidoglio.

Il simbolo dell’anno passato

Un’altra tradizione della Befana è quella di considerare la vecchietta che “arriva di notte con le scarpe tutte rotte” sulla sua scopa come un simbolo dell’anno appena concluso. Una sorta di chiusura del vecchio che apre al nuovo, un rito di passaggio importante non solo per la cristianità.

La storia della Befana e dei Re Magi

Un’altra storia sulla Befana si interseca con la tradizione cristiana e lega la figura dei tre Magi a quella della vecchina dispensatrice di doni. Si dice infatti che Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, andando verso Betlemme, incontrarono una vecchina e le chiesero la strada. Avuta la risposta, le dissero di unirsi a loro, ma la vecchietta rifiutò. Pentitasi della sua scelta, la vecchietta riempi un sacco di dolci e si mise a bussare porta a porta, sperando di ritrovare i Magi e distribuendo dolci ai bambini che aprivano la porta, sperando di incontrare Gesù Bambino.

Qualunque sia la vostra credenza, per festeggiare il 6 gennaio ristoranti e hotel capitolini propongono dolci, piatti e menu a tema per brindare a questa celebre ricorrenza, mentre a Piazza Navona torna la Festa della Befana che accompagnerà romani e turisti, grandi e piccini, tutto il giorno con tanti eventi speciali. 

Hotel Locarno

Hotel Locarno, un elegante indirizzo di charme con un’originale proposta gastronomica all day long, arricchita dallo speciale Bloody Brunch pensato dello chef Domenico Smargiassi in combo con i cocktail del bartender Nicholas Pinna. L’originale formula del weekend Vi attende anche il 6 gennaio con eleganti coccole nella bellezza a 5 stelle a pochi (strategici) passi da Piazza del Popolo. L’Hotel Locarno, luogo di bellezza e cultura, istituzione d’ospitalità capitolina con alle spalle quasi cento anni di storia che ha incantato artisti di ogni epoca, con il suo stile unico e originale, è al contempo caloroso e familiare. Una linea fortemente voluta e perseguita dalla proprietaria Caterina Valente, che ha declinato ogni aspetto dell’albergo secondo la filosofia della grande accoglienza. Nel fine settimana l’offerta è ancora più ricca e variegata, e si caratterizza per la sua doppia natura: da una parte una proposta internazionale, dall’altra i classici della tradizione italiana che va dalle Eggs Benedict (anche in una versione Deluxe, con tartufo e salsa al parmigiano), alle Uova alla Fiorentina e al Tegamino, dal Maritozzo ripieno di Scrambled Eggs con pancetta e funghi agli Hamburger (anche vegani), Fish and Chips, Cordon Bleu (preparato seguendo la tradizione francese); dal Carciofo fritto alle Pappardelle al ragù “come una volta” o Amatriciana, dall’Agnello panato, al Tiramisù. Ad accompagnare questa ricca offerta la collezione di Bloody Mary che comprende il classico Bloody Mary, il Red snapper (preparato con il gin), l'”One Bloody at time“, e una terza proposta che varia ogni settimana. Chissà quale sarà quello della Befana. Meglio prenotare QUI. Hotel Locarno Via della Penna 22 tel. 06 3610 841 www.hotellocarno.com

Hotel Hassler

Passeggiare tra le vie del centro di Roma è una delle consuetudini dell’Epifania dei romani. Per questo 2024 l’Hotel Hassler, icona di raffinatezza ed eleganza, è il luogo ideale per chi, nel cuore di Roma, è alla ricerca di un pranzo gustoso ma leggero in un’atmosfera confortevole e ricca di charme. Tra sontuosi velluti, poltrone, stucchi e decorazioni sfarzose, Salone Eva, situato al piano terra dell’iconico Hotel, accoglierà i propri ospiti nel suo salotto per trascorrere una giornata di festa che profuma di famiglia con i piatti realizzati dall’Executive Chef Marcello Romano. Tra questi la Crema di patate e funghi con camembert e crostini al rosmarino e il Filetto di salmone arrostito, glassato agli agrumi con indivia e spinaci. Il tocco di dolcezza sarà poi riservato alla delicata mano di Martina Emili, abile e talentuosa pastry chef autrice dello straordinario dessert “Foliage” con pralinato alle nocciole e mandarino. Piazza della Trinità dei Monti, 6, 00187 Roma RM – www.hotelhasslerroma.com

Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel

Volge al termine un anno importante per il Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel Inaugurato nel 1963, l’hotel icona dell’ospitalità di lusso ha compiuto il suo 60° anniversario e si accinge a chiudere le feste del momento più magico dell’anno ed aprirsi alle novità del 2024. Nella generosa atmosfera, ricce di gioia e di sorprese, tra le prelibatezze, sapori dolci e salati tipicamente italiani, il tripudio di bontà è affidato al Brunch della Befana del Ristorante Uliveto sabato 6 gennaio pensato da Fabio Boschero e della sua brigata, accompagnati dai dolci tradizionali e dai dessert di Dario Nuti, musica dal vivo e con il consueto intrattenimento per bambini che fanno di ogni brunch del Rome Cavalieri un evento conviviale e raffinato in una location unica con un’ampia panoramica su Roma. Per Info www.romecavalieri.com

Flora Restaurant e Flora RoofTop Terrace

Tra le bellezze senza tempo di Roma, nell’elegante via Veneto, il Rome Marriott Grand Hotel Flora si preapara ad accogliere i propri ospiti per le festività invernali tra storia, lusso raffinato e buona tavola.
Dopo il Natale e il Capodanno i festeggiamenti continueranno anche nel giorno dell’Epifania con un pranzo straordinario con vista sulla Città Eterna. Il 6 gennaio si potrà trascorrere piacevoli ore a tavola nelle sale esclusive del Flora Restaurant  con i piatti a base di pesce realizzati dello chef Massimo Piccolo e dalla sua brigata. Per cominciare, imperdibile il Polpo rosticciato su crema di cavolfiore, lime e pomodori confit, Paccheri allo scorfano serviti con tarallo napoletano sbriciolato e pesto agli agrumi, e la dolce chiusura, per tutti quelli che quest’anno sono stati buoni, con la Delizia al limone Sorrentina, un tuffo nei profumi e nei sapori del mare della Costiera. 

Info utili:
Rome Marriott Grand Hotel Flora
Via Vittorio Veneto, 191, 00187 Roma RM, 06 4899 2642 – www.florarestaurant.it

Sofitel Rome Villa Borghese

Una giornata da “re” in occasione dell’Epifania: rooftop con vista su Roma, scenografia naturale con la cupola di San Pietro sullo sfondo, stile, design e gusto che celebrano il connubio tra Italia e Francia per il brunch del Sofitel Rome Villa Borghese, in centro città, che chiude il periodo festivo.

Sabato 6 gennaio è dedicato alla famiglia con una proposta gastronomica creata dallo chef Giuseppe D’Alessio, per godere di una pausa di gusto in un luogo magico come Settimo Roman Cuisine & Terrace: in onore dei Re Magi doni per i bambini e la tradizionale Gallette de Rois per tutti, il tradizionale dolce francese, che decreta re della giornata chi trova la sorpresa al suo interno.

Per il brunch lo chef intavola pani lievitati, focacce e croissant salati, pizze farcite, salumi e formaggi, varietà di insalate, carpaccio di manzo, insalata di polpo, uova, fritti romani e non solo, con un angolo dedicato ai dolci, dalla Gallette du Roi alla crostata di ricotta e visciole, dai cornetti ai waffle, dai french toast ai pancake (per informazioni e prenotazioni 06.478021 booking.settimo@sofitel.com – costo €75 a persona esclusi vini e menù à la carte disponibile per i bambini).

