Sara De Bellis

Autore: Sara

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Siamo oltre la pizza, negli stimoli per la mente, tra le sfide della contemporaneità. Un percorso degustazione di rottura, in rapporto dialettico, che sottrae e supera se stesso attraverso la ricerca di effetti di rilievo e profondità, nuovi contenuti e nuove sintesi, concretezze da mangiare ed espressività da captare. In una parola siamo da “i Masanielli di Francesco Martucci”, a Caserta. E, se si vuole capire, bisogna mollare le cime, abbandonare le certezze, cambiare approccio, fruizioni e riflessioni. 

Credo che il punto sia nelle domande che è in grado di farti porre. Mi spiego. Una pizza, nella sua accezione tradizionale, per quanto ottima, oltre l’ammirazione per la ricerca di ingredienti di nicchia, impasti e farine nobili, può riscuotere il massimo dell’appagamento del palato ma, per quanto sublime, quello rimane il suo regno, quelli i suoi confini.

Ma qui, nella degustazione di Francesco Martucci – percorribile parallelamente all’offerta più classica consacrata quotidianamente dai tanti commensali – siamo in un altro girone. Qui ci si siede e si esplorano terre ignote, senza coordinate, conquistate con audacia e pensiero, come farebbe un Re vichingo, che si muove alla scoperta di nuove assonanze gastronomiche e aderenze d’avanguardia alimentare. Si procede a ritmo in nuove dimensioni d’Arte Plastica Contemporanea.

Plastica. Una parola importante, che quotidianamente si esaurisce nell’indicazione del materiale, ma che invece ha dei significati ricchissimi. Nell’arte ciò che è “plastico” è ciò che viene modellato, che riceve una forma e la mantiene, che ha la capacità di toccare i nostri sensi.

Le arti plastiche sono infatti l’insieme di tutte le pratiche o attività che danno una rappresentazione artistica, estetica o poetica, attraverso forme e volumi. Parliamo di materia che assume tutte le forme possibili, caricandosi di significati.

Nel tentativo di trovare una risposta all’interrogativo «quali orizzonti stia esplorando oggi la Pizza», Francesco Martucci risponde con i fatti e con l’applicazione quotidiana.

Tutto inizia con le tonalità dell’amaro. Arriva un piatto nero.
Nel suo centro un cubo di focaccia asciutta, croccante. Sopra, come uno scoglio ammantato da alghe, la cicoria saltata, l’amaro vegetale. Sopra, l’essenza del riccio di mare, la sua polpa iodata. Le due dimensioni si inseguono, giocano, si scambiano le definizioni, aprono un percorso di comprensione introspettiva. Si Chiama Riccio e Cicoria.

Come per un artista, quella di Francesco Martucci è una tecnica mista su tela alveolata, lì dove lo spicchio di pizza isolato o il cubo di focaccia, fa sia da Palco sia da Sipario. E quando il morso si chiude, tutto si amalgama, lasciando ad ogni elemento la propria parte di scena.

Bufala e Capasanta. Latte e Mare. Una capasanta nuda, adagiata su un cuscino di bufala, impreziosita da plancton marino e dal polline d’api. La risultante è sofisticata, densa, il profumo penetrante, ammorbidito al palato dalla dolcezza di pepite di cipria di api operose. Intese freschezze di mare e campagna.

Poi,Sgombro e Camomilla. Per me il “Boccone Manifesto” di un nuovo modo di leggere la pizza. E’ la vetta inattesa nel viaggio dell’esplorazione dei sensi su una zattera di pizza. Piccola e forte, apre nuovi panorami e nuove modalità espressive in contrasto con il gusto corrente, tra riflessi e riflessioni sul tema. Questa è avanguardia.

Arriva. Anzi plana. Probabilmente dallo Spazio.
Si poggia sul tavolo. È lì per farsi osservare. Magnetica. Enigmatica. Pizza?
Sembra sia lei ad osservare te.

La parola pizza qui non basta più, rivoluziona il pensiero tradizionale a lei legato.

Il suo drappeggio di gel di camomilla protegge uno sgombro marinato in acqua di rose e, coprendo la pizza – un’operazione davvero inedita – getta le trasparenti basi per costruire nuove strade spinte oltre il limite. Sotto il velo ci sono poi il Mascarpone artigianale, il Sedano e scorza di limone.

Il concetto di velo, di per sé diafano, ha come caratteristica preminente quella di ammorbidire, attraverso la sua trasparenza, i contorni di ciò che avvolge. Di velare e di svelare ciò che c’è sotto. 

Questa è una “Pizza Velata”, che copre e invita scoprire ciò che c’è sotto. Il Velo. Elemento di modificazione ed esaltazione dell’identità, quinta teatrale che separa la realtà vera da quella immaginaria. Effetto di virtuosità compositiva offerto dalla duttilità dei materiali resi protagonisti.

Quando ho chiesto a Francesco “quale fosse il processo creativo che lo ha condotto a velare una pizza”, mi ha risposo così.

Velare una pizza è un’operazione completamente insolita che non esiste, bisogna farlo con criterio. Io ho immaginato un lenzuolo, qualcosa di delicato, che desse armonia, non solo effetto ottico. Pensavo alla pizza con lo sgombro crudo marinato alle rose, il mascarpone artigianale, il sedano… ma non mi piaceva.

Volevo qualcosa che quietasse la mente, che rilassasse il palato dell’ospite di fronte a questa complessità entusiasmante; così la camomilla, che è tranquillità. Così il viaggio tra i ricordi di terra, mare e giardini. Ad esempio, chi non ha mai annusato una rosa? Questa è la mia idea di interazione tra me e il cliente.

E’ con questa portata che il termine “avanguardia” trova senso. il senso di uno spirito che “guarda avanti” e per farlo non può avvalersi dei mezzi tradizionali: abbandona le convenzioni e trova la propria forma espressiva, spesso ponendosi in aperto contrasto con le esperienze artistiche passate o vicine.

Lo step successivo? Migliorarsi, sempre. Questa è la mia ossessione.

Si ritorna sulla terra con Fior di latte, Cavolo rapa fermentato, Roquefort in cera d’api, Arancia fermentata e Menta. Una bella giostra di sapori che passa dalla dolcezza della rapa all’intensità del Roquefort, poi le punta agrumata e quella aromatica della menta sono il biglietto per il prossimo giro su Fior di latte, Prugna in osmosi all’amaretto di Saronno, Fondo Bruno di Cervo e Buccia di limone, un viaggio a piedi nudi nei regali parchi casertani, tra il vigore dei cervi, il profumo dei limoni, prugne mature, e qualche nota alcolica in leggerissimo sottofondo.

Io voglio comunicare con te quando vieni a mangiare una pizza.

Poi c’è l’orto, la terra, i campi coltivati, le sinfonie vegetali in due visioni: Pomodoro San Marzano cotto per 10 ore, Pomodoro del piennolo secco, crema di soia e pomodoro, Pelle di pomodorino corbarino, origano di montagna, aglio; e Pomodoro San Marzano cotto nello zucchero di canna, misticanza di campo, menta, origano fresco, hummus di rapa rossa, Mayo senza uova al cavolfiore, capperi croccanti: Eden vegetale dal tutti possono cogliere e assaporare i frutti.

Quanto e come sei cambiato negli anni?

Da quattro anni a questa parte, tantissimo. Il lavoro mi ha sigillato. Adesso ho trovato il mio equilibrio. Sono più concreto e questo cambiamento ha fatto in modo che tanto impegno portasse le prime grandi soddisfazioni e riconoscimenti.

Prima ero molto più severo, adesso sono esigente, è diverso. Essere così severo non portava a nulla: la pesantezza stanca ed è controproducente.

Cosa auguri a questo settore?

Altri 100mila Masanielli! Il Banco è il mio regno, forse un giorno dovrò abdicare, non sarà facile, ma adesso sono troppo focalizzato a fare al meglio la pizza. La vera fissazione è piacere sempre di più, sempre a più persone. Ma non ho l’arroganza di piacere per forza.

Quando arrivi ad un certo punto ti nutri di emozioni, ti nutri della contentezza delle persone. Ne vuoi sempre di più. I soldi sono una conseguenza.

A proposito, parliamo di Gestione del Successo e gestione del Lavoro.

Avere un ruolo e saperlo gestire, è fondamentale. Bisogna avere grande lealtà, magari prima non la sapevo esprimere. Adesso si.

Nonostante il successo, rimango sempre quel ragazzo che è uscito dal rione. Ho ancora il rito di andarmi a prendere il caffè con gli amici di vecchia data. Io sono fatto così perchè ho vissuto una vita complessa.

A 10 anni già lavoravo e ogni conquista, ogni avanzamento che mi veniva concesso, era per me una conquista. Ancora oggi per me è lo stesso.

Quando facevo 7/7 non ho mai pensato di essere sfruttato, era un investimento su me stesso. Ma erano altri tempi. Sono altre generazioni. E il punto non è quanto lavorare. Si può lavorare anche quattro ore, ma in quelle ore devi dare il massimo, devi fare la differenza. Questo è il punto.

Ricette complesse da pensare. Qual è il processo creativo? Da dove vengono le tue pizze delle tue pizze?

Dal mio spazio personale, dalla mia sensibilità. Ci sono dei momenti in cui devo stare da solo, per creare. Ogni mio menu è inedito. Sto lavorando su quello estivo. Non devo godere, devi stragodere. E non ho chef che mi aiutano. Altrimenti non potrei dire “questa è la mia pizza”.

Chiude con effetto sorpresa la Montanarina, Tartare di ventresca di tonno marinata al burro di Normandia, Mayo al wasabi e Tartufo nero pregiato. Forte l’impatto perchè arriva su un teschio, che è “cielo del corpo”, elemento di unione con l’origine e la terra,‭ ‬in un rapporto di consapevolezza verso l’avanzare del tempo.

