Sara De Bellis

Autore: Sara

This is our archive page

Il progetto europeo “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!” vuole cambiare il modo di guardare al latte e ai latticini, riscoprendo il latte nella sua versione più “cool”.

Attraverso un poliedrico progetto che abbraccia l’Europa tutta, di durata triennale e promosso dal sistema cooperativo della filiera lattiero/casearia italiana e presentato da Confcooperative, il nuovo manifesto intende migliorare il grado di conoscenza di latte bovino e dei suoi preziosi derivati attraverso la promozione della cultura produttiva degli alti standard di produzione e grande tradizione europea, mostrandone caratteristiche, valori e nuove potenzialità.

Chi conosce l’episodio di Federico Fellini “Le tentazioni del Dottor Antonio”  tratto dal Film in 4 atti Boccaccio ‘70 (Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli e Luchino Visconti, 1962) ricorderà bene la filastrocca musicata da Nino Rota –“Bevete più latte/ il latte fa bene/ il latte conviene/ a tutte le età! (…)” – che fa da martellante colonna sonora all’installazione di un enorme cartellone pubblicitario nella periferia di Roma.

Nell’imponente immagine pubblicitaria, si stagliava una prorompente Anita Ekberg in abito da sera e larga scollatura la quale, sdraiata su un fianco, teneva in mano un bicchiere di latte promuovendone il consumo, facendo leva su rimandi associativi piuttosto espliciti, e tentando il Dottor Antonio, inflessibile moralista e moralizzatore. https://youtu.be/WNNf6MiLz2E

Era il 1962. Nino Rota allo spartito, Federico Fellini alla Regia, Ennio Flaiano e Tullio Pinelli alla sceneggiatuta, attraverso un Peppino De Filippo che vestiva i panni del Dottor Antonio Mazzuolo, puritano e intransigente, fotografano gli effetti del boom economico e i suoi sconvolgimenti mentali, culturali. Ma, nella sua sostanza, il motivetto appare perfetto ancora oggi per inneggiare al consumo di "latte italiano, prodotto nostrano, rimedio sovrano, per tutte le età!"

E’ un’ Italia certamente diversa quella di oggi, migliore o peggiore, sarà la storia a stabilirlo. Ma del Latte, questo è sicuro, c'è sempre bisogno. E non c'è bisogno bisogno solo di latte, ma anche e soprattutto di tutelare le mucche che lo producono, i casari che lo lavorano, gli artigiani che lo affinano, i paesaggi che li accolgono.

Per questo l’offerta cerca di stare al passo con i tempi, reinventando e diversificando le lavorazioni dell’alimento più antico, trasversale, duttile e consumato del mondo. Per rimanere in auge il latte, infatti, vuole diventare “cool”, e si veste da protagonista di interessanti cocktail, ricercati piatti gourmet e street food rivisitati.

E’ proprio “il latte che non ti aspetti” l’ingrediente chiave di “Unexpected Milk Experience”, l’evento andato in scena alla “Lanterna” di Roma, con un menu di sapore e sostanza, pensato e realizzato da Francesco Rivoglia, Executive Chef del catering di Enoteca La Torre Group per mostrare le tante potenzialità in cucina e nella cocktailerie di questo grande prodotto.

L’iniziativa ha coinciso con la presentazione alla stampa di “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!”, la nuova campagna di comunicazione promossa dal Settore lattiero-Caseario dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, realizzata da Confcooperative e cofinanziata dalla Commissione Europea per dare risalto al latte bovino e i suoi derivati.

Obiettivo dichiarato del progetto è cambiare il modo di guardare e consumare questi prodotti, scoprendone caratteristiche e valori che li rendono più che mai attuali e contemporanei, attraverso diversi canali, e uno spot promozionale presentato in anteprima ieri e visibile da oggi sui social e il sito www.thinkmilkbesmart.eu.

Il latte e i latticini Made in EU possiedono elevate qualità e sicurezza, mantenendo intatte le proprietà microbiologiche e organolettiche nonché tutti gli elementi nutritivi che li rendono così preziosi per una dieta bilanciata ed equilibrata. I prodotti europei tengono inoltre in massima considerazione anche il benessere animale, che rimane tra le priorità degli standard produttivi dell’Unione Europea e i più alti al mondo in materia.

La campagna nasce per valorizzare il settore, la sua cultura produttiva e gli alti standard in tema di qualità, sicurezza e benessere animale che contraddistinguono il comparto in Europa, ha affermato Giovanni Guarneri, coordinatore del settore lattiero-caseario dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Ci rivolgiamo ai giovani perché sono i più sensibili ai trend del momento, anche riguardo al cibo. (…) La produzione di latte è infatti una delle principali forme di presidio e tutela del territorio, siamo il primo comparto agroalimentare italiano per valore e il sistema lattiero-caseario cooperativo è un modello economico virtuoso e solidale. Vogliamo rivendicare il consumo di latte come elemento distintivo e di appartenenza a una generazione vincente.

La filiera lattiero casearia del sistema cooperativo italiano è uno straordinario esempio dell’eccellenza produttiva europea. Sono 600 le cooperative impegnate nel settore: fatturano 7 miliardi di euro, danno lavoro a oltre 13.000 persone con 17.000 stalle associate. Fra i prodotti lattiero caseari meritano senza dubbio una menzione i formaggi che si fregiano dei marchi europei DOP e IGP: rappresentano ben il 50% dell’intera produzione casearia nazionale, settore in cui l’Italia detiene una leadership assoluta a livello mondiale con 56 formaggi DOP e IGP riconosciuti, produzioni distintive dell’UE in grado di dimostrare in ogni parte del mondo la ricchezza, il legame con il territorio, la sicurezza, la qualità, l’eccellenza di tutte le produzioni agroalimentari dell’Unione.

IL PROGETTO

Protagonista del progetto è il latte bovino, con tutti i suoi derivati, valorizzando l’intera filiera lattiero casearia del sistema cooperativo italiano quale esempio dell’eccellenza produttiva europea.
Fra i prodotti lattiero caseari meritano senza dubbio una menzione i formaggi che si fregiano dei marchi europei DOP e IGP: rappresentano ben il 50% dell’intera produzione casearia nazionale, settore in cui l’Italia detiene una leadership assoluta a livello mondiale

I MESSAGGI, IL TARGET, IL VISUAL

Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare il settore lattiero-caseario, concentrandosi sulla formazione e la sensibilizzazione dei consumatori e dei media, anche attraverso il coinvolgimento di opinion leader, foodblogger ed influencer. L’obiettivo è quello di aumentare la fiducia dei cittadini, in particolare i più giovani, e proporre un’informazione corretta, documentata ed aggiornata.

I principali messaggi sono direttamente connessi al titolo del progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!”, un’esortazione/call to action, che riassume in poche ed incisive parole (che divengono anche claim della campagna), gli elementi centrali del progetto: se vuoi essere Smart, pensa/informati su quello che consumi, scegli i prodotti europei”. Il titolo porta inoltre l’attenzione proprio sul prodotto latte.

Il tone of voice è diretto, informale, vuole infondere familiarità e fiducia ed è pensato per un pubblico giovane, così come l’immagine coordinata del progetto. Nelle diverse declinazioni, con differenti protagonisti e contesti, resta il filo condutture del consumo di latte rivendicato come elemento distintivo e di appartenenza a una generazione vincente. Le parole chiave richiamate nelle diverse interpretazioni sono tutti concetti positivi associati al consumo dei prodotti lattiero-caseari europei.

I VALORI

La campagna si concentrerà su alcuni valori fondamentali del latte e dei latticini prodotti nell’Unione Europea: sicurezza, tracciabilità, qualità, proprietà nutrizionali, sostenibilità.
La filiera lattiero casearia europea utilizza tecnologie avanzate e investe in tecniche innovative, con l’obiettivo di rendere la produzione, la distribuzione e il consumo degli alimenti sempre più sicuri e sostenibili. L’Unione Europea dispone l’obbligo, in tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione, di poter rintracciare gli alimenti, così come i mangimi e le materie prime destinati alla produzione alimentare. Questo sistema è stato ideato e attuato per garantire la sicurezza e la salubrità dei prodotti in circolazione, con l’obiettivo di proteggere e salvaguardare la salute dei consumatori.

La campagna ha inoltre attivato il portale istituzionale www.thinkmilkbesmart.eu, articolato come una sorta di blog in continuo aggiornamento orientato ai consumatori, che potranno trovare in questo un punto di riferimento autorevole dove informarsi e approfondire. Sono inoltre attivi i canali social dedicati al progetto:

INSTAGRAM @thinkmilk_tasteeu

FACEBOOK Think Milk, Taste Europe, Be Smart

YOUTUBE Think Milk, Taste Europe, Be Smart

Read more

Abbinamenti tra vino e note, misurazioni scientifiche del variare delle percezioni sensoriali; Sound designer in grado di campionare i rumori della cucina e farne una melodia da assaporare live insieme agli stessi piatti: a Pisa dall’8 al 10 ottobre si studia come il digitale sta cambiando il nostro modo di mangiare.

Decine di panel di approfondimento presieduti da esperti internazionali, installazioni interattive e un ricco calendario di eventi collaterali di intrattenimento attraverso i quali si continuerà a indagare il tema chiave di questa undicesima edizione, ovvero il rapporto tra fisico e digitale, espresso dalla keyword #PHYGITAL.

