Sara De Bellis

Autore: Sara

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Per la sesta edizione de “La Fiera dei Sapori”, dal 14 al 16 ottobre a Frascati, il gusto dei Castelli Romani dara mostra di sè sulla passeggiata panoramica con oltre 100 specialità tra fromaggi, salumi, primi e secondi piatti tipici, fritti, pizza, dolci, birre e buon vino.

Con la migliore selezione dei prodotti tipici del basso Lazio e la partecipazione esclusiva della regione Campania, la Fiera dei Sapori sarà caratterizzata da un intenso programma di laboratori – con particolare attenzione ai bambini per tramandare tradizioni di valore – e showcooking organizzati dall’Associazione Castelli Romani Food & Wine con i protagonisti della Cucina Castellana contemporanea. Leggiamo il programma!

Torna La fiera dei Sapori ad irradiare con la sua voglia di buono il corso panoramico della “bella dei Castelli Romani”. Da venerdì 14 a domenica 16 ottobre, saranno oltre 25 le realtà presenti sul Viale Vittorio Veneto, tra produttori, aziende vinicole, storiche e nuove insegne tutte pronte a mettere in mostra più di 100 tra i migliori prodotti enogastronomici e piatti dei Castelli Romani, del Lazio e non solo.

Tra le tante bontà laziali, special guest di questa sesta edizione sarà infatti la Campania, con un’area dedicata ad alcune tipicità del suo territorio meno note tra cui i Cicatielli di grano duro con passata di pomodori di colline irpine e poleggio di Sturno e lo straordinario Soffritto di maiale nero al Taurasi, con peperoni tondi all’aceto di Fiano.

Un appuntamento irrinuciabile, un fine settimana dedicato al gusto e alla scoperta che mette in primo piano la tradizione da tramandare, il territorio come risorsa da valorizzare e teatro perfetto delle sue eccellenze. Francesca Sbardella, Sindaco della città, sottolinea:

Anche quest’anno la Fiera dei Sapori farà tappa nella nostra città. L’evento, dedicato alla gastronomia, ai vini e ai cibi di produzione locale, e curato da Valica, ci farà vivere un weekend all’insegna della convivialità, dei sapori di casa nostra, della degustazione di prodotti tipici, dal cuore della terra al cuore del centro storico.

Sarà un’occasione di incontro per tutta la cittadinanza: ci saranno momenti di assaggio e conoscenza dei prodotti enogastronomici, guidati dai produttori del nostro territorio, che quotidianamente si impegnano per valorizzare le eccellenze e i cibi della tradizione, traghettando le loro conoscenze verso un futuro che vede come protagonista la qualità.

Specialità e laboratori: la ricetta di Fiera dei Sapori per conquistare ogni età

Ogni area di degustazione è dedicata ad una categoria di prodotti specifica tra: primi piatti, secondi piatti, sfizi, dolci, vini e birra. Ogni gusto sarà accontentato, ogni palato potrà conoscere ed assaporare una grande varietà di ricette, specialità e sapori autentici dalla Carbonara special, Cappellacci ripieni agli Strozzapreti ai funghi porcini. Tra i secondi l’immancabile Trippa alla romana e Polpette; per i più smart pizza, panini gourmet e sfizi fritti di ogni sorta. Spazio ai dolci con il tiramisù, la sbriciolata, le ciambelline al vino e i tradizionali Brutti ma Buoni. Tutto rigorosamente accompagnato da vini tipici, birre artigianali e cocktail come lo spritz castellano che ben si presta ad accompagnare il cibo da strada e le passeggiate di gusto tra i sapori della tradizione.

Gli ShowCooking dei “Castelli Romani Food&Wine”

Il lungo weekend de “La Fiera dei Sapori” è anche Cucina, approfondimento sul territorio, intrattenimento ed eventi dedicati a grandi e bambini, grazie alla collaborazione con l’Associazione Castelli Romani Food & Wine.

Largo spazio anche ai Grandi showcooking degli chef protagonisti del territorio che intrepretano la tradizione con piglio moderno e personale come Eleonora Masella de “la Credenza” di Marino; ca Piacente di “Osteria San Rocco Piacente” a quattro mani con Vitaliano Bernabei de “il Norcino Bernabei dal 1912”; Jacopo Ricci di “DLR – Dopolavoro ricreativo”, Claudio Carfagna de “La Galleria di Sopra”, Alain Rosica di “Belbevdere dal 1933” e Paolo Cacciani del “Ristorante Cacciani”.

Laboratori, Quiz e Attività

Per i bambini ci saranno i laboratori di artigianato e riciclo, ma anche la possibilità di mettere le “mani in pasta” e realizzare insieme dolci e biscotti. Gli adulti potranno invece partecipare ai laboratori botanici-culturali e ai tour esperienziali nell’enogastronomia dei Castelli Romani.

Ampio spazio anche al divertimento con il quiz indoVINO, un gioco a premi con Degustazione e Quiz sui Vini a cura dell’Associazione Castelli Romani Food&Wine che si svolgerà Domenica 16 Ottobre alle 17,00. E poi “il Bosco nel Piatto” venerdì 14 alle 20: un incontro/laboratorio di conoscenza botanico-culinaria delle erbe spontanee e fiori eduli, risorsa alimentare antica da riscoprire per portare a tavola sapori inaspettati e importanti virtù nutrizionali; il laboratorio di artigianato e riciclo creativo – Sabato 15 Ottobre e domenica 16 Ottobre dalle 13.00 alle 15.00; le degustazioni sulle birre artigianali e sulle grappe; la Masterclass sui Vini a cura de Le Donne del Vino Sabato 15 Ottobre dalle 17,00 alle 18,00. Tutto il nutrito programma al Link.

Fiera dei sapori ha l’ambizione di promuovere e far conoscere i piatti e i prodotti del territorio a turisti e appassionati di enogastronomia. L’evento nasce a Frascati in collaborazione con aziende e ristoratori locali. Questa edizione avrà ospiti dalla regione Campania oltre a importanti aziende dei Castelli Romani e del Lazio. Lo spirito dell’evento è crescere aggregando sempre più territori e diventare espressione dei sapori d’Italia.

Luca Cotichini, marketing manager Valica, organizzatore dell’evento

Come funziona Fiera dei Sapori e come partecipare

L’evento che si svolge lungo “La Passeggiata di Frascati” è aperto a tutti ed è possibile acquistare, come ogni anno, dei carnet di gettoni (ogni gettone vale €1) per consentire le varie degustazioni. I gettoni possono essere acquistati online sul sito della manifestazione o direttamente in loco.

Fiera dei Sapori vi aspetta a Frascati (RM) in Viale Vittorio Veneto, nelle giornate di venerdì 14 ottobre dalle 18 alle 23, sabato 15 Ottobre dalle 12 alle 23 e domenica 16 Ottobre dalle 12 alle 22.

Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale , inviate una email a info@fieradeisapori.it o telefonate allo 06 – 9499884

L’evento, in collaborazione con Magnolia Eventi e il patrocinio del Comune di Frascati, è organizzato da Valica, prima tourism marketing company in Italia con all’attivo numerose manifestazioni su tutto il territorio nazionale, come ad esempio Borgo diVino in Tour.

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E’ successo qualche sera fa a Barcellona, in occasione della cerimonia di premiazione dei World’s 50 Best Bars. Il Drink Kong di Patrick Pistolesi ha scalato la classifica afferrando la posizione numero 16 e confermandosi come il bar italiano più sofisticato e premiato su scala globale. Oltre alla più alta posizione assegnata all’Italia nell’edizione 2022, tanti gli italiani del buon bere del mondo. Scopriamo insieme quali sono i nostri fiori all’occhiello!

Un bar affollato da romani e visitatori internazionali che sanno di trovare da Drink Kong alcuni dei cocktail più visionari della città. È Patrick Pistolesi l’uomo che ha dato forma a questa visione così particolare, e il suo nuovo menu «Perimetro», lanciato nel 2022, fa un ulteriore passo avanti verso nuovi territori. Segue l’acclamato menu «New Humans» (…)

Scrive così la World’s 50 Best Bars del Drink Kong di Roma.

Lei è la classifica che celebra il top della mixology internazionale. Loro sono Patrick Pistolesi e il suo golden team: Massimo Palmieri, Richard Ercolani, Claudia Gianvenuti, Ilaria Valeri e uno staff di fuoriclasse composto da Livio Morena, Davide Diaferia, Alessio Zaccardo, Federico Usai e Andrea Pace.

E’ accaduto qualche sera fa a Barcellona: il locale romano di Patrick Pistolesi – che a soli quattro anni dall’apertura ha già fatto incetta di riconoscimenti nazionali e internazionali – non solo è rimasto saldo nella top 20 del prestigioso award, ma ha salito 3 gradini rispetto al 2021 accomodandonsi alla posizione numero 16 la quale, oltre ad essere la più alta assegnata all’Italia in questa edizione, vede tanti i bravissimi italiani al bancone del buon bere del mondo.

Basta scorrere la cronistoria dei suoi successi al World’s 50 Best Bars, un award che ha acceso i riflettori sull’«Instinct Bar» capitolino sin dalla sua inaugurazione nel 2018 e ne ha riconosciuto da subito l’eccellenza nel settore hospitality & beverage: a pochi mesi dall’apertura Drink Kong era infatti già all’82° posto della classifica 2019 dei migliori 100 bar del mondo, aggiudicandosi anche il «Campari One to Watch Award»; nel 2020 ha scalato ben 37 posizioni ed è entrato nei 50 Best Bars attestandosi al 45° posto; nel 2021 è salito addirittura di altre 26 posizioni e raggiunto il 19° posto. Infine quest’anno ha continuato la sua ascesa fino alla posizione numero 16.