Sulla sua sommità una montanara aperta, offerta, come un cibo che, dissociandosi dalla profonda simbologia classica, affronta un tema severo con il maggior sarcasmo possibile,‭ ‬come a sfidare la fine che, in verità, fine non è mai.‭ ‬

Infatti arrivano leggiadri i dolci di Lilia Colonna, cammei di mousse e pasta frolla; idee di rosmarino, olio EVO di Coratina, zucchero, sale, grano, e ancora Gruè di cacao, pere in osmosi e pralinati di nocciola, da mangiare con le mani nell’attesa dei prossimi punti di vista e sapori d’estate, di dolci e di pizza.

I Masanielli di Francesco Martucci

Viale Giulio Douhet, 11, 81100

Caserta CE

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In occasione della sua undicesima edizione, Bererosa, la più grande manifestazione dedicata ai Vino Rosato, raddoppia il suo palinsesto con “Bererosa in Toscana”.

Sabato 14 e domenica 15 Maggio 2022, a Montecatini Terme, oltre 150 tra i migliori “Vini Rosa” d’Italia andranno in scena tra le suggestioni liberty delle Terme Tettuccio, divenute Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Come nella versione “romana” della più grande manifestazione dedicata ai Vini Rosati d’Italia (prevista per prossimo il 7 luglio 2022), “Bererosa in Toscana” si svolgerà con la formula ormai consolidata del Walk Around Tasting, che permetterà agli ospiti di degustare etichette di pregio passeggiando nelle incantevoli Terme Tettuccio di Montecatini. Immancabile poi l’offerta street food che accompagnerà i vini in degustazione, testimoniandone la flessibilità e la personalità.

“L’entusiasmo e il successo di pubblico sempre crescente che registriamo dalla prima edizione nel 2011 – racconta Francesco D’Agostino, direttore di Cucina & Vini – ci hanno spinto a portare il format in un’altra regione”.

Vino, Cibo & Libro

Bererosa in Toscana debutterà in occasione diFood&Book (ne abbiamo già parlato qui), il festival del libro e della cultura enogastronomica giunto alla settima edizione, che si terrà da venerdì 13 a domenica 15 Maggio 2022. La sinergia tra i due eventi è un’occasione di avvicinamento alle tematiche del vino e in generale dell’enogastronomia, anche da parte di un pubblico più giovane.

“Da molto tempo riscontriamo – riprende D’Agostino – un interesse deciso da parte dei giovanissimi, ovviamente maggiorenni, in special modo dal mondo femminile che vede nei vini rosa un prodotto di grande attualità”.

Sono ormai diversi anni che la popolarità dei vini rosati è in costante crescita, grazie soprattutto alla loro sorprendente versatilità.

“Il rosato italiano, fermo e mosso senza distinzione, conferma la sua poliedricità – spiega D’Agostino – sposandosi perfettamente con qualunque tipo di proposta gastronomica. Dalla pizza, alla cucina tradizionale, passando dagli hamburger per arrivare alla cucina fusion ed etnica, particolarmente apprezzate dei giovani.”

Sono inoltre disponibili convenzioni (info QUI) con alcune strutture alberghiere del posto al fine di agevolare il pernottamento e per incentivare le visite nel borgo termale.

La aziende presenti a Montecatini – elenco non definitivo

Barone Pizzini; Bortolomiol; Cantina Bolzano; Cantina Tramin; Carpenè Malvolti; Casale del Giglio; Castello di Montepò; Cesarini Sforza; Conte Collalto; d’Arapri; Ferghettina; Fratelli Berlucchi; Garofano Vigneti e Cantine; I Fauri; Il Borro; La Guardiense; La Scolca; Le Manzane; Lunae Bosoni; Marisa Cuomo; Mionetto; Monsupello; Montecappone; Mossi 1558; Muri Gries; Pasetti; Rivera; Rosa del Golfo; Ruffino; Tenuta di Artimino; Tenuta Monteti; Torrevento; Varvaglione; Vigne del Patrimonio; Vinea Domini; Zaccagnini; Olio extravergine di Oliva; Azienda Agricola Colletti; Azienda Agricola Di Nando

Bererosa in Toscana
Sabato 14 e domenica 15 maggio
Terme Tettuccio – Montecatini (Pt)
Prezzo del biglietto € 15,00 (include il calice e la sacca)
Prezzo riservato ai sommelier € 10 (necessario mostrare in biglietteria la tessera associativa)
Ingresso dalle ore 11 alle ore 19
Biglietteria online con prevendita
Informazioni: Tel. 06.98872584

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La cultura del cibo, il cibo nella cultura. Dal 13 al 15 maggio alle Terme Tettuccio di Montecatini Terme, proclamate patrimonio mondiale dall’Unesco, si terrà l’ottava edizione del Festival Food&Book – “La cultura del cibo, il cibo nella cultura”.

Scrittori, autori, giornalisti, critici, sommelier, produttori, vivaisti, cuochi e chef: un gremito popolo enogastronomico che nei libri racconta il cibo o diffonde a tavola cultura. Ognuno a proprio modo, ma tutti creando contenuti sempre nuovi da sfogliare, mangiare e, per questa speciale edizione, anche da bere.

Presentazioni di libri, Cene con gli Chef, Degustazioni, Laboratori, Banchi di assaggio, davvero numerosi gli eventi in programma, in gran parte gratuiti e destinati ad appassionati, famiglie e bambini. Scopriamoli insieme.

Edizione 2022: Maggio e le Rose, la Cena delle Donne e Bererosa in Toscana 2022

L’edizione 2022 – l’ottava del Festival del Libro e della Cultura Gastronomica, cambia mese e sposta la data da ottobre a maggio, il mese delle rose. Per sottolineare questo riferimento, saranno anche presenti gli organizzatori di “Bererosa”, la più grande degustazione nazionale con centinaia di etichette di vini rosati che, oltre al tradizionale appuntamento di Roma il 7 luglio (save the date), farà tappa TOSCANA a Montecatini Terme nelle giornate del 14 e 15 maggio. Per Approfondire clicca QUI.


Rimanendo in tema Rosé, alle Terme Tettuccio saranno anche presenti i più importanti produttori di rose e vivaisti del distretto pistoiese mentre numerosi chef proporranno alcune specialità con piatti a base di fiori e rose. Nel pomeriggio di venerdì alcuni degli scrittori festeggeranno la nuova libreria Amo i libri di Via Puccini 19 inaugurata in coincidenza del Festival.

Ci sarà anche una cena di gala al Castello La Querceta, sede dell’Istituto Alberghiero di Montecatini Terme, a quattro mani tutta al femminile con le chef, Silvia Baracchi, del ristorante “Il Falconiere” 1 stella Michelin, di Cortona e Federica Continanza chef del suo Home Restaurant di San Gimignano “Casa Grazia”.

Montecatini Terme

Tanti i motivi per programmare un weekend a Montecatini Terme. Tra le offerte culturali proposte si segnalano le visite guidate alla Montecatini Liberty il sabato e la domenica mattina e la visita gratuita al Moca – Montecatini Contemporary Art, nello stesso palazzo sede del Comune, per ammirare le vetrate di Galileo Chini, una delle più importanti tele di Mirò, “Donna avvolta in un volo di uccelli”, e la mostra “Rilegare l’Infinito”, organizzata in collaborazione con l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e il Comune di Macerata, con esposizione di rilegature d’artista e dipinti che interpretano l’Infinito di Giacomo Leopardi.

Il Programma per Grandi e Piccini

Il programma di Food&Book prevede importanti partecipazioni, tra cui segnaliamo gli scrittori Donald Sassoon, Gaetano Savatteri, Marco Vichi, Leonardo Gori, Raffaele Nigro, Roberta Deiana, Franco Faggiani, Veit Heinichen, il poeta Claudio Damiani, gli chef Renato Bernardi, Stefano Callegaro, Silvia Baracchi, Marcello Leoni, Federica Continanza.

Interverranno anche le chef Alissa Timoshkina e Olia Hercules, una russa e l’altra ucraina, che da Londra hanno lanciato “CookforUkraine”: nel corso dell’incontro inaugurale racconteranno le loro storie fatte di lavoro e di un’amicizia che la guerra invece di incrinare ha rinsaldato e a loro sarà dedicata la cena di gala di Food&Book.

Sia il sabato che la domenica animazioni anche per i più piccoli a cura della Libreria Quattro Zecchini : le visite guidate alla Montecatini liberty, le tradizionali cene con lo scrittore e il Piatto dello Chef.

L’ingresso per partecipare agli incontri in programma nella Sala Portoghesi è gratuito.

Come arrivare

Chi arriva da Roma potrà utilizzare due pullman: uno in partenza venerdì 13 maggio, l’altro sabato 14, con ritorno domenica 15; grazie a convezioni con gli hotel di Montecatini si potrà soggiornare in duplex in hotel 4 stelle a 30 euro a persona.

Il Festival Food&Book è organizzato da Agra Editrice Srl in collaborazione con il mensile Leggere:tutti (www.leggeretutti.it)

Consulta il programma completo di Food&Book 2022

Dove dormire

Per l’edizione 2022 di Food&Book, grazie alla collaborazione con alcuni alberghi di Montecatini Terme posizionati nei pressi delle Terme Tettuccio e nel centro città, sono state stabilite convenzioni a prezzi particolarmente convenienti(comprensivi di prima colazione). Di seguito i prezzi:

Hotel 3 stelle: 38 euro camera singola, 50 euro camera doppia, 20 euro a persona camera tripla
Hotel 4 stelle: 50 euro camera singola, 60 euro camera doppia
Hotel 4 stelle superior: 90 euro camera singola, 110 euro camera doppia
Hotel 5 stelle superior: 130 euro camera doppia uso singola, 180 euro camera doppia / Maggiori info sul SITO

Dove mangiare

Durante il Festival sono in programma diversi appuntamenti gastronomici:
– a pranzo il Piatto dello Chef (pagamento in loco al Caffè Tettuccio)
– la Cena di Gala e le Cene con lo scrittore (prenotazioni e pagamento online) / Maggiori info sul SITO

Informazioni e Contatti

SITO: Food&Book

AGRA EDITRICE / Via Nomentana 25700161 Roma / Tel. +390644254205

 info@agraeditrice.com

in copertina @photocredits to MICHAEL MORGENSTERN FOR THE CHRONICLE al link

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1922-2022. Una lunga storia di tavole e cucina. Parliamo del celebre ristorante Cacciani di Frascati, che compie e festeggia cento anni. Tre generazioni, oltre un milione e mezzo di ospiti e personaggi famosi attraverso epoche, mode ed eventi.

