Sara De Bellis

Autore: Sara

This is our archive page

Nel centro storico della Città della Rupe, iniziative di approfondimento e animazione declineranno i quattro temi cardine dell’evento attraverso un programma particolarmente ricco dal 15 settembre al 1 ottobre, ancora più intenso nei tre fine settimana del 15/17 settembre, 23/24 settembre e 30 settembre/1 ottobre. Scoprite il calendario e prenotate il vostro contenuto!

Terza edizione per Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione. L’ appuntamento – ideato e realizzato dal Consorzio Orvieto Way of Life e da Fondazione Cotarella, con il patrocinio del Comune di Orvieto, della Camera di Commercio dell’Umbria e di Rai Umbria e il supporto del Gal Trasimeno Orvietano – oltre ad approfondire temi legati al Turismo, Cultura, Gusto, Scienza della tavola, Alimentazione e Psicologia, Lavoro, Inclusione, Innovazione e Futuro, vivrà momenti con le Stelle e grandi protagonisti come lo Chef 3 Stelle Michelin Heinz Beck e l’attesa “Passeggiata con Gusto”, percorso enogastronomico in 5 tappe per le vie del centro storico di Orvieto, con la presenza delle chef stellate Cristina Bowerman e Viviana Varese.

ORVIETO CITTÀ DEL GUSTO, DELL’ARTE, DEL LAVORO E DELL’INNOVAZIONE | 15 SETTEMBRE – 1 OTTOBRE 2023

In anteprima, giovedì 14 settembre alle 16:00, il Palazzo dei Sette ospiterà la tavola rotonda sul tema “Il turismo delle aree rurali dell’Umbria”. L’incontro, moderato dai giornalisti Rai Monica Caradonna e Luca Ginetto, vedrà la partecipazione del Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, del presidente regionale Albano Agabiti e della presidente provinciale Coldiretti Terni Dominga Cotarella, dell’Assessore regionale Paola Agabiti, del Presidente di Campagna Amica Carmelo Troccoli e di Roberta Garibaldi, esperta di turismo e cultura.

A inaugurare la kermesse sarà, quindi, venerdì 15 settembre alle 17:00 nella Sala dei 400 di Palazzo del Capitano del Popolo, il convegno dal titolo “Esperienze e territori memorabili”. Oltre a rappresentanti del Governo italiano, saranno presenti l’Amministratore di ENIT, Ivana Jelinic, Marina Lalli, Presidente Federturismo, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, rispettivamente Presidente e Segretario Generale Coldiretti, il Presidente della Federazione Strade del Vino Paolo Morbidoni, il Magnifico Rettore dell’Ateneo perugino, Maurizio Oliviero, Bianca Maria Farina, Presidente CdA Cri, Assemblea Consorzi Agrari d’Italia Spa. Insieme a Dominga Cotarella, Presidente di Fondazione Cotarella, al presidente del Consorzio Orvieto Way of Life Giuseppe Santi e alle istituzioni regionali e locali, si confronteranno sull’importanza dell’identità culturale dei territori e il suo stretto legame con la natura e l’ambiente e sulla necessità di ripartire proprio da essi per costruire un futuro di qualità, che significa anche un turismo di qualità, che permetta esperienze memorabili come lo sono i territori stessi, con le loro tradizioni e la loro cultura. A moderare l’incontro è la giornalista Rai Valentina Bisti. Agli ospiti del convegno sarà quindi servita un light dinner firmato dallo Chef Gianfranco Vissani, una stella Michelin, e Campagna Amica.

IL PROGRAMMA, GUSTO E ARTE

Nei quindici giorni della manifestazione, con un programma particolarmente intenso nei tre fine settimana del 15/17 settembre, 23/24 settembre e 30 settembre/1 ottobre, si avvicenderanno, dunque, pranzi e cene gourmet, con chef stellati come Heinz Beck (Ristorante La Pergola, Roma, 3 stelle Michelin), protagonista della Cena con le stelle di

Domenica 24 settembre alle 20,00, a Palazzo del Capitano del Popolo (Info e prenotazioni: 349 1001105 o 329 4030745 oppure info@fondazionecotarella.com o wayoflifeorvieto@gmail.com). Cristina Bowerman (Ristorante Glass, Roma, 1 stella Michelin) e Viviana Varese (Ristorante ViVa di Milano, 1 stella Michelin) saranno, presenti sabato 30 settembre alla imperdibile Passeggiata con gusto, percorso enogastronomico che unisce l’opportunità di esplorare le medievali vie del centro storico di Orvieto alla possibilità di assaporare i migliori prodotti locali e le tante eccellenze del territorio. Cinque luoghi da ammirare per cinque piatti da gustare in abbinamento agli ottimi vini selezionati dal Consorzio di Tutela dei Vini di Orvieto. L’appuntamento è per il fine settimana del 30 settembre e 1 ottobre, previo acquisto del biglietto su ticketitalia.com e orvietobooking.com (costo 30,00 euro/persona per pranzo completo in abbinamento ai vini di Orvieto, minorenni 20,00 euro, fino a 3 anni gratuito).

Il Gusto, inteso come cibo e alimentazione nei molteplici aspetti, sarà anche al centro di due incontri, rispettivamente sabato 23 settembre e domenica 1 ottobre.

Il primo incontro –sabato 23 settembre ore 10:30 a Palazzo Coelli– sarà dedicato al tema de “La scienza a tavola. Consapevolezza e responsabilità”; un momento di riflessione sul rapporto con il cibo, le patologie legate all’alimentazione e, più in generale, sulla qualità della vita e il ruolo che le istituzioni, i media, la scuola e gli operatori del settore possono avere a questo scopo. L’appuntamento vedrà la partecipazione, tra gli altri, della dott.ssa Laura Della Ragione, Psichiatra e Psicoterapeuta, fondatrice della Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della USL 1 dell’Umbria, Barbara Nappini, Presidente Nazionale Slow Food, medici, studiosi ed esperti.

Il secondo appuntamento, in programma domenica 1 ottobre alle 10:30 nella Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto, è, quindi, dedicato ai più giovani e alla loro “fame” di relazioni, affetti, certezze, oltre che di cibo. Una riflessione a più voci sull’immagine, sulle sfide della società moderna e sul ruolo dei social e della tv saranno al centro dell’incontro “Alimentarsi di vita. La forza della fragilità”, con la presenza, tra gli altri, del narratore gastronomico Paolo Vizzari, di Sara Farnetti, specialista in Nutrizione Funzionale, Elisabetta Franchi, imprenditrici di moda, e Chiara Maci, consulente per aziende Food.

Nel corso della giornata di domenica 1 ottobre Orvieto si veste di lilla, il colore simbolo della lotta ai disturbi del comportamento alimentare. In collaborazione con Fondazione Cotarella, Corso Cavour, la via principale della città, si colorerà di fiocchi lilla per sensibilizzare i visitatori nei riguardi di una problematica insidiosa e sempre più diffusa, anche tra i giovanissimi.

Non mancheranno i momenti dedicati alla valorizzazione e promozione dei prodotti tipici, quali il vino, l’olio evo e la pizza, piatto simbolo della Cucina italiana e Patrimonio Mondiale UNESCO. Il vino sarà protagonista nella giornata di sabato 16 settembre con due appuntamenti pomeridiani: il primo alle ore 17:00 “Il sale della Terra: Orvieto e Chablis, due grandi territori in dialogo”a Palazzo dei Sette, a cura di Armando Castagno e Consorzio Orvieto Doc (costo 50,00 euro. Info e prenotazioni: 349 1001105 o 329 4030745 oppure info@fondazionecotarella.com o wayoflifeorvieto@gmail.com); il secondo, a partire dalle ore 19:00 nel Cortile di Palazzo Filippeschi Simoncelli “Vini e assaggi oleocentrici a palazzo. Esperienze enologiche e gastronomiche, tra tufo e basalto”, cena a buffet a cura della Strada dei Vini Etrusco Romana e delle Strade dei vini e dell’olio dell’Umbria, con lo Chef Emanuele Rengo del Ristorante Vis a Vis, membro del circuito EVO Ambassador dell’Umbria. Allieterà la serata un concerto con musica dal vino e vi sarà anche la possibilità di una visita guidata ai sotterranei del Palazzo (costo 40,00 euro. Info e prenotazioni: 366 3051823). La pizza, in versione gourmet, sarà quindi al centro della cena evento “Pizza gourmet e bollicine del territorio” che si terrà alRistorante Le Grotte del Funaro, in collaborazione con Pizzeria Starita a Materdei, Napoli, lunedì 18 settembre a partire dalle 20:30 (costo 60,00 euro. Info e prenotazioni: 349 1001105 o 329 4030745 oppure info@fondazionecotarella.com o wayoflifeorvieto@gmail.com).

