Sara De Bellis

Autore: Sara

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Panciuto, soffice, irresistibile, goloso in ogni sua variante: è il “Santo Maritozzo”. Appellativo romanesco, storico e quaresimale che ha contribuito a infondere ancora maggiore notorietà a questo dolce antico, emblema di semplicità e trasversalità. Questa è la sua storia tra leggende, curiosità e varianti regionali. Buona lettura e Auguri a Tutti i Santi!

Che sia con panna montata, quaresimale con uvetta e pinoli, contemporaneo in varianti creative o riletto dal benessere alimentare, il fascino del maritozzo ha resistito intatto al tempo. Il Maritozzo infatti è ancora oggi uno dei dolci più amati della tradizione gastronomica capitolina, le cui origini risalgono all’antica Roma.

È già allora che fa la sua comparsa una sorta di antenato del maritozzo: una grossa pagnotta a base di farina, uova, olio o strutto e sale, addolcita con uvetta e miele, preparata dalle donne come alimento sostanzioso per le giornate di lavoro all’aperto dei braccianti e dei pastori.

Nel Medioevo diminuisce leggermente la pezzatura, il sapore si arricchisce di frutta secca, come pinoli e canditi, e l’impasto, privo di strutto, si fa più scuro. Il maritozzo è noto come “Quaresimale”, unica, gustosa eccezione al periodo di digiuno imposto dai lunghi quaranta giorni prima della Pasqua.

È proprio da qui che il dolce diviene “er santo maritozzo”, celebrato nel 1833 dal grande poeta Giuseppe Gioachino Belli – che nei suoi 2279 Sonetti romaneschi, composti in vernacolo romanesco, raccolse la voce del popolo romano del XIX secolo nel suo sonetto – lo cita in quello dal titolo La Quaresima.

Come io nun zò cristiano!

Io fo la spesa / oggni ggiorno der zanto maritozzo /

Io nun cenavo mai, e mmó mme strozzo/ pe mmaggnà ott’oncia come vò la cchiesa. 

Gioacchino Belli

Uno dei più grandi poeti romaneschi spiega quindi come per il popolano romano “il vero cristiano è colui che durante la Quaresima mangia i maritozzi.” Belli aggiunge anche una nota in italiano (dell’epoca) per spiegare: “I maritozzoli sono certi pani di forma romboidale, composti di farina, olio, zucchero, e talvolta canditure, o anaci, o uve passe. Di questi si fa a Roma gran consumo in Quaresima, nel qual tempo di digiuno si veggono pei caffè mangiarne giorno e sera coloro che in pari ore nulla avrebbero mangiato in tutto il resto dell’anno”. E qua c’è già quasi tutto. Il tono quaresimale è dato dall’uso dell’olio, invece del più consueto strutto. Tra gli ingredienti ci possono essere anche miele o burro.

Dal Medioevo a noi il Maritozzo non ha subito poi tante modifiche, fatta eccezione della panna montata, usanza sempre romana, ed è rimasto uno di quei dolci che ancora oggi potrebbe mettere tutti d’accordo: amato infatti sia dai sostenitori della semplicità, sia da chi rimane attratto gusti nuovi e varianti gourmet. Un dolce quindi trasversale, che potrebbe fare capolino sulle tavole dalla colazione, una merenda corroborante, un peccato di gola, chiuso nella sua carta di pasticceria, divenire chiusura del pasto della domenica o diventare esso stesso, nelle sue varianti creative e salate, re di un’insolita pausa-pranzo.

La certezza dell’impasto di base di questo composto da acqua, farina, lievito, zucchero o o miele, latte, uova e burro/olio (un tempo strutto) annovera oggi numerose interpretazioni ad opera di chef, pastry chef mastri fornai.

Il maritozzo: storia di un nome tra racconti e leggende

Oltre all’origine storica di questo dolce senza tempo, sono tante le leggende, i racconti e gli studi che tentano di restituire l’etimologia del suo nome. Sull’origine del nome “maritozzo” e sui suoi usi, molteplici sono i racconti e le leggende riportati da alcuni tra i più grandi studiosi, artisti e poeti della tradizione romana come Giggi Zanazzo, Adone Finardi e il già citato, Giuseppe Gioacchino Belli.

Anche il grande folklorista Luigi Zanazzo, nel suo “Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma”, con prosa in romanesco spiega come “una mucchia d’anni fa, dda noi, s’accostumava, in tempo de Quaresima, er primo vennardì de marzo, de portà’ a rigalà’ er maritózzo a l’innammorata. ’Sto maritózzo però era trenta o quaranta vorte ppiù ggranne de quelli che sse magneno adésso; e dde sopre era tutto guarnito de zucchero a ricami. In der mezzo, presempio, c’ereno du’ cori intrecciati, o ddu’ mane che sse strignéveno; oppuramente un core trapassato da una frezza, eccetra, eccetra: come quelle che stanno su le lettere che sse scriveno l’innammorati. Drento ar maritòzzo, quarche vvorta, ce se metteveno insinenta un anello, o quarch’antro oggetto d’oro”.

A riprova di ciò Zanazzo cita anche diversi stornelli o “ritornelli”, come si diceva a Roma.

“Oggi ch’è ’r primo Vennardì dde Marzo/ Se va a Ssan Pietro a ppija er maritòzzo; Ché ccé lo pagherà ’r nostro regazzo”. “E dde ’sti maritòzzi:/ Er primo è ppe’ li presciolósi;/ Er sicónno pe’ li spósi;/ Er terzo pe’ l’innamorati;/ Er quarto pe’ li disperati”. “Stà zzitto, côre:/ Stà zzitto; che tte vojo arigalàne/ Na ciamméllétta e un maritòzzo a ccôre”.

E infatti certi maritòzzi ereno fatti a fforma d’un côre”, annota Zanazzo.

Così, il primo venerdì di marzo il fidanzato, donava alla sua fidanzata un maritozzo come gesto d’amore e promessa di un futuro insieme. Forse nascondeva un anello, o un altro oggetto d’oro, ma era proprio in questa occasione che al fidanzato si dava l’appellativo di “maritozzo”, una storpiatura del termine “marito”, proprio a voler simboleggiare l’impegno della proposta matrimoniale.

Secondo la tradizione del tempo, e in particolare grazie agli studi di Zanazzo, sappiamo anche che sul maritozzo venivano realizzate anche decorazioni di zucchero raffiguranti cuori, mani giunte e cuori trafitti dalle frecce di Cupido, una sorta di “milk-art ante litteram”.

Secondo un altro filone interpretativo, il nome “maritozzo” sembra avere origine dall’usanza secondo cui le giovani ragazze in cerca di marito donavano un dolce a forma di cuore al più bel ragazzo del paese. Quest’ultimo avrebbe preso in sposa la ragazza artefice del maritozzo più buono. Sembra inoltre che il maritozzo abbia assunto nel tempo denominazioni diverse a seconda della zona in cui veniva preparato. Nomi come “maritelli”, “panmariti” e “panpariti” sono solo alcune di queste denominazioni alternative.

Le varianti del maritozzo

Il maritozzo non è diffuso unicamente nel Lazio, ma anche in altre regioni del centro e del sud Italia come le Marche, la Sicilia e la Puglia.

Il maritozzo classico, quello tipicamente laziale, è preparato con un panino dolce dalla forma arrotondata, farcito con soffice e abbondante panna montata zuccherata. Un’altra variante laziale prevede una farcitura di panna arricchita con pinoli e uvetta.

Il maritozzo marchigiano è preparato con un panino dalla forma tipicamente allungata e la farcitura non prevede la presenza dei pinoli.

Il maritozzo pugliese ha una forma di una treccia, mentre quello siciliano viene preparato sia a forma di treccia sia a forma di panino rotondo.

