Il St. Hubertus di Norbert Niederkofler, il Noma di René Redzepi, El Bulli di Ferran Adrià. Tempi diversi, situazioni diverse, motivazioni molteplici. Segnali che inducono a pensare quanto il sistema dell’alta ristorazione vada ripensato. In questo complicato panorama c’è anche chi è capace di chiudere gli occhi davanti alla luce delle stelle, e cambia per (r)innovare.
Chiude oggi il ristorante tre stelle Michelin St. Hubertus dello chef Norbert Niederkofler. Poco tempo fa lo chef del Noma René Redzepi, Meta di pellegrinaggio per cuochi e facoltosi gourmand, annunciava al New York Times la volontà di trasformare il suo ristorante in un grande laboratorio di idee e piatti, perchè l’intera industria dell’alta cucina “semplicemente non funziona”. Lo aveva già dedotto Ferran Adrià, chef catalano ispiratore della cucina d’avanguardia, decidendo di chiudere il suo ristorante El Bulli di Roses, per sostituirlo con un accademia culinaria.
Situazioni diverse, tempi diversi, molteplici le motivazioni che vanno dai costi di gestione alla scarsità di personale, dalla sostenibilità dell’impresa stessa, agli affitti alle questioni umane ed etiche. Segnali che inducono a pensare quanto il sistema dell’alta ristorazione vada ripensato. Ma c’è anche chi è capace di chiudere gli occhi davanti alla luce delle stelle, e cambia per rinnovare.
3 Stelle Michelin e 1 Stella verde. Nonostante questo chiude oggi, come ad ogni fine stagione. Ma, stando a quanto trapelato, quando il St. Hubertus riaprirà, Niederkofler non sarà più operativo nella sua Cucina e, molto probabilmnete, anche le prestigiose stelle Michelin da lui conquistate si spegneranno sulla Montagna di San Cassiano.
Il ristorante, infatti, è ospitato all’interno dell’albergo Rosa Alpina, recentemente acquisito dal gruppo Aman che, entrato a fianco della famiglia Pizzinini, ha stabilito che l’intera struttura sarà oggetto di profondi lavori di ristrutturazione.
Lavori che dureranno circa un anno e mezzo, al termine dei quali, lo chef ideatore di “Cook the Mountain” rimarrà comunque all’interno del gruppo ma non sarà più ai fornelli.
“Ci fermiamo per un anno e mezzo per lavori e dobbiamo ridefinire tutto il concetto della ristorazione. Il St. Hubertus cambierà, sarà più piccolo, con meno coperti, con un’altra formula forse più esclusiva. Norbert è con noi dal 1994 e quindi è della famiglia, farà parte del think tank del Rosa Alpina”.
Ursula Mahlknecht Pizzinini
Norbert Niederkofler, arrivato al Rosa Alpina nel 1994, è alla guida del ristorante gourmet St. Hubertus di San Cassiano, fin dal 1996. Nel cuore dell’Alta Badia, alla vista di prodigiose montagne, nel corso degli anni, lo chef ha progressivamente orientato la sua cucina verso una cucina di Montagna sempre più autentica con ingredienti locale e rigorosameten stagionali che riportano a tavola il carattere e la storia di questi luoghi eroici.
Non a caso, anche il nome del ristorante si rifà al Santo protettore dei cacciatori, Santo Hubertus.
Ottiene nel 2000 la prima stella Michelin, la seconda nel 2007. Il cambio di rotta nel 2011, anno in cui stagione e terriorio, coscienza e conoscienza diventano gli imperativi gastronomici. Poi, nel 2018, la terza. Nel 2020 la Stella Verde per la sostenibilità.
La ristorazione italiana da oggi perderà il St. Hubertus così come lo abbiamo conosciuto e le sue “quattro stelle”, tuttavia, secondo quanto dichiarato dallo chef stesso, Niederkofler metterà tutta la sua esperienza, conoscenza e visione a disposizione del nuovo gruppo.
“Appoggio completamente la scelta di rivedere il concetto alla base della struttura e della cucina e, in quest’ottica, metto a disposizione la mia esperienza. In merito alle Stelle Michelin sarà solamente questa a definire le future possibili assegnazioni.
Da parte mia, posso garantire che farò tutto il possibile per confermarle”.
Commenti recenti