Infine, all’olio evo, sabato 23 settembre ore 16:30 a Palazzo dei Sette, sarà dedicato un interessante Percorso enogastronomico alla scoperta degli oli umbri, con la guida esperta di Nicola di Noia, fondatore di Fondazione Evooschool Italia e direttore generale di Unaprol, in collaborazione con Gianluca Gregori, degustatore professionista di olio, in abbinamento a prodotti del territorio di Campagna Amica.

Da non dimenticare, venerdì 15 settembre alle 16:30 a Palazzo dei Sette la presentazione del libro I dolci di Scarponi, storia e ricette del pasticcere Attilio Scarponi (Intermedia Edizioni) e domenica 17 settembre alle 17, a Palazzo dei Sette, l’incontro con lo psicoterapeuta e scrittore Salvo Noè, che spiegherà come le “Emozioni nutrono la nostra vita” e, a seguire, L’ora del tè a cura del Caffè Montanucci.

IL PROGRAMMA, LAVORO E INNOVAZIONE

Il lavoro, l’innovazione e, più in generale, il futuro dei territori saranno, infine, al centro di alcuni momenti di confronto, tra cui martedì 26 settembre alle 17:00 nella Sala dei 400, l’incontro “Investire in un futuro responsabile e sostenibile”, a cura di Banca Lazio Nord, che spiega come il mondo della finanza stia cambiando pelle di fronte all’evoluzione dei sistemi geopolitici, ambientali ed economici mondiali, facendosi strumento per il cambiamento verso un futuro più sostenibile. Prenderanno parte all’incontro Giulio Pizzi Direttore Generale della Banca Lazio Nord, Gianluca Filippi Responsabile del Servizio Finanza e Assicurazione di Cassa Centrale Banca, Alberto Vai Esperto in Formazione, Behavioral Finance e Profiling Comportamentale, Roberto Tanganelli, Presidente Confprofessioni Umbria e Luca Briziarelli Presidente Bil Benefit.

Venerdì 29 settembre alle 10:30 nella Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo, si terrà l’approfondimento sul tema “Vocazione, orientamento, formazione. Accoglienza e relazioni nelle professioni del futuro”, dedicato ai ragazzi ma anche al mondo della scuola e del lavoro. Tra gli ospiti il calciatore della Juventus Mattia Perin, la regista Maruska Albertazzi, Andrea Chiriatti, responsabile Relazioni sindacali, previdenziali e formazione FIPE Confcommercio e Roberto Mancinelli, Responsabile dello Sviluppo Business di Treccani Accademia. Il convegno sarà doppiato in LIS. Infine, sabato 30 settembre, una luce si accende sui Farmers Market, con l’incontro “Dai Farmers Market le frontiere per i nuovi sistemi alimentari”, in calendario alle ore 10:30 a Palazzo dei Sette. L’incontro, realizzato in collaborazione con la World Farmers Market Coalition, vedrà la partecipazione di Carmelo Troccoli, Direttore Nazionale Fondazione Campagna Amica, Richard McCarthy, Presidente della World Farmers Market Coalition, Jean Charles Khairallah, Leader dei Farmers Marketd del Libano, Dan Saladino, giornalista BBC e scrittore, Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, e le Chef stellate Cristina Bowerman e Viviana Varese.

IL PROGRAMMA, ORVIETO CITTÀ DELL’INCLUSIONE

Dal 28 settembre all’1 ottobre Orvieto diventa anche Città dell’Inclusione, grazie all’offerta di convegni, incontri e laboratori inclusivi e accessibili a tutti, spettacoli e momenti di aggregazione rivolti a bambini, ragazzi, e famiglie.

Nelle giornate di giovedì 28 e venerdì 29 settembre, in piazza Armi (ex Caserma Piave) sarà allestito il laboratorio di mototerapia “Metti in moto l’inclusione”, realizzato dai piloti de La Castellana, storica cronoscalata, giunta alla sua 50esima edizione, anche per persone con disabilità, di cui sarà ospite speciale il pilota Omar Bartolacelli.

Nella giornata di venerdì 29 settembre a Palazzo dei Sette, sono previsti tanti laboratori didattici per i più piccoli, durante i quali si potrà imparare, divertendosi. Non mancheranno Nonno Enos con i suoi nipotini App e Tito, mascotte di Fattoria Tellus , e Lampadino e Caramella, i due protagonisti del cartone  animato inclusivo “Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa, in onda tutti i giorni su Rai YoYo e Rai Radio Kids, oltre che disponibile su RaiPlay, il primo cartone al mondo adatto anche a bambini con difficoltà sensoriali.

Tutte le informazioni dettagliate sull’evento sono disponibili sul sito: www.orvietogustoearte.it

sui social Instagram: orvieto_gusto_arte_lavoro

Facebook: Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione

Biglietteria/Punto informazioni accoglienza/Shop

Palazzo dei sette – Piazza Cahen

Acquisto biglietti Passeggiata con Gusto

www.ticketitalia.com

www.orvietobooking.com

Info e prenotazioni
Eventi a numero chiuso e/o pagamento whatsapp
T. 349 1001105 – 329 4030745
E-mail info@fondazionecotarella.com; wayoflifeorvieto@gmail.com

Read more

Succulento nella sua semplicità, il Pollo alla griglia riserva un mondo di inattesa meraviglia, intero o in parti. Ma sappiamo come trattare ogni taglio del Re delle carni bianche? Ali, sovracoscecosce, cosce, petti… Quali sono i tagli da grigliare? Per quanto tempo ogni taglio deve essere cotto per essere sicuro da mangiare e anche gustoso? E cosa accade se cuoce troppo o troppo poco? Continua a leggere per scoprire di più!

Il Pollo alla Griglia, succulento nella sua semplicità, nella sua interezza e nelle sue parti, riserva un mondo di inattesa meraviglia. Una vera ossesione gastronomica per i fan del genere (come me). Carne bianca, magra, maggassiata o cosparsa di sali e spezie, che assorbe sapore nelle fibre con le marinature, mentre la sua pelle viene rosolata, abbronzata, da braci roventi e fumi, in un mix perfetto di profumo e croccantezza, sapori e carni succose.

Se la teoria è semplice, la pratica richiede grande dedizione e tempo, ma il risultato sarà grande appagamento. Prima di scegliere le marinature, bisogna però orientarsi tra il tagli (cosce, sovracose, ali, petti) e poi decidere se cuocerlo alla brace o sul barbecue. Ovviamente cambiando strumento di cottura il sapore sarà leggermente differente, ma comunque delizioso.

Oltre le techiche per sezionarlo, c’è un modo di ricette sul pollo alla brace che vanno dallla Italia al Paortogallo, dal Perù alla Jamaica e portano con sè sapori esotici e suggestioni di Paesi lontani al primo morso. Il segreto è nella marinatura, nelle tecniche di cottura, nei contorni. Via via andreamo quindi a racconare ogni cosa, ma prima la piccola dispensa sulle techiche, sulla temperatura e sul tempo.

Piccola Dispensa dei Consigli Utili: Tagli, Tecniche e Temperature

La carne di pollo è una carne delicata e saporita, molto versatile e facile da cucinare. Si tratta di una carne bianca e quindi più leggera, ma anche molto nutriente. E proprio queste caratteristiche fanno in modo che sia una carne molto apprezzata, tale da essere quella maggiormente consumata nei cinque continenti.


La cottura alla griglia o al bbq gli conferisce chiaramente grande carattere, soprattuto se la carne è stata marinata o lungamente insaporita. Arrivare al “cuore” della cottura è però fondamentale, per fare in modo che risulti cotta e ben umida, croccante all’esterno.

Usare un termometro digitale per carne è il modo migliore per garantire che il pollo alla griglia abbia raggiunto la temperatura minima sicura di 75°C. Inserite il termometro nella parte più spessa del taglio, evitando eventuali ossa, per ottenere la temperatura più precisa. Quando il pollo ha raggiunto una temperatura sicura, toglietelo dalla griglia, copritelo e lasciatelo riposare per cinque minuti prima di affettarlo o servirlo per far riassorbire i succhi nella carne.

Il controllo della temperatura è essenziale quando si griglia il pollo. Per i tagli che richiedono tempi di cottura più lunghi, come un pollo intero o carni scure come cosce e cosce, avrete bisogno di zone di calore sia dirette che indirette sulla griglia. 

