Il gelato sostenibile è il grande protagonista della sesta edizione della Guida Gelaterie d’Italia 2022 del Gambero Rosso che ci porta a conoscere i migliori indirizzi d’Italia in “materia soffice” di Gelateria artigianale. Dove la trovate? In Libreria!
“Anche quest’anno la guida Gelaterie ci porta alla scoperta dei maestri del gusto che, da Nord a Sud, ci raccontano attraverso i loro mix e la loro sapienza i sapori dei nostri territori e il meglio che le eccellenze Made in Italy offrono, con un occhio sempre più attento alla Sostenibilità.”
Queste le parole di Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso, alla presentazione della sesta edizione della guida Gelaterie d’Italia 2022 in collaborazione con ORION.
Il gelato “sostenibile” è infatti il grande protagonista di questa nuova guida targata 2022 che ci porta a conoscere i migliori indirizzi d’Italia in materia soffice di Gelateria artigianale.
Luoghi del buono, dove questo dolce popolare e regale, fresco, goloso e semplice solo in apparenza, si nutre di territorio e grande passione.
Per realizzarlo bene si seguono precise regole, materie prime di alta qualità frutta fresca e processi produttivi etici e trasparenti, sia per quanto riguarda le materie prime sia per il packaging che diventa elemento sempre più importante per raccontare le proprie scelte.
Un gelato tradizionale ma profondamente autoctono, meno dolce ma non meno goloso. Un gelato figlio di professionisti per i quali scienza e natura costituiscono un binomio sempre più inscindibile. Un gelato che vuole in campo professionisti attenti e preparati, chimici e contadini al tempo stesso, imprenditori illuminati capaci di cogliere al volo gusti ed esigenze di un pubblico più che mai attento in tema di alimentazione, che vuole sapere come e dove nasce tutto ciò che finisce in un cono o in una coppetta.
Si moltiplicano infatti gli orti e i frutteti di proprietà, le liste degli ingredienti con nome e cognome dei fornitori per valorizzare al massimo il territorio e cresce la cura dei particolari.
Prevalgono come sempre i gusti “rassicuranti” a cominciare da cioccolato, mandorla e pistacchio e aumentano le opzioni senza zucchero, senza lattosio e senza uova studiate e calibrate con grande attenzione anche per chi è costretto a delle rinunce. La parte creativa e innovativa è molto presente ma anch’essa è al servizio della natura con intriganti mix di frutti, spezie, fiori ed erbe.
“La conoscenza dei prodotti e la competenza dei grandi professionisti hanno reso il gelato un’arte che raggiunge standard qualitativi sempre più elevati. Da sei anni tracciamo questa evoluzione segnalando come sempre il meglio che il panorama italiano di questo settore offre.” continua l’Amministratore Delegato Luigi Salerno.
LA GUIDA
Sono 461 gli esercizi segnalati in guida, con oltre 40 nuovi ingressi. Aumentano i Tre Coni che passano a 61: Terra Gelato a Milano; Pallini a Seregno (MB); Fatamorgana a Roma e Officine del gusto a Pignola (PZ) entrano nell’olimpo delle Gelaterie italiane.
La Lombardia è al vertice con 14 locali premiati con i Tre Coni segue il Piemonte con 9; l’Emilia-Romagna con 8; il Lazio con 7; il Veneto con 6; la Toscana con 4; Liguria, Campania, Basilicata e Sardegna con 2; Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia con 1.
5 i premi speciali: GELATIERE EMERGENTE – ERIKA QUATTRINI – Il Pinguino Quattrini FALCONARA MARITTIMA [AN] / MIGLIOR GELATO AL CIOCCOLATO – CORNAREDO [MI] – PREMIO SOSTENIBILITÀ – Moou TORINO / MIGLIOR GELATO GASTRONOMICO – L’Albero dei Gelati – MONZA [MB] / VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI LOCALI – Materica SONDRIO
Per la sezione de “Il Gelato del Pasticcere”, la mini guida che da nord a sud menziona a pari merito, senza alcuna graduatoria, i maestri pasticceri che si cimentano col sottozero, sono 38 i maestri dell’arte bianca presenti con un gelato ricco, corposo, goloso, diverso da quello dei maestri gelatieri, ma senza dubbio di grande qualità.
i TRE CONI D’Italia 2022
Piemonte
Canelin | ACQUI TERME [AL]
Marco Serra Gelatiere | CARIGNANO [TO]
Gelati d’Antan | TORINO
Mara dei Boschi | TORINO
Casa Marchetti | TORINO
Nivà | TORINO
Ottimo! Buono non basta | TORINO
La Tosca | TORINO
Soban |VALENZA [AL]
Liguria
Cremeria Spinola | CHIAVARI [GE]
Profumo| GENOVA
Lombardia
La Pasqualina | ALMENNO SAN BARTOLOMEO [BG]
Il Dolce Sogno | BUSTO ARSIZIO [VA]
Oasi American Bar | FARA GERA D’ADDA [BG]
Artico | MILANO
Ciacco | MILANO
Crema | MILANO
Lo Gnomo Gelato | MILANO
Paganelli | MILANO
Pavé – Gelati & Granite | MILANO
Terra Gelato | MILANO NUOVO INGRESSO
Chantilly | MOGLIA [MN]
L’Albero dei gelati | MONZA
Pallini | SEREGNO [MB] NUOVO INGRESSO
VeroLatte | VIGEVANO [PV]
Veneto
Gelateria Naturale Scaldaferro | DOLO [VE]
Golosi di Natura | GAZZO [PD]
Chocolat | MESTRE [VE]
Gelateria Marisa | SAN GIORGIO DELLE PERTICHE [PD]
Dassie – Vero Gelato Artigiano | TREVISO
Zeno Gelato e Cioccolato| VERONA
Friuli-Venezia Giulia
Timballo | UDINE
Emilia-Romagna
Cremeria Santo Stefano | BOLOGNA
Cremeria Scirocco | BOLOGNA
Stefino | BOLOGNA
Bloom | MODENA
Ciacco | PARMA
Cremeria Capolinea | REGGIO EMILIA
Sanelli | SALSOMAGGIORE TERME [PR]
Il Teatro del Gelato | SANT’AGOSTINO [FE]
Toscana
Gelateria della Passera | FIRENZE
Chiccheria | GROSSETO
De’ Coltelli | PISA
Dondoli | SAN GIMIGNANO [SI]
Marche
Paolo Brunelli | SENIGALLIA [AN]
Lazio
Gretel Factory | FORMIA [LT]
Greed Avidi di Gelato | FRASCATI [RM]
Fatamorgana | ROMA NUOVO INGRESSO
La Gourmandise | ROMA
Otaleg! | ROMA
Stefano Ferrara Gelato Lab | ROMA
Torcè | ROMA
Abruzzo
Gelaterie Duomo – Il Paradiso del Gelato | L’AQUILA
Gli States confermano la passione per il vino italiano: storia, territori, diversità sono i plus che conquistano il mercato americano.
“E’ importante riprendere a viaggiare, e ristabilire i contatti diretti con i mercati di riferimento, a maggior ragione in questo momento complesso”, queste le parole di Chiara Soldati, solare produttrice vitivinicola e donna del vino, alla guida della Tenuta La Scolca, rinomata azienda situata sulle colline di Gavi, un piccolo paese sulle montagne dell’Appennino in provincia di Alessandria in Piemonte.
Dopo dodici giorni intensi di tour negli Stati Uniti, vissuti tra incontri con stampa di settore, premi, partnership consolidate e nuove alleanze, La Scolca, la più antica cantina di Gavi, una delle prime realtà del comparto vitivinicolo italiano a torna in America per presentare i suoi vini.
Fitto il calendario degli appuntamenti, a partire dal Best of the Best, svoltosi a Miami, che ha visto 50 dei migliori chef a stelle e strisce proporre i loro piatti in abbinamento con le circa 60 etichette che per Wine Spectator, autentica bibbia della critica enoica internazionale, hanno meritato uno score a partire da 90 punti.
“Abbiamo percepito una grande attenzione nei confronti delle eccellenze tricolori – spiega Chiara Soldati – e una grande voglia di tornare a visitare il nostro Paese. Ed è nostro dovere quello di proporre nel migliore dei modi il nostro straordinario patrimonio di arte, cultura e prodotti. Siamo custodi di una bellezza senza pari, ancora più preziosa, agli occhi del mondo, in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo in queste settimane terribili”.
Un Made in Italy che ha vissuto un momento importante nell’ambito del Discover Boating Miami International Boat Show, il più importante evento di barche e yacht al mondo, nel corso del quale La Scolca ha confermato la partnership con il Gruppo Ferretti, marchio iconico della navigazione di lusso che vanta nel suo portfolio nomi come Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, CNR, Custom Line e Wally. Un mix, quello tra le etichette La Scolca e le imbarcazioni Ferretti, che ribadisce quell’Italian Style tanto apprezzato dal pubblico d’oltreoceano. Come è chiaramente emerso anche nel corso del Food Network & Cooking Channel South Beach Wine & Food Festival presented by Capital One (SOBEWFF®), contesto che ha visto sancire un altro importante traguardo, la partnership tra La Scolca e Coravin.
“E’ stato certamente emozionante ritrovarsi in un contesto che rappresenta il gotha della produzione mondiale – racconta Chiara Soldati, CEO de La Scolca – Così come è stato bellissimo tornare a viaggiare, a incontrarsi e a confrontarsi. Ma la cosa che mi ha riempito di orgoglio, aldilà del successo delle nostre etichette, è stato percepire la passione degli Americani per i vini italiani dei quali apprezzano particolarmente la storia, i territori, la straordinaria diversità e lo stile che caratterizza in modo inequivocabile il Made in Italy di qualità”.