Talmente celebre la sua storia da creare una ricorrenza annuale: Il Maritozzo Day, una maratona celebrativa del gusto che coinvolge i migliori Maîtres Pâtissiers e Artigiani capitolini. Dalla classica farcitura di panna, i pasticceri e gli chef hanno dato via libera alla fantasia, realizzando nuovi e abbinamenti dolci e salati. Si spazia dal cioccolato alle confetture di frutta e crema chantilly a panini d’autore con pomodorini, baccalà, salmone, rucola, burrata e alici, polpette, frutti di mare, carni pregiate, amatriciana e carbonara, fino a versioni vegane e gluten free pensate per tutti coloro che hanno particolari esigenze alimentari e che non intendono rinunciare all’intramontabile bontà del maritozzo.

Oltre alle varianti dolci, sono molte le varianti del maritozzo salato. Questo viene preparato con un impasto meno zuccherato e farcito con alimenti salati quali salumi, formaggi, pomodoro, acciughe, baccalà, pesti, paté, prestandosi molto bene ad abbinamenti gourmet.

Foto nell’articolo – sezione Maritozzo Day – da “Il Maritozzo Rosso“, primo format dedicato al maritozzo salato a Roma

Foto di copertina al Link

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10 case della Pizza, 50 pizzaioli, 26 mila tra pizze e fritti, 20 laboratori, 32 mila pizza lovers, sold out i kidslab di AVPN, un esercito di adetti ai lavori e professionisti del settore. Questi i numeri della Città della Pizza 2023 al Parco lineare Arco di Travertino di Roma, che ha visto proclamare il pizzaiolo vincitore del tour nazionale dell’evento. Lui si chiama Carmine Apetino, ha 24 anni e lavora all’Antica Pizzeria D’e’ Figliole di Casoria.

Da una maciata di ore si è conclusa la settima edizione de La Città della Pizza, l’evento nazionale dedicato a questo prodotto iconico e vanto della cultura enogastronomica nazionale, dichiarato dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Una tre giorni ad accesso completamente gratuito, con tante attività culturali tra cui laboratori gratuiti per adulti e bambini, workshop per addetti ai lavori e tanto altro, compresa una gara finale per l’elezioni del giovane pizzaiolo migliore d’Italia. Il tutto accompagnato dalla possibilità di gustare tutte le tradizioni di pizza conosciute.

Continuiamo a portare nel nostro territorio grandi eventi di rilevanza cittadina o nazionale che possano offrire ai nostri cittadini sempre maggiori opportunità di sviluppo economico e soprattutto culturale accessibili per tutte e tutti.

Riccardo Sbordoni – Assessore Municipio VII Roma

Un fittissimo calendario di eventi, con 20 laboratori e decine di incontri ma soprattutto con 10 “case” che nel weekend hanno sfornato 26 mila tra pizze e fritti, conquistando il palato degli oltre 32 mila pizza lover accorsi al parco lineare Arco di Travertino che ha accolto l’edizione 2023 della manifestazione. Un lavoro di squadra che ha visto all’opera oltre 50 pizzaioli e numerosissimi addetti ai lavori e professionisti del settore e che ha coinvolto grandi e piccoli appassionati (tutti sold out i kidslab, gestiti dall’Associazione Verace Pizza Napoletana) alla scoperta di tutti i segreti e tutti i sapori del mondo della pizza. 

Si è appena concluso il weekend romano dedicato alla pizza, un appuntamento che ha confermato la bontà del nostro format, che quest’anno si è arricchito con le tappe di un tour che ha attraversato l’Italia, registrando ovunque un grandissimo successo. Non possiamo che salutare con soddisfazione il riscontro del pubblico che ha apprezzato la nostra proposta e che ha potuto godere di uno spazio funzionale e suggestivo al tempo stesso. Un grande risultato che premia il nostro impegno nel realizzare un evento che coniuga la degustazione di un prodotto così ricco di appeal come la pizza a momenti di dialogo, formazione e divertimento. Un grazie va al nostro staff, ai due autori, Luciana Squadrilli e Luciano Pignataro, con noi sin dalla prima edizione, al Municipio VII con l’Assessore alla Cultura Riccardo Sbordoni e a tutte le istituzioni del territorio che hanno permesso la realizzazione di un’edizione così di successo. ”

Emiliano De Venuti, ideatore e organizzatore de La Città della Pizza

La Città della Pizza si conferma così l’appuntamento di riferimento per il pubblico romano, nonché un palcoscenico prestigioso per i volti affermati dell’arte bianca e i pizzaioli emergenti più talentuosi selezionati nelle 5 tappe del tour in giro per l’Italia.

Si tratta della edizione migliore di sempre. Abbiamo recuperato un ambiente chiuso da 20 anni, fatti incontro interessanti e messo al centro i giovani emergenti del mondo pizza in modo efficace e trasparente.

Luciano Pignataro, Giornalista Enogastronomico e Giudice di Gara

Tra i tanti momenti salienti, c’è stata la proclamazione del pizzaiolo vincitore del tour nazionale de La Città della Pizza 2023. A conquistare il primo gradino del podio è stato infatti Carmine Apetino, 24 anni, dell’Antica Pizzeria D’e’ Figliole di Casoria: un nome storico della pizza fritta partenopea di cui Carmine e il fratello Genny – che da circa dieci anni hanno aperto il loro locale nella cittadina della periferia di Napoli, in via Giosuè Carducci 28 – rappresentano la sesta generazione, oltre ad essersi già guadagnato un posto tra i docenti di AVPN, dove si insegna l’arte della Vera Pizza Napoletana.

Apetino è cresciuto in pizzeria accanto al padre in pizzeria; a 16 anni ha iniziato a lavorare “in prima linea” insieme al fratello, ed è stato l’unico concorrente delle tappe di selezione a proporre la pizza fritta, conquistando prima la giuria e poi anche il pubblico dell’evento romano con la Pizza Fritta Completa (Ricotta, Fior di latte Latteria Sorrentina, Cicoli napoletani, Pomodoro Cirio Alta Cucina).

Nel loro locale i fratelli Apetino portano avanti la tradizione, che considerano un punto di forza, ma con uno sguardo rivolto al futuro, prestando attenzione particolare al bilanciamento dei sapori; mentre Carmine ha in programma a breve anche un’esperienza all’estero, destinazione Houston, Stati Uniti.

“La Città della Pizza è stata per me un’esperienza fantastica, certamente impegnativa come è giusto che sia quando le cose sono fatte in maniera seria” – commenta il giovane pizzaiolo, Carmine Apetino – “La cosa che mi è piaciuta di più è stata la trasparenza del concorso”. Infatti, il punteggio finale è stato calcolato sommando i voti dati dai pizza lover corsi ad assaggiare la pizza, al numero di pizze vendute (due splendide interpretazioni di pizza fritta) e al punteggio tecnico ottenuto durante la selezione iniziale nella tappa di Napoli.

Carmine Apetino ha vinto una fornitura di prodotti per la pizzeria messi a disposizione dai Main Partner de La Città della Pizza 2023 del valore di 4.000 euro: Molino Casillo (farine), Cirio Alta Cucina (pomodoro), Latteria Sorrentina (fior di latte), FrittoKing (prodotti per la friggitoria), Acqua Orsini (acqua e coinvolgimento nel progetto brand ambassador), Mercò (packaging per pizza), AVPN (corso di aggiornamento avanzato).

