Sara De Bellis

Autore: Sara

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Il Mare di Roma riparte con nuovo slancio dall’iconico trampolino a forma di “K”. A scommettere sul nuovo futuro di Ostia Lido sono due giovani e motivati imprenditori trentenni che rilevano lo storico marchio e puntano tutto su un concetto di Ristorazione Pop, inclusiva e informale. Riportano così nuova luce alle “vecchie glorie” e nuovi motivi per tornare. Parliamo del Kursaal, che si (s)veste di nuovo e si rinomina Bistrot.

Una storia antica quella del Kursaal e piena di fascino, che fende le onde del tempo e non smette di aggiungere pagine alla sua gloriosa storia. Inaugurato il 15 giugno del 1950, il Kursaal, con il suo iconico trampolino a forma di “K” (monogramma di Kursaal), divenne il nuovo simbolo visivo di Ostia, complesso balneare impostato per soddisfare le esigenze di comfort e di lusso di una clientela elitaria, agevolato com’era (e com’è) dalla sua posizione facilmente raggiungibile dalla capitale attraverso la Via Cristoforo Colombo.

Per molto tempo considerato tra i luoghi mondani per eccellenza e ambito set dei film di Federico Fellini e Alberto Sordi, dopo 72 anni a scommettere sul nuovo futuro di Ostia Lido sono due giovani imprenditori trentenni, Manuel Di Matteo e Kevin Bonocore, che rilevano lo storico marchio Kursaal con vocazione diametralmente opposta all’originale: puntano tutto su un concetto di ristorazione pop, inclusiva, informale e sul rapporto qualità/prezzo.

Crediamo che Ostia debba riconquistare il ruolo che le è appartiene e che l’ha resa famosa nel passato, affermano Manuel e Kevin.

La ristorazione è uno dei punti fondamentali dell’offerta lidense e noi crediamo sia giunto il momento di tornare protagonisti puntando sulla qualità, ma con un occhio anche al portafoglio.

Così, il Lungomare Lutazio Catulo al civico 36/40, si vuole fare Nuovo Manifesto di una ripresa economica e di ritorno alla vita del Mare di Roma, si trasforma in un Bistrot dal tono informale, tra storiche architetture, terrazze e panorami di mare, ripensato per accogliere una clientela ampia e diversificata, con un menu pensato nella leggerezza della brezza marina, con la voglia di far star tutti bene.

Location & Servizio

Facciamo qualche passo indietro. Nel 1950 Attilio Lapadula ebbe l’incarico di progettare uno stabilimento balneare sul Lido di Ostia. Lo stabilimento doveva, secondo il programma, rappresentare quanto di più moderno fosse possibile realizzare nell’Italia del Dopoguerra. La sistemazione dell’arenile con il ristorante, le piscine (una delle quali olimpionica), le cabine e il sistema di percorsi, aree verdi e attrezzature rispettavano questo obiettivo.
Anche l’architettura doveva essere altrettanto “moderna”. Per questo, dopo aver progettato la struttura “a fungo” della rotonda-ristorante, Lapadula volle che fosse eseguita dall’impresa Nervi & Bartoli, che aveva messo a punto una tecnologia molto avanzata a conci prefabbricati.

Il Ristorante oggi si chiama Bistrot, può ospitare tra zone coperte e terrazza, fino a 300 coperti, ed è stato interamente rinnovato, non solo nella struttura e nel menu ma anche, e soprattutto, nel modo di porsi e di relazionarsi con gli ospiti, che fa sempre la differenza. Il Servizio di sala è infatti giovane e agile, estremamente educato, sorridente, gentile, capace di creare un’atmosfera distesa e piacevole anche l’attesa tra una portata e l’altra.

Giovane non vuol dire “solo per giovani”, tutt’altro; il target del Kursaal Bistrot è eterogeneo così come i servizi offerti che vanno dalle colazioni fino al dopo cena, da godere presso il K Garden Club passando per pranzi e aperitivi, sintetizza Kevin.

Il Menu

Qualità e prezzo sono i due punti cardine su cui Manuel, Kevin e lo Chef hanno costruito un menu accessibile a tutti che include un’offerta a Menu fisso nel week-end a 25€ (antipasto+primo+secondo+acqua+caffè) che permette a famiglie intere di godere le gioie di un pranzo fuori a due passi dal mare.

L’offerta è ampia ed eterogenea, con piatti noti e ben eseguiti che vanno dagli immancabili Spaghetti Mancini alle Vongole alla Gricia, Carbonara e Amatriciana leggera, dalla Tagliata di carne agli Hambuger, Pinse, Fritti e Sfizi vari.

Poche scelte ma buone quali ad esempio una tagliata od un filetto sempre però con un occhio al portafoglio che include il mercoledì sera in cui “pizza no-stop alla pala”, con bevanda alla spina, bruschetta e supplì fatto da noi il tutto a 10 euro”, racconta Kevin

Una politica quella del duo Kevin-Manuel che si è posta uno scopo ben preciso, quello accogliere nuova clientela e fidelizzarla con una serie di eventi e opportunità come il dopo cena by Kursaal che prende il nome di K Garden Club ovvero “La discoteca con la volontà di dare agli avventori quei servizi tipici, che sono ormai un nostro marchio di fabbrica, del dopo cena”; K Garden ed Eventi a Tema come quello Pensato per il Primo Maggio.

Primo Maggio al Mare, Futuri Progetti & Anteprime

Per il Primo Maggio il Kursaal ha pensato a proporre un “Pranzo al Mare” dal Titolo “Vita Smeralda” a 30€ a persona, bevande escluse, sia di pesce sia di carne, previa comunicazione. La giornata prosegue morbida con Aperitivo e dj vocalist, fino le 21:30. (Info e prenotazioni 3519918979)

Ma le novità non finiscono qui. Kevin e Manuel stanno già lavorando alle novità per l’estate, sono infatti in corso i lavori di ristrutturazione della piccola piscina che sarà dedicata, oltre agli eventi privati quali feste o matrimoni, agli aperitivi “fatti bene, con una sorta di percorso bancarelle” anticipa Kevin. Protagonista dell’estate del Kursaal Bistrot sarà anche l’immancabile terrazza sulla quale si potranno consumare, “oltre alla già citate cucina di pesce e di carne, anche la pizza a prezzi giusti” prosegue Kevin il quale ha già in mente un’iniziativa per il prossimo inverno della quale ci parla in anteprima: “vorremo trasformare la piscina in una pista di ghiaccio creando una sorta di parco di Natale”. Nell’attesa, ci godiamo il Mare.

KURSAAL BISTROT – Apertura: da 12:00 alle 2:00
kursaalbistrot@gmail.com – Sito
+393519918979
Lungomare Lutazio Catulo 36/40, 00122 Ostia Lido, Lazio, Italy

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1895 Coffee Designers è il brand di caffè premium di Lavazza ispirato alla visione di un futuro in cui il consumo di caffè d’eccellenza diventa un rito antico e nuovo, che esalta le percezioni per gli amanti del caffè e invoglia alla sperimentazione.

1895 è un universo da scoprire e un ambiente in cui un team di coffee designer sviluppa prodotti dai gusti e profili aromatici ben distinti, creando un’esperienza unica di aromi e sapori.

Un marchio che unisce sostenibilità e tecnologia, nato nel luogo fisico della Fabbrica Esperienziale di Lavazza del 1895, dove ricerca e passione per la materia prima, artigianalità e innovazione si muovono in linea con precisione, armonia e rispetto per l’heritage italiano del marchio.

Dopo il lancio del brand “Le Café Alain Ducasse avec 1895 by Lavazza” che unisce l’eccellenza artigianale firmata “Alain Ducasse Manufacture de Café” al know-how dell’azienda torinese fondata nel 1895 degustabile nel circuito Ducasse Paris ; e la collaborazione con Iginio Massari, il “Maestro dei Maestri” dei Pasticceri italiani, che già aveva scelto gli Specialty Coffee della linea 1895 Coffee Designers by Lavazza per dedicare una nuova esperienza di caffè agli ospiti delle sue pasticcerie di Milano, di Torino e di Brescia;

1895 Coffee Designers by Lavazza fa un ulteriore passo in avanti, sempre sulla base di una condivisione di valori e con l’obiettivo di regalare momenti di gusto puro, abbraccia la Pizza di Montagna di Denis Lovatel.

Negli anni abbiamo sviluppato un solido legame con il mondo della Top Gastronomy, che ha contribuito allo sviluppo di un nuovo modo di intendere il caffè, puntando all’avanguardia senza mai perdere di vista l’importanza della materia prima – ha spiegato Michele Cannone, Lavazza brand Away from Home director.

Per la 17esima edizione di Identità Golose, Denis Lovatel ha infatti collaborato con 1895 Coffee Designers by Lavazza alla creazione di un percorso d’avanguardia in cui ha reinterpretato la Pizza ispirandosi alle derive sensoriali suggerite dalla gamma Specialty Coofees.

Già sperimentatore del genere tra le mura della sua Pizzeria di Alano di Piave, Da Ezio – che porta il nome di suo padre – con la sua “Pizza Pausa Caffè” (con Fiordilatte, Guanciale e Caffè su base al farro) in quel di Milano si spinge oltre abbinando il 15 DEGRESS SOUTH, un caffè monorigine 100% arabica morbido e delicato, ottenuto dalle migliori ciliegie di caffè della prestigiosa varietà Java, in cui la tenerezza del maracuja, della vaniglia e del mandarino accarezzano il palato, regalando un’esperienza di puro piacere, con la sua interpretazione di “CAPPUCCINO” – ovvero un finto cappuccino salato ricreato con avvolgente Pomodoro pralinato, Burrata e Polvere di Caffè; per il COCOA RELOADED, armonico intreccio di cannella, cioccolato e zeste di arancia, pensa da una “CAPRESE” – una burrata ripiena di caviale di caffè; al CALIMA, dove la polposità del litchi, la freschezza della papaya avvolgono i sensi ad ogni assaggio di questo caffè monorigine 100% arabica ottenuto dalla sapienza degli agronomi della rinomata Finca El Paraiso, in Colombia, abbina “FIORI e FOCACCIA” – una focaccia rosa alla Barbabietola, Miele Millefiori, Fiori di Magnolia sottaceto, Petali di Rosa in Acqua di Rose e Calendula; infine per l’AVANGUARDIA II con le avvolgenti note di fiori d’arancio, cioccolato e banana, inventa una “PIZZA VEGETALE” – un’esperienza da portare al palato senza ausilio di mani o posate, con Cuore di burrata, crema di pizza, fagiolini fermentati ripassato con soia e caffè, e cavolo riccio fritto.

Riconosciuto tra i pizzaioli migliori d’Italia, Denis Lovatel ha fatto della sua pizza di montagna un mezzo per raccontare i suoi boschi e le piccole produzioni che danno carattere al territorio che abita tra silenzi, aria pulita, erbe profumate e acqua delle Dolomiti; dove ingrediente viene selezionato all’origine, in modo da contribuire al massimo all’armonia del gusto.