Il calore indiretto cuoce gli alimenti più lentamente e in modo più uniforme utilizzando il calore della griglia senza esposizione diretta al fuoco e alle fiamme, che possono bruciare i tagli di pollo che richiedono tempi di cottura più lunghi. Grigliare solo su zone a calore diretto è generalmente migliore per porzioni di pollo più piccole, come petti di pollo, filetti e ali, che hanno uno spessore inferiore a pochi centimetri. Vediamone uno per uno:

Petti di pollo senza pelle e disossati
Tempo: dai 5 ai 6 minuti per lato
Temperatura: medio-alta (190/200°C)
Tecnica migliore: cuocere a fuoco diretto fino a 75°C

Filetti di pollo
Tempo: 2-3 minuti per lato
Temperatura: medio-alta (190/200°C)
Tecnica migliore: cuocere a fuoco diretto fino a 75°C

Ali di pollo
Tempo: da 15 a 20 minuti
Temperatura: media (190°C)
Tecnica migliore: cuocere a fuoco diretto e girare regolarmente (3 minuti su ciascun lato fino a 75°C)

Cosciotto (coscia e sovracoscia con osso)
Tempo: da 30 a 40 minuti
Temperatura: medio-alta (200˚C) per calore diretto, medio-bassa (190˚C) per calore indiretto
Tecnica migliore: scottare il pollo con la pelle rivolta verso il basso a fuoco diretto fino a doratura, circa tre minuti. Capovolgi e scotta per altri tre minuti; trasferire a fuoco indiretto e continuare a grigliare, ruotando e girando di tanto in tanto fino a 75°C.

Cosce disossate e senza pelle
Tempo: da 7 a 8 minuti per lato
Temperatura: medio-alta (190˚C)
Tecnica migliore: cuocere a fuoco diretto fino a 75°C 

Pollo intero
Tempo: 50 minuti
Temperatura: medio-alta (190˚C)

Cosa succede se il pollo cuoce troppo a lungo?

Portate il pollo a temperatura ambiente prima di grigliarlo. Se è freddo, potrebbe volerci più tempo per cuocere o abbrustolirsi più facilmente all'esterno.  Il pollo è una carne molto magra e si asciuga rapidamente. Cuocelo troppo lo renderà secco, gommoso e duro, nonchè avere un sapore acre e bruciato, mentre la carne aspira ad essere affumicata e deliziosa.

Cosa succede se non raggiunge i 75 °C?
Esistono due motivi per cui la temperatura interna deve raggiungere i 75 °C :
Il primo riguarda la sicurezza alimentare. A tale temperatura o al di sopra, la salmonella e altri batteri nocivi vengono distrutti.
Il secondo è di natura gastronomica, il pollo poco cotto non è appetibile. La carne è morbida, pastosa e insapore.
Quando si parla di tempi di cottura alla griglia, ci riferiamo al tempo necessario affinché la temperatura interna raggiunga i 75 .

Questi e molti altri consigli nella prossima Rubrica, assieme alle tipologie di marinature e ad alcune delle ricette più gustose dal Mondo.





Read more

Da stazioni di rifornimento a “stazioni – di rifornimento – del gusto”, questo il nuovo progetto dello chef Niko Romito assieme a Enilive, brand di Eni Sustainable Mobility, che porta nuovo carburante gastronomico di qualità nelle stazioni di servizio delle grandi città e sulle statali italiane. La prima aprirà al pubblico il 20 settembre a Eur Fermi a Roma.

Annunciato oggi in via ufficiale il progetto di collaborazione tra lo chef Niko Romito ed Eni Station, che punta sulla riqualificazione delle stazioni di servizio e sulla distribuzione di carburante gastronomico di qualità nelle grandi città e sulle statali italiane.

Inaugura così il 20 settembre a Roma, in zona Eur – Viale America 270 – all’estremità del Laghetto e a pochi passi dalla fermata della Metro B, il primo degli “Alt Stazione del Gusto” pensato per rendere accessibile a viaggiatori e residenti una “ristorazione fast” di pregio in Italia e in Europa. 

Già Castel di Sangro e a Montesilvano in Abruzzo portavano in sé il primo tratto di questa evoluzione che passerà da minimarket con prodotti confezionati e proposte da banco a prodotti pensati e realizzati da Niko Romito e dal suo team del Laboratorio.

Alt Stazione del gusto – inaugurato nel 2018 a Castel di Sangro e nel 2021 a Montesilvano – era infatti già nato per essere un luogo di sosta e ristoro, “per trascorrere del tempo piacevole in compagnia e pranzare, cenare, fare merenda o colazione in un’atmosfera informale e accogliente su strada”. Una scelta di inclusività, che gettava già le basi per una strategia di espansione di punti vendita e ristoro su larga scala. 

Obiettivo: 100 aperture nel quadriennio a cominciare dalle principali città italiane

ALT Stazione del Gusto è sempre stato la declinazione della mia ricerca in chiave più democratica e trasversale. Oggi questa prima apertura in collaborazione con Enilive è il compimento di un’idea progettuale che darà ad ALT Stazione del Gusto tante “case”, ha raccontato Niko Romito durante la conferenza stampa (per il video clicca QUI).

Per Enilive, la collaborazione con l’Accademia Niko Romito si inserisce nel percorso di rinnovo e ampliamento dell’offerta di servizi nella rete dei suoi oltre 5.000 punti vendita in Europa, di cui oltre 4.000 in Italia: le stazioni Eni oggi sono diventate ‘mobility point’ in grado di soddisfare un numero sempre maggiore di esigenze delle persone in movimento, attraverso la messa a disposizione di servizi che consentono ai clienti di trasformare la sosta per il rifornimento tradizionale o elettrico da necessaria a utileIn particolare, nel punto vendita di viale America è disponibile un’area dedicata alla ricarica dei veicoli elettrici attraverso tre colonnine di Plenitude il cui avvio e pagamento potranno essere effettuati anche direttamente nel ristorante ALT Stazione del Gusto.Lo spazio che in precedenza era occupato dalla pensilina e dagli erogatori dei carburanti è stato trasformato in un’ampia e comoda area sosta per i clienti del nuovo ristorante, anche con stalli dedicati al car sharing Enjoy.

“Per ALT ho immaginato un modello di ristorazione su strada perché le strade sono di tutti. Volevo lavorare ad un’offerta di cucina popolare, con piatti facilmente comprensibili, che avessero un’accezione quasi domestica e un approccio creativo, di qualità.”

Ho realizzato quello che io stesso vorrei trovare quando per lavoro viaggio e mi sposto: un menù che, dalla colazione alla cena, possa soddisfare il viaggiatore, il motociclista, la famiglia che transita, chi si ferma per un pranzo di lavoro in un’atmosfera informale o chi vuole portare via una merenda, del buon pane o un pollo fritto.

Niko Romito

Accessibilità e Qualità: i punti cardine del progetto

Ben oltre il concetto di lusso ed esclusività, sono anni che Niko Romito lavora sulla standardizzazione e la replicabilità, da cui sono nati i format di Spazio (a Milano e Roma) e Bomba, e ora con ALT, che inizia da Roma (città molto amata dallo chef) il suo nuovo viaggio. 

La grande rivoluzione del progetto sta nel lavoro che abbiamo fatto con l’agroindustria italiana che ci ha seguito in un approccio di valori al cibo, pensato per un dialogo continuo con il pubblico della strada per natura eterogeneo.

Niko Romito

Dalla passione per il cibo semplice e il sapore schietto, da ALT Stazione del Gusto ci saranno quindi: Pollo fritto intero (marinato con spezie, cotto a vapore e fritto), patate croccanti, toast, focacce al pomodoro e quelle con la mortadella, polpette, zuppe, insalate, pane buono con mantecato di baccalà e le super bombe di Niko (delle quali parleremo meglio più avanti) in versione dolce e salata, e ancora torte, biscotti e gelati soft con caramello e noccioline.

Un grande lavoro è stato fatto sulla ingegnerizzazione dei processi. Tutti i prodotti sono studiati e arrivano al punto vendita con un modello di rigenero e semilavorati che consente a chi è in cucina un logaritmo di lavorazione. La standardizzazione non abbassa la qualità ma migliora l’offerta per un pubblico più ampio.

Nei nuovi punti di Rifornimento del Gusto, che nascono come estensione naturale del laboratorio che sforna biscotti e pani- abbattuti a -18° C e pronti per essere rigenerati – si potranno comprare anche il “Pane di Niko” e portare a casa la sua iconica, alveolata fragranza; così come biscotti in bellissimi packaging.

