Sara De Bellis

Autore: Sara

This is our archive page

Dal 19 al 23 febbraio torna in Val di Fassa “Trentodoc sulle Dolomiti”: cinque giorni di appuntamenti in alta quota, tra eventi culturali, sciate e degustazioni enogastronomiche.

Montagna, uve selezionate e metodo classico: sono questi gli ingredienti dell’edizione invernale per conoscere le diverse personalità del Trentodoc, tra rifugi di montagna, hotel, ristoranti ed enoteche della Val di Fassa, che è una splendida valle del Trentino con spettacolari aree sciabili inserite nel carosello sciistico delle Dolomiti.

Saranno oltre 20 le occasioni, tra esperienze sulla neve e degustazioni enogastronomiche, destinate agli appassionati di sci e di bollicine di montagna nello scenario naturale dei Monti Pallidi, una delle eccellenze turistiche del Trentino che, anche grazie all’ospitalità ladina e con una vasta programmazione, offrono molte opportunità per goderne bellezze e bontà che variano dall’aperitivo dell’Enoteca Valentini a Canazei e del Rifugio Carlo Valentini a Passo Sella al tradizionale menù del territorio, dal pranzo all’insegna del relax di QC Terme fino a esperienze insolite come la degustazione di Trentodoc in abbinamento alla flap meat del Nebraska prevista presso il ristorante El Pael.

In programma una suggestiva merenda al Rifugio Fuciade, presso il Passo San Pellegrino, con vista incantevole sulle Pale di San Martino. L’abbinamento con Trentodoc affinato in grandi formati è la proposta del ristorante El Cianton. I menù gourmet ispirati a Trentodoc – primo metodo classico a ottenere la DOC in Italia e tra i primi al mondo – completano il weekend offrendo momenti di sperimentazione delle più diverse declinazioni delle bollicine di montagna proposte in abbinamento ai piatti degli chef stellati Paolo Donei di Malga Panna e Stefano Ghetta de L Chimpl da Tamion.

Legato alla montagna, Trentodoc è l’espressione di un territorio unico per condizioni ambientali e varietà climatica: coltivato in altitudine fino a 900 m.s.l.m., è stato il primo metodo classico a ottenere la DOC in Italia e fra i primi al mondo. Oggi sono 54 le case spumantistiche trentine, grandi e piccole realtà, associate all’Istituto Trento Doc. 

IL PROGRAMMA

19 – 23 FEBBRAIO | VAL DI FASSA 

L’APERITIVO
Tutti i giorni
ALBERGO INTERNATIONAL
Dalle 11 alle 13 e dalle 18 alle 20
Aperitivo con Trentodoc
Strèda Dolomites, 195 – Canazei
Tel. +39 0462 601375

ENOTECA VALENTINI
Dalle 15.30 alle 20.30
Trentodoc, l’aperitivo local!
Strèda do Ruf de Antermont, 2 – Canazei
Tel. +39 0462 601134

RIFUGIO CARLO VALENTINI – PASSO SELLA
Dalle 12 alle 14 e dalle 18 alle 20
Poltrone di neve e Trentodoc 
Strèda de Sela, 23 – Passo Sella
Tel. +39 0462 601183

VILLA RUGGERO WINE HOTEL
Dalle 16 alle 20
Trentodoc sparkling ski
Strèda Dolomites 100 – Campitello di Fassa
Tel. +39 0462 750442

X ALP HOTEL
Dalle 18 alle 20.30
Neve, Bollicine Trentodoc & Food4You
Strèda Jumela, 35 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 764205

I MENU’ DEL TERRITORIO
EL CIANTON

A pranzo e a cena (escluso il mercoledì), dalle 12 alle 13.30 e dalle 19 alle 21.30
Trentodoc … “in grande”!
Strèda del Faure, 20 – Canazei
Prenotazione obbligatoria. Tel. +39 0462 606581

OSTERIA LA MONTANARA
Aperitivo e a cena
“Saores de zacan”. Sapori di una volta 
Strèda Dolomites, 185 – Canazei
Non si accettano prenotazioni. Tel. +39 0462 601593

FALORIA BISTRO’
A pranzo e a cena, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21
Trentodoc in Piazza
Piaz de Sotegrava, 17 – Moena
Tel. +39 0462 573267

STUA DEI LADINS
A pranzo e a cena, dalle 12 alle 15 e dalle 18 alle 23
Cime e bollicine, Trentodoc e montagna
Strèda de Pareda, 33– Canazei
Tel. +39 0462 600316

BAITA CHECCO
A pranzo, dalle 12 alle 15
La neve scende e le bollicine Trentodoc salgono al Ciampedie
Loc. Ciampedie – Vigo di Fassa
Tel. +39 338 1239694

QC TERME DOLOMITI
A pranzo, dalle 12 alle 15.30
Relax & Bollicine Trentodoc
Strèda di Bagnes, 21 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 091117

RISTORANTE EL FILÒ
A pranzo e a cena, dalle 12.30 alle 13.30 e dalle 19.30 alle 21.30
La montagna in Bolla
Strèda Dolomites, 103 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 763210

RAMPEÉR BIRRIFICIO E OSTERIA
Cena dalle 19.30 alle 22, aperitivo dalle 17
Una montagna di Bollicine Trentodoc 
Strèda Dolomites, 24 – Campitello di Fassa
Tel. +39 366 9355438

RISTORANTE RITA STUBE
A pranzo e a cena, dalle 12 alle 13.30 e dalle 18.30 alle 21
Le nostre prelibatezze con le bollicine Trentodoc… 
Strèda de Pareda, 16 – Canazei
Tel. +39 0462 601219

HOTEL RISTORANTE FORESTA
A pranzo e a cena
Trentodoc à la carte
Strèda de la Comunità de Fiem, 42 – Moena
Tel. +39 0462 573260

I MENÙ STELLATI
MALGA PANNA
Apranzo e a cena
Storie di latte, di alpeggi e di Trentodoc
Chef Paolo Donei
Strèda de Sort, 64 – Moena
Tel. +39 0462 573489

L CHIMPL DA TAMION
A cena (domenica esclusa)
Neve, stelle e Trentodoc
Chef Stefano Ghetta
Strèda de Tamion, 5 – Vigo di Fassa
Tel. +39 0462 769108

LE PROPOSTE INSOLITE
EL PAEL
A pranzo e a cena
Trentodoc e flap meat del Nebraska cotta a 800 °C
conRoberto Anesi – Miglior Sommelier d’Italia AIS 2017 – Premio Trentodoc
Strèda Roma, 58 – Canazei
Tel. +39 0462 601433

RIFUGIO FUCIADE
Merenda, dalle 15 alle 18
En Bon Merandel 
Loc. Fuciada, 1 – Passo San Pellegrino 
Tel. +39 0462 574281

LE GIARE
Nella nuova sala “Next Door”
A cena, dalle 18 alle 22
Umami …. dalla terra e dal mare
Piaza del Malgher, 20 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 764696

ABOUT TRENTODOC

Trentodoc, bollicine di montagna

L’Istituto Trento Doc oggi è costituito da 53 produttori, ciascuno dei quali persegue la sua personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse. Uvaggio selezionato, territorio esclusivamente trentino, rifermentazione in bottiglia e contatto con lieviti molto prolungato sono i caratteri distintivi di Trentodoc “bollicine di montagna”, la cui qualità è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. 

Read more

Il Ristorante D’Amore in un tour americano per offrire tra New York e Washington D.C. un assaggio della dolce vita di caprese. Prima tappa, 12 febbraio 2020 alla James Beard House con la cena evento “Under the Capri Sun”, già sold out.

Definito “Decano della cucina americana” dal New York Times nel 1954, James Beard gettò le basi per la rivoluzione alimentare che hanno proiettato il modo di mangiare americano verso consapevolezza, scelta di materie prime sane e sostenibili.

Dopo la sua morte nel 1985, un gruppo di amici e colleghi di Beard guidati da Peter Kump dopo aver ascoltato una telefonata di Julia Child che proponeva di fare qualcosa con la casa di Beard che aveva sempre accolto studenti, autori, chef ed altri professionisti del settore alimentare divenendo un centro di scambio di idee e riflessioni gastronomiche; Kump organizzò una campagna di raccolta fondi per acquistare la residenza del Greenwich Village dal Reed College.

