Prosegue fino a domenica 20 settembre la 17^ edizione di Vinòforum – Lo Spazio del Gusto di Roma nel verde del Parco Tor di Quinto. Più di 12.000 mq, 600 aziende vitivinicole di qualità e 2.500 etichette in degustazione, grande cucina, laboratori sull’Olio Evo, Top Tasting con degustazioni dedicate ad alcune delle perle della viticoltura guidate da produttori, enologi e personaggi di primo piano del settore, approfondimenti sul caffè e sul Sigaro Toscano.
Mangiare e bere sono da sempre due attività estremamente correlate, mescolate tra loro. Mangiare, assaporare le proposte dei piatti dei grandi chef al lavoro nelle cucine a vista della manifestazione, e poter sperimentare abbinamenti con le etichette in degustazione è un modo per divertirsi e contestualmente formare il palato.
I temporary restaurant di Vinòforum ospitano infatti fino al 17 Settembre alcuni dei migliori osti e cuochi di Roma e del Lazio, che per l’occasione propongono tre tra i propri piatti più iconici e acquistabili, senza prenotazione, a partire da una popolare cifra di 6 euro a portata.
Potrete scegliere tra Tommaso Tonioni di Achilli al Parlamento (Roma), Yamamoto Eiji di Sushisen (Roma), Federico Delmonte di Acciuga (Roma), Paolo Borgese di Collegio (Roma), Marta Maffucci di Misticanza (Roma) e Stefano Caucci di Peppo al Cosimato (Roma), Gabriele Muro di Adelaide al Vilòn (Roma), Roberto Campitelli de L’Osteria di Monteverde (Roma), Eleonora Masella de La Credenza (Marino), Duccio Bruttini di Beef Bazaar (Roma), Pierluigi Gallo di Giulia Restaurant (Roma) e, solo per mercoledì 16, Mirko Di Mattia di Livello 1 (Roma).
GABRIELE MURO – ADELAIDE al VILON
Il più gnocco di Roma
il vizietto
Giovedì 17 sarà il turno di: Ciro Scamardella di Pipero (Roma), Adriano Baldassarre della Trattoria L’Avvolgibile (Roma), Giuseppe Di Iorio di Aroma (Roma), Gen Nishimura e Mario Boni di Da Francesco (Roma), Tommaso Pennestri di Trattoria Pennestri (Roma) e Mattia Filosa di Civico 57 (Formia).
Roberto Campitelli – Osteria di Montevede
Animelle glassata zabaione salato e zucchina romanesca
Pierluigi Gallo – Giulia Restaurant
Senza Spaghetti alle Vongole
Eleonora Masella – La Credenza
Polpo e patate
Se l’abbinamento con il vino non fosse sufficiente ai banchi d’assaggio è possibile abbinare alle creazioni degli chef le etichette firmate Krug, Dom Pérignon, Veuve Cliquot, Moët & Chandon e Ruinart, reperibili presso il Bar à Champagne di Vinòforum.
Per i wine addicted , e solo su prenotazione, ci sono le Top Tasting, degustazioni dedicate ad alcune delle perle della viticoltura nazionale e internazionale e guidate da produttori, enologi e personaggi di primo piano del settore. Prossimi Eventi:
Mercoledì 16, va in scena “Where dreams have no end…l’esaltazione dello Chardonnay in terra friulana: il Dreams di Jermann”;
Giovedì 17 focus su “Intensità aromatica e grandi vini bianchi da invecchiamento: la cifra stilistica di Kellerei Terlan, eccellenza altoatesina”.
Oltre al Vino, proseguono per tutta la settimana anche i laboratori (gratuiti e con prenotazione in loco) sull’olio extravergine d’oliva firmati Unaprol ed Evoo School Italia, e quelli sul caffè, con la guida di Caffè Hausbrandt, e quelli del Club Amici del Toscano.
Strumenti utili non solo per gli appassionati, ma anche per gli addetti ai lavori desiderosi di approfondire le proprie conoscenze sulle diverse tematiche.
Sempre presente lo spazio Calvisius Caviar Lounge con Special Guest Chef tra cui Giuseppe di Iorio – Ristorante AROMA 1*Michelin.
Giuseppe di Iorio – Aroma Restaurant 1*Michelin
Patate di Amatrice, uovo in oliocottura, emulsione di dragoncello, croccante di taralli e perle di Caviale Calvisius
Storione a bassa temperatura, brodo di pollo e galletto, finferli e pomodoro bruciato
Cappellacci cacio e pepe, aria di salicornia, polvere di pomodoro e lingotto Calvisius
Lungo il percorso altre proposte più scanzonate come L’Oliva all’Ascolana Dop e Il Catanese, ognuno con le proprie specialità.
Per gli operatori del settore è stata pensata la Business Lounge di Vinòforum, un salotto del vino dove è possibile incontrare celebri realtà del comparto vitivinicolo e dove fino al 17 settembre sarà presente Balan, importante gruppo che annovera nel suo portafoglio circa 2.000 prodotti, compresi alcuni dei vini più conosciuti al mondo. Tra questi sono presenti a Vinòforum le etichette di Ca’ Del Bosco, Jermann, Kellerei Terlan, Champagne Canard-Duchene, Joseph Drouhin, Tenuta Fiorano e Champagne Thiénot.
Ci vediamo lì.
COLPO D’OCCHIO SU VINÒFORUM 2020
DATE: 11-20 settembre 2020
LOCATION: Parco Tor di Quinto – Via Fornaci di Tor di Quinto, 10 Roma
ORARI: dom- giov 19 – 24 // ven – sab 19 – 01
Biglietto di ingresso comprensivo di calice e carnet da 10 degustazioni di vino. Per info e prenotazioni www.vinoforum.it
CAPRI, Perla del Mediterraneo, non ha bisogno di presentazioni. Sinonimo di dolce vita, lusso, romanticismo, bellezza, meraviglie naturali e appetitosa gastronomia,non smette di stupire con nuove insegne dedicate alla bella e buona ristorazione.
Indirizzi offerti alla valorizzazione dei prodotti del territorio, alle espressioni di una cucina autentica che abbraccia con lo stesso entusiasmo ricette tradizionali e piatti di mare contemporanei, proposte che ben inquadrano il concetto di “lusso della semplicità” firmato D’Amore e Rinaldo con il giusto twist mondano e di tecnica applicata.
Fuori dalle mete più note e blasonate, a pochi passi dalla celebre Piazzetta, proprio sulla via che un tempo metteva in comunicazione il centro di Capri con le campagne vista mare, via “Fuorlovado” / “Fuori – Vado” per l’appunto, è una meta sicura per chi volesse assaporare una Capri nuova, diversa ma altrettanto appagante.
Un luogo dove la piacevolezza dello stare si accomoda su un divano bianco, sorseggia ricercate Bollicine, assapora fragrante pane caldo, mentre sceglie dal generoso menu dello Chef Pasquale Rinaldo come proseguire la propria pausa caprese: in una parola Ristorante D’Amore, via Fuorlovado 36, Capri.
Perchè il cibo rimane tra le più importanti esperienze attraverso le quali il viaggiatore, o vacanziere, entra in contatto con il senso vero di un luogo.