Per me è stata una bellissima edizione che ha superato le aspettative a cominciare dall’accoglienza del settimo, che mi ha sorpreso, e dalla sede, uno spazio bellissimo e ancora poco utilizzato ma che presto ospiterà eventi culturali, nonchè la biblioteca pubblica più grande di Roma. La città della Pizza è stato infatti l’unico evento pre-apertura concesso dall’Amministrazione, la quale ne ha colto la portata culturale oltre a quella commerciale. Abbiamo approfondito proprio questo concetto nel talk sulla valenza sociale della Pizza con l’Assessorre Riccardo Sbordoni – Assessore Municipio VII Roma, il Maestro Pizzaiolo Enzo coccia e l’Antropologo Ernesto Di Renzo. Come dicevo mi ha anche sorpresa l’accoglienza del pubblico, perchè oltre a Pizzaioli più blasonati, grande spazio è stato concesso ai giovani le pizze sono state sfornate da nomi meno noti con le stesse file di sempre, oltre all’importante partecipazione nella votazione da parte del pubblico. Sono stata molto felice anche del talk dedicato alla Calabria, una regione dove stanno accadendo cose interessanti, e che speriamo di vedere tra le protagoniste nei prossimi anni e prossime edizioni.

Luciana Squadrilli, Giudice di Gara

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Imponente Re del barbecue, il Manzo regala sempre grandi soddisfazioni. Tra i tagli più popolari imperano Bistecca, Filetto e Controfiletto, ma quali sono le temperature delle “cotture perfette”?

Bistecca, Filetto, Controfiletto, la triade più famosa della Brace di carne bovina. Ma le tendenze e la mescolanza delle culture gastronomiche regalano sempre sorprese alle papille del curioso, così come per la ri/scoperta di tagli meno noti dalle inaspettate succulenze, perfetti per una cottura e affumicature al Bbq o pronti per spalancare nuovi orizzonti e fumi di carattere alle griglie. Siamo andati alla scoperta dei tagli ed abbiamo chiesto una fotografia sullo stato dell’arte delle griglie ad Alessandro Soderi, competente, attento e appassionato rampollo di Macelleria Soderi, Bottega storica fiorentina, patria della celebre bistecca, che dal 1875 lavora carni di grande pregio e varietà, ma non smette di guardarsi intorno selezionando razze, scovando selvaggina e rimanendo in ascolto sui nuovi piaceri della carne.

Prima di prcedere, doveroso è infatti ricordare che il Bbq (barbeque, da barbecoa, l’antichissimo metodo di cottura degli nativi delle Americhe) è un forno a carboni, costituito da due semisfere (o semiconi, secondo i modelli), delle quali quella superiore, chiudendosi sul cibo, consente una cottura molto rapida e uniforme che mantiene una corretta umidità. È adatto a qualsiasi alimento e l’ideale per porzioni consistenti e spesse. E per Barbecue intendiamo quindi la cottura di grandi pezzi di carne a basse temperature (indicativamente 110-120 °C) e per tempi lunghi (dalle 4 ore in su), in presenza imprescindibile di fumo di legna.

Mentre, la cottura sulla griglia, all’aria, rende particolarmente croccante l’esterno dell’alimento lasciando l’interno più morbido. Sulla griglia si cuociono bene e velocemente porzioni non troppo spesse, carni e verdure sottili che richiedono una certa attenzione perchè il calore irregolare crea rischi di bruciature e cattivi sapori o irrigiridire il nostro taglio.

Definito anche “Grilling” , a sua volta, si divide in due tipologie:

  • Cottura diretta: piccoli pezzi di carne vengono disposti sopra la brace ad altissime temperature per brevissimo tempo;
  • Cottura indiretta: pezzi di carne di media grandezza vengono disposti vicino alle braci, a temperatura medio-alta (tra i 160 e i 200 °C) per tempi brevi (nell’ordine delle decine di minuti), in dispositivi dotati di coperchio.

Lombate & Co

Succosi, pregiati, mordibi, magri o leggermente marezzati (a seconda della razza) sono il filetto e il controfiletto. Mentre, tra i tagli di carne più comuni, utilizzati e sicura riuscita c’è la bistecca, da servire secondo gusti di cottura. Nel mio caso rigorosamnete “al sangue”, prendo comunque lo spunto per precisare che:

  • Cottura al sangue (50-55 °C);
  • Cottura media (60-65 °C);
  • Ben cotta (70-75 °C);

Per il grilling possiamo attingere da tutta la lombata, e quindi costate (con e senza osso), fiorentine, filetti e controfiletti. Le regole sono relativamente semplici e le cotture veloci: brace alta, cottura diretta, griglia o piastra in ghisa.

Volete quali sono le “Nuove Mode in Griglia”? Ve le raccontiamo cliccando QUI.

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Per tre giorni libri e cibo saranno protagonisti della città di Montecatini Terme – Patrimonio Unesco. Food&Book, dal 26 al 29 ottobre 2023 porterà noti scrittori e famosi chef a confrontarsi, in un inedito simposio gastronomico-culturale, su “La cultura del cibo – il cibo nella cultura”. L’ evento gratuito con invitanti convenzioni per studenti e famiglie. Scopri il programma!


Lo Stabilimento Tettuccio a Montecatini Terme ospiterà ad Ottobre, come ogni anno da otto, Food&Book – La cultura del cibo, il cibo nella cultura – il festival di Cultura Gastronomica che vede protagonisti noti scrittori che nei loro romanzi raccontano il cibo e chef che lo esaltano nelle loro ricette e spesso in libri di successo.

La manifestazione, giunta alla sua ottava edizione, è aperto a tutti ma particolarmente interessante per gli studendti di Istituti Alberghieri e Agrari, che da giovedì 26 a domenica 29 ottobre 2023, potranno nutrirsi di contenuti.

La partecipazione a tutti gli eventi in programma (escluse cene e “piatto dello chef”) rimane gratuita e, grazie alla collaborazione con l’Associazione Albergatori di Montecatini Terme, il prezzo studente/giorno in hotel 3 stelle, comprensivo di prima colazione e cena, è di 39 euro. Mentre, per le famiglie e i singoli partecipanti sono previsti prezzi in convenzione con i migliori hotel di Montecatini.

Perché visitare Montecatini Terme in occasione del Festival Food&Book

  • Montecatini e le sue Terme nel 2022 sono state inserite nel patrimonio mondiale dell’Unesco;
  • Al Moca – Montecatini Contemporary Art è possibile visitare gratuitamente la mostra “Galileo Chini – Opere nelle collezioni pubbliche e private di Montecatini Terme”. Orari: venerdì 27 ottobre ore 10.00-12.00, sabato 28 e domenica 29 ottobre ore 10.30-12.30 e ore 15.30-18.30. Ingresso libero c/o Municipio, Viale Giuseppe Verdi 46. La mostra chiuderà il 29 ottobre;
  • In occasione del 150° anniversario della nascita di Galileo Chini è possibile visitare gratuitamente le Terme Tamerici;
  • Visite guidate gratuite alla Montecatini Liberty e a Montecatini Alto (da non perdere un viaggio sulla funicolare inaugurata il 4 giugno 1898 da Giuseppe Verdi);
  • Un programma con decine di incontri e workshop sotto la guida di esperti, con scrittori, chef, e spettacoli.

Programma per l’edizione 2023

Giovedì 26 ottobre 2023

Ore 9.00 Visita guidata alla Montecatini Liberty e alla Mostra di Galileo Chini: la visita sarà ripetuta per tutti coloro che vorranno partecipare (max 50 partecipanti)

Ore 10.00 Palazzo del Turismo – Inizio delle attività. Presentazione dello staff di Food&Book, saluti dei rappresentanti del Comune di Montecatini Terme

Ore 11.00 Palazzo del Turismo – Gli Istituti Alberghieri e Agrari partecipanti si presentano: interventi degli studenti che racconteranno il loro Istituto illustrandone l’attività e case history di successo

Ore 12.00 Visite guidate al Frantoio di Montecatini Terme e alla Neri Sottoli di Monsummano

Ore 12.30-14.00 Terme Tettuccio – Caffè storico “Piatto dello chef”. Organizzazione Tettuccio Bar

Ore 14.30 Visite guidate al Frantoio di Montecatini Terme e alla Neri Sottoli di Monsummano.