Drink Kong (del quale abbiamo raccontato recentemente qui) è un «Instinct Bar». La carta dei drinks serviti indica solo il distillato di partenza, ma non gli altri ingredienti. Ne viene invece descritta una suggestione proprio per consentire all’ospite di affidarsi al proprio istinto nella scelta del drink e all’immaginazione di ciò che andrà a bere, senza essere influenzato da ricette già conosciute.

Ma il riferimento del buon bere mondiale nella classifica dei The World’s 50 Best Bars parla italiano già dalle prime battute. Il migliore bar del mondo per il 2022 è infatti il Paradiso di Barcellona, guidato dall’italiano Giacomo Giannotti; Tayēr + Elementary di Londra, in seconda posizione; e con Sips, sempre a Barcellona, un’altra medaglia di bronzo va ad un italiano: Simone Caporale. Al 16° c’è Roma con il Drink Kong  di Patrick Pistolesi ( +tre posizioni rispetto al 2021), seguono il 1930 Cocktail Bar di Milano, Locale a Firenze e L’Antiquario di Napoli.

Dietro questo successo c’è un grande lavoro di squadra e di concetto guidato da Pistolesi, come si legge nelle motivazioni dei World’s 50 Best Bars, ha dichiarato Patrick Pistolesi ieri a Barcellona ricevendo il riconoscimento.

«Situato in una piazza verdeggiante a poca distanza dal centro di Roma, Drink Kong probabilmente non è il bar che ti aspetteresti di trovare. Attingendo al futurismo degli anni ’70, a King Kong e ad influenze giapponesi, si amalgama un concept che prende vita in uno spazio avvolto nel nero delle decorazioni da nightclub, illuminato da nient’altro che neon.

Un bar affollato da romani e visitatori internazionali che sanno di trovare da Drink Kong alcuni dei cocktail più visionari della città. È Patrick Pistolesi l’uomo che ha dato forma a questa visione così particolare, e il suo nuovo menu «Perimetro», lanciato nel 2022, fa un ulteriore passo avanti verso nuovi territori. Segue l’acclamato menu «New Humans», con cui ha guidato audacemente l’ospite nel profilo del gusto attraverso colori, aggettivi e stile svelando ben poco delle sue parti costitutive, oltre all’ingrediente principale dei cocktail. Prendi gli echi di banana o mele. Metti tutto insieme – l’arredamento, l’atmosfera e i drink – e non c’è nessun posto nel mondo dei bar come Drink Kong».

Pubblicata per la prima volta nel 2009 The World’s 50 Best Bars fornisce una classifica annuale dei bar votati da 650 esperti di bevande di tutto il mondo. L’elenco rappresenta la guida internazionale definitiva ai migliori bar e destinazioni per bere nel mondo.

The World’s 50 Best Bars 2022 – la classifica

  1. Paradiso, Barcellona
  2. Tayēr + Elementary, Londra
  3. Sips, Barcellona
  4. Licorería Limantour, Città del Messico
  5. Little Red Door, Parigi
  6. Double Chicken Please, New York
  7. Two Schmucks, Barcellona
  8. Connaught Bar, Londra
  9. Katana Kitten, New York
  10. Alquimico, Cartagena
  11. Handshake Speakeasy, Città del Messico
  12. Jigger & Pony, Singapore
  13. Hanky Panky, Città del Messico
  14. BKK Social Club, Bangkok
  15. Salmon Guru, Madrid
  16. Drink Kong, Roma
  17. Coa, Hong Kong
  18. Floreria Atlantico, Buenos Aires
  19. The Clumsies, Atene
  20. Baba au Rum, Atene
  21. Cafe la Trova, Miami
  22. Attaboy, New York
  23. Satan’s Whiskers, Londra
  24. Tropic City, Bangkok
  25. Kumiko, Chicago
  26. Sidecar, Nuova Delhi
  27. Tres Monos, Buenos Aires
  28. Argo, Hong Kong
  29. Maybe Sammy, Sydney
  30. Swift, Londra
  31. Line, Atene
  32. Baltra Bar, Città del Messico
  33. Manhattan, Singapore
  34. Overstory, New York
  35. 1930, Milano
  36. Dante, New York
  37. A Bar with Shapes for a Name, Londra
  38. Zuma, Dubai
  39. Locale Firenze, Firenze
  40. Red Frog, Lisbona
  41. Cantina OK!, Sydney
  42. CoChinChina, Buenos Aires
  43. Himkok, Oslo
  44. Carnaval, Lima
  45. Galaxy Bar, Dubai
  46. L’Antiquario, Napoli
  47. Employees Only, New York
  48. Bar Benfiddich, Tokyo
  49. Lucy’s Flower Shop, Stoccolma
  50. Bulgari Bar, Dubai

DRINK KONG: una proiezione temporale in un futuro indefinito

Fondato nel 2018 da Patrick Pistolesi, tra i barman che più hanno contribuito a rivoluzionare l’universo della mixology negli ultimi vent’anni in Italia, Drink Kong è subito balzato agli onori della critica internazionale: nel 2019 Drink Kong è già nella classifica dei migliori 100 bar del mondo, all’82° posto, e si aggiudica il Campari One to Watch Award; nel 2020 scala ben 37 posizioni ed entra nell’Olimpo dei 50 Best Bars attestandosi al 45° posto; nel 2021 sale di altre 26 posizioni e raggiunge il 19° posto proiettando Roma in cima all’elenco dei locali italiani premiati. Infine oggi occupa la posizione numero 16 della classifica mondiale.

L’atmosfera del locale rimanda ai vicoli fumosi di una metropoli orientale, fatta di neon improvvisi miscelati al rigore dell’essenziale: oltre 300mq di labirintici spazi che attraversano stilisticamente questo concetto, ruotando attorno al bar e alla sua imponente bottigliera al centro dell’occhio del ciclone. Ci sono elementi che arrivano da un retrofuturo in stile «Blade Runner», fatto di atmosfere dark, luci neon e poltrone in velluto: epoche diverse che si sovrappongono e si mischiano creando uno scenario unico. C’è l’Oriente, che tiene insieme l’estetica minimal e rigorosa del Giappone e quella più calda e caotica della New York degli Anni 80 fino alla Londra dei giorni nostri, con la loro ineguagliabile carica di innovazione e di qualità dell’ospitalità.

Drink Kong

  • Piazza San Martino ai Monti 8 – Roma
  • www.drinkkong.com
  • Orari: tutti i giorni dalle 18.30 alle 2.00
  • Contatti: info@drinkkong.com – 06.23488666
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E’ accaduto tutto nei primi mesi di sole del 2022. Lo stabilimento balneare Albos Club, meta di habitué di Fregene e assidui di buone tavole, è stato completamente rinnovato nello spirito, rimodulato negli spazi e ripensato nel sapore. Con un concept solido e dinamico, di mare e brace, ben orchestrato da Fabrizio Lancia e Andrea Dolciotti, l’Albos Club si prepara a vivere le sue nuove quattro stagioni.

Ci vogliono capacità, coraggio, idee chiare, un pizzico di pazzia (indispensabile per questo mestiere) e tanta prospettiva. Dopo l’abbrivio, vento a favore e quotidiana costanza orientata al meglio: ingredienti essenziali di ogni impresa che voglia affermarsi. Qual è l’obiettivo della nuova proprietà che ha rilvato il famoso lido di Fregene? Rendere l’Albos Club la meta quattrostagioni di riferimento del litorale romano allinenando 3 concetti: uno stabilimento balneare con cabine e piscina; l’intraprendenza di un polo sportivo in grado offrire attività anche durante la stagione invernale; una ristorazione trasversale, divertente, di qualità, mare e brace.

Così l’Albos Club, come un gladiatorie reziario (che combatteva nell’arena romana equipaggiato come un pescatore) utilizza una rete di interessi per avvolgere l’ospite e richiamarlo in una dimensione energica e dinamica, un tridente (la fuscina) per portare in cucina il meglio di questo generoso tratto di costa e un pugnale (il pugio) per sfilettare, carpacciare, “tartarizzare” le bontà del pescato più local che questo mare porta.

La Cucina di Acqua e di Fuoco di Andrea Dolciotti

Abbiamo tutti bisogno di un pranzo vista mare, anche tutto l’anno. Di quelli così vicini alla sabbia da poterne sentire il calore e lo sguardo rivolto all’infinito blu per non smettere di sognare ad occhi aperti. Un bicchiere in mano per sorseggiare effervescenze di felicità e l’altra con una posata, per avvicinare la gioia al palato.

Perchè, ad ogni latitudine, la cucina è il regno dei sensi. Meglio ancora se per equalizzare le frequenze di mente e corpo non ci si affida al potere incantatore di magici miscugli o pozioni, ma alla schiettezza di una cucina che parla bene e diretta. E questo è il caso di Andrea Dolciotti, chef che ho avuto il piacere di ritrovare in questo luminoso lido e che ha dato alla cucina di questa terra di mare di mezzo un’impronta di acqua e di fuoco.

Si perchè nel rinnovato Albos Club di Fregene tutto, o molto, ruota attorno al concetto di brace. Una brace evoluta, che si avvale del forno Pira, combinazione di barbecue e forno a carbone, perfetto per sperimentare cotture e servire il pescato locale con quel twist di affumicato che conquista e non stanca mai.

Fronte mare. Affaccio aperto sullo stabilimento e il suo arenile. Crudi, tartare e carpacci, primi piatti di mare, tradizione marinara e creatività, pesce alla brace e variazioni sul tema. La regola per tutti piatti proposti? Materia prima in purezza, cotture ancestrali, esaltazione delle consistenze della varietà della carni marine locali, scelte personalmente ogni giorno.