Accademia Niko Romito e Enilive: i valori condivisi

ALT è un progetto in cui credo molto, che darà nuove possibilità di business a giovani imprenditori e cuochi all’inizio della loro carriera. Creare nuovi posti di lavoro, dare una formazione attenta e approfondita, condividere valori e visione, è per me e l’Accademia Niko Romito un’occasione culturale e di crescita importante” afferma Niko Romito.

La partnership tra Accademia Niko Romito e Enilive prevede un piano di sviluppo anche tramite franchising. Il progetto, oltre ai flagship che Niko Romito gestirà direttamente, svilupperà un piano di franchising proponendo modelli di gestione e formazione strategici e innovativi. Il progetto di sviluppo è diretto a un segmento di giovani imprenditori interessati a diventare gestori di un format di cucina popolare “su strada” di qualità, sviluppato attraverso un modello di business snello, organizzato e standardizzato. Per l’apertura di nuovi ristoranti Enilive individuerà e metterà a disposizione location in posizioni strategiche. Il piano di franchising prevede una formazione presso l’Accademia Niko Romito, Scuola di Alta formazione e Specializzazione professionale dedicata al mondo della ristorazione e della cucina. Un percorso formativo che fornirà a tutti i franchisee un’accurata preparazione di cucina (tecniche, ingredienti, procedure), di sala, di marketing e comunicazione.

ALT Stazione del Gusto

viale America 270, Roma

Apertura al pubblico da mercoledì 20 settembre 2023

Orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 7 alle ore 22

Per informazioni: sito web ALT Stazione del GustoFacebookInstagram

Read more

Stile e contenuto ricco di una lunga storia di burro e farina. Si chiama PAUL, è la nota Boulangerie francesce che ha aperto a Roma Termini il primo punto vendita per accogliere i viaggiatori con golosi break tra un treno e l’altro. Nell’offerta croissant, pain au chocolate, tarte au citron, molleux au chocolate, eclair e macarons, baguette e sfilatini farciti.

È il 1889. È l’anno dell’inaugurazione della Torre Eiffel e Charlemagne Mayot sta per scrivere le prime righe del grande libro di famiglia “PAUL” aprendo in rue de la Mackelerie a Croix, vicino a Lille – quasi al confine con il Belgio – una piccola Boulangerie con l’intento di offrire il meglio della produzione di pane e pasticceria nazionale. 

Lo stesso locale di Lille – ancora attivo e oggi divenuto icona – nel 1935 venne rilevato dalla nipote Suzanne e dal marito Julien Holder che lo battezzarono “Paul”. Suzanne e Julien ancora non sapevano che avrebbero dato vita ad una delle catene francesi di boulangerie e patisserie più importanti e amate del mondo, in grado evolvere, modulare e potenziare il proprio format, fino a conquistare i palati del mondo con 780 negozi PAUL in 50 Paesi, tra cui Giappone, Dubai, UK e, da una manciata di giorni, l’Italia. 

Per molti PAUL incarna la tradizione. Eppure, anche se fedeli alle nostre radici, PAUL non ha mai smesso di inventare, innovare. Così sfogliare la storia di PAUL è anche sfogliare l’album di una famiglia orgogliosa di offrire ai propri clienti pani gustosi, prelibate paste e pasticcini di puro burro, gustosi panini e tante altre creazioni gourmet che si sono aggiunte nel tempo e nelle 5 generazioni che si sono susseguite.

PAUL, oggi brand di elevato standing del settore della Pâtisserie e Boulangerie francese, ha celebrato nel 2019 il suo 130° anniversario, ed è amministrata sin dal 1889 dalla stessa famiglia Holder, oggi alla quinta generazione, nella figura di Maxime Holder che per 10 anni si è dedicato allo sviluppo internazionale ed ha assunto la presidenza del Gruppo PAUL.

La prima apertura italiana: ROMA TERMINI

Il debutto in Italia è avvenuto nella Terrazza Termini della principale stazione di Roma, grazie ad Areas Italia MyChef che, nei prossimi anni, svilupperà il marchio nel nostro Paese.

“Questa apertura va a consolidare ulteriormente la nostra presenza nelle stazioni italiane e nel settore del travel retail permettendoci di arricchire il nostro brand portfolio con un altro brand di respiro internazionale, in modo da rispondere ad una clientela sempre più curiosa di sperimentare sapori nuovi” ha commentato Sergio Castelli, CEO di Areas Italia MyChef. “In Francia abbiamo molti punti vendita in partnership con Paul, dove il mercato delle stazioni si è rivelato una grande chiave di successo per la catena transalpinaNel nostro Paese non è ancora presente, perciò abbiamo deciso di portare sul mercato questo brand di alta qualità. Quale luogo migliore delle stazioni per iniziare?”.

Il know-how di PAUL significa competenza distintiva e unica, sviluppata attraverso abilità, impegno e competenza per la creazione e la gestione di negozi, caffetterie, ristoranti e sale da tè con prodotti da forno e pasticceria di alta qualità. Il “concept PAUL” si basa sulla riconoscibilità del brand, sull’unicità dei prodotti, sul know-how acquisito nel tempo e sul format dei negozi.

“Siamo orgogliosi che Paul abbia scelto la nostra realtà per aprire il suo primo locale in Italia” ha dichiarato Sebastien de Rose, Chief Operating Officer di Grandi Stazioni Retail. “Il fatto che sempre più brand internazionali scelgano Grandi Stazioni Retail come partner esclusivo per il loro arrivo in Italia è la conferma della qualità del lavoro che stiamo facendo, per rendere le stazioni vetrine privilegiate, luoghi di comfort pensati per soddisfare al meglio le esigenze dei brand e di tutti i visitatori”.

Il locale, da 180 mq, con affaccio sui binari è arredato nel classico stile del brand, con le tipiche mattonelle bianco e nero e le immagini storiche dei primi negozi. Nell’offerta, il meglio della “forneria” francese, tra croissant, pain au chocolate, tarte au citron, molleux au chocolate, eclair e macarons, baguette e sfilatini farciti, un ricco ventaglio di sapore garantiti nella qualità da programmi di formazione del personale realizzati interamente in Francia, come accade per ogni punto di vendita della catena.

PAUL è anche una delle prime dieci aziende francesi ad aver firmato il PNNS 2 (Piano Sanitario Nutrizionale Nazionale 2), impegnandosi nel miglioramento continuo e nei contributi nutrizionali nella sua gamma. La primaazione del brand è stata selezionare per tutti i pani una farina più ricca di fibre e ridurre il livello di sale, escludendo olio di palma, i coloranti artificiali e molti additivi dalle ricette.

Oltre alla tradizionale boulangerie PAUL, sarà introdotto anche in Italia un nuovo format “PAUL Le Café” con una superficie di circa 80 mq e una proposta commerciale impostata sulla piccola ristorazione e sulla caffetteria di qualità, confermata dall’accordo in esclusiva a livello internazionale firmato tra PAUL e Lavazza. Ma questa è un’altra storia.

PAUL – Piazza dei Cinquecento, 1, 00185 Roma RM

Read more

L’ 8, 9, 10 settembre a Nemi (RM) l’appuntamento è con “Borgo diVino in Tour 2023”, l’evento di degustazione con centinaia di proposte enologiche italiane, street food e tipicità, che segna nel romantico Borgo con lago dei Castelli Romani la sua tredicesima tappa. Scopri le altre cliccando QUI!

Segnate in rosso il secondo fine settimana di settembre perchè a Nemi l’appuntamento sarà con l’evento dedicato alle eccellenze del buon bere che la cittadina ospita dal 2015. La manifestazione sarà la tredicesima tappa di “Borgo diVino in Tour”, il ciclo di eventi itineranti – promosso dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e organizzata da Valica, in collaborazione con il Consorzio EcceItalia e il patrocinio dell’Associazione Nazionale Città del Vino – di cui il Comune di Nemi è entrato a far parte proprio quest’anno.

Saranno tre giorni dedicati al gusto con centinaia di proposte enologiche di qualità da tutto il Paese tra vini del territorio ed etichette provenienti da diverse regioni d’Italia come Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Puglia, Marche, Campania e Sicilia – che il visitatore potrà degustare lungo la splendida passeggiata panoramica del Borgo con suggestivo affaccio sull’ononimo lago.

Come funziona l’evento

Borgo diVino in tour si svolgerà nel centro storico di Nemi lungo la storica passeggiata che collega Terrazza Byron a Palazzo Ruspoli

  • Venerdì 8 Settembre dalle 18.00 alle 24.00
  • Sabato 9 Settembre dalle 12.00 alle 24.00
  • Domenica 10 Settembre dalle 12.00 alle 22.00

All’interno del borgo verrà tracciato un percorso di degustazione che toccherà i luoghi di maggiore interesse turistico con stand dedicati alle cantine e un originale percorso formativo sul mondo del vino, raccontato in circa 20 pannelli espositivi.