La nuova frontiera del Pairing è con la Musica. Non quella di sottofondo, ma quella espressa dai cibi, campionata e montata su una precisa linea melodica da ascoltare mangiando. Il suono della lattuga lavata, il rumore prodotto dal coltello che incide la carne, così come quella degli aromi che si sprigionano durante la cottura divengono oggetti di esperimenti dall’ 8 al 10 ottobre a Pisa. Un modo ricco di nuove interazioni per entrare in contatto con l’essenza della materia prima, ma anche con i gesti della cucina, ambiente generalmente precluso all’udito.

Tecnologia e digitale stanno infatti allargando le percezioni sensoriali legate al cibo, misurabili in modo scientifico: abbinamenti di cibo, vino e note, sono infatti in grado di esaltare l’esperienza enogastronomica, renderla più vibrante e permetterci di fare un viaggio tra emozioni e ricordi, di sapori, di luoghi, di situazioni.

Due gli appuntamenti imperdibili per curiosi e gourmand, inseriti nella sezione Gusto Digitale del festival. Venerdì 8 ottobre alle ore 19.30 si terrà la degustazione sonora “Dal cuore ai sensi”, organizzata da CantinaJazz con la partecipazione di Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali UniPI, Istituto di Fisiologia Clinica CNR, che darà vita a un vero e proprio esperimento collettivo di multisensorialità eno-musicale.

I partecipanti saranno invitati ad assaggiare tre vini diversi per caratteristiche sensoriali e a ripetere la degustazione con un sottofondo di musica opportunamente abbinata e suonata live dal CantinaJazz Trio.

Per tutta la durata dell’evento saranno misurati alcuni parametri fisiologici dei partecipanti (principalmente il tracciato cardiografico, attraverso il cardiofrequenzimetro Zephyr HxM Smart, in grado di comunicare via Bluetooth con app su smartphone Android e iOS). I dati acquisiti saranno poi analizzati insieme al pubblico per capire quanto il cuore è disposto a degustare la musica e ascoltare il vino.

Sabato 9 ottobre, sempre alle ore 19.30, andrà in scena invece “Il suono del cibo, tra arte culinaria e musica elettronica”, il primo concerto da mangiare. La performance è a cura di Food Ensemble, progetto che fonde l’arte della cucina con la musica elettronica, nato da Francesco Sarcone, in arte Sarc:o, musicista e premiato sound designer, Andrea Reverberi, chef formato nelle cucine tradizionali amante della commistione di sapori ed esperienze, Marco Chiussi, sous chef e sommelier.

I rumori della cucina vengono campionati e si trasformano in musica, gli ingredienti si compongono e diventano assaggi per gli spettatori, che vengono coinvolti in un’esperienza immersiva e multisensoriale.

Entrambi gli incontri si terranno al Royal Victoria Hotel di Pisa (Lungarno Antonio Pacinotti, 12), ingresso libero su prenotazione online. E’ richiesto il green pass.

TUTTE LE INFO SUL SITO

Internet Festival è promosso da Regione Toscana, Comune di Pisa, Registro.it e Istituto di Informatica e Telematica del Cnr, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore insieme a Camera di Commercio di Pisa, Provincia di Pisa e Associazione Festival della Scienza. La progettazione e l’organizzazione sono a cura di Fondazione Sistema Toscana. Il direttore del Festival è Claudio Giua. Project leader Adriana De Cesare (Fondazione Sistema Toscana). Anna Vaccarelli (IIT-CNR e di Registro .it) e Gianluigi Ferrari (Università di Pisa) coordinano rispettivamente il comitato esecutivo e scientifico.

Read more

Una data da segnare in agenda quella di Domenica 10 Ottobre 2021, perché, dalle 11 al tramonto, dopo quasi due anni di silenzio, COUNTRY FOOD 2021 torna con la festa che riunisce Roma attorno al cibo in quel della bella Cooperativa Sociale Agricoltura Capodarco Mistica.

Natura, cibo, relax e tante cose da fare per grandi e piccini saranno gli ingredienti di questa edizione speciale di Country Food 2021 che vuole essere una festa in cui cibo e campagna romana saranno i primi protagonisti, ma che punta su rimarcare tematiche sociali attente alla riqualificazione dei quartieri periferici attraverso attività enogastronomiche e luoghi di aggregazione ludico – ricreative.

Dalle 11:00 al tramonto, attraverso la collaborazione proattiva di due Mastri birrai e sei ristoratori, prenderà forma “il grande pranzo all’aria aperta” sul prato della cooperativa sociale Agricoltura Capodarco.

Tra succulenti panini, arrosticini fumanti e birra ghiacciata, si potrà parlare di Roma dialogando con le molte realtà che hanno deciso di valorizzare il proprio quartiere con attività, progetti e lavori svolti ad aggregare, migliorare, sviluppare il luogo in cui vivono o lavorano.

Country Food è un palcoscenico naturale per esprimersi, per promuovere, per informare, per condividere in un clima di festa i propri progetti, lavori e attività.

Promozione, cultura, aggregazione, solidarietà, partecipazione, incentivazione questi sono gli obiettivi di Country Food 2021, che siamo sicuri di raggiungere. Ecco i protagonisti della cucina e del bere d’autore di Country Food:

Procarni & Suqulento; Pastificio Secondi; La bottega delle carni; Pork  ‘n’Roll; Agricoltura Capodarco; Vale la pena Macelleria i tre porcellini; Eternal City Brewing – ECB

Domenica 10 ottobre: il programma di Country Food 2021

dalle 11 al Tramonto, da 0 a 99 anni!

Presentazioni

Progetto “Ohana: in famiglia nessuno è solo” progetto che nasce con l’obiettivo di promuovere l’affido familiare di minorenni migranti soli.

Installazioni e proposte

Installazione “L’albero del Trullo” il grande fico centenario di Agricoltura Capodarco Mistica darà voce ai Poeti der Trullo. Dai rami scenderanno le poesie del movimento poetico che parte dalla periferia e si espande attraverso la rete. Un coro che soffia il vento del Metroromanticismo.

Le attività per i grandi e per bambini

Il Vento dell’est coinvolgerà i bambini con attività ludico ricreativo come l’angolo dei colori, il laboratorio di mosaico per bambini e molto altro

Attività consigliata da 1 ai 4 anni.

Union Rugby Seven Rome

Propone, avvicinamento al rugby, allenamento, partite come in un vero campo. In due appuntamenti, pre e post pranzo, scuola rugby Union Rugby Seven Roma farà avvicinare i ragazzi dai 4 ai 16 anni allo sport della palla ovale. Attività consigliata da 4 ai 16 anni.

L’ora di libertà propone letture e laboratori creativi no stop dalle 11:00 al tramonto.

Attività consigliata da 0 ai 99 anni.

La valigia dei giochi propone lavoratori creativi con bambini dai 4 anni.

Dalla valigia usciranno colori, pennelli, libri, colla, forbici e tantissimo materiale per creare piccoli progetti, per fare esperienze sensoriali e manipolative, che stimolano la fantasia dei bambini. Attività consigliata da 4 ai 99 anni.

Officine musicali scuola di musica propone il saggio della big band blues.

I 18 elementi della big band suoneranno a pranzo, il loro repertorio varia dai brani dei Blues Brothers ai quelli dei Commitmens. Attività consigliata da 0 ai 99 anni.

Come partecipare a Country Food 2021

L’ingresso con sottoscrizione libera minimo 1 €, per pagare le consumazioni agli stand il pubblico dovrà recarsi presso le casse e acquistare i gettoni del valore di 1 e 2 euro, dalle 11:00 al tramonto.

Per partecipare alla manifestazione occorre esibire il Green Pass. Sono esenti i minori di anni 12. Gli ingressi saranno contingentati per garantire un afflusso consono alla capacità della location. Lo staff sarà presente durante tutta la durata della manifestazione per garantire il rispetto delle regole ed evitare che si formino assembramenti.

È possibile prenotare i propri gettoni ed evitare la fila alla cassa scrivendo una email a info@sartidelgusto.it indicando nome, cognome e la quantità di gettoni che si desidera prenotare. Per informazioni e prenotazioni dei laboratori rivolgersi agli stand delle associazioni. Il programma completo e gli aggiornamenti sul sito.

Read more

Per il “Pollo Arrosto Day” 2021 una maratona social per celebrare il secondo piatto più amato dagli italiani con un lungo elenco di contributi, dalle videoricette alle sfide online tra chef stellati e influencer, con le testimonianze e le curiosità di Roy Caceres, Rosanna Marziale, Sonia Peronaci e Max Mariola.
Il tema della quinta edizione, promossa da Unaitalia, è “Tu di che team sei? #pettocoscia?” apre così una sfida per scoprire tutti i segreti nella preparazione di due tagli diversi tra loro per caratteristiche, struttura, risposta alla cottura e gusto da seguire su vivailpollo.it

POLLO, PASSIONE ITALIANA

Lo rivela un’indagine condotta da Doxa e commissionata da Unaitalia – Associazione che rappresenta la quasi totalità della produzione nazionale di carni bianche – la ricetta del cuore degli italiani è il pollo arrosto con le patate (69%), subito seguito dalla cotoletta (55%), dal pollo fritto (35%) e dall’ insalata di pollo (34%).
In Italia, si continua a preferire il pollo. La carne risulta la più acquistata (35% della spesa, dati Ismea) ma è anche la più amata, il 72% la consuma almeno una volta a settimana (ma il 26% arriva anche a tre volte), al pari di pesce e uova e molto più di altre carni (mediamente 50%). a pesce e legumi.
Dall’indagine 2021 emerge poi che gli italiani preferiscono la coscia (56% delle preferenze) al petto (35%), mentre ben l’80% degli italiani ignora che i polli destinata al nostro mercato vengono prevalentemente allevati tutti a terra e non più in gabbia da oltre 50 anni, la vera differenza che da valore alle parole “ALLEVATO A TERRA” la fanno la concentrazione negli allevamenti, la terra che calpestano, il sole e l’aria aperta, l’alimentazione che viene loro destinata, il ciclo di crescita e lo sviluppo naturale.
L’82% degli italiani (circa 40 milioni) mangia invece il pollo arrosto almeno una volta al mese e il 41% dei giovani tra i 18 e i 24 anni lo consumano almeno una volta a settimana. Il pollo arrosto conferma la sua leadership anche come tipologia di cottura, preferita dal 62% del campione, battendo nettamente griglia o piastra (49%) e spiedo (48%).