Il viaggio ha rappresentato inoltre l’occasione per presentare finalmente “live”, a stampa e operatori di settore, i vini della maison piemontese più venduti negli USA: Gavi dei Gavi ® Black Label, Gavi dei Gavi ® D’Antan e Gavi La Scolca.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare e stimolare una riflessione che possa portare a un nuovo approccio nel mondo del lavoro.
Così, la Fondazione Gambero Rosso, creata nel 2012 con l’obiettivo di dare risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, da novembre 2021 ha coinvolto alcuni dei volti femminili più importanti del mondo dell’agroalimentare italiano per parlare di parità di genere.
Ne è nata una rubrica fissa, con interviste a tutto tondo che tracciano un quadro della situazione fondamentale per compiere un nuovo e imprescindibile passo avanti sulla parità di genere.
A commentare le prime testimonianze di imprenditrici e imprenditori della produzione agricola ed enoica italiana, esperte ed esperti della ristorazione, personalità delle Istituzioni, della politica, dei servizi e delle Banche, è intervenuta la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti:
“Per crescere e guardare al futuro, il Paese ha bisogno del talento e della creatività delle donne, ed è il motivo per il quale investire in lavoro femminile per aumentarne quantità e qualità non è soltanto una questione di giustizia ma di efficienza del sistema Paese e di benessere per tutti.
Ne sono consapevoli quelle aziende che da tempo promuovono politiche di inclusione e diversity per sostenere il lavoro delle donne, come emerge con chiarezza dalle interviste pubblicate su Gambero Rosso. Ne è pienamente consapevole il governo, che ha scelto di investire in modo prioritario sul lavoro femminile con azioni concrete, inserite nella prima Strategia nazionale per la parità di genere di cui, per la prima volta, il Paese si è dotato.
Lavoro, reddito, competenze, dimensione del tempo inteso come armonizzazione tra la vita lavorativa e familiare, potere e leadership femminile, sono i suoi cinque assi prioritari.
La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti con dedizione questa rubrica dedicata alle donne, non solo perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale sensibilizzare tutti gli operatori del settore sulla parità di genere.
Più lavoro per le donne, in tutto il territorio nazionale, riconoscendo non solo i ruoli che oggi ricoprono, ma favorendo l’accesso ai settori strategici di sviluppo. Abbattere quella differenza salariale che è uno dei fattori di disuguaglianza di fatto, ostacolo anche allo sviluppo economico complessivo del Paese. E ancora, armonizzazione dei tempi della vita familiare e del lavoro: la riforma del Family Act, con il sostegno alla genitorialità, incentiva il lavoro femminile e la condivisione paritaria dei carichi di cura tra le donne e gli uomini come elemento di investimento sia di carattere sociale che di carattere economico, supportato anche dal forte incremento dei servizi educativi che saranno realizzati tramite il Pnrr, a partire dagli asili nido.
Accanto a questo c’è la scelta di sostenere le donne al rientro dalla maternità. In legge di Bilancio abbiamo introdotto un meccanismo di decontribuzione a favore delle lavoratrici, perché l’esperienza della maternità, che nella carriera di una donna resta uno dei momenti fragili, assuma un valore nuovo.
Con l’introduzione della certificazione per la parità di genere per le imprese compiamo un ulteriore passo: le aziende sanno che se investono in inclusione femminile, in politiche per la parità di genere, avranno benefici di carattere fiscale. Abbiamo poi introdotto, per gli appalti nel PNRR, un nuovo meccanismo per cui le aziende hanno dei punteggi maggiori se mettono in campo politiche di promozione del lavoro femminile.
Una visione e un metodo nuovi che, anche grazie alla sinergia con il mondo delle imprese, hanno attivato un processo che ci farà crescere e farà crescere tutto il Paese. Più lavoro femminile vuol dire più ricchezza e benessere per tutti, ma anche dare compimento alla scelta democratica che le madri e i padri costituenti ci hanno consegnato: una democrazia animata dai sogni, le aspirazioni, i progetti, il contributo delle donne e degli uomini insieme.”
Le riflessioni e le proposte emerse dalla rubrica sono state fortemente condivise sia nel tono sia nei contenuti. Tra i temi più ricorrenti:
difficoltà nel conciliare vita privata e vita lavorativa;
donna multitasking;
politiche più favorevoli alla maternità e a donne single;
problema dello stereotipo sui generi;
disparità salariale;
creazione e sviluppo di una rete di servizi alla famiglia, un insieme di strutture e servizi che garantiscano un reale ed effettivo worklife balance;
rendere il congedo parentale il più possibile equo tra madre e padre, favorendo così una cultura della famiglia che metta sullo stesso livello i due sessi,
responsabilizzando anche l’uomo nella cura della famiglia;
la maternità, o meglio, la genitorialità, deve essere considerata in azienda come un credito, un’esperienza formativa e valorizzante con ricadute positive nel proprio luogo di lavoro e nella società, e non un “debito” come spesso oggi accade;
asili nido con orari flessibili;
rendere gli asili nido tutti gratuiti;
bonus da spendere nel lavoro di accudimento e formazione, soprattutto a favore delle professioni autonome e di quelle con grandi variabili di turni;
decontribuzione a favore delle aziende che mantengono l’occupazione delle giovani madri;
intraprendere un percorso culturale che veda il mondo del lavoro come uno spazio di pari opportunità e lo spazio familiare altrettanto;
rivolgersi agli uomini con una comunicazione sui media (film, social, tv, libri, radio, giornali ecc.) che dia spazio a nuovi esempi di mascolinità positiva.
Per approfondire e leggere le interviste a donne e uomini sul tema della parità di genere, per costruire un tavolo di riflessione quanto più ampio e produttivo. Cliccate qui!
Che siate all’inizio di una relazione o la stiate navigando da anni, la “festa della donna”, oltre mimose e radici storiche/sociali, è una buona occasione per gratificare le donne della vostra vita.
Per l’8 marzo tanti locali di Roma hanno elaborato una grande varietà di dolci, buone e accattivanti proposte. Ecco dunque una serie di bellissime location capitoline e preziosi consigli da tenere a mente che salveranno ogni occasioni di incontro, dall’ingresso al momento, cruciale, del conto, sperando non siano “rese dei conti”.
Cosa vogliano le donne nell’altro, cosa davvero cerchino in un rapporto, cosa si celi dietro al reticolo di psicologie emotive proprie di ogni essere femminile, non è dato saperlo. Ma qualche assunto trasversale credo si possa rilevare, dai “macro-temi universali” – come il rispetto – ai temi quotidiani, della complicità, reciprocità e intesa, fino ai temi extra-ordinari, quelli che costano una piccola attenzione in più ma sono capaci di generare grandi effetti a lungo rilascio, che fanno bene ad entrambi, a chi li fa quanto a chi li riceve, e rappresentano un twist che fa rima con la capacità di stupire con gesti e modi dedicati, unitamente alla capacità di sapere scegliere il luogo giusto a seconda delle occasioni e di sapersi comportare in ogni contesto.
Anche se il titolo è liberamente ispirato alla famosa commedia americana del 2000, Voi non siete Mel Gibson che si ritrova a saper leggere nel pensiero delle donne, ergo assimilare qualche regoletta su come comportarsi Vi spianerà la strada ad ogni tavola.
Potrebbe apparire noioso e/o borghese, ma non è così. Si tratta di piccole abitudini, le quali, una volta mescolate al vostro modo di fare, saranno decisamente molto più lievi delle figuracce in agguato se vi ostinerete a considerare le buone e belle maniere un territorio nemico.
Quindi, che siate all’inizio di una relazione o la stiate navigando da anni, la “festa della donna“, oltre alle mimose e alle radici storiche, è una buona occasione per gratificare le donne della vostra vita. Una data da cogliere e da vivere dal risveglio alla buonanotte, a patto che ci si sappia comportare. Per l’8 marzo, tanti locali di Roma hanno elaborato una grande varietà di proposte.
Di seguito 10 preziosi consigli da tenere a mente intervallate da una serie di bellissime location per un successo assicurato ad ogni occasione di incontro, dall’ingresso al ristorante al momento, cruciale, del conto.
1 – Ingresso
Il galateo dice che “se la porta del ristorante è chiusa, entrerà per primo chi ha invitato l’altro, precedendo gli altri ospiti. Se invece la porta è aperta, sarà il contrario”. Fatela semplice, fate passare prima la donna, porta aperta o chiusa è un bel gesto. Magari non ve lo dice, ma lo apprezzerà
2 – Prenotazione
Se non avete idea di dove prenotare o su cosa puntare vi basterà prestare attenzione alle Sue preferenze. Pensate bene a quale sia il momento della giornata da sottolineare, quello che ama di più o quello che vi da la possibilità di avere più tempo a disposizione.
Una volta prenotato e riservato il vostro tavolo, ricordate, dopo la porta di scostare la sedia per farla accomodare.
– Dolci Risvegli, Colazioni e Coccole per il palato
La colazione è un momento bellissimo da sottolineare, dal primo caffè a letto alle colazioni pantagrueliche fuori casa, alle torte simbolo dell’8 marzo. Non può infatti mancare la dolce mimosa, con il suo inebriante profumo di crema pasticciera e vaniglia, declinata in versione classica ma anche creativa.