Ma un viaggio è completo quando si torna arricchiti non solo dai luoghi, ma dalle persone. Quando, tra le tutte esperienze possibili, non si scopre “solo” un ristorante, ma si trova qualcuno da cui tornare. In questo caso Marco D’Amore, patron del ristorante di famiglia e Pasquale Rinaldo, lo chef. Persone che danno senso a quella sosta, che diventano il valore aggiunto di quella strada, che significano il sorriso che ti accoglie, la gentilezza e la cura dimenticate.
“Ci proponiamo di far sentire il nostro ospite come nella sua dimora di mare – mi spiega Marco D’Amore – un posto dove potersi rilassare, degustare sia piatti tipici che delle simpatiche reinterpretazioni, oltre a bere dei cocktails, bollicine e ricercati vini a prezzi accessibili. Quest’anno, più degli altri anni, abbiamo avuto grandi soddisfazioni con i clienti che sono ritornati quasi ogni settimana, sinonimo che siamo riusciti nell’intento di regalare un’ottima esperienza.”
L’obiettivo infatti condiviso della combo D’Amore & Rinaldo non è solo quello di prendersi cura dei propri ospiti, ma anzi di soddisfare e superare le aspettative, anche con semplici gesti, come quello di servire il pane caldo fatto in casa impreziosito da accurate selezioni italiane di Olio Extra Vergine d’Oliva.
“Il pane caldo, preparato da me con 72 ore di lievitazione, e servito caldo favorisce che l’olio EVO possa sprigionare tutti i suoi sentori. Pane e olio è tra l’altro la merenda che mia madre mi dava da piccolo e per me assume il valore simbolico di “cura dell’altro”. È il profumo di casa mia, che amo condividere con i miei ospiti“, mi racconta lo Chef Pasquale Rinaldo con gli occhi che gli brillano.
Appassionato di panificazione, si dedica sia all’attenta selezione di prodotti Slow Food e quelli del territorio campano, sia a gesti quotidiani come scegliere il pesce fresco ogni giorno dai pescatori di fiducia, preparare i tipici ravioli capresi, abbracciare le espressioni di una cucina autentica con lo stesso entusiasmo con cui propone ricette iconiche italiane e piatti di mare contemporanei che ben fotografano il concetto di “lusso della semplicità”, senza mai dimenticare il giusto twist mondano e di tecnica.
Si inizia con un trittico di benvenuto, dove gli ingredienti del Mediterraneo vengono celebrati da abbinamenti consolidati come “Pane, burro e alici di Menaica Slow Food; Pane, Aglio dell’Ufita presidio Slow Food e Olio Evo e la classica Montanarina“; oltre la bontà del pane, la dolce sapidità delle alici e il profumo dell’aglio – che ricorda le grigliate estive – la piacevolezza del sugo di pomodoro e basilico rimane degna di nota: un sapore antico, denso e intenso.
La Caprese Sbagliata
I Crudi
Poi, la Caprese Sbagliata – tra le signature dish dello Chef, e i Crudi secondo il pescato del giorno: il Gambero Violetto e le Mazzancolle – grandi materie prime, carnose, servite nella loro purezza, solo con un giro Olio EVO – e la Tartare di Spigola con estratto di fiore di finocchietto; azzeccata qui la nota aromatica che caratterizza questa portata dandole un tocco in più di raffinatezza.
La soddisfazione enorme per me sta nel fatto che la maggior parte della clientela mangia adesso alla carta, senza seguire percorsi degustazione preordinati che è “l’immagine d’amore”che vogliamo dare all’ospite oltre ai fuori menu che costruiamo giorno per giorno con il pescato. Capri è questo, ti offre tanta materia prima, sta a me saper diversificare l’offerta e offrire sempre qualcosa di nuovo e accattivante.
Dalla sezione “primi” i Ravioli capresi, Linguine de il Mulino di Gragnano con pomodorini del piennolo, c’è la Fettuccella di Pastificio dei Campi ai totanetti localie acqua di prezzemolo, semplice quanto goduriosa con menzione speciale alla callosità della pasta.
“Questo piatto racconta tanto della mia adolescenza – prosegue lo chef – quando d’estate lavoravo con uno chef che mi faceva spellare kg e kg di totani. Con la pelle ci faceva fare la pasta per il personale; e io pensavo “ma guarda questo Chef che toglie tutto il sapore”; Io adesso la faccio così, con le teste di totano, i totanetti scottati con la loro pelle, aglio, olio, peperoncino e acqua di prezzemolo. “
Esistono poi piatti che hanno la capacità di raccontare l’uomo che li ha pensati. Che rivelano lo chef che hai di fronte, che svelano la sua vera personalità. Ecco, questo accade con il “Mischiato potente di Pastificio dei campi, cozze, pepe e conciato romano di Manuel Lombardi Presidio Slowfood”: un piatto forte in tutti i sensi, di carattere, dedicato solo a chi osa, a chi ama i sapori intensi e non si spaventa di gettare il cuore al di là dell’ostacolo.
La Fettucella
Il Gran Mischiato
I Ravioli di Capri
La Zuppetta di totani e liquirizia
Il Polpo
Si prosegue il “Polpo verace cotto in sous vide su barbabietola al limone e patate croccanti con salsa al sedano” un’interpretazione più tecnica del più classico Polpo e Patate che regala appagamento agli amanti del genere cefalopode a bassa temperatura; e il “Gran fritto in olio extravergine di Maria Ianniciello – Presidio Slowfood – con salse Basilico, Sedano, Yogurt acido“: ode di sostanza alla grande paranza.
Si chiude con il Panettone di Capri, invenzione dello chef e di cui ha grande cura. Che viene impastato, pirlato, cotto di notte con grande attenzione; che mescola nella sua morbida ed umida pasta ricerca e creatività, celebrazione e sperimentazione; l’ultima sua versione annovera infatti un impasto ai cereali antichi, burro di bufala, frutta semi-candita e agrumi di Capri: un dolce inno alla Regina di Roccia, così come la definiva Pablo Neruda, che non conosce stagioni, solo quelle senza tempo del piacere.
Nella straordinaria cornice amalfitana di Ravello, all’interno dei Giardini del Vescovo – alle spalle del Duomo dove si trovano il parco ed il teatro – la famiglia Börner con la viva collaborazione del Comune di Ravello, hanno posto le basi per una degustazione extra-ordinaria guidata in forma di “contrappunto multisensoriale”, che unisce l’universo enologico di Ômina Romana agli ascolti musicali di grande caratura.
L’evento, basato su un format esclusivo ideato da Anton Börner, si propone quale performance originale in cui si alternano intermezzi musicali volti a enfatizzarne in modo innovativo le peculiarità sensoriali del vino degustato diventando un insieme unico e, al contempo, protagonisti della serata.
In una estate 2020 che ha stravolto la programmazione degli eventi non solo a livello nazionale, il Comune di Ravello e la famiglia Börner hanno radunato nella magnifica cornice dei Giardini del Vescovo di Ravello un pubblico selezionato di estimatori della buona musica e autentici “wine lovers”.
Reduce dal grande successo di pubblico riscontrato dall’evento “VINO&OPERA” che si è svolto domenica 16 Agosto nei Giardini del Vescovo di Ravello, il Comune di Ravello ospiterà nella stessa location un altro evento, questa volta dedicato al “VINO&JAZZ”.
Cambia il genere rispetto al precedente evento, dalla musica lirica alla musica jazz, ma non la modalità della degustazione guidata in forma di “contrappunto multisensoriale” tra l’universo enologico by Ômina Romana e l’ascolto musicale di una selezione di brani tra i più celebri del repertorio jazz.
