Sara De Bellis

Autore: Sara

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VIAGGI IN ITALIA

Da oggi 10 marzo è in vigore un nuovo decreto governativo, valido fino al 3 aprile (qui il link), che estende a tutto il territorio italiano le misure contenute nel decreto già emesso per la Regione Lombardia e 14 province di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche (qui il link).

Nel decreto:
– è fatta espressa “raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie di evitare di uscire di casa fuori dai casi di stretta necessità” e “si raccomanda di limitare, ove possibili, gli spostamenti ai casi strettamente necessari“.
-si afferma che si deve “evitare ogni spostamento delle persone”, anche se la mobilità è consentita “per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità per motivi di salute” ed “è consentito il rientro presso il domicilio, abitazione o residenza“.- si dichiara la chisura degli impianti da sci; la sospensione di tutte le manifestazioni in luogo pubblico o privato, dalla cultura allo sport, dalle attività religiose alle fiere (restano chiusi cinema, teatri, pub, sale scommesse, discoteche); la chiusura dei musei e degli istituti culturali.
– si afferma che le attività di ristorazione e bar sono consentite dalle 6 alle 18 nel rispetto della regola della distanza di almeno un metro fra le persone.

La direttiva emessa il 9 marzo dal Ministero dell’Interno per la Lombardia e le 14 province precedentemente interessate (qui il link), che con ogni probabilità verrà estesa a tutta Italia, ribadisce che: 
– ogni spostamento all’interno di queste zone deve essere motivato da “esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute”; – le ragioni degli spostamenti devono essere messe per iscritto in un modulo di autocertificazione, che può anche essere compilato sul momento durante un controllo (ecco il link al modulo valido per la Lombardia e le 14 province; in attesa di quello valido per tutta Italia, è possibile utilizzare questo). 

È espressamente prevista, secondo una nota del Governo, la possibilità di uscire di casa anche per motivi legati alle normali necessità, quali, per esempio, recarsi a fare la spesa. “Non è prevista la chiusura dei negozi di generi alimentari, che anzi rientrano tra le categorie che possono sempre restare aperte”. La nota sconsiglia inoltre di “affollarsi e correre ad acquistare generi alimentari o altri beni di prima necessità” ovviamente per ridurre le possibili occasioni di contagio.

Sempre la direttiva del Ministero dell’Interno dà istruzioni per chi viaggia in aereo. I passeggeri in partenza saranno sottoposti al controllo, oltre che del possesso del titolo di viaggio, anche della prescritta autocertificazione. Per uscire dall’Italia bisognerà quindi dimostrare di avere validi motivi di lavoro, di salute o di necessità comprovata. Analoghi controlli verranno effettuati nei voli in arrivo nelle predette aree. Restano esclusi i passeggeri in transito. 

VIAGGI ALL’ESTERO

Allo stato attuale, nessun italiano può uscire dall’Italia se non per “esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute”.

Per chi pensa di rientrare in una di queste categorie, ecco la situazione a oggi Stato per Stato. Ricordiamo che il consueto punto di riferimento per ogni comunicazione è il sito Viaggiare Sicuri, realizzato dal Ministero degli Affari Esteri (www.viaggiaresicuri.it), che consigliamo caldamentedi consultare il sito prima di mettersi in viaggio; la situazione può essere divers aper gli italiani che sono residenti nei vari Paesi all’estero, per i quali i provvedimenti cambiano da Stato a Stato.

1. EUROPAIn Europa, avvisi particolari con indicazioni a chi proviene dall’Italia sono stati emessi da vari Stati, tra cui alcuni consigliano quarantena volontaria a chi proviene dalle regioni italiane interessate. Sono stati inoltre sospesi o ridotti vari voli dal Nord Italia, per esempio da/per Svizzera, Repubblica Ceca, Serbia, Albania, Danimarca, Finlandia, Turchia, Azerbaijan. In particolare misure più restrittive o specifiche sono state comunicate in questi casi:
– Austria. Sospensione di tutti i voli da/per gli aeroporti di Milano e Bologna a partire da lunedì 9 marzo, per un periodo iniziale di due settimane; prevista la possibilità di effettuare controlli alle frontiere (anche sui treni) per la misura della temperatura corporea.
 Germania. Coloro che negli ultimi 14 giorni abbiano viaggiato nelle aree considerate a rischio (le Regioni Lombardia, Emilia Romagna, il Comune di Vo Euganeo e la Provincia Autonoma di Bolzano) sono invitati a rimanere precauzionalmente presso il proprio domicilio e ad evitare i contatti non necessari con altre persone (si tratta di raccomandazioni non vincolanti e di un autoisolamento volontario). 
– Gran Bretagna. Per chi abbia visitato l’Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo in UK, nel caso in cui si sviluppino sintomi simil-influenzali, raccomandazione di rimanere in casa.
– Norvegia. Possibilià di quarantena domiciliare monitorata (anche presso il proprio albergo), per un periodo di 14 giorni, anche in assenza di sintomi compatibili con COVID-19. Quarantena obbligatoria per chi è già sintomatico.- Croazia. Tutte le persone provenienti dalla regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro, Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cussio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, Bolzano saranno sottoposte a quarantena obbligatoria di 14 giorni in struttura individuata dalle autorità croate. I cittadini provenienti da Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Piemonte e Veneto saranno sottoposti a obbligo di autoisolamento domiciliare di 14 giorni. – Montenegro. Ogni viaggiatore, nelle successive due settimane dall’arrivo, dovrà segnalare due volte al giorno ad un apposito numero telefonico aggiornamenti circa il proprio stato di salute.- Malta. Sospensione di tutto il traffico passeggeri, aereo e marittimo, da e per l’Italia. 
– Ungheria. All’arrivo in aeroporto, misurazione della temperatura corporea. Se risulta anomala, il viaggiatore potrà essere sottoposto ad analisi cliniche e a probabile quarantena. Non sono tuttora previsti regimi di quarantena ad hoc nei confronti dei viaggiatori provenienti dall’Italia, ma non si possono escludere tali iniziative da parte di entità non statali, quali ad esempio università e imprese nei confronti di persone provenienti dalle aree considerate a rischio.- Romania. Per i cittadini italiani: accesso via aerea negato; accesso via terra a condizione di quarantena obbligatoria o autoisolamento, a seconda dei casi.
– Moldavia. Coloro che dovessero presentare sintomi al momento dell’ingresso nel Paese saranno sottoposti a test e ricoverati presso le istituzioni sanitarie specializzate.
– Bulgaria. A tutti i passeggeri provenienti da tutte le regioni italiane (sintomatici ed asintomatici) è richiesta all’arrivo la compilazione di un questionario, in presenza di un ispettore sanitario, dichiarando le proprie generalità e se si avvertono dei sintomi. Tutti i passeggeri vengono invitati ad osservare una quarantena al proprio domicilio nel Paese. 
 Cipro. A tutte le persone che hanno soggiornato nei 14 giorni precedenti al viaggio nelle regioni italiane del Nord Italia, e più specificatamente nelle aree situate a nord di Pisa, Firenze e Rimini si raccomanda di rimanere al chiuso, evitare spostamenti e monitorare il proprio stato di salute e contattare il numero di emergenza 1420 in caso di sintomi di infezione respiratoria nei 14 giorni successivi all’arrivo nel Paese. In caso di sintomi già rilevabili in aeroporto e/o di contatti dichiarati con portatori di virus, i viaggiatori potrebbero essere trasferiti in apposita struttura medica esterna per ulteriori accertamenti.
– Estonia. Raccomandazione per chi ha viaggiato nelle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, di lavorare e studiare da casa, ove possibile, nelle due settimane successive al rientro in Estonia.
– Bielorussia. Per tutti i passeggeri provenienti dall’Italia “l’obbligo del test per verificare l’eventuale infezione da coronavirus”.
– Ucraina. Le Autorità sanitarie potrebbero inoltre consigliare, quale misura precauzionale ed esclusivamente su base volontaria, di valutare un autoisolamento per un periodo di 14 giorni.- Georgia. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
– Turchia. Sospensione del traffico aereo dall’Italia; le compagnie aeree con voli dall’estero verso la Turchia non possono accettare sui propri voli passeggeri che abbiano viaggiato negli ultimi 14 giorni in Italia; i passeggeri in arrivo in Turchia che abbiano viaggiato negli ultimi 14 giorni in Italia possono essere respinti alla frontiera. 
– Russia. Autoisolamento obbligatorio di 14 giorni per tutti i viaggiatori in arrivo dall’Italia. I viaggiatori che presentino anche solo leggeri sintomi influenzali o da raffreddore/tosse, o con poche linee di febbre vengono trattenuti in osservazione presso l’aeroporto stesso; seguono successivi accertamenti presso le strutture pubbliche specializzate in malattie infettive, dove è previsto un periodo di osservazione di qualche giorno ed eventualmente una quarantena di 14 giorni. La Farnesina raccomanda di evitare di recarsi nella Federazione Russa se si presentano sintomi anche molto lievi di raffreddore, tosse, febbre o influenza.
2. AFRICA
In Africa, avvisi di screening all’arrivo ed eventuale quarantena in presenza di sintomi sono stati emessi da molti Paesi. Maggiori restrizioni e avvertimenti sono stati comunicati dai seguenti stati:
– Tunisia. Possibilità anche per i casi asintomatici di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva per 14 giorni; per i casi sospetti è previsto l’isolamento sanitario e il trasferimento in strutture ospedaliere dedicate. 
– Marocco. Sospensione del traffico aereo da/per l’Italia. Per i casi sospetti, all’arrivo è previsto l’isolamento e il trasferimento in strutture ospedaliere dotate di reparto idoneo. Le autorità marocchine possano adottare ulteriori controlli sanitari e termici o misure di quarantena in base alle valutazioni delle competenti autorità sanitarie locali.- Capo Verde. Sospensione temporanea dei voli charter diretti con l’Italia. 
– Mauritania. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.- Ciad. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
– Guinea. Quarantena obbligatoria a tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia. 
– Sierra Leone. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi abbia soggiornato in Italia nei 14 giorni precedenti all’arrivo.
– Benin. Obbligo di quarantena.
– Liberia. Periodo di isolamento obbligatorio di 14 giorni.
– Ghana. Accertamenti sanitari e autodichiarazione sullo stato di salute, da consegnare alle autorità di frontiera. 
– Nigeria. Le persone che all’arrivo mostrano sintomi sospetti vengono testate per il coronavirus e, se positive, possono essere messe in quarantena.
– Rep. Centrafricana. Le autorità locali si riservano la facoltà di imporre ai viaggiatori in arrivo un periodo di quarantena domiciliare di 14 giorni. 
– Eritrea. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
– Gibuti. In caso di sospetto contagio, i cittadini stranieri potrebbero essere collocati in quarantena.
– Gabon. Possibilià di misure restrittive (dalla quarantena obbligatoria in strutture sanitarie locali al respingimento in frontiera) nei confronti degli italiani.
– Guinea Equatoriale. Divieto di ingresso per gli italiani.
– Congo. Quarantena per chi proviene dall’Italia.
– Malawi. Misure sanitarie di tutela inclusa la quarantena di 14 giorni nei confronti dei viaggiatori in arrivo da Paesi a rischio, Italia inclusa.- Kenya. Per i viaggiatori provenienti dall’Italia, in caso di rilevazione di sintomi compatibili, possibilità di ulteriori accertamenti sanitari e misure di quarantena, o rientro immediato in Italia, con possibilità di una estensione di tali misure anche a chi abbia viaggiato con lo stesso mezzo. Le autorità locali consigliano di munirsi di certificato medico, con traduzione in inglese, che attesti l’assenza di contagio da coronavirus.
– Tanzania. Tutte le persone che mostrano sintomi sospetti vengono testate per il coronavirus e se positive possono essere messe in quarantena. Sospesi i voli, anche su Zanzibar.
– Uganda. Quarantena di 14 giorni, a spese del viaggiatore italiano, presso una struttura sanitaria definita dalle locali autorità.
– Ruanda. Monitoraggio giornaliero per 14 giorni, con spese a carico del viaggiatore.
– Burundi. Quarantena di 14 giorni.
– Angola. Divieto d’ingresso per chi proviene dall’Italia.
– Zambia. Quarantena di 14 giorni nei confronti dei viaggiatori in arrivo dall’Italia, effettuata sotto forma di auto-isolamento nel proprio recapito/abitazione con controlli sanitari a campione, o di trasferimento in struttura di isolamento, appositamente allestita, in caso di sintomatologia compatibile con il COVID-19.
– Zimbabwe. Per chi all’arrivo presenta sintomi di contagio è previsto il trasferimento presso una struttura sanitaria per ulteriori accertamenti. Agli stessi viaggatori viene suggerito, pur non essendo requisito obbligatorio, di presentare un certificato medico che specifichi la negatività al COVID-19 e di osservare un periodo di auto-quarantena domiciliare di 14 giorni. 
– Mozambico. Quarantena domiciliare obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
– Botswana. I casi sospetti (esempio temperatura e/o altri sintomi influenzali) vengono messi in isolamento in una clinica e sottoposti ad ulteriori test. Tali test vengono inviati in Sud Africa ed il paziente rimane in isolamento fino all’arrivo del responso (3-4 giorni circa).
– Sudafrica. All’arrivo in Sudafrica, in caso di sintomi influenzali, i viaggiatori italiani potrebbero essere sottoposti a una quarantena di quattordici giorni.- Mauritius. Interdizione di accedere ai viaggiatori provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; facoltà di estendere il divieto di ingresso anche ad altre categorie di passeggeri, inclusi cittadini italiani provenienti da altre regioni oltre a quelle già menzionate.
– Seychelles. Le autorità locali hanno vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti alle Seychelles di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni.
– Madagascar. Raccomandazione ai viaggiatori provenienti dall’Italia di annullare o posticipare il viaggio; tutte le compagnie aeree che servono il Madagascar sono obbligate a non imbarcare passeggeri o equipaggi che provengano da o che abbiano soggiornato in Italia.
3. ASIAIn Asia, avvisi di screening all’arrivo ed eventuale quarantena in presenza di sintomi sono stati emessi da molti Paesi. Ricordiamo che in alcune aree di Corea del Sud, Iran, Cina e Giappone sono presenti focolai attivi. Maggiori restrizioni o avvertimenti sono stati comunicati dai seguenti Stati:
– Israele. Divieto di ingresso per tutti i cittadini non israeliani provenienti dall’Italia, ad eccezione di quelli residenti.
– Territori Palestinesi. Quarantena di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
– Libano. Sospesi gli spostamenti per via terrestre, marittima e aerea di tutte le persone provenienti dall’Italia.- Giordania. Il Governo ha vietato l’ingresso di tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia, salvo i cittadini giordani. Easyjet e Royal Jordanian hanno sospeso i voli, Ryanair li sospenderà dall’11 marzo.
– Arabia Saudita.  Divieto di ingresso e di transito per i passeggeri con visto turistico provenienti dall’Italia.
– Bahrein. Chi nei 14 giorni precedenti l’arrivo sia stato in Italia, in assenza di sintomi compatibili con COVID-19, dovrà sottoporsi ad un autoisolamento per 14 giorni presso le loro abitazioni.
– Qatar. Divieto di ingresso per chi proviene dall’Italia. Non vi sono restrizioni per i passeggeri in transito.
– Emirati Arabi Uniti. All’arrivo effettuato il test con tamponi.
– Oman. Divieto di ingresso per i cittadini italiani. Sospesi i voli.- Iraq. Ingresso vietato ai viaggiatori italiani.- Kuwait. Il Paese ha annunciato la sospensione di tutto il traffico aereo da/per l’Italia e del rilascio dei visti.- Kazakistan. Divieto d’ingresso e sospeso il rilascio dei visti dall’8 marzo.
– Uzbekistan. Sospensione del traffico aereo con l’Italia; tutti i passeggeri provenienti dall’Italia che giungano comunque in Uzbekistan (anche con voli indiretti), saranno sottoposti a quarantena obbligatoria di 14 giorni. – Kirghizistan. I viaggiatori provenienti dall’Italia sono sottoposti ad un regime di quarantena precauzionale di quattordici giorni. Tale misura non viene applicata ai cittadini italiani che si rechino in Kyrgyzstan da Kazakshtan e Russia, senza essere passati dall’Italia. 
– Tagikistan. Divieto di ingresso per i viaggiatori italiani.- Turkmenistan. Sospensione del rilascio del visto di ingresso ai viaggiatori italiani e divieto di ingresso.- Cina. Quarantena precauzionale di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dall’Italia. Si consiglia di posticipare viaggi non necessari.
– Hong Kong.Dal 12 marzo quarantena obbligatoria della durata di 14 giorni nei centri adibiti dal Governo. 
– Macao. I viaggiatori non residenti, a prescindere dalla loro nazionalità, dovranno comprovare, tramite certificazione ufficiale rilasciata dall’ufficio immigrazione del luogo di residenza, di non aver visitato l’Italia nei 14 giorni precedenti il loro arrivo. 
– Taiwan. Quarantena domiciliare di 14 giorni.
– Mongolia. Divieto di ingresso per tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia o che vi abbiano soggiornato nei 14 precedenti l’arrivo nel Paese. 
– Nepal. A tutti i cittadini italiani sarà richiesto di esibire un certificato medico che attesti che essi non sono contagiati da Covid-19; a partire dal 10 marzo sarà temporaneamente sospesa l’emissione di ‘visa-on-arrival’ (visti all’arrivo alla frontiera) per i cittadini italiani; possibilità di richiesta visto al Consolato onorario del Nepal con sede a Roma. 
– Bhutan. Divieto di ingresso a tutti i turisti per due settimane a partire dal 6 marzo.
– India. Sospensione della validità dei visti e “e-Visa” emessi in data antecedente al 3 marzo 2020 o il 3 marzo stesso per tutti i cittadini italiani; sospesa la validità dei visti e e-Visa emessi a coloro i quali hanno viaggiato in Italia dopo il primo febbraio 2020; coloro i quali necessitano di recarsi in India per ragioni comprovate e urgenti potranno prendere contatto con l’Ambasciata indiana a Roma; necessario in quest’ultimo caso produrre una certificazione medica attestante la negatività al COVID-19. Nel Sikkim vietato l’accesso ai cittadini stranieri.
– Sri Lanka. Annunciata una quarantena di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dall’Italia.
– Maldive. Divieto di ingresso per i viaggiatori provenienti o in transito dall’Italia dall’8 marzo.
 Bangladesh. In presenza di sintomi compatibili con COVID-19 all’arrivo in Bangladesh, i viaggiatori saranno indirizzati presso le strutture ospedaliere designate. In assenza di sintomi, è comunque prevista una quarantena domiciliare obbligatoria di 14 giorni. 
– Thailandia. Anche in assenza di sintomi, auto-quarantena obbligatoria presso il proprio domicilio (o albergo), per un periodo di 14 giorni. In particolare, i viaggiatori provenienti da aeree a rischio devono esibire al momento del check-in un certificato medico in lingua inglese attestante che il passeggero non è affetto da Covid-19. In mancanza di tale certificato, la compagnia aerea non potrà emettere la carta d’imbarco. Una volta ottenuta la carta d’imbarco, il passeggero dovrà comunque compilare un apposito modulo da presentare all’Ufficiale di controllo delle malattie infettive presso l’aeroporto thailandese di destinazione, che deciderà con piena autonomia in merito all’effettiva possibilità di sbarco o altre misure preventive da indicare al passeggero (accertamenti sanitari, quarantena).- Singapore. Divieto di ingresso e di transito per tutti i viaggiatori che siano stati in Nord Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo. Tutti i viaggiatori che dovessero presentare sintomi compatibili con l’infezione da COVID-19 potranno essere sottoposti ad esami clinici e trattenuti presso le strutture aeroportuali in attesa del risultato (circa 6 ore). 
– Malaysia. Divieto d’ingresso nel Paese di tutti i visitatori che siano stati presenti o abbiano visitato nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Malesia la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Possibile quarantena per chi presenta sintomi febbrili. Lo stato federale di Sarawak ha disposto il divieto di ingresso per tutti i viaggiatori di qualsiasi nazionalità che, nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Sarawak siano stati in Italia.- Vietnam. Quarantena obbligatoria per tutti coloro che arrivano dall’Italia. Sospesa la possibilità di usufruire del portale e-visa per l’ottenimento del visto.
– Indonesia. A partire dalla mezzanotte dell’8 marzo, divieto di ingresso e transito per tutti coloro che, nei 14 giorni precedenti il viaggio, abbiano visitato Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Piemonte. Per tutti i viaggiatori provenienti dalle restanti regioni italiane, dalla stessa data vige l’obbligo di presentare un certificato medico in lingua inglese che attesti lo stato di buona salute e l’assenza di sintomi influenzali nei 14 giorni precedenti il viaggio. 