Ogni visitatore potrà acquistare un voucher al costo di €18 comprensivo di 8 assaggi di vino e kit degustazione. Assieme al voucher verrà consegnato un kit composto da sacchetta e calice degustazione.

Il ticket può essere acquistato direttamente sul posto oppure online sul sito www.borgodivino.it/nemi/, dove potrete trovare anche tutte le informazioni sulle cantine partecipantii, gli eventi correlati e quelli di intrattenimento come masterclass, mostre a tema vino, gastronomia da passeggio e spettacoli musicali.

Scopri le altre tappe del 2023 cliccando QUI.

Non solo vino: ecco i migliori abbinamenti gastronomici di Borgo diVino in tour

Uno spazio importante sarà riservato anche all’esperienza gastronomica con proposte street food e piatti della tradizione come taglieri con salumi e formaggi locali, panini con la porchetta, tortine con le fragoline e tanto altro.

Un’area, in particolare, sarà dedicata alle specialità gastronomiche dei Borghi più belli d’Italia.
L’iniziativa rientra nell’ambito del “MIB – Mercato Italiano dei Borghi”, progetto in cooperazione istituzionale tra l’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e “BMTI – Borsa Merci Telematica Italiana”, finalizzato alla valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità dei territori annessi all’Associazione.


“Attraverso la degustazione di vini e di prodotti tipici particolari – dichiara Fiorello Primi, Presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” –Borgo diVino si propone di valorizzare i territori e il lavoro dei sapienti agricoltori e degli artigiani che sono una delle colonne portanti della economia nazionale. La Bellezza dei Borghi e la Bontà dei prodotti sono una grande opportunità che si offre ai viaggiatori interessati a scoprire tipicità e cultura in luoghi dove il fascino dell’antico si sposa perfettamente con la contemporaneità. Un’occasione unica nel suo genere, che vale la pena sfruttare per passare un fine settimana all’insegna del buon vivere e del buon bere e mangiare”.

“L’obiettivo del tour – dichiara Luca Cotichini, Marketing Manager di Valica e ideatore di Borgo diVino – vuole essere proprio la promozione turistica ed eno-gastronomica e il suo consolidamento. Puntiamo a crescere e a far crescere gli splendidi territori, che sono poi i veri protagonisti di Borgo diVino in tour, trasformandoli in una sorta di polo fieristico diffuso. Nel 2022 abbiamo raddoppiato le tappe e quest’anno toccheremo altre 5 regioni; per il 2024 ci proponiamo di coprire tutto il territorio nazionale da Nord a Sud”.


Insieme a Valica, Ecce Italia e all’Associazione I Borghi più belli d’Italia portiamo il cuore pulsante e romantico dei Castelli Romani sulla scena nazionale, e lo facciamo con la consapevolezza che Borgo DiVino è stata un’intuizione geniale della quale siamo felici di essere la prima casa, anche ora che si candida a toccare tutte le regioni d’Italia” – dichiara Alberto Bertucci, sindaco di Nemi-

È con profonda gioia che annunciamo che Nemi è stata ufficialmente riconosciuta uno dei Borghi più belli d’Italia. Questo riconoscimento è il frutto del lavoro instancabile dell’Amministrazione Comunale e della dedizione dei nostri cittadini, che hanno saputo preservare e valorizzare la bellezza e l’autenticità del nostro borgo.

Nemi continua a essere una gemma preziosa, con le sue tradizioni, la sua storia e la sua vibrante cultura enogastronomica. Questo ingresso nei Borghi più belli d’Italia ci spinge a impegnarci ancora di più per tutelare e promuovere il nostro patrimonio, affinché le generazioni future possano godere della stessa meraviglia che abbiamo il privilegio di vivere oggi. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo traguardo e invito tutti a condividere con noi la gioia di far parte di questa comunità straordinaria. Inoltre voglio ringraziare il Presidente dell’Associazione Nazionale delle Città del Vino Angelo Radica che ha creduto fin da subito a Nemi e a questo progetto.

I promotori

L’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” è nata nel 2001 in seno alla Consulta del Turismo dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi del turismo di massa. Ne fanno parte ad oggi 354 Comuni, espressione dell’Italia più autentica in quanto custodi di atmosfere, profumi e sapori capaci di elevare “la tipicità” a un modello di vita da “gustare” con tutti i sensi.

Per informazioni e acquisto voucher, è possibile consultare il sito ufficialewww.borgodivino.it/nemi/oppure rivolgersi ai seguenti contatti:
Valica: Alessandra Panza- alessandra.panza@valica.it – 349 597 1079
Ecce Italia: Anna Lisa Serafini – info@ecceitalia.com – 3492851522

Read more

Affumicata, saporita, dolce e con un pizzico di spezie piccanti.  E’ la salsa BBQ, compagna perfetta dei piaceri della brace. Inventata per aggiungere più sapore a cibi come carne, pesce, pollame esiste qualche dibattito sulla sua esatta origine. Condividiamo quindi alcuni fatti sulla storia della salsa barbecue basati sugli studi più popolari.

La salsa barbecue ha origini molto antiche. Quando non esistevano i frigoriferi, i metodi per conservare la carne erano diversi. C’era l’affumicatura (come abbiamo descritto QUI) o l’essiccamento. poichè sale e fumo permettono di conservare bene i cibi grazie alle loro proprietà antibatteriche. Se al fumo e al sale poi uniamo altri semplici ingredienti come aceto e spezie la carne non verrà solo conservata bene ma assumerà un sapore particolarmente delizioso.

Proprio per questa capacità di conservazione, le salse di accompagnamento per la carne ed altre pietanze hanno origini lontanissime, e se ne trovano tracce negli scritti antichi cinesi ed anche latini. Sicuramente ci sono state delle versioni primordiali di questa salsa, che ha però iniziato a prendere forma così come la conosciamo oggi con l’arrivo dei coloni europei nel Nuovo Mondo. Stiamo parlando, quindi, di un’epoca relativamente recente (si trovano riferimenti sui ricettari già a fine Ottocento) e la salsa aveva la principale funzionalità di preservare i cibi, poiché non esisteva ancora la refrigerazione. 

Harold McGee, esperto di cucina statunitense, nel suo libro “On Food and Cooking: The Science and Lore of the Kitchen” ci dice che già lo chef cinese Yin, nel 239 a.C., aveva dato vita ad una salsa dal sapore dolce, pungente e salata, perfetta per condire le carni alla griglia. Questa sembra proprio un’antenata della salsa barbecue.

La prima ricetta della salsa però sembra risalire al 1900. La fonte, anonima, è un libro di cucina scritto a mano e trovato nella libreria della Johnson&Wales College of Culinary Arts di Providence. Nel 1917 Adam Scott, un imprenditore di Goldsboro, in Carolina del Nord, decise di aprire un ristorante dedicato interamente al barbecue. Qui iniziò a produrre la famosa salsa che ebbe un enorme successo. Poco dopo la ditta agroalimentare Heinz, maggiore produttore di salse nel mondo, avviò una produzione di salsa barbecue su larga scala che è ancora oggi la più distribuita al mondo.

Quali sono gli ingredienti della salsa BBQ

Come si prepara una salsa barbecue perfetta? La ricetta prevede l’utilizzo di molti ingredienti, da mescolare in maniera perfettamente bilanciata. Aglio, aceto, cipolla, salsa Worcestershire, zucchero di canna, pomodoro, paprika, birra, senape, pepe, tabasco, peperoncino in polvere, tequila. Dipende sempre da dove la ricetta viene preparata, c’è chi utilizza direttamente il ketchup e chi non usa la tequila, per cui il gusto della salsa può variare a seconda delle preferenze. C’è, per esempio, chi aggiunge più tabasco per renderla piccante, chi la apprezza più dolce  e chi invece preferisce un retrogusto più affumicato. Il segreto per una perfetta salsa BBQ è riuscire a bilanciare perfettamente sapidità, acidità e dolcezza.

Trita aglio e cipolla e soffriggi in una padella con un po’ di burro, sfuma con aceto e aspetta che evapori prima di aggiungere gli altri ingredienti. C’è chi usa il ketchup e chi il concentrato di pomodoro, poi ancora senape e zucchero di canna. Il tutto non deve cuocere troppo tempo, basteranno circa 20 minuti. Prima di concludere, aggiungi la salsa Worchestershire, tabasco, sale e pepe q.b. Una volta pronta, puoi frullare la salsa con un mixer e filtrarla con un colino per darle omogeneità; se preferisci una versione più “grezza” puoi saltare quest’ultimo passaggio.