Sofitel Rome Villa Borghese, Via Lombardia 47, 00187 Roma

Il Marchese

All’insegna della tradizione gastronomica capitolina sarà invece il pranzo dell’Epifania per chi sceglierà di trascorrerlo nelle incantevoli sale de Il Marchese in via di Ripetta. Per l’occasione, lo chef Daniele Roppo ha pensato a dei piatti special da proporre come il Crostone bufala affumicata e puntarelle alla romana, le Fettuccine con ragù di anatra al coltello, fichi secchi, crumble rosmarino arancia e sale maldon e crunch di pecorino e il Rollè di faraona ripieno di pomodori secchi e castagne su vellutata di zucca e polvere di liquirizia. In serata si potrà brindare come sempre con i cocktail della drink list originale del bar manager Fabrizio Valeriani, in grado di giocare con le amarezze e le dolcezze dei più di 500 amari presenti nell’amaro bar. Via di Ripetta 162, Roma – 06 9021 8872 – www.ilmarcheseroma.it

Sapore di Mare

Nel magico contesto di Piazza Navona, tra immense opere architettoniche e bancarelle colme di leccornie, il ristorante Sapore di Mare, con le sue finestre su questo tradizionale spettacolo natalizio, offre un’esperienza gastronomica che unisce la tradizione partenopea alla raffinatezza della cucina di pesce. Tra i piatti proposti, antipasti che sfoggiano la freschezza nei crudi e la grande tecnica delle frollature come la Mozzarella ripiena con tartare di tonno, capperi di Pantelleria, pomodoro di Sorrento, sale maldon e basilico, ma anche primi piatti che catturano l’anima della tradizione come le Linguine allo scoglio 3.0, e secondi che esaltano la bontà del pescato locale. Tutto preparato con maestria per portare in tavola il gusto autentico del mare in un connubio di eleganza e leggerezza. Via della Posta Vecchia, 4, 00186 Roma RM – Tel. 06 8639 8801 – www.saporedimareroma.com

Madeleine

Le tradizioni d’Oltralpe costituiscono un modo originale per celebrare l’Epifania nel bistrot di ispirazione parigina Medeleine, a Prati. Protagonista della giornata del 6 gennaio, presso il ristorante di Giancarlo Battafarano e Daniele Quattrini, è la Galette des Rois, la celebre “Torta dei Re”. Già in voga alla corte di Carlo Magno, nonché uno dei dolci più attesi delle festività bretoni, la speciale torta viene realizzata con due strati di croccante pasta sfoglia caramellati, contenenti una gustosa crema frangipane di mandorle, profumata alla vaniglia e al limone. Amatissima da grandi e piccoli, la Galette des Rois mette subito allegria in tavola grazie a la “fève”, letteralmente “fava secca”, elemento nascosto al suo interno, che ha il potere di rendere “re della giornata” il fortunato che lo troverà nella sua fetta. Il goloso dolce si potrà ordinare da asporto, oppure a completamento di un pranzo o una cena in onore della giornata della Befana. Via Monte Santo, 64, 00195 Roma. Tel: 06 372 8537; www.madeleineroma.com

Jacopa

Trastevere. Siamo in via Jacopa de’ Settesoli, 7, qui dove Vi attende il Ristorante Jacopa e la sua cucina sempre pensata nel dettaglio da Daniele Frontoni e dall’affiatato team. Per il pranzo del 6 gennaio hanno pensato a due menù, uno di carne e uno vegetariano (entrambi a €48, bevande escluse). Potrete indicare le vostre preferenze prenotando qui: https://jacopa.superbexperience.com/ La sera Vi attende l’aperitivo e cena con menù a la carte. Via Jacopa de’ Settesoli, 7 Roma – Trastevere 06 580 9075 www.jacopa.it

Aventina

Per un’Epifania di sostanza e di qualità la calza della befana di Aventina si fa ricca di dolcezze della bottega e del banco del pane, selezionate appositamente per l’occasione. A deliziare i molti golosi buongustai ci pensano dunque i biscotti Lunardi arancia e cioccolato, i tartufini di Guido Castagna alla gianduia o croccanti, le crostatine di visciole del panificio Le bontà del fornaio di Genzano (RM), le confetture dell’Az. Agricola Si.Gi. ai gusti ribes rosso/uva spina/giuggiole, le mandorle pralinate di Donna Francesca e in fine il tipico dolce delle feste da tradizione romana, il Pangiallo ricco di frutta secca sempre del Panificio Le bontà del fornaio. Per brindare, inoltre, il 6 gennaio si propone nella calza di Aventina anche la prestigiosa bottiglia di passito siciliano di zibibbo, Firriato l’Ecrù. Aventina sarà aperta regolarmente sia a pranzo che a cena con menù alla carta, con orario continuato per la bottega. Via della Piramide Cestia 9, Roma – Tel 06 6659 4151 – www.aventinaroma.com