Oltre la carta, alla location e alla leggiadria dell’atmosfera, anche il piacere di affidarsi allo chef non è da meno, così come quello di apprezzare nuove qualità di un pescato di margine reso protagonista da idee e tecniche.

E’ il caso del Cefalo labbrone (chelon labrosus) conosciuto anche come Cerino, e riconoscibile per il labbro superiore molto grande e la taglia mediamente inferiore rispetto agli altri esemplari. Noto per la bontà delle sue carni, Dolciotti, anche con spirito didattico, lo lavora crudo, servito in carpaccio, assieme a fiocchi di prosciutto, fichi freschi e perle di aceto balsamico.

Si prosegue con un Bao al vapore con tartare di Cerino, mentre si fa largo il Pastrami di Salmone, alga Wakame e uno strepitoso Gelato alla senape che da uno slancio goloso al piatto e conferma, ancora una volta, la spiccata abilità di Dolciotti nell’arte di condensare i sapori nel freddo.

Notevole il Tonnetto alla brace con Scarola. A spezzare i toni, come un tè, arriva la Bouillabaisse in tazza, con mela annurca cotta al forno e trigliette da inzuppare. Dalla Provenza a Fregene questa zuppetta, oltre il divertissement, è gobile, saporita, comfortevole, ludica.

Rispettare quello che offre il mare, senza tentare scorciatorie o scekte d’allevamento. No agli orpelli tecnichi, a ciò che copre invece di esaltare. Ciò che è importante è la materia prima. Ora, per esempiuo, in carta abbiamo il tombarello, un tonnetto locale molto ematico, ma molto buono. Basta saperlo lavorare. Infatti ci sta portanto grande soffisfazione.

Executive Chef Andrea Dolciotti

Poi i mari incontrano la terra e il cortile nel nido di Tagliatelle di patate mantecate al burro, colatura d’acciughe fatta in casa, brodo di pollo e Canocchia. Ottimo. Un piatto di gran gusto che rilegge la grammatica associata al “pomo di terra”, più spesso contorno di pollo o pesce al forno. Qui invece sono protagoniste: lavorate in un nido di pasta diventano croccante consistenza da masticare. Il loro calore amplifica le golose note di burro che scivola nello specchio di brodo. Avvolgente e in equilibrio tra la sapidità della colatura d’alici e la morbida dolcezza del brodo di pollo. dal quale si staglia la freschezza delle carni bianche, sfumatamente dolci, della cicala di mare.

Anche Tartare di Calamaro, tentacolo alla bace e Finger Lime richiede la sua attenzione e mette sul piatto la varietà delle consistenze del calamaro, arricchite dalla fresca acidità aromatica del lime in “microperlage”. Arriva poi il pesce, cotto nella sua semplicità e nella schiettezza. Come da copione.

Chiudono i dolci. Tra gli ultimi in carta Crema caffè crumble e sorbetto alla carota.

C’è molto oltre il calamaro fritto, si può fare tartare, griglia, abbiamo la fiamma, usiamo la fiamma. E le erbe spontanee del nostro litorale, senza per forza cercare il tè matcha o il Garam masala. Abbiamo il rosmarino? Mettiamo il romasrino!

Executive Chef Andrea Dolciotti

Il ristorante dell’Albos Club, che associa piatti più ricercati ad un menu più tradizionale, rimarrà aperto per proporre un menu incentrato su una maggiore elaborazione della materia prima e con una tipologia di offerta, più sofisticata e adeguata alle stagioni meno calde.

A questo si aggiungerà anche lo spazio ristorante al primo piano – la bellissima palafitta sul mare eriditiera di 15 anni di raffinate atmosfere di cucina firmate da Rosario Malapena e quelle briose di Cristina Sebastiani – ripensato negli spazi e nell’estetica, per essere una perfetta location per eventi privati e cucina di mare evoluta, grazie alla sua luminosa posizione dirimpettaia del grande amico blu.

La struttura

Lo stabilimento è stato completamente ristrutturato per migliorarne efficienza ed estetica. Nuove cabine per gli abbonati e gli avventori giornalieri, uno spazio spiaggia totalmente rivisto, così come i punti ristoro che diventano quattro differenti: il bar tavola calda, il chiosco vista mare, il cocktail bar e il ristorante sea front. Anche l’area piscina è stata rinnovata così come il ristorante posto al primo piano della struttura che oggi, con la sua splendida terrazza vista mare, è luogo ideale per eventi privati e cerimonie. Gli spazi sportivi, da sempre ampi e curati all’interno del club, si sono moltiplicati e oltre ai campi da Beach Volley si possono trovare anche quelli di Beach Tennis, Beach Soccer e di Tqball sulla sabbia.

L’offerta è ampia e abbraccia spazi diversi, ognuno con una propria connotazione. Si va dal bar – tavola calda dove, durante la bella stagione, poter gustare colazioni, gelati, pokè e piatti del giorno caldi e freddi proposti dalla cucina; al chiosco vista mare per caffetteria, gastronomia e beverage durante tutta la giornata e il bancone per il servizio cocktail bar curato da Matteo Moiani, giovane talento della mixology romana.

Albos Club – Fregene

Lungomare di Levante, 52 | 00054 Fregene (RM)

Martedì venerdì
12.30-15.00
Sabato domenica
12.30 -16.00

Tel 06 6656 0539 / Sito

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Materia prima di ricerca, attenzione al dettaglio, sorriso e piacere dell’accoglienza rendono Gualdo Catteneo la meta perfetta per la riscoperta di un piccolo borgo italiano e per gli affamati di territori di qualità. Sospeso nel tempo sulle pendici dei Monti Martani, è piccolo scrigno di bellezza, storia e cultura. Hosteria il Grottino, è il suo gioiello.

Siamo nelle Terre dei filari del Sagrantino, e in quelle degli uliveti di Frantoio, Moraiolo e Leccino; tra boschi di funghi e tartufi, di carni e selvaggina; siamo sulle strade della tradizione norcina, della torta al testo, degli stringozzi e dei legumi. Tra queste colline di sapori, un borgo medievale signoreggia. È quello di Gualdo Cattaneo, tra la valli umbre e tiberine. Quella che subito si scorge, è la rocca quattrocentesca, chiamata “Dei Borgia”.

Da sempre contesa tra Foligno e Spoleto per la sua posizione strategica e così ricca di vestigia del passato, è del suo generoso presente che ci piace raccontare. Perchè questa è una bella storia innestata sulla voglia di dare nuovo futuro ai borghi italiani e su quella di rigenerare tasselli del territorio nazionale.

Questo concetto da vivere fatto di Ospitalità e Ristorazione è opera degli imprenditori romani Giorgiana Guidi e Raffaele Tomaino, che hanno recuperato un palazzetto in pieno centro storico e lo hanno rivitalizzato con stanze, salotti, spazi per la lettura, profumi di brace e cucina, ricerca, sapori umbri e gusto dell’accoglienza.

Il Grottino Hosteria e Residence è un palazzetto del gusto, meta ideale per chi voglia nutrirsi di una dimensione autentica, accogliente e di classe.

Mentre le stanze ai primi piani sono frutto della ristrutturazione dell’ex canonica della Chiesa del paese, con vista sulla piccola piazza e sul campanile; al pianostrada l’Hosteria introduce gli ospiti ai sapori intensi dell’Umbria proposti in chiave moderna.

LA BRACE

Nessuna flessione sulla qualità delle materie prime. Nessuna concessione alla banilità. Nel menu abbondano ricercati salumi e formaggi, tartufi e cacciagione, prodotti e carni di allevamenti locali. Ma la vera scoperta è nella selezioni delle carni che annoverano Agnello Suffolk alla scottadito, Fassona Piemontese, Bistecca di Tomahawk, una selezione di Jolanda de Colò di Manzetta Prussiana allevata tra Germaia e Polonia. Da provare le Costine marinate alla senape e miele, cotte a bassa temperatura nel vino e finite sulla griglia. La Manzetta si può scegliere anche in versione Tagliata, Cuberoll, Costata, Fiorentina; scenografici tagli da condividere anche di Vaca Starj – Manzetta invecchiata – per chi non fosse ancor sazio di sapori e marezzature. Tutto magistralmente alla brace con cotture specificate e (finalmente) rispettate.

Bracerista d’esperienza, Damiano Morici si destreggia tra tempi e modalità di cottura perfetti, in grado di esaltare al meglio la qualità della materia prima scelta e proposta. La frollatura arriva anche ai 60/70 giorni, in modo da renderla il più tenera possibile.

IL MENU

Panorami belli da mozzare il fiato, natura incontaminata, prodotti della terra a Km Zero, architetture storiche, cultura, tradizioni: questo è ciò che un borgo italiano può offrire. Un’esperienza di vita nel solco della qualità, lontana da ogni forma di stress cittadino.

Qui, il ristorante Il Grottino, offre agli avventori un’esperienza che fonde il piacere dell’ospitalità ad una cucina in grado di conquistare avventori e viaggiatori.

L’attenzione per l’accoglienza è sottolineata dal sorriso della responsabile Luisa Minrath, che guida la squadra di sala con freschezza e giovilità. In I piatti dello chef Marco Micucci, perugino doc e da sempre impegnato dietro ai fornelli, portano in tavola una cucina dinamica che si condensa nell’Uovo soffiato al tartufo, ovvero una doppia cottura che fissa la sofficità di una meringa salata e che protegge un cuore liquido di tuorlo da una pioggia di tartufo nero. Contemporaneo, divertente, diretto nel suo dialogo con il palato che gioca bene sull’acclamato binomio uovo-tartufo.