Protagonista assoluta della serata sarà la Band U.S. NAVAL FORCES EUROPE “The ALLIANCE JAZZ COMBO”, un complesso jazz composto fino a 50 musicisti che si esibisce in tutta Europa esclusivamente in contesti istituzionali e che vanta un repertorio di prestigio passando dal genere classico, al jazz fino a quello rock.
La Band appartiene al corpo della Marina Militare Americana ed ha la sua base a Napoli. L’evento quindi si proporrà in una performance originale in cui si alterneranno i vari intermezzi musicali volti a enfatizzarne in modo innovativo le peculiarità sensoriali.
Gli spettatori – seduti al proprio tavolo di degustazione – saranno accompagnati in un percorso estetico attraverso il progressivo assaggio dei vini e la fruizione di “attimi” sonori dei brani musicali proposti nel programma ideato in esclusiva per questa serata.
L’evento, solo su invito strettamente personale, presenterà un’anteprima mondiale in apertura di serata con il brano “Sketches of Rome” di Sam Hylton composto per Ômina Romana.
La performance vocale sarà eseguita dalla cantante Christiana Rohas L’appuntamento che si presenta già molto atteso, si svolgerà domenica 30 Agosto alle ore 19:30 e si concluderà con il rinfresco conviviale Flying Reception.
“Crudi, Cotti e Bollicine” segna l’inizio di un nuovo ciclo di cene e percorsi degustazione da Equo Risto Fiumicino-Ostia. Prenota per la serata del 28 AGOSTO alle 20.00 e inizia il tuo viaggio negli abbinamenti tra buona cucina di Federico Regano e le straordinarie bollicine selezionate da Luca Cristaldi.
Gustare significa assaporare appieno qualcosa. Degustare è come gustare, ma con una maggiore consapevolezza, con un desiderio concreto e cosciente di apprendere qualche nozione in più.
Nascono con questo intento le “serate speciali” di EQuo Risto a Fiumicino, dove la degustazione diviene un rito da celebrare dedicato a chi sa godere dei piaceri della vita e a chi vuole imparare a farlo in modo diverso.
Abbinare un vino ad un piatto è infatti un gioco carico di stimoli inaspettati: profumi, connessioni, emozioni che si mescolano per procurare nuovi spunti e nuove armonie.
Per questo esiste il vino: perché l’acqua disseta, ma non emoziona.
I vini, in questo caso le Bollicine, sono stati scelti e selezionati dal sommelier Luca Cristaldi per accompagnare ogni piatto del menu previsto per la serata del 28 agosto e comporre le tappe di un viaggio sublime all’insegna del piacere. Grazie a Luca potrete imparare a bere con maggiore consapevolezza, conoscere sfaccettature e potenzialità di Bollicine e Champagne.
Benvenuto
Ostriche e Bellini “Monte Vibiano”
Per Iniziare
Ricciola affumicata, mela verde, timo e croccante di frisella al pomodoro – in abbinamento Prosecco “Col Fondo” LE VOLPERE
Uova Bion in camicia, fonduta di Reggiano “Vacche Rosse”, Bottarga di Tonno “Home Made” e Sfoglia Soffiata al Nero di Seppia – in abbinamento Trento Doc Conti D’Arco BRUT
Si prosegue con i Primi fatti in casa
Cappellacci di Crostacei in brodo Tiepido di pollo ruspante e cuore di spinaci – In abbinamento FRANCIACORTA DOCG BRUT GOLF “BARONE PIZZINI”
Scialatiello di Grano Arso alla Marinara di cozze, pomodori datterini e Ricotta “Mustia” – In abbinamento CHAMPAGNE BRUT “HURTEBISSE A.MERCIER”
e la Carne
Tagliata di Fassona Piemontese, patate al burro montato e Colatura di “Alici di Cetara” – In abbinamento CHAMPAGNE BRUT GRAN CRU BLANC DE BLANC “PETITJEANPIENNE”
Si chiude con Birramisù al Cioccolato Bianco.
PREZZO A PERSONA 50 EURO
Per prenotare la vostra esperienza di gusto, cliccate qui
EQUO RISTO – Presso il cantiere Iniziative nautiche VICOLO DI TOR BOACCIANA, 21 Ostia – Fiumicino Roma 00121 Roma +39 06 994 8689 / info@equoristo.com
Secondo appuntamento per la kermesse comico-culinaria “Risate&Risotti”. Dopo il successo del 7 agosto il Mercure Sunbay Park Hotel di Civitavecchia è pronto a replicare lo spettacolo di cucina e satira, venerdì 21 agosto con un duo d’eccezione: lo chef Salvo Cravero e cabarettista dialettofono Nino Taranto.
Lui Salvo Cravero è uno chef molisano d’origine, ma da sempre legato alla Tuscia. Ha lavorato in prestigiosi ristoranti tra Roma e Viterbo, come lo storico della capitale Le Sans Souci, una stella Michelin, fino all’apertura dell’ Etoile a Vetralla, punto di riferimento della ristorazione territoriale.
Presente in diverse trasmissioni di Gambero Rosso Channel, oggi si occupa di consulenze edidattica presso alcune delle migliori scuole italiane e, in collaborazione con il Gambero Rosso Spa, cura e realizza i menu per la prima classe di Alitalia Magnifica. Nel 2019 è stato nominato Ambasciatore del gusto DOC Italy per la provincia di Viterbo.
Ultimo progetto realizzato “Chef – Experience”, cene gourmet e sommelier a domicilio per la creazione eventi unici e personalizzati.
Salvo Cravero
Ad aprire la serata verrà servito un aperitivo bordo piscina con i Lamponi dei monti Cimini ed una degustazione dell’olio “Frantoio Presciuttini” di Montefiascone, con le Bollicine “Villa Sandi”da Valdobbiadene.
A seguire, lo Chef Vi delizierà:
Tartare di alici fresche, gazpacho di pomodorini gialli del Vesuvio, misticanza e uova di pesce volante
Pasta Verrigni Pquadro con burro salato, alici di Cetara e fiore di finocchio della Tuscia
Risotto Riso Maremma, con nocciole, aglio nero e sgombro al fumo
Tataki di tonno in crosta di pistacchi, teriaki di passito e cipollotto bruciato
Spuma di yogurt, frizzante terra di cacao e gel di mango
Ad accompagnare ogni pietanza i vini della cantina “Feudi Spada”, presente nel territorio umbro con cultivar e vigneti unici nel territorio: dalle storiche vigne Grenache, al Syrah, Riesling Renano e Alicante. A fine cena degustazione del Caffè Serrani a cura di Riccardo Palazzesi.
Ad allietare la serata sarà il cabarettista Nino Taranto che affronterà i temi più attuali della società moderna: le paure umane, i rapporti tra uomo e donna e i modi in cui questi soggetti affrontano le comuni angosce in modo diverso, con comicità cinica e dissacrante interpretata numerosi dialetti: siciliano, calabrese, pugliese, campano, umbro-marchigiano, toscano, romagnolo, piemontese e lombardo per un divertimento assicurato: “le donne andranno via con il mascara sulle guance, e gli uomini con la coda dell’occhio fra le gambe”.
Fino a tarda notte si ballerà con la musica di DJ Gerardo, il corner bar sarà curato da Matteo Cerasoli per Molinari Italia Spa.