Come mangiare salsa BBQ

La salsa barbecue si sposa benissimo con i piatti a base di carne, dal pollo al manzo, alle costolette di maiale.

Ricetta e Foto originale al LINK

Read more

Anche quest’anno il legame della famiglia Tasca d’Almerita con il Mediterraneo si consolida durante la diciottesima edizione della Regata Palermo – Montecarlo che partirà dal Golfo di Mondello il 22 agosto.

Sarà che le barche a vela da regata sono costruite dello stesso materiale delle piccole botti, sarà che racchiudono entrambi sogni e fascino da assaporare, sarà che legno e materia liquida parlano una lingua antica, ma spesso le grandi Cantine mediterranee hanno uno stretto rapporto con la il mare e le regate.

Il mare è ciò che mi circonda. Mi guidano il suo odore, il soffiare del vento, lo sbattere delle vele.
(Raul Pietrobon)

Collina, Vulcano, Terra, Mare e Vento. La storia in Sicilia della famiglia Tasca d’Almerita è scritta nella terra di questa isola prodigiosa, che custodisce e tramanda da otto generazioni, sempre con il profondo rispetto che si deve alla tradizione e lo sguardo sempre rivolto al futuro.

In questa prospettiva, la regata “Palermo – Motecarlo” è motivo di celebrazione della passione per la vela del conte Giuseppe Tasca d’Almerita, fondatore nel 1933 del Circolo della Vela Sicilia e del quale fu eletto presidente nel 1982. 

Un Circolo che vanta un pedigree di tutto rispetto, tra quelli nautici del Mediterraneo, essendo anche la location della sfida di Luna Rossa 2021 e della prossima edizione 2024 della America’s Cup.   

A lui è dedicato il trofeo assegnato ogni anno all’imbarcazione prima classificata in tempo reale poichè questa rinomata e solida competizione è motivata, oggi più che mai, dalla forte convinzione che Tasca d’Almerita si impegna a custodire: la difesa del patrimonio naturale e culturale della indissolubilmente unito al prezioso mare che nutre e circonda.

“Il nostro coinvolgimento in questo evento, stimolato da una passione familiare, rappresenta una straordinaria opportunità per promuovere la tutela del Mediterraneo, la nostra culla comune. Proviamo a navigare e a vivere il mare con rispetto e consapevolezza, ma anche a condurre un’analisi comparata e multidisciplinare per avere una visione globale di quelle che sono le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici sul Mar Mediterraneo.”

Alberto Tasca

La Regata d’Altura partità dallo spettacolare Golfo di Mondello per unire le due sponde del Mediterraneo sino alla Baia del Principato di Monaco il 22 Agosto 2023.

Le Vendemmia 2023 e la scoperta del continente Sicilia

La vendemmia, da poco alle spalle sull’isola di Mozia nella Tenuta Whitaker, è un momento intenso e faticoso dal punto di vista logistico: le uve, raccolte a mano durante le prime ore del giorno, vengono poi trasferite velocemente sulla terraferma con delle piccole imbarcazioni a fondo piatto. Una volta attraversato lo Stagnone di Marsala e raggiunta la costa, ad attenderle c’è un camion refrigerato diretto alla Tenuta Regaleali per la vinificazione.

In questo scenario così affascinante e ricco di storia nasce il Grillo di Mozia. Un vino che assume il carattere dell’isola: dal mare, alle vigne ad alberello, passando per gli scavi archeologici che raccontano la fiorente storia dei Fenici in Sicilia.

Nel frattempo, presso la Tenuta Regaleali, nella “Piana Case Vecchie”, dove negli anni ’80 Lucio Tasca introdusse il Pinot Nero, sono stati raccolti i primi grappoli: è da qui che nasce l’Almerita Rosé, il nostro spumante brut rosato, metodo classico.

Tasca d’Almerita e la Benefit Corporation

Da qualche mese Tasca d’Almerita è diventata un’azienda Benefit Corporation, entrando così a far parte della rinomata rete internazionale che promuove uno sviluppo di tipo inclusivo, rigenerativo ed equo; valori cardine nella nostra esperienza di vitivinicoltura in Sicilia.

Siamo orgogliosi che il nostro impegno per una viticoltura responsabile e la nostra attenzione al territorio e alla comunità locale siano stati riconosciuti da B Lab, ente internazionale dagli standard elevati. Quest’importante traguardo è un passo fondamentale nel nostro percorso di continuo miglioramento. Nelle prossime settimane scopriremo insieme a voi che cosa significa per Tasca d’Almerita essere un’azienda B Corp certificata.

Seguiteci in questa avventura, mentre esploriamo la diversità delle pratiche sostenibili e come continuare a promuoverle e diffonderle nella quotidianità aziendale e nel nostro territorio.

Immagine di Copertina al LINK – Autore e Photocredits: BENEDETTO TARANTINO 

Read more

Estati bollenti. Tropicalizzazione. Alluvioni. Ghiacciai umiliati. Barriere coralline morenti. Incendi indomabili. Non è allarmismo, è verità. Lo dicono gli scienziati, gli uomini di cultura e troppo poco i Media. E’ necessaria una presa di coscienza e un cambio di rotta collettivo perchè tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire per garantire un futuro ai nostri figli. E’ ancora possibile arginare il problema?

Clima fa rima con Emergenza. Non è allarmismo, è verità. Il pianeta è più caldo di 1°C rispetto al 1860. I disastri ambientali si stanno moltiplicando. Uragani mai visti prima. Estati bollenti. Desertificazione. Artico umiliato, barriere coralline morenti e incendi devastanti. Le nuove generazioni vedono un futuro sempre più oscuro. Un futuro in cui città come Venezia saranno sommerse, Ecositemi, Animali e Bellezze come la Grande Barriera Corallina, non esisteranno più.

Lo dicono gli scienziati, gli uomini di cultura e troppo, troppo poco i Media. Oltre l’ipnosi collettina da smartphone è necessaria una presa di coscienza e un cambio di rotta che parta dalle piccole cose, smettendo di soddisfare bisogni immediati senza orientare al futuro le nostre azioni. Dobbiamo riacquisire una coscienza, abituarci a pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto; agire secondo ciò che è bene per questo mondo, così bello.

E’ necessario un cambio di paradigma, che parte dall’acqua. Si perchè l’Italia è un Paese soggetto a forte stress idrico: le abitudini di singoli individui e aziende non aiutano ad alleviare il problema. La nostra Penisola si trova inoltre in una zona particolarmente vulnerabile nel bacino del Mediterraneo, in una sorta di sacca di riscaldamento. E nel corso del 2022, per la prima volta, ha contato oltre 2000 eventi climatici estremi.

Nell’ultimo trentennio climatologico – 1991/ 2020 – si è registrata una riduzione del livello di circa il 20 per cento, passando dai 550 mm a circa 440 attuali. L’analisi della situazione idrologica dell’Italia è stata effettuata attraverso il modello idrologico “Bigbang” dell’Ispra, che ha fornito un quadro completo e dettagliato della situazione delle risorse idriche nel paese dal 1951 al 2021.

Uno degli aspetti critici legati alla siccità è il deficit idrico, in cui l’acqua necessaria supera l’acqua disponibile. Questa situazione è particolarmente preoccupante perché influisce sulla disponibilità di risorse idriche essenziali per le necessità quotidiane e le attività agricole e industriali.

L’ULTIMO APPELLO DEGLI SCIENZIATI

L’ultimo rapporto IPCC afferma l’urgenza di contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C rispetto all’era pre-industriale. Per farlo, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. Un compito titanico.

“Molte altre lotte sono legittime. Ma se questa verrà persa, nessun’altra potrà essere condotta.” 

(Appello pubblico di scienziati e uomini di cultura – Le Monde, Agosto 2018)

CIRCA 7 ANNI PER AGIRE!

Perché tutti dovremmo sapere cos’è il CARBON BUDGET o bilancio di CO2? Al tasso di emissioni di CO2 di oggi, restano infatti circa 7 anni per agire e restare entro 1,5°C di aumento della temperatura media globale evitando così le peggiori conseguenze della Crisi Climatica. Per questo le azioni politiche che devono essere intraprese devono essere tempestive garantendoci un futuro sicuro.

COSA POSSIAMO FARE?