D’Antoni dal 1974
Morbido pan di spagna, dal brillante color giallo dato dalle uova di alte qualità utilizzate nell’impasto, golosa crema pasticcera alla vaniglia arricchita dall’avvolgente crema allo zabaione, arricchita con marsala, e dalla spumosità della panna montata. Questi saranno gli inebrianti sapori che caratterizzeranno la giornata dell’8 marzo da D’Antoni, il laboratorio di pasticceria artigianale a conduzione familiare del quartiere Collatino di Roma. Parola chiave sarà, come sempre, qualità. Negli ingredienti e nelle tecniche utilizzate, finalizzate a un unico scopo: celebrare tutte le donne con una torta dal sapore genuino e autentico delle cose buone, fatte con cura e passione. Ma non finisce qui. Spazio anche all’oggettistica al coccolante fondente, al latte e bianco che omaggia la femminilità con leccornie dalla forma delle collane, degli abiti da donna e delle ballerine e décolleté. E infine, alle praline, di diversi gusti e forme, tra cui quelle all’arancia e al Cointreau o al caramello.
D’Antoni, via Dino Penazzzato 83, 00177 Roma. Per informazioni www.dantoni1974.it.
Madeleine
D’Antoni
Gruè
La celebre e stimata pasticceria di Marta Boccanera e Felice Venanzi omaggia tutte le donne con un’offerta di deliziose gelatine a forma di fiore dai primaverili gusti di mimosa, rosa, fior di aranci, fior di limone e violetta. Un caleidoscopio di colori e sapori ad accompagnare la monoporzione dedicata alla festa della donna composta da una base di pan di spagna basso con pralinato croccante, mousse al cioccolato bianco e vaniglia e un cuore fi fragola, lampone e mango . Immancabile la classica mimosa nelle due versioni, pan di spagna, chantilly alla vaniglia, frutti rossi oppure gocce di cioccolato fondente.
Pasticceria Gruè, Viale Regina Margherita, 95, 00198 Roma. Per informazioni www.gruepasticceria.it tel. 06 8412220
Madeleine Salon De Gastronomie
Da Madeleine, il bistrot alla francese del quartiere Prati di Roma, la mimosa si tingerà di rosa in occasione della festa della donna! L’8 marzo, il dessert più iconico di questa ricorrenza sarà in monoporzione, avrà un cuore di fragola e lime e sarà avvolto da una golosa crema al latte profumata alla rosa. Alla base un soffice pan di Spagna leggermente imbevuto con una bagna all’aroma di vaniglia e mandorla. Un vero e proprio omaggio alle donne, dunque, fatto da una donna: Francesca Minnella, la giovane e talentuosa pastry chef di Madeleine.
Su Viale Aventino, Casa Manfredi è un posto dove stare bene nato e cresciuto dall’amore tra Giorgia Proia e Daniele Antonelli, unitamente alla volontà di creare insieme qualcosa di speciale. Un posto in cui si riflettono sogni dolci e lievitati, in uno spazio dove potersi sentire sempre parte di una grande famiglia, proprio come a casa. Laboratorio di pasticceria artigianale, dove poter abbinare un caffè di primissima qualità, per la festa della Donna potrete assaporare “la Zhinka” che significa donna in ucraino, un omaggio alle donne ucraine con una base di Pan di Spagna, alla Mandorla, Lemon curd, Gel alla mora e una baverese di champagne Pinot noir.
Casa Manfredi, Viale Aventino 91/93, 00153 Roma RM,
Grezzo
Il dolce iconico di questo giorno speciale è sicuramente la Mimosa Crudista, che Grezzo propone in versione torta e monoporzione. Pan di Spagna sì, ma crudista, quindi senza cottura o lievitazione; con soli ingredienti vegetali, integrali e ottenuto attraverso un metodo innovativo di lavorazione a freddo, come avviene per tutti i dolci di Grezzo Raw Chocolate. Il cuore della Mimosa Crudista racchiude una crema al limone ed è ricoperto da una glassa di cioccolato bianco crudista, mentre il colore giallo è opera della curcuma. C’è poi una torta a forma di cuore, è “la Luminosa, rappresentazione che Grezzo vuole dare alla speranza, ricordandoci che il mondo può migliorare, che la situazione delle donne può migliorare” – parole del CEO di Grezzo Raw Chocolate, Nicola Salvi.
Contesto Urbano
Tutti i giorni dalle 07:00 del mattino alle 00:00 della notte. Contesto Urbano con la sua formula “all day long”, vi aspetta ogni mattina con una linea di pasticceria e cornetteria non convenzionale fatta di plumcake, torte ai cereali, Pancake allo sciroppo d’acero e una raffinata selezione tra le migliori miscele di caffè, rigorosamente servita secondo il metodo tradizionale di macinatura espressa. Sempre bella musica di sottofondo, atmosfere raccolte e un servizio cordiale ed accogliente. Si prosegue con apertici, pranzi, cene che spaziano dalla cucina tradizionale in chiave creativa ad una invitante Carta dei Burgers.
Contesto Urbano, Via Gallia 51/53, 00183 Roma
Gelateria Giuffrè
Giuffrè, gelateria e pasticceria. Un luogo dove l’arte del gelato e dei dolci è quella di una volta. Come la passione. Una passione lunga tre generazioni e che tramanda un’attenzione per le cose fatte bene tutti i giorni. “Venere” è la loro Torta speciale dedicata alla giornata di questo 8 marzo 2022; ed è composta da Frolla sablee alla mandorla, cremoso al cioccolato al latte, gelée al mandarino, crema chantilly allo zabaione, pralinato alla nocciola, meringa all’italiana e savoiardo. Disponibile anche su Cosaporto.
Giuffrè, Viale Trastevere, 255 00153 Roma
EATALY
Dal 7 al 13 marzo 2022 in tutti i ristoranti di Eataly Roma e al Bar Illy, situato al piano terra, sarà in vendita il dolce mimosa. Per ogni dolce venduto saranno devoluti 2 euro a Komen Italia per la lotta ai tumori al seno. Un’altra iniziativa si terrà nel ristorante Pizza & Cucina con una serata esclusiva e un menu ideato dalla chef del ristorante, Elettra Rampa. Anche in questo caso, una parte del ricavato sarà devoluta in favore dei progetti di Komen Italia.
Eataly Roma, Piazzale 12 Ottobre 1492, 00154 Roma
Divino il Cioccolato degli Dei
Anche per questo 8 marzo Valerio Esposito e Jennifer Boero, patron di Divino, la rinomata cioccolateria artigianale di Aprilia, dedicano alle donne una linea di sculture in cioccolato incentrata su uno degli accessori più amati: le borsette e le décolleté, must have dei guardaroba per la prossima stagione primavera/estate e simbolo per eccellenza dell’emancipazione femminile. Per l’occasione, la calzatura sarà realizzata interamente in cioccolato a latte, bianco o fondente e declinata in diverse colorazioni, finalizzate ad accontentare tutti i gusti, abbinate ai volti di tre grandi figure iconiche dello scorso secolo: Frida Kahlo, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe.
Divino il cioccolato degli dei, via dei Lauri 57, 04011 Aprilia (LT). Per informazioni www.divinocioccolato.it.
3 – Al tavolo
Al ristorante, una volta accomodati, aprire il tovagliolo sulle gambe e solo dopo sfogliare il menu. Un cameriere va sempre rispettato, ma anche il contesto fa la differenza e vi suggerisce il modo. Quindi, se siete in un luogo dal tono informale, rivolgetevi al personale con naturalezza, se invece siete in un ristorante con la R maiuscola o in un’ambita meta gourmet, è buona norma dare sempre del lei e mai del tu.
– Location da “Sogni con Vista”
Hassler Bistrot
All’Hassler Bistrot dell’esclusivo Hassler Roma creato da Roberto E. Wirth, omaggio alle donne all’insegna della tradizione con il classico dessert Mimosa dell’Executive chef Marcello Romano che delizierà la clientela femminile con questo dulcis in fundo già a partire dalla colazione, per proseguire a pranzo, all’ora del tè e a cena. Ai tavoli de Il Palazzetto, lo scenografico locale dell’Hassler Hotel che affaccia sulla scalinata di Trinità dei monti, si potrà degustare il cocktail “Sweet Temptation” a base di vodka, succo di ananas, succo di lime e sciroppo di banana, da sorseggiare insieme a una selezione di assaggi salati. Per informazioni: Hassler Hotel, piazza della Trinità dei Monti 6, Roma.
HasslerBistrot, email: bar@hotelhassler.it o tel. +39 06 699340. Il Palazzetto: vicolo del Bottino 8. Per prenotazioni Ristorante: Tel. +39 342 150 72 15 – Fax. +39 06 6789199; email: events@ilpalazzettoroma.com.
Settimo
Hassler
Adèle
Adele Mixology Lounge
Inebriarsi con il profumo delle mimose, omaggio per tutte le donne, perdersi nel cielo di Roma avvolti dalla calda atmosfera della terrazza coperta di Adèle Mixology Lounge sorseggiando un fresco cocktail dedicato alle donne: Rossella O’Hara, un twist a base di Cointreau, succo di arancia, bianco d’uovo, essenza di limone e Franciacorta. Per tutte le donne, e non solo, che vorranno farsi coccolare nella terrazza più cool della capitale.
Adèle Mixology Lounge, Via di Porta Pinciana 14, 00187 Roma. Per informazioni www.mirabelle.it tel. 06 4216838
Settimo Roman Cuisine & Terrace
Apertivo al tramonto, con vista sui tetti e sulle cupole della Città Eterna. Questa sarà la serata esclusiva che Settimo, il ristorante panoramico dell’Hotel Sofitel Villa Borghese, riserverà a tutte le donne. Un momento di convivialità e relax in un luogo incantato e lussureggiante, tra piante verdi e comode sedute in velluto impreziosite dal cangiante colore del cielo di Roma. Lo chef Giuseppe D’Alessio proporrà, in accompagnamento a cocktail e agli ottimi vini della cantina, un trittico di finger food studiati ad hoc per rendere ancora più speciale la serata. Per chi deciderà poi di rimanere anche a cena, sarà riservato inoltre uno sconto del 10%.