4. OCEANIA
In Oceania, restrizioni e avvertimenti sono stati comunicati dai seguenti Stati:

– Australia. Misure di monitoraggio con domande sulle condizioni di salute sia al check-in sia all’arrivo e termo-scansione della temperatura.
– Nuova Zelanda. I viaggiatori in arrivo dal Nord Italia, identificato come il territorio a nord di una immaginaria linea Pisa-Firenze-San Marino, devono registrarsi obbligatoriamente presso la linea telefonica verde (healthline) del Ministero della Salute (0800 358 5453 oppure +64 9 358 5453 per SIM straniere) e auto-isolarsi, riducendo al minimo le occasioni di contatto con altri, dopo il loro arrivo in Nuova Zelanda per un periodo di 14 giorni. L’obbligo di auto-isolamento vige per chi ha lasciato la zona indicata nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Nuova Zelanda.
– Samoa. I viaggiatori provenienti (o in transito) dall’Italia saranno ammessi nel Paese solo se abbiano trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non siano occorsi casi di coronavirus e posseggano certificazione medica (non più vecchia di 3 giorni) che escluda il contagio.
– Isole Salomone. Ai viaggiatori che provengano (o che abbiano anche solo transitato) dall’ Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo nel Paese sarà rifiutato l’ingresso. 
– Isole Marshall. Divieto di ingresso (per via area o via mare) a tutte le persone provenienti dall’Italia o che vi siano state dopo il 31 dicembre 2019.
– Figi. Diniego di accesso per tutti i cittadini stranieri che nei 14 giorni precedenti l’arrivo siano stati o abbiano transitato in Italia.
– Nauru. Le autorità locali rifiutano l’ingresso sul territorio a coloro che provengono (anche solo per transito aeroportuale) dall’Italia o che vi siano stati nei 21 giorni precedenti l’arrivo.
– Micronesia. Vietato l’ingresso a tutte le persone provenienti da Stati in cui siano stati confermati casi di coronavirus, a meno che tali persone, prima dell’ingresso, non abbiano trascorso almeno 14 giorni in altri Stati nei quali non risultino casi confermati di coronavirus.
– Polinesia Francese. Chi proviene da Lombardia ed Emilia Romagna deve presentare un certificato medico, rilasciato non più di 5 giorni prima dell’arrivo, che attesti che non presentano segni di infezione virale prima della partenza, indipendentemente dal porto d’imbarco.
5. AMERICHEPer le Americhe, avvisi di screening all’arrivo ed eventuale quarantena in presenza di sintomi sono stati emessi da vari Stati. Maggiori restrizioni e avvertimenti sono stati comunicati dai seguenti Stati:
– Stati Uniti d’America. I passeggeri provenienti dall’Italia saranno sottoposti a screening sanitari sia negli aeroporti di partenza che all’arrivo negli USA. Durante i controlli in partenza (controllo termico, valutazione medica, questionario con la storia di viaggio), in caso di sintomi o di casi sospetti, potrà essere negato l’imbarco. All’arrivo, per i passeggeri sintomatici sarà disposto l’isolamento, mentre per gli asintomatici provenienti dall’Italia le autorità sanitarie consigliano una quarantena domiciliare volontaria di 14 giorni. 
– El Salvador. Interdizione di entrata a chiunque provenga dall’Italia.
– Nicaragua. Qualora i cittadini provenienti dall’Italia dovessero presentare sintomi compatibili, gli stessi verranno trattati e posti in isolamento in attesa dei risultati del test.
– Panama. Per tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia quarantena domiciliare di 14 giorni. 
– Turks and Caicos. Divieto di ingresso per chi abbia visitato l’Italia nei 14-20 giorni precedenti l’arrivo.
– Bahamas. Divieto di ingresso per chi abbia visitato l’Italia negli ultimi 20 giorni.
– Anguilla. Quarantena di 14 giorni in presenza di sintomi compatibili all’arrivo.
– Grenada. Per i viaggiatori italiani che provengano dal nord e centro Italia e per chiunque abbia viaggiato in Italia nelle zone particolarmente colpite dal Covid-19, all’arrivo sull’isola sarà disposta la quarantena obbligatoria.
– St Vincent and Grenadines. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
– Saint Lucia. Qualunque viaggiatore sia stato (anche solo in transito) in Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo sarà sottoposto ad un regime di quarantena di 14 giorni. – Barbados. Quarantena di 14 giorni obbligatoria per chi proviene dall’Italia.
– Aruba. Quarantena in caso di sintomi compatibili.
– Giamaica. I viaggiatori di qualunque nazionalità che hanno soggiornato in Italia negli ultimi 14 giorni e che non sono residenti in Giamaica non potranno sbarcare nel Paese. Sono stati cancellati i voli charter in arrivo e in partenza da/per la Giamaica. 
– Repubblica Domenicana.  Sospensione di voli diretti da Milano verso gli aeroporti della Repubblica Dominicana.
– Trinidad e Tobago. Divieto all’ingresso per coloro che abbiano soggiornato in Italia nei 14 giorni precedenti la data di ingresso nel Paese.
– Colombia. Obbligo di compilare un questionario di controllo per ogni viaggiatore in entrata o uscita dal Paese. Solo in presenza di sintomi, quali febbre o tosse, i viaggiatori sono sottoposti a un sommario controllo sanitario in frontiera e, a discrezione del personale medico, potrebbero essere trasferiti in un centro ospedaliero per accertamenti. 
– Cile. Controlli in aeroporto e consiglio di quarantena su base volontaria per chi proviene dall’Italia.