In occasione dell’importante traguardo abbiamo rivolto qualche domanda Paolo Cacciani, erede, assieme a suoi fratelli Caterina e Leopoldo, di una tradizione gastronomica che il tempo non scalfisce ma anzi, rinnova.

Non capita spesso di avere un’opportunità così grande; quella di poter indagare i maggiori cambiamenti di un secolo di storia italiana attraverso la tavola e quella di approfondire le evoluzioni di un modo di “fare cucina” attraverso il racconto partecipato di una Famiglia che gestisce con immutato entusiasmo un’insegna storica dei Castelli Romani da 100 anni: i “Cacciani”.

Siamo nella Frascati più panoramica, da qui Roma si respira da lontano e l’orizzonte diventa un’unica scenografia di luci, terre e stelle. Di qui sono passati registi e attori, da Walt Disney a Gary Cooper, da Gina Lollobrigida a De Sica, vip di ogni sorta e umanità varia, tutti accumunati dal piacere della buona tavola.

“Un traguardo ma soprattutto un punto di partenza. Per noi il passato è carburante per il futuro”.

Oggi ci sono Caterina, Leopoldo e Paolo Cacciani a portare avanti un’idea di ristorazione che si è nutrita del tempo, rimanendo un indirizzo sicuro sia per chi abbia moti nostalgici, sia per chi voglia assaporare le evoluzioni creative di una cucina che rimane ancorata alle sue solide radici, ma continua ad abbracciare nuove tecniche e nuove modalità espressive.

Era il 1922 quando Nonno Leopoldo stappava la prima bottiglia per inaugurare il suo ristorante. Quel brindisi beneaugurale sanciva l’inizio di una profonda storia d’amore tra la famiglia Cacciani e il mondo della ristorazione, tra il territorio e una naturale propensione all’ospitalità informale.

“E’ un traguardo importante – racconta Caterina – soprattutto perché giunge in un periodo in cui molti locali durano lo spazio di un mattino. Cacciani ha veramente visto passare la Storia: gli Anni ’20 e ‘30, la Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra, il boom economico e gli anni di piombo, le grandi crisi internazionali e i momenti di straordinario vigore. Il tutto rimanendo noi stessi, costruendo uno stile che molti ci riconoscono, allargando il concetto di famiglia anche a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per noi.”

“Da noi è facile trovare tavolate di famiglia accanto ad appassionati buongustai. – continua Leopoldo – E’ nel nostro DNA sin dagli inizi: abbiamo foto che mostrano il grande Walt Disney intrattenersi con contadini frascatani. Merito soprattutto della nostra cucina, in grado di soddisfare ogni palato. Con i nostri piatti storici, che attirano ospiti da tutte le parti del mondo ma anche con la capacità di interpretare, sempre con il nostro stile, le nuove tendenze.”

Una brigata rinnovata quella del 2022, una squadra di giovani cuochi che sta portando nuova linfa e idee ad un percorso di cucina già in costante evoluzione.

Come é iniziata la storia di “Cacciani” nel cuore panoramico di Frascati?

“Nostro Nonno Leopoldo, dopo aver lavorato negli alberghi di Frascati come cuoco, nel 1922 fondò al centro di Frascati una trattoria: L’Antica Pergola.””

Lopordo e mia Nonna erano persone generose, erano il cuore del quartiere, tutti si aiutavano a vicenda, e c’era sempre allegria e chitarre che suonavano.”

Tra le tante in menu, qual è stata la “ricetta segreta” che ha permesso alla Famiglia Cacciani di resistere così bene al tempo?

“La nostra famiglia ha sempre considerato il ristorante come ‘bottega’ con dei valori da dover perpetuare, perché a Frascati “la vigna fa casa”, ovvero, se sei bravo a gestire il tuo lavoro, il lavoro diventa casa e tutti vivono felici ed in armonia come in una famiglia, ed oggi è ancora così.”

Un’ altra cosa: il rispetto per il cliente, ma anche del fornitore e del dipendente. Mio Nonno ci ha sempre lasciato questa massima: “nun facete ride la gente” (nessun comportamento inappropriato e atteggiamenti boriosi).

Argenterie e porcellane pregiate, fiandre delicate e collezioni di utensili dimenticati: cosa significano per “Casa Cacciani”? E cosa vogliono rappresentare?

Mio Nonno Leopoldo, e da lui abbiamo imparato, comprava oggetti bellissimi perchè amava avere un bel ristorante.

Noi continuiamo con la sua filosofia, e nel frattempo ci piace farci circondare da oggetti che, come ere geologiche, datano i 100 anni della nostra storia: la Berkel del 1934, il torchio, gli argenti di Calderoni, la sedia dell’antico barbiere…

Quali sono stati negli anni i cambiamenti strutturali più significativi? E cosa hanno modificato dell’assetto originario?

Sicuramente la possibilità di avere una cucina moderna dove si possa lavorare in un ambiente più salubre.

“100 anni di gusto e ricerca”. Quali sono i principi che hanno mosso (e muovono ancora oggi) questa “ricerca continua”?

Le cose fatte bene in passato ci spingono a mantenere ciò che c’è di buono e ci stimolano a dimostrare a nostra volta allo spirito degli antenati e ai nostri genitori che ci osservano, che abbiamo anche noi voglia di tenere alto il nome Cacciani, e poi … detto tra noi, ci piace e siamo appassionati.

Ma soprattutto, con molto impegno, abbiamo dato vita ad un team di cucina giovane, dinamico e ricco di idee, quindi c’è un continuo stimolo a continuare nel solco di una tradizione innovativa, senza tradire il territorio.

Tavole, Piatti, Menu, Atmosfera, Clientela: quali sono le più grandi differenze tra la ristorazione di un tempo e quella contemporanea?

Poche differenze sostanziali in realtà. La cosa più importante è che le idee dello “chef devono, in ogni tempo, lasciare il posto al “cliente” come elemento centrale: lui ragiona con lo stomaco e con la testa, va accolto con rispetto, onestà, gusto, semplicità e grandi materie prime ben cucinate.

1922-2022 Qual è il piatto “che non va più” e quelli che resistono da 100 anni o quasi?

Non vanno più, i piatti degli anni 70/80 figli dell’incertezza introdotta dall’arrivo della novelle cousine, che ha stimolato una imitazione fasulla di certi ambienti di pseudo cucina (il cocktail di scampi, il tournedos alla rossini, le scaloppine alla “zingara”, l’ananas flambè…).

I piatti che resistono dopo 100 anni sono tutti quelli di nostro nonno del 1922 (cacio e pepe, pollo alla diavola, zuppa inglese) e quelle invenzioni che nel tempo la nostra clientela ha decretato come “intramontabili”: noi inventiamo, ma il giudice più severo e sempre quello seduto al tavolo. Per esempio il crostino alla provatura, i caccianelli, la millefoglie di Caterina.

Quali sono invece i piatti che continuate a cucinare con maggior empatia?

I piatti con cadenza stagionale: il vero calendario non è quello gregoriano, ma quello scandito dal mercato delle primizie, ad esempio adesso sono i carciofi alla giudia, la vignarola, i primi funghi porcini, etc.

Attori e Vip di ogni tempo: facci qualche nome delle stelle che hanno visto da qui Roma dall’alto?

Nel passato Walt Disney, Clark Gable, Gary Cooper, la Lollobrigida, poi i De Sica, Gigi Proietti. Oggi è bello che Ridley Scott consigli a Ben Stiller il nostro ristorante, oppure venire a sapere che il pollo alla diavola appena consegnato è stato richiesto da Robert De Niro in persona.

Ma se devo pensare a personaggi famosi, non posso non ricordare un’intera estate con Lillo e Massimo Ghini tutti i giorni a pranzo o cena, come persone di famigli.

Ma in realtà i nostri famosi” sono le persone normali che dimostrano la loro passione per Cacciani, sempre ricambiata.

Qual è il piano previsto di cene/evento pensato per far rivivere questo lungo “secolo di cucina”?

Su questo avrete sui nostri canali social tutte le notizie: adesso ci godiamo l’apertura della nostra terrazza alla bella stagione, e poi piano piano, stileremo un calendario di cene secondo le varie “ere eno-gastro-logiche”.

Vi aspettiamo in Terrazza per farvi un selfie con il nostro libretto dei 100 anni in edizione limitata!

 

I festeggiamenti per questo 2022 prevedono eventi e degustazioni dove convivono i “grandi classici di famiglia” assieme a proposte che hanno assecondato i gusti del pubblico e nuove idee di cucina. Tutto abbinato a una lista di vini dove primeggiano quelli provenienti dalle vigne del bisnonno Tommaso, curati dalle mani sapienti di Luigi De Sanctis, per un felice mix di cucina, vini e ospitalità.

Momenti Salienti di Una Storia di Ristorazione e Famiglia

1872: Il Bisnonno Tommaso emigra dalle Marche a Frascati e, con fare “pioneristico”, compra la vigna e gli ulivi da cui poi nasceranno il nostro Vino e il nostro Olio.

1922: Nonno Leopoldo apre la Trattoria della “Antica Pergola” e inizia la storia.