Settimo Roman Cuisine & Terrace, via Lombardia 47, 00187 Roma. Per informazioni www.settimoristorante.it.
Nuovi tempi, nuove regole, ma troppa tecnologia a tavola non è ben vista, dal momento che la circostanza dovrebbe indurci alla convivialità e alla condivisione di cibo e valori. Infatti capita sempre più spesso di osservare a tavola coppie o gruppi di amici/che con le facce infilate nei cellulari, intente nella consultazione ossessiva del proprio smartphone.
Per favore, sappiate riconoscere i momenti, a dar loro valore. Altrimenti avrete solo fotografie e mai ricordi veri. Se siete a colazione, a pranzo, a cena con una persona che amate, utilizzatelo solo in caso di necessità. Se proprio dovete, cercate un luogo appartato per una rapida conversazione.
5 – Mangiare fuori
Che al ristorante si vada per mangiare è lapalissiano: si mangia, ma non come se si fosse a casa propria. E non si tratta solamente di citare il buon galateo, piuttosto di buonsenso.
Se la vostra donna mostra una predilezione per ristoranti gourmet e atmosfere speciali Roma, come abbiamo visto, offre veramente tanto, lo stesso dicasi per derive fusion, di jazz e di mare.
– Suggestioni Fusion, di Musica e di Mare
Taki Ristorante Giapponese
Una Festa della donna nelle accoglienti atmosfere zen del Sol Levante da Taki, il ristorante dell’autentica cucina tradizionale giapponese nel quartiere romano di Prati. Per l’occasione, il locale di proprietà di Yukari Vitti (originaria di Kyoto) propone i piatti del menu à la carte, dove non manca una eccellente offerta di carne Hida Wagyu, la migliore del mondo e, dulcis in fundo, offre alle sue affezionate clienti una torta mimosa come da tradizione!
Taki, Ristorante giapponese, via Marianna Dionigi 56/60, 00193 Roma. Per informazioni: www.taki.it
Cantera Parioli
Primo ristorante “fusion meat” della Capitale con una proposta di sushi di carne e melting pot di sapori e mescolanze di profumi con tagli wagyu serviti in stile tataki, tartare, tacos ed altre ispirazioni dal mondo. Location moderna e arredamento minimal giapponese con pezzi d’autore fanno da cornice ed una cucina contemporanea e dinamica, divertente, creativa e colorata. Il format nel frattempo ha aperto a Mykonos, è da poco sbarcato a Milano.
Cantera Parioli, Via Ruggero Fauro, 2, 00197 Roma
Giulia Restaurant
Si celebrerà l’8 marzo anche da Giulia Restaurant, l’incantevole ristorante di ricerca situato all’interno di uno storico palazzetto affacciato sul “biondo” Tevere. Tra arredi di design, colori pastello e un’atmosfera di grande charme, la Festa della Donna sarà all’insegna della mimosa, dolce tipico di questa ricorrenza, riproposta dallo chef Alessandro Borgo e dalla pastry chef Erika Torres in versione 2.0. Una svolta dal tocco moderno per un dolce simbolo di questa giornata e della primavera in arrivo che si rispecchia perfettamente in quella che è la filosofia che abbraccia tutta la cucina di Giulia: identità, dinamismo e contemporaneità.
Per la Festa della donna Le Carré Français omaggia con due menu, di cui uno “veg”, altrettante icone della femminilità italo-francese: Caterina de’ Medici, originaria di Firenze e celebre in quanto regina consorte di Francia come moglie di Enrico II, e Dalida, cantante e attrice italiana ma naturalizzata francese, e famosa per essere stata la prima donna a vincere nel 1964 il disco di platino (con oltre 10 milioni di dischi venduti). Un anno che la vide anche seguire il Tour de France interpretando più di 2000 canzoni lungo i 2900 km percorsi. Due figure che, con il loro carisma e la loro storia, hanno avuto una grande influenza nella cultura dei cugini transalpini, seppur in epoche e ambiti diversi. Due menu, entrambi al costo di 28 euro a persona bevande escluse.
Le Carré Français, Via Vittoria Colonna, 30, 00193 Roma RM
Elegance Cafè
Musica, mixology e buona tavola. Questi gli ingredienti principali della serata dell’8 marzo in programma da Elegance Cafè, il jazz club romano situato nel cuore del quartiere Ostiense. Ad accompagnare gli ospiti nel corso della degustazione con menu alla carta ci sarà infatti il concerto live di un fantastico trio tutto al femminile: All Women Trio, una formazzione guidata da Raquel Silva Joly alla voce e alla chitarra, accompagnata da Flavia Ostini al contrabbasso e da Francesca Avolio alla batteria. Una serata dedicata alle donne e fatta da donne, dunque, per festeggiare al meglio questa importante ricorrenza. Il concerto è incluso con un menu di 2 portate a scelta tra antipasto, primo e secondo.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, 00154 Roma. Per informazioni www.elegancecafe.it.
Elegance Cafè
Giulia Restaurant
Livello 1
Nel giorno dedicato alle donne il salotto di Emilia Branciani nel cuore dell’Eur, frutto del cuore e dal lavoro di una donna volitiva, apre le sue porte a tutte coloro che avranno voglia di festeggiare o semplicemente regalarsi una serata dedicata. Cucina raffinata, materia prima d’eccellenza, una ricca carta vini e una drink list ricercata: questi gli ingredienti base del ristorante di pesce Livello 1 che per l’occasione accompagnerà il menu a la carte con le magiche e sofisticate atmosfere create dalle note suonate da Andy the Sax.
Ristorante Livello 1, Via Duccio Buoninsegna 25, 00144 Roma (Rm). Per informazioni www.ristorantelivello1.it tel. 065033999
Lux Restaurant & Lounge
Per brindare alle donne cullati dal profumo inebriante dello iodio e dal suono delle onde che si infrangono sulla banchina, Lux Rerstaurant & Lounge a Ostia propone un percorso degustazione studiato ad hoc per esaltare il mare e i suoi prodotti d’eccellenza. Accompagnati dalle note live del Maestro Alberto Laurenti, gli ospiti, accolti con un flute di benvenuto Rosè, potranno gustare il Polpo alla catalana seguito dal Sautè di cozze e dai Paccheri con calamari e carciofi in doppia consistenza. Il Filetto di branzino in crosta dorata completerà il menu aprendo le porte all’immancabile dessert: il Tiramisù. Il costo della serata è di 45 euro a persona, acqua e bottiglia di vino (ogni 4 persone) incluse.
Lux Restaurant & Lounge, Lungomare Duca degli Abruzzi 84 D, 00121 Ostia. Per informazioni www.luxexperience.it.
6 – Come placare l’appetito
Lo so, lo so. Grissini, focacce e pane, soprattutto se ben realizzati, sono una tentazione difficile da arginare. Anche se il galateo raccomanderebbe di non avventarsi sul cestino anche se si ha molta fame, la grande ricerca e attenzione in materia di panificazione da parte di Chef e Ristoratori hanno ormai eletto il pane parte integrante (o integrale) dell’esperienza a tavola, quindi assaggiate pure, magari con un buon Olio EVO, ma con garbo. Severamente vietato inforchettare il pane per avvicinarlo a Voi o di sbriciolare oltre modo sulla tavola.
Buona norma invece è versare per primi l’acqua e/o il vino al vostro ospite: una forma di cura e premura molto molto apprezzata.
7 - Postura e primo approccio al cibo
Ricordiamo ai più che “non è la testa che si avvicina al cibo, ma la forchetta che si avvicina alla bocca”. No, non sto dicendo di tenere i libri sotto le braccia o sentirvi RoboCop, ma non piegatevi sul vostro piatto stile mangiatoia. Per iniziare a mangiare aspettate che siano stati serviti i vostri ospiti. Non soffiate sulle pietanze per raffreddarle, aspettare che si intiepidiscano da sole, altrimenti cibi freddi o Sushi!
8 – Una serie di imperativi categorici
Repetita iuvant, dicevano i latini. Visto che siamo in tema, anche se siamo sicuri che non serva ricordalo, lo facciamo lo stesso.
No alla forchetta stile zappa, No al mignolo alzato mentre bevete; Non ci si tocca ripetutamente i capelli; Non si usano gli stuzzicadenti; Non si parla a voce troppo alta, nè con la bocca piena.
9 - Il Conto
Gesto annoverato tra gli ultimi, e sempre più rari, atti di cavalleria, lasciar pagare ad un uomo non toglierà nulla alla vostra indipendenza di donna, prima di percepirlo come tale, provate ad apprezzare la bellezza di un gesto che rappresenta la voglia di prendersi cura dell’altro.
Può accadere però che una delle due parti resista e insista per pagare. Beh, in quel caso bisogna stare attenti a non mettersi troppo in contrasto, rischiando di incrinare l’armonia.
10 – La mancia
Si, in Italia non è obbligatoria. Ma a meno che non siate in una pizzeria al taglio o in un take away, è sempre opportuno lasciare una mancia.
Sempre se la qualità del servizio vi ha convinto, ovvero se vi hanno servito bene, con gentilezza e competenza. Ma chi la deve lasciare e di quanto? Il fatto di pagare con carte di credito spesso diventa una scusa per non lasciare la mancia al cameriere. La mancia va lasciata sempre e con disinvoltura, e qualora si paghi con la carta di credito, la mancia va data in contanti, a parte, nel momento in cui il cameriere riconsegna la carta. Alternativa? Potrebbe lasciare la mancia chi non sta pagando il conto.