Venerdì 27 ottobre 2023

Ore 9.00 Visita guidata alla Montecatini Liberty e alla Mostra di Galileo Chini: la visita sarà ripetuta per tutti coloro che vorranno partecipare (max 50 partecipanti)

Ore 10.30 Palazzo del Turismo – “Il lavoro che verrà: quali sono le professionalità maggiormente richieste nel canale Ho.re.ca”. Gli operatori del settore si lamentano di non trovare addetti per i loro hotel, ristoranti e nella catena delle forniture. Ma una recente indagine ha mostrato che tra i diplomati degli Istituti Alberghieri non più del 35% trova occupazione nel settore. Quali le cause? Sono i diplomati che non vogliono svolgere un lavoro per il quale hanno studiato o è l’offerta di lavoro che non riesce a intercettare la domanda? Parteciperanno all’incontro, presieduto da Riccardo Monti dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero Martini di Montecatini Terme: Licia Cianfriglia, vicepresidente della Anp (Associazione nazionale dirigenti scolastici); Luigi Valentini, presidente di Renaia (Rete nazionale degli istituti alberghieri); Giorgio De Rita, segretario generale del Censis; Luigi Valentini e i responsabili formazione e recruiting di Autogrill; Chiara Rivella di Eataly; Gabriele Belsito di Grimaldi Lines

Ore 13.00 Terme Tettuccio, Caffè storico – Piatto dello chef. Organizzazione Tettuccio Bar

Ore 15.00 Terme Tamerici – “Pesce italiano o made in Italy?”. Sempre più insegne e chef promuovono il pesce italiano, ma cosa significa davvero “prodotto ittico italiano”? Ne parliamo con l’esperta e fishblogger Valentina Tepedino e con lo chef Marcello Leoni, testimonial del progetto “L’AMO Italiano” e interprete del brand “ITAGLIA” che realizzerà anche uno show cooking su un’eccellenza ittica italiana. All’incontro interverrà Alessandro Arbi della Arbi Dario Spa

Ore 16.00 Terme Tamerici – Tavola rotonda “Il racconto del cibo”, come lo raccontano scrittori e chef

Ore 16.30 Terme Tamerici – “Un mondo in evoluzione: il cambiamento climatico e il cambiamento della produzione agricola”. Il cambiamento climatico sta diversificando la produzione agricola anche in Italia. Alcune specie, come per esempio l’olivo, stanno salendo verso Nord e nel Sud vi è la crescita della coltivazione, per esempio, di specie frutticole esotiche come il mango o l’avocado con valutazioni organolettiche e di cucina. Workshop a cura di Duccio Caccioni, direttore marketing di Caab Mercati

Ore 17.30 Terme Tamerici – Concorso “Questo l’ho fatto io” per il miglior panettone. In prossimità delle feste di fine anno, ogni Istituto Alberghiero produrrà e porterà a Montecatini Terme un panettone artigianale che sarà giudicato tenendo conto delle caratteristiche gustative, ma anche del costo degli ingredienti. Una giuria di giornalisti gastronomici e pasticceri proclamerà il miglior Panettone dell’anno

Ore 21.00 Castello La Querceta, sede dell’Istituto Alberghiero di Montecatini Terme – Cena di Gala in onore di… (sarà una sorpresa svelata all’ultimo momento; nelle precedenti edizioni gli ospiti sono stati: Luigi Taglienti in onore di Ezio e Renata Santin; Daniel Canzian in onore di Gualtiero Marchesi; Alessandro Negrini e Fabio Pisani in onore di Aimo e Nadia Moroni; Vincenzo Castaldo in onore di Livia e Alfonso Iaccarino; Massimo Spigaroli in onore di Gennaro Esposito. L’ultima edizione è stata tutta al femminile e ha, in questo particolare momento storico, unito le chef di origine russa e ucraina Alissa Timoshkina e Olia Hercules, ideatrici del progetto Cook for Ukraine, nella cena di gala a cura di Silvia Baracchi e Federica Continanza.

Ingresso ad inviti: rappresentanti delle istituzioni, dirigenti scolastici, giornalisti

Sabato 28 ottobre 2023

Ore 9.00 Visita guidata alla Montecatini Liberty e alla Mostra di Galileo Chini: la visita sarà ripetuta per tutti coloro che vorranno partecipare (max 50 partecipanti)

Ore 9.30 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – “Pesce povero ma ricco”. Questo il titolo di un appuntamento utile a comprendere che non esistono pesci “poveri” ma piuttosto pesci meno conosciuti e dunque poco considerati nonostante siano specie tipiche delle nostre acque. Per invertire questa tendenza e utilizzare meglio le nostre risorse, anche sostenendo le nostre produzioni ittiche nazionali, è necessario essere più informati. Per questo con l’esperta Valentina Tepedino, direttore di Eurofishmarket, e con lo chef stellato Marcello Leoni si parlerà di pesci meno conosciuti ma molto interessanti dal punto di vista sensoriale e nutrizionale.

Verifica uscita del libro Ore 10.00 Terme Tamerici – “Il miele italiano: aspetti produttivi, nutrizionali e impiego nella preparazione di prodotti artigianali e gastronomici.

Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro Il valore del miele con la partecipazione dei massimi esperti e produttori del settore. A seguire alcuni Istituti partecipanti proporranno degustazioni di prodotti di loro preparazione

Ore 10.30 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – “La biodiversità agroalimentare: il pomodoro”. I prodotti orticoli portano uno straordinario patrimonio di biodiversità. Il caso del pomodoro è estremamente interessante. Fin dal suo arrivo nel vecchio continente dalle Americhe il patrimonio genetico del pomodoro è stato elaborato con opera di selezione e ibridazione posta in essere prima dagli agricoltori e successivamente dai genetisti. Il risultato è una formidabile offerta conformata non solo alle differenti condizioni pedoclimatiche di coltivazione ma anche alle differenti esigenze gastronomiche e di mercato. Workshop con valutazioni organolettiche e di cucina: interviene Duccio Caccioni con una presentazione e degustazione di pomodori che saranno una piacevole scoperta

Ore 11.30 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Silvia Scapinelli presenta il suo nuovo romanzo Titolo (Agra Editrice) che ha come protagonista uno studente di un Istituto alberghiero inviato dal dirigente scolastico per uno stage in una sede giudicata inadeguata rispetto alle sue aspettative; ma in quel piccolo centro si rafforza la sua passione per la cucina e il protagonista diventa uno chef affermato e trova anche l’amore. A un certo punto, però, il mondo sembra crollare su tutto quello che aveva costruito: arriva la crisi e decide di abbandonare tutto rifugiandosi in montagna alla ricerca di una seconda vita.

Ore 12.15 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Possiamo avere una seconda vita (Pensa Mutimedia) è il titolo del libro pubblicato da Mariana Jajac. Viviamo in un tempo di stagnazione esistenziale che spesso si staglia su uno sfondo di desolazione, incertezza, paura. Anche le relazioni intime ne risentono e si sbriciolano. Ecco allora che le pratiche dialogiche, e in particolare l’approccio “Second Life” di Marianna Jajac, ci offrono la possibilità di riconfigurare la nostra vita a partire da noi stessi.

Ore 13.00 Terme Tettuccio, Caffè storico – “Piatto dello chef” Simone Malucchi. Organizzazione Tettuccio Bar

Ore 15.30 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Stefania Viti presenta Matcha al veleno (Sonzogno). Nel cuore di Brera, il maestro Yamafuji Sowa inaugura la nuova sede della scuola del tè Tsubaki Tsubaki celebrando il koicha temae, l’esclusiva cerimonia durante la quale gli invitati degustano una miscela pregiatissima da un’unica tazza. Tra i partecipanti spicca Ludovica Cattaneo, mecenate e regina dei salotti cittadini. Ma, inaspettatamente, qualcosa va storto: dopo aver bevuto, la donna si accascia sui tatami in seguito a un malore. A prima vista sembrerebbe trattarsi di un infarto, ma presto, grazie all’intuizione di una giornalista, si scopre che così non è; ma come è potuto accadere?