Ecco il nesso, il, legame con 1895 Coffee Designers by Lavazza, un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con armonia e particolare attenzione alla sostenibilità.

Ma dove nasce la collezione di Specialty Coffee 1895 di Lavazza?

Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895.

Qui è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza. La Factory 1895 rappresenta infatti un crocevia di ricerca, innovazione e scoperta che conta sull’approccio artigianale e sulla capacità e l’esperienza di un’anima industriale.

La Factory è un luogo altamente specializzato dove il sapere artigianale incontra soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Il processo produttivo parte dall’accurata cernita dei chicchi che viene fatta attraverso una selezionatrice ottica. Utilizzando cioè le migliori tostatrici disponibili sul mercato, che torrefanno da un minimo di 12 a un massimo di 120 kg di caffè per ciclo.

L’obiettivo di 1895 Coffee Designers by Lavazza

Obiettivo è valorizzare la qualità di ciascun caffè, coniugando la flessibilità con i rigorosi controlli. Ai Coffee Designers 1895 il compito poi di comporre i blend della collezione, creando il perfetto equilibrio tra gusto, aroma e corpo.

Ogni fase opera secondo la massima efficienza, garantendo il monitoraggio della qualità attraverso l’analisi costante di tutti gli indicatori chiave del processo produttivo. Grazie a tostatrici di nuova generazione che assicurano risparmi energetici di circa il 30% e all’utilizzo di energie rinnovabili, l’azienda si impegna ogni giorno a essere più sostenibile e a minimizzare le emissioni. Attraverso anche un sistema di catalizzatori di cui l’impianto è dotato. L’esperienza si conclude all’interno della Coffee Cave con una degustazione che rappresenta un viaggio sensoriale intorno alla cultura del caffè. Per scoprire la ricchezza della collezione 1895 attraverso i diversi metodi di estrazione.

La Ruota degli Aromi

Le note aromatiche non sono aromi artificiali che vengono aggiunti al caffè ma sentori che si sviluppano naturalmente durante il processo di tostatura del chicco. La ruota degli aromi è stata realizzata con l’obiettivo di categorizzarli e aiutare il consumatore nella scelta.

Si trova su ogni pacchetto 1895 con evidenziate sei grandi categorie aromatiche – Frutta Dolce, ovvero mango maturo o prugna;
Agrumi, sentori che sprigionano freschezza e acidità come l’arancia o il limone; Frutta Secca, note molto riconoscibili al nostro palato (mandorla tostata, noce); Cioccolata, il riferimento al fondente oppure al latte;
Erbaceo e/o Speziato, dolce come la cannella, deciso come un tè nero;
Floreale, in molti caffè africani aromi molto profumati.

La collezione 1895 Coffee Designers by Lavazza

1895 offre una collezione di caffè messa a punto con maestria dai Coffee Designers che selezionano i più pregiati caffè del mondo nei Paesi di origine rispettandone la stagionalità. Ogni origine è tostata singolarmente per esaltare la ricchezza del profilo aromatico conservandone il corpo. Elemento distintivo della tradizione italiana e l’Heritage di Lavazza.

Nel mondo degli Specialty Coffee lo strumento a cui si fa riferimento per descrivere le caratteristiche aromatiche e organolettiche del caffè a livello internazionale è la flavor wheel. Per guidare il consumatore nella scoperta della collezione 1895 i Coffee Designers hanno sviluppato la Flavor Wheel 1895 che permette di descrivere in modo semplice e intuitivo le caratteristiche aromatiche dei caffè attraverso 6 aree facilmente riconoscibili grazie alle icone presenti sulla ruota aromatica, una vera e propria “bussola” nel mondo degli Specialty Coffee.
L’attuale collezione 1895 comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e un microlotto. Ogni singola origine e ogni miscela è studiata e sviluppata per esaltare una specifica nota aromatica.

Cosa sono gli Specialty Blend?

Gli Specialty Blend creati dai Coffee Designers 1895 sono il risultato della combinazione di tre differenti origini di caffè tostate singolarmente e miscelate insieme per esaltare il risultato in tazza. Oggi queste creazioni sono disponibili anche nella comoda versione con macinatura sartoriale, realizzata su misura per ogni ricetta.

Per conoscere i luoghi di origine dei caffè d’eccellenza, approfondire il processo produttivo – dalla rigorosa selezione della materia prima all’arte della tostatura e della miscelazione, che consentono di sperimentare profili aromatici differenti – e scoprire tutta la gamma, Cliccate QUI.

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Anche quest’anno Big Seven Travel – il famoso portale internazionale dedicato al travel che sceglie le migliori destinazioni in tutto il mondo attraverso speciali classifiche in diverse settori – ha pubblicato la sua classifica delle pizzerie più amate dai lettori: a trionfare è “10 Diego Vitagliano” a Napoli che si afferma come la pizzeria numero uno d’Europa.

La classifica The 50 Best Pizzas in Europe, pubblicata ogni anno da Big Seven Travel, stila le preferenze in base ad un sondaggio dei lettori e sulla base dei seguenti criteri: opinioni ed esperienze editoriali; precedente recensione critica; recensione del cliente online; location e accessibilità; presenza online; continuità; atmosfera e servizio; rapporto qualità/prezzo e presentazione.

“Non sorprende che la migliore pizza d’Europa provenga da Napoli, il luogo di nascita del piatto preferito al mondo. Ce ne sono decine tra cui scegliere, ma 10 di Diego Vitagliano offre qualcosa di davvero speciale. Oltre a una super Margherita e Marinara, Vitagliano inietta vera creatività culinaria nelle sue iterazioni più contemporanee. Aspettatevi ingredienti locali di altissima qualità, stagionali. Sicuramente servono pizza come questa in Paradiso”.

Così si legge nella scheda di commento che ha portato alla vittoria la pizzeria di Diego Vitagliano – riconosciuta da tempo come tra le migliori d’Italia – che non placa la sua corsa di affermazione nel panorama napoletano, varca i confini nazionali e si accomoda sul tetto d’Europa.

Il maestro pizzaiolo napoletano, che ha collezionato fino ad oggi numerosi riconoscimenti, tra i quali – 3 spicchi per la Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso 2022 (dove ha ricevuto anche il Premio Speciale Maestri dell’Impasto), 2a posizione 50 Top Pizza Mondo nel 2021 (dove ha ricevuto anche il Premio Speciale Pizzaiolo dell’anno 50 Top Pizza 2021), 3 pizze per le Guide de L’Espresso e molti altri – diventa a tutti gli effetti il pizzaiolo più amato d’Europa dai viaggiatori internazionali, portando alta la bandiera della pizza italiana in tutto il mondo.

Una posizione di privilegio, frutto di impegno e dedizione, dalla quale Diego osserva il mondo intero con un piano di espansione ben preciso che già annovera diverse aperture internazionali tra cui quella di “10 Diego Vitagliano” a Doha, in Qatar.

“Sono emozionato ed onorato per questo importante riconoscimento, che non solo considera il giudizio di esperti del settore, ma anche il parere dei clienti provenienti da tutto il mondo. Sapere che la mia pizza è così tanto amata a livello internazionale mi riempie di gioia e rappresenta un segnale importante, soprattutto ora che si ricomincia a viaggiare dopo un lungo periodo di stop causato dalla pandemia”, racconta Diego Viatgliano.

L’Italia dunque trionfa con Diego Vitagliano che si aggiudica il primo posto. Le altre pizzerie italiane in classifica: Seu Pizza Illuminati (3 posto, Roma), Pepe in Grani (15 posto, Caiazzo), Bonci Pizzarium (23 posto, Roma), L’Antica Pizzeria da Michele (26 posto, Napoli), Antico Forno Roscioli (29 posto, Roma). Per conoscere la classifica intera: https://bigseventravel.com/best-pizza-europe/

Io, le mie pizze, le faccio in base ai miei ricordi, perché ho avuto la fortuna di crescere con una nonna che sapeva cucinare benissimo, le ricette della tradizione napoletana sono tutte presenti nel menu, rivisitate sulla pizza, come: il ragù, la genovese, la carne ripassata, in primavera la pasta e piselli rivisitata sulla pizza e molto altro.

La pizza di Diego Vitagliano è leggera e altamente digeribile, morbidae croccante dove serve, realizzata con un impasto indiretto con prefermento di tipo 1 bio, una lievitazione di 36 ore, alta idratazione e un bassissimo quantitativo di sale.

I suoi menu poggiano sulla tradizione, immancabili, oltre le derive creative la pizza marinara, margherita, la montanara e il calzone al forno; o rivisitate, come la margherinara o la ragù.

Diego dedica inoltre un’attenzione particolare alla pizza senza glutine.

Diego Vitagliano Skills

Diego Vitagliano. Una vera passione per gli impasti. Una pizza contemporanea che non dimentica la tradizione napoletana. Napoletano doc classe 1985, ha iniziato da Carmenella con Salvatore Esposito, il papà di Vincenzo, quando aveva sedici anni, una vera e propria gavetta da portapizza fino a rosticciere.

Comincia a lavorare come pizzaiolo per volere del padre, “è l’unico mestiere dove troverai sempre lavoro”, gli diceva. Ha lavorato in diverse pizzerie fino a quando nel 2013 ha intrapreso la sua ricerca sugli impasti. Insieme a Carlo Sammarco, Diego Vitagliano ha iniziato a sperimentare la pizza ‘a canotto’, quella con il cornicione alto, che riprende la pizza del Vomero di circa 50 anni fa, utilizzando per la preparazione tecniche diverse dal solito (come quelle che si utilizzano per il pane, gli impasti indiretti con biga o poolish). All’epoca tutto ciò fu considerato come una moda passeggera destinata a scomparire in breve tempo, oggi invece possiamo dire che quello sarebbe stato il futuro della pizza napoletana.

Questo approccio intrapreso anni fa, è ancora oggi la base del lavoro quotidiano di Diego Vitagliano, sulla digeribilità della pizza, la conoscenza delle farine da utilizzare, dei processi enzimatici e degli shock termici degli impasti. Per questo motivo Vitagliano fa parte della nuova generazione di pizzaioli napoletani che coniugano modernità e sapienza antica. La sua prima pizzeria aperta nel 2016 sul lungomare di Pozzuoli diventò subito troppo piccola. Così l’anno successivo si trasferisce a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, con la sua prima 10Pizzeria Diego Vitagliano, alla quale seguirà una seconda apertura nell’Aprile 2019 presso Pozzuoli.


INFO E CONTATTI – diegovitagliano.it

10 Pizzeria Diego Vitagliano – Napoli (Bagnoli)
via Nuova Agnano 1, 80125 – Napoli
T. 08118581919

10 Pizzeria Diego Vitagliano – Pozzuoli
via Campi Flegrei 13, 80078 – Pozzuoli (NA)
T. 08118244808

10 Bakery Diego Vitagliano
via Bagnoli 478 – 80124 Napoli
T. 08118022848

10 Bistrot Diego Vitagliano
via Nuova Agnano 3, 80124 Napoli
T. 08118022848

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Velo pasticceria, nei nobili spazi del The First Dolce su Via del Corso a Roma, si è trasformata da salotto d’haute pâtisserie a raffinato palcoscenico pronto ad accogliere le selezioni del Centro Italia di Emergente Pastry 2022, la gara tra i giovani futuri astri della pasticceria italiana. Passano il turno 3 ragazzi. Scopriamo chi sono, e quali saranno le prossime tappe del Concorso tra giovani talenti.