Il 5 novembre 1986, la James Beard Foundation apre ufficialmente la James Beard House per fornire un centro per le arti culinarie e continuare a promuovere l’interesse che James Beard ha ispirato per tutti le angolazioni del cibo.

Il cibo, sempre in equilibrio tra bisogno e gratificazione, mondo di infiniti paralleli e meridiani, diviene oggi anche una delle prime esperienze attraverso il quale il viaggiatore contemporaneo entra in contatto con la cultura e le tradizioni dei territori. Viaggio e Cibo diventano il mezzo, la vera scoperta dei luoghi il fine.

L’Italia, Maestra di bellezza, e le sue isole gemme del mare, offrono la possibilità di intrecciare esperienze dirette di bellezze artistiche e paesaggistiche nonchè di una straordinaria varietà di prodotti di qualità, di inimitabili sapori mediterranei e della coinvolgente cultura enogastronomica Made in Sud.

Esportare, promuovere e rinnovare l’occasione per nuovi indotti turistici significa sostenere questa offerta, generare valore e valori, importanti economie circolari per gli abitanti dei luoghi belli d’Italia, incentivando il sistema di ospitalità e di ristorazione di qualità. 

È un onore e un privilegio per noi essere stati invitati a condividere la nostra cucina, cultura e territorio unici con gli amici americani che conoscono l’isola e i suoi sapori fin dagli anni 50. Questo invito dalla James Beard Foundation, la più importante istituzione enogastronomica degli Stati Uniti, ci rende orgogliosi di poter constatare che i nostri sapori e la nostra  ospitalità sono ben apprezzati dagli americani e dai newyorkesi, grandi amanti di Capri”, afferma Marco D’Amore, proprietario del Ristorante D’Amore a Capri.

CAPRI, perla del Mediterraneo, definita da Pablo Neruda “Regina di roccia”, non ha bisogno di presentazioni. L’isola di Capri, probabilmente la più famosa del mondo, è stata sinonimo di romanticismo, bellezza, cucina appetitosa ed espressione della migliore vitalità, joie de vivre ed amore per gli eccessi che in Italia ha preso il nome di dolce vita e che ha connotato una sua indimenticabile epoca.

Consacrata da Star nazionali e internazionali ancora oggi un’esclusiva meta Vip grazie alle sue meraviglie naturali tutte da scoprire e alla sua cucina da capogiro, è dal 1996 che il Ristorante D’Amore Capri rappresenta una delle migliori destinazioni estive del gusto made in Italy per turisti, artisti e gente del posto e i suoi numerosi clienti newyorkesi.

Proprio da qui nasce l’occasione per il proprietario del ristorante Marco D’Amore e l’Executive Chef Pasquale Rinaldo di un tour americano per offrire tra New York e Washington D.C. un assaggio della dolce vita di caprese.

La prima tappa sarà alla The James Beard House con la cena evento “Under the Capri Sun”, che è già sold out. “Cucinare, per me, è amore e passione, ma allo stesso tempo è anche tradizione e innovazione. È il profumo della mia casa e della mia patria che condivido con i miei ospiti “, afferma lo Chef Pasquale Rinaldo

Il menu della serata presenta interpretazioni aggiornate dei piatti classici mediterranei dello chef Pasquale Rinaldo e una selezione dei preferiti napoletani del Pizzaiolo Antonio Fusco, che  con la sua pizza che “può soddisfare qualsiasi palato, in qualsiasi parte del mondo”. La cena si concluderà con il Panettone di Capri dello chef Pasquale Rinaldo, attualmente venduto a livello internazionale. Ogni corso sarà abbinato ai vini Terranera

A Washington DC, il duo culinario diffonderà anche l’amore in stile D’Amore alla Stellina Pizzeria (nella lista dei migliori 100 migliori ristoranti di Washington del 2020) dove saranno ospitati dallo Chef / Pizzaiolo / Co-proprietario Matteo Venini. 

L’evento di San Valentino chiamato “From Capri with Love” sarà aperto al pubblico dalle 17 alle 22 in base al principio “primo arrivato, primo servito”. Gli chef prepareranno un menu di tre portate in stile familiare composto da pizza fritta, ravioli Capresi, panettone dello chef Pasquale Rinaldo e una bottiglia di vino.

Gli eventi sono resi possibili dai generosi contributi di Ristorante D’Amore, Collezione Goeldlin, Grande Cheese, Olitalia,Gustarosso, Latteria Sorrentina, Ristorante del Pino, Molino Dalla Giovanna, Terranera Winery, Melissa’s Produce, Amy Riolo, LIFeSTYLE, Black Hawk Importse Alma Gourmet

About Ristorante D’Amore

Nato dall’ex ristorante “Sollievo” – voluto e creato dal padrone di casa Ernesto D’Amore – e divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento per gli ospiti dell’isola di Capri, nasce il Ristorante D’Amore, frutto della ‘Golden Age’ stile Caprese perfettamente sposato all’epoca attuale. Così, dall’idea di unire antichi sapori a nuove e raffinate prelibatezze, tutto fonde in un nuovo stile, unico sull’isola, già identificato come “new old image”, tanto da caratterizzare questo passaggio “da storico ristorante a icona dell’isola azzurra”. La vecchia cucina, insieme ai più accattivanti sapori di oggi, trova infatti albergo in un ambiente che riporta all’antico pur respirando i giorni nostri. Sta qui l’esclusività del Ristorante D’Amore: rivivere il passato senza dimenticare il presente, o meglio, godere del ‘new style’ respirando l’aria degli anni ’50. Chi entra nel Ristorante D’Amore respira senza forzature quel vento della Capri di un tempo che trova spazio nell’isola recente, unendo gusti e bellezze in un continuo interscambio tra antico e nuovo.

About Chef Pasquale Rinaldo 

Pasquale, è di Napoli, ha 30 anni. Dal 2019 è Chef di cucina presso il ristorante D’Amore a Capri. Dal 2018 Paco è ospite alla trasmissione “La prova del cuoco” in onda su Rai Uno. Chef Rinaldo ama definire la sua cucina “un po’ pop – nel senso etimologico di popolare, perché affonda le radici nella tradizione – ed un po’ rock” – perché asseconda la sua vena creativa ed il suo lato estroso. Nella cucina di Chef Rinaldo il gusto non viene stravolto, gli accostamenti sono semplici e di grande qualità.

About la Cucina del Ristorante D’Amore

Sposando il concept con cui nasce il Ristorante D’Amore, la cucina richiama perfettamente l’idea della “new old image” traghettando l’ospite dagli antichi sapori degli anni d’oro dell’isola di Capri attraverso i classici della rinomata cucina partenopea, fino alle fantasie dei palati più curiosi e accattivanti versioni contemporanee.  

Conosciuta per la sua cucina che rappresenta sia i sapori tradizionali di una delle isole più belle del mondo, sia le tendenze italiane all’avanguardia, il cibo servito al Ristorante destito della famiglia D’Amore, è un riflesso del fascino magico dei suoi dintorni naturali e dei sapori mediterranei. 

About Pizzaiolo Antonio Fusco

Nato ai piedi del Vesuvio, l’amore per la pizza di Antonio Fusco è fuoco che arde. Comincia a lavorare nella pizzeria di famiglia da adolescente, poi decide di farne una carriera. Nel 1996 entra a far parte del Gruppo Mario Leonessa e guida il team per consolidare e rilanciare la pizzeria del Ristorante Del Pino. Il famoso pizzaiolo è orgoglioso di rappresentare diversi marchi, tra cui il “Molino Dalla Giovanna”, “Latteria Sorrentina” e “Gustarosso” che gli consente di esibirsi in dimostrazioni, lezioni ed eventi in varie parti del mondo.