Ore 16.30 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Francesca Romana Barberini presenta il libro Annamo bene – La cucina di Sora Lella (Giunti). L’autrice si lascia coinvolgere dal mito, dalla simpatia del personaggio e dalle sue ricette: Il libro è un omaggio a Elena Fabrizi, alias Sora Lella, a vent’anni dalla scomparsa.

Ore 17.30 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Omaggio ad Eduardo attraverso il cibo e la poesia… e la musica. Eduardo De Filippo nel 1931 debuttò a Montecatini Terme, insieme a Peppino e Titina. Eduardo è come una miniera in cui si continuano a scoprire gemme. Per Eduardo il cibo non era solo qualcosa per soddisfare la golosità, ma soprattutto ciò che ci mantiene in vita e quindi una cosa da amare, da rispettare. Una cosa sacra! Così sacra tanto da dedicargli alcune poesie. La passione per il cibo di Eduardo sarà raccontata con le parole da Bruno Gambacorta, mentre le sue poesie sono state musicate e arrangiate da Patrizia Cirulli nel suo recente album “Fantasia” e saranno interpretate dalla cantautrice.

Ore 20.30 Grand Hotel Croce di Malta – Cena con lo scrittore: “A cena da Sora Lella”, con Francesca Romana Barberini (prezzo 40 euro).

Domenica 29 ottobre 2023

Ore 9.00 Visita guidata alla Montecatini Liberty e alla Mostra di Galileo Chini: la visita sarà ripetuta per tutti coloro che vorranno partecipare (max 50 partecipanti)

Ore 9.30 Terme Tettuccio – Montecatini e il suo Olio. Apertura banchi di assaggio di Olio Evo di Montecatini e della Valdinievole. A seguire, degustazioni guidate

Ore 10.00 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Convegno “Gli oli extravergini italiani: come valorizzarli a tavola e in azienda”. Il carrello e la carta degli oli in hotel e ristoranti; degustazioni e pranzi sotto gli ulivi in azienda. Tante le opportunità per la valorizzazione degli oli extravergini di oliva aperte dalla legge sull’oleoturismo per le aziende olivicole. Uno spazio interessante, anche lavorativo, per attività come il sommelier dell’olio e l’accoglienza nelle aziende olivicole (e non solo) per sviluppare attività turistiche. Intervengono: Fabiola Pulieri e il senatore Dario Stefàno, promotore della legge sull’enoturismo, autori del libro Oleoturismo – Opportunità per imprese e territori (Agra Editrice); il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra; Alessandro Benedetti, presidente del Frantoio Cooperativo di Montecatini Terme; Dante Simoncini, albergatore e produttore di olio. Presiede l’assessore alla Cultura del Comune di Montecatini Terme, Alessandro Sartoni

Ore 12.00 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Marco Vichi presenta Un’avventura del commissario Bordelli (Guanda)

Ore 13.00 Terme Tettuccio – Caffè storico “Piatto dello chef” Renato Bernardi. Organizzazione Tettuccio Bar

Ore 15.00 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – XXXXXX

Ore 16.00 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Adriana Assini presenta Madame Clicquot – Lo Champagne sono io. La storia del famoso champagne francese in un romanzo in cui, mentre sullo scenario politico si fa largo Napoleone Bonaparte, mademoiselle Ponsardin si trova improvvisamente e senza alcuna esperienza a gestire una maison di Champagne; sollecitata a chiudere Bottega Ponsardin, non sente nessuno ed è decisa ad andare avanti; con tenacia dà vita a uno champagne che come pretende l’imprenditrice “sia di una sola qualità, la primissima”

Ore 17.00 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Giampaolo Zuliani e Alice Lupi presentano Sciampagna, lo spumante classico italiano

Ore 18.00 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Brindisi “Lo Champagne incontra lo Spumante Classico”

Ore 19.15 Terme Tettuccio, Sala Portoghesi – Chiusura della manifestazione e ringraziamenti

Chi ha partecipato

Nelle otto edizioni precedenti hanno partecipato, tra gli altri, importanti autori e chef, tra cui gli scrittori Carmine Abate, Andrea Vitali, Maurizio De Giovanni, Simonetta Agnello Hornby, Diego De Silva, Fabio Genovesi, Federico Moccia, Marco Vichi, Marco Malvaldi e grandi chef come Gianfranco Pascucci, Pino Cuttaia, Cristina Bowerman, Pierantonio Pirozzi, Enrico Derflingher, Pietro Parisi, Nino Di Costanzo, Alfonso Iaccarino, Aimo e Nadia Moroni, Gennaro Esposito, Andy Luotto, Franco Aliberti, Massimo Spigaroli e le tre stelle Michelin Chicco Cerea, Ezio Santin e il compianto Gualtiero Marchesi.

Per ulteriori informazioni: telefono 0644254205 – e-mail info@agraeditrice.com

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Tre fine settimana dedicati al Tartufo Bianco di Acqualagna, che offre ai visitatori la possibilità di un viaggio alla riscoperta della natura e della storia sottobraccio ai sapori identitari della generosa terra marchigiana. Per farlo potete scegliere tra 28/29 ottobre, 4/5 e 11/12 novembre 2023, più il primo novembre giorno jolly! Di seguito il ricco programma.

Affascinante borgo marchigiano situato nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino, Acqualagna, nei pressi della magnifica Gola del Furlo, è una delle “Capitali del Tartufo“, ma pochi lo sanno. La sua è una posizione strategica dovuta alla vicinanza con i monti più alti della zona, il Catria ed il Nerone, per questo è da una parte meta ambita, dall’altra lontana dai circuiti tradizionali, ma comunque perferra sia per chi ama gli itinerari gastronomici, sia per chi ama la natura e desidera respirare luoghi dove ancora l’atmosfera è rimasta inalterata dal tempo.

A creare il forte richiamo tra fine ottobre e novembre – nei giorni 28, 29 ottobre e 1, 4, 5, 11, 12 novembre 2023 – ci pensa la 58^ Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna che quest’anno metterà in mostra più di cinquanta eventi tra cooking show, presentazioni, incontri, talk show, premi, spettacoli, concerti, laboratori per famiglie e bambini, ricerca del tartufo e visite guidate.

L’ampia mappa di attività del gusto che partiranno da piazza Enrico Mattei, centro del mercato del tartufo fresco e punto di partenza di un itinerario gustosissimo come il Ristotartufo dove gustare in cucina alcuni dei grandi classici della tradizione locale e ricette gourmet a base di tartufo bianco; il Mercato del Gusto aperto alle tipicità locali e nazionali di eccellenze agroalimentari e di artigianato e un grande spazio curato da l PRS – Programma di Sviluppo -Rurale – Marche che presenterà una Masterclass “I Magnifici 16” – Degustazione guidata di vini a cura dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini.

Novità assoluta di questa edizione Tartufo Award, la  Gara Nazionale delle Città del Tartufo, in collaborazione con Pasta Luciana Mosconi, che si disputerà sabato 4 e domenica 5 novembre tra le città italiane del tartufo e in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città del Tartufo, nata per promuovere la produzione, la commercializzazione e la promozione turistica del tartufo, eccellenza italiana.

Due giorni di competizione per eleggere il vincitore nella sfida in cucina tra le principali città testimonial del tartufo in Italia e nel mondo. Presidente di Giuria sarà Edoardo Raspelli, giornalista, scrittore, volto storico della televisione italiana, è stato l’inventore della critica gastronomica italiana, tra i precursori di quella mondiale. Sarà accompagnato da Francesca Bonaccorso nel racconto attorno al prestigioso tartufo bianco marchigiano che ha scelto il brand di pasta all’uovo Luciana Mosconi in qualità di Top Sponsor della 58° Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna.