Moma – 1 Stella Michelin

Un ultimo dono prezioso è senza dubbio una romantica cena al ristorante Moma. Cura per i dettagli, atmosfera elegante ma allo stesso tempo giovane e dinamica, una carta vini intrigante e di ricerca sono il corollario di una serata all’insegna della cucina accogliente e sofisticata dello chef Andrea Pasqualucci. La straordinaria carta del Moma presenta una carrellata di creazioni in cui l’alternanza cromatica degli elementi, l’estetica dei particolari e la tecnica culinaria sono gli strumenti al servizio del sapore e della cura per l’ospite che rendono questa esperienza unica. Tra le tante tentazioni si può optare per l’avvolgenza delle ostriche con composta di scalogno e salsa allo champagne, l’intensità dei sapori della terra dei Rigatoni alla rapa rossa, erborinato, aglio nero e pimpinella, mentre per un momento di intensa condivisione il Piccione in crosta con foie gras, tartufo nero e castagne, piatto concepito per essere degustato in due. Immancabile nota dolce di questa particolare calza della Befana sono i Raviolini di zucca, castagne all’Armagnac, caramello salato e gelato al cioccolato,  che chiudono  queste festività con  un dolce abbraccio di sapori invernali. Via di San Basilio 42/43 – www.ristorantemoma.it

Clementina – Fiumicino

Sabato 6 gennaio la Befana arriva al mare da Pizzeria Clementina di Fiumicino (RM), che rimarrà aperta a pranzo e cena. Per la festa della Befana il pizzaiolo e lievitista Luca Pezzetta accoglierà i clienti proponendo cinque impasti in menu, tra cui la sua pizza romana tradizionale, stesa a mattarello e cotta nel forno a legna, il cornetto salato all’italiana e il suo panettone artigianale. In carta da Clementina è presente la Caramella di astice blu (o aragosta) della piccola pesca locale, ricoperta da mandorle di Maccarese. Da non perdere il Panettone BBQ, uno degli ultimi antipasti di Pezzetta: panettone artigianale a lievitazione naturale, lardo di maiale e salume di mare autoprodotto. Tra le nuove pizze spicca, infine, l’Alicetta Tonnata e Centopelli: una tonda romana che rappresenta una combinazione tra mare e terra, condita con porro bruciato, salsa tonnata, alici marinate, origano, basilico greco, buccia di pomodoro e trippa fritta. Via della Torre Clementina, 158, 00054 Fiumicino (RM) Tel: 328 818 1651 Aperta tutti i giorni a cena dalle 17:30 Aperta a pranzo solo la domenica www.pizzeriaclementina.it

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Venerdì 5 gennaio 2023 al Salsedine Expò di Fiumicino (RM) una festa enogastronomica dedicata alla conoscenza e valorizzazione dei prodotti agricoli e ittici di questo lembo di litorale romano con degustazioni gratuite.

Un interessante convegno, degustazioni gratuite, vendita al dettaglio di prodotti a Km Zero. Si chiama “Terra e Mare” ed è l’atteso evento marinaro a Fiumicino, previsto dalle 9,30 con tanto di Convegno, Mercatino e Degustazioni fino alle 18:00.

Si terrà venerdì 5 gennaio e promette di essere un momento indimenticabile per tutti gli amanti del cibo salubre e della tradizione marinara perchè “Terra e Mare” sarà una vera e propria esplorazione dei sapori autentici e delle specialità culinarie del territorio. I visitatori avranno l’opportunità unica di acquistare prodotti freschi e di alta qualità direttamente dai produttori locali al fine di valorizzare i prodotti agricoli e ittici di questo generoso lembo di litorale romano.