Ha avuto luogo oggi a Roma l’incontro presso la sede della Stampa Estera di Istituto Grandi Marchi – Nomisma Wine Monitor. Si è parlato di Sostenibilità, Autoctonia, Denominazione e Brand, nell’ambito di una ricerca speciale in tutti i settori, che ha approfondito temi e tendenze dal pre-Covid al presente, mettendo l’accento sul futuro.
Lo studio si è posto come obiettivo principale quello di rilevare le tendenze nel consumo outdoor dei Fine Wine confrontando due diverse fasi temporali – ottobre 2020 e settembre 2021 – che, a distanza di un anno, ha evidenziato sostanziali differenze nelle occasioni di consumo del Vino Fuori Casa.
L’indagine, commissionata da IGM (Istituto Grandi Marchi) e realizzata da Nomisma-Wine Monitor, ha l’obiettivo di valutare comportamenti e tendenze in due momenti distinti, a distanza di un anno, dell’attuale fase post-pandemica.
Il primo dato che emerge, in questa doppia indagine, è una ripresa nei consumi fuori casa, come attestano i recentissimi dati Istat che raccontano di una crescita, nel 2021 rispetto al 2020, del 22,3% nelle vendite food&vine presso la ristorazione italiana. Certo, la flessione rispetto alla fase pre-pandemica è rilevante, con un – 22,4% fatto registrare nel 2021 rispetto al 2019. In estrema sintesi se nel 2019 le vendite di food&wine presso i ristoranti si aggiravano intorno agli 85 miliardi di euro, nel 2021 si sono superati i 63 miliardi. Netto calo, quindi, ma con una decisa impennata nei confronti del 2020 che aveva fatto registrare un volume valutabile intorno ai 54 miliardi. Numeri che confermano le cifre emerse dalla ricerca IGM-Wine Monitor: se nell’ottobre del 2020 il 52% degli intervistati dichiarava di aver abbassato il consumo del vino outdoor, un anno dopo questa percentuale è scesa al 43%. La tipologia di locale che ha fronteggiato meglio questa contrazione è il ristorante (-41% dei consumatori di vino outdoor ha diminuito la spesa su questo canale, contro il -46% di winebar, enoteche, pub e bar).
“Soprattutto per i fine wine, che è la fascia sulla quale operiamo noi di Istituto Grandi Marchi – ha commentato Piero Mastroberardino, Presidente IGM – la ristorazione rappresenta un canale di importanza strategica non solo dal punto di vista business, ma anche culturale.
Non è certo un caso che il nostro gruppo, nella fase più dura della pandemia, abbia dimostrato in tutti i modi possibili la propria vicinanza al settore ristorativo, con iniziative dedicate alla promozione di questa grande risorsa della socio-economia nazionale”.
Sulle modalità e le scelte di consumo al tavolo del ristorante emergono informazioni interessanti. Pur sempre nell’ottica di un calo generale, dovuto soprattutto alle restrizioni, a reggere meglio sono stati i vini consumati al calice, dato incoraggiante anche per quello che concerne un approccio sempre più moderato e in qualche modo ‘’colto’’ nell’approccio alla degustazione dei vini.
Le occasioni migliori sono quelle “speciali” (feste e compleanni) mentre hanno sofferto maggiormente quelle “formali” (pranzi e cene di lavoro).
In linea generale la contrazione dei consumi outdoor rilevata nelle interviste dell’ottobre del 2020 è superiore a quella certificata nel settembre del 2021: -27% la differenza tra chi evidenzia un aumento della spesa per vino fuori casa rispetto a chi dichiara una diminuzione nel 2020 contro un più incoraggiante -19% nel 2021, frutto di un rallentamento nelle restrizioni ma anche di una maggiore attenzione nella qualità dei vini ordinati.
“Dopo due anni di convivenza con il coronavirus – ha sottolineato Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor – la nostra ricerca evidenzia prospettive di crescita per l’anno in corso, trainate da un maggior desiderio degli Italiani di cenare al ristorante. Il tutto contraddistinto da una sempre maggiore attenzione nei confronti di vini di alta qualità e di fascia premium che trovano nel canale della ristorazione il loro habitat naturale”.
Il sentiment che emerge dallo studio, soprattutto relativamente alle interviste del settembre 2021, lascia quindi intravedere un futuro a tinte decisamente più rosee, con un 35% dei consumatori che prevede una crescita della spesa per vino outdoor per questo 2022.
Ma quali saranno i driver di scelta? Il consumo al ristorante privilegerà in primis vini a denominazione e brand noti, con una maggiore attenzione alla provenienza locale o da vitigni autoctoni e con una contestuale ricerca di etichette che soddisfino la richiesta di sostenibilità (il 64% degli intervistati dichiara massima attenzione per ambiente e salute).
“Tutti elementi che connotano il profilo imprenditoriale delle famiglie del vino che fanno parte dell’Istituto Grandi Marchi – ha concluso Piero Mastroberardino – e che confermano la bontà della strada intrapresa sin dal momento della fondazione del gruppo.
Anche le ricerche da noi commissionate a Nomisma Wine Monitor vanno nella direzione di una strategia volta a migliorare, ogni giorno di più, la qualità della nostra proposta, sia con riferimento alle singole aziende, sia come progetto corale di promozione del vino italiano nel mondo”.
Si chiama Roland, è il neo-bistrot di Spazio Field, luxury location d’arte e d’eventi all’interno di Palazzo Brancaccio che abbraccia a sé i caratteri della definizione del sapore eclettico e dell’eleganza in una armoniosa continuità con l’arte classica.
Un’esperienza sensoriale eterogenea, coinvolgente e di grande gusto. Linee curve, andamenti sinuosi, spazi che legano pittura, scultura, stucchi, specchi, ampie stanze, marmi, affreschi: un’esuberanza decorativa che si accomoda a tavola su poltrone di velluto e assapora una cucina di matrice mediterranea con interessanti citazioni orientali.
Non capita spesso di varcare i grandi portoni di Roma. Di quelli che spalancano scenari d’altri tempi, che aprono nuove quanto antiche prospettive generate da ampie e nobili scale di liscio marmo.
Luoghi di Roma segreta, che destano meraviglia e stupore, che mescolano visioni contemporanee ben condite da canoni classici, varcando soglie di aristocratiche stanze, aprendo porte su livelli di realtà ricchi di fascino e di identità storiche in cui è piacevole lasciarsi sedurre.
Palazzo Brancaccio è l’ultimo Palazzo del Patriziato Romano costruito nel 1880 nel cuore della città eterna dalla volontà del Principe Salvatore Brancaccio, esponente di una delle più antiche ed illustri famiglie del patriziato napoletano, e della propria consorte Mary Elisabeth Field, ricca ereditiera americana.
Oggi si chiama SPAZIO FIELD, ed è il polo culturale e artistico di Palazzo Brancaccio, in Via Merulana 248, che omaggia Mary Elisabeth ed evidenzia il richiamo storico alle origini.
Il brand vuole imporsi come sinonimo di arte, cultura e intrattenimento istruttivo: un luogo in cui ospitare eventi dal prestigioso valore sociale e intellettuale, che contribuiscano allo sviluppo urbano e ad accrescere – quantitativamente e qualitativamente – l’offerta esperienziale della capitale italiana.
Oltre 1800 metri quadri di superficie, divisi in varie sale (tra loro eterogenee sotto il profilo artistico e architettonico) e uno spazio esterno adornato da un parco secolare e da un ninfeo realizzato dall’architetto Francesco Gai ad inizi Novecento.
ROLAND: Il Bistrot di Spazio Field
Il nome è un omaggio alla storia della famiglia Brancaccio. Roland, infatti, era il nipote di Salvatore Brancaccio e Mary Elisabeth; anch’egli principe della nobile famiglia.
A lui è ispirato il nuovo ristorante di SPAZIO FIELD: un luogo raffinato ideale per abbinare l’esperienza intellettuale degli eventi artistici e culturali a quella culinaria rimanendo all’interno del polo di Via Merulana 248.
Anche ROLAND si ispira, a suo personalissimo modo, all’abbinamento tra elementi della tradizione, tocchi creativi e rivisitazioni in chiave moderna.
Pilastro del menù è la tradizione mediterranea, contaminata da qualche ingrediente di matrice orientale, che citano il precedente Museo d’Arte Orientale di Roma (che abitava nelle stesse stanze) e così legano ai ricordi nuovi connubi di rimandi tra sapori.
Dall’arte alla cucina, dalla cucina alle forme d’arte tutt’intorno. Sostanza, equilibri e sicurezza espressiva vissuta nell’ampiezza delle sale, nei sapidi respiri del sole del sud e del Sol Levante, sotto soffitti di grande pregio artistico in una casa aristocratica di Roma che si rende accessibile a tutti.
50 coperti totali. Lo Chef si chiama Carlo Alberto D’Audino (ne parleremo più avanti) il quale, ben padroneggiando la grammatica dei sapori, ha composto un menu eterogeneo e ben pensato che spazia dal Pan Brioche, uovo strapazzato e tartufo al Carciofo, pecorino, menta e saba, davvero un buon piatto, dalla Fettuccia di seppia alla romana alla Battuta di manzo extramezzata, jus alle erbe e salsa tartara. Tra i Primi Piatti gli Spaghetti senatore cappelli, burro di manteca, alici e katsuobushi, intenso e avvolgente, semplice e vibrante. Nel Menu incuriosicono anche i Pasta di Gragnano, passatina di ceci, baccalà e agrumi e i Tortelli di patate, cime di rapa e brodo di prosciutto reatino; così come tra i Secondi la Triglia alla beccafico, julienne di cavolo viola e salsa scapece, il Bollito di manzo alla picchiapò e il Secreto iberico alla salsa teriyaki. La carta dei vini presenta un’accurata selezione a partire dalle bollicine come gli spumanti metodo classico, i Franciacorta e Champagne fino ad arrivare ai rossi più importanti come Barbaresco Gaia e Solaia Antinori passando per rosati e bianchi nazionali ed esteri.