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Rampante, competitivo, ambizioso, perfezionista, Andrea Antonini ha vissuto gli ultimi otto mesi della sua vita a cucire in silenzio il nuovo esclusivo vestito gastronomico dell’Imàgo sulla vetta di Trinità dei Monti a Roma, e questa è la sua storia. 

Spalle larghe, proprie di chi è abituato a sostenere grandi pesi e grandi imprese, schiena dritta, sguardo sicuro, disciplina da Samurai, pochi giri di parole, molti contenuti e uno straordinario percorso da raccontare.

La storia di Andrea Antonini, Chef dell’Imago, 1 stella Michelin confermata a novembre 2019, potrebbe ispirare un regista ed essere la perfetta trama di un film. Di quei film che descrivono le tappe di un sogno americano (romano, in questo caso); che raccontano le gesta di un’articolata affermazione del sé nei caleidoscopici disegni del destino.

Rampante, competitivo, ambizioso, perfezionista, talentuoso, ansioso quanto sicuro di sé, Andrea Antonini, 28 anni dichiarati (e almeno il doppio per preparazione tecnica), ha vissuto gli ultimi otto mesi della sua vita a cucire in silenzio il nuovo vestito gastronomico della cucina del settimo piano dell’hotel Hassler, sulla vetta di Trinità dei Monti, a Roma. 

Un vestito tutto italiano che nulla (o pochissimo) cede o concede alle contaminazioni esterofile.

Una scelta ragionata che, motivata dal desiderio di parlare italiano ad una vasta platea internazionale, si siede a tavola con la voglia di recuperare la grande cucina italiana classica, di ripensarla in chiave contemporanea, di eseguirla con piglio creativo nella nitidezza tecnica, nel rigore del sapore e nella scelta di materie prime che non escono dai confini del Mediterraneo.

Radicale e patriottica, viene impiattata e servita su ceramiche che ne esaltano l’impatto cromatico, concedendosi al giusto tocco di gioco e coinvolgendo l’ospite fin da subito con un’articolata “danza dell’antipasto sincronizzato”. Una danza scenografica e avvolgente, tutta giocata sui toni e sulle consistenze del vegetale.

“Quando sono entrato in cucina la riflessione che ho fatto è stata: il cliente che viene all’Imàgo arriva da tutto il mondo, osserva la bellezza di Roma e vuole mangiare l’Italia, vuole la pasta, vuole le nostre cotture, vuole il crudo. La mia è cucina classica italiana spinta a livello tecnico, la tecnica non ci manca, il mio percorso e quello della mia brigata lo dimostra, ma sono italiano e voglio cucinare. Così sono tornato ai gesti della cucina, ho tolto sottovuoto, roner, sacchetti e basse temperature. Roca (si riferisce allo chef Joan Roca i Fontané El Celler de Can Roca – 3 stelle Michelin, nonché Tempio della cucina molecolare) la deve fare la bassa temperatura, lui è il Re, non noi, non io. Io preferisco usare le padelle e lavorare una materia prima eccellente.”

Così, Antonini imposta le nuove coordinate dell’Imàgo 2020 sulla rotta di una cucina semplice, che non vuol dire facile, che poggia sulla rigorosa e quotidiana selezione delle materie prime, freschissime, con gesti di dedizione che vanno dal pane preparato e poi tagliato in sala per ogni tavolo alla pasta impastata e stesa a mano, dai fondi di cottura quattro volte alla settimana alla scelta rigorosa di pesce crostacei per taglia, dimensione e vivido colore.

“I ragazzi fanno la linea da capo tutti i giorni. Il ristorante ha una stella (per adesso, dico io) ma pensa alla cucina come se ne avesse tre”, afferma Andrea con una viva luce di determinazione negli occhi – Adesso è più facile per tutti parlare e dire “che bravo!”, ma la strada di per arrivare a questa prima fase di serenità è stata dura.” E noi la vogliamo raccontare.

STORIA DI UNA VITTORIA

 “Io non conosco nessuno che abbia raggiunto un obiettivo senza sacrificio. – mi dice e prosegue – La prima volta che sono entrato in una cucina con una stella Michelin è stata una grande emozione, una grande conquista ai miei occhi e a quelli di tutti gli altri, della mia famiglia, dei miei amici e colleghi. Stessa cosa quando sono entrato in una cucina con due stelle, idem per quella con tre e per i migliori ristoranti della Fifty Best. Poi, mentre ero da Roca, ho vinto il premio per la creatività con ‘Triglia, panzanella e limone’ che lo chef Roca indice tra tutti i membri della sua brigata. L’emozione di quel momento la porto nel cuore, ma volevo di più, volevo lavorare nel miglior ristorante d’Italia e così sono entrato nella cucina di Crippa, diventando capopartita.” (Enrico Crippa, Piazza Duomo, Alba – 3 Stelle Michelin).

Il telefono squilla, Andrea sta cucinando e non può rispondere. Con rigore, massimo rispetto e consapevolezza della propria posizione, non ha distanza con le cose che vive. Su Roma tira un forte vento di cambiamento. L’Hotel Hassler, dopo 16 anni, cerca un nuovo chef per il ristorante Imàgo e la notizia comincia a girare. Quando il telefono torna a squillare finalmente riesce a rispondere e la voce dall’altra parte gli dice: “Stiamo selezionando i migliori profili d’Italia per Imàgo, la proprietà vuole una persona giovane per il ruolo di Chef, vorrebbe fare un colloquio? – era la segretaria di Roberto Wirth, proprietario e direttore generale dell’Hotel Hassler – Io ero a pranzo con mio padre. Lui mi ha detto ‘Richiama e digli sì’. E così ho fatto, senza realizzare subito.”

Da lì comincia a contattare, ancora incredulo, i colleghi-amici di una vita, primo tra tutti Matteo Taccini (ora suo sous-chef) per sondare il terreno, confrontare opinioni, formare idealmente una squadra che, nel caso fosse dovuta servire, potesse seguirlo in questa avventura.

Andrea affronta i colloqui, uno dopo l’altro, senza aspettative. Non gli par vero di tornare a Roma, nella sua Roma. Firma un accordo di assoluta riservatezza. Alla terza telefonata gli dicono che Roberto Wirth vuole un menu per conoscere la sua idea di cucina: tutto si svolgerà nel Palazzetto, modalità top secret.

“Scrivere un menu, anche di prova, da presentare a Roberto Wirth per diventare Chef dell’Imàgo non è cosa da poco; perché sulla carta si può scrivere di tutto per impressionare, ma poi devi realizzare ed essere convincente – riprende con enfasi Antonini – Sono rimasto chiuso nella cucina del Palazzetto per tre giorni, nessuno sapeva né doveva sapere chi fossi. Il clima era tesissimo. Respiravo pressione e dovevo mostrare sicurezza. Finalmente arriva il momento tanto atteso: Wirth si fa mettere un tavolo in cucina, per lui e per i suoi figli. Tre giorni di preparazione per una cena che mostrasse chi fossi. Ho scelto piatti semplici, una Battuta di Fassona con puntarelle e alici, molto bella esteticamente, dei Tajerin all’uovo, un Carciofo confit con mandorle; una cucina italiana classica fatta in modo perfetto. Alla fine della cena Wirth si alza e mi dice: ‘Bene, lei è il nuovo Chef di Imàgo’.”

Dopo 7 giorni Andrea deve condurre il suo primo servizio, fare il suo debutto ufficiale, mostrarsi al mondo, ma la brigata non è completa. “Dovevamo essere 15 ed eravamo ancora solo 5, non conoscevo lo staff di sala, non conoscevo la cucina, neanche come si accendessero le luci, come si azionassero le stufe e la notizia ufficiale della mia presenza stava per uscire. Nel giro di un’ora sono passato dal ruolo di capo partita di un 3 stelle Michelin a quello di nuovo Chef dell’Imàgo; da un’ora all’altra tu digiti il tuo nome su Google ed esce questo…” E mi mostra, con gli occhi che gli brillano, la sua foto insieme a Wirth con lo sguardo fiducioso, sicuro e quasi paterno e alle spalle Roma regina di scenografie. Poi prosegue, ma il tono cambia.

“Quando assumi un ruolo del genere devi essere presente su tutti i fronti, perché il tuo è un ruolo di leader e devi dimostrare di non avere paura, non devi tradire le aspettative. Tutto deve essere perfetto, le cotture, il sale, la tecnica e intorno a te non c’è nessuno, nessuno che si esponga con un giudizio, nessuno che ti dica che stai facendo bene. Non riuscivo a capire se fossi convincente. Ho cominciato a sentire attorno le titubanze sulla scelta della proprietà, la sfiducia sulla mia giovane età. Al massimo era un ‘metticela tutta, poi come va va’, ma questo non è il mio modo di affrontare le sfide. Adesso è facile dire ‘eh, io lo sapevo che ce l’avresti fatta’, ma se avessi fallito, avrei fatto hara-kiri, come i Samurai”, mi dice ridendo.

Per Andrea è impossibile tollerare un fallimento, per tutta una lunga serie di ragioni che vanno dall’affermazione di un ragazzo partito come lavapiatti alla mensa della Corte dei Conti, all’attaccamento alla propria Roma, dalla paura di tradire le aspettative alla voglia di vincere la propria sfida a quella di realizzare un sogno altissimo come l’Imàgo.

“Io sono super patriottico, difendo l’Italia e Roma a spada tratta. Roma è casa mia, e la proteggo come se fosse il posto più bello del mondo. Ogni volta che torno dalle vacanze mi batte il cuore. E c’è una cosa che mi sono sempre detto: se un giorno dovrò ottenere un risultato voglio vincere a casa mia, no a New York, non a Singapore, a Londra o Dubai. Io voglio vincere a casa mia: ROMA”.

LA CONFERMA DELLA STELLA

Al nuovo Imàgo di Wirth cominciano ad approdare i giornalisti, mangiano, osservano, valutano, ma nessuno si sbilancia. Solo la Michelin ci mette la mano sul fuoco, confermando la prima stella, scommettendo e credendo in un giovane chef, nonché confermando l’assioma seconda il quale il talento in cucina non ha età.

Cito, per amore di cronaca, il punto di vista della Guida MICHELIN 2020.

Giovane talento romano che ha fatto la sua gavetta nelle più innovative e creative cucine d’Europa e del mondo, Andrea Antonini porta con sé una filosofia che mette al centro i prodotti, la cultura e la tradizione italiana”. “Ho creato Imàgo 12 anni fa per essere il luogo in cui assaggiare il futuro – racconta Roberto Wirth, proprietario e general manager dell’hotel Hassler – e chi meglio di uno chef giovane ed entusiasta, alla guida di una brigata di ragazzi che non superano i trent’anni a testa, può raccontare la cucina che verrà”? Tra la magnifica e irripetibile vista sulla Città Eterna e sulla scalinata di piazza di Spagna preparatevi ad un’esperienza gastronomica avvolgente e singolare.

Piccione, Cioccolata e Tabacco.

“Dopo la prima visita, ne segue una seconda a ridosso dell’uscita della guida, iper dettagliata – prosegue Antonini – tutte le carte, i carrelli, i vini, i distillati, i pani, i dolci, i formaggi, ogni minimo aspetto. La tensione è stata tanta, troppa. Non dormivo la notte, sentivo la mia vita appesa a un filo. E il giorno prima dell’uscita della guida intorno a me solo silenzio.”

In soli 5 mesi di lavoro senza sosta Andrea ha preso le redini di un cavallo purosangue, ne ha delineato il suo nuovo lucido profilo con l’obiettivo di confermare la posizione dell’Imàgo e conquistare la sua prima stella. Neanche un giorno di riposo, dalla mattina presto alla sera tardi, abnegazione totale, sacrificio, responsabilità e la consapevolezza di essere su una strada impervia.

Dopo 7 mesi esatti esce la guida Michelin 2020. È il 6 novembre 2019. Quella mattina Andrea va in palestra, si allena, prende lo scooter, va al mare, si siede su una panchina, guarda il mare, gli batte il cuore, prende il cellulare.