La SFIDA degli CHEF: PETTO O COSCIA?

Una giornata sul web all’insegna della sfida petto/coscia per disegnare i nuovi confini del pollo arrosto: da quella popolare delle rosticcerie a quella gourmet degli chef, fino a quella familiare con le ricette della nonna o della mamma (che rievocano il ricordo più caro del pollo arrosto per il 56% degli italiani).

Fitto il calendario di appuntamenti, con una lunga maratona che sta vedendo in queste ore protagonisti chef e influencer, e la possibilità per gli utenti di condividere foto e video delle proprie ricette preferite sui social.

Per tutti l’opportunità di cimentarsi nelle proposte culinarie di questa quinta edizione che chiama a raccolta Roy Caceres, Rosanna Marziale, Max Mariola, Sonia Peronaci. Presenti anche gli influencer Emilife, nonna Giovanna & Nicola.

In campo la più grande community italiana di amanti del pollo radunata su www.vivailpollo.it. Per le 14.:30 è in programma sul canale Facebook di Wilpollo, una diretta dal Food&Science Festival di Mantova, dove vi sarà un momento di approfondimento sul percorso intrapreso dalla filiera avicola in materia di sostenibilità, con il direttore di Unaitalia, Lara Sanfrancesco.

LA CARNE (bianca) FA MALE?

Si continua a sostenere che la carne fa male e che sia preferibile non esagerare con la carne rossa (più grassa). E’ anche vero che i medici consigliano però di sostituirla con le carni bianche (pollo, tacchino) povere di grassi e ricche di valori nutrizionali. Ovviamente parliamo di un POLLO di qualità, non solo allevato a terra, ma biologico ed organico, alimentato con cibi privi di soia e mais OGM. Un pollo sicuro, che non ci fa correre il rischio di esposizione ad antibiotici o disinfestanti. Ricordiamo, oltretutto, che gli allevatori non usano ormoni estrogeni per polli e tacchini per il semplice motivo che questo impiego può risultare vantaggioso soltanto per gli animali di grossa taglia.

FOCUS: Proprietà nutrizionali & Benefici del POLLO
Oltre a non aver alcun tabù religioso e ad essere un cibo che si presta a innumerevole preparazione, il pollo è trasversale: piace ai bambini quanto agli adulti, è perfetto per sportivi ed anziani perchè la carne bianca di pollo è magra, contiene un ridotto contenuto in colesterolo, è priva di carboidrati e ricca di sostanze nutritive essenziali, molte proteine nobili, calorie, vitamine e minerali (zinco, rame, ferro, ecc.). Grazie al suo moderato valore energetico (100 Kcal per 100 grammi di petto di pollo) è il cibo ideale per mantenere un peso forma.

Potenzia la massa muscolare. Il pollo, ricco di proteine nobili e di aminoacidi ramificati, è prezioso per il metabolismo dei muscoli e per smaltire le tossine derivanti da un intenso lavoro atletico. La parte più ricca di proteine è il petto ed ogni proteina contenuta nel pollo ha un compito specifico: sostegno strutturale, movimento del corpo, difesa da germi e batteri. Un buon apporto di proteine favorisce lo sviluppo muscolare e la crescita, favoriscono il dimagrimento.
Rafforza le ossa e le mantiene sane. Il petto di pollo, in particolare, è ricco non solo di proteine ma vanta anche un elevato contenuto di minerali (calcio, fosforo, selenio) che servono a mantenere sane le ossa rafforzandole.
E’ antistress. Il pollo contiene vitamina B5 e triptofano, due nutrienti in grado di ridurre naturalmente lo stress psicofisico. La vitamina B5 aiuta anche a sostenere le ghiandole surrenali e, in particolare, il triptofano è un aminoacido che ha il grande potere di rilassarci e renderci felici assicurandoci anche una buona qualità del sonno. Tutto questo perché aumenta i livelli di serotonina nel cervello e migliora l’umore.
È ricco di magnesio. E’ sorprendentemente ricco di magnesio, un minerale essenziale per la nostra alimentazione che contribuisce a mantenerci in salute svolgendo oltre 300 reazioni biochimiche nel corpo.
Potenzia il sistema immunitario. Sempre grazie all’alto contenuto di proteine che potenziano le nostre cellule, il pollo rafforza il nostro sistema immunitario. Una calda zuppa di pollo decongestiona il naso, fluidifica il corpo e lo arricchisce di sostanze nutritive che combattono l’invasione di batteri responsabili delle infezioni. Sempre in tema di sistema immunitario, grazie alla presenza di niacina (vitamina del gruppo B), il pollo difende da alcuni tipi di cancro (esofago, stomaco, colon retto) e da altri tipi di danni genetici (DNA).

È un grande alleato del cuore. La vitamina B6 presente nella carne di pollo contribuisce a prevenire gli infarti perché riduce i livelli di omocisteina responsabili degli attacchi di cuore. Anche il magnesio e le proteine, insieme alla vitamina B6, sono grandi alleati del nostro cuore.

È molto digeribile. Il pollo, da una parte, contiene aminoacidi che forniscono un elevato apporto di arginina, lisina e istidina ed aminoacidi ramificati (valina, isoleucina e leucina), dall’altra, vanta un ridotto contenuto di collagene e di fibre muscolari che rende la carne particolarmente masticabile e digeribile, specie se cucinata in modo semplice (ai ferri, lessata, arrosto).

È ricco di fosforo. Essendo ricco di fosforo, il pollo aiuta denti ed ossa ma anche il fegato, i reni, il buon funzionamento del sistema nervoso centrale.
Aiuta il metabolismo. Supporta il metabolismo attraverso il buon funzionamento della tiroide e degli ormoni grazie alla presenza di selenio che aiuta anche il sistema immunitario. Insieme al selenio, anche la vitamina B6 favorisce il funzionamento del metabolismo cellulare mantenendo alti i livelli di energia, sani i vasi sanguigni ed aumentando le calorie bruciate per mantenersi in forma.
Mantiene sani gli occhi. Grazie all’elevata quantità di retinolo, licopene, alfa-carotene, beta-carotene (derivati dalla vitamina A) il pollo si rivela un grande aiuto per la salute della vista.

Amico della pelle. Parliamo di tessuti, di pelle in particolare: i fegatelli di pollo contengono vitamina B2 (o riboflavina) capace di ridurre notevolmente i problemi della pelle e di ripararla, dalle labbra screpolate alla pelle secca.

Read more

In occasione dell’importante traguardo abbiamo rivolto qualche domanda al Direttore Francesco Testa, erede di un ruolo di comando all’interno della stessa famiglia che gestisce il ristorante da 90 anni, per indagare i maggiori cambiamenti ed evoluzioni di un’insegna storica romana.

90 Anni e non sentirli. Lo storico ristorante romano dell’Eur, in Via Dei Genieri, ha spento quest’anno le prime 90 candeline della sua lunga storia, una per ogni anno in cui la famiglia Testa si è occupata di ristorazione per grandi e piccoli eventi facendosi conoscere come una delle storiche insegne della Capitale in fatto di romanità a tavola.

“Scapicollo” in dialetto significa scosceso, così com’era il percorso per arrivare al primo locale di Monteverde, una fiaschetteria, appena una baracca a cui si accedeva con una scaletta di legno. Poi, negli anni 30 il trasferimento nell’attuale sede.

Nella nuova sede di “Checco allo scapicollo” trasferita all’Eur e che abita un parco di oltre un ettaro e mezzo, sono state festeggiate più di duemila nozze oltre a feste ed eventi privati, che hanno visto avvicendarsi schiere di Vip, dai prestigiosi nomi dello spettacolo a quelli dello sport, passando per politici del panorama nazionale ed internazionale.

«Vederli ritornare per festeggiare l’anniversario di matrimonio a distanza di anni e ricordare con gioia quel momento passato da noi è la più grande soddisfazione che si possa ottenere».

Così afferma il direttore Francesco Testa che, in occasione della ricorrenza, gli abbiamo rivolto qualche domanda per indagare i maggiori cambiamenti ed evoluzioni di un’insegna storica romana.

Quanto e come è cambiata Roma?

Roma una città in continua trasformazione, cambiamenti in tutti i quartieri compreso il nostro, l’Eur, e che ha toccato anche il ristorante Checco dello Scapicollo, sempre pronto ad inseguire il cambiamento ma con alcuni punti fermi inamovibili.

Quanto e come è cambiato Checco?

Abbiamo adeguato l’impiattamento, le tecniche di cottura, gli standard igienici e di sicurezza ma non le antiche ricette e le eccellenti materie prime del Lazio.

Quali sono ad oggi le più grandi differenze nella ristorazione?

Oltre alla cucina romana e tutte le sue ricette tradizionali, anche noi ogni tanto ci concediamo dei voli pindarici in altre cucine regionali, in ricette internazionali e nelle nuove forme di creatività culinaria ma… senza esagerare!

Quanto e come è cambiata la clientela?

Naturalmente anche la clientela è cambiata sempre più esigente ed informata che ci spinge a miglioramenti continui.