Carciofo, pecorino, menta e saba
Spaghetti senatore cappelli, burro di manteca, alici e katsuobushi
Triglia alla beccafico, julienne di cavolo viola e salsa scapece
Executive Chef Carlo Alberto D’Audino
La lista dei drink racchiude i più classici cocktail realizzati con ingredienti di livello premium, un corner dedicato esclusivamente al Gin con oltre 50 etichette. Tra i signature realizzati dal barman Andrea Roccini troviamo:
il ROLAND MULE, con Vodka, lime, soda e cognac allo zenzero, cetriolo e lamponi; immancabile l’ELIZABETH’s DRINK, con Rum, Grand Marnier, bitter all’arancia, brandy all`albicocca e Lime fresco, e la variazione sul tema VICCHIO’s MARTINI, con Vodka fatta in casa allo zafferano, finto bitter all’acqua di riso e ceci, agrumi freschi e grand Marnier.
SPAZIO FIELD: La Location
La descrizione degli elementi essenziali che compongono gli spazi esterni ed interni di SPAZIO FIELD introduce i visitatori alla sua seconda qualità fondamentale: il suo valore artistico. All’interno del salone espositivo di Palazzo Brancaccio, arte moderna e arte contemporanea si fondono in un connubio sensoriale di raffinato valore storico e culturale.
Dall’elegante camino in legno alle mattonelle in terracotta, dai soffitti affrescati agli arazzi d’arredamento plurisecolari: tutto concorre a rendere SPAZIO FIELD il luogo migliore per ospitare un grande evento culturale, poiché – essendo già di per sé uno spazio dal valore artistico evidente – impreziosisce le opere in esso esposte. Questa considerazione, lungi dal ricoprire la funzione di mero artificio narrativo, è testimoniata dal fatto che SPAZIO FIELD è stata, fino al 2017, la casa del prestigioso Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”.
In ultimo, ma non di secondario interesse, è da considerare la posizione centrale di SPAZIO FIELD come un ulteriore valore aggiunto nella riuscita di ogni evento di successo. A due passi dal Colosseo, nel centro di Colle Oppio e nel cuore di Palazzo Brancaccio, SPAZIO FIELD è collocato in pieno centro nel panorama attrattivo di Roma. Tale elemento rappresenta un considerevole punto di forza nell’organizzazione di un evento artistico e culturale, che se ospitato a SPAZIO FIELD avrà la massima visibilità e la facilità di raggiungimento che esso merita.
Il Calendario Artistico di SPAZIO FIELD: ART OR SOUND
Il calendario culturale di SPAZIO FIELD si concretizza nel suo progetto di punta, ART OR SOUND. Un programma ricco di appuntamenti, all’interno dei quali le suggestioni musicali proposte da realtà d’eccellenza si accompagnano alle esposizioni artistiche di vario genere, per fornire ai suoi visitatori ispirazioni diverse eppure affini.
In corso la mostra da poco inaugurata dal titolo “Fiume Affatato” di Gioacchino Pontrelli, a cura di Claudio Libero Pisano. Le opere sono dedicate alla città di Roma e alla sua arte, unite nell’immaginario dal fiume Tevere.
SPAZIO FIELD
Via Merulana, 248 / 00184 – Roma +39 06 4873177 +39 392 9937487
Una sfida imperdibile per gli appassionati della PIZZA e per chi ama mettere le mani in pasta. E’ l’appuntamento con il “Vera Pizza Contest” organizzato da AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), ovvero il campionato mondiale della pizza fatta in casa, sempre più seguito, sempre più coinvolgente, sempre più premiante.
Dal 24 febbraio 2022 al 24 Marzo 2022 i concorrenti dovranno seguire il profilo Facebook @verapizzanapoletana ed inviare tramite Messenger la foto della propria pizza per totalizzare il maggior numero di consensi e vincere la partecipazione alle Olimpiadi della Vera Pizza a Napoli. Di seguito il link per tutto il regolamento.
Le scorse edizioni hanno visto partecipare più di 2.000 pizze da oltre 50 Nazioni del Mondo, e il seguito social raccolto, ha sancito ora più che mai, quanto la pizza sia uno dei grandi amori italiani e “topic” (argomenti più in voga) tra i #foodlovers.
L’incredibile successo delle passate edizioni ci ha spinto ad organizzarne una terza – spiega Antonio Pace, Presidente di AVPN – il Vera Pizza Contest riparte, sempre con il disciplinare AVPN a fare da pilastro, ma quest’anno introduce alcune novità come la possibilità di preparare la Vera Pizza Fritta o quella di utilizzare forni domestici a gas e a legna.
Inoltre i primi classificati del contest saranno direttamente qualificati alle finali delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana, in programma a Napoli dal 3 al 6 luglio, che sarà la prima competizione a vedere concorrere insieme professionista e amatori.
Il contest è gratuito e aperto a tutti, amatori e professionisti.
La base sarà ciò che è riportato nel disciplinare internazionale AVPN e i partecipanti saranno liberi di sceglierne la tipologia di Pizza da realizzare tra Vera pizza napoletana o Vera pizza fritta, unitamente al topping.
Che sia quindi Margherita, Capricciosa o una variante creativa, l’unico requisito inderogabile, oltre alla passione per la pizza, sarà l’utilizzo di un forno di tipo domestico che sia elettrico, a gas o a legna e per la frittura in padella o in friggitrice.
La sfida si dividerà in due fasi. La prima, dalle 12.00 (GMT+1) del 24 febbraio fino alla medesima ora del 24 marzo 2022. I concorrenti dovranno seguire il profilo Facebook @verapizzanapoletana ed inviare tramite Messenger la foto della pizza proposta, del forno o friggitrice in cui è stata cotta, oltre naturalmente, le generalità per poter essere iscritti.
La pizza di Agnieszka Eem (Polonia), vincitrice edizione 2021
Le foto delle pizze saranno pubblicate sulla pagina Facebook e votate dagli utenti tramite like. Nella seconda fase, subito successiva, le 50 foto con il maggior numero di voti saranno giudicate da una giuria internazionale composta da 10 maestri pizzaiuoli provenienti da diverse nazioni che deciderà, a suo insindacabile giudizio, la classifica finale entro il 30 marzo.
Nella valutazione terremo conto di diversi aspetti che vanno dalla forma alla cottura, dall’appetibilità alla farcitura. – dichiara Paolo Surace, presidente della giuria e consigliere direttivo AVPN – Il Vera Pizza Contest è per noi un modo per promuovere la pizza nel mondo con l’utilizzo di tecniche e prodotti di alta qualità come da disciplinare AVPN.
I PREMI
La votazione determinerà il podio con i 3 vincitori che, oltre a ricevere una madia ed una fornitura di farina Caputo, un kit di attrezzature Gi.Metal, una selezione di birre KBirr, una selezione di prodotti tipici La Fiammante e della Latteria Sorrentina potranno usufruire, a seconda della loro posizione:
Il 1° classificato vincerà un corso professionale base di 9 giorni da svolgere presso l’AVPN School, oltre al volo e soggiorno a Napoli, dal 3 a 6 luglio, per partecipare alle finali delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana 2022 nella categoria ‘’Amatori’’. Tra i premi ci saranno poi un forno per pizza Ooni Karu 16 e la nuova impastatrice M7 Massima di Mecnosud.
Il 2° avrà diritto a un corso professionale avanzato di 3 giorni da svolgere presso l’AVPN School oltre al volo a Napoli dal 3 a 6 luglio per partecipare alle finali delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana 2022.
Al 3° classificato andrà un corso amatoriale di 4 ore da svolgere presso l’AVPN School, oltre soggiorno a Napoli dal 3 a 6 luglio per partecipare alle finali delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana 2022.
I classificati dal 4° al 10° posto saranno direttamente qualificati alle finali della categoria “Amatori” delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana 2022 mentre tutti i primi 50 classificati vinceranno l’iscrizione gratuita al Club della Vera Pizza Napoletana.
Domani, Venerdì 25 febbraio, alle ore 20,00 alla PizzAria La Notizia 94 di Napoli appuntamento con “KPizz & KBirr”, percorso di degustazione con le pizze del maestro Enzo Coccia e il dolce del Caffè Delisa abbinati alle birre KBirr.
Classe 1962 e una passione contagiosa iniziata quando, ancora ragazzino, aiutava il padre, Antonio, nella pizzeria di famiglia.
“Non sono un’artista. I musicisti, gli scultori, i pittori lo sono. Sono un artigiano al servizio di una delle attività più antiche di Napoli, un pizzajuolo. Un pizzaiolo con un’identità, un cervello e un’anima”.
Anni dopo decise di affrontare una sfida in prima persona aprendo la sua pizzeria, o meglio pizzAria, alla maniera antica, La Notizia.
Tutto cominciò nel lontano 1994 con un film, quello del famoso regista Orson Welles, Quarto Potere, che un giorno vide e gli fornì ispirazione: Charles Foster Kane diceva che “se il titolo è grande, la notizia diventa subito importante”, allo stesso modo se la pizza è grande, La Notizia diventa subito importante.