Come è organizzato l’evento?

La giornata – organizzata dagli assessorati alle Attività Produttive e a Pesca e Agricoltura del Comune di Fiumicino, con il contributo di Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’agricoltura nel Lazio) – inizierà con un convegno al quale parteciperanno la VicePresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli, il VicePresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi e l’Assessore Regione a Pesca e Agricoltura, Giancarlo Righini. A fare gli onori di casa il Sindaco Mario Baccini, affiancato dal Presidente del Consiglio Comunale Roberto Severini, dagli assessori Stefano Costa e Raffaello Biselli, e dai Presidenti di Commissione Mario Balletta e Francesca De Pascali per un confronto sulle politiche di sostenibilità marina, sulla gestione intelligente dei nostri mari e sulle risorse di costa.

Highlight dell’Evento:

  • Convegno Terra e Mare: Stakeholder e Politica Regionale e Comunale a confronto su sviluppo e sostenibilità;
  • Mercatino dei produttori locali: una vasta gamma di prodotti a km 0, tra cui frutta, verdura, formaggi, e specialità ittiche;
  • Degustazioni gratuite: sessioni di assaggio con piatti preparati utilizzando i prodotti del mercatino.

L’obiettivo di “Terra e Mare” è duplice: da un lato, si intende sostenere e promuovere la produzione locale, dall’altro, educare il pubblico sull’importanza di una filiera alimentare sostenibile e di qualità e al contempo creare occasioni di incontro tra produttori e ristoratori.

Ricordiamo che l’appuntamento della Festa Enogastronomica di “Terra e Mare” è fissato per venerdì 5 gennaio 2023 al Salsedine Expò, via della Scafa 143 (Isola Sacra). Dalle 9,30 alle 12,30 ci sarà il Convegno, a seguire degustazioni e mercatino fino alle ore 18:00.

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Per soddisfare tutto l’anno la voglia di atmosfere “Buone e Sane” pur rimanendo in città, scopriamo quali sono le SPA URBANE per regalarsi relax, nutrirsi di benessere e vivere meglio!

Oli di mandorla, oli essenziali alla cannella e arancia; esclusive creme al caviale; wellness lunch e champagne a bordo piscina: sono le speciali Urban SPA di Roma. Vere e proprie oasi del benessere, spesso all’interno di meravigliosi alberghi, ideali per dedicarsi tempo e regalare/si momenti di benessere e relax attraverso rituali opportunemnete pensati per nutritre il corpo e ritemprare lo spirito in forme diverse. Scopriamo quali e dove.

ALEPH ROME HOTEL – Le Caveau by Narducci Hair & SPA

In un edificio storico, un tempo sede di una banca, a 10 minuti di cammino da Fontana di Trewvi, dalla scalinata di Trinità dei Monti e da Villa Borghese, l’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton, nasconde la sua SPA nel vecchio caveau. All’interno troverete un hammam, una sauna finlandese, una vasca idromassaggio, una sala fitness e cabine massaggi (come quello con le pietre calde) e trattamenti personalizzati.

Le Caveau by Narducci Hair & SPA, offre infatti un vero e proprio rifugio di bellezza e tranquillità, dove la piscina interna e il rituale dell’Hammam orientale permettono di ritemprare il corpo e lo spirito. Molti i trattamenti adatti a questo periodo dell’anno sono a disposizione degli ospiti, tra questi ricordiamo il trattamento corpo a base di olio di mandorla e oli essenziali di cannella e arancia dolce, in una miscela avvolgente che crea un’atmosfera che cattura l’essenza stessa delle atmosfere delle feste d’inverno. Dopo la SPA è possbile scegliere come ritemprare il corpo tra il Ristorante 1930s, la Cognac Room e il Lobby bar. Per maggiori informazioni Cliccare QUI.