UNDER THE CAPRI SUN 

Wed, February 12, 2020

Menu

Hors d’Oeuvre

Montanara Fritta con Pomodoro San Marzano e Provolone del Monaco > Amalfi Coast–Style Flash-Fried and Baked Pizza with San Marzano Tomatoes and Provolone del Monaco

Pizza Fritta di Antonio Fusco Ricotta Romana Provola Affumicata Pomodoro e Pepe Nero > Antonio Fusco’s Fried Pizza with Roman Ricotta, Smoked Provolone, Tomatoes, and Black Pepper

Montanara Fritta a Quattro Mani con Carbonara Agli Agrumi > Pizzaiolo Antonio Fusco’s Flash-Fried and Baked Pizza with Chef Pasquale Rinaldo’s Citrus-Infused Carbonara

Welcome Toast

Dinner

La Caprese Sbagliata Dello Chef Pasquale Rinaldo > Chef Pasquale Rinaldo’s Signature Mistaken Caprese

Il Raviolo Caprese > Traditional Caprese-Style Ravioli Caciotta, Grana Padano, and Provolone del Monaco

La Guancia di Manzo al Taurasi > Taurasi Wine–Braised Beef Cheek

Insalatina di Finocchi ed Arance Pelate a Vivo > Fennel–Flash-Peeled Fresh Orange Salad

Il Panettone di Capri del Ristorante D’Amore Capri dello Chef Pasquale Rinaldo > Chef Pasquale Rinaldo’s Panettone di Capri

A selection of fine wines will be served with this dinner.

Per ulteriori informazioni o per programmare interviste con i media, si prega di contattare Amy Riolo, Ambasciatore del marchio, Ristorante D ”Amore Capri, inviando un’e-mail a amy@amyriolo.com.

Read more

Se ne va così, a 55 anni, Alfonso Pepe, il Re pasticcere che ha ribaltato gli stereotipi dei grandi lievitati riportandoli a Sud.

Solo elementi naturali, nient’altro. Una scelta precisa sostenuta da tanto lavoro, dedizione, passione, pesi e misure senza mezze misure. Con la sua arte bianca declinata al dolce, ha scalato tutte le classifiche, partendo dalla sua pasticceria a Sant’Egidio del Monte Albino, piccolo paesino che annuncia la Costiera Amalfitana noto a chi sale e attraversa il valico di Chiunzi.

Pepe Mastro Dolciere. Una passione che inizia negli anni ’80, quando Alfonso Pepe si affaccia al mondo della pasticceria. Un mondo a cui sente subito di appartenere e di dover conoscere fin nelle sue trame più profonde perfezionandosi sempre più, frequentando scuole prestigiose come l’Etoile e Cast Alimenti. Unico obiettivo: avviare un’attività personale i cui prodotti portino il proprio nome di Famiglia.

Traguardo raggiunto grazie alla collaborazione con i due fratelli, Prisco e Giuseppe, e la sorella Anna. Un traguardo fatto di amore e dedizione per il proprio lavoro che portano Alfonso Pepe ad entrare, nel 1995, nell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e a specializzarsi nella lavorazione dei lievitati fino a diventare uno dei primi in Italia, primo in Campania, nella preparazione del panettone, pluripremiato e riconosciuto tra le eccellenze italiane.

Sempre ottimista, dopo due anni di male che non perdona contro cui ha lottato con coraggio, il re dei pasticcieri è caduto. Fino all’ultimo Natale, instancabile, ha lavorato. I suoi Panettoni porteranno sempre con loro la sua precisa impronta nei dolci profumi del sud che dialogano armoniosi in una morbida pasta: una ricetta decifrata dall’arte e da una vita passata ad amare, tanto, questo mestiere.

Ciao Alfonso, Ciao.

Read more

Chef Nausica Ronca, Ambasciatrice di Saperi e Sapori, alla guida di uno straordinario Team di Aziende e Cucinieri delle terre campane presso il Lloyd’s Baia Hotel per una cena di memorabile condivisione.

3 Febbraio 2020. Partirà da Vietri sul Mare (SA) un’imponente rivoluzione gastronomica e di concetto che gioca una scommessa con il territorio per dare valore al territorio, che lancia una sfida al sistema globale per migliorare il sistema locale, che sceglie una provocazione economica per avvicinare le persone alla conoscenza diretta delle produzioni artigianali di qualità per promuovere ricchezze circolari.

Saperi e Sapori 2020, atteso evento ideato ed organizzato dalla dinamica Nausica Ronca Chef di Osteria Nonna Nannina aCava de’ Tirreni (SA), si preannuncia quindi essere molto più di un’eroica cena pensata nei panoramici spazi del Lloyd’s BaiaHotel di Charme sulla Costiera Amalfitana-, sarà una kermesse unica nel suo genere: un’occasione di informazione fuori dagli schemi preordinati veicolata dai piaceri della tavola, ed orchestrata da abili cucinieri blasonati e non, professionisti del settore enogastronomico, artisti di pregio ed appassionati produttori di eccellenze delle terre campane.

Questo evento nasce come una sfida lanciata – spiega Nausica Ronca – quello che voglio fare è cercare di avvicinare il più possibile le persone al gusto e al sapere. Raccontando la tradizione ogni giorno tramite la mia cucina, mi sono resa conto che molte persone non conoscono la straordinaria varietà di materie prime del nostro territorio ed acquistano in base alle logiche di marketing e pubblicità; di conseguenza mi sono riproposta portare alla loro conoscenza le produzioni artigianali, le nicchie di eccellenze del nostro territorio proponendo un’alternativa d’acquisto volta a migliorare l‘economia del nostro Paese, e a produrre ricchezza interna e l’economia locale; come? Semplicemente riducendo il costo del biglietto alla cifra simbolica di 18€ per richiamare il maggior numero di persone che avranno l’opportunità di partecipare ad un evento straordinario, con chef rinomati. Tutti motivati e uniti da un unico ideale e sostenuti da aziende del territorio che, a loro volta, potranno far conoscere tramite 18 interpretazioni di cucina le loro produzioni.”

Saperi e Sapori 2020 sarà una sontuosa festa dell’identità gastronomica campana per il bene stesso della propria terra, sarà il banchetto luculliano voluto per avvicinare grandi prodotti alla gente comune, sarà la simbolica quanto concreta popolarizzazione del concetto esclusivista del gourmet.

17 chef, 1 pizzaiolo, 2 pasticcerie, 1 cioccolateria, 1 panificio, 24 aziende, 2 momenti artistici, approfondimenti e storie di tradizioni da raccontare: 18€ tutto incluso.

Un lunghissimo menu ricco di estro e talento è stato pensato e curato nel dettaglio, così come i due momenti dedicati alla musica e al teatro, con il violino elettrico di Felice D’Amico, appena tornato dalla sua ultima esperienza in RAI, e l’intermezzo teatrale degli Artikolo 3, coppia di comici che reciterà in sincronia “La Livella” (poesia scritta dal Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, nel 1964), per ribadire nuovamente un concetto di uguaglianza attraverso parole antiche e figurazioni sempre valide.

Si perchè i 18 chef presenti blasonati e non, ognuno diverso dell’altro, ognuno con la propria idea di cucina, durante quella serata saranno tutti uguali, livellati, ed uniti da un’unica intenzione: far provare un’emozione alle persone comuni e promuovere la scoperta dei giacimenti del gusto campani attraverso le proprie inedite ricette. Perchè Saperi e Sapori è un evento rivoluzionario, che vuole promuovere un altro concetto di beneficenza, quella pensata per la gente comune”, afferma soddisfatta Nausica Ronca.

Una scelta condivisa dai tanti Sponsor e Aziende e Partner che hanno fornito il proprio prodotto per la realizzazione di ricette tradizionali e creative ispirate al territorio, MediaPartner e collaborazioni di contenuto  nonché patrocinata e sostenuta economicamente anche dal Comune di Vietri sul Mare e favorita dal Sindaco Giovanni De Simone. All’evento prenderanno anche parte il nuovo Direttore di “Cucina a SudLuciano Pignataro, il giornalista Alfonso Sarno de “il Mattino” che, alle 19:30, inaugureranno la serata con un Convegno di apertura alla presenza dell’Onorevole Andrea De Simone promotore della “cipolla ramata di Montoro” ed autore di un libro totalmente dedicato a narrarne usi, storia ed abbinamenti.

Durante la serata – prosegue Nausica – intervisterò i vari Chef alternando, con la collaborazione di Luciano Pignataro, storie di tradizioni, di ricette antiche, di nostri presidi, di guide e di abitudini coinvolgendo attivamente il pubblico; e questo perchè Saperi e Sapori non sia solo un momento gastronomico ma un’occasione per fermarsi e riflettere”.