Dense le atmosfere e cariche di energia quelle che riescono a creare Lorenza Vitali e Luigi Cremona, ideatori e curatori del Premio Nazionale tra giovani talenti di Cucina, Pizza, Sala e Ricevimento. Ben oltre la gara e le competizioni tra i futuri astri, emergono sempre occasioni vibranti, preziosi momenti per ritrovarsi in bellissimi luoghi per confrontarsi, imparare e guardare avanti con fiducia al futuro, in questo caso quello della pasticceria italiana.

Così ieri, Velo Pasticceria, il regale Salotto del Dolce, situato al primo piano di un palazzetto ottocentesco della centralissima via del Corso firmato dall’architetto Giuseppe Valadier, si è trasformato nel palcoscenico ideale per scoprire lo stato dell’arte del mondo della pasticceria del nostro Paese ospitando le selezioni Centro-Sud dell’edizione 2022 di Emergente Pastry.

La Pasticceria Professionale

La pasticceria professionale da ristorante e d’albergo sta vivendo una nuova stagione decisamente felice. E’ così che Luigi Cremona e Witaly, alla costante ricerca di nuovi talenti nel settore dell’Ho.re.ca., da alcuni anni hanno voluto dare un palco all’arte della pasticceria per valorizzare un comparto che, nel contesto di un ristorante gastronomico o un albergo di lusso, rappresenta motivo d’orgoglio crescente, segno distintivo della qualità complessiva della struttura, attrattore dell’attenzione mediatica, oggetto di spettacolarizzazione e vanto estetico.

I giovani professionisti realizzano talvolta dei veri o propri capolavori e per questo sono sempre più ricercati dalle strutture di alto profilo. Un filo conduttore, quello legato ai giovani talenti, che lega Emergente Pastry e Velo Pasticceria grazie ad Andrea Cingottini, Resident Pastry Chef del salotto romano, che da alcuni mesi affronta questa stimolante sfida professionale.

“La pasticceria richiede una specializzazione non facile perché – ben più che nella cucina – è indispensabile un estremo rigore professionale, una preparazione metodica, una precisione millimetrica. Tra le altre cose è un settore nel quale sovente le donne riescono ad emergere e spesso si distinguono per la loro determinazione e creatività. Tutte queste considerazioni ci hanno indotto ad ideare Emergente Pastry, a completamento della serie “Emergente”, format di gare che da tempo realizziamo con successo” dichiara Luigi Cremona.

La prima edizione di Emergente Pastry si svolse al Sigep, era il gennaio del 2019. Dopo l’interruzione per la pandemia, periodo in cui è stata tenuta viva l’attenzione sul tema ideando alcuni contest online, la seconda edizione in presenza si è svolta lo scorso novembre 2021 presso l’Irca Academy di Gallarate, appuntamento che ha visto il trionfo di un’altra giovane donna: Debora Vella già Dolce Locanda Perbellini Verona e da poco head pastrychef alla Madonnina del Pescatore**.

Eventi & Protagonisti Futuri

Due i “Dolci Eventi”: Emergente Pastry Centro-Sud a Roma, e la competizione relativa al Nord a novembre all’Irca Academy di Gallarate, sede tecnicamente ineccepibile. I candidati, come d’abitudine, saranno tutti giovani professionisti che dovranno realizzare i loro elaborati di pasticceria di fronte ad una giuria di noti Maestri pasticceri e giornalisti di settore.

I concorrenti di ieri sono stati: Mariasole Martella dell’Imàgo Restaurant* presso Hotel Hassler di Roma; Fabio Capasso del Don Alfonso* presso San Barbato Resort Spa & Golf L a Lavello (PZ), Giacomo Bresciani del Giglio di Lucca; Lorenzo Pisapia di Officina dei Sapori a Gubbio (PG); Marco Nuzzo di Casamatta* Restaurant presso Vinilia Wine&Resort a Manduria (TA); Raffaele Angotti del Ristorante Abbruzzino* a Cava – Cuculera Nobile (CZ); Federico Marrone del ristorante Da Lincosta a L’Aquila; Erika Belen Torres Quinapanta di Giulia Restaurant a Roma; Ester Sportelli del Biafora Resort & Spa a San Giovanni in Fiore (CS).

I Vincitori del Centro-Sud

Si sono sfidati colpi di zucchero, burro e fantasia. Ognuno di loro ha presentato un dolce da forno ispirato alla tradizione regionale e un Dessert Moderno al Piatto. Hanno passato il turno i 3 ragazzi – Raffaele Angotti del Ristorante “Abbruzzino* “a Cava – Cuculera Nobile (CZ) con PITTA ‘NCHIUSA – DESSERT MODERNO AL PIATTO: LATTE DI CAPRA, GRANO, POLLINE E MAGGIORANA; Giacomo Bresciani del Ristorante “Giglio” di Lucca con BUCCELLATO – DESSERT MODERNO AL PIATTO: IL NOCCIOLA Pralinato, crema diplomatica & croccante alla Nocciola; e Federico Marrone del Ristorante “Da Lincosta” a L’Aquila con PARROZZO ABRUZZESE- DOLCE MODERNO AL PIATTO: FRAMBOISES Croccante salato, lampone e basilico.

Sono questi i talenti del Centro-Sud 1 che potranno accedere alla Finale dell’edizione 2022 di Emergente Pastry che si svolgerà all’inizio del 2023. Chissà cosa accadrà nella prossima tappa, l’unica certezza è che ne vedremo delle Buone!

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Da maggio a ottobre 2022 sarà tempo di esperienze, di viaggi e di gusto nei “Borghi più belli d’Italia”. Un evento itinerante per vivere il vino come gradita occasione per viaggiare e conoscere 900 etichette, 300 cantine e 10 luoghi dell’Italia più bella. Si chiama “Borgo diVino in Tour” e fa rima con “turismo enosostenibile”.


Dopo il successo del 2021, ritorna in grande stile “Borgo diVino in Tour”, l’evento itinerante promosso dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e organizzato da Valica (prima tourist marketing company italiana, in collaborazione con il Consorzio Ecce Italia) che unisce alcuni dei migliori vini nazionali ai Borghi più belli d’Italia per far vivere dei weekend all’insegna del buon bere e della bellezza territoriale.

L’ obiettivo di Borgo diVino in Tour è quello di consolidarsi come strumento capace di contribuire a incentivare l’indotto economico dei territori ospitanti, promuovendo tanto l’offerta turistica locale quanto il patrimonio produttivo dei Borghi più belli d’Italia nei quali le produzioni vitivinicole occupano un posto di primo piano: etichette di rilevanza nazionale e internazionale, grandi e piccole produzioni, talvolta vere e proprie perle enologiche che traducono il lavoro, la filosofia e la passione dei tanti “artigiani del vino”.

Come si svolge Borgo diVino?

Borgo diVino in Tour è un evento “diffuso” in cui il pubblico ha la possibilità di conoscere vini di qualità e degustarli all’interno di contesti di particolare suggestione, valorizzati e fruibili nel complesso della loro offerta turistica.

Per la stagione 2022 sono state previste dieci tappe in dieci Borghi e Regioni d’Italia dove turismo ed enogastronomia si sposano per regalare esperienze memorabili di viaggio e di gusto.

Un calendario che, da maggio a ottobre, allieterà i visitatori con degustazioni, esperienze gastronomiche, percorsi formativi e ospiti d’onore tra i nomi di punta del Food&Wine come Federico Quaranta, Simona Geri, Tommaso Caporale e tanti altri.

In degustazione ci saranno circa 900 etichette provenienti da tutto il territorio nazionale ed oltre 300 cantine. Saranno presenti vini bianchi, rossi, rosati, bollicine e vini di tendenza come i rifermentati.

Punto di forza di ogni tappa sarà il coinvolgimento dei principali attori del territorio (associazioni, consorzi di tutela, esercizi ristorativi, strutture ricettive, ecc.), essenziali per rispondere al meglio alla domanda di turisti e visitatori interessati a vivere il luogo come esperienza.

Quali sono le Tappe 2022?

Dopo il successo dell’edizione 2021 che, con oltre 50mila visitatori, ha visto come protagoniste 5 tappe tra Puglia, Sicilia, Marche, Emilia Romagna e Lazio) l’appuntamento quest’anno raddoppia e torna in 10 tappe in altrettante Regioni da Nord a Sud: Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria, Campania e Puglia.

La tappa inaugurale di Borgo DiVino in Tour, dal 6 all’8 maggio, sarà a San Giorgio di Valpolicella, a pochi km da Verona. A seguire, il Tour attraverserà alcuni degli scorci più suggestivi d’Italia: dai panorami incantevoli delle Langhe, precisamente a Neive in Piemonte (20-21-22 maggio), per approdare a Città Sant’Angelo in Abruzzo (3-4-5 Giugno), Brisighella in Emilia Romagna (17-18-19 Giugno), Cisternino in Puglia (1-2-3 Luglio), a Borgo Santa Caterina Presso l’Accademia “Carrara”di Bergamo (8-9-10 luglio), Grottammare nelle Marche (22-23-24 Luglio), Vietri sul Mare in Campania e il suo Borgo di Albori (2-3-4 Settembre), fino ad arrivare a Nemi (9-10-11 Settembre), borgo laziale che, pur non rientrando tra i Borghi più belli d’Italia, rappresenta la tappa storica dov’è nato il format di Borgo diVino che ha ospitato le prime 6 edizioni dell’iniziativa. Sarà Spello (7-8-9 ottobre), nel cuore dell’Umbria, a pochi passi da Perugia, ad ospitare la tappa conclusiva del tour.

Turismo ed enogastronomia: un binomio perfetto

All’interno del Borgo ospitante verrà tracciato un percorso di degustazione che toccherà i luoghi di maggiore interesse turistico con stand dedicati alle cantine e un originale percorso formativo sul mondo del vino, raccontato in circa 20 pannelli espositivi.

Ogni evento proporrà ulteriori contenuti ad hoc correlati alla località ospitante (es.: promozione di prodotti tipici, gastronomia tipica e artigianato tradizionale, visite guidate, mostre, spettacoli ed eventi a cura di realtà o associazioni locali, ecc.).

Un appuntamento aperto a tutti: intenditori ma anche semplici appassionati, wine lovers e turisti di passaggio che potranno apprezzare alcuni tra i sapori del territorio nelle incantevoli cornici dei Borghi più belli d’Italia.

Come funziona Borgo diVino?

Per degustare i vini, i visitatori potranno acquistare il voucher (al costo di €15) che dà diritto a 8 degustazioni a scelta tra quelle presenti nell’area espositiva. È possibile acquistarli online sul sito www.borgodivino.it o direttamente in loco.