Nino Taranto
Massimiliano Biaggioli Lamponi dei Monti Cimini
“Risate&Risotti”, da quattordici anni gira l’italia: Agerola, Parma, Positano, Orvieto, Arezzo, Bergamo, Vicenza, solo alcune delle città che hanno avuto il piacere di ospitare l’evento gastro-comico ideato da Luca Puzzuoli, affiancato da Fulvio Medici e dall’associazione “Risate&Risotti”, che porta in tavola i prodotti dell’eccellenza enogastronomica italiana sapientemente cucinati da rinomati chef che, per una sera, affiancano lo staff del locale che ospita l’evento, proponendo menù di alto livello, dove “il riso”, in tutte le sue accezioni, è protagonista: sia nel piatto, che sui volti dei commensali, poiché ogni appuntamento è allietato dalla partecipazione di comici provenienti da Zelig o Colorado Cafè che con le loro esilaranti interpretazioni accompagnano le squisite pietanze.
Per info e prenotazioni contattare il numero +39.335.75.92.395.
Sponsor della serata: Antico pastificio Verrigni, Lamponi dei Monti Cimini, Riso Maremma, Casolaro Hotellerie, Agnelli pentole professionali, Frantoio Presciuttini “l’olio di notte”, Villa Sandi, Cantina Feudi Spada, Molinari Italia Spa, Caffè Serrani, Associazione italiana food blogger.
Frantoio Presciuttini
Cantina Feudi – Spada
Pentole Agnelli, da sempre sostenitrice di “Risate&Risotti”, omaggerà gli chef con la padella svasata Shark Skin, panno logato e manuale strumenti di cottura Saps Agnelli Cooking Lab.
L’edizione 2020 di “Divino Etrusco”, inserita nell’ambito di “Lazio delle Meraviglie” della Regione Lazio, torna ad illuminare il centro storico di Tarquinia, splendida città etrusca, concentrato di Arte e Archeologia, dal 19 al 23 agosto.
Per la sua quattordicesima edizione, scende in piazza con tutte le necessarie garanzie di sicurezza legate ai rischi di diffusione del Covid-19, ma soprattutto sottolineare la voglia di ripartire e dimostrare che con l’opportuna organizzazione e dovuto rispetto delle norme si può tornare a vivere anche i grandi eventi.
Associando come ogni anno la produzione vinicola alle dodici città etrusche anticamente confederate nella Dodecapoli etrusca, DIVINO ETRUSCO 2020, propone un articolato programma engastronomico su cinque coinvolgenti giornate tra street food, contest, cooking show, musica, spettacoli, artisti di strada e produzioni tipiche.
Sarà un’edizione speciale in un anno difficile quella del DiVino Etrusco a Tarquinia in questa particolare estate 2020. Più estesa nei tempi, negli spazi e nel percorso la kermesse si articola 5 giornate, dal 19 al 23 agosto, per consentire una fruizione più fluida ed occuperà tutto il centro storico, sino a piazza Titta Marini dove si svolgeranno gli show cooking, la gara di cucina organizzata da Vittoria Tassoni www.vittoriaincucina.it, i laboratori di Slow Food Condotta Costa della Maremma Laziale e le degustazioni guidate da Carlo Zucchetti cui è affidata, come di consueto, anche la selezione dei vini e l’organizzazione del percorso enogastronomico.
Guidici della gara “Divin Mangiando” di cucina saranno: Anna Moroni, cuoca e personaggio televisivo; Salvo Cravero, chef e docente del Gambero Rosso, Gabriella Cinelli, archeochef e sommelier; Gérôme Bourdezeau, gestore di cinema ed esperto gastronomo; Maria Laura Nespica, agronoma, idrosommelier e assaggiatrice Onaf e Onas e Federica Ruzier, esperta di travel experience.
Anna Moroni
Vittoria Tassoni
Carlo Zucchetti
il concorso, dedicato ad aspiranti chef non professionisti, è curato e organizzato da Vittoria Tassoni, Presidente dell’associazione culturale tarquiniese Il Prezzomolino, in programma il 22 agosto.
La gara gastronomica vede la collaborazione di Slow Food Costa della Maremma e ha il patrocinio del Comune di Tarquinia “Ringrazio i sei giudici che hanno accettato il mio invito a essere presenti – afferma Vittoria Tassoni – amici e amiche che ho conosciuto in questi anni, organizzando con la mia associazione corsi, eventi e conferenze per promuovere la cucina tradizionale, identitaria e territoriale”.
Partecipare è semplice e gratuito; entro il 20 agosto i candidati dovranno proporre una loro ricetta. Un primo piatto originale a base di pasta fresca o secca o riso, da eseguire nel massimo di due ore, che si richiami alla cucina regionale e alla filosofia di Slow Food, sia negli ingredienti sia nella tecnica di preparazione e di presentazione. La giuria sceglierà i cinque finalisti che dovranno procedere all’esecuzione del piatto nella mattinata indicata dall’organizzazione e nel corso del Divino Etrusco.
Per scaricare il modulo di partecipazione e avere tutte le informazioni è possibile visitare il sito www.vittoriaincucina.it
La Location della Finale della gara gastronomica sarà a piazza Titta Marini, la premiazione sarà presentata da me (Sara De Bellis, Direttore di Mangia&Bevi) e Vittoria Tassoni, verso le ore 20,45.
I finalisti e il vincitore saranno premiati con prodotti del territorio dal Lions Club Tarquinia, cui va il mio ringraziamento per il sostegno e la disponibilità dimostrati anche per questa iniziativa.
Veduta di Tarquinia dal promontorio della Monterana
Programma – Piazza Titta Marini
mercoledì 19 agosto 2020
ore 21,00 “Il Presidio Slow Food della Carne Maremmana” Show Cooking con lo chef Paolo Cappelletti del Ristorante Orsoladi Allumiere (Osterie d’Italia 2020)
ore 20,45 Premiazione della Gara gastronomica Il Divin Mangiando Show cooking del vincitore con lo chef Salvo Cravero docente Gambero Rosso Accademy, presentano: Sara De Bellis, giornalista enogastronomica, direttrice www.mangiaebevi.it Vittoria Tassoni, Presidente dell’Associazione il Prezzemolino
Costi: Banchi d’assaggio I Vini della Dodecapoli Etrusca Ticket Giornaliero € 15,00 calice e tracolla inclusi Tutti i vini della Dodecapoli Etrusca (oltre 60 vini in assaggio)
Ticket 3 assaggi € 7,00 calice e tracolla inclusi
Ticket Ricarica 3 assaggi € 5,00
Apertura Casse ore 19,00
Tre ingressi per indirizzare i visitatori: corso Vittorio Emanuele per ch fosse interessato soprattutto alle degustazioni, via Umberto I per vivere l’anello dei mercatini che giunge sino a via Garibaldi e, infine, via Mazzini per un percorso nell’arte e artigianato che si snoda nella parte più antica del centro storico.
A legarli, il percorso musicale, con appuntamenti nelle piazze principali. Previsto un servizio di sorveglianza agli ingressi e lungo i percorsi, segnaletica anti-covid e un maggior numero di casse per acquistare i ticket. Ogni cantina, inoltre, sarà sistemata in un gazebo con allestimenti e segnaletica per evidenziare il necessario rispetto delle distanze
Sapori di Ponza dal 2 Giugno del 1989. Autenticità, inventiva, visione e dedizione al lavoro contraddistinguono l’iconico ristorante “Acqua Pazza” illuminato da 14 anni dalla Stella Michelin.