“La prima cosa che esce è la lista di quelli che l’hanno persa. Leggo, blocco la schermata, torno su, rileggo, torno su rileggo, mi cade il cellulare dalle mani, mi butto indietro con la testa, cedo le armi e comincio a piangere. In un secondo è cambiato tutto, quella schermata è costata 7 mesi di sacrifici, di titubanze, di paure, di indecisioni, di punti interrogativi. Abbiamo fatto subito una festa memorabile, ma ci ho messo un mese per realizzare.”

ROBERTO WIRTH e ANDREA ANTONINI: il savoir-faire del Maestro, la cucina del Discepolo.

Una proprietà sempre presente. Un’esposizione misurata, millimetrica, fino al raggiungimento dei risultati. L’abilità di un uomo straordinario che, con eleganza e contenuto, ha completato la mise en place delle sue tavole con tartarughe di varie fogge e dimensioni, a sottolineare la tenacia, la resilienza, la forza e la longevità, nonché la pazienza nell’attendere il momento giusto in cui effettuare importanti decisioni e dare il via a costruttivi cambiamenti.

La cucina di Antonini ha completato quelle stesse tavole, portando qualcosa in più, una nuova energia nell’armonia dei sapori, nelle combinazioni delle consistenze, una cucina che è summa di tutte le sue esperienze pregresse (Roy Caceres, Quique Dacosta, i fratelli Roca, Crippa) tradotte dalla grammatica gastronomica italiana.

All’Imàgo 2020 capita spesso di sorridere, come quando arriva “l’antipasto sincronizzato” che, come in una danza, compone uno scenografico tetris incentrato sulle sfaccettature vegetali, poi la Triglia, foie gras e melograno, straordinaria; il Riso giallo con ricci di mare, clementine e midollo, cottura e rimandi che trovano nel segno dell’oro nuove armonie, poi i Fusilloni ai frutti di mare, fumanti e affumicati, affilati nel sapore e nelle sapidità marine; Mare e Monti, che reinventa i tagliolini facendoli di funghi per una risultante scioglievole ed appagante; il Piccione, cioccolata e tabacco, un piatto goloso, una cottura da manuale, una presentazione elegante con tanto di zampetta, che ne esce ingentilita; poi il Tonno alla Cacciatora, (uno dei piatti preferiti da Giacomo Leopardi, piccola digressione) sapore antico e intenso, come le alleanze tra terra e mare.

“La strada è ancora lunga, ma una cosa la devo dire: il vero fenomeno è Wirth. Una persona straordinaria, con un talento, una dedizione, un coraggio senza eguali, che ha scelto un ragazzo per affidargli la cucina del suo Imàgo. Io al posto suo non avrei avuto la sua audacia, avrei preso uno chef affermato. – prosegue coinvolto – Wirth mi ha cambiato la vita e da lui imparo tanto ogni giorno, dal suo modo di relazionarsi agli altri a quello di prendere decisioni; un carattere forte e determinato, un uomo straordinario, sempre operativo, che ti da tanto ma pretende tanto.”

C’è una battuta di Roberto Wirth che ben racconta il suo modo di vedere la vita: ‘Non guardo mai al passato, mi distrae dal presente’.”

Roberto Wirth da 40 anni porta avanti un concetto di perfezione a tutto tondo che va dal controllo delle temperature dell’aria condizionata in cucina e del pass perché i piatti non escano freddi, alla cura maniacale dei dettagli della mise en place; dettagli che fanno sempre la differenza.

“Wirth assaggia i miei piatti, ogni mia nuova proposta. Abbiamo disegnato e scelto insieme il servizio di ceramiche, mi chiama una volta a settimana e mi chiede come sto, si informa sul mio stato personale, se qualcosa non va. E c’è un episodio bellissimo che porto sempre nel cuore. Servizio di Capodanno. Che è un evento incredibile all’Imàgo dove tutto deve essere impeccabile. Il servizio fu perfetto. Dopo la mezzanotte, Wirth mi viene a fare gli auguri in cucina e mi dice: ‘Bravo, sono proprio contento di lei, lei è contento di me?’

Imago Hotel Hassler Roma – Chef Andrea Antonini
Piazza della Trinità dei Monti

Dalle ore 19:00 alle ore 22:30 – Dal 10 Marzo 2020 il ristorante Imàgo sarà aperto dal martedì al sabato. 
imago@hotelhassler.it – Tel. +39 06 699 34726
www.hotelhasslerroma.com

Credits to Alberto Blasetti Ph. www.albertoblasetti.com

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Si moltiplicano gli appelli sui social per alzare la testa, far ripartire le attività ristorative e sconfiggere la psicosi generata dal Coronavirus. Dopo Milano, gli Chef della Capitale fanno rete e aderiscono alla campagna video promossa da MangiaeBevi per comunicare, ad alta voce, che #AncheRomaNonSiFerma.

Follie comunicative, allarmismo diffuso, psicosi collettiva; nessuno (o forse si) poteva davvero immaginare quanto le ripercussioni di questa paura strisciante avrebbero potuto impattare sulla ristorazione italiana e sugli esercizi pubblici.

Ristoranti, bar, alberghi, agenzie di viaggio, negozi, guide turistiche, sono state le prime imprese ad essere travolte dalla paura diffusa, le prime ad essere colpite dalla comunicazione errata e dal procurato allarme portato dall’emergenza Coronavirus.

Nonostante il Ministero della Salute abbia chiarito e rassicurato che “non c’è possibilità alcuna di contagio attraverso i cibi anche perché il Coronavirus, sopravvive fuori dall’essere umano per pochi secondi solamente”, le persone hanno paura ad uscire di casa, senza alcun motivo reale e, di conseguenza, c’è chi teme di ritrovarsi in mezzo ad altre persone sconosciute, potenzialmente contagiose.

Secondo quanto stimate dalla Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, i danni stanno mietendo più vittime delle vere vittime. Sono stati stimati attorno ai due miliardi di euro di entrate in meno e più di 20mila posti di lavoro a rischio.

Ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie e locali stanno pagando un prezzo altissimo con perdite di fatturato in tutta Italia (non solo nelle zone rosse) dal 50 all’80%.

Così, dai ristoratori agli chef, dai commercianti ai produttori, si stanno moltiplicando in queste ore le reazioni, gli appelli sui social per far ripartire le attività economiche, rialzare la testa e sconfiggere la psicosi generata dal virus per far fronte alla crisi economica, alla paura che sta abbracciando ogni target di offerta, anche quella stellata.

Dallo Chef Star Carlo Cracco, con il suo ristorante stellato nella Galleria Vittorio Emanuele II, allo chef Davide Oldani (D’O- Cornaredo), passando per Alessandro Negrini e Fabio Pisani, chef del ristorante “Il Luogo di Aimo e Nadia”, due stelle Michelin, le dichiarazioni hanno più o meno lo stesso tenore: «I clienti persi, così come gli eventi annullati, rappresentano per noi un grande danno economico, ma abbiamo deciso di continuare il servizio perché crediamo sia fondamentale mandare un messaggio di normalità in mezzo a tanta psicosi e ribadire che si può uscire e mangiare al ristorante. Certo — conclude —, se il numero di coperti non dovesse tornare a crescere saremo costretti a ragionare su una chiusura parziale» (Fonte Corriere della Sera).

La ristorazione milanese si è poi unita per supportare la città: un gruppo rappresentativo di oltre 50 imprenditori del settore si è incontrato e associato sotto il nome ‘Unione dei brand della ristorazione italiana’, per dare un segnale di presenza e supporto alla città e alle istituzioni. L’associazione delle aziende, di carattere temporaneo, rappresenta ad oggi circa 1.000 attività della ristorazione per un totale di circa 10.000 lavoratori sul territorio.

Partono così le iniziative della “resilienza ristorativa” anche nella Capitale colpita a cascata.

E visto che ogni crisi costringe a pensare, a rimboccarsi le maniche e trovare nuove vie di sopravvivenza e coesione (magari rispolverando un po’ di sentimento patrio e solidarietà collettiva) sulla scia di Milano e anche Roma si stringe e fa rete aderendo alla campagna video promossa da MangiaeBevi a favore della ristorazione. E con una serie di brevi clip degli Chef della Capitale che, dalle loro operose cucine, lanciano un messaggio chiaro e forte “anche Roma non si ferma”. All’iniziativa hanno già aderito Oliver Glowig, chef di Barrique by Poggio le Volpi, Davide del Duca dell’Osteria Fernanda, Angelo Troiani del Convivio Troiani, Dino De Bellis del ristorante Vyta, Stefano Marzetti del ristorante Mirabelle, Cristina Bowerman, Giuseppe di Iorio, Francesco Apreda chef di Idylio, Andrea Antonini chef di Imàgo, Giuseppe di Iorio, Stefano Chinappi, Massimo d’Innocenti e Anthony Genovese, Gianfranco Vissani, Mirko di Mattia, Domenico Stile, Fabio Pecelli, Giulio Terrinoni, Pierluigi Gallo, Enrico Camponeschi e Arcangelo Dandini, Sharon Landersz di Ginger, Daniele Roppo de Il Marchese, Luca Pezzetta, Mirko di Mattia, Riccardo Pepe e Andrea Sacerdoti (qui trovate i video).

Un appello rivolto ai romani stessi, ai turisti, ma ben più in generale alla vita, che deve e vuole andare avanti con coraggio, forza, convinzione e con la viva speranza che la risposta possa esser forte così come il delirio in cui siamo piombati.

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3 Amici, 3 ragazzi in campo. Sono avversari, giocano a Rugby nelle due squadre romane. con dedizione, impeto e autocontrollo, da bravi rivali, a volte si azzuffano. Ma la vita all’improvviso prende un’altra direzione: uno dei tre cambia maglia e si ritrovano ad indossare tutti e tre la stessa.

Favoriti dal clima di nuovo spogliatoio e da una spontanea empatia, scoprono di avere gli stessi interessi, una passione comune per la ristorazione, cominciano a confrontare visioni e riflessioni sulla cucina, immaginano una dimensione professionale e nuova meta per tutti e tre, accarezzano un sogno, formano una piccola squadra nella squadra. Poi trovano un piccolo locale a Prati e decidono di fare il grande passo. 

Loro si chiamano Alberto Martelli, Manfredi Custureri e Tommaso Venuti, rispettivamente Sala e Sommelier, Restaurant Manager e Chef di Cucina, che detti “AL-MA-Tò” (ne avevamo già parlato qui). Un nome originale, composto dalle loro iniziali per sottolineare un luogo in cui convergono le idee di ciascuno, mai troppo distanti tra loro. Idee che si siedono a proprio agio su poltroncine in pelle blu petrolio, tra tavoli di legno nudo e mura essenziali, e che vogliono stupire occhio e palato definendo definiscono la voglia corale di un’esperienza individuale delineata da un’identità ristorativa essenziale.

Cosa ha di diverso AlMaTò dagli altri ristoranti?

Beh, ci siamo Noi! (ridiamo insieme). Scherzi a parte, è un luogo diverso, dove confluiscono le nostre idee. Un luogo che abbiamo curato in ogni dettaglio, esattamente come lo immaginavano: arredamento, colore delle pareti, mensole, cantine, vetrinette, tavoli nudi, mise en place essenziale; ma la vera differenza la fa la nostra passione e il talento di Tommaso.

A parlare è Alberto, quarta generazione di un’insegna storica del centro storico romano: la Carbonara, a piazza Campo de’ Fiori. Innegabilmente la ristorazione, e la carbonara, gli scorrono nelle vene, ma mentre parla, ben lontano dalla saccenza o dall’arroganza che molti inquina, traspare invece un’anacronistica umiltà, una “passione educata” farcita di bei ricordi che mette in gioco nella sua quotidianità e scelte lavorative.  

Avevo 4 anni – mi racconta – e mia nonna mi veniva a prendere al pulmino dalla materna e mi portava a piazza Campo de’ Fiori poi, una volta arrivati al ristorante mi dava una scaglia di parmigiano (perchè tutti i giorni fa crescere bene). Un giorno, tenendola per mano le dissi: “nonna, non ti preoccupare, un giorno ci penserò io alla Carbonara. Verso i diciotto anni mi sono reso davvero conto che davvero era diventata la mia seconda pelle.”

Ereditario di un’insegna storica romana, perché dedicarsi ad un altro progetto?

L’evoluzione della clientela – continua Alberto – richiede qualcosa di diverso, ma io rimarrò anche sempre fedele a “la Carbonara”. Loro -si riferisce a Manfredi e Tommaso – sanno che io sarò presente nella misura in cui potrò permettermi dei esserlo, per questo è importante aver giocato insieme, il valore della squadra, fidarsi l’uno dell’altro e condividere tutto, stesse regole di cucina, vita e rugby.

Prima di aprire avete studiato il mercato, quali sono i vostri riferimenti, qual è il livello di cucina che volete navigare e comunicare?