1937: Nasce Cinecittà e la Trattoria diventa un ritrovo di personaggi famosi come Walt Disney.

Dopo un bellissimo periodo, la guerra spazza via le certezze. La “Antica Pergola”, in un difficile periodo “post-bellico”, è costretta a chiudere.

1954: Rinasce il nuovo Cacciani che prende vita nel centro di Frascati portando con sé speranze e voglia di ricominciare. La bellissima terrazza, con vista mozzafiato, ne è in qualche modo il simbolo.

1985: Entrano in azienda Leo, Paolo e Caterina. Inizia un periodo di nuovo entusiasmo che porta, dopo l’incertezza degli anni ’70-’80, ad una nuova “verità gastronomica” in cui il menu deve essere sempre bilanciato tra tradizione, stagionalità e creatività. I Cacciani intensificano la collaborazione con piccoli produttori del territorio.

2014: Inizia la collaborazione con Luigi De Sanctis per produrre i Vini Cacciani da viticultura Biologica.

2019: muove i primi passi la “Nuova Cucina Cacciani” . Quattro giovani cuochi (dai 23 ai 35 anni) che portano avanti la ricerca gastronomica con nuova energia.

2020: Nasce “Fatto da Cacciani”, una linea di prodotti di qualità preparati e garantiti da Cacciani come l’Olio Cacciani, i Vini “Cacciani-De Sanctis”, la salsa “Cacio e Pepe” ed altri condimenti della tradizione da poter consumare a casa.

2022: Inizia la nuova epoca di Cacciani. E’ il traguardo dei 100 anni, nei quali sono stati soddisfatti oltre 1,5 milioni di clienti, incluse le generazioni che hanno festeggiato qui i propri eventi come se “Cacciani” non fosse solo un ristorante, ma rassicurante parte integrante delle tante storie di famiglia.

Ristorante Albergo Cacciani

Via A. Diaz 13, Frascati (RM) / Tel. 06.9401991

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1922-2022. Una lunga storia di tavole e cucina. Parliamo del celebre ristorante Cacciani di Frascati, che compie e festeggia cento anni. Tre generazioni, oltre un milione e mezzo di ospiti e personaggi famosi attraverso epoche, mode ed eventi.

In occasione dell’importante traguardo abbiamo rivolto qualche domanda Paolo Cacciani, erede, assieme a suoi fratelli Caterina e Leopoldo, di una tradizione gastronomica che il tempo non scalfisce ma anzi, rinnova.

Non capita spesso di avere un’opportunità così grande; quella di poter indagare i maggiori cambiamenti di un secolo di storia italiana attraverso la tavola e quella di approfondire le evoluzioni di un modo di “fare cucina” attraverso il racconto partecipato di una Famiglia che gestisce con immutato entusiasmo un’insegna storica dei Castelli Romani da 100 anni: i “Cacciani”.

Siamo nella Frascati più panoramica, da qui Roma si respira da lontano e l’orizzonte diventa un’unica scenografia di luci, terre e stelle. Di qui sono passati registi e attori, da Walt Disney a Gary Cooper, da Gina Lollobrigida a De Sica, vip di ogni sorta e umanità varia, tutti accumunati dal piacere della buona tavola.

“Un traguardo ma soprattutto un punto di partenza. Per noi il passato è carburante per il futuro”.

Oggi ci sono Caterina, Leopoldo e Paolo Cacciani a portare avanti un’idea di ristorazione che si è nutrita del tempo, rimanendo un indirizzo sicuro sia per chi abbia moti nostalgici, sia per chi voglia assaporare le evoluzioni creative di una cucina che rimane ancorata alle sue solide radici, ma continua ad abbracciare nuove tecniche e nuove modalità espressive.

Era il 1922 quando Nonno Leopoldo stappava la prima bottiglia per inaugurare il suo ristorante. Quel brindisi beneaugurale sanciva l’inizio di una profonda storia d’amore tra la famiglia Cacciani e il mondo della ristorazione, tra il territorio e una naturale propensione all’ospitalità informale.

E’ un traguardo importante – racconta Caterina – soprattutto perché giunge in un periodo in cui molti locali durano lo spazio di un mattino. Cacciani ha veramente visto passare la Storia: gli Anni ’20 e ‘30, la Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra, il boom economico e gli anni di piombo, le grandi crisi internazionali e i momenti di straordinario vigore. Il tutto rimanendo noi stessi, costruendo uno stile che molti ci riconoscono, allargando il concetto di famiglia anche a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per noi.

Continua Leopoldo – da noi è facile trovare tavolate di famiglia accanto ad appassionati buongustai. E’ nel nostro DNA sin dagli inizi: abbiamo foto che mostrano il grande Walt Disney intrattenersi con contadini frascatani. Merito soprattutto della nostra cucina, in grado di soddisfare ogni palato. Con i nostri piatti storici, che attirano ospiti da tutte le parti del mondo ma anche con la capacità di interpretare, sempre con il nostro stile, le nuove tendenze.

Una brigata rinnovata quella del 2022, una squadra di giovani cuochi che sta portando nuova linfa e idee ad un percorso di cucina già in costante evoluzione.

Dalle Marche al Lazio. Come iniziata la storia di “Cacciani” nel cuore panoramico di Frascati?

Nostro Nonno Leopoldo, dopo aver lavorato negli alberghi di Frascati come cuoco, nel 1922 fondò al centro di Frascati una trattoria: L’Antica Pergola.

Lopordo” e mia Nonna erano persone generose, erano il cuore del quartiere, tutti si aiutavano a vicenda, e c’era sempre allegria e chitarre che suonavano.

Tra le tante in menu, qual è stata la “ricetta segreta” che ha permesso alla Famiglia Cacciani di resistere così bene al tempo?

La nostra famiglia ha sempre considerato il ristorante come “bottega” con dei valori da dover perpetuare, perché a Frascati “la vigna fa casa”, ovvero, se sei bravo a gestire il tuo lavoro, il lavoro diventa casa e tutti vivono felici ed in armonia come in una famiglia, ed oggi è ancora così.

Un’ altra cosa: il rispetto per il cliente, ma anche del fornitore e del dipendente. Mio Nonno ci ha sempre lasciato questa massima: “nun facete ride la gente” (nessun comportamento inappropriato e atteggiamenti boriosi).

Argenterie e porcellane pregiate, fiandre delicate e collezioni di utensili dimenticati: cosa significano per “Casa Cacciani”? E cosa vogliono rappresentare?

Mio Nonno Leopoldo, e da lui abbiamo imparato, comprava oggetti bellissimi perchè amava avere un bel ristorante.

Noi continuiamo con la sua filosofia, e nel frattempo ci piace farci circondare da oggetti che, come ere geologiche, datano i 100 anni della nostra storia: la Berkel del 1934, il torchio, gli argenti di Calderoni, la sedia dell’antico barbiere…

Quali sono stati negli anni i cambiamenti strutturali più significativi? E cosa hanno modificato dell’assetto originario?

Sicuramente la possibilità di avere una cucina moderna dove si possa lavorare in un ambiente più salubre.

“100 anni di gusto e ricerca”. Quali sono i principi che hanno mosso (e muovono ancora oggi) questa “ricerca continua”?

Le cose fatte bene in passato ci spingono a mantenere ciò che c’è di buono e ci stimolano a dimostrare a nostra volta allo spirito degli antenati e ai nostri genitori che ci osservano, che abbiamo anche noi voglia di tenere alto il nome Cacciani, e poi … detto tra noi, ci piace e siamo appassionati.

Ma soprattutto, con molto impegno, abbiamo dato vita ad un team di cucina giovane, dinamico e ricco di idee, quindi c’è un continuo stimolo a continuare nel solco di una tradizione innovativa, senza tradire il territorio.

Tavole, Piatti, Menu, Atmosfera, Clientela: quali sono le più grandi differenze tra la ristorazione di un tempo e quella contemporanea?

Poche differenze sostanziali in realtà. Su tutte, la cosa più importante è che le idee dello chef devono, in ogni tempo, lasciare il posto all’ospite come elemento centrale: lui ragiona con lo stomaco e con la testa, va accolto con rispetto, onestà, gusto, semplicità e grandi materie prime ben cucinate.

1922-2022 Qual è il piatto “che non va più” e quelli che resistono da 100 anni o quasi?

Non vanno più, i piatti degli anni 70/80 figli dell’incertezza introdotta dall’arrivo della novelle cousine, che ha stimolato una imitazione fasulla di certi ambienti di pseudo cucina (il cocktail di scampi, il tournedos alla rossini, le scaloppine alla “zingara”, l’ananas flambè…).

I piatti che resistono dopo 100 anni sono tutti quelli di nostro nonno del 1922 (cacio e pepe, pollo alla diavola, zuppa inglese) e quelle invenzioni che nel tempo la nostra clientela ha decretato come “intramontabili”: noi inventiamo, ma il giudice più severo e sempre quello seduto al tavolo. Per esempio il crostino alla provatura, i caccianelli, la millefoglie di Caterina.

Quali sono invece i piatti che continuate a cucinare con maggior empatia?

I piatti con cadenza stagionale: il vero calendario non è quello gregoriano, ma quello scandito dal mercato delle primizie, ad esempio adesso sono i carciofi alla giudia, la vignarola, i primi funghi porcini, etc.

Attori e Vip di ogni tempo: qualche nome delle stelle che hanno visto da qui Roma dall’alto?

Nel passato Walt Disney, Clark Gable, Gary Cooper, la Lollobrigida, poi i De Sica, Gigi Proietti. Oggi è bello che Ridley Scott consigli a Ben Stiller il nostro ristorante, oppure venire a sapere che il pollo alla diavola appena consegnato è stato richiesto da Robert De Niro in persona.

Ma se devo pensare a personaggi famosi, non posso non ricordare un’intera estate con Lillo e Massimo Ghini tutti i giorni a pranzo o cena, come persone di famigli.