Il ricco menu prevederà antipasti, primi, secondi e dolci, tutti pensati in base al proprio stile di cucina ma tutti rigorosamente preparati con i gli ingredienti forniti dalle aziende presenti come la cipolla ramata, i fagioli di Controne, la carne del maiale nero casertano, gli olii extra vergine di oliva, il burro e gli incredibili formaggi di Paolo Amato, grande esempio di arte casearia, protagonisti della Pizza pensata per l’occasione da Francesco Capece.

MENU

ANTIPASTI

Nando Melileo – Emozionando

Focaccia alla curcuma con battuto di scottona al lime maionese alla colatura di alici IASA e cipolla ramata fermentata

Antonio Petrone – Pensando a te

La Ramata del Monaco

Angelo Borghese – Settanta Neo Bistrot

Lattuga cotta al gelo pollo, ostrica e cipollotto nocerino

Nausica Ronca – Nonna Nannina

Pacchero fritto ripieno di provola di bufala ricotta stemperata e melanzane a funghetto, su letto di pesto artigianale e sopra salsa di corbarino finito con cacioricotta cilentana

Francesco Capece – La locanda dei feudi

Fonduta di pecorino Monti Lattari, fiordi jersey, blue di bufala, chips di parmigiano reggiano 24 mesi, confettura di fichi bianchi del Cilento, basilico, olio extravergine sole di cajani

Domenico Fioretti – Mastro Fornaio

Pane di vario tipo

PRIMI

Francesco e Pamela Maiorano – Osteria San Francisco

Note di Concerto: paccheri con datterini giallo sbriciolata di salsiccia al finocchietto e gocce di concerto di Tramonti

Domenico Vitagliano – Espresso Napoletano

Ziti a candela alla Genovese, con crema di Pecorino e Basilico in polvere

Agostino Lucibello – Casa Rispoli

Risotto alla genovese

Riccardo Faggiano – Evù

Tagliatelle di seppia al ragù napoletano

Giuliano Donatantonio – Ristorante SaulleRe

Pasticcio minestrato di farro e fagioli del Controne in salsa di pomodorino giallo e mascuotto

Drago Mir, Gianni Mellone – Mood

Pasta e Fagioli (zuppetta di Fagioli di Controne con cicorietta, zucca in osmosi di fondo vegetale, pasta mista soffiata e pecorino dei monti lattari)

Mario Guzzi – Chef patron Lloyd’s Baia

Troccoletti con datterini d’inverno, pesto di noci sorrentine e colatura di alici cetaresi

SECONDI

Gerardo Figliolia – La Pignata

Polpette della tradizione

Antonio Petrillo – La corte dei Filangieri

Baccalà alla pertecaregna

Gennaro Coppeta- Resilienza

Vellutata di finocchi con polpettina di pesce azzurro

Ivan Matarazzo – Daniele Gourmet

Polpettine di patate vitellotta e porcini in crosta di grani con ragù leggero di castagne e bacon croccante

Michele De Martino – Ristorante Casamare

Tartare di tonno senape pistacchio misticanza alla colatura

Gustavo Milione – Via Porto Bistrot

Pancia di maiale pesante e fagioli di Controne

DESSERT

Pasquale Bevilacqua – Pasticceria Mamma Grazia

Colomba

Salvatore Avallone – Ristorante Cetaria

Bufala, cioccolato e agrumi

Stefania Fasano – Pasticceria Baunilha

Il mandarino

Cioccolateria Dolcezze

Cioccolateria varia

Marco Pellegrino – Pasticceria La Dolcezza

Tartufini

LE AZIENDE  – Pastificio Setaccioro, Caseificio Aurora, Agriturismo Mastrofrancesco, Verrone Viticoltori, Cantine Setaro, Cantine San Francesco, Liquorificio De Falco, Cilento I Sapori della Terra, Madonna dell’olivo, Lamberti food, Cipolla Montoro Salvatore Montone, Gustarosso, Masterwine, Fagioli Controne Ferrante, Iasa, La fonte, Caffè campana, Macelleria le bontà campane, Birrificio Bella ‘Mbriana, Birrificio Dell’Aspide, Cantina Kurtatsch, Birrificio Dei Bardi, Liquirificio Capece.

LA LOCATION – Lloyd’s Baia Hotel – La magia di uno scenario mozzafiato si rivela di fronte allo sguardo degli ospiti del Lloyd’s Baia, Hotel di Charme sulla Costiera Amalfitana. Questo incantevole albergo a picco sul mare è l’emblema dell’ospitalità intesa come arte dell’eccellenza, esibita nello stile delle camere, nella spiaggia privata e nei servizi concepiti su misura per il turista.La posizione invidiabile dell’albergo, incorniciato dalle rocce della Costiera e affacciato sul Golfo di Salerno, consente di ammirare ogni giorno lo spettacolo ineguagliabile dei tramonti sul mare e di lasciarsi avvolgere da un’atmosfera romantica ed esclusiva.

Saperi&Sapori in breve

Lunedì 3 Febbraio 2020

Lloyd’s Baia Hotel

Via Enrico De Marinis 2 – Vietri sul Mare

ore 19:30 Convegno d’apertura Saperi&Sapori

ore 20 Cena Evento – Costo della serata: 18€

info e prenotazioni 089-341190 / 3475213106

Read more

Due campani e un romano. Uno sguardo rivolto al mare, uno alla terra, l’altro ancora rivolto alla città. Caserta, Napoli, Roma: 3 concetti di cucina, 3 modi di interpretare il sapore, 3 grandi professionisti, tante storie da raccontare, 1 forno a legna per 8 esclusivi posti. La memoria, la tecnica, il prodotto di Ciro Scamardella e Pipero incontrano la Pizza, la Ricerca e l’Esperienza Authentica di Franco Pepe per una serata memorabile.

Faremo un bell’incontro in casa – così mi racconta Ciro Scamardella, classe 1988, di Bacoli, e talentuoso Chef del ristorante stellato Pipero – realizzeremo dei piatti che sono diventati un pò il simbolo di Pipero come la zolla, le alici e la genovese di polpo, adattandoli alle pizze di Franco Pepe. Il gioco sarà molto divertente a partire dalla “zolla“, straccetti di carne cruda affumicati a freddo che portano già con sé i sentori di brace con la maionese di fondo di vitello; e allora quale mezzo migliore di una pizza a base scamorza? Poi faremo la genovese di polpo che più rappresenta la mia Bacoli, la pizza con le alici arrecanate, un piatto povero della tradizione campana addolcito dal pomodorino giallo e dall’ uva passa. E poi chiaramente, la carbonara di Alessandro Pipero, a chiudere!”

Si preannuncia dunque una serata unica, intensa e densa in quel di ‘Pepe in Grani’ e e della sua pizzeria Authentica Stellata che rappresenta l’evoluzione di pensiero di Franco Pepe in un progetto ideato e fortemente voluto nato con l’obiettivo di raccontare dell’arte della pizza e gli infiniti orizzonti di fusioni e connessioni su base lievitata.

Ho voluto dare vita ad un concetto diverso di pizzeria – racconta Franco Pepe – in cui ritrovare non solo la qualità delle materie prime, ma anche quella del tempo. Ho capito, poi, quanto fosse importante usufruire di quel tempo per dedicarmi al mio antico mestiere e ai miei clienti, ritrovando le tradizioni del passato e il contatto perduto. Mi sono ricordato, allora, di quando mio padre lavorava dietro a un banco di legno, guardando, ad uno ad uno, i tavoli e chi vi sedeva.

È stata un’ispirazione. Da qui, nel 2017, è nata Authentica, la pizzeria più piccola al mondo: un ambiente semplice, 8 posti a sedere attorno ad un tavolo semicircolare, un banco da lavoro per il pizzaiolo e un forno, per vivere un’esperienza da e con Franco Pepe in assoluta intimità. Qui io ritrovo me stesso, il rapporto vero con il cliente e il mio lavoro, che torna ad essere protagonista. Sedere a quel tavolo è come stare nella cucina di casa mia, scambiare due chiacchiere tra amici e degustare le pizze che, nel frattempo, inforno, accompagna te da un buon bicchiere di vino.