La celebre insegna non smette di regalare emozioni con un tris di novità vista mare: si trasferisce sullo splendido proscenio del Porto di Ponza, apre il B&B Casa Pesce e inaugura la Caffetteria – Cocktail Bar “Bar dei Pesci”.
Quello che dal 2 giugno 1989 affascina gli avventori de L’Acqua Pazza è la capacità di Gino Pesce e di sua moglie Patrizia Ronca di stare al passo con i tempi, di accompagnare l’evoluzione dell’isola di Ponza da quando era ancora fuori dalle rotte dei vacanzieri più mondani.
Gino è stato tra “i pionieri” della ristorazione ponzese, tra coloro che hanno creduto nella vocazione di quest’isola per il turismo, e che il tempo e la costanza ha premiato.
Saldamente legati alle loro radici, il destino della coppia era già stato segnato dalle rispettive famiglie: «Sia io che mia moglie siamo figli d’arte perché i nostri genitori avevano due ristoranti sull’isola, rispettivamente ‘La Pergola’ e ‘Mimì’. La nostra famiglia ci ha tramandato questi valori e, nonostante abbia provato altre strade, come il sottufficiale dell’esercito il portavalori per le banche dell’isola, ho sempre saputo che avrei fatto il cuoco tutta la vita. Quello che a 18 anni non immaginavo era affrontare questo percorso insieme alla donna della mia vita».
È la tradizione gastronomica mediterranea il file rouge della loro cucina. Nei suoi piatti Gino Pesce ha messo tutta l’essenza dell’isola, la forte territorialità, la schiettezza e la semplicità che caratterizza la cucina ponzese, ma vuole contestualmente che si distinguano per l’equilibrio degli ingredienti pensati per valorizzare al meglio il grande pescato isolano, dai crudi all’omonima acqua pazza, passando per spaghetti, ripieni, pasta fresca e seconde portate marinare fino ai dolci rigorosamente artigianali.
Oggi, il forte legame con il mare risulta ancora più evidente grazie al cambio di sede. L’Acqua Pazza si trasferisce in una location vertiginosa, a picco sul mare in Via Dietro la Chiesa (quella di San Silverio), 3.
Dalle ampie finestre a giorno si apre una vista magnifica, in continuo mutamento per colore, riflessi e intensità di blu che diventa parte integrante dell’esperienza gastronomica.
Il nuovo esclusivo locale si articola su quattro piani terrazzati, di cui uno interamente dedicato al ristorante, mentre gli altri, versatili, ospitano un cocktail bar diffuso, nuovo fiore all’occhiello della stagione ponzese.
Gino Pesce
Nel menu, a farla da padrone è, ovviamente, il pesce esclusivamente locale e selvaggio, con tracciabilità certificata grazie alla Cooperativa di pescatori ponzesi, fedele fornitore di materia prima fresca e di stagione.
Tonni e pesce azzurro, spigole, aragoste, astici e ricci di mare, tutti pescati nelle baie di Lucia Rosa, Cala Gaetano e lungo le coste dell’isola dove le correnti sono più forti e il pesce arriva dal mare profondo. Immancabili i cavalli di battaglia di Gino Pesce come gli Spaghetti ai ricci, le Polpette di merluzzo e le Linguine alla spigola, fresche e delicate.
E poi i Tortelli di dentice con salsa di pomodoro fresco, dal gusto intenso e avvolgente, la Catalana e il Tonno, servito crudo e cotto. E ancora i Crudi, must dell’ Acqua Pazza, che compongono un piatto servito con crostini di pane raffermo, acqua di pomodoro, burrata fresca pugliese e gamberetti crudi; c’è poi spazio per la Tartare di merluzzo arricchita con colatura di alici e per quella di tonno condita con la senape e una spumetta bianca di acqua di mare.
Alla fine Carpaccio di ricciola, rapa rossa, capperi disidratati e goccioline di yogurt, infine Gambero e Scampo crudo. Non mancano poi le proposte vegetariane come l’antipasto uovo e zucchine, i rigatoni cacio e pepe e la parmigiana di melanzane. Tra i secondi la Seppia al gusto brace, guarnita con capperi, crema di menta e semi di papavero su una base di misticanza oppure il Carpaccio di dentice con alghe in polvere e riccio di mare fresco.
Tortelli di dentice e salsa di pomodoro fresco
Ph @Andrea Salvatore
Ph @Andrea Salvatore
Il menu degustazione (75 euro a persona), studiato dallo chef per incantare il palato e stuzzicare le papille gustative degli ospiti, comprende due antipasti ( il carpaccio di ricciola e la seppia gusto brace con misticanza e menta), un primo piatto (tortelli di dentice con salsa di pomodoro cruda), un secondo (pesce spada marinato alla soia, cotto al forno con carote e semi di papavero) e un dessert alla nocciola.
I polivalenti spazi di questa incantevole location permetteranno di ampliare e differenziare l’accoglienza che nel suo futuro, non esclude un porticciolo privato per approdare direttamente all’Acqua Pazza.
La vivacità imprenditoriale di GinoPesce non si è fermata qui. L’altra novità si chiama Casa Pesce, un caratteristico B&B situato a pochi minuti dal porto, curato nel dettaglio dove concedersi momenti di vero relax nell’accogliente spazio esterno o nella piccola piscina che vuole riprodurre l’acqua di una caletta con i ciottoli.
Ad avvalorare questo servizio, sempre nel centro storico dell’isola c’è il Bar dei Pesci by Acqua Pazza che oggi occupa la vecchia sede del ristorante con la nuova formula di caffetteria e cocktail bar insieme all’immancabile pasticceria di propria produzione.
L’attività, orchestrata da Ludovica, figlia di Gino appena laureata in Comunicazione, si trova in Piazza Carlo Pisacane ed è operativa tutti i giorni con orario no stop dalle 7 del mattino alle 3 di notte.
Al Bar dei Pesci la giornata inizia davanti a un croissant appena sfornato ma è anche un luogo strategico per una veloce pausa pranzo, mentre continua a ingolosire i palati grazie alla ricca vetrina dove Babà e frolle sono solo alcune delle dolci tentazioni; l’aperitivo è sincronizzato con il rientro dalle barche al porto e le calde serate estive, mitigate dalla brezza marina, continuano fino a notte fonda tra raffinati drink, buona musica, cocktail d’autore e distillati.
Casa Pesce
La carta, studiata da Silverio Migliaccio, giovane bartender con un’esperienza daJoëlRobuchon, “chef francese del secolo”, dove ha assimilato una visione aperta e lungimirante in fatto di miscelazione, così alla vasta selezione di cocktail classici, affiancati da drink più concettuali, si aggiunge una fornitissima carta dei vini che conta oltre 900 referenze italiane e internazionali con l’ingresso di Pommery, Maison di Champagne di cui è stata scelta la linea Apanage.
Chef Gino Pesce
Classe ’65, Gino Pesce, insieme a sua moglie Patrizia, da oltre trenta anni si colloca al vertice di una cucina marinara, schietta e genuina, ben radicata nel territorio ma con un occhio alla contemporaneità.