Quali sono stati i cambiamenti più significativi della location?

I clienti vengono accolti nella nostra location sempre curata e migliorata nel tempo seguendo anche un po’ le mode del momento della gestione e della scenografia degli spazi.

Qual è il piatto di Roma che non si fa più e quelli di Checco che resistono da 90 anni?

Ma come detto abbiamo dei punti fermi come l’amatriciana, la cacio e pepe, la gricia che sono in voga da 90 anni e non retrocedono di un passo, qualche piatto naturalmente si è perso come le fettuccine con le rigaglie di pollo ormai non più richiesto da nessuno. Comunque siamo sempre pronti a soddisfare le esigenze della nostra clientela con dedizione e amore come sempre. Vi aspettiamo!

Checco allo Scapicollo

Via dei Genieri, 5 – 00143 Roma EUR

Read more

Fuochi d’artificio per l’edizione 2021 di 50TopPizza. Francesco Martucci conquista per la terza il gradino più alto del podio, segue la Napoli di Diego Vitagliano e la Roma di Pier Daniele Seu, che porta la Capitale per la prima volta in vetta.

Abbiamo intervistato Albert Sapere, Direttore Editoriale di 50TopPizza, unitamente ai Vincitori della quarta edizione, per capire come sia nata la guida che fa stare i pizzaioli con il fiato sospeso, cosa rappresenti questo traguardo per loro, quali siano i criteri stabiliti e perchè sia così importante valorizzare e tutelare, oltre le classifiche e i campanilismi, la Grande Pizza Italiana.

Caserta, Napoli, Roma. Il paradigma della Pizza è cambiato, così come la sua geografia tradizionale che continua a modificare i suoi confini, ad aggiornare le sue coordinate. La scena si allarga, il palco dei maestri lievitisti diventa italiano, conferma un appannaggio non più solo squisitamente campano, abbraccia le diverse espressioni di Pizza moltiplicate da studi e risultati, territori, atmosfere ed esperienze. 

Mentre il comparto degli artigiani pizzaioli prolifera, allunga il passo, progetta nuovi spazi, supera le difficoltà e mostra scoperte tra tipicità, ricerca e abbinamenti su basi alveolate, nascono nuove guide e criteri per monitorare i progressi del settore e fotografare il nuovo Modello di Pizza Contemporaneo che punta alla qualità di tutte le sue componenti. 

Tra queste, la Guida on line 50TopPizza – curata da Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro – si è affermata con autorevolezza nel panorama enogastronomico in una una manciata di anni, premiando le migliori pizze e pizzerie italiane e del mondo, senza alcuna preferenza di stile, né principi ideologici. Ispirata al “concetto di buono” in senso ampio, con coerenza, e oltre le mode del momento, gli ispettori sono impegnati nel rispetto dei principi e dei criteri stabiliti dai curatori (riportati per esteso a chiusura dell’articolo). 

Così, per il terzo anno consecutivo Francesco Martucci si conferma il nuovo Re di Caserta, afferma la sovranità di sperimentatore indomito tracciando nuovi confini multidirezionali dell’esperienza Pizza, e “ririporta i suoi Masanielli” sul gradino più alto del podio di 50 Top Pizza, seguito dalla Napoli-Pozzuoli di Diego Vitagliano e dalla Roma di Pier Daniele Seu, che porta la Capitale per la prima volta in vetta.

A tal proposito, abbiamo intervistato Albert Sapere, Direttore Editoriale di 50TopPizza, unitamente ai Vincitori dell’edizione 2021 – Francesco Martucci, Diego Vitagliano e Pier Daniele Seu – per capire come è nata la guida, come si è evoluto nel tempo la figura del pizzaiolo, cosa rappresenta questo traguardo per i Maestri Pizzaioli, quali siano i valori vincenti da tenere per continuare a migliorarsi, e perchè sia così importante valorizzare e tutelare, oltre i campanilismi, la Grande Pizza Italiana. Buona Lettura.

Quanta Italia c’è nel prodotto Pizza?

La pizza è sinonimo di Italia, di Napoli che ne è la Capitale, anche se negli ultimi anni si mangiano buone pizze in tutte le parti del mondo, ma la qualità media in Italia, resta ancora inarrivabile.


Da dove nasce l’esigenza di pensare una nuova guida sulla Pizza?

Noi di pizza, quando dico noi, intendo Barbara Guerra e Luciano Pignataro curatori della guida con me, ce ne occupiamo da sempre. Il Luciano Pignataro wine blog è stato il primo network di comunicazione a parlare quotidianamente di pizze, pizzerie e pizzaioli, mentre invece Barbara e io siamo stato il primo congresso gastronomico con lsdm nel 2008 a mettere un pizzaiolo sul palco. Quindi semplicemente ci è sembrata una normale evoluzione di quello già facevamo.

Come si diventa uno dei Podi e Classifiche più ambiti in soli 5 anni?

Con un lavoro serio e con l’anonimato dei nostri ispettori. Infatti noi tre siamo la punta di un iceberg di un movimento fatto di oramai di più di mille persone sparse per il mondo, circa duecento solo in Italia. L’anonimato nel mondo moderno in cui tutti vogliono apparire è un grande valore.


Perchè è importante valorizzare e tutelare il comparto degli artigiani pizzaioli italiani?

Perché sono un grande motore economico di questo Paese. Lavorano da artigiani con gli artigiani che li supportano con i loro prodotti. Ricordo che quando ho cominciato c’era un produttore di pomodori del piennolo, oggi ce ne sono quasi una ventina e tutto questo grazie ad una pizza.

Quanto e come è cambiato il ruolo e la figura del pizzaiolo?

Continua ad essere un artigiano, però oggi è anche un pò manager. Le pizzerie oggi sono un mondo complesso, con tanti dipendenti, fornitori, spesso i rappresentanti sindacali, un’azienda a tutti gli effetti. Direi quindi artigiano/manager.

La pizza possiede le caratteristiche necessarie per accedere ai gironi e riconoscimenti dell’alta ristorazione?

Il pizzaiolo è il pizzaiolo con la dignità e l’orgoglio della categoria, riconosciuta dall’Unesco. Con quello della cucina sono due mondi diversi, che possono dialogare, ma chi fa le pizze è pizzaiolo e chi dirige una cucina è chef, che è diplomato all’Alberghiero.

Un pensiero sui 3 vincitori.

Mi ha emozionato mentre erano tutti e tre in diretta nella finale e si applaudivano a vicenda. Hanno dimostrato di essere dei ragazzi con dei valori importanti, prima che di essere i migliori. Un bel messaggio davvero.

Le Dichiarazioni dal Podio 2021


1° I Masanielli – Francesco Martucci

Caserta, Campania – Per la terza volta consecutiva in testa.

Dalla Guida

Un tempio della ricerca e dell’evoluzione del gusto sulla pizza tradizionale e contemporanea. Francesco Martucci ha fatto dello studio certosino delle materie prime la sua firma riconoscibile e ha usato la pausa forzata della Pandemia per studiare e sperimentare. Ingredienti d’eccellenza, combinati di farine, mix di consistenze, alternanza di cotture differenti, hanno reso le sue pizze esperienze uniche. Un sensibile salto di qualità che gli fa allungare il passo e alzare l’asticella. Materie prime di territorio e non solo per offrire all’ospite un vero viaggio nel gusto che varia con i tempi delle ricerche. Anche nel beverage c’è un rinnovo con un occhio di riguardo al territorio campano. Straordinari i dolci della compagna, Lilia Colonna. La mise en place è essenziale e precisa. Il servizio impeccabile e puntuale anche quando è strapieno.

Frittatina di Pasta dell’Anno 2021
PASTIFICIO DI MARTINO AWARD

Cosa rappresenta per Te il raggiungimento di questo traguardo?

Rappresenta molto, è la conseguenza di un lavoro fatto assieme a ragazzi straordinari, credendo un modo diverso dagli altri di concepire il prodotto pizza. Vincere una volta è bellissimo, Due volte è qualcosa di irragiungibile, Tre volte stai sulla Luna o su Marte, ed è tanta la gratificazione non per la vittoria in sé, ma per il percorso che ha portato fino a qui, un percorso che la dice lunga su quello che “abbiamo combinato”.

Cosa ha fatto la differenza determinando la tripletta ?

Sapersi adeguare al momento, studiare, mettersi in discussione, capire, provare a migliorarsi, ogni giorno.

Dove eri quando è arrivata la notizia?

Stavo lavorando. Mi trovavo a Identità Golose per una cena, mentre in contemporanea veniva svelata la lista e i premi dell’olimpo della pizzeria. La calma e il mood che io e la mia brigata abbiamo mantenuto nel corso della serata hanno sorpreso me stesso per primo; un atteggiamento che ha confermato una volta in più la maturità che questo gruppo ha raggiunto.

Quali sono i valori vincenti che un vero professionista dovrebbe portare con sé?

Educazione e Rispetto, verso gli altri, verso i clienti, i dipendenti e soprattutto verso se stesso.

A chi dedichi questa vittoria?

Ho sempre dedicato ad altri i miei premi, le mie vittorie, i miei successi. Ma questa volta, visto che il mio lavoro è sempre a disposizione degli altri, vorrei dedicarlo a me stesso, a tutte le mie rinunce che ho fatto per arrivare fin qui.