Manfredi invece, approda alla cucina per caso e per ragioni di cuore. Complice uno stabilimento con ristorante nella Toscana di mare, scopre negli anni di avere un talento naturale per il management, alternando la gestione di ristorante alla disciplina del rugbista. Gli chiedo come sia andato il primo mese di apertura, mi risponde: “Soddisfatti. Si, siamo soddisfatti, per essere stato il primo mese, aver aperto a gennaio (che non è il mese della ristorazione), con Roma deserta e poco incline alle uscite, la clientela si è mostrata contenta, e noi riceviamo feedback davvero belli. Ma tutto si costruisce passo dopo passo e stiamo ancora perfezionando molti dettagli.”

Abbiamo cominciato a girare, a conoscere ristoranti, cucine, chef, a costruire la nostra idea di cucina. Ci piacciono molto ZIA (Chef Antonio Ziantoni, via Goffredo Mameli, 45, Roma) e RETROBOTTEGA (Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi, Via della Stelletta 4, Roma): quella è l’idea di ristorazione che ci convince, sia come clienti sia come imprenditori.

A questo punto prende parola lo Chef Tommaso Venuti: “Abbiamo un obiettivo chiaro come la mia cucina, che è lineare, semplice, di pochi ingredienti, riconoscibile, che gioca sulle consistenze e sui giochi di colore.

Dove attinge la tua cucina e dove vuole arrivare?

Attinge alla tradizione gastronomica italiana così come ai miei viaggi e alle mie esperienze. Partendo da un “gusto nostro” prendo spunti dalle varie diverse tecniche che diventano strumento per realizzare le mie idee, quando serve.

C’è una cifra stilistica dei tuoi piatti? Qualcosa che li renda riconoscibili?

Mai più di 3 o 4 ingredienti, non amo caricare il piatto, e la matrice cromatica: come per lo scampo che è una piatto a gradazione di colore. rosa rosso viola. L’impatto visivo per me è molto importante e sto lavorando su questo concetto. Ci sarà in futuro un gioco e uno studio e sull’inganno del palato. I miei piatti partono sempre da una base di tradizione e si evolvono secondo un mio personale lavoro di ricerca. Bilanciamento dei sapori, rispetto della materia prima. Lo scopo finale è in ogni caso estrarre il massimo del gusto, pensando in primis alla soddisfazione del cliente.

Se guardi al panorama gastronomico contemporaneo, qual è il pensiero di cucina che più ti ispira?

Mi piace Matias Perdomo (Contraste, Via Meda, 2Milano). Mi sarebbe anche piaciuto lavorare nella sua brigata. Ammiro la forza che riesce ad imprimere ai suoi piatti; mi piacciono le sue provocazioni. E’ una cucina che vorrei riuscire a proporre anche qui, perchè secondo me ci vuole coraggio ad introdurre uno spaghetto al Campari come pre-dessert. Vorremmo farlo anche qui con “la Carbonara”, citazione più che dovuta. (si riferisce ad Alberto, ridiamo).

Tommaso, che già da bambino voleva cucinare, è alla sua prima esperienza in solitaria alla gestione di una Cucina. Dopo l’Università, ha studiato all’Alma a Colorno, un’esperienza intensa, fatto stage e stagione a Villa Crespi (Relais & Châteaux – Orta San Giulio – NO), presso la regale Corte di Antonino Cannavacciuolo poi, durante un viaggio a Londra trova posto nella brigata di Marcus Wareing nel suo ristorante e ci resta un anno e mezzo. Poi, di nuovo Roma tre anni dal grande Heinz Beck a La Pergola (Roma), chiude con Domenico Stile, nella sua raffinata e liberty Enoteca La Torre.

Lì impara a gestire una cucina, e con un bagaglio di esperienze ed accenti variegati imposta uno stile d’impatto, dai toni coloristici vivaci ed accattivanti. Le presentazioni sono studiate partendo dai cromatismi come per “Anatra, patata viola, cipollotto, lavanda”, un piatto chiave rispetto all’intento che si vuole raggiungere, che si fa mangiare molto prima con gli occhi giocando da un lato con i luminosi contrasti della laccatura della carne, e dall’altra con richiami sinestetici “del viola” sia delle patate sia della lavanda; quest’ultima andrebbe contenuta un poco nel suo impatto aromatico che rischia di coprire la bontà dell’anatra e la piacevolezza di una succosa cottura.

Un piatto che fa scuola a sé, ragionato e di contenuto, sono invece i “Ravioli di coda, erbe amare, salsa mirepoix”, qui il gioco è interessante perché ciò che di solito è alla base delle preparazioni, ovvero sedano, carota e cipolla, qui viene riportato in primo piano fino ad assumere il ruolo di protagonista favoreggiato da taglio e croccantezza da manuale. La pasta poi è scuola Beck, che non delude mai: liscia, traslucida, stesa a mano e chiusa senza ispessimenti per rendere merito alla farcia, classica, carica e scioglievole. Chiudono il giro dei sapori le erbe amare, che ci riportano ai gusti della campagna romana che sottraggono la coda alla più nota versione rossa vaccinara, e la proiettano in una dimensione bianca e vegetale, erbacea, notevole e convincente. Un “colpo di coda” che vale, anche da solo, l’intera cena.

About AlMaTò

In carta cinque proposte per ogni portata che spaziano dalla terra al mare. Solo per fare alcuni esempi: Scampi, radicchio, radici; Ravioli di coda, erbe amare, salsa mirepoix; Anatra, patata viola, cipollotto, lavanda. La carta dei dessert, sempre firmata da Venuti, rappresenta un naturale prosieguo, con creazioni dalle forme e dal gusto contemporanei (leggi “alleggerite”) come le personali versioni di Tiramisù e Soufflé. Oltre alla carta c’è la possibilità di optare per uno dei percorsi di degustazione, di 5 o 7 portate (rispettivamente a 50 e 70 euro bevande escluse), costruendo il menu con i consigli della sala e in base alle preferenze del cliente. Per il pranzo, dal lunedì al venerdì, si aggiunge la formula del lunch tasting, composta da 3 portate (al costo di 30 euro), e quella del fast lunch, pensata per una rapida pausa lavorativa e che garantisce all’ospite di poter consumare un benvenuto dello chef, un piatto a scelta e una bottiglia d’acqua in soli 30 minuti (e alla modica cifra di 20 euro).
L’ambiente è coerente con la tavola, rispettando i canoni di nitidezza e di sottrazione (di elementi). A progettare il locale è lo stesso chef Tommaso Venuti, grazie ai suoi precedenti studi di architettura. La sala è un luogo intimo e raccolto, contraddistinto da pochi colori (legno, grigio, particolari in nero e blu delle sedie) e dal gioco di luci che tende a evidenziare ciò che è sul tavolo senza però mai appesantire la vista. Proprio le lampade sono fatte su misura da un piccolo artigiano e permettono di spostare tavoli e sedute secondo la funzionalità richiesta. Altro elemento fondamentale è la perfetta insonorizzazione del locale, grazie a un apposito, tecnologico, soffitto. Il tutto per garantire un’esperienza piacevole a 360 gradi. Ai 28 coperti interni se ne aggiungono un’altra dozzina nel dehors (disponibile a partire dalla bella stagione).Il servizio (che vede, ancora una volta, esecutori giovanissimi) ovviamente non può che essere al passo con tutto il resto: attento alle esigenze del cliente ma mai ingessato.
La carta dei vini, curata dal Alberto Martelli, è composta da circa 80etichette (equamente suddivise tra bianchi e rossi) provenienti dai territori più interessanti del Paese e comprensiva di diverse referenze estere,Francia in primis. Tra i nomi delle aziende un buon mix tra cantineblasonate e produttori meno noti. Non può mancare, ovviamente, unaselezione di bollicine italiane e di Champagne.Proposta al calice varia e adatta ad accompagnare i piatti dello chef.
Via Augusto Riboty, 20C – 00195 Roma (quartiere Prati) / Tel. 0669401146 www.almato.it /Aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 13.00 alle 15.00 e dalle 20.00 alle 23.30

Photocredits @Alberto Blasetti

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Il Carnevale di Viareggio dal Martedì Grasso del 1873 è divenuta la più spettacolare festa italiana, testimonianza e fusione delle migliori capacità artistiche, organizzative ed espressioni pasticcere nostrane.

Eravamo quattro amici al bar” cantava Gino Paoli, “che volevano cambiare il mondo“. Loro erano ricchi, borghesi e creativi. I tavoli erano quelli del Caffè del Casinò. Decisero di mascherarsi per protestare contro le tasse (oggi non lo fa neanche chi dovrebbe) con l’idea di una parata di carrozze sui toni dello sbeffeggio, per mettere a nudo ed esorcizzare i problemi della società, in linea con la tradizione carnascialesca. Quei ragazzi forse non hanno cambiato il mondo, ma ci hanno mostrato come canzonarlo pubblicamente.

Era il martedì grasso del febbraio 1873, data di nascita del Carnevale di Viareggio oggi conosciuto come un evento spettacolare tra i più belli e più artisticamente rappresentativi della creatività italiana.

Carri allegorici trionfali, si muovono grazie ad ingegnosi meccanismi e sono animati dalla musica e dai balli di centinaia di figuranti in maschera, monumenti in legno, scagliola e juta un tempo, modellati da scultori e messi insieme da carpentieri e fabbri che, sugli scali dei cantieri navali, nel porto di Viareggio hanno creato imbarcazioni per navigare un mare di gente attonita e divertita. Poi nel 1925, la cartapesta, duttile e leggera, per modellare maschere sempre più colossali, leggere e scenografiche, di satira politica, riflessioni sul mondo.

Enormi carri, i più grandi del mondo che, attraverso la satira, affrontano i grandi temi della contemporaneità dalla politica nazionale e internazionale all’ambiente, dal sociale, alla musica, dalla cucina allo spettacolo il Carnevale di Viareggio intona i temi più scottanti del momento e ci ride sopra. 

Fu così che la diretta del Carnevale di Viareggio tenne banco in diretta per diversi lustri nel palinsesto della TV di Stato mostrando i faccioni caricaturati dei personaggi della Prima Repubblica, dei Fanfani e dell’immancabile Andreotti, Craxi a Prodi, Berlusconi, Dario Fo, non c’è protagonista della vita pubblica italiana che non sia stato sbeffeggiato dai carristi viareggini e rappresentato in formato gigante, per esorcizzare gioie e dolori di un Paese che, sotto i raggi del sole della Toscana di mare, sembra quantomai più colorato, bello e divertente che nella realtà.

Burlamacco e Ondina

Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, ideò Burlamacco, che quest’anno cmpie 90 anni e che è divenuta la maschera simbolo di Viareggio. Apparve per la prima volta nel manifesto del 1931, sullo sfondo dei moli protesi sul mare, in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva.

Il 21 dicembre 1988 Burlamacco è entrato, come maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, al Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma. Una figura monumentale in carta a calco di Burlamacco è anche esposta al Musée de l’Homme di Parigi.

Prendendo spunto dalle maschere della Commedia dell’Arte e disegnandola in chiave futurista, Bonetti volle riassumere nella maschera di Burlamacco i due momenti clou della vita della città di Viareggio: l’estate (con i colori bianco e rosso tipici degli ombrelloni sulle spiagge negli anni Trenta) e il Carnevale.

Infatti Burlamacco è anche un insieme delle principali maschere italiane dell’epoca: il cappello di Rugantino, il mantello del dottor Balanzone, il costume a scacchi stile Arlecchino, la gorgiera bianca alla Capitan Fracassa (o Capitan Spaventa) e il bottone bianco del Pierrot francese. 

Ma Viareggio, capitale delle sfilate carnevalesche, non delude nemmeno sotto l’aspetto gastronomico. Dicono che il posto migliore per assaggiare i dolci tipici di Carnevale, sia una delle più conosciute pasticcerie Viareggine, la Pasticceria Patalani, situata su uno dei lati del Mercato cittadino, Via Zanardelli 183.

I dolci di Viareggio: frittelle di riso e cenci, bomboloni e ondine.

Per Carnevale tutti i dolci della tradizione, e anche di più. In questa Pasticceria che ha fatto un pezzo della storia di Viareggio, troverete dalle nostalgiche frittelle dolci con riso e uvetta, la più viareggina delle ricette – riso cotto nel latte con, zucchero e scorza di limone, poi arricchito con, tuorlo, albumi montati a neve; schiacciato e fritte – ai “cenci” (anche dette donzelline o nastrine di monache, molto simili alle chiacchiere o frappe ma che si differenziano per l’aggiunta di Vin Santo, oggi spesso omesso) fritti o in versione “leggera” al forno;

Insieme alle favolose brioches, bomboloni o ai mini-bomboloni al forno ripieni di chantilly, troverete le “Ondine” che prendono il nome dalla maschera di Ondina, la compagna/bagnante di Burlamacco, icona del Carnevale di Viareggio.