Micucci esprime la sua creatività in una proposta che coniuga la conoscenza della tradizione umbra a tavola alla voglia di novità. La carta si compone così di piatti dai sapori genuini che vanno dal Tagliere di salumi dell’azienda Torre Brado (in località Giano dell’Umbria e specializzata nell’allevamento di suini in stato semi-brado) al Tortino di patate con cremoso di parmigiano e tartufo nero di Norcia; tra i primi Maltagliati di farina di farro e canapa con ragù rosso di cinghiale; Strangozzi a mano con ragù bianco di Manzetta Prussiana Extra 30 mesi; Canestrelli ai funghi porcini, con crema di caprino, porro croccante e crumble di noci, che sottolineano la collaborazione con il pastificio La Spiga di Santa Maria degli Angeli e la voglia di costruire una rete tra produttori e attività del territorio.

Tra i secondi di cucina spicca il Maiale abbracciato sfumato al Sagrantino e guanciale croccante e un’inattesa citazione esterofila che sorprende: Cuore di baccalà portoghese, con panatura al panko, perle di mango e salsa yogurt. il pesce dell’azienda Jolanda De Colò, viene dissalato, asciugato, passato in uovo, farina e fiocchi di panko. Perle di mango per la dolcezza che contrastare la sapidità del baccalà e l’acidità della salsa yogurt per pulire il palato. Chiudono i dolci della casa: il Tiramisù del Grottino e lo Scrigno di pasta frolla, con pere e cannella su crema inglese calda.

IL PROGETTO

Raccontano Giorgiana e Raffaele:

Questo progetto è nato come una sfida. Arriviamo da Roma e abbiamo scoperto in Gualdo Cattaneo un luogo magico e bellissimo, dove però mancava un’attività in grado di accogliere e offrire una proposta gastronomica di livello.

Il nostro obiettivo è animare questo spettacolare borgo, rendendolo una meta dove trascorrere una piacevole serata per i visitatori locali e un luogo di cui innamorarsi per i turisti. Facciamo vivere ai nostri clienti un’esperienza di bellezza a 360 gradi, a partire dal soggiorno nelle nostre camere, passando per l’aperitivo, fino alla cena con proposte dalla cucina e dalla brace.

Vogliamo che la vita scorra tra i vicoli di questo paese che è un piccolo gioiello: per questo il venerdì e il sabato offriamo anche intrattenimento musicale, con spettacoli di musica jazz live, di cui l’Umbria è patria d’elezione. Gualdo Cattaneo è un borgo magnifico da vivere e lavoriamo con l’obiettivo di farlo conoscere: già nei primi periodi di attività, nonostante il contesto storico, le risposte sono state entusiaste.

Diversi ambienti accolgono gli ospiti. Al piano terra griglia a vista e all’esterno, sulla terrazza, sorge una struttura di cristallo luminosissimo che rende confortevole mangiare immersi nel cuore medioevale in tutte le stagioni del borgo. Nella stessa piazzetta, un secondo dehors permette inoltre di pasteggiare circondati dalle bellezze storico-naturalistiche del luogo e di godere di Concerti Jazz en plein air. Ai piani superiori il residence, composto da quattro camere (due matrimoniali, una tripla e una quadrupla su due livelli) che offrono la possibilità di soggiornare e vivere giornate rilassanti dove la macchina viene dimenticata e il relax è d’obbligo.

LA BOTTEGA

Poco distante dalla struttura e nel cuore del borgo, sorge anche La Bottega. Una sorta di dispensa a vista dove si possono acquistare tutti i prodotti adoperati nella cucina del ristorante, dalle eccellenze locali a quelle provenienti da fuori: immancabili le linee di Urbani Tartufi, le selezioni di olio extravergine di oliva Locci, le paste e le conserve Bertini’s, e ancora le amarene del Trentino, le marmellate e le composte Morelli, un’ampia selezione di vini umbri e non, su tutti il Sagrantino, ma anche di distillati, liquori e spiriti.

Il Grottino – Hosteria & Residence

Piazza Beato Ugolino, 5 – 06035 Gualdo Cattaneo (PG)
Tel. 0742 760228 – Cel. 344 2648124
Orari: martedì-giovedì 19:00-23.30; venerdì-domenica 12:00-15:00 e 19:00-23:30.
Lunedì chiuso

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La Fondazione Cotarella, motore propulsor e partner dell’evento “Orvieto, Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro”, ha creato un nuovo terreno per generare sinergie capaci di valorizzare t tanti contenuti dello “scrigno Umbria”, ma anche quello per affrontare temi delicati legati al mondo del cibo.

È per questa via che Orvieto si è colorata di lilla per accogliere il Convegno “Alimentarsi di vita: il rapporto con l’ambiente, con la natura e con il cibo”. Un coinvolto approfondimento sui disturbi dell’alimentazione che ha offerto diverse angolazioni di lettura e molteplici spunti di riflessione. Cerchiamo di capire insieme come lottare e a chi rivolgersi per vincere.

L’evento interdisciplinare “Orvieto, Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro”, che ha animato la bella città umbra dal 24 Settembre al 3 Ottobre, ha avuto il grande merito di favorire l’incontro e l’armonizzazione tra bellezze artistiche, enogastronomia, tematiche di attualità e mondo del lavoro.

Grazie all’impegno di Fondazione Cotarella – fortemente voluta Dominga, Marta ed Enrica Cotarella per rendere il mondo un luogo migliore anche attraverso la ri/conquista di un sano rapporto con cibo e natura – l’articolata manifestazione ha preso le mosse di un Rinascimento umbro e di una fedele, quanto concreta, volontà e affermazione della vita proattiva su quella contemplativa. Di passare quindi dalle parole ai fatti.

Tanti i temi affrontati, anche difficili, delicati, spigolosi, come quelli inerenti ai disturbi alimentari (Dca). Una patologia che accomuna non solo giovani donne ossessionate dallo specchio, ma ha cominciato ad essere una terra “abitata” da oltre tre milioni di persone impegnate a combattere la propria battaglia quotidiana con la tavola.

Disfunzioni complesse, sempre più diffuse, caratterizzate da un rapporto inquinato con il cibo e da un’eccessiva preoccupazione per il peso con relativa percezione alterata dell’immagine corporea che abbraccia, o meglio respinge, la solidità dell’autostima, colonna portante di ciascuno di noi.

Fondazione Cotarella nasce da un’esperienza che mi ha toccato da vicino in qualità di mamma. La malattia di un figlio è sempre un evento difficile da affrontare e per me è stato uno stimolo, una nuova energia che deriva dalla presa di coscienza di come si possano affrontare a viso aperto anche i momenti più complicati.

Fondazione è il mio modo per non dimenticare e aiutare chi deve affrontare una malattia come quella dei disturbi alimentari. 

Dominga Cotarella – Fondatrice e Consigliere di Amministrazione di Fondazione Cotarella

Orvieto, tutta decorata con fiocchetti color lilla, simbolo della lotta all’anoressia, alla bulimia, ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, ha ospitato nel Palazzo del Popolo il partecipato convegno che è “stato un viaggio a più voci, tra condivisioni e sfumature di vita che hanno regalato al pubblico presente molti spunti su cui riflettere” commenta Paolo Vizzari, narratore gastronomico che ha moderato gli stimati relatori sul palco, ognuno con un tema da approfondire e storie personali da raccontare.

A dare il via al convegno i saluti del Sindaco Roberta Tardani, orgoglioso di una città colorata di lilla e di dare attenzione ad un tema molto sentito.

Era importante e coerente inserire un workshop del genere in una manifestazione che parla di bellezza ed enogastronomia perché parliamo di qualità di vita di cui questo territorio si può fregiare.

Con Fondazione Cotarella vogliamo dare un messaggio importante ai giovani che devono trovare nei loro luoghi di vita uno degli strumenti per superare le difficoltà.

Il primo intervento “Paura del cibo, paura del mondo” ha visto la Dott.ssa Laura dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta – che ha fondato e dirige la rete per i disturbi del comportamento alimentare della USL 1 dell’Umbria – ha specificato come i disturbi alimentari siano una malattia dell’anima e un attacco al corpo perché si ha paura di vivere nel mondo.

In questo momento ci sono 3.000.000 di persone malate di disturbi alimentari e la pandemia ha aggravato la situazione con un 30% in più di nuovi casi, abbassato l’età alla fascia pre adolescenziale (10-14 anni), si sono manifestati esordi tardivi di chi non è più un ragazzino, e alzato la percentuale di soggetti maschili (+20%).

È fondamentale fare prevenzione, diagnosi precoci e curarsi. Dobbiamo continuare a sensibilizzare come abbiamo fatto oggi grazie a Fondazione Cotarella e l’Associazione Animenta.

Dott.ssa Laura Dalla Ragione

“La cura infinita” è stato invece il tema della Prof.ssa. Anna Ogliari -membro associato di psicologia clinica, responsabile del servizio di psicopatologia dello sviluppo presso il centro disturbi del comportamento alimentare dell’ Ospedale San Raffaele Turro – che ha ribadito il concetto dell’importanza della cura e quella di trovare delle strutture rispettose della patologia che includano un approccio empatico, di alleanza e alchimia tra l’equipe medica e paziente.

Margherita Viccardi, membro del Direttivo dell’Associazione “Mi Nutro di Vita”, ha raccontato la propria esperienza di mamma e capovolto la prospettiva. Perchè le patologie alimentari sono difficili da affronatre anche per i genitori, spesso spaesati di fronte alla profondità emotiva tradotta dai disturbi. Per affrontarli con serenità è fondamentale conoscerla al meglio e ricordarsi sempre che guarire si può.

Non c’è un manuale, non ci sono risposte, alcune Asl non sono preparate e non sai dove trovare risposte e quale strada prendere. Bisogna, in questo caso, avere il coraggio di chiedere aiuto a chi può dartelo. Queste associazioni, come quella di cui faccio parte, ti aiutano ad accettare la patologia ed affrontarla malgrado la rabbia. Con il supporto e il confronto si deve poter guarire.