Ma in realtà i nostri famosi” sono le persone normali che dimostrano la loro passione per Cacciani, sempre ricambiata.

Qual è il piano previsto di cene/evento pensato per far rivivere questo lungo “secolo di cucina”?

Su questo avrete sui nostri canali social tutte le notizie: adesso ci godiamo l’apertura della nostra terrazza alla bella stagione, e poi piano piano, stileremo un calendario di cene secondo le varie “ere eno-gastro-logiche”.

Vi aspettiamo in Terrazza per farvi un selfie con il nostro libretto dei 100 anni in edizione limitata!

I festeggiamenti per questo 2022 prevedono eventi e degustazioni dove convivono i “grandi classici di famiglia” assieme a proposte che hanno assecondato i gusti del pubblico e nuove idee di cucina. Tutto abbinato a una lista di vini dove primeggiano quelli provenienti dalle vigne del bisnonno Tommaso, curati dalle mani sapienti di Luigi De Sanctis, per un felice mix di cucina, vini e ospitalità.

Momenti Salienti di Una Storia di Ristorazione e Famiglia

1872: Il Bisnonno Tommaso emigra dalle Marche a Frascati e, con fare “pioneristico”, compra la vigna e gli ulivi da cui poi nasceranno il nostro Vino e il nostro Olio.

1922: Nonno Leopoldo apre la Trattoria della “Antica Pergola” e inizia la storia.

1937: Nasce Cinecittà e la Trattoria diventa un ritrovo di personaggi famosi come Walt Disney.

Dopo un bellissimo periodo, la guerra spazza via le certezze. La “Antica Pergola”, in un difficile periodo “post-bellico”, è costretta a chiudere.

1954: Rinasce il nuovo Cacciani che prende vita nel centro di Frascati portando con sé speranze e voglia di ricominciare. La bellissima terrazza, con vista mozzafiato, ne è in qualche modo il simbolo.

1985: Entrano in azienda Leo, Paolo e Caterina. Inizia un periodo di nuovo entusiasmo che porta, dopo l’incertezza degli anni ’70-’80, ad una nuova “verità gastronomica” in cui il menu deve essere sempre bilanciato tra tradizione, stagionalità e creatività. I Cacciani intensificano la collaborazione con piccoli produttori del territorio.

2014: Inizia la collaborazione con Luigi De Sanctis per produrre i Vini Cacciani da viticultura Biologica.

2019: muove i primi passi la “Nuova Cucina Cacciani” . Quattro giovani cuochi (dai 23 ai 35 anni) che portano avanti la ricerca gastronomica con nuova energia.

2020: Nasce “Fatto da Cacciani”, una linea di prodotti di qualità preparati e garantiti da Cacciani come l’Olio Cacciani, i Vini “Cacciani-De Sanctis”, la salsa “Cacio e Pepe” ed altri condimenti della tradizione da poter consumare a casa.

2022: Inizia la nuova epoca di Cacciani. E’ il traguardo dei 100 anni, nei quali sono stati soddisfatti oltre 1,5 milioni di clienti, incluse le generazioni che hanno festeggiato qui i propri eventi come se “Cacciani” non fosse solo un ristorante, ma rassicurante parte integrante delle tante storie di famiglia.

Ristorante Albergo Cacciani

Via A. Diaz 13, Frascati (RM) / Tel. 06.9401991

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Parte a maggio dalla Capitale, è il ricco programma di eventi organizzati da Slow Food che attraversa l’Italia e culmina a Terra Madre Salone del Gusto, in calendario a Torino dal 22 al 26 settembre 2022. Un modello concreto per cambiare un sistema agroalimentare di cui la crisi climatica, unitamente alla congiuntura pandemica e alla guerra in Ucraina, sta facendo emergere tutte le incongruenze.


Oltre 30 anni di difesa della biodiversità legata al cibo ci hanno confermato che la strada era ed è quella corretta. La biodiversità parte dal cibo e si articola attorno alle diversità culturali, ai saperi tradizionali, al ruolo del senso di comunità a beneficio delle aree rurali.

Slow Food porta avanti un approccio innovativo all’educazione alimentare e del gusto, basato sul risveglio e sulla formazione dei sensi e sullo studio di tutti gli aspetti del cibo, dalla terra al piatto.

Roma sarà il simbolico punto di partenza scelto per iniziare un importante percorso di fatti e consapevolezza, un vivo e concreto progetto firmato dalla Chiocciolina Rossa che attraversa tutta la penisola e che affronta il tema della rigenerazione, ovvero quel rinnovamento radicale necessario per una reale transizione agroecologica, che può e deve partire dal cibo. Come? Migliorando le pratiche agricole, i sistemi di produzione e distribuzione, le diete e le abitudini di consumo nelle città, come nei piccoli borghi.

Tra questi temi, grande importanza sarà riservata ai grani, alle farine e al pane, simbolo potente di rigenerazione che porta con sé valori sacrali e spirituali, e cibo di base, trasformatosi purtroppo in un tema di grande attualità per via della guerra in Ucraina.

TERRA MADRE e le incongruenze del sistema agroalimentare italiano

The Road to Terra Madre è il nome di questo percorso e raccoglie una serie di iniziative che, in tutte le regioni italiane, propongono modelli concreti per cambiare un sistema agroalimentare di cui la crisi climatica, la congiuntura pandemica e in ultimo la guerra in Ucraina stanno facendo emergere tutte le incongruenze.

Un percorso che conduce a Terra Madre Salone del Gusto 2022, la manifestazione internazionale organizzata da Slow Food insieme a Regione Piemonte e Città di Torino che, a Parco Dora dal 22 al 26 settembre, vedrà protagonista il cibo buono, pulito e giusto per tutti. Il filo rosso della rigenerazione parte, dunque, da Roma con un viaggio che unisce, tra le altre, il Trentino alla Sicilia, la Campania alla Lombardia. L’anteprima sarà nella Capitale dal 13 al 15 maggio, grazie al sostegno della Regione Lazio.

Il programma – Terre e Città, dal 6 all’8 maggio, Ex Mattatoio di Testaccio, Città dell’Altra Economia

The Road to Terra Madre parte ufficialmente venerdì 6 maggio con “Terre e Città”, evento a portata di weekend ospitato alla Città dell’Altra Economia e organizzato da Slow Food Roma con il sostegno di Regione Lazio e Arsial e la collaborazione di Roma Capitale, Assessorato Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti.

In programma, sabato 7 il Food Social Forum, ovvero un confronto tra i sette tavoli del Consiglio del Cibo di Roma Capitale e la plenaria sulla Food Policy per Roma, con oltre 150 esponenti di associazioni, organizzazioni e istituzioni aderenti.

Tra gli appuntamenti, anche le conferenze Sistemi alimentari e Food Justice. La parola alla società civile, venerdì 6, e Roma e le sue campagne: una Food policy per la transizione agroecologica, domenica 8.

E poi attività nell’area bambini e laboratori di educazione al cibo dedicati agli adulti, conoscere le cuoche e gli osti e assaggiare i piatti di 20 osterie della tradizione romana e laziale, acquistare i prodotti laziali del Mercato della Terra che verrà inaugurato ufficialmente al Mattatoio.

Festa dei Piccoli Comuni del Laziodal 13 al 15 maggio, Casa del Cinema e Viale delle Magnolie, Villa Borghese

La tre giorni di Slow Food Italia, è organizzata con il sostegno della Regione Lazio, in collaborazione con Legambiente, Arsial, Comune di Roma e Slow Food Lazio, e la partecipazione dei Piccoli Comuni del Lazio.

Due incontri sulla rigenerazione delle città e dei borghi

L’occasione è giusta per confrontarsi sul lavoro delle città che hanno deciso di dotarsi di una food policy e sul ruolo della biodiversità come motore per la rinascita dei piccoli comuni.

Il Programma

Venerdì 13, alle 16.30 – Il cibo al centro della rigenerazione urbana

Gli abitanti delle città consumano la maggior parte del cibo prodotto nel mondo, con tutto quel comporta in termini di uso del suolo, acqua dolce ed emissioni di Co2. Per questo, va seguito con attenzione il percorso delle città che hanno deciso di dotarsi di una politica del cibo (food policy) per raggiungere obiettivi fondamentali, come la lotta agli sprechi, la promozione di diete sostenibili, il riavvicinamento e l’integrazione del contesto urbano con la campagna circostante.

Sabato 14, alle 9.30 – La rinascita dei borghi parte dalla biodiversità

Come vogliamo proiettare nel futuro i borghi? Li immaginiamo solamente come meta di un turismo stagionale, di investimenti fondiari e immobiliari? Oppure vogliamo recuperare la loro dimensione sociale e produttiva, mettendo al centro il cibo, la biodiversità, il paesaggio, le comunità locali?

Tra gli ospiti e i relatori delle due giornate il Presidente della Regione Lazio, Nicola ZingarettiEnrica Onorati, assessore regionale all’Agricoltura, Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, Anna Kauber, regista, scrittrice e paesaggista, Andrea Calori, autore di Food and the cities. Politiche del cibo per città sostenibiliGigi Ranieri, responsabile della pianificazione strategica della città metropolitana di Bari, Vito Teti, professore di antropologia culturale presso l’Università della Calabria, autore de La restanza, e Carlo Petrini, presidente di Slow Food.

Ripartiamo dai bambini

Nei giorni di sabato 14 e domenica 15 maggio sarà allestito uno spazio dedicato alle attività educative per bambini e famiglie, con un percorso sensoriale a libera fruizione, volto a scoprire il ruolo giocato dai vari sensi in ogni esperienza gastronomica. In programma anche laboratori orticoli per mettere i bambini in relazione con la terra e laboratori di mani in pasta, in cui i bambini potranno preparare un piatto insieme ai cuochi amici di Slow Food.