Serve una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Un cambio di paradigma. Dobbiamo smettere di pensare ai bisogni immediati ed orinetare ogni nostra piccola azione al fututo. Dobbiamo pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire secondo ciò che è bene anche per gli altri e per questo mondo.


A fare il punto della situazione, ci ha pensato anche la IV Conferenza Nazionale sul Clima tenutasi a luglio 2023 all’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma. Gli esperti della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile sono stati chiamati a discutere del rapporto del nostro Paese con l’acqua nell’era del cambiamento climatico per esporre le strategie più adatte ad affrontare la crisi. Il quadro scaturito dal congresso – che ha visto la partecipazione di enti pubblici e privati, mondo della politica e dell’impresa – è particolarmente preoccupante: l’Italia è in pericolo idrogeologico a causa dell’ innalzamento delle temperature globali. Un italiano su cinque abita in zone a rischio allagamento: 7 milioni di italiani, 1,1 milioni di imprese e 4,9 milioni di edifici sono minacciati da pericolosità idraulica.

Barbabella: “l’80% degli impianti sciistici rischiano la chiusura”

Da un lato l’uso della risorsa idrica, dall’altro la questione legata al clima. “L’Italia consuma 40 miliardi di metri cubi all’anno (la Spagna al secondo posto con 30); è uno dei paesi europei con la più ampia disponibilità idrica – 130 miliardi di m3 annui – ma questo dato è in riduzione del 20% negli ultimi decenni – ha sottolineato Andrea Barbabella, responsabile scientifico di Italy for Climate, centro di studi scientifico della Fondazione – I ghiacciai, in vent’anni, hanno perso 25 metri di spessore e circa 50 miliardi di m3, influenzando la portata idrica nel bacino padano. Le precipitazioni nevose sono in calo del 64%: l’80% degli impianti sciistici rischiano la chiusura”.

Boscolo: “Le ondate di calore estremo sono passate da 1 ogni 10 anni a 1 ogni 2 anni”

A questo si aggiunge l’incremento delle temperature. Come sottolineato da Roberta Boscolo, responsabile clima ed energia della World Meteorological Organization, negli ultimi dieci anni la media annuale di innalzamento degli oceani è stata di 4,5, mentre le temperature sono aumentate di circa 1,15°C.


Ciò ha determinato l’aumento di precipitazioni violente, in quanto più l’aria è calda, più aumenta la portata di umidità; questo per colpa dei gas serra, che per definizione sono portati a trattenere più calore. In Italia l’aumento è vicino ai 3 gradi centigradi: le ondate di calore estremo sono passate da 1 ogni 10 anni a 1 ogni 2 anni con l’aumento di 1,5°C previsto dall’accordo di Parigi.


Da qui il “paradosso” per il quale coesistono periodi siccitosi e grandi eventi atmosferici, che rischiano di mettere in pericolo un quinto della popolazione italiana. Questo se i dati rimanessero fermi a quelli attuali. Se il trend dovesse rimanere tale, le previsioni per la seconda parte del secolo prevedono un aumento di 4°C, ovvero un evento catastrofico all’anno.

Lo stress idrico italiano

L’Italia è quindi un paese soggetto a forte stress idrico, dove le abitudini di singoli individui e aziende non aiutano ad alleviare il problema. Gli italiani consumano 220 litri pro capite all’anno – il doppio della media europea – mentre le imprese utilizzano quattro volte tanto l’acqua necessaria alla Germania per le proprie industrie. Gran parte dei nostri prelievi idrici sono dettati dal settore agricolo, che ne utilizza il 41% del totale (secondi solo alla Spagna).
La cementificazione non aiuta, anzi, aumentando i rischi di allagamento e alluvioni.


Le perdite economiche tra il 1980 e il 2020, in Italia, ammontano a 87 miliardi di euro, dietro a Germania e Francia.

Non ci resta che chiederci: quali azioni concrete saranno intraprese per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità delle risorse idriche? Come sarà possibile incentivare l’adozione di pratiche sostenibili nell’uso delle risorse idriche sia nel settore agricolo che urbano? Quali nuove tecnologie e soluzioni innovative verranno implementate per affrontare la crisi idrica in modo efficace ed efficiente?

Un dossier in dieci punti

Per affrontare la crisi è stato presentato, durante la conferenza, un dossier in dieci punti.
Gli obiettivi riguardano il taglio delle emissioni di CO2 per raggiungere la neutralità climatica nel 2045, l’adozione di una legge per il clima, aumentare le conoscenze delle risorse idriche in Italia, rinnovare le infrastruttureverificare i piani di gestione delle alluvioni e valorizzare i ruoli della città, in un contesto generale di economia circolare fondamentale per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi preposti per il 2050 (ciò grazie al supporto del Circular Economy Network).

Tali punti sono compresi nella Roadmap proposta da I4C e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentata in chiusura da Edo Ronchi, presidente della Fondazione stessa: “Per ridurre l’impatto di alluvioni e siccità è necessario contribuire a rallentare il riscaldamento globale che le alimenta, tagliando le emissioni di gas serra, e aggiornare e rendere operative misure di adattamento. La Roadmap prevede obiettivi e target sfidanti al 2030 e al 2045 e specifiche strategie settoriali. Per l’Italia, Paese vulnerabile per i cambiamenti climatici, è più conveniente accelerare l’impegno e puntare su obiettivi avanzati di decarbonizzazione, per cogliere anche i vantaggi tecnologici, economici e occupazionali”.

Read more

5 classici della Mixology del Mondo con storie uniche da raccontare: sono il Mojito, il Daiquiri, il Margarita, il Moscow Mule e Pisco Sour. Nati per caso, voglia o fortuna, sono diventati dei must da bancone e sono capaci, oltre ogni stagione, di farci chiudere gli occhi e trasportarci in paradisi tropicali e suggestive mete.

Sono freschi, agrumati, dolci, sapidi, piccanti e rinvigorenti. Sanno di viaggio e di mete esotiche, sono i Drinks dell’estate, che parlano la lingua della vacanza, perfetti da sorseggiare, capaci di farci chiudere gli occhi trasportarci in paradisi tropicali. Sono 5 classici della Mixology del Mondo, protagonisti dell’estate da bere ovunque voi siate; sono quelli che non stancano mai e che tra attrici e scrittori, uomini d’affari; presidenti lungimiranti, sbarchi e barteder, hanno storie uniche da raccontare.

MOJITO – CUBA

Cocktail made in Cuba, viene preparato con rum, lime, zucchero, menta e tanto ghiaccio. E’ uno dei Must Drinks dell’estate, oltre ad essere uno dei cocktail più apprezzati al mondo perché per suo potere rinfrescante e beverino. Di norma servito in un tumbler alto, dalla forma cilindrica, la sua fama è dovuta anche ad altro poichè Ernest Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961), durante la sua permanenza cubana, lo beveva quotidianamente nella famosa Bodeguita del Medio all’Avana. Il Mojito e il Daiquiri erano i due cocktail preferiti dal celebre scrittore unitamente ai luoghi preferiti dove berli come ricorda la sua celebre frase:

Mi Mojito alla Bodeguita, mi Daiquiri alla Floridita“.

Ernest Hemingway

DAIQUIRI – CUBA

Sarà per le sue origini caraibiche o per il distillato con cui viene preparato, fatto sta che, se creato a regola d’arte, è tra le miscele più gaudenti per lasciarsi cullare dalle calde serate estive. Difficile risalire al momento esatto in cui è nato il Daiquiri. Quello che sappiamo è che sicuramente la preparazione che conosciamo oggi ci è arrivata dai bar sulle spiagge di Cuba e che risale alla fine dell’Ottocento. Quello che è certo infatti è che il nome deriva da quello di una spiaggia. Tra verità e leggenda si racconta che nel 1898 – durante la guerra tra Stati Uniti e Spagna – in seguito all’affondamento di una nave americana nel porto dell’Avana, un marine sbarcò sulla spiaggia di Daiquiri, in un piccolo villaggio. Per placare la sete entrò in un locale di mescita e chiese di poter bere un rum allungato con succo di lime, che poi “corresse” con un’aggiunta anche di zucchero. Il Daiquiri si prepara infatti con un buon rum, succo fresco di lime o limone e un’aggiunta di zucchero. Il risultato finale è determinato proprio dalla capacità di combinare l’aspro del lime con il dolce dello zucchero. In questo equilibrio si gioca tutto il suo successo. Il drink rientra infatti nella categoria dei cocktail sour. Altro ingrediente fondamentale, come sempre in mixology, è il bicchiere. Il Daiquiri va servito in una coppetta da cocktail ghiacciata.