L’esperienza di Authentica è tutta qui, in quella semplicità e convivialità che, con gli anni e le mode, si sono spesso perse di vista. Dal 2017, il percorso di Authentica si è sviluppato in due direzioni, Esclusiva e Conviviale. Ho poi deciso di aprire le porte di Authentica ad un terzo percorso, fatto di vecchi e nuovi incontri, per sperimentare in questo piccolo spazio, che io considero un laboratorio per il futuro, nuove ricette per le mie pizze.

Sarà un ‘viaggio’ con le stelle della cucina italiana ed internazionale, che, in questi anni, mi hanno onorato della loro sincera amicizia fornendomi, per prime, le loro conoscenze. Da questi Chef ho imparato come trattare le materie prime e come trasformarle. I loro insegnamenti sono stati fondamentali per la mia attività e, da queste collaborazioni, è sempre venuto fuori un risultato fantastico. Saranno oltre trenta date, ogni cena prevederà un lungo percorso degustazione per soli 8 posti. Ogni data 1 giornalista specializzato racconterà le emozioni di quell’esperienza unica.

PROSSIMO EVENTO – 22 Gennaio 2020

Ciro Scamardella e Alessandro Pipero – Ristorate PIPERO, Roma

Alessandro Pipero, patron dell’omonimo ristorante stellato e perfetto uomo di sala, estroverso e divertente, maître attento e preciso.
Ciro Scamardella, cresciuto con il profumo del mare e quello del ragù della mamma, propone il suo modo di interpretare la cucina, creativa e giocosa quando serve ma sempre elegante e impeccabile nelle esecuzioni, cosmopolita ma con chiare radici italiane e partenopee.

PROSSIME DATE
PINO CUTTAIA La Madia – Licata
CORRADO ASSENZA Caffè Sicilia – Noto
TOMAZ KAVCIC Zemono – Slovenia
CHRISTOPH BOB Monastero Santa Rosa Conca dei marini
CHICCO CEREA Da Vittorio – Brusaporto
ANDREA APREA Vun Andrea Aprea – Milano
HEINZ BECK La Pergola – Roma

ANDREA BERTON Ristorante Berton – Milano
ANTONINO CANNAVACCIUOLO Villa Crespi – Orta San Giulio
FRANCESCO SPOSITO Taverna Estia – Brusciano
ROSANNA MARZIALE Le colonne – Caserta
ALESSANDRO GILMOZZI El Molin – Cavalese
FLORIANO PELLEGRINO
& ISABELLA POTÌ Bros- Lecce
CATERINA CERAUDO Dattilo – Strongoli
ANTONIO ZACCARDI Pasha – Conversano
MATTEO BARONETTO Del Cambio – Torino
DOMINGO SCHINGAR & ANDREA RIBALDONE Due Camini di Borgo Egnazia Savelletri di Fasano
CRISTOFORO TRAPANI La Magnolia Lord Byron – Lucca
NANCY SILVERTON Mozza – Los Angeles
PAOLO BARRALE
DOMENICO CANDELA George – Grand Hotel Parker Na
LINO SCARALLO Palazzo Petrucci – Napoli
PEPPE AVERSA Il Buco – Sorrento

Sul sito ufficiale di Pepe in Grani e attraverso i canali social, saranno comunicate le modalità di prenotazione per riuscire ad assicurarsi un posto per una cena indimenticabile. Gli eventi si svolgeranno esclusivamente nella sala Authentica, mentre la pizzeria rimarrà aperta al pubblico nell’intento di non stravolgere l’offerta e di non trasformare Pepe in Grani soltanto in una grande cucina stellata. L’idea è di dare vita ad un ciclo di serate uniche nel loro genere in una location molto speciale.

Per info e Prenotazioni Authentica

Vico S. Giovanni Battista. 3 – 81013 Caiazzo(CE) Italia
Tel. +39 0823 862718 | authentica@pepeingrani.it | pepeingrani.it

Read more

Il legame tra Antonio Canova, Roma, la Gastronomia e l’Arte: questi gli ingredienti per l’iniziativa ideata dall’Hotel Diana di Roma insieme all’Associazione I Percorsi delle Muse per sabato 25 gennaio.

L’appuntamento è alle ore 17 a Palazzo Braschi, con ingresso da Piazza Navona 2, per la visita guidata della grande mostra dedicata a Canova, Eterna Bellezza in programma questi giorni.

Una mostra-evento incentrata sul legame tra Antonio Canova e la città di Roma, con oltre 170 opere e prestigiosi prestiti da importanti Musei e collezioni italiane e straniere incorniciate all’interno di un allestimento di grande impatto visivo.

L’esposizione racconta in 13 sezioni l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò giungendo nell’Urbe nel 1779 attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche. Lungo il percorso espositivo è stata rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, mostrava le proprie opere agli ospiti, di notte, nell’atelier di via delle Colonnette.

Per chi volesse prolungare il piacere con il gusto a tutto tonfo, il Roof Garden l’Uliveto sito al 7° piano dell’Hotel Diana, in via Principe Amedeo a pochi passi dal Teatro dell’Opera, ha pensato ad una cena tematica con menu dedicato con contorno di antiche favole del mito raccontate dagli storici dell’arte presenti.

Lo speciale menù ideato per l’occasione e dedicato alle maggiori divinità dell’Olimpo: cocktail di benvenuto con “Nettare & Ambrosia”, antipasto con “Nascita di Venere”, a seguire, risotto “Saetta di Giove“, arrosto “Diana cacciatrice” con contorno di funghi e patate, mousse al cioccolato di Cupido. Il tutto accompagnato da un buon vino della terra di Sicilia e dai racconti dei miti di Diana ed Endimione e di Amore e Psiche.

La nostra città offre tante possibilità dedicate alla scoperta dell’arte” – ha dichiarato Caterina De Angelis, responsabile degli  eventi speciali dell’Hotel Diana e fautrice di queste iniziative – “Il nostro desiderio è quello di coinvolgere i nostri ospiti ma soprattutto gli amici che sono a Roma, alla scoperta di questi tesori.

Le iniziative culturali si susseguono, poi, nel corso dell’anno, dalle passeggiate culturali dedicate quest’anno alla scoperta di alcuni degli alberghi romani ricchi di arte, a partire dal prossimo 8 febbraio, alla cena con Raffaello in programma il 3 aprile, fino a convegni ed eventi di intrattenimento dedicati alla fede e alle donne.

Aperto tutto l’anno, il Roof Garden l’Uliveto è un vero e proprio guardino sui tetti di Roma, da cui godere di una vista sulla città, sorseggiando un the o un drink o anche degustando i piatti della tradizione per pranzo e per cena.

L’Hotel Diana di Roma, che ha appena celebrato gli 80 anni di attività con la stessa famiglia De Angelis ancora oggi alla guida, capitanata dall’Amministratore Carlo De Angelis, deve la sua storia alla lungimiranza del suo fondatore Benedetto De Angelis, noto anche per aver portato per primo i turisti con il “torpedone” in giro per la città e in gite fuori porta fino a spingersi a Pompei, Sorrento e Capri, meritando la cittadinanza onoraria di Sorrento.

Per info e prenotazioni:

Tel. 338 8324983 / €22 solo mostra, €47 mostra e cena, €28 solo cena, più €5 tessera associazione

Hotel Diana Roma www.hoteldianaroma.com 06.478681Via Principe Amedeo 4-00185 Roma

Read more

Latta è l’avventura di chi ha deciso di sfruttare con intelligenza le conoscenze acquisite nel proprio personalissimo percorso per inventare un luogo che sa di buono sulle note della trasformazione e della fermentazione.

La LATTA mi ha sempre riportato alla mente uno dei personaggi principali del Mago di Oz, il celebre romanzo di L. Frank Baum in cui tutti cercano qualcosa: lo spaventapasseri vuole un cervello, il leone desidera il coraggio, Dorothy vuole tornare a casal’uomo di latta cerca un cuore.

Un cuore. Non semplicemente un organo fatto per pompare sangue e ossigenare il cervello, ma lo scrigno in cui vivono e sopravvivono le emozioni, in cui risiede la vera identità di ciascuno. Senza il cuore non resta che ferro soggetto all’erosione del tempo, alla ruggine, all’immobilismo. E’ così che l’uomo di latta rimane nell’immaginario fantastico il simbolo di chi non si rassegna, di chi non si arrende e lotta, oltre i limiti preordinati, per avverare il proprio sogno.