ROME CAVALIERI – La Cavalieri Grand Spa Club

Con i suoi oltre duemila metri quadrati La Cavalieri Grand Spa Club tra marmi, colonne e mosaici, si conferma una delle location più belle della Capitale anche grazie all’area benessere che citano l’antica Roma. Costruita negli anni Sessanta mantiene intatto un fascino che si snoda tra bagno turco con piscina ghiacciata, nella vasca idromassaggio e nelle saune in legno pregiato. Fiore all’occhiello, la piscina indoor con cascata, vasca idromassaggio e caminetto sempre acceso, che si affaccia sullo splendido parco mediterraneo di sei ettari che circonda l’hotel. Tra vetrate e pareti non solo coccole per la pelle con i trattamenti La Prairie, ma anche benessere da respirare con le fragranze dei prodotti di Aromatherapy Associates.

E dato che il periodo delle festività, come abbiamo detto, è anche l’occasione per dedicare tempo al benessere e al relax, e il Cavalieri Grand Spa Club ha selezionato dei trattamenti ideali per il periodo invernale. Tra questi il Caviar Lifting And Firming Facial de La Prairie, ridefinisce e rassoda la pelle in un’esperienza di lusso allo stato puro grazie alle perle di caviale che, insieme al massaggio, donano un incarnato raggiante e luminoso. Allo stesso tempo, Skin Caviar Harmony l’Extrait aiuta a ripristinare l’armonia della giovinezza rafforzando e ridensificando i pilastri verticali della pelle.

Per un momento di relax su misura, invece, l’ideale è il trattamento Natura Bissé Mediterranean Journey, in cui si potrà scegliere la tipolgia di massaggio in base al proprio stato d’animo, grazie alla scelta dell’olio più appropriato per un effetto rinvigorente, rinfrescante, tonificante o rilassante. Il tutto, abbinato ad un trattamento viso rassodante e antiossidante. Dopo tante cure e pacchetti (da consultare QUI) Vi consigliamo di chiudere il cerchio del benessere con un pranzo o una cena al Ristorante Uliveto, al Tiepolo Bar o a La Pergola, il 3 stelle Michelin di Roma firmato Heinz Beck.

HOTEL VILLA PAMPHILI – V-SPA Experience

Nella pace del Parco di Villa Pamphili, alle porte della città c’è un’insospettabile oasi verde. È quella che circonda l’Hotel Villa Pamphili, un rifugio a 4 stelle in stile moderno, originale, rilassante. Un luogo che inebria e distende, mentre intorno verdeggia la rigogliosa natura dei Parchi della Capitale.

La struttura, premiata con il prestigioso Readers’ Choice Awards di Condé Nast – riconoscimento globale che elegge le eccellenze nel mondo dell’hotellerie – la V-SPA di Villa Pamphili è suddivisa in tre aree: percorso SPA e area realx, cabine massaggi, suite per rituali di coppia e palestra.

Nella zona umida ci sono piscina con 8 cascate cervicali, idromassaggi e getti d’acqua. Un’intrigante zona relax con tisane e infusi naturali. Un bagno turco con aromaterapia, una sauna, una biosauna, docce emozionali con aromaterapia. Sette cabine massaggi  e una suite per rituali di coppia, sono i luoghi in cui vengono offerti i più avanzati trattamenti viso e corpo, esaltati da prodotti ricercati e completamente naturali.

La V-Spa, abilmente gestita da Sabrina Andriaccio – SPA Manager, e il suo competente staff sapranno offrirvi una rosa di esperienze personalizzabili da vivere da soli o in coppia. A disposizione degli ospiti le experinece con il food, lo spa time luxury. (a parteire da €45, €85 a coppia, e lusso €120?), i voucher con le diverse soluzioni super esclusive per regalare benessere e la possibilità di privatizzare la SPA (tutti i giorni, sempre su richiesta e prenotazione), per eventi personalizzati, dj set, meeting di lavoro, presentazioni, feste e ricorrenze con servizio speciale food & beverage e accesso in SPA che comprende zona umida e vasca, zona relax (acqua tisane), kit spa, welcome drink di benvenuto. Per maggiori informazioni cliccare QUI.

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