10 Diego Vitagliano Pizzeria

Napoli, Campania

Dalla Guida

10 di Diego Vitagliano è una certezza. Il locale è arredato con un sapiente connubio tra modernità e tradizione; i colori tenui, i soffitti in legno tinteggiato e il rispetto attento delle norme di prevenzione del Covid fanno sentire il cliente sicuro e a casa. Servizio impeccabile. Il menu delle pizze spazia fra varie ed interessanti interpretazioni delle classiche margherita e marinara e pizze più contemporanee in cui Diego Vitagliano esprime la sua creatività culinaria e valorizza ingredienti di ottima qualità. Ampia e ben presentata dal sommelier in sala, la lista di vini, birre e bollicine. Postazione dedicata al gluten free.

Diego Vitagliano – Pizzaiolo dell’Anno 2021
LATTERIA SORRENTINA AWARD

Cosa rappresenta per Te il raggiungimento di questo traguardo?

La 50TopPizza per tutti i pizzaioli rappresenta il riconoscimento di un lavoro fatto come si deve, io sono in classifica dall’ anno zero. Sono entrato in classifica che ero al 43° posto, poi il duro lavoro ha fatto sì che arrivassi sul podio, quindi questo podio per me è il frutto del mio lavoro.


Quali sono i valori vincenti che un vero professionista dovrebbe portare con sé?

I valori vincenti da tenere sempre a mente per me ne sono tanti, tra questi c’è “mai dimenticare chi eri e da dove sei partito” e “soprattutto mai dimenticare la gavetta quella vera”, quella che ti fa ancora oggi lavare un’impastatrice dopo aver impastato.

A chi dedichi questa vittoria?

Questa vittoria la dedico a mio padre è stato lui la prima volta a portarmi in pizzeria per imparare.

Seu Pizza Illuminati

Dalla Guida

Entusiasmo, passione, studio, intelligenza: una crescita esponenziale, quella di Pier Daniele Seu, a conferma dell’acclarato successo. Siamo ormai ai vertici nazionali: in un locale moderno fatto di ferro, acciaio ed ecopelle, con un avvio di fritti strutturati e assai golosi, e con dei dischi di pasta lievitata perfetti per maturazione, elasticità, fragranza e digeribilità. Sia nelle versioni classiche sia nel capitolo delle Seu Pizza, dagli abbinamenti variegati, stagionali, talvolta provocatori ma sempre a fuoco e ben pensati: dall’assoluto di tonno alla Seup d’oignon. Appendice sensuale quella delle pizze dolci, di totale abbandono. Vini e birre ben scelti e servizio puntualissimo.

Roma, Lazio

Cosa rappresenta per Te il raggiungimento di questo traguardo?

E’ stata un’emozione grandissima, soprattutto perchè Roma è per la prima volta sul podio tra le pizzerie migliori di Italia, e tra l’altro con un giovane il che fa capire che c’è un ricambio generazionale e che la classifica che guarda al contesto, non solo al nome, una sofisfazione grandissima


Quali sono i valori vincenti che un vero professionista dovrebbe portare con sé?

Rispetto per chi lavora per lui e con lui. La squadra è la parte più importante ed è grazie Latro valore fonfdamentale è l’identità, senza scimmiottare nessuno, cercare la propria starda


A chi dedichi questa vittoria?

La dedico ai ragazzi dello staff di Roma, che faticano con me, ai ragazzi della Pizzeria del Bulgari Resort di Dubai, alla Pizzeria Tac Thin and Crunchy di Ostia, a Me, Valeria e Brando perchè, nonostante il Covid è stato un anno stupendo!


Come funziona 50TopPizza

Qual è la filosofia di 50TopPizza?

La guida non ha principi ideologici, si ispira al concetto del buono in senso ampio ma predilige chi punta ai prodotti di territorio e stagionali quali fra tutti quelli a marchio europeo (dop, Igp, Stg), nonché i Pat come da elenco annuale del ministero.
Tenendo conto anche della compatibilità ambientale, si privilegia chi ha un progetto di pizza preciso che viene realizzato, al di là degli stili, con coerenza e senza inseguire le mode del momento. Gli ispettori, così come i curatori, sono liberi e autonomi, lavorando quindi in maniera incondizionata, impegnati nel rispetto dei principi e dei
valori appena enunciati.

Cosa premia 50TopPizza?

Gli ispettori della guida sono invitati a considerare la pizzeria nel suo insieme e a indicarla sulla base della sua capacità di garantire il benessere del cliente in base ad una sua scelta alimentare consapevole. Quant’anzi, a partire dal servizio proseguendo per le opportunità di scelta dei vini e delle birre, la pulizia e la bellezza dell’ambiente, lo stato dei servizi igienici. Ma non solo: importante è anche il benessere fisico, quindi la valutazione della pizza sia sulla base del gusto che della salubrità.

Quali sono gli elementi di valutazione di 50TopPizza?

1. La pizza

Deve essere anzitutto buona e digeribile a prescindere dallo stile adottato dalla pizzeria. In ogni caso subentra una valutazione su come siano stati combinati gli elementi. Importante e decisiva la qualità dei prodotti usati.

2. Il servizio

Aspetto fondamentale che fa la differenza quanto la pizza nella valutazione. La qualificazione del personale di sala, la sua capacità di spiegare la pizza, illustrare la carta dei vini e della birra, il sorriso e la gentilezza sono di fatto ritenuti fondamentali nella valutazione finale.

3. L’ambiente

Non importa che la pizzeria sia grande o piccola, è necessario che sia tenuta pulita, bagni compresi per tutta la durata del servizio. 50TopPizza apprezza i locali ben pensati e che abbiano attenzione anche al design.

4. L’attesa

Gli ispettori di 50TopPizza fanno la fila come tutti i clienti normali. Un elemento di valutazione è anche come viene gestito il flusso, se ci sono preferenze, se davvero si segue un ordine preciso e insindacabile, se ogni tanto si usa attenzione a chi sta aspettando (uno sfizio offerto, copertura per evitare di bagnarsi se piove, stufe se fa freddo).

5. Il vino

50TopPizza apprezza particolarmente le pizzerie che hanno introdotto le carte dei vini. Predilige quelle territoriali e regionali anche se non penalizza la volontà di offrire carte che comprendano bottiglie di altre regioni o anche di altri Paesi.
50TopPizza detesta e boccia le liste impersonali, le carte dei vini fotocopia date dai distributori, quelle che non rispettano le produzioni locali.

6. La birra

Stesso discorso anche per le birre artigianali. 50TopPizza però non penalizza chi sceglie solo birre industriali ma premia chi offre una proposta varia e poliedrica.

7. Beverage

Si sta affermando una particolare attenzione al bere miscelato. 50TopPizza registra quelle pizzerie che sono pronte a queste nuove tendenze purché non stravolgano il ruolo primario del vino e della birra.

Il sondaggio

Il lavoro di 50TopPizza parte con un primo grande sondaggio aperto a circa 150 ispettori in Italia scelti in base a loro dichiarazione scritta per non aver alcun rapporto commerciale diretto o indiretto con le pizzerie. È stato fissato un algoritmo che tiene conto del peso di ciascuna regione in base alla popolazione residente, al flusso turistico e al numero delle pizzerie. Ciascun ispettore può votare un tot di pizzerie della propria regione e un tot di altre regioni italiane a patto che le abbia visitate.

Cosa indica la classifica

Importante è considerare che 50 TopPizza non indica la migliore pizza o il miglior pizzaiolo. Indica la migliore pizzeria grazie al complesso dei fattori che abbiamo elencato.

Read more

Torna la Fiera dei Sapori a Frascati dal 24 al 26 settembre 2021. La manifestazione più panoramica dei Castelli Romani giunge alla sua quinta edizione e sceglie come tema “il gusto si mette in mostra” proponendo una selezione di interessanti Laboratori tematici sull’Olio Evo e sul Gelato, Storie di Vigne, Uomini e Cantine, Stand enogastronomici e Degustazioni en plein air.

Dal 24 al 26 settembre 2021, l’appuntamento è con la Fiera dei Sapori, un weekend di gusto e prelibatezze a Frascati, panoramica cittadina dei Castelli Romani a pochi chilometri della Capitale.

Sulla passeggiata panoramica, saranno tre giorni i giorni dedicati alla selezione dei migliori prodotti enogastronomici del territorio ed oltre, interpretati in chiave tradizionale e innovativa da Chef e Artisti di Cucina.

La Fiera, con oltre quaranta stand posizionati lungo l’elegante cornice della Passeggiata di Frascati in Viale Vittorio Veneto, è espressione di un territorio in equilibrio tra le sue tradizioni, grande voglia di crescita e valorizzazione dei grandi prodotti dei Castelli Romani.

A rappresentare i Castelli Romani e la loro voglia di ben mangiare grandi realtà del territorio e nuovi protagonisti di una cucina in profondo rinnovamento.

Le aree di degustazione – Un gusto per ogni… gusto!

Sei aree di degustazione, ognuna dedicata a una categoria di prodotti che sarà presente a Fiera dei Sapori: primi piattisecondi piattisfizidolcivini birra. Ad attendere i visitatori una ricca offerta di ricette, specialità, calici e boccali, tra i quali l’immancabile cacio e pepe o l’originale panino al baccalà con misticanza e cipolla caramellata. Che sia un assaggio di sushi o la più tradizionale porchetta, sarà possibile accompagnare ogni specialità con vini e birre artigianali dei Castelli Romani.

I laboratori tematici

Passeggiate con gusto, sapori della tradizione, prodotti tipici. Ma non solo. Il lungo weekend di “Fiera dei Sapori” diventa il luogo ideale per imparare, grazie a quattro laboratori tematici ad accesso gratuito. Per accedere è necessario inviare una mail di prenotazione a info@fieradeisapori.it.