In collegamento video Valentina Dallari, DJ e autrice di “Non mi sono mai piaciuta” e “Uroboro”, ha voluto parlare del Kintsugi – L’oro delle cicatrici:

In Giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l’oro, poiché si è convinti che un vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine. Questa filosofia, molto distante da noi, vuole dare la possibilità a chi, come me, si è ammalato di disturbi alimentari, di comprendere più a fondo sé stesso e di reinventarsi ridisegnando la propria esistenza.

Uscire dalla malattia mi aiuta a curare le mie ferite più profonde perché sono convinta che dal dolore ne uscirà un fiore meraviglioso. Mi sento rotta e con una crepa dorata che simboleggia il mio percorso.

“Un racconto di speranza attraverso i social media”. Così un’emozionata Martina Domenicali, content creator e attivista per la salute mentale, ha raccontato di quanto i social siano stati per lei uno strumento importante perché mi hanno permesso di raccontare la mia storia. Ho sofferto di disturbi alimentari per 6 anni, dai 14 ai 20, e sono guarita recentemente ribellandomi alla cronicità della malattia che ti limita, mentre io volevo essere un soldato in prima linea per combattere, ripartire e vivere una vita viva e piena.

I media sono un megafono per diffondere informazioni e i social possono essere usati per lanciare un messaggio importante di speranza. Ho deciso di usarli, visto che ho 100.000 follower, per aiutare i ragazzi e le ragazze a non sentirsi soli, per dimostrare che è possibile chiedere aiuto e ricominciare a vivere una vita meravigliosa malgrado le cicatrici.

Una storia di speranza che si ricollega anche alle parole di Federica Bartolini, vicepresidente Uisp Umbria APS, che ha ribadito quanto siano essenziali i progetti di inclusione e quanto sia importante un corpo sano e in salute, e a quelle di Aurora Caporossi, founder & presidente dell’Associazione Animenta, un luogo in cui ogni storia è accolta e il giudizio è bandito.

Un’associazione nata dalle storie di chi è guarito e che dà speranza a chiunque di potercela fare, perché chi soffre di disturbi alimentari ha un profondo senso di solitudine.

Fondamentale è riappropriarsi di un rapporto sano con il cibo e su proncipio è nato il rapporto con Fondazione Cotarella.

Da questa uninone di intenti è nato un progetto di laboratori di cucina presso alcuni ristoranti italiani dove, grazie al supporto di Paolo Vizzari, i ragazzi malati di disturbi alimentari posso compiere un viaggio nel gusto attraverso ingredienti e assaggi dei piatti creati dallo chef. Perchè guarire dalle malattie del comportamento alimentare si può, la strada è lunga, difficile e piena di insidie, ma la ricompensa è molto più grande, la ricompensa è una nuova Vita!

Una domenica intensa e ricca di racconti, letture, numeri, dati e grandi emozioni dedicate alle famiglie che vivono intorno a chi soffre di queste malattie e a chi ha voglia di ascoltare qualcosa di più su un disturbo da cui si può guarire.

Fondazione Cotarella

Fondazione Cotarella nasce nel 2021 dalla passione e dalla determinazione di tre donne, Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, terza generazione della famiglia Cotarella. Fondazione è consapevole della grande sfida: far conoscere i disturbi alimentari, costruire attività per prevenirli e soprattutto lavorare con i giovani, con le famiglie, con i professionisti per costruire una fitta rete di relazioni che abbiano come obiettivo la condivisione di valori e la csotruzione di un nuovo sano equilibrio tra cibo, persone e territori.

L’obiettivo è fare rete con serietà e costruire percorsi che possano supportare nel momento pre e post cura le famiglie e i malati di disturbi alimentari. Così ha detto Ruggero Parrotto, direttore di Fondazione Cotarella, che ha spiegato come Fondazione Cotarella voglia realizzare progetti reali di prevenzione e formazione con bambini, ragazzi e genitori, creando connessioni e sinergie, centri di accoglienza che parlino di natura, lavoro, argomenti altri dalla malattia.

Vincere la sfida è l’unico modo per rendere la nostra vita illuminante e l’obiettivo di Fondazione Cotarella è illuminare la vita dei giovani. Sono certa che ci riusciremo al 100%.

Dominga Cotarella

Per maggiori informazioni:

https://www.instagram.com/fondazione_cotarella/

https://www.facebook.com/fondazionecotarella

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Aperto nel 2004, “Obicà Parlamento” è il primo Mozzarella concept restaurant nato al mondo. Per il suo Diciottesimo compleanno ha deciso di potenziare design e menu, di rinnovarsi come punto di convivio mediterraneo tra colonne di bellezza di Roma e di diffondere oltre i confini i concetti di Italian Style a tavola.

Mangiare nel centro di Roma, tra vere colonne doriche romane. Respirare un’atmosfera fresca e di design, ritrovare nel piatto il gusto della saporita semplicità mediterranea. Perchè Obicà è prima di tutto un luogo dove stare con il gusto di sostare.

Pochi passi dal Pantheon e Montecitorio. Tra strade e vicoli di eterna bellezza, la storia di Obicà inizia nel 2004 nella sede di Via dei Prefetti a Roma.

18 anni è un bel traguardo e Obicà Mozzarella Bar Parlamento per festeggiarsi ha deciso di potenziare le proprie skills con un ricercato restyling cosmopolita degli ambienti che si inserisce all’interno di un progetto di rebranding ancora più ampio che punta all’esportazione dei concetti di accoglienza, trasversalità e di un Italian Style da vivere e condividere a tavola.

Questo restyling rimarca quindi non solo la storicità del marchio, ma anche la sua solidità: dopo 18 anni, Obicà è tuttora emblema di qualità della proposta gastronomica e di stile contemporaneo, sia in Italia che nel mondo, in tutte le città in cui siamo presenti – da Londra a Porto, da New York a Tokyo.

Così ha dichiarato Davide Di Lorenzo, CEO del Gruppo.

Se l’intuizione di base è stata quella di portare la Mozzarella all’interno del Concetto di Sushi bar, di disporla in bella vista nelle vetrine puntando su lavorazioni a vista e pluralità di abbinamenti senza la formalità di un ristorante – i feedback hanno premiato la scelta del brand che oggi internazionale si fa portavoce della genuinità mediterranea e delle icone di produzione italiana.

Italia, UK, USA, Giappone, Portogallo. Gli interni del locale di “Obicà Parlamento”, capostipite della catena internazionale, sono stati curati dallo studio di architettura capitolino LABICS, che ha mescolato uno stile minimal all’intensità degli elementi romani di imponenti le colonne doriche, tra neon e nude mise en place, poltroncine di design che coniugano uno stile urbano, contemporaneo e dinamico, negli spazi interni così come nel dehor.

Dal Menu

In dialetto napoletano Obicà significa “Eccolo qua!” ed è un’espressione di stupore e apprezzamento, le stesse pulsioni che si provano davanti ad una mozzarella, morbida e lattea ceramica traslucida.

Da Obicà tutto ruota attorno alla Mozzarella di bufala Campana Dop che qui è Regina di una versatile proposta gastronomica adatta a tutti i momenti della giornata. Bufala Campana Classica o Affumicata, Treccia, Bocconcini e Ricotta. Ma anche la Mucca pugliese, in versione Burrata e Stracciatella.

Largo spazio anche alle selezioni di Salumi, come Prosciutto di Parma Dop, Bresaola di Chianina IGP e il Salame Piacentino Dop.

Tra le novità per prima la Pizza, che torna ad essere tonda per sottolineare la provenienza partenopea e porta in tavola leggerezza d’impasto, lunghe lievitazioni, cotture su pietra refrattaria. Dal menu “Bufala DOP” e “’Nduja di Spilinga” con Stracciatella, Pomodoro Bio, Parmigiano Reggiano e Basilico; “Filetti di Alici” con Mozzarella di Bufala, Pomodoro Bio, Stracciatella, Pomodori Datterini Gialli, Frutti del Cappero e Basilico; “Burrata e Zafferano” con Mozzarella di Bufala, Ricotta di Bufala, Cialde di Parmigiano Reggiano al Basilico e Pepe.

Per inizire, intenso lo Sformatino di Scarola con patate, Alici, crema di mozzarella di Bufala affumicata e l’Hummus di Peperoni con peperone crusco di Seninse Igp e focaccia ai Semi. Tra i primi piatti in carta i Tortelloni Freschi di Mozzarella e Limone con Melanzane, Pomodori Datterini, Scaglie di Parmigiano Reggiano DOP Vacche Rosse; i secondi variano dalle ricche Insalate al sotanzioso Burrata Burger con Angus, Pancetta Affumicata, Cavolo Viola Marinato, Peperoni, Salsa di Avocado e Patate Arrosto. Per concludere, una selezione di Dolci tra cui la Torta di Ricotta di Bufala e Cocco con Salsa ai Frutti di Bosco e il Buonissimo Babà.

Sfiziosa anche la scelta tra piccoli piatti e lievitati, crostini e degustazioni tematiche da accompagnare a Cocktail, Vini e Bollicine, al bancone o nel piacevole spazio esterno. Menzione per i Vini bianchi e rossi della Cantina “Abraxas” e le sue radici di Pantelleria, perla nera del Mediterraneo.

Obicà e le Nuove Aperture del Brand

La filosofia alla base dell’insegna – fondata nel 2004 da Silvio Ursini e attualmente di proprietà della Famiglia Scudieri – intreccia e porta in tavola l’italian style con un twist di moderna convivialità e l’obiettivo di offrire agli ospiti un’esperienza di lusso informale, accessibile a tutti.