Il menu del suo ristorante affacciato sulla costa di una delle più belle isole del Mediterraneo è un inno al mare, fonte inesauribile di creatività e meraviglia. Protagonisti assoluti della sua cucina sono infatti i prodotti del territorio, sia per quanto riguarda il pesce, rigorosamente selvaggio e pescato lungo le coste di Ponza, sia per quanto riguarda le verdure, provenienti dai terreni dei contadini isolani. Passione, tecnica e grande armonia tra sala e cucina hanno permesso a Gino e Patrizia di raggiungere le vette più alte dell’Olimpo della ristorazione tanto da ottenere, nel 2006, la prestigiosa stella Michelin.
ACQUA PAZZA – Via Dietro la Chiesa, 3 Isola di PonzaOrari: aperto tutti i giorni dalle 19:00 alle 2:00 – Ristorante 077180643 | Cocktail bar 3341302548
BAR dei PESCI – Piazza Carlo Pisacane – Isola di Ponza – 340 553 901
CASA PESCE – via Dragonara 10 – Isola di Ponza – 371 349 0602
Massimo Viglietti e la sua metrica gastronomica, il suo estro, il suo modo personale di fare, pensare e proporre cucina, va in scena in una lunga performance nello spazio kaiten di Taki, tempio romano della fedele ristorazione orientale, in quel di Piazza Cavour.
Sganciata dagli schemi, Viglietti crea una nuova dimensione della cucina d’autore a nastro senza nastri; un laboratorio di idee da mangiare, un bancone per la sperimentazione ragionata che trascende il cibo; un luogo non luogo di stimoli per la mente in un personale percorso multisensoriale e pervadente.
Difficile definire Massimo Viglietti, imbrigliarlo, catturare la sua personalità eclettica in una sola parola. Possa anche questa essere incredibilmente ampia come Chef o Artista, non basterebbe a descrivere la particolarità della sua visione, della sua metrica culinaria di rottura, anticonformista e introspettiva.
Cresta, orecchino, tatuaggi (per il momento 26), passione per il rock, per il punk, per i Clash, per Corto Maltese e per le vivide espressioni dell’estro umano. Volendo parlare in termini musicali, Massimo Viglietti si avvicina più al profilo del cantautore (di scuola genovese, chiaramente) che a quello di cantante, ovvero di colui che, al di là dello share delle masse, compone attingendo dal proprio intimo cercando di trasmettere l’essenza della propria poetica o, parlando in termini artistici, al profilo dell’artista ribelle, provocatorio e ingovernabile, che sente il bisogno di osare, di sfidare menti, venti e correnti.
La sua personalità è poliedrica, per certi versi difficile. I suoi riferimenti ampi: letterari, culturali, musicali. La sua cucina di testa e di pancia, eccentrica, personale, così come l’articolato percorso che propone da Taki Labò (ne avevamo già parlato qui), sempre in divenire e mai uguale a se stesso. Un percorso dove Viglietti diventa performer dettando tempi, ritmi e musiche immaginate per suscitare immagini, ricordi, associazioni, sinestesie.
Un gioco di sensazioni che partono dal piatto, ma vogliono prescinderlo.
“Taki Labò per me è un laboratorio dove lavorare alle mie idee, per portarle dentro TAKI OFF. Gli ospiti vivranno un’esperienza immersiva, ogni sera ci sarà una performance differente, con la mia musica di sottofondo. Nei piatti troverete gli ingredienti giapponesi ma non solo, perché ho pensato a delle proposte senza frontiere: dovrete prepararvi a “The dark side of Taki”, racconta lo chef Viglietti.
La sua cucina è agile, trasgressiva, a tratti erotica, sganciata da tutti i riferimenti classici; quello che propone è un percorso dinamico, che guizza da un patè di quinto quarto in sfoglia croccante alla pepita di wagyu, dalla focaccia ai grissini al wasabi in accompagno, dall’Insalata croccantedi verdure, baccalà e foie gras alla Tartare di manzo con gambero condita dagli “umoridella sua testa” spremuti “a freddo” nel piatto direttamente dallo chef.
E poi ancora l’intenso brodo vegetale realizzato con la moka express (must dello chef ligure), che accompagna i Gyoza – omaggio diretto alla tradizione nipponica – ed è caratterizzato dal tuorlo d’uovo crudo che, lucido come un sole, amalgama a sè le note del katsuobushi (tonno essiccato) diventando un denso e squisito consommè 3.0
Nel segno del Sol levante gli Spaghetti freddi di Soba integrale con salicornia in tempura, sardine leggermente affumicata, salsa bernese, funghi ovuli e brodo di ovulo aromatizzato anticipano il sipario della cena e due dolci folli in arrivo: Banana, cioccolato bianco, frolla salata e caviale –provocatoriamente maschilista, a detta dello chef- che esalta il concetto di piacere con ingredienti decontestualizzati e (h)arditi accostamenti, che pian piano si evolvono nel palato; chiude il Gambero Suzette, gelato al tè verde, crumble salato e yuzu che unisce la freschezza e l’amarezza del tè verde alla dolcezza del crostaceo con piacevoli picchi di sapidità.
Tra bonsai, tele di riso e fiori di ciliegio, si mangia seduti al bancone nei 15 posti pensati per garantire la distanza di sicurezza, due sono le proposte: la prima annovera dieci portate con wine pairing a 130 euro: la seconda si snoda in sei portate, sempre con abbinamento di vini e bevande, a 90 euro. “Il vino è un alimento e, come tale, devono esserne considerati gli apporti nutritivi all’interno di un menu, in cui ogni elemento ha il suo peso. Ho immaginato per questoun insieme di accostamenti con bollicine, vino, sakè, tè che creano per ogni piatto la giusta unione”.
Gli ingredienti, giapponesi o non, vengono interpretati in totale libertà nell’insegna di un cibo evocativo, che si muove tra similitudini, analogie e contrasti, costruendo un punto di vista singolare su ogni pietanza.
Una cucina performativa dunque, che coinvolge quattro elementi base: il tempo, lo spazio, il cibo che si fa medium, la relazione fra il performer – in questo caso lo chef, e il pubblico.
Alberto Blasetti / www.albertoblasetti.com
Il percorso, l’atmosfera, le luci, la musica cercano intenzionalmente di trascendere le dinamiche della ristorazione più classica sfidando gli ospiti a pensare in modi nuovi, a rompere le tradizioni e ad abbattere le idee convenzionali, a porsi domande su cosa sia la cucina; su quante sfaccettature esistano, su come sia sbagliato chiuderla dentro un unico contenitore, darle una sola lettura; e dove può condurre? E’ o non è una forma d’arte? E cos’è uno chef, nel senso contemporaneo della sua accezione?
Al di là dell’apprezzamento del singolo e del singolo piatto, l‘unicità della cucina di Viglietti sta proprio nelle riflessioni che induce a compiere durante questo lungo piano-sequenza in cui lo chef parla di sé, della sua Liguria, dei ricordi da bambino, della sua musica, dell’uomo e delle sue passioni, con quella follia a tratti oscura contenuta dalla purezza delle linee orientali.
Scelte, quelle di Viglietti, che in apparenza potrebbero sembrare un esercizio di stile autoreferenziale, ma che invece, ad una lettura più profonda, evidenziano la voglia, il bisogno di raccontarsi e lasciare all’altro lo spazio per ascoltarsi.
La grande bellezza della terrazza-ristorante dell’hotel FortySeven, un imprenditore illuminato, uno cheftalentuoso, una barlady grintosa, uno staff affiatato: un indirizzo gourmand da evidenziare per tutti coloro che amano la cucina mediterranea, e per respirare Roma dall’alto così come non avete mai fatto.