Borgo diVino– dichiara Fiorello Primi, Presidente de “I Borghi più belli d’Italia –è una delle manifestazioni nazionali più importanti che l’Associazione, grazie all’apporto organizzativo di Valica, promuove per rilanciare il turismo enogastronomico, settore importante per la ripresa post covid. Le produzioni agricole, quella del vino soprattutto, rappresentano un elemento fondamentale per la tutela del paesaggio e dell’ambiente e per garantire un futuro alle comunità che vivono nei Borghi. La valorizzazione e la promozione delle produzioni agricole è parte integrante della missione dell’Associazione, che si prefigge lo scopo di mantenere e valorizzare il grande patrimonio di tradizioni, cultura e arte di cui le comunità borghigiane e dei territori circostanti sono gelose custodi.

Borgo diVino è un evento nazionale Itinerante capace di fondere al meglio il turismo con l’esperienza enogastronomica, di far incontrare produttori e appassionati in contesti favolosi e unici come i Borghi Più belli d’Italia. L’obiettivo del tour – conclude Luca Cotichini, di Valica – è la promozione turistica ed enogastronomica. Nel 2022 raddoppiamo le tappe e tocchiamo altre 5 regioni.Nel 2023 punteremo a coprire tutto il territorio Nazionale. Con Borgo di Vino, Valica, crea un altro format capace di far vivere esperienze autenticheal nostro ampio pubblico che ci segue sui vari siti.

Promotori

L’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” è nata nel 2001, in seno alla Consulta del Turismo dell’A.N.C.I. (l’associazione nazionale dei Comuni italiani), dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi del turismo di massa. Ne fanno parte 334 comuni, espressione dell’Italia più vera e autentica in quanto custodi di atmosfere, profumi e sapori capaci di elevare “la tipicità” a un modello di vita da “gustare” con tutti i sensi.

Organizzatori

Valica è la prima società in Italia per “suggerimenti” turistici ed enogastronomici. Un vero Travel & Food data developer, con oltre 40 siti (proprietari o in concessione: da Paesionline.it a Turistipercaso.it a Ricette della nonna…) che compongono il network: 10 milioni di utenti unici, 25 milioni di pagine viste ogni mese, 4 milioni di follower sui social e 4,5 milioni di contatti diretti. Da 15 anni Valica è in continua espansione, in termini di business e di relazioni e si propone come “tourist market company” leader del mercato italiano.

Ecce Italia nasce nel 2013 come Rete delle aziende operanti nel circuito dei Borghi più belli d’Italia per valorizzare il patrimonio produttivo ed enogastronomico di questi territori.

Opera con il marchio I Borghi più belli d’Italia per la creazione di nuove opportunità commerciali e di visibilità a favore di piccole e medie aziende dei Borghi – le cui produzioni sono sinonimo di qualità, tradizione, sostenibilità ambientale e cultura dei territori – e in ambito enogastronomico per la promozione delle cucine tipiche dei Borghi.

Per informazioni e acquisto voucher, è possibile consultare il sito ufficiale https://www.borgodivino.it/

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Carciofi: riconoscerli, sceglierli e pulirli.

Molti sono i tipi di carciofi che arrivano sui banchi dei nostri mercati, provenienti da Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Lazio; fondamentalmente possiamo dividerli in due varietà:

  • Autunnale: la produzione si concentra in ottobre-novembre e continua in primavera fino a maggio (la specie viene detta infatti anche rifiorente). E’ caratterizzata da un capolino medio-piccolo, e spesso dalla presenza di spine (spinoso sardo, di Liguria e di Palermo).
  • Primaverile: la produzione si concentra da febbraio-marzo fino a maggio-giugno, ed avviene nelle aree costiere centro settentrionali. Questi carciofi, fra cui troviamo anche la famosa “mammola” romanesca, sono caratterizzate da un capolino sferico, molto sviluppato, e non presentano spine.

Indipendentemente dalla stagione e dalla provenienza, è sempre molto importante acquistare carciofi freschi, in perfetto stato di conservazione:

  • Scegliete quelli con la punta ancora ben chiusa (in quelli vecchi quest’ultima tende ad aprirsi).
  • Assicuratevi che le foglie esterne siano di un bel verde scuro, e non presentino macchie o ammaccature.
  • Ricordatevi che i gambi devono essere sodi.
  • Stringete i carciofi fra i polpastrelli: se oppongono resistenza sono freschi.

Prima di essere cucinati in qualunque maniera, ricordatevi che i carciofi vanno ben puliti, possibilmente munendosi di guanti, in quanto tendono a macchiare le mani:

  • Eliminate la punta.
  • Togliete le brattee esterne più dure.
  • Tagliate i gambi e conservateli, eliminando l’utlimo terzo e la parte più esterna.
  • Eliminate,ove presente, la peluria interna.

Ricordatevi che le sostanze contenute nei carciofi a contatto con l’aria si ossidano, rendendoli scuri: potrete ovviare al problema immergendoli in una bacinella contenente acqua e limone una volta puliti.

Ora che avete imparato a pulirili, siete pronti a mettervi ai fornelli?

carciofi pulitura

Carciofi: come cuocerli?

I carciofi possono essere preparati in decine di modi diversi, oltre che lasciati crudi, tagliati finemente e fatti in salata, condendoli con olio e limone. Oggi vi proponiamo 3 ricette che piacciono davvero a tutti!

1) Carciofi alla Giudia

  • Mondate i carciofi ed immergeteli interi in acqua e limone.
  • Dopo circa 10 minuti sgocciolateli e batteteli fra loro per allargare le foglie.
  • Tuffateli, con il gambo verso l’alto, in una pentola dai bordi alti piena di olio evo, a fuoco moderato.
  • Dopo circa 15 minuti, scolateli e lasciateli capovolti su della carta assorbente.
  • Girateli e schiacciateli con la forchetta, in modo che le foglie si ditribuiscano “a rosellina”.
  • Salate, pepate, spruzzateli con un po’ di acqua fresca e rituffateli nell’olio bollente per circa 1 minuto.

Una volta ben scolati i vostri carciofi saranno pronti!

2) Carciofi alla Romana

  • Pulite i carciofi, allargateli leggermentee e togliete l’eventuale peluria al centro.
  • Metteteli in acqua e limone.
  • Tritate con il coltello alcune foglie di menta ed uno spicchio d’aglio sbucciato.
  • Aggiungete sale, pepe e mescolate bene il tutto.
  • Farcitevi i carciofi dopo averli ben scolati ed averli massaggiati con sale e pepe.
  • Metteteli capovolti in un tegame, cui aggiungerete olio un po’ di olio Evo ed acqua, fino a coprirli fino all’inizio del gambo.
  • Coprite con un coperchio e lasciate cuocere circa mezz’ora a fuoco basso.

Quando l’acqua si sarà consumata, i carciofi saranno divenuti teneri e pronti da servire in tavola.

3) Carciofi in pastella

  • Versate in una ciotola circa 6 cucchiai di farina.
  • Aggiungetevi acqua frizzante o birra, fino a formare una pastella cremosa.
  • Lasciate riposare una mezz’oretta.
  • Pulite bene i carciofi, tagliate ognuno in 8 spicchi ed immergete questi ultimi in acqua e limone.
  • Scolateli e, dopo averli asciugati bene, immergeteli nella pastella.
  • Versateli in abbondante olio bollente e fateli dorare da entrambi i lati.
  • Scolateli, metteteli su carta assorbente e serviteli quanto prima.
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Ricerca, Esperienze, Tecnica, Sapore e Materie Prime: la valorizzazione del territorio Agro Pontino che approda sulla tavola attraverso l’Alta Cucina è stato il tema della cena-evento a otto mani e quattro menti da Chef, che si sono fatti portavoce di questo multiforme tratto di costa italiana, e sono: Gino Pesce (Acqua Pazza di Ponza – 1 stella Michelin), Simone Nardoni (Essenza di Terracina – 1 stella Michelin), Fabio Verrelli D’Amico (MateriaPrima di Pontinia -1 stella Michelin) e Giovanni D’Ecclesiis (Il Vistamare di Latina, il ristorante overview dell’ Hotel Fogliano New Life che ha ospitato l’evento). Ma cosa significa “valorizzare un territorio” e perché è così importante? Scopriamolo insieme.

La valorizzazione del patrimonio enogastronomico di un dato territorio costituisce il principale punto di appeal, una porta d’ingresso privilegiata per chi è affamato di conoscenza.

Il cibo, e l’enogastronomia più in generale, rientra infatti nella “top five” delle motivazioni che rendono attrattiva una meta. E’ per questa via di consapevolezza che la cucina dei luoghi diventa fondamentale e, oltre a essere una piacevole attività di appagamento sensoriale e psicofisico, si trasforma in un piacevolissimo strumento di scoperta e conoscenza, interessante stimolo sia per chi crea, sia per chi assapora.

Nella prospettiva di un turismo moderno, sempre alla ricerca di continue emozioni, la domanda di tipicità locali si trasforma quindi volentieri in un’offerta di esperienze di livello, valorizzando e interpretando il patrimonio gastronomico dell’ agro pontino attraverso il pensiero dell’alta cucina. E’ stato questo il tema della cena che ha preso il nome di “Eccellenze Pontine” e che si è svolta lo scorso 7 aprile 2022 presso “Il Vistamare”, il ristorante overview dell’ Hotel Fogliano New Life di Latina da dove il mare, con il suo andamento ipnotico, è il primo protagonista e domina la scena intera con il suo blu.

Le ricette tradizionali, le loro preparazioni, le materie prime tipiche, l’arte, la ricerca e la tecnica innovata, diventano punto di unione tra l’autenticità di un territorio e punto d’interesse per chi è sempre più desideroso di proposte autentiche, incuriosito dai twist sulla tradizione, coinvolto da occasioni partecipative strettamente collegate alle specificità del territorio che lo ospita.

Otto mani per elevare a potenza le Eccellenze Pontine di Acque e di Terre. La sfida quotidiana degli Chef Gino Pesce, Simone Nardoni, Fabio Verrelli D’Amico e Giovanni D’Ecclesiis, consiste proprio nel trasformare la tavola in ricerca, le ricchezze agricole in proposte sensoriali, i giacimenti marini e bacini d’acqua dolce in storie da mangiare, che hanno ancora tanto da raccontare.

Gino Pesce, Chef del ristorante Acqua Pazza di Ponza (1 stella Michelin), con “Dentice marinato, alghe e ricci” ha quindi portato il suo mare isolano in un gioco di iodio e salmastro, che creano ritmo sulle selvagge carni del dentice attraverso le essenze delle sapidità marine di acqua e scoglio della sua bella roccia di mare:

Partiamo dal concetto di cucina perché “Acqua Pazza” parte da un concetto di cucina semplice, mediterranea, elaborata su una materia prima eccezionale.

