“Cibo conduttore” dei Paesi del Mediterraneo e delle vie della seta di Marco Polo è il raviolo, alimento transnazionale e versatile che cambia consistenza, sapore e forma in base al luogo di invenzione/produzione. Quel fagottino di pasta ripiena che in Italia si chiama “raviolo”, in Cina “Jiaozi”, in Egitto “Sambousek”, in Turchia “Manti”, in Afghanistan “Mantu” è presente – in forma, impasto, ripieno e cottura diversi – in tutti i territori attraversati dalla via della seta.
Per tale motivo, durante questo evento i ravioli sono stati sempre presenti sulle tavole, per celebrare quel fil rouge culinario, quel simbolico protagonista di un vero e proprio scambio di arti. Uno scambio che riporta al principio su cui poggia la filosofia cinese, quella dello Yin e dello Yang, della due metà che, unendosi, realizzano l’interezza e di conseguenza simbolo di armonia e di interazione tra le due energie.
Durante una “unconventional masterclass” in quel del Cairo, gli Chef cinesi – Dr Xin Shiyu, Dr Li Hongchun, Dr Pei Yinggie, Dr Wang Zhang Long – hanno potuto apprendere dalle mani di Pietro Parisi come realizzare i ravioli, simbolo della pasta fresca fatta in casa e contenitori di un rito domestico carico di contenuti e senso di appartenenza lì dove farina, uovo e mattarello divengono icone di un gesto che riporta a quando la cura dell’altro passava anche e soprattutto per il cibo.
Così Pietro Parisi ha imparato dalla delegazione di chef cinesi la realizzazione dei Jiaozi ripieni di carne e verdure, che sono uno dei principali cibi consumati durante il Capodanno cinese, poichè la forma assomiglia a un Tael d’oro (moneta cinese) e simboleggia un augurio di buona fortuna per l’anno nuovo.
Rintracciare quel file rouge che lega tra loro popolazioni differenti significa porre le basi per una terra fertile di fusione e diffusione culturale su base identitaria, valorizzando materie prime comuni, apprendendo gli uni dagli altri attraverso dimostrazioni pratiche e momenti convivialità, conoscendo da vicino culture differenti quanto affascinanti, scoprendo ricette transnazionali come “i ravioli” che divengono simbolo di una ritualità alimentare carica di antiche tradizioni da custodire, tramandare e divulgare.
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