• Masterclass sui vini castellani (sabato 25 settembre, dalle 18 alle 19). L’Associazione CastelliRomani Food & Wine vi condurrà alla scoperta delle aziende vitivinicole del territorio nellaloro produzione d’eccellenza. Una degustazione guidata organizzata da esperti del settore per promuovere e far degustare le eccellenze vitivinicole del territorio.

  • Slow olive, dalla guida extravergini al Presidio (venerdì 24 settembre, dalle 19 alle 20)La Condotta Slow Food di Frascati e Terre Tuscolane organizza un laboratorio di degustazione guidata dedicato agli olii extravergini castellani, selezionati dagli esperti di Slow Food.

  • La fisica del freddo e l’applicazione del…gelato (domenica 26 settembre, dalle 17 alle 18). Organizzato da “Frascati Scienza”, è un divertente spettacolo scientifico per conoscere le basi scientifiche di un prodotto amatissimo da ogni età. Al termine della dimostrazione sarà possibile assaggiare del buonissimo gelato preparato con azoto liquido a – 200°!

  • Slow Wine, storie di vita, vigne e vini (domenica 26 Settembre, dalle 18 alle 19). La Condotta Slow Food di Frascati e Terre Tuscolane organizza un laboratorio di degustazione del vino per conoscere le produzioni di una selezione delle cantine dei Castelli Romani.

Come funziona la Fiera dei Sapori

Come ogni anno, Fiera dei Sapori permette al pubblico di acquistare dei voucher, che possono essere utilizzati per accedere alle varie degustazioni. L’edizione 2021 ha però una novità: per favorire l’accesso in sicurezza, si dovrà acquistare un voucher online (www.fieradeisapori.it) del valore di 10 euro che darà diritto a 10 gettoni con i quali si possono gustare i piatti e i calici di vinoNell’area dell’evento – al quale si potrà accedere solo con Green Pass e voucher già acquistato online – si potranno acquistare altri gettoni a seconda delle proprie esigenze.

Nelle giornate del 24, 25 e 26 settembre gli orari di accesso sono differenziati: venerdì 24 settembre dalle 18 alle 23; sabato 25 settembre e domeni

L’evento, in collaborazione con Magnolia Eventi e il patrocinio del Comune di Frascati, è organizzato da Valica – prima tourism marketing company in Italia con all’attivo numerose manifestazioni su tutto il territorio nazionale, tra cui Borgo di Vino in Tour.

Read more

Irresistibile tagliato a mano, seducente tra due strati di pizza bianca ben unta, semplice e lussuoso con il pane casereccio, virtuoso con i fichi, allettante con la mozzarella, sfizioso attorno ai grissini, popolare con il melone, inatteso con l’uva nera: parliamo del Prosciutto Crudo o meglio, in questo frangente, del Prosciutto Crudo San Daniele D.O.P., uno dei Re dei Prosciutti d’Italia.

Caratterizzato dall’incontro tra i venti freddi delle Alpi Carniche e la brezza tiepida e salmastra dal mar Adriatico, mentre il corso del fiume Tagliamento agisce da termoregolatore naturale, la paria del “San Daniele” è il Friuli Venezia Giulia, la sua terra è quella di Udine e la sua storia ha antichissime radici da raccontare.

Solo tre ingredienti, anzi quattro: cosce di suino italiano selezionate, sale marino, il particolare microclima di San Daniele e il “Sacro Tempo“, che passa lento, impreziosisce ciò che è nato per durare e concentra il sapore.

Ogni Prosciutto di San Daniele, per potersi chiamare tale, richiede un meticoloso e paziente procedimento che garantisca il raggiungimento della sua peculiare forma, del suo profumo, del suo colore rosso-rosato, del bianco candido del suo grasso, delle sue calibrate sapidità: una tradizione secolare a forma di chitarra che ha reso “il San Daniele” un’eccellenza italiana apprezzata in tutto il mondo.

Nato da gesti antichi e mani esperte di Mastri prosciuttai, attraverso un sistema codificato di rigorose regole che trasformano carne di maiale e sale in un capolavoro di gusto, questo Prosciutto friulano si ottiene dalla lavorazione delle cosce fresche di suini pesanti italiani – ogni coscia è ottenuta da capi scelti di razza pesante Large White, Landrace e Duroc – nati, allevati e macellati in 10 regioni dell’Italia centro-settentrionale.

Infatti, la materia prima per il Prosciutto San Daniele a marchio DOP proviene esclusivamente da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria.

La filiera produttiva conta oggi 3.799 allevamenti116 macelli550 addetti e 31 stabilimenti produttivi: con circa 3 milioni di prosciutti prodotti l’anno, San Daniele rappresenta una consistente fetta delle esportazioni del made in Italy del settore agroalimentare.

CENNI STORICI e il IL MERCATO DI SAN DANIELE

San Daniele del Friuli è un comune della provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia, conta circa 8.000 abitanti e si trova all’interno dell’area dell’Anfiteatro Morenico. La principale attività economica del territorio si basa sulla filiera produttiva del Prosciutto di San Daniele DOP.

La posizione geografica e la composizione peculiare del suo microclima rendono San Daniele un luogo unico ed irripetibile per la stagionatura delle cosce di maiale, grazie alla concomitanza dei venti delle Alpi da nord e della brezza del Mar Adriatico che qui si incontrano.

Le prime testimonianze legate alla produzione e al suo consumo di prosciutto risalgono agli insediamenti di epoca preromana nell’area friulana compresa tra le Alpi Carniche e le Alpi Giulie, che include anche il paese di San Daniele, ma furono i Celti a fissare i principi della sua lavorazione.

Ogni prosciutto è il risultato di una lavorazione artigianale che avviene nel rispetto di una tradizione che viene ancora oggi tramandata da intere generazioni di famiglie del popolo friulano.

Le indagini archeologiche condotte nella Chiesa di San Daniele in Castello ci informano sull’utilizzo dei maiali per l’alimentazione umana già in epoca protostorica, ovvero tra fra l’XI e l’VIII secolo a.C.. Nel Medioevo si svilupperanno le pratiche dell’allevamento e della norcineria.

Gran parte della fortuna e prosperità di San Daniele deriva dall’essere stata per oltre sette secoli di feudo patriarcale; ed è il Patriarca che assegna a San Daniele il privilegio di attivare un mercato. L’attestazione più antica di mercato franco risale al 1063. Il privilegio viene confermato da Federico II nel 1232.

Successivamente, durante il Concilio di Trento, le cronache dell’epoca narrano che il Patriarca di Aquileia inviò ai prelati 12 prosciutti di San Daniele. Alcuni documenti testimoniano la presenza di questo salume anche nelle corti di Francia e Austria e sulle mense dei Dogi. Verso la fine dell’Ottocento a San Daniele c’erano già alcune ditte che potevano fregiarsi delle credenziali di “fornitore della Real Casa e dei Sacri Palazzi Apostolici”.

PROSCIUTTIFICI & CONSORZIO

Bisognerà aspettare gli anni ‘20 per far si che la produzione del prosciutto nel borgo friulano da artigianale divenga via via più strutturata. Nascono così i primi prosciuttifici che trasformano gli spazi domestici in veri e propri stabili industriali, fino a quando, l’intensificarsi della produzione porta alla determinazione di un Consorzio privato.

Fin da subito, questo gruppo eterogeneo, composto da produttori di prosciutto, cittadini della comunità di San Daniele e industriali di settori differenti, ha assunto il compito di preservare e diffondere il nome ed il marchio del prosciutto di San Daniele e di stabilirne le regole canoniche della lavorazione.

Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele costituito nel 1961 ai sensi dell’articolo 2602 e ss. del codice civile, oggi conta 31 soci produttori, i quali osservano regole stabilite e condivise dal testo del Disciplinare per la produzione di un prodotto riconoscibile e sempre uguale a se stesso.

Inoltre, vigila sulla sua corretta applicazione; tutela il marchio affinché non vi siano abusi o usi illegittimi del nome, del marchio Prosciutto di San Daniele e dei segni distintivi della Denominazione di Origine Protetta.

ARIA DI FESTA

Ogni anno, a fine agosto, nella cittadina di San Daniele del Friuli, il Consorzio del Prosciutto di San Daniele presenta un appuntamento per celebrare il Prosciutto di San Daniele DOP con un evento ad hoc con visite guidate negli stabilimenti di produzione, corsi e laboratori di degustazione, showcooking e Prosciuttifici aperti al pubblico e svelare i segreti della sua produzione.

METODO DI PRODUZIONE

La lavorazione inizia con la pesatura delle cosce che devono essere almeno di 12 kg. Si procede quindi alla rifilatura, per eliminare le eventuali imperfezioni dovute alla macellazione. Segue la salagione per un tempo variabile in rapporto al peso delle cosce; la tradizione vuole infatti che la coscia resti sotto sale un giorno per ogni chilogrammo di peso. La coscia ormai ripulita dal sale viene sottoposta a una pressione uniforme per 24-48 ore, che le conferisce la tipica forma “a chitarra”. Si procede con il ciclo di riposo, lavaggio, asciugatura e “sugnatura”, per arrivare infine a una delle fasi più importanti che è quella della stagionatura. È in quest’ultima fase che il microclima di San Daniele diviene protagonista indiscusso. La stagionatura si protrae per un periodo minimo di 13 mesi dalla data di introduzione nel prosciuttificio.

Selezione

Il San Daniele è fatto solo con maiali nati, allevati e macellati esclusivamente in Italia. I suini sono alimentati seguendo una dieta controllata, prevista dal Disciplinare di Produzione, a base di siero di latte e cereali nobili. Solo per le cosce che superano il controllo preliminare di conformità inizia il processo di lavorazione. Le carni scelte vengono conservate per 24 ore a una temperatura compresa tra -1°c a + 3°c così da farle “tonificare”. Infine, vengono rifilate con appositi tagli per favorire la perdita di umidità.