I produttori buoni, puliti e giusti sono i protagonisti insieme ai Piccoli Comuni del Lazio

Nell’ambito della manifestazione sarà possibile conoscere anche i protagonisti di un modello produttivo più vicino alle esigenze delle comunità: oltre 50 produttori dei Mercati della Terra di Slow Food della regione e dei Piccoli Comuni del Lazio che esporranno ortaggi e legumi, mieli e formaggi, insieme ad altrettanti Piccoli Comuni del Lazio che con diversi stand daranno informazioni turistiche, culturali e ambientali, ospiti tutti insieme dello scenario di Viale delle Magnolie.

Per conoscere le tappe della Road per TERRA MADRE clicca QUI.

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Apre le porte oggi martedì 3 maggio a Parma fino al 6 maggio. Parliamo di “Cibus 2022”, 21esimo Salone Internazionale dell’Alimentazione, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare.

Oltre alla Grande Fiera saranno aperte anche l’Area Horeca the Hub; il Cibus Innovation Corner con 1000 nuovi prodotti; l’Innovation Hub, con Start Up innovative; e le “Cibus Destination”. Si terranno inoltre decine di convegni, a cui parteciperanno i rappresentanti di Industria, Agricoltura, Distribuzione e del mondo politico.

Il fuori salone “Cibus Off”, inaugurato da una mostra di fotografie artistiche “Art Save The Food”, si terrà invece nel centro storico di Parma – Complesso monumentale di San Paolo, con degustazioni, esposizioni, dibattiti e Caseifici aperti, fino a Domenica 8 Maggio.

La FOODLAND verrà inaugurata oggi da Stefano Patuanelli, Ministro
delle Politiche agricole alimentari e forestali, e da Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Affari Esteri, con saluti introduttivi di Federico Pizzarotti Sindaco di Parma e Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna.


E saranno circa tremila le aziende espositrici che presenteranno agli operatori economici i loro prodotti, mille di questi innovativi, pronti a essere immessi sui mercati. Cibus 2022 vedrà il ritorno dei buyer esteri, provenienti da Stati Uniti d’America, America Latina, Europa, Medio Oriente e alcuni Paesi asiatici.

In fiera saranno aperte l’Area Horeca the Hub, il Cibus Innovation Corner con cento nuovi prodotti selezionati da una giuria di esperti e l’Innovation Hub, con Start Up innovative. Si terranno inoltre decine di convegni a cui parteciperanno i rappresentanti di Industria, Agricoltura, Distribuzione e del mondo politico.

1000 nuovi prodotti nel “Cibus Innovation Corner”

Pronti per conquistare il mercato nazionale e quello estero all’insegna della tradizione del gusto e della ecosostenibilità, la lista completa dei prodotti ripensati per i nuovi mercati è disponibile sul sito Cibus.it cliccando QUI.

Sono prodotti che, rispondendo alla domanda dei consumatori, si
focalizzano negli ambiti dei prodotti salutistici, della ricerca del gusto anche attraverso nuovi mix di ingredienti, della tradizione dei prodotti tipici locali, dei packaging ecosostenibili, del benessere animale.

Negli stand si potranno dunque trovare olii di oliva spremuti a freddo, salumi con meno grassi e sale, pesto realizzato a freddo, formaggi senza lattosio, hamburger vegetali, una vasta offerta di prodotti di nicchia, le offerte “ready to cook”.

Destinati sia al canale retail sia a quello Horeca, saranno esposti nell’area “Cibus Innovation Corner”, situata nel Padiglione 8, suddivisi per settori: Gusto & ingredienti, Packaging, Sostenibilità, Territorialità.

I nuovi Prodotti per il Mercato

In generale, rimane forte l’attenzione delle industrie alimentari a salute e benessere, come pure alla domanda di prodotti biologici e vegani, seguendo l’onda lunga dell’emergenza pandemica. Qualche esempio: le maltagliatelle di lenticchie rosse e riso integrale; le polpettine di fave e piselli bio, cotte al forno; gli snack di legumi tostati, senza conservanti; la merenda con frullato di frutta fresca e gallette di riso ricoperte di cioccolato; il salame senza conservanti, a lunga stagionatura; le cotolette vegetali di pollo; il prosciutto di Parma da suini nutriti con semi oleosi ricchi di Omega 3; la pasta senza glutine a base di riso integrale e alga Spirulina; i filetti di alici con il 25% di sale in meno, confezionate in olio di semi biologico.La ricerca del gusto rimane un imperativo assoluto, basti pensare a: guanciale di vitello
brasato al barolo, cotto sottovuoto; le praline al cioccolato con anima di formaggio erborinato, cioè con muffe; il prosciutto cotto al tartufo nero; gli scrigni con gorgonzola e cioccolato rosa per i ripieni; la glassa al Marsala per piatti dolci e salati; la tradizionale salsa verde arricchita con prezzemolo, coriandolo, peperoncino e succo di limone; il pesto di agrumi con arance e mandorle, condimento per primi piatti e secondi di pesce; i friarelli saltati in vaschette.

Le confezioni sono sempre più spesso ecostenibili e compostabili: gli incarti del cioccolato bio a base di amido di mais compostabile; il Panbauletto con 58% in meno di plastica, confezionato senza vaschetta, con laccio apri e chiudi; salse per aperitivi con – 40% della plastica e -65% cartone e imballi.
E ancora: gli gnocchi surgelati, integrali grano antico Senatore Cappelli, cottura in 2 minuti; l’Olio Dop Umbria non filtrato; il filetto di salmone da allevamenti con 2,5% di salmoni su 97,5% d’acqua; i succhi di frutta in capsule compatibili.

Infine, grazie al programma Cibus Food Saving, i volontari di Banco Alimentare recupereranno i prodotti che le aziende espositrici, al termine della manifestazione, per salvarli dallo spreco e per donarli.

Cibus 2022 e le CIBUS DESTINATION

Saranno davvero tante le occasioni e le opportunità di fare business, perchè il Cibus 2022 vedrà coinvolti i maggiori rappresentanti della filiera agroalimentare. Saranno presenti all’evento oltre 50.000 operatori professionali italiani della Distribuzione e della Ristorazione che avranno la possibilità di relazionarsi con i fornitori, per trovare idee e soluzioni orientate ad un futuro sostenibile per tutti i canali del Food&Beverage.

I top buyers italiani ed esteri avranno anche l’occasione di partecipare a visite guidate e percorsi tematici in fiera e sul territorio, grazie al programma “Cibus destination”, ovvero una serie di itinerari in fiera durante i quali i visitatori professionisti saranno accompagnati alla scoperta del territorio e delle specificità regionali attraverso soste presso gli stand delle aziende partecipanti, con momenti di degustazione e showcooking dedicati. Per scoprire il calendario delle visite, Clicca QUI.

Cibus Off – il Fuori Salone

Il fuori salone “Cibus Off” si terrà nel centro di Parma con degustazioni, esposizioni e dibattiti. Verrà inaugurato oggi, 3 maggio 2022, alle ore 18 con
una mostra di fotografie artistiche “Art Save The Food”, curata da Claudio Composti e co-organizzata da Fiere di Parma e Mia Fair nel Complesso Monumentale del Monastero di San Paolo, da poco ristrutturato, aperto al pubblico, e che ospiterà eventi, mostre, laboratori e incontri.

Per conoscere il programma delle attività previste fino all’8 maggio, con tanto di Caseifici Aperti del Consorzio del Parmigiano Reggiano, clicca QUI, scarica la brochure, e Buon CIBUS a Tutti!

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Il Mare di Roma riparte con nuovo slancio dall’iconico trampolino a forma di “K”. A scommettere sul nuovo futuro di Ostia Lido sono due giovani e motivati imprenditori trentenni che rilevano lo storico marchio e puntano tutto su un concetto di Ristorazione Pop, inclusiva e informale. Riportano così nuova luce alle “vecchie glorie” e nuovi motivi per tornare. Parliamo del Kursaal, che si (s)veste di nuovo e si rinomina Bistrot.

Una storia antica quella del Kursaal e piena di fascino, che fende le onde del tempo e non smette di aggiungere pagine alla sua gloriosa storia. Inaugurato il 15 giugno del 1950, il Kursaal, con il suo iconico trampolino a forma di “K” (monogramma di Kursaal), divenne il nuovo simbolo visivo di Ostia, complesso balneare impostato per soddisfare le esigenze di comfort e di lusso di una clientela elitaria, agevolato com’era (e com’è) dalla sua posizione facilmente raggiungibile dalla capitale attraverso la Via Cristoforo Colombo.

Per molto tempo considerato tra i luoghi mondani per eccellenza e ambito set dei film di Federico Fellini e Alberto Sordi, dopo 72 anni a scommettere sul nuovo futuro di Ostia Lido sono due giovani imprenditori trentenni, Manuel Di Matteo e Kevin Bonocore, che rilevano lo storico marchio Kursaal con vocazione diametralmente opposta all’originale: puntano tutto su un concetto di ristorazione pop, inclusiva, informale e sul rapporto qualità/prezzo.

Crediamo che Ostia debba riconquistare il ruolo che le è appartiene e che l’ha resa famosa nel passato, affermano Manuel e Kevin.

La ristorazione è uno dei punti fondamentali dell’offerta lidense e noi crediamo sia giunto il momento di tornare protagonisti puntando sulla qualità, ma con un occhio anche al portafoglio.

Così, il Lungomare Lutazio Catulo al civico 36/40, si vuole fare Nuovo Manifesto di una ripresa economica e di ritorno alla vita del Mare di Roma, si trasforma in un Bistrot dal tono informale, tra storiche architetture, terrazze e panorami di mare, ripensato per accogliere una clientela ampia e diversificata, con un menu pensato nella leggerezza della brezza marina, con la voglia di far star tutti bene.