Obicà Mozzarella Bar è il Gruppo portavoce dell’autenticità e della genuinità dei migliori prodotti italiani nel mondo e conta, ad oggi, 20 ristoranti tra Italia ed estero.

Nel corso degli ultimi mesi il Gruppo ha infatti inaugurato un nuovo locale a Milano, in via Cusani 1, nel cuore di Brera, uno all’aeroporto di Malpensa e un punto vendita in franchising all’aeroporto di Istanbul, cui seguirà una seconda apertura. Sono inoltre in programma due inaugurazioni all’interno dei due store Rinascente di Torino e Cagliari e l’opening di un franchising a Lisbona entro la fine dell’anno, mentre il 2023 vedrà il restyling dei tre locali di Rinascente Duomo Milano, di Firenze e di Poland Street a Londra.


Obicà Mozzarella Bar – Parlamento

Via dei Prefetti 26a
(angolo Piazza di Firenze)
00186 Roma 

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Oggi, domenica 2 ottobre e domani lunedì 3 Ottobre, l’ Urban Resort A.Roma Lifestyle Hotel ospiterà per due giorni l’attesa ottava edizione della manifestazione dedicata alla degustazione dei migliori Rum e Cachaça. Parliamo dello ShowRUM – Italian RUM Festival che, tra Grandi professionisti e Masterclass gratuite, porta nella Capitale oltre 400 etichette e le peculiarità di 70 produttori provenienti da tutto il mondo.

Prende il via oggi l’attesa ottava edizione dello “ ShowRum Festival”, il più grande evento italiano dedicato ai Rum e Cachaça, con i migliori produttori della scena nazionale e internazionale.

Per due giorni – domenica 2 ottobre, dalle 14.00 fino alle 21.00, e lunedì 3 Ottobre dalle 11.00 fino alle 19.00 – negli spazi dell’Urna Resort A.Roma Lifestyle Hotel (in zona Villa Pamphili) si potranno degustare le migliori versioni dei celebri distillati da canna da zucchero tra suggestioni caraibiche e brasiliane.

Oltre 70 brand, circa 400 etichette in degustazione provenienti da tutto il mondo, la possibilità di conoscere piccoli produttori e varianti territoriali, 10 masterclass gratuite tenute da grandi professionisti e la ShowRUM Tasting Competition, Vi aspettano.

Questa ottava edizione infatti, curata in ogni dettaglio dal “Rum Searcher” Leonardo Pinto – tra i massimi esperti del settore, trainer, consulente e appassionato ricercatore di Rum classici e oltre la tradizine – è stata arricchita dal notevole contributo di Francesco Pirineo della Compagnia dei Caraibi, noto importatore di Rum, con ben ventisei anni di attività sul campo distillato.

Durante la due giorni di Festival, tanti i temi, tantissimi i contenuti, inclusa un’area miscelazione curata da Paolo Sanna in collaborazione con il Singita Miracle Beach. Grande attesa anche per la ShowRUM Tasting Competition, sfida che si svolge tutti gli anni in occasione di ShowRUM e che si configura come la prima competition al mondo in cui i prodotti vengono divisi per tipologia di alambicco, per invecchiamento e per tipologia di materia prima. 

In sintesi un appuntamento da non perdere tra approfondimento ed assaggio. Clicca QUI per conoscere il programma e prenotare il tuo biglietto.

Info Evento

  • Il festival sarà aperto al grande pubblico nella giornata di domenica, dalle ore 14:00 alle ore 21:00, mentre il lunedì sarà completamente dedicato al trade e alla stampa, con apertura dalle ore 11:00 alle ore 19:00 / Richiedi Accredito al Link
  • Presso Centro Congressi dell’A.Roma Lifestyle Hotel
  • Via Giorgio Zoega 59 00164 Roma

Contenuti Extra

La presentazione Stampa & i Rum raccontati da Paolo Carpino

Durante la presentazione alla Stamoa sono stati degustati quattro tipi di Rum selezionati. Il primo è stato il “Koloa”, di origine Hawaiana, invecchiato dodici anni, con quarantasei gradi di gradazione alcolica, dal gusto di Vaniglia, anice, caramello, con una chiusura leggermente pepata.

Il secondo “El Dorado”, proveniente dalla Guayana Olandese, quindici anni di maturazione, sicuramente più robusto del precedente, con un retrogusto al sapor di legna da camino, ed una gradualità alcolica di quarantatre gradi.

Di seguito, con la stessa gradualità alcolica ed invecchiamento, “il Diplomatico”, distillato di provenienza Venezuelana, proveniente da un’azienda a conduzione familiare e con importanti riferimenti storici fin dal 1880. Il sapore è molto intenso ma piacevole, si sentono note di cioccolato al latte, il miele e l’arancio.

La quarta proposta arriva dalla Giamaica, il “Canerock Spiced Rum”, blend proveniente da due distillerie – la Clarendon Distillery e la Long Pond Distillery – con quaranta gradi di gradazione alcolica e dieci anni di maturazione. Aromatizzato con baccelli di vaniglia ed altre spezie delicate e naturali, affinato in botti di sherry. Piacevole il finale, con una nota di Tamarindo.

In copertina Leonardo Pinto e Mario Farulla, Edizione ShowRUM 2019

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Sono New York e Caserta a dare residenza alle Migliori Pizzerie nel Mondo. Così ha decretato 50 Top Pizza World 2022, classifica che raccoglie le migliori 100 pizzerie della sfera terrestre. Segue Parigi e una doppietta firmata Napoli.

A una settimana dal verdetto le parole di Francesco Martucci, le emozioni e le considerazioni del pluricampione in carica, quattro volte al vertice della classifica 50 Top Pizza Italia e primo ex aequo nell’attesa edizione World.

Quaranta pizzerie italiane, venticinque in Europa, quindici negli Stati Uniti d’America, quindici dell’area Asia – Pacifico, quattro del Sud America e una dell’Africa. Questo il quadro 2022 che fotografa i continenti accomunati dalla parola PIZZA.

Per la prima volta nella storia di 50 TOP, è stata presentata, nelloprestigioso scenario di 50 Top Pizza World, la classifica che raccoglie le migliori 100 pizzerie del mondo.

Una prima edizione di prestigio quella di 50 Top Pizza World svoltasi all’interno del Palazzo Reale di Napoli che, con la sua mole grigia e rossa affacciata su piazza Plebiscito e sul golfo, costituisce una vera e propria porta della città verso il mare, rappresentando per oltre tre secoli Napoli come centro del potere su tutta l’Italia meridionale.

Un’edizione prestigiosa si, summa delle hit-parade di Europa e Mondo, condita da emozione e soddisfazione da tutti i pizzaioli partecipanti e dai tre curatori di 50 Top Pizza World 2022.

È una sfida molto importante. Dopo aver presentato le guide di Europa, USA, Italia, Asia – Pacifico, la selezione del Sud America e quella africana, abbiamo invitato i capi classifica a Napoli e siamo arrivati alla classifica finale per il 2022.

La prima edizione della classifica delle “migliori pizzerie del mondo” – stilata da 50 Top Pizza, la guida online ideata e curata da Barbara Guerra, Albert Sapere e dal giornalista Luciano Pignataro – ha portato in vetta “I Masanielli” di Francesco Martucci di Caserta in ex aequo con “Una Pizza Napoletana” di Anthony Mangieri a New York. Terzo Posto a Parigi per “Peppe Pizzeria” di Giuseppe Cutraro, cui va anche il titolo di Pizza Maker of The Year. Napoli protegge il suo dominio sul tema con i bravissimi Ciro Salvo di “50 Kalò” e Diego Vitagliano di “10 Diego Vitagliano Pizzeria“, rispettivamente in quarta e quinta posizione.

Una guida che nel suo insieme vede presenti tanti stili di pizza diversi, anche se ovviamente a farla da padrone è lo stile napoletano, classico e contemporaneo.

Sesto posto per Simone Paoan e I Tigli, a San Bonifacio (VR), settima la pizzeria di Francesco & Salvatore Salvo a Napoli, ottavo posto per Daniele Seu di Seu Pizza illuminati a Roma, nono posto per La Notizia 94 a Napoli, e chiude la top ten, Tony’s Pizza Napoletana a San Francisco.

Napoli su tutti, poi New York, Tokyo e San Paolo sono le grandi città della pizza nel mondo, in termini di qualità. Siamo particolarmente soddisfatti, perché questo giro del mondo della pizza ci ha davvero regalato grandi soddisfazioni.

Ho alzato il telefono e, placato il turbinio delle emozioni, ho scambiato considerazioni e riflessioni con Francesco Martucci, instancabile ricercatore con trenta anni di gavetta, sperimentatore, innovatore del classicismo italiano sul tema pizza. Abbiamo parlato delle sue vittorie e dello spirito da mettere in gioco per raggiungere gli obiettivi; abbiamo parlato delle sue prospettive e di questo settore in continua espansione, dei concetti di crescita ed evoluzione, del sacrificio e del severo tempo, unico grande burattinaio; abbiamo parlato di perseveranza e di futuro, non solo quello della sua iconica Marinara.

Francesco Martucci racconta

Francesco Martucci, PluriCampione in carica. 5 titoli per 50 Top Pizza, quattro volte al vertice del podio italiano, ora sulla vetta del mondo. Come ci si sente lì su in cima?

Come ci sente in cima? Non si sente mai in cima chi vuole continuamente arrivare e migliorare, migliorare e arrivare. E’ una questione di mentalizzazione: stare in cima ma non sentirsi in cima, è questo il segreto. (Parlandomi, sorride)

50 Top Pizza ha acceso un faro su un settore in grande evoluzione. Qual è, a tuo avviso, il merito più grande della Guida?