Salatura

Dopo ulteriori 24 ore le cosce vengono ricoperte di sale marino e stese ad una temperatura tra gli 0° e i 4°C. Da tradizione ogni prosciutto riposa in questa condizione per un numero di giorni corrispondente al numero di chilogrammi del suo peso. Questo processo consente la conservazione naturale, in mantenimento dell’integrità della carne e ne migliora il gusto.

Pressatura

Dopo la salatura, i prosciutti vengono pressati lungo la massa muscolare allo scopo di far penetrare in profondità il sale, drenare i liquidi in eccesso delle cosce e dare alla carne una consistenza ottimale per la successiva stagionatura. Questa fase, esclusiva del San Daniele, gli conferisce la caratteristica forma a chitarra.

Riposo

Le cosce salate vengono messe a riposare in saloni dedicati, dove viene mantenuta un’umidità variabile tra il 70 e l’80% e una temperatura compresa tra i 4° e i 6°C . Questa fase dura fino al quarto mese dall’inizio della lavorazione e permette al sale di penetrare in maniera omogenea nel prosciutto.

Lavaggio

Dopo il riposo le cosce vengono lavate con acqua tiepida. Questa fase è molto importante perché favorisce la tonificazione della carne e, con il cambio di temperatura, ha inizio il processo di maturazione.

Stagionatura

Il Disciplinare di Produzione prevede che la stagionatura duri 13 mesi dall'inizio della lavorazione e che avvenga rigorosamente all’interno del territorio comunale di San Daniele del Friuli. Durante tutto questo periodo è fondamentale mantenere una condizione ottimale di temperatura, umidità e ventilazione.

Proprio durante la stagionatura il prodotto acquisisce le caratteristiche organolettiche peculiari che lo distinguono e che dipendono direttamente dal clima del territorio, il colle di San Daniele: aria fredda da nord e aria calda dall’Adriatico, combinate dal corso del fiume Tagliamento che fa da “climatizzatore” naturale.

Il processo produttivo è rimasto inalterato nei secoli; l’introduzione della tecnologia si è limitata soltanto al miglioramento nell’organizzazione e nella movimentazione del prodotto all’interno dei prosciuttifici.

Sugnatura

PUNTATURA

Sulla parte non coperta dalla cotenna è applicata la sugna, una pasta costituita da grasso suino e farina di riso o di frumento, al fine di proteggere e al tempo stesso ammorbidire quella porzione di carne evitando così che asciughi.

Puntatura

Durante la stagionatura è necessario controllare periodicamente tutto il processo, e questo avviene attraverso una serie di controlli regolari su ogni singola coscia. Vengono effettuati due tipi di controlli: la battitura per controllare la consistenza del prosciutto e la puntatura che consiste nell’infilare un osso di cavallo in determinati punti della carne per valutarne lo stato di stagionatura e la bontà attraverso l’olfatto.

Marchiatura

Solo al compimento del tredicesimo mese avvengono gli ultimi accertamenti sul prodotto da parte dell’IFCQ, l’istituto di controllo. Solo i prosciutti che superano questi test vengono certificati e marchiati a fuoco con il marchio San Daniele, che comprende il codice identificativo del produttore e garantisce la qualità del prodotto.

ASPETTO E SAPORE

MARCHIATURA

Il Prosciutto di San Daniele DOP ha una tipica forma “a chitarra” ed è provvisto di piedino. Al taglio, la fetta si presenta di colore uniforme rosso-rosato, con striature di grasso di colore bianco. Il profumo è intenso, il gusto dolce e delicato. L’aroma è delicato e diventa più persistente con il protrarsi della stagionatura, si possono riconoscere sfumature tostate (crosta di pane), note di frutta secca e malto d’orzo. Il sapore è delicato, la sapidità e gli aromi tipici della carne stagionata si fondono insieme producendo una piacevole ed appagante sensazione in bocca.

NOTA DISTINTIVA

Il segno distintivo per eccellenza del Prosciutto di San Daniele è il marchio a fuoco del Consorzio che è impresso sulla cotenna. Il marchio è costituito dalla denominazione in forma circolare, dalla stilizzazione del prosciutto con le lettere SD al centro, ed è accompagnato dal codice numerico di identificazione del produttore. Alla vista il San Daniele si riconosce dalla presenza dello zampino e dalla sua forma, che ricorda quella di una chitarra. Per la perfetta tracciabilità di ogni coscia sulla cotenna, oltre al marchio, sono visibili anche il tatuaggio d’identificazione dell’allevamento, il timbro a fuoco del macello e la sigla DOT che riporta il giorno, mese e anno d’inizio lavorazione da cui si può ricavare il tempo di stagionatura.

Consorzio del Prosciutto di San Daniele

Via Ippolito Nievo 19
33038 San Daniele del Friuli
Udine – Italy
+39 0432 957515

Read more

Appassionato e sensibile, quando parla dell’Umbria e delle tipicità di questa piccola quanto ricca regione, il suo sguardo si illumina. 

Paolo Trippini, e il ristorante che porta la firma di famiglia a Civitella del Lago, si conferma essere una meta di grande gusto, piacevolezza e charme del centro Italia. 

Da qui, oltre le grandi vetrate, mescolate in un unico quadro dinamico di bellezza paesaggistica dominato al centro dallo “specchio di Corbara”, lo sguardo domina 3 regioni: il Lazio, l’Umbria, la Toscana. 

Siamo a Civitella del Lago, raccolto borgo di collina in provincia di Terni al confine con il Lazio, in posizione panoramica. Pochi passi dalla piazza per arrivare in Via Italia, 14, dai fratelli Trippini, dove Paolo in cucina e il fratello Luca in sala, hanno messo a punto una regia di bella accoglienza di Famiglia che nulla tralascia al caso.

Una lunga storia la loro. Fu infatti il nonno ad aprire, nel 1964, una trattoria divenuta in breve tempo tappa obbligatoria della zona e che, successivamente, il padre Adolfo trasformò in un locale più moderno e ambizioso.

Cifre stilistiche, approcci e orientamenti ben diverse che si sono sommate trovando, con Paolo e Luca, una nuova e solida equazione tra le pareti senza confini di ciò che rappresenta oggi il Ristorante Trippini: da un lato la voglia di trattenere un alto il livello qualitativo senza flessioni, dall’altro quella di raccontare e lavorare materie prime che ben esprimano la ricchezza di questo generoso territorio. 


“La verde Umbria e le sue colline sono il cuore dell’Italia, da qui parte la mia cucina. I piatti che realizzo sono espressione del mio legame con il territorio, con le sue tradizioni e le materie prime che lo caratterizzano, come il tartufo e i prodotti del bosco” dichiara lo chef Trippini, che dal 2015 è membro dei Jeunes Restaurateurs d’Europe.

Tartufo, olio extravergine di oliva, ortaggi, asparagi selvatici, frutti rossi, erbe aromatiche, carni da cortile, pesce di lago e nozioni della grande tradizione norcina si uniscono in un ideale paniere ricco di meraviglie in una personale idea di cucina.

Liberate la fantasia, scegliete le portate, create il vostro percorso” così recita la Degustazione a scelta tra 4, 5, 6 e 9 portate: Animelle di vitello carote al vermut, bieta; Quaglia imbottita, ricotta “montecristo” e asparagi; Baccalà, pera e peperone; Corona di maiale brado, cicoria, limone e nocciole “casa parrina”; Risotto finocchietto, tinca e yogurt di capra; Tortelli di grana con crema di piselli, ciliegie e caffè;  Tagliolini di segale con gamberi di fiume e fagiolo del piano di Orvieto; Maiale brado, cetriolo e orzo tostato; Petto di anatra, piselli e composta di pomodori; Dolce a scelta dalla carta.

La mano di Paolo Trippini è sempre attenta, forte e delicata, di impatto cromatico e sostanza gustativa. Ne sono un grande esempio tra gli Amouse Bouche i Macaron con patè di fegatini di pollo alla umbra, deliziosa esplosione di dolcezze, cremosità e croccantezza con piccole punte di sapidità; il Risotto finocchietto, tinca e yogurt di capra che trova un nuovo modo di raccontare lago e campagna: nicchie espressive amalgamate dalla piacevolezza in chicchi di un risotto che non teme stagioni; poi le Carni, Maiale, Anatra, Coniglio, di cui Paolo si conferma essere un sapiente interprete.

Una cucina di materia prima e respiro culinario, che non smette di guardarsi attorno, di scoprire, attingere e valorizzare i prodotti questa piccola quanto ricca regione e che conferma il Ristorante Trippini un’immancabile meta gourmet per conoscere l’Umbria e le sue due anime in accordo tra la creativa valorizzazione delle vecchie e nuove radici, e le espressioni di contemporaneità ben applicate.

Ad orchestrare questo concerto ben riuscito oltre a Paolo in cucina, ci sono Conny Cicilano, compagna di lavoro e di vita, e Francesca Matassa; mentre in sala, assieme a Luca, c’è Angela Gentili che assieme garantiscono proposte di una cantina di valide etichette tra blasonate, locali e opzioni brassicole, in un’accoglienza di grande classe e genuinità.

Facciamo un lavoro bellissimo – dichiara Paolo – in cui la passione,
il gusto, il rispetto delle tradizioni e delle materie prime ci rendono artefici della valorizzazione di un patrimonio storico e culturale i cui riconoscimenti ci ripagano di tutte le fatiche.