Probabilmente è questo lo spirito con cui Leonardo Di Vincenzo, Paolo Bertani e la compagine del Jerry Thomas Project, si sono approcciati gli spazi del suggestivo complesso industriale degli ex Mulini Biondi del quartiere Ostiense, decidendo di dare un cuore nuovo ad una scatola di latta in un moderno progetto di 250 mq ispirato ai soda bar americani degli anni ’50.

Arredi ed elementi in vetro e metallo, tavoli in alluminio e contenitori geometrici per erbe, aromi, spezie, profumi e miscele, ispirati alle opere dell’artista statunitense Donald Judd. Muri in tufo, volte in mattoni e quattro ampie arcate che ospiteranno la cucina, la sala, il bar con bancone e spine e la sala.

“Ci ha subito affascinati l’idea di creare uno spazio nuovo e fruibile in cui far ritrovare le persone, tra gli spazi ristrutturati di un mulino industriale. Poi abbiamo cercato la sostenibilità e ci è venuta in mente la lattina. Latta richiama il contenitore in cui i fermentati saranno prodotti.” Alessandro Procoli e Paolo Bertani hanno spiegato così l’idea da cui nasce il locale.

LATTA, in via Pacinotti 83, propone fermentati, miscele, sidri, birra e vini naturali alla spina e fermentati in lattina, da consumare sul posto e a casa. LATTA lavorerà infatti sulla fermentazione in un piccolo laboratorio dedicato che consentirà di studiarla e approfondirla controllandone la qualità. L’evoluzione sarà continua e farà “risuonare” nelle latte storie di miscelati, di birra e anche di vino.

A Leonardo Di Vincenzo, Roberto Artusio e Michele Garofalo è chiaro cosa succederà nel laboratorio che ha preso forma tra gli arredi in metallo e le architetture industriali custodi del nuovo tempio dei fermentati. “Ci siamo entusiasmati all’idea di fare il giro del mondo con bevande fermentate diverse da birra e vino e di ricreare il flavor dei cocktail classici attraverso le fermentazioni. Sei saranno le materie prime utilizzate per ottenere una fonte zuccherina: zucchero di canna, riso, sciroppo d’agave, mele o frutta, miele e malto di cereali. La combinazione di queste materie prime tra loro o la selezione di una soltanto sarà la base sulla quale costruire la nostra bevanda. Le ispirazioni vanno dall’idromele al sidro, dal makgeolli coreano al pulque o tepache messicani. Mentre le aromatizzazioni saranno ispirate al mondo dei cocktail, ai profumi evocativi di un gin sour, un aviation oppure un paloma e così via. Per ottenere le aromatizzazioni utilizzeremo infatti erbe e spezie che si ritrovano nel gin, nei bitter, nei vermut o comunque utilizzate nella miscelazione. L’obiettivo è ottenere delle bevande intriganti, affascinanti, ma allo stesso tempo equilibrate e facili da bere. Poi ci saranno i fermentati non alcolici, su quelli regna la kombucha, ci divertiremo a creare la “mojito kombucha”, a base di menta e zucchero di canna, per chi desidera un mojito senza alcol.”

Ben oltre la fermentazione, da LATTA dovrete sporcarvi le mani per assaggiare le proposte golose, veloci e facili da consumare, pensate anche in accompagnamento ai drink: in carta tredici proposte tra cui hot-dog di wurstel artigianali serviti con salse fatte in casa, pastrami club sandwich, saccottino al cacao ripieno di coda alla vaccinara, tacos con porchetta e puntarelle, bun alla lingua tonnata, assieme alle proposte fermentate di Marco Moroni.

Latta Fermenti e Miscele

via Antonio Pacinotti, 83 (Roma)

‎+39 06 8892 3791

comunicazione@latta-roma.it

Martedì – Domenica dale 18:00 alle 02:00

Read more

L’Umbria è un mondo intero, un continente, non una piccola regione d’Italia. Qui il tempo ha un ritmo differente perché tutti gli orologi segnano anche l’eterno e l’inutile. (Vittorino Andreoli (Verona, 19 aprile 1940) psichiatra, scrittore e poeta italiano)

Verde, mistica, francescana. L’Umbria che se ne sta proprio al centro dell’Italia, stretta e protetta dalle altre regioni, vive di una bellezza talmente densa tra colline, torri, campanili, basiliche, monasteri, rocce, uliveti e limpidi tramonti, da non far sentire l’assenza del mare, quasi non le servisse, quasi non aggiungesse nulla.

Dal punto di vista gastronomico è molto interessante anche per questa ragione, annoverando piatti non sempre poveri o popolari, ma con frequente uso di carni, legumi e cereali. Le radici della cucina umbra sono infatti molto antiche e affondano nella civiltà degli Umbri e dei Romani .

Poco influenzata dalle regioni vicine, si basa essenzialmente su prodotti della terra, lavorazioni in genere non troppo elaborate, che esaltano in modo netto i sapori delle materie prime, e grandi tradizioni norcine. Tipica di tutto il territorio è infatti la lavorazione di carni suine e la produzione di salumi tra cui sono particolarmente rinomati quelli della zona di Norcia, da cui il termine italiano “norcino“, che per antonomasia designa il produttore e venditore di salumi.

Altri ingredienti “nobili” che ricorrono nei sapori umbri sono il tartufo, autentico emblema di questa gastronomia, nonché l’olio extravergine di oliva, indispensabile nella quasi totalità delle pietanze.

Qui, a Civitella del Lago, affacciato sullo spettacolare Lago di Corbara, da oltre 50 anni la famiglia Trippini si occupa di ristorazione e accoglienza. Prima Giulia e Giuseppe Trippini, poi Adolfo, ed oggi Paolo, amante della cucina e grato per poter fare il mestiere più bello del mondo (ipse dixit).

La storia narra che nel 1973 Adolfo Trippini, figlio di Giulia e Peppe, titolari della prima trattoria chiamata “da Peppe se Pappa”, a soli 25 anni , scelse di prendere in mano le redini della trattoria con sua moglie Angela. I coniugi negli anni, hanno ampliato e rinnovato l’attività. Grazie alla loro grande capacita e dedizione, sono riusciti a far riconoscere le qualità del ristorante anche attraverso le piu note guide gastronomiche. Nel 1979 Adolfo decide di cambiare il nome del locale, perché non più rappresentativo della sua cucina, ormai rinnovata: per mantenere la memoria di famiglia lo rinomina semplicemente ‘Trippini’. Nel 2006, dopo un percorso formativo importante Paolo, figlio di Alfonso decide di prendere in gestione il ristorante di famiglia, consacrandolo definitivamente a ristorante di alta qualità.

L’amore per la cucina e per il proprio territorio, la rinnovata tradizione della terza generazione di una famiglia di ristoratori e la ricercata creatività dei suoi piatti.  All’ attività di Civitella del Lago, ristorante storico di famiglia dove lo spettacolare panorama sul Lago di Corbara fa da sfondo a un’esperienza culinaria indimenticabile legata alla tradizione.

Tanta storia, tanta cucina, tanta tradizione alle vostre spalle. Qual è il vostro approccio alla cucina oggi e per trasmettere cosa?

La nostra è una convinta cucina umbra, molto legata al territorio e che esprime la voglia di valorizzare ingredienti umbri con creatività e contenuto nel piatto. Così come è per il “Bosco Umbro” che rende perfettamente l’idea del nostro approccio alla cucina, e che è un piatto in continuo mutamento perché accoglie, a seconda della stagione, i sapori e i profumi del bosco.

Dove risiede la motivazione di tanto attaccamento alla terra?

Nella nostra storia di famiglia. Una tradizione alla terza generazione: è quella che ci mantiene vivi e con i piedi per terra.

Terra, Mare, Lago: quali sono le “scelte di campo” e quali quelle per accontentare gli ospiti?

Fin dall’apertura in carta abbiamo sempre avuto qualche proposta di mare, poi dal 2006, ovvero da quando ho preso le redini del ristorante, per qualche tempo h tenuto le pietanze di mare, poi ho tolto tutto. Adesso abbiamo solo pesce di lago, anguille e gamberi di Fiume; raramente il baccalà, unica eccezione. Poi tanta, tanta Carne, Cacciagione e prodotti del Bosco.