Tutta la provincia conosce e apprezza la Pasticceria Patalani per i dolci tipici come la torta coi bischeri (deliziosa crostata ripiena di riso, cioccolato e frutta secca) varie specialità da credenza, confetture e biscotteria secca: brioches, biscotti e torte che hanno fatto innamorare tanti personaggi famosi negli anni d’oro della mondanità versiliese.

Con attaccamento alla tradizione e qualità del prodotto, oggi come ieri Riccardo Patalani seleziona con cura i migliori ingredienti di qualità indiscussa ed utilizza preferibilmente le risorse del territorio ed eccellenze italiane come miele della Garfagnana, fragoline di bosco di Careggi (Maestà della Formica), mele Rotelle della Lunigiana e Garfagnana; per poi burro francese sul mercato, mandorle di Bari e nocciole del Piemonte.

Patalani | Viareggio (LU) | via Zanardelli, 183 | tel. 058 447279 | www.facebook.com/PasticceriaPatalani/

La Cittadella di Carnevale e le Botteghe di Cartapesta

Il 2001 ha segnato una data memorabile della storia del Carnevale di Viareggio con l’inaugurazione della Cittadella del Carnevale, la fabbrica dei sogni di cartapesta, un complesso polifunzionale di grande pregio architettonico che ospita i moderni laboratori per la costruzione dei carri, la scuola della cartapesta, il museo del Carnevale, un percorso multimediale proteso a valorizzare e diffondere la memoria storica e culturale del Carnevale di Viareggio e del Carnevale di tutto il mondo, mentre nella grande arena si svolge durante l’estate la rassegna “Sotto le stelle alla Cittadella”: intrattenimenti, spettacoli, concerti ed iniziative culturali.

Indirizzi Utili

Oggi, Martedì 25 febbraio – 6° Corso Mascherato, ore 17; al termine proclamazione dei vincitori e spettacolo pirotecnico
Info: viareggio.ilcarnevale.com
Per i soci Tci, sconto di 3 euro sul biglietto d’ingresso ordinario: basta presentare la tessera Touring alle casse. 

https://www.lebotteghecartapesta.it/

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Dal 19 al 23 febbraio torna in Val di Fassa “Trentodoc sulle Dolomiti”: cinque giorni di appuntamenti in alta quota, tra eventi culturali, sciate e degustazioni enogastronomiche.

Montagna, uve selezionate e metodo classico: sono questi gli ingredienti dell’edizione invernale per conoscere le diverse personalità del Trentodoc, tra rifugi di montagna, hotel, ristoranti ed enoteche della Val di Fassa, che è una splendida valle del Trentino con spettacolari aree sciabili inserite nel carosello sciistico delle Dolomiti.

Saranno oltre 20 le occasioni, tra esperienze sulla neve e degustazioni enogastronomiche, destinate agli appassionati di sci e di bollicine di montagna nello scenario naturale dei Monti Pallidi, una delle eccellenze turistiche del Trentino che, anche grazie all’ospitalità ladina e con una vasta programmazione, offrono molte opportunità per goderne bellezze e bontà che variano dall’aperitivo dell’Enoteca Valentini a Canazei e del Rifugio Carlo Valentini a Passo Sella al tradizionale menù del territorio, dal pranzo all’insegna del relax di QC Terme fino a esperienze insolite come la degustazione di Trentodoc in abbinamento alla flap meat del Nebraska prevista presso il ristorante El Pael.

In programma una suggestiva merenda al Rifugio Fuciade, presso il Passo San Pellegrino, con vista incantevole sulle Pale di San Martino. L’abbinamento con Trentodoc affinato in grandi formati è la proposta del ristorante El Cianton. I menù gourmet ispirati a Trentodoc – primo metodo classico a ottenere la DOC in Italia e tra i primi al mondo – completano il weekend offrendo momenti di sperimentazione delle più diverse declinazioni delle bollicine di montagna proposte in abbinamento ai piatti degli chef stellati Paolo Donei di Malga Panna e Stefano Ghetta de L Chimpl da Tamion.

Legato alla montagna, Trentodoc è l’espressione di un territorio unico per condizioni ambientali e varietà climatica: coltivato in altitudine fino a 900 m.s.l.m., è stato il primo metodo classico a ottenere la DOC in Italia e fra i primi al mondo. Oggi sono 54 le case spumantistiche trentine, grandi e piccole realtà, associate all’Istituto Trento Doc. 

IL PROGRAMMA

19 – 23 FEBBRAIO | VAL DI FASSA 

L’APERITIVO
Tutti i giorni
ALBERGO INTERNATIONAL
Dalle 11 alle 13 e dalle 18 alle 20
Aperitivo con Trentodoc
Strèda Dolomites, 195 – Canazei
Tel. +39 0462 601375

ENOTECA VALENTINI
Dalle 15.30 alle 20.30
Trentodoc, l’aperitivo local!
Strèda do Ruf de Antermont, 2 – Canazei
Tel. +39 0462 601134

RIFUGIO CARLO VALENTINI – PASSO SELLA
Dalle 12 alle 14 e dalle 18 alle 20
Poltrone di neve e Trentodoc 
Strèda de Sela, 23 – Passo Sella
Tel. +39 0462 601183

VILLA RUGGERO WINE HOTEL
Dalle 16 alle 20
Trentodoc sparkling ski
Strèda Dolomites 100 – Campitello di Fassa
Tel. +39 0462 750442

X ALP HOTEL
Dalle 18 alle 20.30
Neve, Bollicine Trentodoc & Food4You
Strèda Jumela, 35 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 764205

I MENU’ DEL TERRITORIO
EL CIANTON

A pranzo e a cena (escluso il mercoledì), dalle 12 alle 13.30 e dalle 19 alle 21.30
Trentodoc … “in grande”!
Strèda del Faure, 20 – Canazei
Prenotazione obbligatoria. Tel. +39 0462 606581

OSTERIA LA MONTANARA
Aperitivo e a cena
“Saores de zacan”. Sapori di una volta 
Strèda Dolomites, 185 – Canazei
Non si accettano prenotazioni. Tel. +39 0462 601593

FALORIA BISTRO’
A pranzo e a cena, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21
Trentodoc in Piazza
Piaz de Sotegrava, 17 – Moena
Tel. +39 0462 573267

STUA DEI LADINS
A pranzo e a cena, dalle 12 alle 15 e dalle 18 alle 23
Cime e bollicine, Trentodoc e montagna
Strèda de Pareda, 33– Canazei
Tel. +39 0462 600316

BAITA CHECCO
A pranzo, dalle 12 alle 15
La neve scende e le bollicine Trentodoc salgono al Ciampedie
Loc. Ciampedie – Vigo di Fassa
Tel. +39 338 1239694

QC TERME DOLOMITI
A pranzo, dalle 12 alle 15.30
Relax & Bollicine Trentodoc
Strèda di Bagnes, 21 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 091117

RISTORANTE EL FILÒ
A pranzo e a cena, dalle 12.30 alle 13.30 e dalle 19.30 alle 21.30
La montagna in Bolla
Strèda Dolomites, 103 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 763210

RAMPEÉR BIRRIFICIO E OSTERIA
Cena dalle 19.30 alle 22, aperitivo dalle 17
Una montagna di Bollicine Trentodoc 
Strèda Dolomites, 24 – Campitello di Fassa
Tel. +39 366 9355438

RISTORANTE RITA STUBE
A pranzo e a cena, dalle 12 alle 13.30 e dalle 18.30 alle 21
Le nostre prelibatezze con le bollicine Trentodoc… 
Strèda de Pareda, 16 – Canazei
Tel. +39 0462 601219

HOTEL RISTORANTE FORESTA
A pranzo e a cena
Trentodoc à la carte
Strèda de la Comunità de Fiem, 42 – Moena
Tel. +39 0462 573260

I MENÙ STELLATI
MALGA PANNA
Apranzo e a cena
Storie di latte, di alpeggi e di Trentodoc
Chef Paolo Donei
Strèda de Sort, 64 – Moena
Tel. +39 0462 573489

L CHIMPL DA TAMION
A cena (domenica esclusa)
Neve, stelle e Trentodoc
Chef Stefano Ghetta
Strèda de Tamion, 5 – Vigo di Fassa
Tel. +39 0462 769108

LE PROPOSTE INSOLITE
EL PAEL
A pranzo e a cena
Trentodoc e flap meat del Nebraska cotta a 800 °C
conRoberto Anesi – Miglior Sommelier d’Italia AIS 2017 – Premio Trentodoc
Strèda Roma, 58 – Canazei
Tel. +39 0462 601433

RIFUGIO FUCIADE
Merenda, dalle 15 alle 18
En Bon Merandel 
Loc. Fuciada, 1 – Passo San Pellegrino 
Tel. +39 0462 574281

LE GIARE
Nella nuova sala “Next Door”
A cena, dalle 18 alle 22
Umami …. dalla terra e dal mare
Piaza del Malgher, 20 – Pozza di Fassa
Tel. +39 0462 764696

ABOUT TRENTODOC

Trentodoc, bollicine di montagna

L’Istituto Trento Doc oggi è costituito da 53 produttori, ciascuno dei quali persegue la sua personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse. Uvaggio selezionato, territorio esclusivamente trentino, rifermentazione in bottiglia e contatto con lieviti molto prolungato sono i caratteri distintivi di Trentodoc “bollicine di montagna”, la cui qualità è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. 

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Il Ristorante D’Amore in un tour americano per offrire tra New York e Washington D.C. un assaggio della dolce vita di caprese. Prima tappa, 12 febbraio 2020 alla James Beard House con la cena evento “Under the Capri Sun”, già sold out.

Definito “Decano della cucina americana” dal New York Times nel 1954, James Beard gettò le basi per la rivoluzione alimentare che hanno proiettato il modo di mangiare americano verso consapevolezza, scelta di materie prime sane e sostenibili.

Dopo la sua morte nel 1985, un gruppo di amici e colleghi di Beard guidati da Peter Kump dopo aver ascoltato una telefonata di Julia Child che proponeva di fare qualcosa con la casa di Beard che aveva sempre accolto studenti, autori, chef ed altri professionisti del settore alimentare divenendo un centro di scambio di idee e riflessioni gastronomiche; Kump organizzò una campagna di raccolta fondi per acquistare la residenza del Greenwich Village dal Reed College.

Il 5 novembre 1986, la James Beard Foundation apre ufficialmente la James Beard House per fornire un centro per le arti culinarie e continuare a promuovere l’interesse che James Beard ha ispirato per tutti le angolazioni del cibo.

Il cibo, sempre in equilibrio tra bisogno e gratificazione, mondo di infiniti paralleli e meridiani, diviene oggi anche una delle prime esperienze attraverso il quale il viaggiatore contemporaneo entra in contatto con la cultura e le tradizioni dei territori. Viaggio e Cibo diventano il mezzo, la vera scoperta dei luoghi il fine.

L’Italia, Maestra di bellezza, e le sue isole gemme del mare, offrono la possibilità di intrecciare esperienze dirette di bellezze artistiche e paesaggistiche nonchè di una straordinaria varietà di prodotti di qualità, di inimitabili sapori mediterranei e della coinvolgente cultura enogastronomica Made in Sud.

Esportare, promuovere e rinnovare l’occasione per nuovi indotti turistici significa sostenere questa offerta, generare valore e valori, importanti economie circolari per gli abitanti dei luoghi belli d’Italia, incentivando il sistema di ospitalità e di ristorazione di qualità. 

È un onore e un privilegio per noi essere stati invitati a condividere la nostra cucina, cultura e territorio unici con gli amici americani che conoscono l’isola e i suoi sapori fin dagli anni 50. Questo invito dalla James Beard Foundation, la più importante istituzione enogastronomica degli Stati Uniti, ci rende orgogliosi di poter constatare che i nostri sapori e la nostra  ospitalità sono ben apprezzati dagli americani e dai newyorkesi, grandi amanti di Capri”, afferma Marco D’Amore, proprietario del Ristorante D’Amore a Capri.

CAPRI, perla del Mediterraneo, definita da Pablo Neruda “Regina di roccia”, non ha bisogno di presentazioni. L’isola di Capri, probabilmente la più famosa del mondo, è stata sinonimo di romanticismo, bellezza, cucina appetitosa ed espressione della migliore vitalità, joie de vivre ed amore per gli eccessi che in Italia ha preso il nome di dolce vita e che ha connotato una sua indimenticabile epoca.

Consacrata da Star nazionali e internazionali ancora oggi un’esclusiva meta Vip grazie alle sue meraviglie naturali tutte da scoprire e alla sua cucina da capogiro, è dal 1996 che il Ristorante D’Amore Capri rappresenta una delle migliori destinazioni estive del gusto made in Italy per turisti, artisti e gente del posto e i suoi numerosi clienti newyorkesi.