Location & Servizio

Facciamo qualche passo indietro. Nel 1950 Attilio Lapadula ebbe l’incarico di progettare uno stabilimento balneare sul Lido di Ostia. Lo stabilimento doveva, secondo il programma, rappresentare quanto di più moderno fosse possibile realizzare nell’Italia del Dopoguerra. La sistemazione dell’arenile con il ristorante, le piscine (una delle quali olimpionica), le cabine e il sistema di percorsi, aree verdi e attrezzature rispettavano questo obiettivo.
Anche l’architettura doveva essere altrettanto “moderna”. Per questo, dopo aver progettato la struttura “a fungo” della rotonda-ristorante, Lapadula volle che fosse eseguita dall’impresa Nervi & Bartoli, che aveva messo a punto una tecnologia molto avanzata a conci prefabbricati.

Il Ristorante oggi si chiama Bistrot, può ospitare tra zone coperte e terrazza, fino a 300 coperti, ed è stato interamente rinnovato, non solo nella struttura e nel menu ma anche, e soprattutto, nel modo di porsi e di relazionarsi con gli ospiti, che fa sempre la differenza. Il Servizio di sala è infatti giovane e agile, estremamente educato, sorridente, gentile, capace di creare un’atmosfera distesa e piacevole anche l’attesa tra una portata e l’altra.

Giovane non vuol dire “solo per giovani”, tutt’altro; il target del Kursaal Bistrot è eterogeneo così come i servizi offerti che vanno dalle colazioni fino al dopo cena, da godere presso il K Garden Club passando per pranzi e aperitivi, sintetizza Kevin.

Il Menu

Qualità e prezzo sono i due punti cardine su cui Manuel, Kevin e lo Chef hanno costruito un menu accessibile a tutti che include un’offerta a Menu fisso nel week-end a 25€ (antipasto+primo+secondo+acqua+caffè) che permette a famiglie intere di godere le gioie di un pranzo fuori a due passi dal mare.

L’offerta è ampia ed eterogenea, con piatti noti e ben eseguiti che vanno dagli immancabili Spaghetti Mancini alle Vongole alla Gricia, Carbonara e Amatriciana leggera, dalla Tagliata di carne agli Hambuger, Pinse, Fritti e Sfizi vari.

Poche scelte ma buone quali ad esempio una tagliata od un filetto sempre però con un occhio al portafoglio che include il mercoledì sera in cui “pizza no-stop alla pala”, con bevanda alla spina, bruschetta e supplì fatto da noi il tutto a 10 euro”, racconta Kevin

Una politica quella del duo Kevin-Manuel che si è posta uno scopo ben preciso, quello accogliere nuova clientela e fidelizzarla con una serie di eventi e opportunità come il dopo cena by Kursaal che prende il nome di K Garden Club ovvero “La discoteca con la volontà di dare agli avventori quei servizi tipici, che sono ormai un nostro marchio di fabbrica, del dopo cena”; K Garden ed Eventi a Tema come quello Pensato per il Primo Maggio.

Primo Maggio al Mare, Futuri Progetti & Anteprime

Per il Primo Maggio il Kursaal ha pensato a proporre un “Pranzo al Mare” dal Titolo “Vita Smeralda” a 30€ a persona, bevande escluse, sia di pesce sia di carne, previa comunicazione. La giornata prosegue morbida con Aperitivo e dj vocalist, fino le 21:30. (Info e prenotazioni 3519918979)

Ma le novità non finiscono qui. Kevin e Manuel stanno già lavorando alle novità per l’estate, sono infatti in corso i lavori di ristrutturazione della piccola piscina che sarà dedicata, oltre agli eventi privati quali feste o matrimoni, agli aperitivi “fatti bene, con una sorta di percorso bancarelle” anticipa Kevin. Protagonista dell’estate del Kursaal Bistrot sarà anche l’immancabile terrazza sulla quale si potranno consumare, “oltre alla già citate cucina di pesce e di carne, anche la pizza a prezzi giusti” prosegue Kevin il quale ha già in mente un’iniziativa per il prossimo inverno della quale ci parla in anteprima: “vorremo trasformare la piscina in una pista di ghiaccio creando una sorta di parco di Natale”. Nell’attesa, ci godiamo il Mare.

KURSAAL BISTROT – Apertura: da 12:00 alle 2:00
kursaalbistrot@gmail.com – Sito
+393519918979
Lungomare Lutazio Catulo 36/40, 00122 Ostia Lido, Lazio, Italy

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1895 Coffee Designers è il brand di caffè premium di Lavazza ispirato alla visione di un futuro in cui il consumo di caffè d’eccellenza diventa un rito antico e nuovo, che esalta le percezioni per gli amanti del caffè e invoglia alla sperimentazione.

1895 è un universo da scoprire e un ambiente in cui un team di coffee designer sviluppa prodotti dai gusti e profili aromatici ben distinti, creando un’esperienza unica di aromi e sapori.

Un marchio che unisce sostenibilità e tecnologia, nato nel luogo fisico della Fabbrica Esperienziale di Lavazza del 1895, dove ricerca e passione per la materia prima, artigianalità e innovazione si muovono in linea con precisione, armonia e rispetto per l’heritage italiano del marchio.

Dopo il lancio del brand “Le Café Alain Ducasse avec 1895 by Lavazza” che unisce l’eccellenza artigianale firmata “Alain Ducasse Manufacture de Café” al know-how dell’azienda torinese fondata nel 1895 degustabile nel circuito Ducasse Paris ; e la collaborazione con Iginio Massari, il “Maestro dei Maestri” dei Pasticceri italiani, che già aveva scelto gli Specialty Coffee della linea 1895 Coffee Designers by Lavazza per dedicare una nuova esperienza di caffè agli ospiti delle sue pasticcerie di Milano, di Torino e di Brescia;

1895 Coffee Designers by Lavazza fa un ulteriore passo in avanti, sempre sulla base di una condivisione di valori e con l’obiettivo di regalare momenti di gusto puro, abbraccia la Pizza di Montagna di Denis Lovatel.

Negli anni abbiamo sviluppato un solido legame con il mondo della Top Gastronomy, che ha contribuito allo sviluppo di un nuovo modo di intendere il caffè, puntando all’avanguardia senza mai perdere di vista l’importanza della materia prima – ha spiegato Michele Cannone, Lavazza brand Away from Home director.

Per la 17esima edizione di Identità Golose, Denis Lovatel ha infatti collaborato con 1895 Coffee Designers by Lavazza alla creazione di un percorso d’avanguardia in cui ha reinterpretato la Pizza ispirandosi alle derive sensoriali suggerite dalla gamma Specialty Coofees.

Già sperimentatore del genere tra le mura della sua Pizzeria di Alano di Piave, Da Ezio – che porta il nome di suo padre – con la sua “Pizza Pausa Caffè” (con Fiordilatte, Guanciale e Caffè su base al farro) in quel di Milano si spinge oltre abbinando il 15 DEGRESS SOUTH, un caffè monorigine 100% arabica morbido e delicato, ottenuto dalle migliori ciliegie di caffè della prestigiosa varietà Java, in cui la tenerezza del maracuja, della vaniglia e del mandarino accarezzano il palato, regalando un’esperienza di puro piacere, con la sua interpretazione di “CAPPUCCINO” – ovvero un finto cappuccino salato ricreato con avvolgente Pomodoro pralinato, Burrata e Polvere di Caffè; per il COCOA RELOADED, armonico intreccio di cannella, cioccolato e zeste di arancia, pensa da una “CAPRESE” – una burrata ripiena di caviale di caffè; al CALIMA, dove la polposità del litchi, la freschezza della papaya avvolgono i sensi ad ogni assaggio di questo caffè monorigine 100% arabica ottenuto dalla sapienza degli agronomi della rinomata Finca El Paraiso, in Colombia, abbina “FIORI e FOCACCIA” – una focaccia rosa alla Barbabietola, Miele Millefiori, Fiori di Magnolia sottaceto, Petali di Rosa in Acqua di Rose e Calendula; infine per l’AVANGUARDIA II con le avvolgenti note di fiori d’arancio, cioccolato e banana, inventa una “PIZZA VEGETALE” – un’esperienza da portare al palato senza ausilio di mani o posate, con Cuore di burrata, crema di pizza, fagiolini fermentati ripassato con soia e caffè, e cavolo riccio fritto.

Riconosciuto tra i pizzaioli migliori d’Italia, Denis Lovatel ha fatto della sua pizza di montagna un mezzo per raccontare i suoi boschi e le piccole produzioni che danno carattere al territorio che abita tra silenzi, aria pulita, erbe profumate e acqua delle Dolomiti; dove ingrediente viene selezionato all’origine, in modo da contribuire al massimo all’armonia del gusto.

Ecco il nesso, il, legame con 1895 Coffee Designers by Lavazza, un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con armonia e particolare attenzione alla sostenibilità.

Ma dove nasce la collezione di Specialty Coffee 1895 di Lavazza?

Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895.

Qui è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza. La Factory 1895 rappresenta infatti un crocevia di ricerca, innovazione e scoperta che conta sull’approccio artigianale e sulla capacità e l’esperienza di un’anima industriale.

La Factory è un luogo altamente specializzato dove il sapere artigianale incontra soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Il processo produttivo parte dall’accurata cernita dei chicchi che viene fatta attraverso una selezionatrice ottica. Utilizzando cioè le migliori tostatrici disponibili sul mercato, che torrefanno da un minimo di 12 a un massimo di 120 kg di caffè per ciclo.

L’obiettivo di 1895 Coffee Designers by Lavazza

Obiettivo è valorizzare la qualità di ciascun caffè, coniugando la flessibilità con i rigorosi controlli. Ai Coffee Designers 1895 il compito poi di comporre i blend della collezione, creando il perfetto equilibrio tra gusto, aroma e corpo.