Imponendosi sin dall’inizio della sua carriera come vero e proprio imperativo categorico l’impiego assoluto dei migliori ingredienti che la Campania offre, il maestro pizzaiolo ha saputo trasformare il prodotto popolare, conosciuto ormai anche negli angoli più remoti del globo, in autentica eccellenza gastronomica.
Difensore accanito della qualità e tra i redattori del disciplinare. Enzo Coccia si è battuto nel processo di certificazione della “regina” napoletana come Specialità Tradizionale Garantita, riconosciuta dall’Unione Europea nel 2009.
La sua storia riempie di inchiostro le pagine di giornali a tiratura mondiale, dal New York Times al Daily Telegraph, dal Wall Street Journal a Le Monde, che raccomandano la sua come migliore pizzeria d’Italia.
Ricorso esclusivo a prodotti di qualità, conoscenza profonda della tradizione e del territorio, ma, soprattutto, passione per il proprio lavoro: questi sono gli ingredienti del suo grande successo.
Nell’ambito di questa dedizione e continuo approfondimento dedicato alla PIZZA, la serata di venerdì 25 febbraio, rappresenterà un momento di incontro tra l’arte della pizza e la storia della birra nella città di Napoli grazie agli interventi di Fabio Ditto, CEO di Kbirr, Tommaso Luongo, sommelier della birra, e Lejla Mancusi Sorrentino, autrice del libro “La Birra”, moderati dalla giornalista enogastronomica Laura Gambacorta.
Menu
Margherita Fior di latte, pomodoro San Marzano Dop, parmigiano, basilico e olio evo Natavota – Kbirr
Pizza con scarola, acciughe, mozzarella di bufala campana Dop, ‘nduja di Spilinga e olio evo
Natavota Red- Kbirr
Pizza procidana
Scamorzetta di bufala, pomodorini alla brace, aglio, origano, prezzemolo, basilico e olio evo
Jattura – Kbirr
Pizza con mozzarella di bufala campana Dop, pomodori datterini, zucchine e bottarga
Cuore di Napoli – Kbirr
Dolce al caffè by Delisa Paliata – Kbirr
Ticket: 30 euro (birre incluse)
Ingresso solo su prenotazione / PizzAria La Notizia 94 – Via Michelangelo da Caravaggio, 94
9 settimane di votazioni per eleggere il 14° “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza – Premio Italia a Tavola”. Vincono, ciascuno nella propria categoria: Giuseppe Di Iorio per i “Cuochi”, Gino Sorbillo per i “Pizzaioli e Panificatori”, Sal De Riso per i “Pasticceri”, Ezio Indiani per “Sala e Hotel”, Tony Berry per i “Barman”, Jerry Bortolan per gli “Opinion leader”.
Si è concluso poche ore fa il sondaggio online targato Italia a Tavola che premia i Personaggi dell’Anno 2021 e il loro impegno nella valorizzazione del Made in Italy a tavola. A sbaragliare la concorrenza sono stati, rispettivamente nelle categorie Cuochi e Opinion Leader, Giuseppe Di Iorio, executive chef del ristorante stellato Aroma, e Jerry Bortolan, giornalista e critico enogastronomico, con un vero e proprio boom di consensi. Un Boom che ha travolto anche Gino Sorbillo per i “Pizzaioli e Panificatori”, Sal De Riso per i “Pasticceri”, Ezio Indiani per “Sala e Hotel” e Tony Berry per i “Barman.
Sei categorie, tre manche e oltre 190 mila voti complessivi solo all’ultimo turno. La quattordicesima edizione del contest Personaggio dell’Anno promosso dal magazine online Italia a Tavola è stato un vero trionfo per tutto il gotha dell’enogastronomia italiana. I nomi più prestigiosi del settore si sono battuti a colpi di click in una gara all’ultimo voto per aggiudicarsi un posto al vertice della classifica della propria categoria a riprova del proprio impegno nella valorizzazione del Made in Italy a tavola.
Incredibile è stata la partecipazione attiva del pubblico che nel primo turno ha fatto registrare un totale di ben 266.678 votanti, il secondo turno 185.550 votanti, e la fine dell’ultimo turno 192.618 votanti.
Cifre davvero significative considerando per la prima volta l’introduzione di una misura per garantire in tutte le fasi del gioco la massima sicurezza delle operazioni di voto tramite i propri username e password (previa registrazione sul sito di Italia a Tavola) oppure attraverso le credenziali del proprio account Google o Facebook.
Sul web e in particolare sui social il passaparola ha fatto sì che anche quest’anno dal sondaggio abbia premiato i candidati più apprezzati e sostenuti dal pubblico, che li ha voluti premiare per il loro impegno nel 2021 nella valorizzazione delle varie professionalità, del Made in Italy a tavola, del turismo e di tutte le eccellenze enogastronomiche che fanno grande il nome dell’Italia nel mondo. Unico rammarico, la mancanza di donne tra i vincitori del sondaggio, presenti però in larga misura sui podi delle varie categorie.
Sul gradino più alto nella categoria dei cuochi, con ben 7753 preferenze, è stato Giuseppe Di Iorio, executive chef del prestigioso ristorante Aroma situato all’interno di Palazzo Manfredi di Roma, dal 2014 insignito della prestigiosa Stella Michelin. È stato lui, infatti, a ottenere il più alto numero di consensi in tutte le manche della gara, iniziata lo scorso 21 dicembre.
“Sono felicissimo, sia per me che per Jerry perché siamo grandi amici. – dichiara Di Iorio – Vincere con lui mi fa ancora più piacere. In gara c’erano veri e proprio mostri sacri della ristorazione, quindi sono ancora più contento. Soprattutto dopo questo brutto momento della pandemia. Questo è infatti il primo riconoscimento importante dopo il Covid e voglio condividerlo con tutto il mio team. I componenti della mia squadra sono stati i miei primi sostenitori e li ringrazio tantissimo. Spero che questo premio sia di buon auspicio per i mesi futuri. In questi anni di pandemia ci è mancata la continuità, il rapporto con i clienti e l’adrenalina del servizio. Vorrei che questo fosse il primo passo per un ritorno alla normalità. In queste ore sto ricevendo molti messaggi di sostegno e congratulazioni che mi riempiono d’orgoglio e gioia. Vincere è stata dura. È stato un costante testa a testa ma ora voglio tenere questo riconoscimento stretto”.
Cuochi
La categoria dei professionisti dei fornelli ha totalizzato 36.960 votanti nel turno finale. Giuseppe Di Iorio del ristorante Aroma di Roma si è aggiudicato il primo posto in classifica con 7.753 preferenze ed è risultato il 2° nome più cliccato in termini assoluti (dopo quello di Jerry Bortolan negli “Opinion leader”). Medaglia d’argento per Alessandro Buffolino del ristorante Acanto dell’Hotel Principe di Savoia di Milano con pochi voti in meno, 7.692. Terza posizione per Alessia Uccellini del Ristorante Fiorentino di Sansepolcro (Ar) con 6.274 preferenze. Non hanno raggiunto il podio Antonino Cannavacciuolo del ristorante Villa Crespi di Orta San Giulio (No), 4° con 5.955 preferenze, Rosanna Marziale de Le Colonne Marziale di Caserta, 5ª con 5.540 preferenze, e Moreno Cedroni del ristorante Madonnina del Pescatore di Senigallia (An), membro Euro-Toques Italia, 6° classificato con 3.823 preferenze.
Pizzaioli e Panificatori
I professionisti dell’arte bianca specializzati in pane e pizza hanno registrato complessivamente 32.076 votanti nel 3° turno di gioco. Medaglia d’oro per Gino Sorbillo dell’omonima pizzeria di Napoli, che ha ricevuto 7.030 preferenze (3° candidato più votato in assoluto). Dietro di lui Gabriele Bonci di Pizzarium a Roma, già vincitore della scorsa edizione del sondaggio, che stavolta ha ottenuto 6.846 preferenze fermandosi alla 2ª posizione. Terzo posto per Franco Pepe di Pepe in Grani a Caiazzo (Ce) con 5.684 preferenze. A seguire, 4° classificato Matteo Cunsolo de La Panetteria di Parabiago (Mi), segretario dell’associazione di panificatori Richemont Club, con 4.938 preferenze; 5° posto per Renato Bosco dell’omonima pizzeria a San Martino Buon Albergo (Vr) con 3.857 preferenze; chiude la classifica in 6ª posizione Tiziano Casillo, consulente per la pizza e testimonial Italmill, con 3.778 preferenze.
Pasticceri
La categoria degli specialisti del dolce ha chiuso il terzo turno con la partecipazione di 30.985 votanti. La vittoria è andata a Sal De Riso dell’omonima pasticceria di Minori (Sa), nonché presidente AMPI-Accademia Maestri Pasticceri Italiani, che ha totalizzato 6.953 preferenze. Medaglia d’argento per Melissa Dolci di CoCo Bistrot a Roma, che di voti ne ha ricevuti 5.824. Sul terzo gradino del podio Iginio Massari della Pasticceria Veneto di Brescia con 5.627 preferenze. A seguire Maicol Vitellozzi, pastry chef del Ristorante Del Cambio di Torino, 4° con 5.292 preferenze, Angelo Musolino della Pasticceria La Mimosa di Reggio Calabria, presidente Conpait-Confederazione pasticceri italiani, 5° con 3.827 preferenze, e infine Vetulio Bondi de “I Gelati del Bondi” di Firenze, 6° con 3.516 preferenze.