Proprio da qui nasce l’occasione per il proprietario del ristorante Marco D’Amore e l’Executive Chef Pasquale Rinaldo di un tour americano per offrire tra New York e Washington D.C. un assaggio della dolce vita di caprese.

La prima tappa sarà alla The James Beard House con la cena evento “Under the Capri Sun”, che è già sold out. “Cucinare, per me, è amore e passione, ma allo stesso tempo è anche tradizione e innovazione. È il profumo della mia casa e della mia patria che condivido con i miei ospiti “, afferma lo Chef Pasquale Rinaldo

Il menu della serata presenta interpretazioni aggiornate dei piatti classici mediterranei dello chef Pasquale Rinaldo e una selezione dei preferiti napoletani del Pizzaiolo Antonio Fusco, che  con la sua pizza che “può soddisfare qualsiasi palato, in qualsiasi parte del mondo”. La cena si concluderà con il Panettone di Capri dello chef Pasquale Rinaldo, attualmente venduto a livello internazionale. Ogni corso sarà abbinato ai vini Terranera

A Washington DC, il duo culinario diffonderà anche l’amore in stile D’Amore alla Stellina Pizzeria (nella lista dei migliori 100 migliori ristoranti di Washington del 2020) dove saranno ospitati dallo Chef / Pizzaiolo / Co-proprietario Matteo Venini. 

L’evento di San Valentino chiamato “From Capri with Love” sarà aperto al pubblico dalle 17 alle 22 in base al principio “primo arrivato, primo servito”. Gli chef prepareranno un menu di tre portate in stile familiare composto da pizza fritta, ravioli Capresi, panettone dello chef Pasquale Rinaldo e una bottiglia di vino.

Gli eventi sono resi possibili dai generosi contributi di Ristorante D’Amore, Collezione Goeldlin, Grande Cheese, Olitalia,Gustarosso, Latteria Sorrentina, Ristorante del Pino, Molino Dalla Giovanna, Terranera Winery, Melissa’s Produce, Amy Riolo, LIFeSTYLE, Black Hawk Importse Alma Gourmet

About Ristorante D’Amore

Nato dall’ex ristorante “Sollievo” – voluto e creato dal padrone di casa Ernesto D’Amore – e divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento per gli ospiti dell’isola di Capri, nasce il Ristorante D’Amore, frutto della ‘Golden Age’ stile Caprese perfettamente sposato all’epoca attuale. Così, dall’idea di unire antichi sapori a nuove e raffinate prelibatezze, tutto fonde in un nuovo stile, unico sull’isola, già identificato come “new old image”, tanto da caratterizzare questo passaggio “da storico ristorante a icona dell’isola azzurra”. La vecchia cucina, insieme ai più accattivanti sapori di oggi, trova infatti albergo in un ambiente che riporta all’antico pur respirando i giorni nostri. Sta qui l’esclusività del Ristorante D’Amore: rivivere il passato senza dimenticare il presente, o meglio, godere del ‘new style’ respirando l’aria degli anni ’50. Chi entra nel Ristorante D’Amore respira senza forzature quel vento della Capri di un tempo che trova spazio nell’isola recente, unendo gusti e bellezze in un continuo interscambio tra antico e nuovo.

About Chef Pasquale Rinaldo 

Pasquale, è di Napoli, ha 30 anni. Dal 2019 è Chef di cucina presso il ristorante D’Amore a Capri. Dal 2018 Paco è ospite alla trasmissione “La prova del cuoco” in onda su Rai Uno. Chef Rinaldo ama definire la sua cucina “un po’ pop – nel senso etimologico di popolare, perché affonda le radici nella tradizione – ed un po’ rock” – perché asseconda la sua vena creativa ed il suo lato estroso. Nella cucina di Chef Rinaldo il gusto non viene stravolto, gli accostamenti sono semplici e di grande qualità.

About la Cucina del Ristorante D’Amore

Sposando il concept con cui nasce il Ristorante D’Amore, la cucina richiama perfettamente l’idea della “new old image” traghettando l’ospite dagli antichi sapori degli anni d’oro dell’isola di Capri attraverso i classici della rinomata cucina partenopea, fino alle fantasie dei palati più curiosi e accattivanti versioni contemporanee.  

Conosciuta per la sua cucina che rappresenta sia i sapori tradizionali di una delle isole più belle del mondo, sia le tendenze italiane all’avanguardia, il cibo servito al Ristorante destito della famiglia D’Amore, è un riflesso del fascino magico dei suoi dintorni naturali e dei sapori mediterranei. 

About Pizzaiolo Antonio Fusco

Nato ai piedi del Vesuvio, l’amore per la pizza di Antonio Fusco è fuoco che arde. Comincia a lavorare nella pizzeria di famiglia da adolescente, poi decide di farne una carriera. Nel 1996 entra a far parte del Gruppo Mario Leonessa e guida il team per consolidare e rilanciare la pizzeria del Ristorante Del Pino. Il famoso pizzaiolo è orgoglioso di rappresentare diversi marchi, tra cui il “Molino Dalla Giovanna”, “Latteria Sorrentina” e “Gustarosso” che gli consente di esibirsi in dimostrazioni, lezioni ed eventi in varie parti del mondo.

UNDER THE CAPRI SUN 

Wed, February 12, 2020

Menu

Hors d’Oeuvre

Montanara Fritta con Pomodoro San Marzano e Provolone del Monaco > Amalfi Coast–Style Flash-Fried and Baked Pizza with San Marzano Tomatoes and Provolone del Monaco

Pizza Fritta di Antonio Fusco Ricotta Romana Provola Affumicata Pomodoro e Pepe Nero > Antonio Fusco’s Fried Pizza with Roman Ricotta, Smoked Provolone, Tomatoes, and Black Pepper

Montanara Fritta a Quattro Mani con Carbonara Agli Agrumi > Pizzaiolo Antonio Fusco’s Flash-Fried and Baked Pizza with Chef Pasquale Rinaldo’s Citrus-Infused Carbonara

Welcome Toast

Dinner

La Caprese Sbagliata Dello Chef Pasquale Rinaldo > Chef Pasquale Rinaldo’s Signature Mistaken Caprese

Il Raviolo Caprese > Traditional Caprese-Style Ravioli Caciotta, Grana Padano, and Provolone del Monaco

La Guancia di Manzo al Taurasi > Taurasi Wine–Braised Beef Cheek

Insalatina di Finocchi ed Arance Pelate a Vivo > Fennel–Flash-Peeled Fresh Orange Salad

Il Panettone di Capri del Ristorante D’Amore Capri dello Chef Pasquale Rinaldo > Chef Pasquale Rinaldo’s Panettone di Capri

A selection of fine wines will be served with this dinner.

Per ulteriori informazioni o per programmare interviste con i media, si prega di contattare Amy Riolo, Ambasciatore del marchio, Ristorante D ”Amore Capri, inviando un’e-mail a amy@amyriolo.com.

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Se ne va così, a 55 anni, Alfonso Pepe, il Re pasticcere che ha ribaltato gli stereotipi dei grandi lievitati riportandoli a Sud.

Solo elementi naturali, nient’altro. Una scelta precisa sostenuta da tanto lavoro, dedizione, passione, pesi e misure senza mezze misure. Con la sua arte bianca declinata al dolce, ha scalato tutte le classifiche, partendo dalla sua pasticceria a Sant’Egidio del Monte Albino, piccolo paesino che annuncia la Costiera Amalfitana noto a chi sale e attraversa il valico di Chiunzi.

Pepe Mastro Dolciere. Una passione che inizia negli anni ’80, quando Alfonso Pepe si affaccia al mondo della pasticceria. Un mondo a cui sente subito di appartenere e di dover conoscere fin nelle sue trame più profonde perfezionandosi sempre più, frequentando scuole prestigiose come l’Etoile e Cast Alimenti. Unico obiettivo: avviare un’attività personale i cui prodotti portino il proprio nome di Famiglia.

Traguardo raggiunto grazie alla collaborazione con i due fratelli, Prisco e Giuseppe, e la sorella Anna. Un traguardo fatto di amore e dedizione per il proprio lavoro che portano Alfonso Pepe ad entrare, nel 1995, nell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e a specializzarsi nella lavorazione dei lievitati fino a diventare uno dei primi in Italia, primo in Campania, nella preparazione del panettone, pluripremiato e riconosciuto tra le eccellenze italiane.

Sempre ottimista, dopo due anni di male che non perdona contro cui ha lottato con coraggio, il re dei pasticcieri è caduto. Fino all’ultimo Natale, instancabile, ha lavorato. I suoi Panettoni porteranno sempre con loro la sua precisa impronta nei dolci profumi del sud che dialogano armoniosi in una morbida pasta: una ricetta decifrata dall’arte e da una vita passata ad amare, tanto, questo mestiere.

Ciao Alfonso, Ciao.

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Chef Nausica Ronca, Ambasciatrice di Saperi e Sapori, alla guida di uno straordinario Team di Aziende e Cucinieri delle terre campane presso il Lloyd’s Baia Hotel per una cena di memorabile condivisione.

3 Febbraio 2020. Partirà da Vietri sul Mare (SA) un’imponente rivoluzione gastronomica e di concetto che gioca una scommessa con il territorio per dare valore al territorio, che lancia una sfida al sistema globale per migliorare il sistema locale, che sceglie una provocazione economica per avvicinare le persone alla conoscenza diretta delle produzioni artigianali di qualità per promuovere ricchezze circolari.

Saperi e Sapori 2020, atteso evento ideato ed organizzato dalla dinamica Nausica Ronca Chef di Osteria Nonna Nannina aCava de’ Tirreni (SA), si preannuncia quindi essere molto più di un’eroica cena pensata nei panoramici spazi del Lloyd’s BaiaHotel di Charme sulla Costiera Amalfitana-, sarà una kermesse unica nel suo genere: un’occasione di informazione fuori dagli schemi preordinati veicolata dai piaceri della tavola, ed orchestrata da abili cucinieri blasonati e non, professionisti del settore enogastronomico, artisti di pregio ed appassionati produttori di eccellenze delle terre campane.

Questo evento nasce come una sfida lanciata – spiega Nausica Ronca – quello che voglio fare è cercare di avvicinare il più possibile le persone al gusto e al sapere. Raccontando la tradizione ogni giorno tramite la mia cucina, mi sono resa conto che molte persone non conoscono la straordinaria varietà di materie prime del nostro territorio ed acquistano in base alle logiche di marketing e pubblicità; di conseguenza mi sono riproposta portare alla loro conoscenza le produzioni artigianali, le nicchie di eccellenze del nostro territorio proponendo un’alternativa d’acquisto volta a migliorare l‘economia del nostro Paese, e a produrre ricchezza interna e l’economia locale; come? Semplicemente riducendo il costo del biglietto alla cifra simbolica di 18€ per richiamare il maggior numero di persone che avranno l’opportunità di partecipare ad un evento straordinario, con chef rinomati. Tutti motivati e uniti da un unico ideale e sostenuti da aziende del territorio che, a loro volta, potranno far conoscere tramite 18 interpretazioni di cucina le loro produzioni.”

Saperi e Sapori 2020 sarà una sontuosa festa dell’identità gastronomica campana per il bene stesso della propria terra, sarà il banchetto luculliano voluto per avvicinare grandi prodotti alla gente comune, sarà la simbolica quanto concreta popolarizzazione del concetto esclusivista del gourmet.

17 chef, 1 pizzaiolo, 2 pasticcerie, 1 cioccolateria, 1 panificio, 24 aziende, 2 momenti artistici, approfondimenti e storie di tradizioni da raccontare: 18€ tutto incluso.

Un lunghissimo menu ricco di estro e talento è stato pensato e curato nel dettaglio, così come i due momenti dedicati alla musica e al teatro, con il violino elettrico di Felice D’Amico, appena tornato dalla sua ultima esperienza in RAI, e l’intermezzo teatrale degli Artikolo 3, coppia di comici che reciterà in sincronia “La Livella” (poesia scritta dal Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, nel 1964), per ribadire nuovamente un concetto di uguaglianza attraverso parole antiche e figurazioni sempre valide.

Si perchè i 18 chef presenti blasonati e non, ognuno diverso dell’altro, ognuno con la propria idea di cucina, durante quella serata saranno tutti uguali, livellati, ed uniti da un’unica intenzione: far provare un’emozione alle persone comuni e promuovere la scoperta dei giacimenti del gusto campani attraverso le proprie inedite ricette. Perchè Saperi e Sapori è un evento rivoluzionario, che vuole promuovere un altro concetto di beneficenza, quella pensata per la gente comune”, afferma soddisfatta Nausica Ronca.