Luciana Mosconi, la Signora delle Tagliatelle, accoglierà i suoi ospiti per gustare insieme le eccellenze del brand interpretate da grandi chef in creaticve ricette che saranno accompagnati dai vini della storica e coraggiosa Cantina Monacesca, massima eccellenza del Verdicchio di Matelica. Clicca QUI per conoscere tutto il programma!

A intervenire in conferenza stampa l’Ad Marcello Pennazzi: “Tagliatelle e pasta all’uvo di qualsiasi qualità e tartufo bianco di Acqualagna sono il binomio vincente. Noi abbiamo fatto della qualità dei nostri prodotti, ma anche del nostro territorio, un punto di forza e quindi trovare un’eccellenza che può creare ancora più attenzione sul nostro territorio rappresenta un vanto di cui siamo orgogliosi”.

A presentare le news il sindaco Luca Lisi: “La presentazione a Roma è sempre un successo, abbiamo scelto ancora una volta di venire nella capitale per illustare le news della prossima edizione. Ci saranno sorprese e grandi ospiti in una stagione ricchissima e profumata”.

Acqualagna è un biglietto da visita per le Marche: un luogo che non dimentica le proprie origini, ma le esalta con sapienza. Il tartufo è un fatto agricolo, un bene ad alto valore aggiunto che genera una filiera virtuosa. Una parte importante del nostro sistema agricolo a cui abbiamo dedicato inziative legislative come l’iva agricola agevolata al 5% e la programmazione Sviluppo Rurale, al fine di favorirne la coltivazione.

Mirco Carloni, Presidente della XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati

ACQUALAGNA

– DOVE SI TROVA?
Acqualagna è un comune noto in tutta Italia per la produzione e il commercio del tartufo. Fa parte della Comunità montana del Catria e Nerone. Il centro abitato è situato laddove il torrente Burano confluisce nel Candigliano, lungo la Statale Flaminia, antica via consolare romana, poco oltre la Gola del Furlo. La celebre gola appenninica scavata dal Candigliano tra le due pareti calcaree a strapiombo dei monti Paganuccio e Pietralata¸ conferisce al territorio di Acqualagna spiccati valori paesistici, tanto che nel 2001 vi è stata istituita la Riserva Naturale della Gola del Furlo ricca di 3.600 ettari di boschi e pascoli e di fauna protetta, oltre che di una delle più antiche tartufaie d’Italia.
L’origine del toponimo Acqualagna è sconosciuta. La leggenda vorrebbe che il nome della località (in antico Aquelame) derivasse da Acqua-lama, cioè acqua pantano, acqua melmosa, per via degli acquitrini presenti un tempo nell’area di confluenza del Burano nel Candigliano.
Acqualagna confina con i comuni marchigiani di Cagli, Fermignano, Urbania e Urbino.


– DA VEDERE
Chiesa di Santa Lucia. Appena fuori dal paese si trova la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Lucia, di antica fondazione ma che nel corso del tempo ha subito numerose modifiche e restauri. L’interno è costituito da un’unica navata; nelle sei nicchie che costeggiano le pareti di essa si trovano resti di affreschi del XVI secolo. L’ultimo radicale restauro, risale alla fine del XIX secolo.

Santuario del Pelingo. Si trova poco oltre la località Furlo; è un santuario mariano diocesano, che contiene un venerato affresco della Madonna col Bambino.

Chiesa del Santissimo Sacramento XV secolo. Nel caratteristico centro storico San Vincenzo al Furlo è ciò che rimane di un’antica Abbazia dell’VII secolo in cui abitarono San Romualdo (1011) e San Pier Damiani (1042). Il cenobio rimase indipendente fino al XI secolo quando entrò – con le abbazie e gli eremi alle sue dipendenze – nella diretta influenza della vicina Fonte Avellana. La chiesa attuale, in stile romanico, fu riedificata nel 1271 dall’abate Bonaventura. L’interno dell’edificio conserva una delle due primitive navate, possiede una cripta a tre navate con antichi capitelli e un altare del IX secolo, vi sono anche resti di affreschi medioevali nella navata destra e nel presbiterio, notevolmente rialzato rispetto al resto della chiesa. Nei pressi della chiesa si trova un piccolo ponte romano. Questa abbazia è solita accogliere mostre d’arte.

Villa di Colombara. Si trova nell’omonima località del comune di Acqualagna. Gli scavi archeologici del 1995 e 1997, hanno portato alla luce i resti di un’antica fattoria romana del II secolo a.C. con un ampio cortile porticato dove erano disposti i locali adibiti ad abitazione e alla lavorazione dei prodotti agricoli. Dagli scavi è risultato che la fattoria venne ricostruita nella prima età imperiale parzialmente sovrapposta alla prima. I resti sono conservati ad Acqualagna nel museo archeologico Antiquarium Pitinum Mergens.

Castello di Pietralata. Si trova sul versante meridionale del Monte di Pietralata; si tratta di un’antica costruzione risalente all’XI secolo, composto dalle rovine piuttosto ben conservate del grande muro di cinta, la chiesa della Santissima Trinità ancora consacrata, le rovine dell’insediamento centrale adiacente detto maschio e una Casa Canonica collegata alla chiesetta da un particolare passaggio sospeso.

Chiesa di Santa Maria del Petriccio o Santissima Annunziata XV secolo. Affreschi del XV secolo sotto il loggiato d’ingresso, in località omonima lungo la strada apecchiese.

– PRODOTTI TIPICI
Tartufo. Ad Acqualagna durante l’anno è possibile gustare diversi tipi di tartufo. Questo è possibile grazie al clima e al terreno che circonda tutta la zona. Il tartufo, conosciuto già in epoca romana e greca, è sempre rientrato tra i prodotti più buoni della terra. Ne esistono di diverse varietà.
Il Tuber Magnatum Pico: è il più famoso dei tartufi e il più costoso in commercio. Di forma più o meno rotondeggiante e regolare con cavità e sporgenze. La parte esterna è liscia o quasi, di colore giallo-biancastro. Il colore interno invece varia in base al grado di maturazione a cui è arrivato e alla pianta on la quale è vissuto in simbiosi: può variare dal bianco al marrone al rosato. Il suo odore è forte e aromatico; è un tartufo digeribile ed è solitamente consumato crudo. Il periodo tra la maturazione e la marcescenza è molto breve, quindi la conservazione è breve.
Il Tuber Melanosporum Vitt è il tartufo nero. La sua scorza è nera, rugosa con piccole verruche. È il tartufo alimentare per eccellenza perché molto appetitoso e digeribile. Il suo odore è aromatico e il sapore è squisito con la cottura. Solitamente si trova ai piedi della quercia e del carpino.
Il Tuber Borchii Vitt o Tuber Albidum Pico, detto anche “Marzuolo”, è il tartufo bianco. Generalmente con forma rotondeggiante e regolare, non raggiunge mai dimensioni grosse. La scorza ha un colore chiaro e liscio, la polpa invece presenta un colore fulvo quando giunge a maturazione. Il profumo è molto forte.
Il Tuber Aestivum Vitt è un altro tipo di tartufo nero. La sua grandezza varia dai 3/4 cm ai 10 cm. La scorza è bruna tendente al nero, con verruche a forma piramidale. Questa caratteristiche gli porta il soprannome di “Scorzone”. La polpa è di colore nocciola, più scuro con la maturazione, con vene di colore bianco. Ha un profumo che ricorda il fungo.

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Napoletana, Romana, Contemporanea, Fritta e Senza Glutine: da venerdì 20 ottobre a domenica 22 ottobre, La Città della Pizza prende residenza 2023 al Parco Lineare Arco di Travertino a Roma, assieme a 50 maestri pizzaioli, laboratori gratuiti per adulti e bambini, workshop formativi e gara finale per l’elezione del giovane pizzaiolo più talentuoso d’Italia.