50 top pizza è il premio più ambito per un pizzaiolo. Chi dice il contrario dice una bugia. 50 top pizza sta diventando sempre più importante, sta diventando il motivo per il quale le pizzerie si danno da fare per alzare il livello della propria qualità: locali belli, più cura negli impasti, nelle ricette proposte. Ecco, 50 top pizza ha il grande merito di far alzare continuamente l’asticella a pizzaioli e pizzerie.

È molto comune che le persone viaggino in tutto il mondo per mangiare nei Ristoranti con stelle Michelin, credi che anche la Pizza abbia questa forza attrattiva?

Credo che la pizzeria sia in forte crescita ed espansione. E lo dico da gourmand, da appassionato di Ristoranti Stellati. Ma è sempre più comune che le persone viaggino per andare in pizzeria, grazie alla qualità e personalità sempre maggiori. Al contrario ogni giorno da “I Masanielli” puoi incontrare gente da ogni dove: America, Asia, Africa e Nord Europa. Ed è bellissimo che sia così.

Secondo numerosi sondaggi la pizza più amata e ordinata in Italia è la Margherita. Qual è quella in vetta alla classifica de I Masanielli?

Sicuramente le iconiche, ovvero il Futuro di marinara su tutte con le sue 3 cotture e l’evoluzione di un classico, è la pizza simbolo de I Masanielli; poi Mani di Velluto e Futuro di Margherita poi diventata Doc. Ma ogni menu che esce, le persone sono sempre più curiose. Per esempio “la parte croccante della parmigiana” questa’estate ha spopolato, ha vinto con la sua semplicità di crema di pomodoro arrosto, melanzana fritta, fiordilatte, parmigiano di vacca bianca modenese e chiusura croccante.

Sappiamo che sei orientato verso un continuo miglioramento, fatto di riflessione, studio e ricerca. Che hai la “fissazione di piacere sempre di più, ma non quella di piacere per forza”, che hai innovato quel disco di pasta in tutte le direzioni. Cosa prevede il tuo domani?

Io ho cerato semplicemente di fare il mio lavoro e cerco ancora di farlo nel miglire dei modi. Il mio futuro, per adesso, prevede di continuare a pensare e fare le mie pizze, e di insegnare il mestiere ai ragazzi, non le scorciatoie. Insegnare l’arte della pizza, questo vedo nel mio futuro.


Qual è stata la prima cosa alla quale hai pensato al momento della tua proclamazione?

Ero molto sereno fino a quelche minuto prima, nelle ultime batturte della premiazione ho iniziato ad emozionarmi. Sai, 1 volta è fantastico, due volte sensazionale, 3 volte è impossibile, 4 volte è sulla luna, 5 volte è cosa che non è mai successa. Era impensabile anche per me riuscirci. Eppure è accaduto.

Cosa cosa ho pensato? Ho pensato “Tu vinci perchè lotti e lotti tutti i giorni dalla mattina alla sera e lotti, lotti e, comunque vada, non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”.

A chi dedichi questo premio?

Dedico questo premio ai miei 3 figli, Lorenzo, Giulia e Paolo, l’ultimo di casa, perchè per raggiungere certi risultati, per fare il mio lavoro a questo livello sacrifichi tanto, perdi il tempo, che non torna e che nessuno ti ridà più indietro.

Quindi lo dedico a loro, e spero che un giorno mi perdoneranno per la mia assenza.

I premi Speciali di 50 Top Pizza World 2022

A condurre la serata è stato Federico Quaranta, volto noto di Rai Uno, coadiuvato da Vittoria Dell’Anna, capo panel dell’area Asia – Pacifico. C’è stata grande attesa per i Premi Speciali, che hanno messo in luce aspetti diversi del mondo pizza, riconoscendo meriti ai pizzaioli e alle pizzerie che si sono distinte nel 2022 oltre al “disco pizza”.

• Giuseppe Cutraro, di Peppe Pizzeria a Parigi, è il Pizza Maker of the Year – Ferrarelle Award;

• Ciro Salvo di 50 Kalò, a Napoli e a Londra, si aggiudica Performance of the Year – Goeldin Award, per essere l’unico ad avere due pizzerie presenti in classifica;

• Tony Gemignani, di Tony’s Pizza Napoletana a San Francisco, si aggiudica Source of Inspiration – Latteria Sorrentina Award;

• Alla pizzeria I Tigli, di Simone Padoan a San Bonifacio, va il Consistent Quality – Robo Award;

Con i premi speciali – continuano Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro – abbiamo voluto dare risalto ad alcuni pizzaioli e pizzerie che si sono messi in luce per il loro lavoro, ed è davvero bello vedere tutti e cinque i continenti rappresentati anche in questi premi”.

• Fratelli Figurato, a Madrid, si aggiudica Made in Italy – Pastificio Di Martino Award;

• 48h Pizza e Gnocchi Bar, a Melbourne, si aggiudica il Best Wine Advocate – Prosecco DOC Award;

• The Pizza Bar on 38th, di Tokyo, conquista il Best Customer Welcome 2022 – Solania Award;

• Sartoria Panatieri, a Barcellona, si aggiudica il Best Format 2022 – Birrificio Fratelli Perrella Award;

• A Ti Amo, Buenos Aires, va One to Watch – Mammafiore Award;

• What the Crust, al Cairo, si aggiudica il Pioneer in Field Award 2022.

Questa classifica è frutto del lavoro annuale degli ispettori che collaborano a questo progetto e che hanno esaminato un enorme numero di pizzerie in tutto il mondo, rispettando sempre la forma dell’anonimato così come da policy della guida.

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Agostino Valente, giovane quanto ambizioso, si è lasciato alle spalle il ruolo da Executive Chef all’Hotel Tiber di Fiumicino, non cambia mare e conferma la sua scelta d’appartenenza. Giorgio Borrelli, vantando una lunga esperienza di gestione e marketing, decidere di mette in gioco la sua bella capacità di relazionarsi agli ospiti con quel tocco di cadenza campana che non guasta mai.

Insieme hanno preso il coraggio a due mani e sono salpati verso nuovi lidi, esplorando una cucina fatta di idee, stagione, pescato e abbinamenti tra verdura, frutta e frutti di mare. Il Ristorante si Chiama Borgo Salino, siamo a Fiumicino, e questo è il nostro racconto.

Da un mare all’altro, dalle sponde campane d’origine a quelle laziali d’appartenenza. È il viaggio di Agostino Valente e Giorgio Borrelli. Due marinai di cucina e sala che hanno navigato le acque, spesso inquiete, della ristorazione e adesso optano per una nuova rotta, una nuova avventura, più libera e da affrontare in due.

Come uno Skipper e un Timoniere perfettamente allineati, il primo è responsabile delle decisioni finali e delle tattiche di sala da mettere in atto durante la “regata di servizio”, il secondo conduce la barca nel migliore dei modi possibili, domando venti e maree. Entrambi fronteggiano le sfide quotidiane con energia, sicurezza e voglia di far sempre meglio.


Siamo Borgo Valadier a Fiumicino. All’interno di uno dei palazzi storici di questa città del litorale romano, Palazzo Noccioli, da pochi mesi ha aperto Borgo Salino.

Valente e Borrelli hanno fatto confluire in questo angolo di darsena le esperienze accumulate sino ad ora e la voglia mettere nel piatto nuovo mare da mangiare, portando in tavola qualità, idee e informalità.

Borgo, perchè siamo a Borgo Valadir. Salino perché trasformiamo tutto ciò che sa di sale.

Il luogo è raccolto e accogliente, arredato con gusto e moderna armonia. Spicca all’ingresso un bellissimo tavolo di Cedro del Libano, una rara “fetta” di tronco di qusto albero sacro simbolo di grandezza d’animo e di elevazione spirituale, su cui è singolare mangiare stando a contatto con la possente materia, osservando gli ampi i giri della sua vita. 

Oltre alla carte (della cucina e dei vini) ben organizzate, sorprende la grande attenzione grafica del menu, lo spessore della carta scelta, i dettagli del font che rimanda a elementi marini e vecchi stemmi marinari.

Pescato freschissimo, ricercatezza delle materie prime, rispetto della stagionalità ma anche innovazione e sperimentazione: il nostro menù non è mai lo stesso perchè non sappiamo cosa il mare ci regalerà di giorno in giorno.

Gli antipasti sono crudi o cotti, e vanno dal Gran crudo del Borgo Salino alle Tartare di pescato con frutta, dettate dalla stagione e dalla fantasia dello chef che ama aggiungere la frutta al pescato giocando con le note di freschezza, acidità, dolcezza e croccantezza.

Si arrivara poi alle riuscitissime Alici in carrozza, provola affumicata, indivia e ciliegia, complice una frittura asciutta e una panatura croccante, è interessante evoluzione della più nota “mozzarella in carrozza” arricchita dalle alici, dal fumo della provola, dall’amaro dell’indivia e dall’acidità della ciliegia, e poi il Bbq di polpo con piselli, yogurt e zenzero, anche qui interessante e giovane la rilettura del polpo – sempre in auge – qui in salsa BBQ che con piselli, yogurt e zenzero creano una bel giro di sapori.

Il pescato è del giorno. La pasta è Mancini. Il riso è Aquerello, l’olio Evo Quattrociocchi . Il Menu è trasversale e abbraccia i multisfaccettati gusti degli amanti della Cucina a Tema Mare.

Dai merluzzi locali, alla triglia, alla ricciola locale, fino ai crostacei pescati la mattina, gamberi rossi e viola tutti locali. La nostra filosofia è quella di lavorare sul pescato del giorno, e proporre sempre un menù differente. Il pane viene prodotto da noi, così come i grissini, la pasticceria e la pasta ripiena.