Ho scelto il dentice perchè uno dei pesci più rappresentativi e selvaggi, che ben rappresentano i nostri mari; un pesce predatore con una grandissima carne. In questo caso, pulito e sfilettato, con la sua pelle fa una marinatura di 16 minuti sotto sale con timo e scorza di limone. Poi viene semplicemente sciacquato, asciugato, e tagliato a carpaccio, poi condito con olio, pochissimo, sale, alghe e ricci  di mare per restituire tutto il sapore della mia Ponza.

Simone Nardoni, Chef del ristorante Essenza di Terracina (1 stella Michelin), ha invece farcito i suoi tortelloni con un morbido di patata affumicata, sposandoli con degli sconcigli alla bourguignonne e spuma di ostriche del Lago di Paola. Consistenze, suggestioni iodate e note fumè orchestrate su insolite materie prime del luogo e twist di tecniche francesi, e lo racconta così:

Per me valorizzare il territorio vuol dire impegnarmi nel selezionare alcune produzioni di piccoli agricoltori o artigiani e mettere in risalto le caratteristiche dei loro prodotti tramite i nostri piatti o preparazioni, sempre e se troviamo punti in comune sul’ etica con la quale svolgono il proprio lavoro.


Ho scelto questi ingredienti perché sono nato e cresciuto in campagna, a Pontinia e quindi conservo un attaccamento a quelli che sono i processi della vita agricola (cicli di produzioni, attese, gesti e usi ). Poi l’arrivo a Terracina e l’approccio a tutto ciò che offre il mare, inclusa la valorizzazione del pescato di queste zone che ritengo sia di una qualità straordinaria e necessità del giusto approccio; per questo mi è piaciuto inglobare passato e presente del nostro vissuto in provincia.

Fabio Verrelli D’Amico, Chef di Materiaprima Osteria Contemporanea di Pontinia (1 stella Michelin) con “Anguilla alla brace, pecora cruda e misticanza di lago”, ha invece estremizzato sapori e scelte, attingendo alla laguna e al gregge, creando un insolito, quanto riuscito, legame issato sulla personalità dell’Anguilla alla brace e su quella della Pecora cruda unite, idealmente e attivamente dalle erbe amare, e che diventano l’una la spalla dell’altra. Un piatto che è frutto di osservazione, ricerca e ragionamento applicato.

Il desiderio è stato di rappresentare elementi e tradizione del nostro territorio della nostra palude. Abbiamo ragionato su ciò che rappresentavano per noi gli spazi che abitiamo. Il lago di Fogliano è da sempre un bacino, esiste una buona produzione di anguilla locale, un pesce molto grasso che lega la sua cottura alla brace che riporta il sapore di carne.

Ragionando sugli ambiente e sui loghi, osserviamo questa dimensione che si compenetra con quella agricola pastorale: qui le pecore che si nutrono delle erbe salmastre. Da lì nasce l’idea di unire la succosità della pecora all’anguilla maturata nel grasso di pecora, per acquisire più struttura. Abbiamo poi lavorato sulla frollatura della carni e ne abbiamo tirato fuori un piatto in cui pecora e anguilla sono entrambe protagoniste unite da una salsa fatta con i fondi di entrambe, aggiungendo le erbe amare e la misticanza selvatica, che le nutrono e le uniscono.


Giovanni D’Ecclesiis, Resident chef de il Vistamare, che unisce sapore, tecnica e leggerezza nei suoi piatti, ha aperto la cena con “Pesce San Pietro, limone Trombolotto di Sermoneta, carciofi di Sezze e prosciutto di Bassiano” e chiuso le danze di una serata che ha lasciato una profonda impronta con un dolce dedicato alla Fragola Favetta e Moscato di Terracina, dolci e briose icone di questo litorale.

La cena, in abbinamento ai vini di Marco Carpineti, è stata un omaggio al territorio nel suo insieme, dal Parco Nazionale del Circeo fino a Ponza, perla dell’arcipelago pontino, inclusi laghi, luoghi, campi, boschi e paludi. L’Hotel Fogliano e il suo ristorante Il Vistamare, di proprietà di Gianluca e Roberta Boldreghini, attraverso una politica di comunicazione della ricchezza e dell’ unicità di questo multisfaccettato tratto di litorale italiano, sono veri e propri anfitrioni che, con grande entusiasmo e passione inclusiva, sostengono e alimentano attivamente il movimento di rinnovamento culturale e di fruizione del generoso territorio agro pontino. Ad Maiora Semper.

Il Vistamare – Hotel Fogliano New Life

Piazzale G.Loffredo, 04100, Latina (LT)
Tel: 0773/273418, info@ilfoglianohotel.it, www.ilfoglianohotel.it

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Quando si parla di Pizza le declinazioni sono davvero infinite perchè il cibo più famoso al mondo, orgoglio della gastronomia italiana e patrimonio immateriale dell’umanità secondo l’Unesco, è un prodotto contemporaneo, antico e moderno, in costante evoluzione, sempre tesa (o stesa) ad intrepretare nuovi gusti, ricerca e nuove abitudini.

In questa ottica evolutiva, Molino Dallagiovanna ha lanciato un avvincente contest per individuare il professionista che si aggiudicherà il titolo di “Dallagiovanna Pizza Ambassador” rappresentando la pizza in Italia e nel Mondo per l’anno 2023, affiancando l’azienda a fiere ed eventi.  Un’occasione Unica che segnerà la carriera del vincitore in un Bit!

Sono ben centottanta i pizzaioli d’Italia che si stanno contendendo il titolo di “Dallagiovanna Pizza Ambassador 2023”, per diventare il volto ufficiale del Molino per rappresentare il settore pizza in Italia e nel mondo attraverso un’avvincente gara che Molino Dallagiovanna ha ideato per i pizzaioli professionisti con la collaborazione come media partner del Gambero Rosso, primo gruppo editoriale multimediale enogastronomico in Italia e Forni Moretti, azienda leader per le tecnologie di cottura dei prodotti lievitati.

Che sia Margherita o un Futuro di Marinara, bassa e croccante o morbida con il cornicione gonfio, pensata con condimenti ricercati, tradizionali o creativa, con farine senza glutine o con germe di grano, in Teglia, in Pala, al Metro o nel Padellino, quando si parla di pizza le declinazioni sono davvero infinite perchè la pizza, cibo più famoso al mondo, orgoglio della gastronomia italiana e patrimonio immateriale dell’umanità secondo l’Unesco è un prodotto in costante evoluzione, sempre tesa (o stesa) ad intrepretare nuovi gusti, ricerca e nuove abitudini.

Proprio in questa ottica evolutiva, e per individuare un nuovo modo di vivere la pizza, Molino Dallagiovanna lancia una sfida a suon di farine, impasti, condimenti, pale e palini. Vediamo qual è stata fino ad adesso il suo percorso.

Come Funziona PIZZA BIT?

La fase 1 relativa alle iscrizioni, dal 1 Settembre 2021 al 30 Novembre 2021 è terminata, ed ora siamo nella “Fase 2”

Le Gare Regionali

I 180 professionisti selezionati dalla “fase 1, di iscrizione” sono stati chiamati a realizzare, portando il proprio impasto e senza “vincoli di farina” una “pizza tonda classica” in una delle 9 tappe presso una delle sedi indicate. Un’attenta giuria, composta da tecnici e giornalisti del settore, giudicherà la pizza realizzata in base a diversi parametri.

Si è partiti a febbraio con le 9 Gare Regionali (3 al Nord, 3 al Centro e 3 al Sud), alle quali partecipano 20 pizzaioli per tappa.

Le Semi-finali

Da 180 solo 27 professionisti accederanno alla “Fase 3, le semi-finali” che si svolgeranno a Giugno-Luglio 2022.

Le 3 tappe da 9 partecipanti l’una, avverranno nelle più belle spiagge italiane.

La gara continuerà a giugno e luglio con le 3 semifinali in programma sulle spiagge di Calabria, Abruzzo ed Emilia Romagna.

Anche qui la pizza verrà realizzata e valutato, ma stavolta sia da una giuria di tecnici e giornalisti sia da una giuria popolare, al fine di decretare i 3 pizzaioli che passeranno il turno alla fase finale.

La finale

A Settembre 2022, presso il Molino Dallagiovanna, i 9 finalisti avranno 20 minuti per realizzare il piatto da presentare alla giuria. Solo il Migliore, ovvero un connubio di Pizza & Pizzaiolo, capacità tecniche, creative e comunicative, diventerà il “Dallagiovanna Pizza Ambassador“, pronto a girare il mondo.

L'avvincente finalissima è prevista per il 10 settembre in occasione delle celebrazioni per i 190 anni dell’azienda.

L’ultima Selezione Regionale

Lo scorso lunedì 11 aprile si è svolta nelle Marche, presso l’Accademia della Cottura MorettiLAB / Moretti LAB Learn & Bake – di Mondolfo (PU), la sesta e ultima tappa della lunga maratona di Pizza Bit Competition.

Nella tappa marchigiana a conquistare i palati della qualificata giuria composta da esperti del settore, blogger e giornalisti sono stati:

  • Matteo Vitali della pizzeria “Il Cortile in centro” di Rimini (RN) con la pizza “Pavonia”;
  • Andrea Ciarloni de “La Bottega di Via Cimarelli” di Ancona (AN) con la pizza “Battuta”;
  • Alessandro Di Gennaro della pizzeria “L’Antico Portone” di Teramo (TE) con la pizza “L’Alba Adriatica”.

In base al regolamento di Pizza Bit Competition, i candidati in gara sono stati valutati secondo i seguenti criteri: ricetta dell’impasto (conoscenza base delle tecniche di impasto, metodo di esecuzione, creatività), presentazione del piatto finale (impiattamento, armonicità, creatività), assaggio (masticabilità, armonicità dei sapori e degli abbinamenti, cottura), professionalità del candidato (abbigliamento e presenza, capacità comunicative, gestione e pulizia della postazione di lavoro).

Partner tecnico dell’intera competizione è Moretti Forni, azienda leader per le tecnologie di cottura dei prodotti lievitati, che ha ospitato la gara delle Marche. In occasione delle semifinali e della finale Molino Dallagiovanna si avvarrà della collaborazione di Cast Alimenti, la Scuola di cucina di cui è partner da molti anni a sostegno della formazione e dell’eccellenza delle professioni. Per maggiori informazioni: https://www.dallagiovanna.it/pizza-bit-competition.

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A pari del Panettone, la Colomba è la dolce regina della Pasqua, immancabile sulle tavole degli italiani nei giorni di festa. Diventata Nuovo Banco di Prova di Abili Chef e acclamati Pastry Chef, tra i due lievitati pare non vi sia nessuna distinzione sostanziale, se non la forma, che rimanda al simbolo di Pace dai tempi di Noè in poi.

Ad ogni Pasqua, oltre la tradizionale, nuovi abbinamenti e sapori, perfetti per giustificare qualche strappo calorico in più in nome della Creatività di Abili Chef e acclamati PastryChef.