Una scelta condivisa dai tanti Sponsor e Aziende e Partner che hanno fornito il proprio prodotto per la realizzazione di ricette tradizionali e creative ispirate al territorio, MediaPartner e collaborazioni di contenuto  nonché patrocinata e sostenuta economicamente anche dal Comune di Vietri sul Mare e favorita dal Sindaco Giovanni De Simone. All’evento prenderanno anche parte il nuovo Direttore di “Cucina a SudLuciano Pignataro, il giornalista Alfonso Sarno de “il Mattino” che, alle 19:30, inaugureranno la serata con un Convegno di apertura alla presenza dell’Onorevole Andrea De Simone promotore della “cipolla ramata di Montoro” ed autore di un libro totalmente dedicato a narrarne usi, storia ed abbinamenti.

Durante la serata – prosegue Nausica – intervisterò i vari Chef alternando, con la collaborazione di Luciano Pignataro, storie di tradizioni, di ricette antiche, di nostri presidi, di guide e di abitudini coinvolgendo attivamente il pubblico; e questo perchè Saperi e Sapori non sia solo un momento gastronomico ma un’occasione per fermarsi e riflettere”.

Il ricco menu prevederà antipasti, primi, secondi e dolci, tutti pensati in base al proprio stile di cucina ma tutti rigorosamente preparati con i gli ingredienti forniti dalle aziende presenti come la cipolla ramata, i fagioli di Controne, la carne del maiale nero casertano, gli olii extra vergine di oliva, il burro e gli incredibili formaggi di Paolo Amato, grande esempio di arte casearia, protagonisti della Pizza pensata per l’occasione da Francesco Capece.

MENU

ANTIPASTI

Nando Melileo – Emozionando

Focaccia alla curcuma con battuto di scottona al lime maionese alla colatura di alici IASA e cipolla ramata fermentata

Antonio Petrone – Pensando a te

La Ramata del Monaco

Angelo Borghese – Settanta Neo Bistrot

Lattuga cotta al gelo pollo, ostrica e cipollotto nocerino

Nausica Ronca – Nonna Nannina

Pacchero fritto ripieno di provola di bufala ricotta stemperata e melanzane a funghetto, su letto di pesto artigianale e sopra salsa di corbarino finito con cacioricotta cilentana

Francesco Capece – La locanda dei feudi

Fonduta di pecorino Monti Lattari, fiordi jersey, blue di bufala, chips di parmigiano reggiano 24 mesi, confettura di fichi bianchi del Cilento, basilico, olio extravergine sole di cajani

Domenico Fioretti – Mastro Fornaio

Pane di vario tipo

PRIMI

Francesco e Pamela Maiorano – Osteria San Francisco

Note di Concerto: paccheri con datterini giallo sbriciolata di salsiccia al finocchietto e gocce di concerto di Tramonti

Domenico Vitagliano – Espresso Napoletano

Ziti a candela alla Genovese, con crema di Pecorino e Basilico in polvere

Agostino Lucibello – Casa Rispoli

Risotto alla genovese

Riccardo Faggiano – Evù

Tagliatelle di seppia al ragù napoletano

Giuliano Donatantonio – Ristorante SaulleRe

Pasticcio minestrato di farro e fagioli del Controne in salsa di pomodorino giallo e mascuotto

Drago Mir, Gianni Mellone – Mood

Pasta e Fagioli (zuppetta di Fagioli di Controne con cicorietta, zucca in osmosi di fondo vegetale, pasta mista soffiata e pecorino dei monti lattari)

Mario Guzzi – Chef patron Lloyd’s Baia

Troccoletti con datterini d’inverno, pesto di noci sorrentine e colatura di alici cetaresi

SECONDI

Gerardo Figliolia – La Pignata

Polpette della tradizione

Antonio Petrillo – La corte dei Filangieri

Baccalà alla pertecaregna

Gennaro Coppeta- Resilienza

Vellutata di finocchi con polpettina di pesce azzurro

Ivan Matarazzo – Daniele Gourmet

Polpettine di patate vitellotta e porcini in crosta di grani con ragù leggero di castagne e bacon croccante

Michele De Martino – Ristorante Casamare

Tartare di tonno senape pistacchio misticanza alla colatura

Gustavo Milione – Via Porto Bistrot

Pancia di maiale pesante e fagioli di Controne

DESSERT

Pasquale Bevilacqua – Pasticceria Mamma Grazia

Colomba

Salvatore Avallone – Ristorante Cetaria

Bufala, cioccolato e agrumi

Stefania Fasano – Pasticceria Baunilha

Il mandarino

Cioccolateria Dolcezze

Cioccolateria varia

Marco Pellegrino – Pasticceria La Dolcezza

Tartufini

LE AZIENDE  – Pastificio Setaccioro, Caseificio Aurora, Agriturismo Mastrofrancesco, Verrone Viticoltori, Cantine Setaro, Cantine San Francesco, Liquorificio De Falco, Cilento I Sapori della Terra, Madonna dell’olivo, Lamberti food, Cipolla Montoro Salvatore Montone, Gustarosso, Masterwine, Fagioli Controne Ferrante, Iasa, La fonte, Caffè campana, Macelleria le bontà campane, Birrificio Bella ‘Mbriana, Birrificio Dell’Aspide, Cantina Kurtatsch, Birrificio Dei Bardi, Liquirificio Capece.

LA LOCATION – Lloyd’s Baia Hotel – La magia di uno scenario mozzafiato si rivela di fronte allo sguardo degli ospiti del Lloyd’s Baia, Hotel di Charme sulla Costiera Amalfitana. Questo incantevole albergo a picco sul mare è l’emblema dell’ospitalità intesa come arte dell’eccellenza, esibita nello stile delle camere, nella spiaggia privata e nei servizi concepiti su misura per il turista.La posizione invidiabile dell’albergo, incorniciato dalle rocce della Costiera e affacciato sul Golfo di Salerno, consente di ammirare ogni giorno lo spettacolo ineguagliabile dei tramonti sul mare e di lasciarsi avvolgere da un’atmosfera romantica ed esclusiva.

Saperi&Sapori in breve

Lunedì 3 Febbraio 2020

Lloyd’s Baia Hotel

Via Enrico De Marinis 2 – Vietri sul Mare

ore 19:30 Convegno d’apertura Saperi&Sapori

ore 20 Cena Evento – Costo della serata: 18€

info e prenotazioni 089-341190 / 3475213106

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Due campani e un romano. Uno sguardo rivolto al mare, uno alla terra, l’altro ancora rivolto alla città. Caserta, Napoli, Roma: 3 concetti di cucina, 3 modi di interpretare il sapore, 3 grandi professionisti, tante storie da raccontare, 1 forno a legna per 8 esclusivi posti. La memoria, la tecnica, il prodotto di Ciro Scamardella e Pipero incontrano la Pizza, la Ricerca e l’Esperienza Authentica di Franco Pepe per una serata memorabile.

Faremo un bell’incontro in casa – così mi racconta Ciro Scamardella, classe 1988, di Bacoli, e talentuoso Chef del ristorante stellato Pipero – realizzeremo dei piatti che sono diventati un pò il simbolo di Pipero come la zolla, le alici e la genovese di polpo, adattandoli alle pizze di Franco Pepe. Il gioco sarà molto divertente a partire dalla “zolla“, straccetti di carne cruda affumicati a freddo che portano già con sé i sentori di brace con la maionese di fondo di vitello; e allora quale mezzo migliore di una pizza a base scamorza? Poi faremo la genovese di polpo che più rappresenta la mia Bacoli, la pizza con le alici arrecanate, un piatto povero della tradizione campana addolcito dal pomodorino giallo e dall’ uva passa. E poi chiaramente, la carbonara di Alessandro Pipero, a chiudere!”

Si preannuncia dunque una serata unica, intensa e densa in quel di ‘Pepe in Grani’ e e della sua pizzeria Authentica Stellata che rappresenta l’evoluzione di pensiero di Franco Pepe in un progetto ideato e fortemente voluto nato con l’obiettivo di raccontare dell’arte della pizza e gli infiniti orizzonti di fusioni e connessioni su base lievitata.

Ho voluto dare vita ad un concetto diverso di pizzeria – racconta Franco Pepe – in cui ritrovare non solo la qualità delle materie prime, ma anche quella del tempo. Ho capito, poi, quanto fosse importante usufruire di quel tempo per dedicarmi al mio antico mestiere e ai miei clienti, ritrovando le tradizioni del passato e il contatto perduto. Mi sono ricordato, allora, di quando mio padre lavorava dietro a un banco di legno, guardando, ad uno ad uno, i tavoli e chi vi sedeva.

È stata un’ispirazione. Da qui, nel 2017, è nata Authentica, la pizzeria più piccola al mondo: un ambiente semplice, 8 posti a sedere attorno ad un tavolo semicircolare, un banco da lavoro per il pizzaiolo e un forno, per vivere un’esperienza da e con Franco Pepe in assoluta intimità. Qui io ritrovo me stesso, il rapporto vero con il cliente e il mio lavoro, che torna ad essere protagonista. Sedere a quel tavolo è come stare nella cucina di casa mia, scambiare due chiacchiere tra amici e degustare le pizze che, nel frattempo, inforno, accompagna te da un buon bicchiere di vino.

L’esperienza di Authentica è tutta qui, in quella semplicità e convivialità che, con gli anni e le mode, si sono spesso perse di vista. Dal 2017, il percorso di Authentica si è sviluppato in due direzioni, Esclusiva e Conviviale. Ho poi deciso di aprire le porte di Authentica ad un terzo percorso, fatto di vecchi e nuovi incontri, per sperimentare in questo piccolo spazio, che io considero un laboratorio per il futuro, nuove ricette per le mie pizze.

Sarà un ‘viaggio’ con le stelle della cucina italiana ed internazionale, che, in questi anni, mi hanno onorato della loro sincera amicizia fornendomi, per prime, le loro conoscenze. Da questi Chef ho imparato come trattare le materie prime e come trasformarle. I loro insegnamenti sono stati fondamentali per la mia attività e, da queste collaborazioni, è sempre venuto fuori un risultato fantastico. Saranno oltre trenta date, ogni cena prevederà un lungo percorso degustazione per soli 8 posti. Ogni data 1 giornalista specializzato racconterà le emozioni di quell’esperienza unica.

PROSSIMO EVENTO – 22 Gennaio 2020

Ciro Scamardella e Alessandro Pipero – Ristorate PIPERO, Roma

Alessandro Pipero, patron dell’omonimo ristorante stellato e perfetto uomo di sala, estroverso e divertente, maître attento e preciso.
Ciro Scamardella, cresciuto con il profumo del mare e quello del ragù della mamma, propone il suo modo di interpretare la cucina, creativa e giocosa quando serve ma sempre elegante e impeccabile nelle esecuzioni, cosmopolita ma con chiare radici italiane e partenopee.

PROSSIME DATE
PINO CUTTAIA La Madia – Licata
CORRADO ASSENZA Caffè Sicilia – Noto
TOMAZ KAVCIC Zemono – Slovenia
CHRISTOPH BOB Monastero Santa Rosa Conca dei marini
CHICCO CEREA Da Vittorio – Brusaporto
ANDREA APREA Vun Andrea Aprea – Milano
HEINZ BECK La Pergola – Roma

ANDREA BERTON Ristorante Berton – Milano
ANTONINO CANNAVACCIUOLO Villa Crespi – Orta San Giulio
FRANCESCO SPOSITO Taverna Estia – Brusciano
ROSANNA MARZIALE Le colonne – Caserta
ALESSANDRO GILMOZZI El Molin – Cavalese
FLORIANO PELLEGRINO
& ISABELLA POTÌ Bros- Lecce
CATERINA CERAUDO Dattilo – Strongoli
ANTONIO ZACCARDI Pasha – Conversano
MATTEO BARONETTO Del Cambio – Torino
DOMINGO SCHINGAR & ANDREA RIBALDONE Due Camini di Borgo Egnazia Savelletri di Fasano
CRISTOFORO TRAPANI La Magnolia Lord Byron – Lucca
NANCY SILVERTON Mozza – Los Angeles
PAOLO BARRALE
DOMENICO CANDELA George – Grand Hotel Parker Na
LINO SCARALLO Palazzo Petrucci – Napoli
PEPPE AVERSA Il Buco – Sorrento

Sul sito ufficiale di Pepe in Grani e attraverso i canali social, saranno comunicate le modalità di prenotazione per riuscire ad assicurarsi un posto per una cena indimenticabile. Gli eventi si svolgeranno esclusivamente nella sala Authentica, mentre la pizzeria rimarrà aperta al pubblico nell’intento di non stravolgere l’offerta e di non trasformare Pepe in Grani soltanto in una grande cucina stellata. L’idea è di dare vita ad un ciclo di serate uniche nel loro genere in una location molto speciale.

Per info e Prenotazioni Authentica

Vico S. Giovanni Battista. 3 – 81013 Caiazzo(CE) Italia
Tel. +39 0823 862718 | authentica@pepeingrani.it | pepeingrani.it

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