I Primi spaziano dagli Spaghetti alle vongoli e bottarga ai Mezzi paccheri con pesce di scoglio, il suo guazzetto, pomodorino del Piennolo e limone o i Pici acqua e farina con polipetti locali, cozze, friggitelli e pane croccante. Poi ancora le fritture, dalla paranza ai moscardini, e il pesce del giorno al forno, in griglia o in padella. Il Filetto di Tonno alle erbe con cipollotti glassati, millefoglie di patate e salsa alla cacciatora, risulta essere una bella intuizione che lega mare, orto e terra.

Il Polpo in Salsa Barbecue, prosegue lo chef, è un polpo verace che prima viene cotto a bassa temperatura, poi rosticciato in padella con salsa barbecue homemade.

Lo serviamo con crema di piselli e yogurt allo zenzero. Risulta essere un piatto particolarmente apprezzato grazie alla sua doppia consistenza.

Qualunque sia la vostra scelta, il Vostro appetito verrà sempre sollecitato dall’entrées dello chef. Nel nostro caso è stata una polpettina di alici e ceci, su crema di burrata e terra di olive nere a fare gli onori di casa; una sorta di felafel mediterraneo, un boccone per iniziare il percorso degustazione (a scelta tra “Palazzo Noccioli”, “Borgo” e “Salino”) o prendere tempo per scegliere dal calibrato e trasversale menu, abbraccia i multisfaccettati gusti degli amanti della cucina a tema mare e delle sue pressochè infinite combinazioni.

Apre la piacevole sosta il buon pane e grissini realizzati in casa con farina di tipo 2 dallo Chef Valente – che mostra di avere una bella predisposizione alla panificazione – servito con Olio Evo Quattrociocchi, verde nettare che omaggia l’oliva itrana e la ricchezza della costa laziale.

Chiudono i dolci impegnativi quanto golosi come il Sablè al cacao con mousse alla nocciola, passion fruit, caramello salato e banana, sempre realizzati dallo Chef, metre gli Amari della casa Vi riserveranno ancora qualche sorriso.

Borgo Salino

Via Torre Clementina 4 /  0686201994
00054 Fiumicino (Roma)

SITO

info@borgosalino.it

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Dal 26 al 28 agosto torna a Cerveteri l’appuntamento con “la Sagra dell’uva e del vino dei Colli Ceriti” alla sua 59esima edizione con la realizzazione della “Piazza del vino e dei sapori” per riportare sempre maggiore luce questo straordinario territorio dalle antichissime origini.

Stand enogastronomci, degustazioni delle cantine del territorio etrusco e laziale, intrattenimento musicale, gara della pigiatura, sfilate e carri allegorici sono solo alcuni degli ingredienti della grande festa d’estate di Cerveteri.

Da venerdì 26 a domenica 28 agosto, in occasione della 59esima edizione della “Sagra dell’Uva e del Vino dei Colli Ceriti“, Piazza Santa Maria a Cerveteri diventerà la grande agorà etrusca dedicata ai prodotti tipici dell’enogastronomia e alle realtà vitivinicole del territorio trasformandosi in una gremita “Piazza del Vino e dei Sapori”.

La Storia della Sagra

La Sagra dell’uva e del vino dei Colli Ceriti, si ricollega idealmente agli antichi riti pagani, feste vendemmiali che esaltavano l’uva e il vino. Con il tempo la manifestazione ha svestito i panni della semplice celebrazione della vendemmia e ha assunto il carattere di una festa popolare con il carattere rievocativo delle civiltà contadine.

Visto il successo delle tre precedenti edizioni organizzate da Momenti Divini e sempre nell’ottica di una opportunità turistica per il territorio, anche quest’anno la partecipazione è stata estesa alle aziende vitivinicole di altre regioni, al fine di creare occasioni di crescita e di confronto con le diverse realtà vinicole del poliedrico territorio italiano.

Attraverso la Piazza del Vino e dei Sapori, il vino è stato pensato quindi come risorsa culturale in grado di attirare attenzione, creare indotto e promuovere l’offerta turistica del territorio.

Rendere il Vino attrattivo significa riconoscergli un ruolo strategico nel comparto turistico, unitamente a quello di produrre diffusione e scambio di conoscenze.


“Dopo un anno di pausa e un anno a ranghi ridotti a causa delle restrizioni pandemiche, la tradizione ricomincia. Quest’anno la Sagra torna al suo antico splendore, con tutti quegli appuntamenti che da oltre mezzo secolo la rendono l’appuntamento più atteso dell’estate.

Abbiamo attraversato un momento estremamente difficile, anche per la cultura e la tradizione cittadina, che per due anni non ha potuto celebrare e omaggiare quelli che sono i suoi prodotti per eccellenza come il vino e l’uva – dichiara Riccardo Ferri, Assessore alla Pianificazione Territoriale e Sviluppo delle Risorse Agricole – la Sagra dell’Uva e del Vino dei Colli Ceriti, rappresenta la vetrina più bella per le eccellenze del nostro territorio.

Vino e Sapori diventano il volano per promuovere il territorio e creare nuovi indotti turistici in questa città dalle antichissime origine etrusche.

La 59esima edizione

All’organizzazione hanno infatti attivamente collaborato tutti gli imprenditori del territorio che, riconoscendo in questa festa una grande occasione di promozione per il proprio prodotto, hanno scelto Cerveteri; l’Amministrazione comunale di Cerveteri, in particolare tra l’Assessore alla Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Rurale, Sviluppo delle risorse agricole e politiche di valorizzazione del patrimonio paesaggistico Riccardo Ferri; Giuliana Mariani, dell’Associazione Cerveteri 3.0, e Catia Minghi, consulente e direttore artistico di Momenti Divini, un’associazione presente sul territorio dal 2012 e che organizza corsi di avvicinamento al vino e corsi professionali per sommelier.

A Catia abbiamo chiesto di raccontarci qualche novità di questa nuova 59esima edizione.

Questa collaborazione ormai consolidata dal 2018 con l’amministrazione comunale di Cerveteri mi gratifica e riempie di orgoglio. In questi anni siamo riusciti a trasformare una classica sagra di paese in un salotto enogastronomico.

Abbiamo dato vita alla Piazza del Vino e dei Sapori, una manifestazione all’interno della Sagra dell’uva e del vino dei Colli Ceriti.

In piazza Santa Maria ci sono esclusivamente gli stand delle cantine dove sommelier in sinergia con i produttori, faranno degustare e forniranno informazioni sui singoli vini.

Nella Piazza, allestita per l’occasione con tavolini e barrique per l’appoggio, ci saranno stand di prodotti locali; taglieri di salumi e formaggi del territorio; pane di Cerveteri e panini con prosciutto e porchetta; maritozzi salati farciti, dolci della nostra tradizione e aperture sulle nuove tecniche applicate, come per gli affumicati di mare.

Le cantine presenti

I visitatori potranno degustare oltre settanta diverse etichette. I Produttori presenti e i Sommelier professionisti di MOMENTI DIVINI i quali, con la grande disponibilità e cortesia che li contraddistinguono, illustreranno le peculiarità di tutti i vini in degustazione.

Sarò dispnobile tra i vari banchi di assaggio – prosegue Catia Minghi – ad accompagnare tutti quei visitatori che saranno curiosi di avere maggiori informazioni sui territori e sulle produzioni, spiegandone le caratteristiche organolettiche.

27 Cantine in tutto – di cui 12 locali e 15 ospiti – saranno presenti per far degustare le proprie etichette e fa conoscere la propria filosofia di produzione: Agr. Poggio della Stella; Cantine Capitani; Az. Agr. Valle del Canneto; Az. Agr. Lopes; Az. Vit. La Rasenna; Soc. Vit. Onorati; Cantina Morichelli; Cantina Belardi; Cantina Ferri; Cantina Cerveteri; Cantina castello di Torre in pietra; Cantina oliveto; Cantine Ospiti; La Bioca; Marco Capitoni; Az. Agr. M.Menichetti; Tenuta La Pazzaglia; Azienda Agricola Papalino; Azienda Agricola Piancardo; Terre d’Aquesia; AZ Agr bio Lotti; Vin Viandante; Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919; Cantina Pizzogallo; Colle Uncinano; Le Vigne di Clementina Fabi; Cantina Pliniana; Cascina Carrá.

Quattro le realtà locali presenti nella Piazza Santa Maria per l’offerta di cibo, Arianna Pietrolati del Ristorante Arià , Sara Ilari de La Bottega di Sara, Marco Ripani de La Grotta e Marco di Battista di 30 Km di Gusto.

A far da cornice alle degustazioni delle aziende del territorio in Piazza Santa Maria sono previsti ogni sera momenti di intrattenimento musicale, le aperture straordinarie del Museo Nazionale Cerite – dove, per l’occasione, sarà allestito un percorso espositivo appositamente dedicato al tema della Sagra e al significato del vino per gli Etruschi – non mancheranno infine gli appuntamenti rituali di questa manifestazione, come la gara della pigiatura, la sfilata dei carri allegorici e i tanti spettacoli che da sempre accompagnano la bella e coivolgente manifestazione.

L’entrata è libera, per degustare occorre munirsi di ticket comprensivo di calice e taschina al costo di
€ 10,00 per 8 degustazioni e di
€ 7,00 per 4 degustazioni

Con l’acquisto del ticket degustazioni si potrà votare il vino bianco o rosso preferito dal pubblico.

Ogni sera a mezzanotte ci sarà anche l’estrazione di un premio tra partecipanti alle degustazioni.

Nella serata di domenica si procederà allo spoglio dei voti e verranno premiati i vini, bianco e rosso preferiti dal pubblico.

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