Per Paolo Trippini, oltre al Ristorante Gourmet di Civitella del Lago, la cucina è un sistema di sfide e nuovi piani professionali che, oltre a vederlo impegnato nei servizi di banqueting nelle storiche location umbre, si arricchisce di formule gastronomiche più scanzonate, attività e laboratori di formazione, oltre al temporary restaurant “Il Bosco Umbro” che ha portato al terzo piano di Eataly Roma una rappresentanza delle bontà di regione in chiave creativa, e nuovi progetti nel cassetto. Ma questa è un’altra storia.

 

Paolo Trippini – Civitella del Lago
via Italia, 14
Civitella del Lago – Baschi (TR)
tel 0744 950316
info@ristorantetrippini.com
Giorno di Chiusura: Lunedì

Read more

Un’oasi urbana all’ultimo piano dell’Hotel Sofitel Rome Villa Borghese, Panoramico Hotel a 5 stelle che offre ai suoi ospiti una cucina ricercata ma autentica, attenta al benessere e al gusto eseguita con cura ed esperienza dell’Executive chef Giuseppe D’Alessio.

Dalla prima colazione al brunch, dall’aperitivo con il tramonto su Roma alle incantevoli cene sotto le stelle, Settimo Roman Cuisine & Terrace vi attende per regalarvi lunghi momenti di piacere e bellezza.

Design contemporaneo, temi floreali, tavoli smaltati, lampade di ottone, stoffe preziose e poltroncine di stile, accolgono in un abbraccio di grande comfort gli ospiti di Settimo Roman Cuisine & Terrace.

In questa atmosfera trasognata e sospesa, a metà strada tra la “La Dolce Vita” romana e il modernismo dell’ “Art De Vivre” francese, dal Settimo piano dell’hotel Sofitel Rome Villa Borghese, lo sguardo è libero di vagare tra cupole maestose e palazzi storici, anche attraverso le ampie vetrate che incorniciano la sala in dialogo aperto con l’esterno, mentre la cucina di Giuseppe D’Alessio si accomoda a tavola.

Le sue radici campane, l’esperienze maturate all’estero, le filosofie stagionali, rendono il menu di D’Alessio ogni volta pensato e improntato sulla tradizione gastronomica del territorio laziale, realizzata con accattivanti, quanto funzionali al gusto, tecniche contemporanee presentati tra l’esuberanza estetica dei motivi tropicali e la concreta voglia di sapore italiano.

L’obiettivo dello chef Giuseppe D’Alessio, e della sua brigata, è infatti quello di lasciare un ricordo importante nella memoria dei suoi ospiti raccontando Roma e il Lazio attraverso il cibo e le materie prime, che vengono scelte con cura per rispondere agli alti livelli di piacevolezza e di aspettative.

Piatti iconici, che raccontano Roma e L’Italia, riconoscibili nel sapore, creativi negli accostamenti, ricercati ma senza eccessi, sia nella presentazione sia nella comprensione. Sapori schietti, uniti per esaltare le caratteristiche di ciascun ingrediente nella ricerca di una cucina che vuole raccontare “la buona cucina dello stivale”.

Il fornitore fa parte della brigata. Lo considero parte del team di cucina, per questo mi affido solamente a produttori selezionati. Con lui deve esserci soprattutto fiducia, come con tutti i miei collaboratori”, racconta lo chef Giuseppe D’Alessio.

Il nuovo menu estivo è colorato, all’insegna del benessere, piatti bilanciati e leggeri, con ricette di stagione in cui si prediligono verdure e pesce fresco tra inni alla cucina Mediterranea, come il Polpo arrostito pomodoro, capperi e origano, la Millefoglie di mozzarella di bufala, melanzane, basilico e pomodori essiccati e il Carciofo alla romana con alici di Cetara e crostini di pane fritti e il Risotto con crema di zucchine romanesche e i suoi fiori con tartare di spigola marinata e aceto di visciole.

Così come le Fettuccine all’uovo “Cav. Cocco” alle vongole con briciole di pane e peperone Crusco, il Carrè di agnello al forno e il Filetto di vitella a mo’ di saltimbocca, cicorietta di campo saltata e stracotto di cipolla, rivisitato nella forma, sapientemente centrato nel sapore.

Aperti a pranzo dal lunedì al venerdì, Settimo, propone una doppia proposta di business lunch, ciascuna di 2 portate: la prima a 29 euro mentre la seconda a 41 euro ( caffè e acqua inclusi) tra classici romani e piatti del giorno che ogni volta racconteranno una regione italianadiversa.

Il sabato, invece, si pranza solo alla carta con l’aggiunta di un piatto speciale pensato dallo chef per l’occasione, mentre solo per la domenica è prevista la formula brunch.

Dopo le ore 16:00 è possibile salire in terrazza anche per un aperitivo glamour (pasteggiando a cocktail con in abbinamento con piccole tapas dalla cucina) oppure per una semplice merenda con tè, tisane, succhi bio e centrifughe espresse, sospesi tra le bellezze della città eterna.

LA COLAZIONE

Tutti i giorni, dalle ore 6:30 alle ore 10:30, l’appuntamento per la colazione da Settimo è diventato un rito immancabile.

Aperto sia agli ospiti dell’hotel sia al pubblico esterno che desidera salire sul rooftop per il pasto più importante della giornata, il servizio della colazione è à la carte con una classica e variegata proposta di lievitati e dolci artigianali tra cui cornetti francesi, pasticceria italiana, crostata di marmellata, torta caprese e ciambellone, arricchita anche da una parte salata con mini baguette, pane casareccio e pizza romana.

E ancora, golose crêpe, french toast o pancake, con topping di sciroppo d’acero o conserve di frutta, oltre a una selezione di yogurt da abbinare a cereali come corn-flakes, muesli, riso soffiato e fiochi d’avena. Immancabile la sezione dedicata alle uova, che arrivano sempre di giornata, e sono disponibili strapazzate, fritte, alla coque, al piatto come omelette con prosciutto, formaggio, funghi e cipolle, solo su richiesta con salsicce di pollo o bacon. Inoltre, il menu è ampliato da contorni di stagione, formaggi italiani e francesi, salumi nostrani e salmone. A completare la ricca offerta, non mancano mai frutta e colorate macedonie, spremute espresse e centrifughe, tutta la caffetteria con espresso, caffè americano, cappuccino, tè e tisane. Su richiesta anche proposte per celiaci come pane e dolci monoporzione.

IL BRUNCH

Ogni domenica l’appuntamento sul panoramico e lussureggiante salotto “en plein air” di Settimo è con il ricco brunch dalle 12:00 alle 15:30: cestino del pane con marmellate e burro, la selezione di salumi e formaggi del territorio, prosciutto crudo di Parma 24 mesi oltre al salmone affumicato con pane integrale tostato. Poi, ancora uova strapazzate, omelette, uova benedettine, contorni di stagione, insalate. Poi la pasta a scelta tra Amatriciana, Carbonara o Pomodoro e basilico, o il roastbeef con patate al forno, verdure ripassate. I dolci sono golosi e invitanti: waffle, pancake o crêpe al cioccolato, french toast oltre alla pasticceria mignon, torte, muffin dolci, sfogliatelle napoletane e frutta fresca.

IL DESIGN

L’architetto parigino Jean-Philippe Nuel ha dato vita a un progetto che racconta la fusione tra cultura francese e italiana. L’ispirazione arriva dalla posizione del ristorante stesso, posto al settimo piano dell’hotel, con lo sguardo che è libero di vagare da San Pietro ai pini di Villa Borghese e di Villa Medici. La natura entra in maniera preponderante nel locale e i temi del progetto sono il dialogo tra l’interno e l’esterno, la natura, la contemporaneità dello stile d’accoglienza e l’esaltazione della convivialità.

BIOGRAFIA | GIUSEPPE D’ALESSIO – CHEF

Salernitano di origine, Giuseppe D’Alessio ha frequentato la scuola alberghiera iniziando da subito a lavorare all’interno di hotel, compagnie e ristoranti internazionali del gruppo Meridien, collezionando numerose esperienze. Prima in Italia e poi in Europa, si è perfezionato nelle cucine di alberghi di lusso in Inghilterra, Francia e Germania, tra i quali due ristoranti stellati Michelin: l’Orrery di Londra e il Jacques Maximin di Vence in Francia. Rientrato a Roma nel 2004 per affiancare l’executive chef alla Terrazza dell’Eden, dal 2011 è lo chef di Settimo, il ristorante panoramico situato al 7° piano del Sofitel Rome Villa Borghese. La cucina di Giuseppe D’Alessio è ispirata alla grande tradizione gastronomica italiana. Le origini campane emergono con forza in ogni proposta, dando ampio risalto alla scelta di ingredienti genuini, selezionati presso produttori di fiducia e a km zero, e alla loro preparazione che coniuga perfettamente la creatività con il rispetto della memoria culinaria nostrana. Perché, sostiene Giuseppe, una volta assaporato, la clientela internazionale deve saper riconoscere il vero carattere della nostra cucina. Sapori essenziali quindi, ricercati con grande competenza per “viziare” il palato dei commensali.“Sono sempre stato incuriosito dalle culture di altri paesi rimanendo comunque legatissimo alla mia: la cucina è il biglietto da visita di un popolo. Dietro all’alimentazione di ogni Paese c’è una storia antichissima e a me piace scoprirla. – racconta lo chef – Lavorare in team così importanti, al fianco dei grandi maestri della cucina come Turner e i fratelli Galvin, è stato un grande stimolo per me”.

PHOTO – All Rights Reserved www.albertoblasetti.com

Settimo Roman Cuisine & Terrace

Sofitel Roma Villa Borghese

Via Lombardia 47 – 00187 Roma

Tel. 06.478.022.944

Read more