Entrambi i lievitati sono di origine lombarda, ma mentre il Panettone nasce nel ‘600 come dolce di Natale e si diffonde più tardi nel resto dell’Italia conquistando il nome con il quale oggi è noto nel mondo; la colomba arriva qualche decennio più tardi arricchita di glasse, mandorle e granelle.

Condividono gli stessi ingredienti di preparazione dell’impasto di partenza: farina, zucchero, uova, burro e lievito naturale; poi lunghe lievitazioni, fasi, impasti e ingredienti caratterizzanti: per tradizione, il panettone vuole uvetta e frutta candita, mentre nella colomba trionfano i canditi di arancia.

E’ qui che entra in gioco la creatività dello chef che da una parte cura lievitazione e alveoli, dall’altra inventa golosi abbinamenti pensati ad hoc per ogni Pasqua, perfetti per giustificare qualche strappo calorico in più.

Colomba Sal de Riso

A lievitazione naturale, la colomba classica viene farcita con bucce di arancia candite e, infine, una glassa preparata con zucchero, albumi, mandorle e nocciole. In aggiunta alla colomba classica (da 38€ al kg), potete scegliere tra diverse varianti all’amarena, limoncello, tre cioccolati, tiramisù, e per i veri chocolate addicted c’è quella farcita con gocce di cioccolato e CremDerì, la crema spalmabile a base di nocciole e cioccolato al latte in un’elegante confezione blu e verde, ispirata ai colori della Costiera.

Francesco Guida

Figlio d’Arte, Francesco Guida entra di diritto tra i senior del settore, perchè dal padre, Peppe Guida, Chef di Osteria Nonna Rosa, 1 Stella Michelin, ha ereditato tutta la passione per i sapori buoni, autentici, approfondendo tecniche alla ricerca dei soffici, gonfie e umide strutture. La sua è una colomba da manuale. Le varianti sono cioccolato al latte, fondente e amarene, mandarino e pasta di mandorle e albicocca.(1 kg, 35 € https://www.peppeguida.com).

La Colomba di Antonino Cannavacciuolo

Rimanendo in Campania, tra i grandi chef, merita menzione la colomba di Antonino Cannavacciuolo, in vendita in un’elegante scatola blu con dei motivi geometrici che richiamano, in breve, le maioliche della Costiera. In conclusione, un dolce soffice, fragrante e profumato, al quale sarà difficile resistere. La colomba è preparata con gli ingredienti tradizionali e realizzata nella versione classica (con glassa di mandorle e nocciole), al cioccolato e arancia, e al limoncello (glassata con cioccolato bianco e scorze di limone). Poi Esotica (glassa al cioccolato bianco con perle croccanti di cioccolato bianco e cocco rapè e cuore morbido con farcitura dai sapori esotici); Gianduia (glassa al cioccolato gianduia con pepite di cioccolato al latte e cuore morbido con farcitura di cremoso al Gianduia); Melannurca e Cioccolato bianco (glassa al cioccolato bianco e perle croccanti e cuore morbido con farcitura di cremoso al cioccolato bianco Pezzetti di Melannurca Campana IGP candita). Quest’anno anche la versione certificata Vegan, preparata con gocce di cioccolato, ma senza canditi, nel formato 750 grammi, conterrà cioccolato fondente, bevanda di soia, lievito madre, olio extra vergine di oliva, burro di cacao, pasta di scorza d’arancia, pasta di scorza di limone, pasta di scorza di mandarino, curcuma, vaniglia bourbon. Disponibile sono nel formato da 750 gr e acquistabile online e nei negozi specializzati.

Colomba Iginio Massari

Sono due le versioni realizzate dal grande maestro ma certamente sapranno soddisfare anche i palati più esigenti, un trionfo di profumo e morbidezza, acquistabile online e nei negozi specializzati. La colomba classica mandorlata del maestro pasticcere Iginio Massari ha un impasto arricchito con scorza d’arancia candita, ricoperta da una croccante glassa all’amaretto con mandorle e granella di zucchero. La versione al cioccolato con scorze di arancia candita, cioccolato al latte e fondente; mentre la superficie è ricoperta con scaglie di cioccolato fondente, amaretto e cereali.

Colomba Niko Romito

Lo chef di Castel di Sangro che studia e ricerca, per Pasqua 2022 propone una colomba dal gusto leggero e fresco, non eccessivamente dolce, ricoperta da una glassa di mandorle e zucchero grezzo. L’impasto ha una consistenza leggera grazie alle tre fasi di fermentazione e alle quattro di lavorazione e lievito madre, che rende il prodotto finale altamente digeribile. Il profumo dell’impasto si deve alle bacche di vaniglia Bourbon, alla cannella e a un’ emulsione di mandorla biologica siciliana.
una bontà disponibile sull’e-shop , al prezzo di 40€ al kg, e nelle versioni classica e al cioccolato.

La Colomba di Ciccio Sultano e Fabrizio Fiorani

La colomba di Ciccio Sultano e Fabrizio Fiorani, pasticcere del Gruppo Sultano, è lavorata a mano e farcita con arance e limoni canditi, vaniglia, burro di latteria, mandorle siciliane, buccia fresca di arancia e limone, farina italiana di qualità.
Ispirata al meglio della Sicilia, è protetta nella sua grammatura da 1kg, da un’elegante packaging perfetta da accompagnare ad un bicchiere di Moscato di Pantelleria Vinisola, tutto disponibile sullo shop Sultano.

Le colombe del San Domenico di Imola

Anche il ristorante due stelle Michelin «San Domenico» di Imola ha la sua colomba (45 €). Le varianti sono due, oltre a quella classica la proposta alternativa è un impasto aromatizzato con fragole e cioccolato. I canditi della colomba tradizionale sono misti, di limone, arancia, bergamotto e mandarino, ma la pasta è arricchita anche da gelatine di albicocche. In quella con fragole e cioccolato gli ingredienti sono fragoline di bosco candite, cioccolato fondente al 55% e una glassa alle mandorle, nocciole e cacao.

“La voce” di Aimo e Nadia

«Voce Aimo e Nadia» è il bistrot del ristorante due stelle Michelin guidato dagli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani. Per Pasqua hanno realizzato la loro versione della colomba rispettando a pieno la tradizione: lievito madre, uova da allevamento a terra, arance candite dalla Calabria, mandorle biologiche pugliesi (42 €). La colomba può essere acquistata presso il bistrot oppure online.

Colomba Fiasconaro

Quella dei fratelli Fiasconaro è una colomba nella quale troverete, a seconda della variante scelta, i prodotti siciliani per antonomasia: pistacchio di Bronte, arance, cioccolato di Modica, albicocche, mandorle e la Manna delle Madonie. Per gli amanti della tradizione, c’è la colomba classica, con freschi canditi d’arancia e ricoperta di glassa. La variante all’essenza di petali di rose con gocce di cioccolato rosa, ricoperta infine con confettura di fico d’india, cioccolato bianco e croccantini di cioccolato, rimane impressa, così come merita menzione anche la versione “Oro di manna”, con cioccolato gianduia e crema alla Manna da spalmare, ricoperta di cioccolato bianco e mandorle. Tutte nelle esclusive confezioni di latta firmate Dolce&Gabbana.

La Pasqua secondo i Cerea

Una pasta lievitata giallo intenso e soffice, la colomba classica firmata Cerea, del ristorante tre stelle Michelin «Da Vittorio», a Brusaporto (Bergamo), è una chicca per veri gourmand. L’impasto è arricchito con arancia candita e uvetta, mentre la copertura è di zucchero e mandorle intere tostate. La si può ordinare sullo shop del loro sito, con consegna a domicilio in tutta Italia. Entrambe le ricette sono disponibili anche sul sito Cosaporto.it.

La versione di Carlo Cracco

Tre idee dalla cucina dello chef stellato Carlo Cracco: classica, cioccolato e pistacchio. Partendo da un unico formato da un chilo, lo chef parte dal grande rispetto per la tradizione per la versione classica, mentre si diverte a rivisitare il dolce pasquale nella versione al cioccolato. Infatti, al suo interno ci sono dolci arance e albicocche candite targate Agrimontana. Per la versione al pistacchio, Cracco ha scelto una glassa al cioccolato bianco e pistacchio, arricchita all’interno con del goloso pralinato sempre a base del celebre frutto secco siciliano.

La Colomba “Special” di Vincenzo Tiri e Gianfranco Lo Cascio

Il maestro pasticcere Vincenzo Tiri ha realizzato in limited edition in collaborazione con Gianfranco Lo Cascio di BBQ4All con il quale ha ideato una nuova versione del celebre dolce pasquale in una scatola di latta nera opaca e oro, in due combinazioni di gusti: classica, con arancia candita e pepite di cioccolato e crema zabaione al marsala; primaverile-estiva con pepite di frutta tropicale candita come ananas, mango e papaya e crema spalmabile a base di liquore Strega di Benevento.

Gucci Osteria

Karime Lopez, chef del ristorante una stella Michelin «Gucci Osteria» che fa parte dell’universo di Massimo Bottura, reinterpreta la colomba esaltandone le note agrumate. L’impasto, infatti è arricchito da canditi di bergamotto e yuzu, un agrume giapponese (80 €, disponibile anche online). Ogni colomba è confezionata in una scatola di latta a marchio Gucci.

Dario Nuti al Rome Cavalieri

Il Rome Cavalieri è un vero e proprio resort di lusso nel cuore della Città Eterna. Il Pastry Chef di questo esclusivo luogo che domina Roma è Dario Nuti. La sua visione della pasticceria sposa la tecnica aristocratica e la valorizzazione della materia prima tutte francesi armonizzate magistralmente con l’approccio più popolare e festoso della pasticceria italiana.

La sua Colomba è classica, con particolare cura per i candidi che prepara lui stesso con arance biologiche siciliane, attitudine e accortezza in pieno stile Rome Cavalieri, sempre attento ai temi della sostenibilità e tradizione, con sostegno attivo ai grandi prodotti del nostro territorio italiano. La colomba ha un peso di 800 gr ed il costo è di 40€.

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Tanta l’attesa per il ritorno in presenza a Veronafiere del 54° salone dei vini e dei distillati (10-13 aprile). L’evento offre agli operatori e alla stampa specializzata da tutto il mondo la possibilità di conoscere le migliori
cantine della Penisola che, pur nella differenza di territorio, stile produttivo e dimensioni aziendali, sono accomunate dall’altissima qualità dei vini prodotti. Saranno 4.400 le aziende espositrici in 19 nazioni presenti
alla manifestazione che, dopo due anni di stop a causa del Covid, torna già con numeri pre-pandemia.


Oltre la confermata internazionalità della rassegna, con 700 top buyer esteri da 50 Paesi già accreditati. Oltre 30 i grandi convegni e 76 le degustazioni in calendario. In contemporanea a Vinitaly anche Sol&Agrifood, il salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie per la
produzione di vino, olio e birra. Di seguito un’agenda di appuntamenti da tenere a mente.