Da venerdì 20 ottobre a domenica 22 ottobre, all’interno del “parco lineare Arco di Travertino”, nell’area verde che sorge alle spalle della stazione metropolitana Arco di Travertino, la Città della Pizza prende per tre giorni presidio assieme alle tradizioni e nuove interpretazioni di pizza italiana: Napoletana, Romana, Contemporanea, Fritta e Senza Glutine.

“Siamo davvero entusiasti di dare il via alla nuova edizione de La Città della Pizzaafferma Emiliano De Venuti, ideatore della manifestazioneTre giorni di assaggi, incontri e focus tematici che daranno la possibilità al pubblico di appassionati di vedere all’opera i pizzaioli più talentuosi d’Italia, nella splendida cornice dell’Arco di Travertino.Tante le attività che abbiamo in programma per far conoscere tutti i segreti dell’arte della pizza, senza trascurare il divertimento e l’inconfondibile atmosfera conviviale che è alla base di tutti i nostri appuntamenti de La Città della Pizza”.

Ad accendere fuochi e papille, venerdì 20 ottobre dalle ore 18, otto grandi della pizza:
Ciro Salvo (50 Kalò), Ivano Veccia (Allegrìo), Marco Quintili (I Quintili), Antonio Falco (L’ Antica Pizzeria da Michele), Mattia Lattanzio e Giovanni Giglio (Extremis), Andrea Renzi (La Mangiatoia), Sami El Sabawy (Tonda) e Iacopo Alberti (Sbanco), che inaugureranno questa settima edizione della manifestazione.

La Gara dei Nuovi Talenti

Dopo il tour nazionale che ha toccato le principali città italiane – Milano, Firenze, Palermo, Napoli e Bari – e che ha permesso di selezionare i giovani talenti della pizza grazie alla supervisione tecnica di Luciana Squadrilli e Luciano Pignataro; è arrivato il momento di decretare il pizzaiolo emergente più bravo d’Italia. Infatti, solo i pizzaioli presenti sabato 21 e domenica 22 ottobre a partire dalle 11, saranno in gara per conquistare il titolo e il premio del valore di 4.000 euro.

Ecco i pizzaioli che si sfideranno a colpi di pizza:

  • Luca Baccani (Setaccio) – Monterotondo
  • Cristiano De Rinaldi (Casa De Rinaldi) – Napoli
  • Luca Fusacchia (Bordo, la pizzeria del Pigneto) – Roma
  • Salvatore Billi (Fratelli d’impasto) – Castiglion Fiorentino
  • Giuseppe Terracciano (Maruzzella) – Fondi
  • Giovanni Glorioso (Fermento) – Palermo
  • Antonio Papa (Spaccanapoli) – San Cipriano Piacentino
  • Luigi Gentile (Cirasella) – Monopoli
  • Francesco Pellegrino (Levante) – Altamura
  • Marco Cacace (Noel) – Lecce
  • Carmine Apetino (D’è Figliole) – Napoli
  • Giovanni Spera (Casarsa pizzeria lucana) – Potenza
  • Raffaele Longobardi (Diametro 3.0) – Napoli
  • Piero Rucco (Piccolo Paradiso) – Vicobellignano
  • Alberto Maimone (Dumbolone) – Milazzo
  • Francesco De Bernardo (La Taverna del Re a capodimonte) – Napoli

La regola rimane quella che ha decretato il successo de La Città della Pizza: ogni pizzaiolo dovrà proporre al pubblico due ricette di pizza. Una tradizionale – Margherita o Marinara – da preparare con i Pomodori Cirio Alta Cucina e il Fiordilatte Latteria Sorrentina; un Cavallo di Battaglia rappresentativo della propria arte e identità. Ogni pizzaiolo avrà a disposizione la farina per lo spolvero Molino Casillo e i forni firmati Valoriani e Izzo Forni.

Le Attività (gratuite) sulla Pizza

Una nuova location per un programma altrettanto ricco di novità che animerà uno dei nuovi quartieri dinamici di Roma. La Città della Pizza mirerà a coinvolgere attivamente i cittadini in attività, con l’obiettivo, oltre la pizza, di essere un centro di aggregazione, nonchè occasione di socialità e convivialità a cielo aperto.

Fittissimo il calendario di attività gratuite per adulti, bambini e operatori del settore. I laboratori per più piccoli saranno organizzati e tenuti dai grandi maestri pizzaioli di Avpn – Associazione Verace Pizza Napoletana, mentre la Scuola della Pizza – firmata da Ooni – sarà uno spazio dedicato a tutti gli appassionati che vogliono imparare i segreti legati al mondo della pizza e della lievitazione.

I Talk e gli Incontri tecnici saranno guidati da Luciano Pignataro e Luciana Squadrilli e tenuti dai Grandi Maestri Pizzaioli che si confronteranno sui temi e le tendenze del settore.

“Siamo orgogliosi di aver trasformato il VII Municipio in casa ospitale per iniziative culturali di qualità e grandi eventi anche nel settore enogastronomico ha dichiarato Riccardo Sbordoni, Assessore alla Cultura e ai Grandi Eventi del VII Municipio di Roma abbiamo voluto fortemente che l’edizione 2023 de “La Città della Pizza” si svolgesse per la prima volta nel nostro territorio e per questo ci siamo messi subito a disposizione, sostenendo la grande professionalità degli organizzatori e mettendo a disposizione la piazza coperta di Arco di Travertino, una delle location più belle che può offrire il nostro territorio. Abbiamo fatto tutto questo per offrire alle cittadine e ai cittadini del VII Municipio e di tutta Roma un evento prestigioso che contribuirà a conferire il giusto riconoscimento ad uno dei prodotti più riconosciuti e riconoscibili nel mondo e ormai diventato elemento identitario della cultura enogastronomica nazionale.”

COLPO D’OCCHIO SU LA CITTÀ DELLA PIZZA
Arco di Travertino e Parco Lineare Arco di Travertino
Via Collegentilesco, 11 – Roma
Giorni e orari di apertura:
venerdì 20 ottobre ore 18.00 – 24.00
sabato 21 ottobre ore 11.00 – 24.00
domenica 22 ottobre ore 11.00 – 22.00

INGRESSO GRATUITO

Per tutte le info www.lacittadellapizza.it

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Comune di Roma e Regione Lazio insieme al TTG di Rimini con “Roma&Lazio Experience”: 500 mq di stand per un eccezionale “multisalotto” che tra talk, professionisti e operatori del settore turistico, ha rivelato la straordinaria potenzialità di una sinergia orientata al futuro attraverso ottimismo e turismo, tavola e cultura.

Roma insieme alla Regione Lazio ha portato 58 operatori commerciali alla Fiera TTG di Rimini, la principale manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale. Albergatori, tour operator, guide turistiche, agriturismi ma anche organizzatori di eventi come Sport e Salute e la AS Roma. La forte sinergia tra Comune e Regione si è rivelata ancora una volta fondamentale per promuovere in Italia e all’estero la nostra città e i territori del Lazio, e per creare nuove opportunità per tour operator, albergatori e società di servizi.