Quali sono i tuoi Cavalli di battaglia in cucina?

Bosco Umbro è il mio piatto più noto, ma ho una grande passione per i Risotti e per le Paste ripiene che prepariamo in casa partendo dalla sfoglia grazie a lavoro della brigata e di Francesca Matassa, Sous Chef, con la quale realizziamo dal pane ai dolci.

Propositi per il 2020?

Cucinare, stare bene e portare l’Umbria in alto. Poi gli anni si succedono, le stagioni cambiano, la testa pure, ma questo territorio ci ispira continuamente: è lui il vero protagonista di ogni piatto.

Perchè arrivare a Civitella de Lago?

Perchè da queste vetrate si gode un panorama meraviglioso, che va dal Monte Amiata ai Cimini e tutto intono; e poi per quello che faccio io cucina: tanto territorio, preparazioni tipiche, contenuto e sapore.

Ristorante Trippini: Via Italia, 14
05023- Civitella del Lago (TR)
Italy Tel. e Fax:+39 (0)744 – 950316

Email: info@paolotrippini.it
Sito Internet: www.paolotrippini.it



Read more

Non è napoletana, non è romana, non è un canotto, non è una ruota di carretto: è la pura pizza di Luca Mastracci, in arte “Pupillo”; una pizza che viene dal pane e che porta con con sè il companatico della pianura pontina e della valle dell’Amaseno.

Nel descrivere un personaggio, nell’inquadrare una storia da raccontare, non è possibile, nella sua introduzione, limitarsi alla descrizione fisica o ai tratti che ci hanno più colpito; si deve rimanere fedeli all’identità della personalità in questione, al suo luogo di appartenenza, scegliendo le giuste parole che facciano rima con il tempo e con lo spazio che lo circondano, nonché, argomento forse più importante, quelli da cui proviene e che hanno posto le prime tessere del suo articolato e dinamico puzzle professionale e di vita.

Così, con queste idee tra i capelli, in un tardo pomeriggio d’inverno, mi trovo davanti due occhi neri e fulgidi; uno sguardo intenso e sorridente in un volto da ragazzo; mani agili e capaci che spesso utilizza per sottolineare concetti non banali che albergano nella mente vivace di un sognatore/imprenditore di talento che, insieme ai soci Mauro Reali e Pierantonio Palluzzi, sta realizzando un grande sogno.

Un sogno nato nel 2017 da un piccolo laboratorio di Priverno (LT) con la voglia e la prospettiva di generare il nuovo appeal ad un intero territorio, ad un’intera provincia, attraverso la pizza che profuma di pane, materie prime di grande qualità e citazioni di cucina casereccia senza tempo.

La nostra volontà era quella di creare un brand forte a partire dalla provincia, ragion per cui abbiamo lavorato da subito sul territorio, con piccoli produttori e realtà autentiche – inizia così la nostra chiacchierata, seduti al tavolo di Pupillo Pura Pizza, forte del suo concept fortemente local e della sua abilità ha fatto centro aprendo due locali in due anni che hanno fatto la differenza – a Frosinone abbiamo creato un concept sulla Ciociaria, che poi abbiamo unito a quello di Priverno, dalle Bufale al Territorio dell’Amaseno.

Andiamo per gradi, perchè si chiama PUPILLO?

Pupillo è il mio soprannome da quando sono bambino, ero il “pupillo”, il più piccolo del gruppo, qualcuno da crescere e proteggere; chiamarlo PUPILLO è venuto naturale.

Perchè PURA PIZZA?

Per fa capire che parliamo semplicemente di Pizza e che non ci siamo inventati niente di nuovo, se non il fatto che in qualunque scelta decidiamo di credere, lo facciamo sempre con la stessa etica di onestà e coerenza, sostenibilità locale e piccoli produttori, dal caffè all’olio evo per condire, passando per vini e farine selezionate.

Priverno e Frosinone, 2 province, 25 minuti di distanza, realtà molto diverse. Quali sono le differenze, i tributi e i riferimenti al territorio?

L’impasto è rigorosamente uguale, così come deve e dovrà essere, cambiano alcuni condimenti che raccontano dove siamo. Le farine sono tutte “Polselli”, un piccolo mulino della provincia di Frosinone cresciuto negli anni. Le carni per PUPILLO a Frosinone arrivano dalla “Fattoria Lauretti” che lavora maiale pesante, mentre per PUPILLO a Priverno abbiamo un giovane ragazzo che dopo la laurea si è dedicato all’antica arte norcina; per il fiordilatte abbiamo un unico prodotto: “Alveti e Camusi” di Latina. I topping, come zucca, broccoletti e le creme stagionali, vengono tutti prodotti nel laboratorio di Priverno che poi serviamo anche a Frosinone.

Dove hai imparato a mangiare e come costruisci il sapore delle tue pizze?

Mia nonna non sapeva cucinare, ma ho sempre girato per trattorie con mio nonno, tra Priverno, Sezze e Cucine casarecce come Santuccio, Barbitto. Cibo rustico, così come le mie pizze, che non sono mai troppo sosfisticate ma raccontano me, la mia storia.

Quante pizze hai in menu?

25 pizze tra classica, tradizionale e twist.

Qual è la pizza del momento?

TUTTABUFALA, che è una  4 formaggi di bufala, ed è quella che mi sta dando più soddisfazioni; poi La SAGRA, tributo alla “sagra di paese”, con cicorietta selvatica, ragù di bufalo e marzolina.

Qual è la strada che ti ha portato alla Pizzeria?

Ho iniziato il mio lavoro per caso una sera a San Felice Circeo, dopo aver frequentato un corso amatoriale. Avevano bisogno di un aiuo pizzaiolo e mi sono presentato. Ho passato tutta la sera a mettere una foglia di basilico su ogni pizza margherita sfornata. Poi, il giorno di Pasquetta, il pizzaiolo non si presenta ed io sono rimasto da solo, faccia a faccia con il forno. Quel giorno feci 90 pizze, adesso non so dire se fossero bruciate sotto o meno, ma è andato tutto bene, crampi a parte. (ride) Dopo quell’esperienza ho inziato a leggere, a studiare, cercando di capire attraverso i commenti e le considerazioni dei grandi maestri come Ciro Salvo, Gabriele Bonci, Massimo Bosco. Poi sono partito per una consulenza a Dublino, quando era ancora terreno fertile, ho aperto CIRILLOS, che tutt’ora va alla grande. Dopo Dublino ho raggiunto Massimo Bosco in Sardegna con un obiettivo ben preciso: arrivare ad un impasto pizza partendo dal pane, e così ho fatto. Poi, altra esperienza fondamentale, Stazione Centrale con Pier Daniele Seu; poi PUPILLO a Priverno, ottobre 2017, un successo inatteso e immediato; dopo un anno Frosinone per confrontarsi con una realtà più grande.

Come definisci la tua pizza? Quale stile rispecchia?

Oltre il dibattito sul canotto, sul cornicione, sulla ruota di carro, credo che la pizza debba essere buona e, soprattutto, personale. Ognuno dovrebbe proporre la sua senza criticare quella degli altri. La mia pizza viene dal Pane. Cuoce in 90 secondi, anche di più, la asciugo molto, deriva da un impasto con prefermento e lievito madre, ha un sapore deciso, un impasto che rimane fermo, teso, a prescindere dal condimento.

Il mondo pizza ha subito qualche contrazione, le classifiche, i premi, la comunicazione, stanno modificando animi, voglia di confronti e di crescita collettiva, tu cosa ne pensi?

Io ho molti amici pizzaioli, e cerco sempre di legarmi a persone con cui posso confrontarmi e condividere, come Iacopo Mercuro o Luca Pezzetta, che è un grande professionista, che studia continuamente, ed applica la sua creatività agli impasti.

Dove sta andando la pizza italiana?

Secondo me i pizzaioli dovrebbero tornare agli impasti: dovrebbero prima preoccuparsi dell’impasto, poi giocare con i topping. La pizzeria sta tornando alle origini. Troppi giochi sulla pizza, troppi sapori messi per stupire, si rischia l’implosione.