IL PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’

Presentazione XVIII Rapporto Osservatorio Nazionale “Città del Vino”: Turismo del Vino al Femminile – Vinitaly, domenica 10 aprile ore 15 Spazio MIPAAF, Centro Congressi Palaexpo, Verona

Il turismo del vino e le donne: quale futuro? Se ne parlerà domenica 10 aprile a Vinitaly in occasione della presentazione del Rapporto annuale dell’Osservatorio sul turismo del vino che quest’anno vede alleati l’Associazione Nazionale Città del Vinol’Associazione Nazionale Le Donne del Vino l’Associazione La Puglia in Più. Il questionario e l’analisi successiva sono stati curati da Nomisma – Wine Monitor, maggior centro di ricerca italiano sul wine business, sotto la guida di Denis Pantini.

L’appuntamento è alle 15 nello Spazio Mipaaf interno alla fiera, alla presenza del ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli. Interverranno Donatella Cinelli Colombini, presidente Donne del Vino; Angelo Radica presidente nazionale di Città del Vino e il senatore Dario Stefàno presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea a Palazzo Madama. Modera la giornalista Lara Loreti, IlGusto (La Repubblica, La Stampa).

«Le donne sono sempre più protagoniste dell’accoglienza turistica nelle cantine italiane – commenta la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini – Una circostanza che fa intravedere nei nuovi settori del vino – export, comunicazione, marketing e appunto turismo – la nuova frontiera della parità di genere».

La novità di questa edizione del Rapporto è la «declinazione al femminile» in quanto analizza il tema del turismo del vino, oltre che dal punto di vista dei Comuni, focalizzando l’attenzione sulle donne che appaiono le vere protagoniste dell’accoglienza turistica nelle cantine italiane. L’indagine Nomisma -WineMonitor ha anche spacchettato l’enoturismo italiano rivelando le diversità fra le varie parti d’Italia, le evoluzioni attese e le tipologie di investimenti in programma nei prossimi anni. Nel complesso, l’indagine mostra, un settore sul cui la stragrande maggioranza delle cantine punta molto anche se non facilissimo da gestire.   

La parte dedicata alle donne è stata fortemente voluta da Donne del Vino (Vinitaly – stand Centro Servizi Arena, Galleria tra Pad. 6/7 Box 25) e dal Senatore Dario Stefàno, primo estensore della normativa sulle cantine turistiche.  Ha il fine di mettere le basi della cabina di regia nazionale del turismo del vino, dando spazio alle donne.

L’indagine va a formare il XVIII Rapporto dell’Osservatorio sul Turismo del Vino dell’associazione Città del Vino (Vinitaly – Padiglione 9 stand C4): «Il turismo del vino unisce una fitta rete di soggetti – afferma il presidente di Città del Vino Angelo Radica – che una cabina di regia nazionale dovrà guidare nelle politiche di sviluppo e di promozione, questo è l’auspicio e la proposta di Osservatorio sul turismo del vino che facciamo al Ministro per le Politiche Agricole, declinando su ogni territorio le buone pratiche e valorizzando le tante differenze e peculiarità dei territori che fanno del turismo del vino e dell’olio, altro settore emergente, un volano strategico per la ripresa dopo la crisi pandemica».

«Avere un set aggiornato di dati, tendenze e prospettive del fenomeno dell’enoturismo – oggi finalmente normato – era necessario e utile agli operatori e alle tantissime operatrici del settore – rileva il senatore Dario Stefàno – Ma credo, ugualmente, che un sistema di rilevazione e elaborazione di dati su questa proposta di turismo che vede già l’Italia come la meta tra le più ambite a livello mondiale sia parimenti necessario tanto alla politica quanto alle realtà amministrative locali al fine di costruire e irrobustire quel percorso di crescita su cui l’enoturismo è ormai ben instradato,  come peraltro già appare dallo studio che ci apprestiamo a presentare».


Le Attività dell’Associazione Nazionale Città del Vino

HALL 9 – STAND C4 (Domenica 10, Lunedì 11, Martedì 12 e Mercoledì 13)

SPAZIO MIPAAF (MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI) (Martedì 12 Ore 14.00-18.00) Domenica 10 Aprile, Ore 12.30 PADIGLIONE 9 C 4 STAND CITTA DEL VINO 

“DAI VIGNETI COSTIERI FRANCHI DI PIEDE A QUELLI AD ALTA QUOTA: LE VITICOLTURE EROICHE DELLA SARDEGNA”

Iniziativa in collaborazione con Regione Sardegna – Agenzia Laore

Saranno presenti: Gabriella Murgia, Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Giovanni Antonio Sechi, Coordinatore delle Città del Vino della Sardegna e VicePresidente Città dell’Olio; Elena Cornalis, Vicesindaco Comune di Sennori e Consigliere con delega all’Osservatorio Consiglio Nazionale Città del Vino; Renzo Peretto, Dirigente Agenzia Laore – Regione Sardegna Luca Mercenaro, Docente presso Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari 

Ore 15.00 CENTRO CONGRESSI PALAEXPO – SPAZIO MIPAAF – MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Iniziativa in collaborazione con l’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino” e “La Puglia in più”

Intervengono:

Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Dario Stefàno, Senatore e Presidente “La Puglia in più” ; Donatella Colombini Cinelli, Presidente Associazione Nazionale Le Donne del Vino; Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor NOMISMA

Modera: Lara Loreti, Giornalista di Repubblica e Donna del Vino

Lunedì 11 Aprile Ore 10.00 PADIGLIONE 10 STAND REGIONE PIEMONTE

PRESENTAZIONE 20° EDIZIONE “CONCORSO ENOLOGICO INTERNAZIONALE CITTA DEL VINO”

Iniziativa in collaborazione con REGIONE PIEMONTE e PIEMONTE LAND

Intervengono:

Marco Protopapa, Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Stefano Vercelloni, VicePresidente Associazione Nazionale Città del Vino Filippo Mobrici, Vice Presidente Piemonte Land

Modera Paolo Corbini, Direttore Associazione Nazionale Città del Vino

Ore 16.00 PADIGLIONE 11 REGIONE MOLISE STAND HS

“TINTILIA: UNA STAGIONE NUOVA PER L’ENOLOGIA DEL MOLISE”

PRESENTAZIONE VOLUME “LA VITE E IL VINO: UNA STORIA ENOLOGICA DEL MOLISE”

PRIMO VOLUME COLLANA HUMUS – IBC EDIZIONI

Iniziativa in collaborazione con REGIONE MOLISE e CIA MOLISE

Intervengono:

Sebastiano Di Maria, Autore e Docente di Enologia Enogastronomia e Turismo Università degli Studi del Molise; Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino; Attilio Scienza,  Presidente della Fondazione Sanguis Jovis della Fondazione Banfi e Responsabile scientifico della Vinitaly International Academy

Modera: Paolo Corbini, Direttore Città del Vino

Martedì 12 Aprile Ore 11.00 SALA SALIERI CENTRO CONGRESSI PALAEXPO PIANO 1 “AL VIA CALICI DI STELLE!”

Firma del protocollo di intesa per la nuova Edizione dell’evento enoturistico dell’Associazione Nazionale Città del Vino e del Movimento del Turismo del Vino

Accordo e Vademecum fra Associazione Nazionale Città del Vino e Movimento Turismo del Vino per Calici di Stelle 2022.

Saranno presenti: Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino  Nicola d’Auria, Presidente Movimento Turismo Vino

Ore 12.00 PADIGLIONE 9 C 4 STAND CITTA DEL VINO  Presentazione del progetto “DIVERSAMENTE ABILI”.

Progetto sperimentale di terapia occupazionale, per promuovere l’autonomia e l’inclusione sociale.

A cura di Marco Razzano, Coordinamento Città del Vino della Campania 

Ore 14.00 SALA SALIERI CENTRO CONGRESSI PALAEXPO PIANO 1Partecipazione dell’Associazione alla Conferenza ENIT “L’ENOTURISMO COME STRUMENTO PER LO SVILUPPO TERRITORIALE”

Introduzione a cura di Roberta GARIBALDI, Amministratore Delegato ENIT

Intervengono: Massimo GARAVAGLIA Ministro del Turismo; Marco PROTOPAPA  Assessore all’Agricoltura Regione Piemonte; Vittoria POGGIO  Assessore alla Cultura Turismo Commercio Regione Piemonte; Alessandra PRIANTE  Direttore Regionale Europa UNWTO; Nicola D’AURIA  Presidente Movimento Turismo del Vino

Angelo RADICA Presidente Associazione Nazionale Città del vino

Paolo MORBIDONI Presidente Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia

Modera Luca FERRUA Direttore GEDI Gruppo Editoriale

Ore 15.00 – 18.00 CENTRO CONGRESSI PALAEXPO SPAZIO MIPAAF – MINISTERO POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALISTAND  “PATTO DI SPELLO”

Presenza dell’Associazione Nazionale Città del Vino in collaborazione con Unione Italiana Vini, Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e Movimento Nazionale Turismo del Vino   

Mercoledì 13 Aprile Ore 10.00 PADIGLIONE 10 STAND REGIONE PIEMONTE PRESENTAZIONE VOLUME “VERMENTINO – VITIGNO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI”.

IL NUOVO LIBRO DI MARIO FREGONI, PIER PAOLO LORIERI E LUIGI BAVARESCO

Intervengono: Luigi Bavaresco, Autore e Prof. Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Cattolica del Sacro Cuore e Presidente Gruppo esperti “Risorse genetiche e selezione della vite” OIV 

Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino

Mario Fregoni, Autore del volume e Ambasciatore Città del Vino

Pierpaolo Lorieri, Presidente Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana e autore del volume

Filippo Mobrici, Vice Presidente Piemonte Land

Modera Paolo Corbini, Direttore Associazione Nazionale Città del Vino

Ore 12.00 PADIGLIONE 5 STAND G 4-6 PRESSO CONSORZIO TUTELA VINI SOAVE E RECIOTO DI SOAVE

PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTA DEL VINO CON FOCUS “PIANIFICARE I COMPRENSORI VITIVINICOLI DI QUALITA’: NUOVE PRATICHE E PROSPETTIVE NELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E TERRITORIALE”

Intervengono: Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale città del Vino

Giovanni Verzini, Consigliere Consiglio Nazionale di Città del Vino con delega al Concorso Enologico Internazionale  

Valeria Lingua,  Docente Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze, Comitato Tecnico Scientifico PRG Città del Vino

CAMPANIA – AREA IRPINIA


Per questa edizione 2022 la Camera di Commercio di Avellino punta molto sul turismo enogastronomico, asset fondamentale per il nostro Paese.

Lo farà premiando, con il marchio Ospitalità Italiana, (Lunedì 11 ore 15:00) le strutture ricettive, ristorative e agrituristiche che si sono particolarmente distinte su questo versante. Mentre sarà la Coldiretti a evidenziare le strategie per il futuro con un focus sull’Irpinia come riuscito esempio di DAQ (Distretto Agroalimentare di Qualità).
Così come saranno da scoprire, tanto per non cambiare argomento, Lunedì 11 alle ore 12:00, le 5 declinazioni dell’Aglianico: dallo Spumante al Rosato, dai Campi Taurasini al Passito, con il passaggio obbligato per il Taurasi DOCG, un viaggio alla scoperta di uno dei vitigni più affascinanti del panorama vitivinicolo, non solo nazionale.