Esistono luoghi che non si possono descrivere, vanno vissuti, respirati, mangiati. Bisogna essere lì, osservare dall’alto un panorama senza tempo, lasciare lo sguardo libero di stupirsi, dare un nuova dimensione al proprio vissuto, abbandonare le sterili corse, le nostre piccolezze, pensare meglio, farsi coccolare, assaporare il buono e il bello, sfiorando impalpabili le veloci nuvole.
Il 47 Circus Roof Garden si apre così agli occhi di chi sa guardare, di chi sa aspettare: un caleidoscopico luogo del gusto con vista sulla Basilica di Santa Maria in Cosmedin – che custodisce a sua volta la Bocca della Verità -, sul Foro Boario, sul Tempio di Vesta; e poco dietro gli echi del Circo Massimo e del Palatino, poi i maestosi e fieri alberi del lungotevere, che scorre lento senza mai voltarsi indietro.
Come su una ruota panoramica che vi porta in alto tra le bellezze di Roma città Eterna, per completare il piacere e sancire la perfetta identità tra l’essere e il mangiare, Chef Antonio Gentile, ha costruito un menu che omaggia la cucina mediterranea realizzata con le migliori materie e si snoda agile dall’ora dell’aperitivo – con cocktail d’autore ed estrosi apetizer – fino alla cena in un variopinto percorso che, come su una giostra, vive l’emozione di discese ardite e risalite tra fascinazione, stupore e tradizione.
Chi ha già avuto il piacere di conoscere questo giovane e talentuoso chef e di afferrare le tante angolazioni della sua cucina di mare, lo ricorderà tra le pareti essenziali del RED FISH di Ostia, dove è rimasto cinque anni, conquistando le due forchette sulla Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso.
Formatosi al fianco dei grandi Antonio Sciullo, ai tempi del George’s di via Veneto, approda al Faro di Capo d’orso con lo chef Pierfranco Ferrara, poi Londra con Heinz Beck (La Pergola***, Roma), presso il suo ristorante Apsleys, poi ancora daFrancesco Apreda (Idylio*, Divinity, Liòn, Roma), nella cucina di Imàgo* ristorante dell’Hotel Hassler, per poi scendere in costiera al ristorante Furore, del Furore Inn, con lo chef Antonio Sorrentino. Infine la chiamata di Luca Nicolotti al 47 Circus.
Capitano di un nuovo progetto, bello e vibrante quanto il suo contesto e il suo affiatato staff, Chef Gentile respira tutti gli umori di un periodo intenso, di una nuova fase di vita e di cucina, di crescita, riflessione e consapevolezza, dove sta confrontando se stesso con il tipo di cucina vuole esprimere e quella per conquistare e soddisfare i gusti e le aspettative di un’ampia clientela romana quanto internazionale.
Tavoli in ferro battuto, preziose porcellane, candide tovaglie e una mise en place raffinata, elegante ma essenziale: è qui che si poggia la cucina di Antonio Gentile. E qui che avrete il piacere di gustarla.
“Il 47 Circus oggi è il risultato di un lungo percorso iniziato anni fa – spiega Luca Nicolotti – La ristorazione unisce la maestria di Antonio Gentile alla competenza del nostro consulente Gabriele Enrico che ha maturato importante esperienze accanto ad Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi.
Ma il Circus non è solo cucina. I piatti sono coprotagonisti di un grande momento di fascinazione, spettacolo e convivialità, proprio come ricorda il nome stesso del locale, termine latino ma riconoscibile in tutte le lingue del mondo. Qui al Circus l’esperienza è sinonimo di stupore, gaiezza, giovialità, nel grande viaggio tra il gusto e la storia che offre questa terrazza”.
Al 47 Circus Roof Garden Chef Antonio Gentile ha portato un concept di cucina mediterranea che, oltre alla pasta -di cui è grande interprete – e al pesce – protagonista assoluto della sua ultima cucina- abbraccia anche i piaceri della carne, sempre restando fedele ai sapori di classica impronta in un menu che, su un suggestivo sfondo romano, unisce il profumo del mare al gusto inconfondibile della terra.
Chef Antonio Gentile
“Per me Roma è quasi una seconda patria –spiega lo chef – la città dove mi sono formato e, negli ultimi anni, cresciuto professionalmente. Quando Luca Nicolotti mi ha lanciato la sfida di dare un’anima a questa terrazza, un luogo di bellezza assoluta, un ristorante che potesse essere ricordato e cercato, mi sono sentito onorato e ho accettato immediatamente. Qui sono circondato da cose belle, uno stimolo per la mia cucina e per creare piatti all’altezza di questa vista“.
LA CUCINA dello CHEF
Esaltare i prodotti senza far perdere loro l’identità, fare grande attenzione alla provenienza degli ingredienti, celebrare la cucina mediterranea, ripensare quella classica, imprimere la grinta campana ai piatti, giocare con le consistenze, creare illusioni ottiche e nuove dipendenze, come quella per la “Tartare di manzo, misticanza aromatica, nocciola e parmigiano reggiano“, un esercizio da equilibrista: semplice e disarmante, netta e perfetta sulla sua corda tesa di sapori compiuti.
Tra gli antipasti il Polpo, cotto alla piastra e glassato con un fondo di verdure, servito con zucchine alla scapece (citazione campana) e una crema di pomodoro confit piace molto alla clientela, mentre il Battuto di pappa al pomodoro con avocado, cipolla rossa di Tropea e cialda di olive nere di Gaeta è un omaggio al Sud e alla sua tradizione povera.
Se il mare lo consente, Chef Gentile propone anche la sua “variazione di mazzancolle, una triade “cruda, fritta e dolce” servendo e il crudo con il gazpacho di pomodoro datterino e quinoa soffiata; disorientando il fritto con una giardiniera di verdure e le sue spiccate acidità; creando con le teste una crème brûlée che è tutto in girotondo di dolcezze, sapidità e goloso caramello.
Tra i primi più richiesti i Capellini cotti in brodo di pannocchie, crema di peperoni arrosto, tartare di ricciola e un tocco di succo di yuzu. Se la presentazione qui richiama l’oriente, gli Spaghettoni in acqua di pomodoro, con vongole e crema di zucchine, sono un tributo alla cucina campana e si mostrano bianchi, mantenendo invisibile e intatto il gusto del pomodoro; immancabili i Tortelli di genovese di manzo, finocchi e provolone “Del Monaco”, signature dish dello Chef da continuare ad ordinare ancora ed ancora.
“Non sono un estremista nei gusti – spiega lo chef Gentile – voglio solo che i miei piatti siano riconoscibili e equilibrati. Tutti gli ingredienti che uso devono essere protagonisti per cui quando penso a un piatto voglio che ogni ingrediente ne risulti esaltato. Nella mia cucina gioco a rileggere un po’ i piatti della tradizione, soprattutto quelli che mi porto dietro dalle mie origini. Come il Tortello di genovese, dove il ragù di carne che di solito viene servito con della pasta, lo metto dentro al raviolo, servito con una crema di finocchi. Del resto, da bravo chef e in più napoletano, ho una grande passione per la pasta”.
Tra i secondi la Spigola al sale con lattuga, finocchi e fagiolini, brilla di luce propria per sapore e compattezza, convincendo anche i meno amanti del genere. Qui la bontà delle carni viene favorita da una cottura studiata appositamente all’interno di uno scrigno di pasta di sale, uova e farina, per mantenere la carne morbida e succosa.