MARGARITA – MESSICO

Racchiude nella sua coppa il sapore del Messico dove è considerato Bevanda Nazionale. E’ un drink fresco, a base di tequila, in cui sapidità e dolcezza si uniscono in modo equilibrato preparato con triple sec, liquore dolce e trasparente aromatizzato all’arancia, il lime e la tequila, distillato messicato ricavato dall’agave blu.

Se il Messico è il suo Paese di origine, il nome Margarita nasce in onore dell’attrice Marjorie King, allergica ai distillati tranne che alla Tequila; e così nel 1938 il barman dell’Hotel “La Gloria Ranch” vicino a Tijuana, dove la King era ospite, creò per la prima volta il drink. Altra caratteristica del Margarita: la preparazione del cocktail prevede che si parta da una coppa o coppetta ghiacciata (tenuta in freezer) bordata di sale.

MOSCOW MULE – USA

Questo cocktail gettonatissimmo traducibile in “Mulo moscovita” nasce negli anni ’40 del ‘900 e non ha nulla a che fare con la Russia, se non per la presenza della vodka; il drink fu inventato da tre uomini di affari a un tavolino del Chatham Hotel di New York dove si riunirono per discutere e decidere una strategia comune per il rilancio dei loro prodotti sul mercato americano: vodka (Smirnoff), ginger beer e uno stock di mug in rame da 5 once, con inciso sopra un asino.

Oltre alla tipica mug – tazza molto spesso di rame – in cui si prepara e si serve questo cocktail, i protagonisti, come detto, qui sono vodka, succo di lime, ginger beer: bevanda a base di estratto di radice di zenzero, spezia molto versatile dal sapore piccante. La quantità di ginger beer può essere dosata a proprio gusto. Il Moscow Mule si caratterizza per un tasso alcolico non troppo alto e per essere molto dissetante grazie alla piacevolissima nota pungente dello zenzero.

PISCO SOUR – PERù

La nascita del Pisco Sour non è ancora certa: c’è chi lo fa risalire agli ultimi anni dell’800, mentre altri sostengono che sia stato creato all’inizio del secolo successivo in Perù. Nonostante le antiche origini, questo sour è stato riscoperto in tutto il mondo e oggi ha addirittura la sua giornata internazionale che cade il primo sabato di febbraio di ogni anno. La sua base alcolica è appunto il Pisco, acquavite peruviana di cui vengono inseriti 60 ml all’interno di uno shaker insieme a succo di limone/lime fresco, sciroppo di zucchero e albume d’uovo. Il tutto va agitato e poi filtrato all’interno del classico bicchiere da Pisco Sour per il servizio on the rocks, mentre per una versione più contemporanea del drink si può scegliere la coppetta. Per decorarlo, basterà aggiungere qualche goccia di Amargo bitters.

Il Pisco Sour fu creato dal barman Victor Morris, originario di Salt Lake City, il quale si trasferì nel 1913 in Perù, facendo la conoscenza dei prodotti locali. Il barman, detto “El Gringo”, nel suo Morris Bar di Lima, iniziò a servire il drink in alternativa al Whisky Sour, altro cocktail nato in Perù. Il locale di Morris era frequentato da una clientela altolocata, sovente composta da turisti americani, i quali contribuirono alla diffusione del drink. Anche l’allora presidente peruviano, Augusto Leguia y Salcedo, contribuì alla notorietà del Pisco Sour, in quanto sostenitore della cultura della miscelazione.

Read more

Breve dispensa sui quattro principali stili dell’American BBQ: Texas; Kansas City; St. Louis; Memphis; Alabama.

La storia dei barbecue è tanto affascinante quanto lunga. Appartiene a quella dell'uomo e a quella del fuoco. l mondo del BBQ nell’arco dei secoli è evoluto moltissimo, sia in termini di tecniche, sia di concetto in generale. Le diverse espressioni di Cucina Barbecue hanno finito per contaminarsi l’un l’altro creando oggi un macro-comparto che abbraccia tutto il mondo della cucina outdoor, anche attraverso diverse forme di alimentazione rispetto alle tradizionali braci.

Dall'affumicato petto del Texas alle succulente costolette di Kansas City fino al piccante maiale sfilacciato della Carolina, c'è un'intera nazione di fantastici barbecue là fuori. Conoscere direttamente gli stili barbecue distintivi di ogni stato e regione non può essere un'impresa facile. Quindi oggi vi portiamo in un viaggio da costa a costa, illustrandovi ciò che rende il barbecue così speciale. 

Queste sono le principali (e secondarie) regioni barbecue americane, ognuna con il proprio amato stile barbecue:

Texas centrale
Kansas City
St. Louis
Menfi
Alabama
Carolina del Nord orientale
Carolina del Nord occidentale
Hawaii
Costa centrale della California
Carolina del Sud
Chicago
Kentucky
Georgia

MA QUAL È LA CAPITALE DEL BBQ DEGLI USA?

Non esiste davvero una sola capitale del barbecue in America: l'intero paese è la capitale mondiale del barbecue! Dipende anche da dove vivi: la gente in Texas direbbe che il Lone Star State è la capitale americana del barbecue. Anche se abbiamo la buona sensazione che anche le persone che vivono a Kansas City, St. Louis e Memphis affermerebbero la loro pretesa di avere il miglior barbecue in America.

QUALE REGIONE HA IL MIGLIORE BARBECUE?

Questo dipende molto dal tipo di barbecue che preferite! Se siete fan del petto di manzo piccante e affumicato, allora adorerai il Texas. Se la Vostra festa barbecue ideale è una torre di costolette ricoperte di salsa dolce, allora lo stile è quello del Kansas City o Memphis. E se il maiale stirato con aceto è la tua passione, allora la Carolina del Nord fa per te.
TEXAS: DOVE IL PETTO AFFUMICATO È RE

Il barbecue del Texas centrale, incentrato principalmente sull'Hill Country dello stato (di cui Austin fa parte), lo mantiene semplice: ruota principalmente attorno al petto di manzo, condito semplicemente con sale, abbondante pepe nero e forse una manciata di altre spezie , prima di essere affumicato su legno di quercia o noci pecan.

Di solito fanno la loro comparsa anche le costolette di maiale, così come le salsicce affumicate piccanti, solitamente realizzate con una miscela di scarti di maiale e manzo. È tutto servito su carta da macellaio con pane bianco, senza bisogno di salsa. Questi ti daranno tutti la tua correzione del petto del Texas:
KANSAS CITY: SALSA BARBECUE DOLCE

Ciò che distingue Kansas City dal resto del mondo bbq è la sua salsa barbecue super popolare, fatta con un abbondante ketchup e melassa. Lo stile Kansas City è anche noto per le sue estremità bruciate, ottenute tagliando a cubetti il ​​grasso petto affumicato e fumandolo lentamente e lentamente.

ST. LOUIS: COSTOLETTE, COSTOLETTE E TANTE ALTRE COSTOLETTE

Le costolette di maiale imperano a St. Louis; infatti, il metodo caratteristico della città per tagliare carne e cartilagine da una griglia di costine in modo che sia pulito e ordinato è noto come "St. Louis ha tagliato. Abbinalo alla salsa barbecue densa e dolce tipica della città e avrai il St. Louis BBQ in poche parole. Le costole della leggenda STL Pappy's Smokehouse vengono affumicate per 24 ore e sono quasi perfette.
MEMPHIS: COSTOLETTE, "BAGNATE" O ASCIUTTE

Le costolette dominano anche la scena del barbecue di Memphis. Qui vengono servite "quasi bagnate" (condite con una salsa a base di pomodoro dolce) o asciutte (strofinate con un mix di spezie in cui prevale aglio, paprika e vengono servite senza salsa). 

ALABAMA: LA PATRIA DELLA SALSA BARBECUE BIANCA

Se state cercando di identificare con uno sguardo il barbecue nello stile Alabama, cercate la pietanza. Qui è il pollo affumicato all'hickory, cosparso di una salsa a base di maionese che abbonda in aceto e pepe nero che è noto come salsa barbecue bianca dell'Alabama.

Questa non è l'unica salsa che troverai nello stato, tuttavia: Birmingham è nota per una salsa dolce e piccante a base di pomodoro, Tuscaloosa vanta una salsa piccante all'aceto di senape e la salsa di senape è popolare nella parte sud-est dello stato. Quella salsa bianca scattante è la sua esportazione di barbecue più famosa, però. È stato inventato al Bar-B-Q di Big Bob Gibson a Decatur, Whitt's ad Atene e LawLer's a Huntsville.

Read more