Per chi vuole invece farsi sorprendere l’appuntamento è Martedì 12 ore 14:00 con il Roviello Bianco, autentica chicca per intenditori, per una degustazione verticale condotta da Slowfood.
E se è vero che il vino flirta spesso con l’arte, i visitatori del padiglione non potranno perdersi la performance musicale che vedrà, sempre Martedì 12 alle ore 16:00, sul palco due maestri dell’improvvisazione jazz, capaci di fusion che non hanno nulla da invidiare ai migliori blend. Spazio quindi a Carlo Contini, violinista di straordinario talento, e a Trilok Gurtu, percussionista di origine indiana che vanta collaborazioni con alcuni dei migliori musicisti del pianeta. Con la partecipazione del Maestro Beppe Vessicchio.

MOVIMENTO TURISMO DEL VINO ITALIA – PalaExpo – Area MIPAAF

Il Movimento Turismo del Vino è un’Associazione no profit nata nel 1993 una formula unica al mondo capace oggi di racchiudere oltre ottocento tra le migliori aziende vitivinicole italiane, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza.
Lunedì 11 nel pomeriggio sarà presente il Presidente Nicola D’Auria. Martedì alle ore 15:00 firma protocollo d’intesa tra MTV Italia e Ass. Città del Vino. www.movimentoturismovino.it

CMDB – CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES


La Calabria, e più precisamente la città di Cosenza, accoglie la sessione
principale del concorso, competizione enologica internazionale di riferimento dedicata ai vini rossi e bianchi. Oltre 350 degustatori sono attesi nella regione, dal 19 al 22 maggio 2022. Presentazione ufficiale a cura della Regione Calabria presso la Sala Iris -Pala Expo Martedì 12 aprile ore 15.00.

Le Donne del Vino e la Regione Lazio – Padiglione Lazio

La degustazione nel programma eventi della Regione Lazio,
il giorno 11, alle ore 16, nel Padiglione Lazio

Vini e vulcani. Praticamente un connubio perfetto e un punto di riferimento per i winelover, spesso alla ricerca di etichette che siano contraddistinte da questa liaison. Perché i vini da uve allevate su terreni vulcanici sono unici per carattere, profilo organolettico e genesi. Il vulcano, inteso come ambiente naturale e culturale, è un sistema complesso ad alto tasso di produttività. Il carattere dei beni agricoli, quindi vino ma non solo, qui realizzati presenta segni di singolarità e distinzione: il territorio vulcanico plasma ciascun prodotto grazie al suo carattere maieutico


E in tal senso il Lazio non è secondo a nessuno. “Il Lazio dei vini è infatti, – sottolinea Alessandro Brizi, Consigliere Nazionale ONAV, redattore di Leggo, firma importante del giornalismo di settore e Capo Redattore de l’Assaggiatore – per la sua quasi totalità, un ambiente di origine vulcanica; un paradigma, quindi, che detta stile e personalità a ciascuna etichetta, sempre riconoscibile e inconfondibile nel panorama dell’enologia italiana”.


Da queste considerazioni, oltre che per la passione per i vini “vulcaniani”, nasce la degustazione organizzata dalla delegazione Lazio delle Donne del Vino che avrà luogo nel Padiglione Lazio Lunedì 11 Aprile alle ore 16.00. Otto etichette, otto splendide interpretazioni che vedranno protagoniste le uve della regione e che verranno raccontate da Brizi.


“È il vulcano l’ingrediente segreto che rende gran parte dei vini prodotti nel Lazio assolutamente unici, di carattere, fortemente identitari. – spiega Manuela Zennaro, giornalista enogastronomica, direttore responsabile Excellence Magazine e delegata Lazio dell’Associazione Nazionale Donne del Vino – Perché in pochi sanno che il Lazio vitivinicolo insiste in gran parte su terreni vulcanici che dal Lago di Bolsena si spingono fino a Cori, delineando un dorso collinare che ama la vite, la coccola, la esalta ed è capace di generare vini che, anno dopo anno, sfoderano grinta, carattere e grande eleganza. I tempi sono maturi, oggi siamo pronti per competere con i grandi vini italiani”.

Gli appuntamenti di ROMA DOC

A Verona da domenica 10 a mercoledì 13 aprile
ROMA DOC PORTA A VINITALY
UNA LEZIONE TRA STORIA, ANTROPOLOGIA, SOCIOLOGIA E MARKETING
Lunedì 11, alle ore 17.00, nello spazio eventi all’interno del Padiglione Lazio.


A raccontare il rapporto millenario tra l’Urbe e il vino, il Professor Ernesto Di Renzo, dell’Università di Tor Vergata in Roma
E’ partito il conto alla rovescia per la tanto attesa edizione 2022 di Vinitaly. E ovviamente le agende degli addetti ai lavori e appassionati si riempiono di appuntamenti: degustazioni, convegni, verticali, talk show e tutto quello che può caratterizzare una manifestazione della portata di quella veronese, in calendario da domenica 10 a mercoledì 13 aprile. Ma non saranno molti quelli in grado di presentare una vera e propria lectio magistralis, con tanto di docente universitario. Lo farà il Consorzio Roma Doc che per la prima volta avrà un suo spazio nell’ambito della fiera scaligera, un’area comune all’interno del Padiglione Lazio con le 24 cantine ad alternarsi tra incontri “faccia a faccia” con la stampa di settore, degustazioni e momenti di business. Ma il momento più atteso sarà quello di lunedì 11 quando alle ore 17.00, nello spazio eventi del Padiglione Lazio, si svolgerà appunto una vera e propria lezione. Titolo dell’incontro: “Roma Caput Vini? Dialoghi tra storia, antropologia, sociologia e marketing”.


“Il nostro è un Consorzio assai giovane – spiega Tullio Galassini, enologo e presidente Consorzio Vini Roma DOC – siamo nati nel 2018. Ma siamo anche depositari di un’eredità importante che comporta delle responsabilità che vanno anche oltre quelle che comunemente caratterizzano l’attività e la filosofia di un Consorzio di vini. Roma è uno dei “brand” più conosciuti e celebrati al mondo e, proprio per questo, i vignaioli del territorio si impegnano con tutta la loro forza nel portare avanti un discorso dove qualità, storia, tradizione e visione del futuro devono necessariamente procedere di pari passo. Vinitaly 2022 rappresenta, in tal senso, uno step fondamentale nel nostro percorso di crescita. Un passaggio che ci consente di testare, in uno scenario prestigioso, lo spirito di squadra che caratterizza il nostro lavoro”.


Ed è proprio questa visione, decisamente trasversale, ad avere portato il Consorzio a organizzare un incontro che vedrà protagonista il Professor Ernesto Di Renzo, docente di Antropologia del Gusto presso l’Università di Tor Vergata in Roma. Antropologo di fama internazionale, intratterrà il pubblico con un excursus sull’importanza del vino a Roma nel corso dei secoli. Un incontro dedicato soprattutto ai giovani che mostrano una sempre maggiore attenzione nei confronti del mondo agroalimentare e della cultura enogastronomica del nostro Paese. Consorzio Roma DOC



“Ne sono diretta testimonianza i numerosi corsi di laurea sull’argomento nati negli ultimi anni. – conferma il Professor Ernesto Di Renzo – Tor Vergata, tanto per citare l’ateneo presso il quale insegno, già da tempo ha avviato un corso triennale di turismo enogastronomico che permette ai ragazzi non solo di approfondire la loro conoscenza sul tema ma anche di approcciare in modo professionale un settore che, per l’Italia, rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello”.
L’attenzione nei confronti della cultura e delle nuove generazioni, del resto, è certamente uno dei temi portanti delle strategie future del Consorzio Roma Doc.


“Questa lectio magistralis che abbiamo organizzato – racconta Rossella Macchia, vicepresidente del Consorzio con delega alla Comunicazione – rientra in un progetto più ampio che il Consorzio svilupperà a partire da oggi e che proseguirà nei prossimi anni. E che vedrà i vini di Roma al centro di un percorso che toccherà ambiti culturali e artistici. Creando importanti contatti con Università, scuole, siti artistici. Ma con una particolare attenzione anche sul versante dell’educazione al bere responsabile, tassello fondamentale nel rapporto con i consumatori, specie i più giovani”.

FederDOC

Federdoc ritiene che la riforma IG proposta dalla Commissione sia poco ambiziosa e manchi di chiarezza. Tale proposta è stata annunciata come una semplificazione, ma in realtà l’unica semplificazione presente è quella a beneficio della Commissione Europea e non per i produttori.

La proposta al contrario moltiplica gli interlocutori istituzionali per i produttori di IG poiché, oltre alla Commissione europea, in futuro coinvolgerà anche l’EUIPO.
Riteniamo molto pericoloso che la Commissione Europea non precisi come dovrebbe funzionare il nuovo sistema delle IG, e che si limiti a prevedere ampi poteri delegati per la definizione di gran parte della riforma, in tal modo privando il Parlamento Europeo e gli Stati Membri di qualsiasi potere per incidere sulla modifica degli atti delegati della Commissione.

“La Commissione Europea vuole semplicemente una delega in bianco per decidere il futuro della politica delle IG, senza il contributo dei due co- legislatori, il che non è democraticamente accettabile” – commenta Riccardo Ricci Curbastro.

“Il rischio è l’indebolimento del legame tra le IG e la politica di sviluppo rurale, in quanto se approvate come tali le regole contenute nella riforma possono mettere a repentaglio un sistema che dagli anni 70 ha dimostrato di essere strumentale per la valorizzazione delle denominazioni vinicole e lo sviluppo di molte regioni e territori europei” – aggiunge Riccardo Ricci Curbastro.

Inoltre, la delega ad EUIPO del riconoscimento delle Indicazioni Geografiche comporterebbe la gestione secondo criteri privatistici di quello che in realtà è un patrimonio collettivo, con inevitabili ricadute negative per il nostro settore, che vedrebbe minata la tutela delle nostre eccellenze per soddisfare la semplificazione degli uffici della Commissione.

Il caso Prosek ha dimostrato che c’è necessità di una maggiore tutela per le IG e tale tutela non può essere efficacemente gestita da un soggetto non istituzionale, quale l’EUIPO.

Le attuali regole delle IG sono soddisfacenti, in quanto permettono già ai produttori di vino IG di garantire la sostenibilità, di proteggere le IG, i domini internet e le merci in transito.

Nella proposta della Commissione non c’è chiarezza su come proteggerle ulteriormente, anzi alcune delle disposizioni incluse nella proposta sembrano minare quanto concordato dai co-legislatori nella riforma della PAC, entrata in vigore il 7 dicembre 2021.

Federdoc resta un interlocutore delle istituzioni e nei prossimi mesi lavorerà per migliorare il sistema ed evitare lo svilimento della politica delle IG.

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