Tortelli di genovese di manzo, finocchi e provolone “Del Monaco”
Spigola al sale con lattuga, finocchi e fagiolini
Lemon curd, crumble al cacao, spugna alla menta e sorbetto ai frutti rossi
Tra i dolci spicca la Lemon curd con crumble al cacao, spugna alla menta e sorbetto ai frutti rossi, che regala montagne russe di sensazioni giocate sulle dolcezze e sulle punte, godibilissime, di inattesa sapidità.
Oltre ai piatti alla carta, lo chef propone anche due percorsi di degustazione: Ispirazione, con 4 portate per 60 euro e Degustazione, con 6 portate a 75 euro (bevande escluse).
IL COCKTAIL BAR
Immancabile l’aperitivo al tramonto con stuzzichini e appetizers come la focaccia fatta in casa farcita con mortadella, la caprese d’avanguardia con spugna di pomodoro, crema di mozzarella e basilico. Il tutto da accompagnare ai vini in carta, frutto di una costante ricerca di etichette, e ai cocktail signature estivi della barlady romana Beatrice Oliviero, impreziositi da salvia, timo, aneto e rosmarino del delizioso orto urbano ospitato accanto al cocktail bar della terrazza.
“Gli agrumi, frutti per eccellenza del nostro Mediterraneo, sono, insieme alle 47 etichette di gin, tra dry e aromatizzati, anche italiani, i protagonisti di altri cocktail – spiega la barlady – come l’Orange flavour, con Grand Marnier, una punta di Campari – per un omaggio all’aperitivo italiano – succo d’arancia e di limone spremuti freschi, marmellata di arancia biologica e tutto shakerato, per finire in coppa con un colore aranciato che ricorda il tramonto in terrazza e il colore simbolo del FortySeven.”
Giorgio Graziani (maitre), Antonio Gentile (Chef), Beatrice Oliviero (BarLady)
47 CIRCUS ROOF GARDEN & L’HOTEL FORTYSEVEN
Il palazzo, di architettura razionalista, in passato fu sede di un ufficio pubblico, oggi ospita il boutique hotel fresco di una recente e totale ristrutturazione. La struttura è gestita da Luca Nicolotti, che ha voluto imprimere un design moderno e molto personale.
Nicolotti da anni aveva un’ambizione: offrire una cucina di grande qualità sulla sua terrazza ed accogliere i suoi ospiti ciò che avrebbe desiderato essere accolto, godendo di un tramonto romano, accarezzati dal leggero ponentino che, arrivando dal mare, ne porta i profumi.
Aperto tutti i giorni dalle ore 18 per l’aperitivo, dalle ore 19 per la cena e il dopocena, con musica soft di sottofondo, il ristorante accoglie i clienti in un ambiente dall’eleganza italiana, con arredi essenziali ma ricercati, pensati per vivere comodamente all’aria aperta.
LE CAMERE e i GIRONI dei VIP
Ogni piano del FortySeven ha un tema differente ed è dedicato al mondo del cinema, della moda, della fotografia, con dieci tipologie di categoria, dalla suite, alla deluxe fino alla standard, vantando servizi articolati come una sala biliardo, un’area relax con bagno turco, una palestra, un cinema/sala polivalente, un bar, una sala da tè e un bistrot.
Le camere del quinto piano sono tutte con terrazza in legno ipè, arredata con salottini e piante della Macchia mediterranea, dal rosmarino all’ulivo, per rilassarsi in un inebriante salone a cielo aperto con una impareggiabile vista sui templi della Roma antica, sulla Basilica di Santa Maria in Cosmedin e sul Campidoglio. Al quarto piano, si trovano le camere dedicate ai grandi maestri della fotografia, come Helmut Newton, Elliott Erwitt e Luca Campigotto.
Il terzo piano è in onore alle icone degli anni ’60, che hanno avuto un forte legame con Roma e che sono ricordati da ritagli di giornali, oggetti personali, foto di scena e scatti d’autore: da Muhammad Ali, che brillò alle Olimpiadi di Roma, a Pelè, emblema del calcio, del quale è presente e incorniciata in una teca una maglia indossata in una partita. Solo lui fermò una grandissima Italia ai Mondiali del Messico nel 1970. Ma ci sono anche stanze che omaggiano Clint Eastwood, Audrey Hepburn, Marcello Mastroianni, Dustin Hoffman con “Il laureato” e l’allunaggio. Particolare curioso è che, in ogni stanza – dietro a delle teche – si trovano i modellini di automobili legati ad alcune di queste star, come la Citröen DS 19 che usava Audrey Hepburn a Roma o la Aston Martin di James Bond, ma con i mattoncini Lego, nella camera dedicata a Sean Connery, il primo a interpretare il ruolo dell’Agente 007. E ancora: l’Alfa Romeo Dino per “Il laureato”, la Ford Gran Torino per Clint Eastwood e la Ferrari 512 BB dedicata a lei: Brigitte Bardot.
Il secondo piano, invece, è un microcosmo legato alla moda e ai suoi grandi nomi, da Versace a Karl Lagerfeld fino a Chanel, e presto arriveranno anche le stanze intitolate ad Armani, a Valentino e a Gianfranco Ferrè.
Jazz & Wine in Montalcino è il festival che dal lontano 1998 unisce e fa vivere insieme due delle passioni terrene più intime ed intense, quella per il vino e quella per la musica.
Nonostante le difficoltà e le incertezze del momento, Jazz&Wine in Montalcino, tira dritto e va avanti per la sua strada di vite, proponendo una suggestiva combinazione di musicisti e location.
“Grazie all’importante e collaudato contributo dell’azienda Banfi, con la consueta e fondamentale collaborazione del Comune di Montalcino e della famiglia Rubei dell’Alexanderplatz di Roma – racconta Rodolfo Maralli, presidente della Fondazione Banfi e organizzatore della rassegna Jazz & Wine in Montalcino – abbiamo messo a punto un programma di assoluto livello, con 4 grandi concerti itineranti – tra il 30 luglio ed il 2 agosto prossimi – che toccheranno alcuni dei luoghi più magici del territorio, da Poggio alle Mura all’Abbazia di Sant’Antimo, per chiudere nel salotto di Montalcino, con il concerto finale, e gratuito, in Piazza del Popolo.
Il tutto, nel pieno rispetto delle leggi vigenti e con le dovute cautele del caso, ma anche, e soprattutto, con la convinzione che c’era davvero bisogno di un gesto audace come questo, ispirato all’ottimismo, alla fiducia e al rilancio di tutte le attività produttive, economiche e culturali di questo nostro grande territorio.“
Un programma ricchissimo, che conferma la statura internazionale del Jazz & Wine, un Festival nato con l’idea di far dialogare un territorio unico come la Toscana, con il suo vivo tessuto produttivo e le sue ricchezze. Un’azienda che lavora con le mani e la testa, in cui vivere esperienze poliedriche tutte tese a condividere la grande cultura del vino e quella delle sue innumerevoli connessioni.
Una produzione vitivinicola importante, una cantina moderna per mantenere sempre alto il livello qualitativo dei vini prodotti. Un calendario di concerti sempre ricco di tante sonorità, come solo il Jazz sa fare ed unire, per sigillare una passione a due voci in un unico sentire.
Per conoscere date e luoghi, cliccate qui. Buon Vino e Buon Jazz.
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