Sala e Hotel
I professionisti dell’accoglienza e dell’hotellerie hanno terminato il sondaggio con 26.583 votanti nell’ultimo turno. Il titolo è andato a Ezio Indiani, general manager dell’Hotel Principe di Savoia di Milano e presidente di Ehma-European hotel managers association, che ha ricevuto 5.317 preferenze. In seconda posizione Livia Iaccarino, direttrice del ristorante Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Na) con 4.480 preferenze. Bronzo per Gaia Serafini, sommelier del Noïr di Ponzano Veneto (Tv), che ha ottenuto 4.333 voti. Fuori dal podio troviamo Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, 4ª con 4.272 preferenze, Alessandro Scorsone, sommelier e maestro di cerimonie a Palazzo Chigi, 5° con 4.263 preferenze, e Salvatore Castano, Miglior sommelier d’Europa & Africa Asi 2021, 6° con 3.963 preferenze.
Barman
In totale 26.294 i votanti che hanno partecipato all’ultimo turno e hanno espresso almeno una preferenza nella sezione dedicata ai professionisti del bere miscelato. La vittoria è andata all’unico uomo della categoria, Tony Berry, star di TikTok e barman del Porto di Ripetta di Roma, che ha totalizzato 5.352 preferenze. Secondo posto per Patrizia Bevilacqua di Bevande Futuriste a Treviso con 4.955 preferenze. Terzo gradino del podio per Vanessa Vialardi del D.One di Torino, che di voti ne ha ricevuti 4.679. In 4ª posizione troviamo Chiara Marsili del Botà Spirits & More di Catanzaro con 3.882 preferenze, seguita da Rachele Bottino dell’Almaranto Relais di Calamandrana (At), 5ª con 3.764 preferenze, e Carola Abrate del Dry Milano, 6ª con 3.702 preferenze.
Opinion leader
La sezione dedicata ai comunicatori, produttori e rappresentati delle istituzioni ha totalizzato il numero più alto di votanti nell’ultimo turno: ben 41.073. Qui troviamo anche il candidato che in termini assoluti ha ricevuto più clic da parte del pubblico: Jerry Bortolan, giornalista e critico enogastronomico, che si è aggiudicato la vittoria di categoria con la bellezza di 9.146 preferenze. Pioggia di voti anche per la seconda classificata, Nerina Di Nunzio, fondatrice di Food Confidential, che ha raggiunto quota 8.855. Medaglia di bronzo per Gian Marco Centinaio, ex ministro e attuale sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, che ha ricevuto 6.398 voti. Sono rimasti esclusi dal podio Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, 4° con 5.759 preferenze, Francesca Romana Barberini, voce di “Segreti in Tavola”, programma radiofonico in onda su Dimensione Suono Soft, 5ª con 5.541 preferenze, e Chef Hiro, star dei social nonché Ambasciatore della cucina giapponese in Italia, 6° con 5.460 preferenze.
Con oltre 9mila preferenze, è stato Jerry Bortolan ad aggiudicarsi il primo posto nella categoria di Opinion Leader, riservata a comunicatori, produttori e rappresentanti delle istituzioni, alla quattordicesima edizione del contest di Italia a Tavola. Un vero e proprio boom di consenso calcolando che, in termini assoluti, è stato il candidato a ricevere più click da parte del pubblico. Lui, noto giornalista e critico enogastronomico, reporter instancabile e globe trotter del gusto, ha alle spalle una ricca carriera fatta di interviste ai grandi chef e a volti noti della cucina e dello spettacolo, italiani e internazionali. La sua infinita curiosità e voglia di conoscere lo hanno infatti portato a girare il mondo alla scoperta di profumi, sapori e tradizioni diverse e lontane. Da New York a Miami, da Las Vegas a Los Angeles, da Vancouver a Toronto fino ad Acapulco e ai Caraibi, dal Brasile al Nepal. La sua penna ha raggiunto gli angoli più remoti del Globo per riportare a noi il racconto degli aspetti più veri ed entusiasmanti delle culture gastronomiche internazionali.
“La competizione è stata dura. Tre manche al cardiopalma. – racconta Bortolan – È stato ovviamente un gioco ma sono stato davvero felice di ricevere tanto supporto. Sono onorato della stima dimostrata in queste settimane da amici e colleghi, italiani e internazionali. Un riconoscimento importante, soprattutto dopo 40 anni di carriera attraverso le cucine di tutto il mondo. Con il mio lavoro ho avuto il piacere di incontrare chef e grandi personaggi dell’enogastronomia, padroni di tecniche e conoscenze straordinarie. Sono entrato in contatto con culture e tradizioni diverse che mi hanno portato ad aprire la mente e il palato a nuove esperienze. E questo, probabilmente, mi ha portato a ottenere questo importante premio. Sono contento poi che al secondo posto sia arrivata Nerina, una grande professionista e conoscitrice di questo settore”.
La catena Starbucks, accolta con febbrile entusiasmo dai giovani e i giovanissimi in Italia, nonostante le riserve degli amanti del tradizionale espresso, prende posto sul suolo Italiano, chiude due punti vendita a Milano e cambia strategia. Scopriamo insieme quale e quali sono state le motivazioni della chiusura.
Nonostante il colosso mondiale del caffè americano abbia già chiuso due punti vendita a Milano, per quella che inizialmente è sembrata una ritirata dalla Penisola, ha invece annunciato un piano di investimenti per aprire 26 nuovi negozi entro la fine del 2023, creando circa 300 nuovi posti di lavoro in due anni e riaffermando l’impegno a lungo termine dell’azienda che mira a una crescita continua in tutto il Belpaese.
Nel dettaglio, entro la fine del 2021 apriranno tre nuovi store, due in Lombardia e un secondo negozio a Torino. Altre 11 aperture sono previste nel 2022, e poi ancora ulteriori 12 opening nel 2023, in tutto il centro e nord Italia.
Fondata nel 1971, Starbucks Coffee Company approdava in Italia con la consapevolezza di affrontare un mercato complesso e molto particolare. Al di là del confronto con un Paese dove la cultura del caffè è legata a tradizioni antiche – a casa come al bar – sembrava che la sfida fosse già vinta in partenza nell’universo dei teenager.
Appassionati del brand più che del caffè, curiosi di scoprire le brew che verranno servite a Milano, i giovanissimi e le giovanissime sono erano già pronti ad assicurarsi il merchandising Starbucks. Di fronte alla Pandemia è caduto invece anche il mito del caffè americano. O almeno quello della modalità di consumare il frappuccino come nelle serie tv, seduti al tavolo e impegnati a scrivere sul proprio laptop.
Cosa ha determinato le chiusure milanesi?
Due i punti vendita chiusi, quello di via Turati e di Porta Romana. La causa? Un’inflessione di fatturato di circa il 50% dovuta alla pandemia e due impensabili fronti cui dover far fronte. Da una parte lo smart working e le limitazioni di movimento che hanno portato un drastico calo delle vendite tra i milanesi; dall’altra il calo dei turisti e della clientela cosmopolita sul nostro territorio, considerando la notorietà di Starbucks tra gli stranieri che avrebbero assicurato un indotto decisamente differente.
Starbucks in crisi? Cambia i format per Italia.
Non è nello stile americano ritirarsi di buon grado. Piuttosto si rilancia. Ma qual è il piano strategico previsto colosso del Frappuccino Take Away per attecchire sul suolo italiano?
La Sirena verde non ha di certo intenzione di lasciare Milano, né tantomeno di perdere il terreno conquistato fin qui, quindi per l’Italia, si modella, si reinventa. Perché se cambiano flussi e le coordinate di mercato, è necessario ripensare il format cercando di attirare una clientela italiana pensando a modalità di consumo diverse, più vicine e adatte al nostro rito del caffè.
A tre anni dallo sbarco in Italia l’azienda infatti sta già pensando a tre nuove tipologie di vendita, menu e relativi Layout. Gli store classici potrebbero lasciare dunque il posto al drive through, allo short store e al kiosk.
Tutti pensati per un tipo di clientela che non ama perdere tempo, e che è abituata all’espresso veloce, o alla bibita da sorseggiare passeggiando per scaldarsi nelle giornate fredde e trovare ristoro in quelle più afose.
Il Programma Espansionistico
Starbucks ha in progetto di arrivare a 40 negozi creando circa 300 nuovi posti di lavoro. In tutto il mondo infatti, tra Stati Uniti, Europa e Cina, nonostante il drammatico calo di fatturato nel 2020, il gruppo dovrebbe aprire nel prossimo periodo ben 2 mila negozi.
Nel settembre 2021, in occasione del terzo anniversario dell’apertura della Starbucks Reserve Roastery a Milano, il colosso ha annunciato l’intenzione di aprire altri 26 negozi entro il 2023. Ad aprile 2021 è stato inaugurato il primo negozio a Campi Bisenzio (Firenze) all’interno del Centro Commerciale I Gigli, e all’inizio di gennaio 2022 è stato aperto il primo drive-through a Erbusco (Brescia).
“Come per tutti i rivenditori di store fisici – spiega in una nota ufficiale Starbucks – il Covid ha avuto un impatto nei periodi di chiusura obbligatoria e di limitazione nei servizi. Continuiamo tuttavia a portare in Italia l’esperienza sicura, familiare e comoda di Starbucks nel lungo periodo e ad evolvere i format e le location dei nuovi negozi per rendere ancora migliore l’esperienza dei nostri clienti italiani”.
La notizia dell’apertura di Starbucks in Italia aveva già scatenato le proteste del Codacons a causa degli alti prezzi del caffè, cifre che, putroppo, ora sembrano nella norma a causa del caro caffè, con prezzi record in tutta Italia, come spiegato qui. Decisamente una magra consolazione, senza zucchero e senza panna.
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