L’evoluzione della tua pizza?

Io sto studiando gli impasti. Con il mulino stiamo creando un blend di grani del centro sud per una farina ottimizzata. Sono in una fase di ricerca e di evoluzione continua sul sapore, sulla scioglievolezza e sulla croccantezza, ma il mio tipo di pizza è sempre lo stesso, e nei condimenti c’è tutto il mio territorio, per esempio le alici: no Cantabrico, no Cetara, ma Alici di Terracina. Il Pomodoro? Per la margherita bruciata sto lavorando con un “Principe di Perino” dalla piana di Sperlonga, un pomodoro antico. Ecco il mio sogno: chiudere una filiera di territorio.

Mi fai la TOP delle 5 pizze più vendute?

Margherita con bufala (circa 4000 pizze al mese), margherita, la stagionale (adesso zucca, provola e pancetta); la Pupillo e la classica con twist Salsiccia e Patate, un grande classico.

La pizza che ti ha dato più soddisfazione?

LA SAGRA, sembra di fare una grande scarpetta.

Quella che oltre la sua bontà non è andata?

Ero entusiasta di questa ricetta: Fegato marinato di bufala, spinacino fresco e zeste di limone, è stato un autentico flop!

Come ti vedi tra 10 anni?

Io già non credevo di arrivare a questo livello a 28 anni. Anche adesso, per me è ancora come se fosse un sogno. Quando la sera vedo la fila fuori per me è una soddisfazione ed emozione immensa. Come mi vedo? Spero di diventare un punto di riferimento, di poter trasferire quello che ho imparato, e spronare gli altri realizzare la propria idea di pizza.

Obiettivi a 5 e 10 ANNI?

Aprire altri PUPILLO, almeno 6 per essere presente un giorno alla settimana in tutti i locali; e coprire tutta la provincia di Latina. Anche se è tanta la voglia di entrare su Roma. Milano non è facile per una questione di distanza e di freschezza della materia prima. Preferisco muovermi vicino perchè voglio essere presente, voglio che la gente si ricordi la faccia di Luca.

Come lavori con la sala?

Per me la Sala è fondamentale. Lavoro con gli auricolari e controllo continuamente tutti i tavoli per capire se i clienti abbiano bisogno di qualcosa. I miei ragazzi sono tutti formati e facciamo riunioni continue per confrontarci e risolvere le criticità. Ognuno di loro sa come deve funzionare il suo servizio e conosce i prodotti che deve proporre.

Come formi il tuo staff di pizzaioli?

La formazione è continua, e l’idea è quella in un futuro prossimo di fare una scuola. Ogni pizzaiolo che lavora qui esegue alla perfezione tutti i passaggi, dalla preparazione alla cottura, che fa la vera differenza nella mia pizza.

Info Utili

PUPILLO PURA PIZZA FROSINONE – Viale Giuseppe Mazzini, 220, 03100 Frosinone FR

PUPILLO PURA PIZZA – Via Giacomo Matteotti, 29, 04015 Priverno LT

Sito web: pupillopurapizza.it

Read more

Dario Loison e Sonia Pilla rappresentano la terza generazione della Loison. Hanno affrontato insieme un cammino professionale mescolando le proprie passioni. Dario è il genio imprenditoriale, radici nella famiglia, testa nel futuro; Sonia è l’anima artistica e nostalgica, colei che ha creato l’inconfondibile Stile Loison.

Dario Loison si descrive con due semplici parole: genialità ed imprevedibilità. Una mente in continuo fermento sempre alla ricerca di un nuovo limite da superare. Disinvolto passa dai mercatini d’antiquariato alla ricerca di nuovi cimeli per il suo museo, eventi e viaggi in cerca di nuove ispirazioni: ecco perché è sempre capace di stupire.

Se da un lato propone il tradizionale Panettone in molteplici varianti di gusto (ultima novità il Panettone liquirizia e zafferano) dall’altra lo trasforma e, con la collaborazione degli amici chef, lo porta in tavola tutto l’anno, diventando un ingrediente base per primi piatti, nobili carni e raffinati pesci. Ecco quindi che Dario è stato capace di portare il nome Loison in tutto il mondo, sdoganando il Panettone dai vincoli tradizionali.

Sonia Pilla è l’anima romantica e nostalgica, colei che ha creato lo Stile Loison. Responsabile dell’immagine del brand, ha il compito di tradurre materialmente i sentimenti che fanno della Loison un’azienda fuori dal comune, proiettata verso traguardi sempre più ambiziosi, ma allo stesso tempo fedele alla tradizione familiare ed al proprio territorio.

Tutto ciò si coglie immediatamente dal packaging che lei immagina, progetta e disegna. Nel suo stile nessun dettaglio è lasciato al caso. Eleganza, precisione, bellezza. Ispirazioni di modisti cappellai, artigiani orologiai, fabbricanti di bottoni e di ventagli, mastri profumieri. Confezioni pensate come un omaggio al nostro quotidiano oltre la festività, cui dona una giusta dose di poeticità color pastello. La continua ricerca di materie prime eccellenti (Buono), la maniacale cura del dettaglio nel packaging (Bello) e il secondo destino della confezione (Utile) si aggiunge una sensibilità che si convoglia e si ammira anche nelle Maison di Casa Loison; ambienti e allestimenti capaci di far sognare anche le menti più realistiche.

L’ Eccellenza di casa Loison si distingue per la scelta di ingredienti pregiati. Certificazioni di origine controllata, uova fresche di allevamenti sicuri, latte, burro e panna di montagna, fior di farina, zucchero italiano di prima scelta e Sale Marino Integrale di Cervia.

E per gli aromi, Prosecco di Valdobbiadene, i canditi delle Arance di Sicilia o del Cedro di Diamante di Calabria o quelli esclusivi del Mandarino Tardivo di Ciaculli*, del Fico di Calabria e del Chinotto di Savona*, fino a quelli più esotici come la morbida Uvetta Sultanina della Turchia, il più pregiato Cacao del Sud America, l’aromatica e unica Vaniglia Mananara del Madagascar*, protagonisti di un lento processo di lavorazione. Attori pronti a diventare storie di sapori e consistenze ogni volta sapienti, antiche e moderne.

Dolci a pasta morbida, setosa, umida, che incorpora la dolce fragranza dei forni artigianali, la lenta lievitazione, il naturale raffreddamento, la paziente attesa. E tre generazioni di passione che, ognuna col proprio ardore e con le proprie intuizioni, hanno realizzato il sogno di una vera azienda familiare di successo.

Oggi è Dario a guidarla. Portando avanti 75 anni di esperienze e di progressi e traendo forza dalle sue radici. Oggi il successo internazionale della sua pasticceria sta nel coniugare arte e qualità, creatività e spirito di impresa, esperienza e innovazione, tradizione e web, celebrando con l’alta pasticceria ogni festività da portare in tavola tutto l’anno, fin dove non l’aspetteresti.

Il pandoro al caramello salato, la novità del Natale 2019.

Gli appassionati del dolce della tradizione veronese, celebre per la sua burrosa sofficità non ha eguali sia in versione classica che in quella farcita, a cui quest’anno si è aggiunta la ghiotta novità della crema al “Caramello salato”.

Sulla scia del grande successo che ha travolto il panettone Nerosale, novità 2018 con gocce di cioccolato fondente, Dario Loison ha ben pensato di restituire ulteriore gioia anche per gli amanti del pandoro. La crema di caramello salato che farcisce il Pandoro è 100% Made in Loison. La ricetta, firmata Dario Loison, che sapientemente bilanciato il dosaggio tra dolce e salato.

Per il packaging di questa collezione Sonia ha voluto rafforzare il forte legame col territorio Veneto attraverso un omaggio all’Architetto Andrea Palladio.

Ha infatti inserito la rivisitazione delle colonne Corinzie riportate in forma delicatamente stilizzata in sequenza sull’elegante incarto, poi fermato dal caratteristico fiocco piatto, che si ispira a quelli che usava indossare Audrey Hepburn.
Per sigillo una preziosa barretta in metallo dorato su cui è inciso il marchio: che trattiene l’etichetta esplicativa. Quest’ultima riporta un particolare non indifferente: l’anno di nascita del gusto del Pandoro.

Read more