Ogni fase opera secondo la massima efficienza, garantendo il monitoraggio della qualità attraverso l’analisi costante di tutti gli indicatori chiave del processo produttivo. Grazie a tostatrici di nuova generazione che assicurano risparmi energetici di circa il 30% e all’utilizzo di energie rinnovabili, l’azienda si impegna ogni giorno a essere più sostenibile e a minimizzare le emissioni. Attraverso anche un sistema di catalizzatori di cui l’impianto è dotato. L’esperienza si conclude all’interno della Coffee Cave con una degustazione che rappresenta un viaggio sensoriale intorno alla cultura del caffè. Per scoprire la ricchezza della collezione 1895 attraverso i diversi metodi di estrazione.

La Ruota degli Aromi

Le note aromatiche non sono aromi artificiali che vengono aggiunti al caffè ma sentori che si sviluppano naturalmente durante il processo di tostatura del chicco. La ruota degli aromi è stata realizzata con l’obiettivo di categorizzarli e aiutare il consumatore nella scelta.

Si trova su ogni pacchetto 1895 con evidenziate sei grandi categorie aromatiche – Frutta Dolce, ovvero mango maturo o prugna;
Agrumi, sentori che sprigionano freschezza e acidità come l’arancia o il limone; Frutta Secca, note molto riconoscibili al nostro palato (mandorla tostata, noce); Cioccolata, il riferimento al fondente oppure al latte;
Erbaceo e/o Speziato, dolce come la cannella, deciso come un tè nero;
Floreale, in molti caffè africani aromi molto profumati.

La collezione 1895 Coffee Designers by Lavazza

1895 offre una collezione di caffè messa a punto con maestria dai Coffee Designers che selezionano i più pregiati caffè del mondo nei Paesi di origine rispettandone la stagionalità. Ogni origine è tostata singolarmente per esaltare la ricchezza del profilo aromatico conservandone il corpo. Elemento distintivo della tradizione italiana e l’Heritage di Lavazza.

Nel mondo degli Specialty Coffee lo strumento a cui si fa riferimento per descrivere le caratteristiche aromatiche e organolettiche del caffè a livello internazionale è la flavor wheel. Per guidare il consumatore nella scoperta della collezione 1895 i Coffee Designers hanno sviluppato la Flavor Wheel 1895 che permette di descrivere in modo semplice e intuitivo le caratteristiche aromatiche dei caffè attraverso 6 aree facilmente riconoscibili grazie alle icone presenti sulla ruota aromatica, una vera e propria “bussola” nel mondo degli Specialty Coffee.
L’attuale collezione 1895 comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e un microlotto. Ogni singola origine e ogni miscela è studiata e sviluppata per esaltare una specifica nota aromatica.

Cosa sono gli Specialty Blend?

Gli Specialty Blend creati dai Coffee Designers 1895 sono il risultato della combinazione di tre differenti origini di caffè tostate singolarmente e miscelate insieme per esaltare il risultato in tazza. Oggi queste creazioni sono disponibili anche nella comoda versione con macinatura sartoriale, realizzata su misura per ogni ricetta.

Per conoscere i luoghi di origine dei caffè d’eccellenza, approfondire il processo produttivo – dalla rigorosa selezione della materia prima all’arte della tostatura e della miscelazione, che consentono di sperimentare profili aromatici differenti – e scoprire tutta la gamma, Cliccate QUI.

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Anche quest’anno Big Seven Travel – il famoso portale internazionale dedicato al travel che sceglie le migliori destinazioni in tutto il mondo attraverso speciali classifiche in diverse settori – ha pubblicato la sua classifica delle pizzerie più amate dai lettori: a trionfare è “10 Diego Vitagliano” a Napoli che si afferma come la pizzeria numero uno d’Europa.

La classifica The 50 Best Pizzas in Europe, pubblicata ogni anno da Big Seven Travel, stila le preferenze in base ad un sondaggio dei lettori e sulla base dei seguenti criteri: opinioni ed esperienze editoriali; precedente recensione critica; recensione del cliente online; location e accessibilità; presenza online; continuità; atmosfera e servizio; rapporto qualità/prezzo e presentazione.

“Non sorprende che la migliore pizza d’Europa provenga da Napoli, il luogo di nascita del piatto preferito al mondo. Ce ne sono decine tra cui scegliere, ma 10 di Diego Vitagliano offre qualcosa di davvero speciale. Oltre a una super Margherita e Marinara, Vitagliano inietta vera creatività culinaria nelle sue iterazioni più contemporanee. Aspettatevi ingredienti locali di altissima qualità, stagionali. Sicuramente servono pizza come questa in Paradiso”.

Così si legge nella scheda di commento che ha portato alla vittoria la pizzeria di Diego Vitagliano – riconosciuta da tempo come tra le migliori d’Italia – che non placa la sua corsa di affermazione nel panorama napoletano, varca i confini nazionali e si accomoda sul tetto d’Europa.

Il maestro pizzaiolo napoletano, che ha collezionato fino ad oggi numerosi riconoscimenti, tra i quali – 3 spicchi per la Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso 2022 (dove ha ricevuto anche il Premio Speciale Maestri dell’Impasto), 2a posizione 50 Top Pizza Mondo nel 2021 (dove ha ricevuto anche il Premio Speciale Pizzaiolo dell’anno 50 Top Pizza 2021), 3 pizze per le Guide de L’Espresso e molti altri – diventa a tutti gli effetti il pizzaiolo più amato d’Europa dai viaggiatori internazionali, portando alta la bandiera della pizza italiana in tutto il mondo.

Una posizione di privilegio, frutto di impegno e dedizione, dalla quale Diego osserva il mondo intero con un piano di espansione ben preciso che già annovera diverse aperture internazionali tra cui quella di “10 Diego Vitagliano” a Doha, in Qatar.

“Sono emozionato ed onorato per questo importante riconoscimento, che non solo considera il giudizio di esperti del settore, ma anche il parere dei clienti provenienti da tutto il mondo. Sapere che la mia pizza è così tanto amata a livello internazionale mi riempie di gioia e rappresenta un segnale importante, soprattutto ora che si ricomincia a viaggiare dopo un lungo periodo di stop causato dalla pandemia”, racconta Diego Viatgliano.

L’Italia dunque trionfa con Diego Vitagliano che si aggiudica il primo posto. Le altre pizzerie italiane in classifica: Seu Pizza Illuminati (3 posto, Roma), Pepe in Grani (15 posto, Caiazzo), Bonci Pizzarium (23 posto, Roma), L’Antica Pizzeria da Michele (26 posto, Napoli), Antico Forno Roscioli (29 posto, Roma). Per conoscere la classifica intera: https://bigseventravel.com/best-pizza-europe/

Io, le mie pizze, le faccio in base ai miei ricordi, perché ho avuto la fortuna di crescere con una nonna che sapeva cucinare benissimo, le ricette della tradizione napoletana sono tutte presenti nel menu, rivisitate sulla pizza, come: il ragù, la genovese, la carne ripassata, in primavera la pasta e piselli rivisitata sulla pizza e molto altro.

La pizza di Diego Vitagliano è leggera e altamente digeribile, morbidae croccante dove serve, realizzata con un impasto indiretto con prefermento di tipo 1 bio, una lievitazione di 36 ore, alta idratazione e un bassissimo quantitativo di sale.

I suoi menu poggiano sulla tradizione, immancabili, oltre le derive creative la pizza marinara, margherita, la montanara e il calzone al forno; o rivisitate, come la margherinara o la ragù.

Diego dedica inoltre un’attenzione particolare alla pizza senza glutine.

Diego Vitagliano Skills

Diego Vitagliano. Una vera passione per gli impasti. Una pizza contemporanea che non dimentica la tradizione napoletana. Napoletano doc classe 1985, ha iniziato da Carmenella con Salvatore Esposito, il papà di Vincenzo, quando aveva sedici anni, una vera e propria gavetta da portapizza fino a rosticciere.

Comincia a lavorare come pizzaiolo per volere del padre, “è l’unico mestiere dove troverai sempre lavoro”, gli diceva. Ha lavorato in diverse pizzerie fino a quando nel 2013 ha intrapreso la sua ricerca sugli impasti. Insieme a Carlo Sammarco, Diego Vitagliano ha iniziato a sperimentare la pizza ‘a canotto’, quella con il cornicione alto, che riprende la pizza del Vomero di circa 50 anni fa, utilizzando per la preparazione tecniche diverse dal solito (come quelle che si utilizzano per il pane, gli impasti indiretti con biga o poolish). All’epoca tutto ciò fu considerato come una moda passeggera destinata a scomparire in breve tempo, oggi invece possiamo dire che quello sarebbe stato il futuro della pizza napoletana.

Questo approccio intrapreso anni fa, è ancora oggi la base del lavoro quotidiano di Diego Vitagliano, sulla digeribilità della pizza, la conoscenza delle farine da utilizzare, dei processi enzimatici e degli shock termici degli impasti. Per questo motivo Vitagliano fa parte della nuova generazione di pizzaioli napoletani che coniugano modernità e sapienza antica. La sua prima pizzeria aperta nel 2016 sul lungomare di Pozzuoli diventò subito troppo piccola. Così l’anno successivo si trasferisce a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, con la sua prima 10Pizzeria Diego Vitagliano, alla quale seguirà una seconda apertura nell’Aprile 2019 presso Pozzuoli.


INFO E CONTATTI – diegovitagliano.it

10 Pizzeria Diego Vitagliano – Napoli (Bagnoli)
via Nuova Agnano 1, 80125 – Napoli
T. 08118581919

10 Pizzeria Diego Vitagliano – Pozzuoli
via Campi Flegrei 13, 80078 – Pozzuoli (NA)
T. 08118244808

10 Bakery Diego Vitagliano
via Bagnoli 478 – 80124 Napoli
T. 08118022848

10 Bistrot Diego Vitagliano
via Nuova Agnano 3, 80124 Napoli
T. 08118022848

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