Queste le parole di Alessandro Onorato, Assessore di Roma Capitale ai Grandi Eventi, Turismo, Sport e Moda. Tra i tanti Talk e interessanti contenuti – come quello su “Roma, il Lazio e il Giubileo: il turismo religioso come fonte di sviluppo territoriale“; “La Francigena direzione Giubileo” – quello di Fipe Confcommercio Roma per la presentazione del progetto camerale “Ristorante Tipico 2.0″. Un panel che ha rappresentato un momento di confronto importante con i professionisti del settore per fotografare lo stato dell’arte del turismo della Capitale, città eternamente sospesa tra la sua imponente storia e una continua tensione alla modernità, e che ha tracciato le rotte del suo futuro turistico più prossimo attraverso nuovi strumenti digitali e progetti di “ristorazione tipica romana” per dare nuovo valore al BRAND ROMA ripartendo dal suo potente potenziale attrattivo. Al Talk hanno preso parte Luca Albano – Direttore Italia Costumer Alliance; Angela Maria Avino – AD Onyon; Giampaolo Scardia – Responsabile FIPE Roma; Sara Amici – Responsabile Ufficio Legale e Rapporti Istituzionali; Mario Mozzetti, proprietario del ristorante Alfredo alla Scrofa e Alessandro Onorato, Assessore al Turismo e ai Grandi Eventi di Roma Capitale.

“La scelta d Roma del Mondo”, è stato il titolo che richiama direttamente l’anno record del turismo Capitolino. Roma è stata infatti la scelta di ben 13 milioni di turisti, solamente tra maggio e luglio 2023. Una Vittoria da Record con numeri che hanno superato le aspettative e che avevano già visto Roma arrivare prima nella classifica “Travellers’ Choice Awards 2022” di TripAdvisor e seconda tra Roma e Provincia per la Guida Michelin, con ben 22 stelle.

Ma a tavola è la famosa “fascia media” ad aver fatto passi importanti, lavorando su un’offerta diversificata, ben assortita, fatta da persone qualificate e appassionate che perseguono un discorso di qualità. La “trattoria romana moderna” oggi tocca vette importanti che può regalare esperienze soddisfacenti e autentiche, ben oltre la “tovaglia a quadretti bianchi e rossi” e scodelloni di carbonara.

Con il progetto Ristorante Tipico 2.0 Fipe Roma vuole muovere proprio questa leva, per valorizzare UN MARCHIO DI RISTORANTI DI ROMA che possa intercettare e accogliere viaggiatori alla ricerca di un’esperienza unica e, questa volta, “ ripetibile” , superando quell’equazione tra cucina romana  e “per turisti” che corrisponde spesso a bassa qualità e prodotto di massa, attraverso la tutela di un marchio per ristoratori e viaggiatori.

Un progetto, quello di Fipe Confcommercio Roma, che ha l’ambizione di fare incontrare la Tradizione con l’Innovazione tecnologica diffondendo strumenti digitali per la crescita manageriale del comparto, con programmi di formazione per imprenditori e Direttori di ristoranti, come quelli offerti da Customer Alliance e Onyon.

A chiusura la degustazione delle “Fettuccine Alfredo” che, con “burro, parmigiano e speciale mantecatura”, hanno conquistato tutto il padiglione, mentre in mattinata aveva aperto le porte del gusto “Roma in Tavola”, un Cooking Show Andrea Pasqualucci, Executive Chef del ristorante Moma (1 stella Michelin).

Per l’occasione abbiamo scelto di puntare sull’unicità della cucina romana e coinvolto uno dei migliori chef stellati romani di accompagnarci, ha detto l’Assessore Alessandro Onorato. Ringrazio per questo Andrea Pasqualucci, Executive Chef del ristorante Moma, che con uno show cooking straordinario ha unito alla suggestione della preparazione il gusto di un assaggio di altissimo livello dedicato ai visitatori e agli addetti ai lavori. Un’eccellenza della nostra cucina che ci ha permesso di fare un racconto nuovo della Capitale generando grande attenzione soprattutto tra i tour operator stranieri. L’interesse che ho riscontrato in queste ore a Rimini per la nostra città è notevole e ci restituisce tanti nuovi stimoli per fare sempre meglio“.

Al TTG – racconta lo Chef Andrea Pasqualucci (MoMa* – 1 stella Michelin) ho presentato un mio cavallo di battaglia: le tagliatelle di seppia alla puttanesca, un piatto semplice con pochi elementi, le giuste acidità e soprattutto realizzato con prodotti solamente laziali: le seppie, i pomodori, le olive di Gaeta, le alici di Cetara, l’aglio di Proceno e le erbe aromatiche di Erba Regina. Il mio lavoro ha tante sfaccettature ma una parte importantissima per me è la ricerca dei piccoli produttori. La filiera corta, sostenere i produttori che lavorano seguendo un codice etico che rispetti il lavoratore e il cliente finale, la stagionalità e soprattutto i sapori della mia regione sono sempre stati i capisaldi della mia cucina e qui c’erano tutti.”

E prosegue. “E’ stato un evento diverso da quelli che solitamente frequento come chef ma estremamente interessante. La mia professione e strettamente connessa con lo sviluppo di Roma da un punto di vista turistico e culturale. Sono stati fatti e sono in corso grandi investimenti per Roma che sta rispondendo in maniera più che positiva. Se pensiamo a tutti i grandi concerti, la Ryder Cup, i grandi eventi sportivi, il Giubileo e non ultima la sua candidatura al prossimo Expo; tutto concorre a far si che oggi Roma sia perfettamente allineata a Milano che ha sempre avuto il primato come capitale economica e finanziaria. Per tutta la ristorazione romana questo è un momento più che positivo ed è proprio questo quello che ho respirato in questa manifestazione: positività.

Il Cooking Show dello Chef Pasqualucci è stato seguito da quello “Lazio, la storia nel piatto” di Alessandro Circiello, Presidente Unione Regionale Cuochi Lazio Federcuochi a cura di Arsial che, con una raffinata zuppa, ha reso onore ad una rosa di prodotti laziali.

Una Vittoria da Record non solo per il Turismo di Roma che ha dato ragione ad una strategia politica basata sull’analisi e investimento sui grandi #asset della Capitale.

“Il Turismo non si improvvisa. Il Turismo é una scienza esatta”.

Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Turismo, Sport e Moda di Roma Capitale

Largo quindi ai grandi eventi, ai progetti per il Giubileo, all’Expo 2030, ai concerti con ospiti internazionali, all’Ospitalitá di Lusso, alle Offerte culinarie fine dining e quelle più caratteristiche legate alla nostra Cucina Romana e alla valorizzazione dei tesori enogastronomici del territorio laziale e della tavola in generale, importante driver turistico del nostro Paese.

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Non solo monumenti, borghi e musei. L’Italia torna essere il Belpaese del buon cibo e del buon vino. Questi, infatti, sono diventati la voce principale del budget della vacanza in Italia con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola. Per capire di più e conoscere gli scenari del futuro ci sono TTG e HOST 2023.

TTG 2023 / 11-13 ottobre, Fiera di Rimini

Giunto alla sua 60a edizione, il TTG Travel Experience, da oggi 11 fino al 13 ottobre 2023 nel Quartiere Fieristico di Rimini è la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale.
Richiama in tre giorni operatori provenienti da tutto il mondo, key player delle principali aziende del comparto: enti del turismo, tour operator, agenzie di viaggi, compagnie aeree, trasporti, strutture ricettive, servizi per il turismo, tecnologia e soluzioni innovative.


“Per l’Italia l’enogastronomia è oggi tra i principali driver dell’immagine e dell’identità nel sistema turistico globale. Possiede potenzialità che, se adeguatamente espresse, possono consentire di rafforzare l’attrattività del Belpaese nei confronti dei competitor internazionali e dare nuova linfa sia alle destinazioni affermate che ai territori minori, generando valore economico, sociale e culturale duraturo”.

Così Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse, ha introdotto il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, durante il Forum Food & Beverage, organizzato da The European House – Ambrosetti.

Italia, Turismo ed Enogastronomia

Nel recente passato solo alcuni intenditori e appassionati viaggiavano alla scoperta dell’enogastronomia locale, spinti dalla curiosità di conoscere territori e aziende d’eccellenza, oltre che dal desiderio di degustare i prodotti locali.Oggi, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa e uno dei più dinamici all’interno del settore. Nella sola Europa sono circa 600mila le vacanze all’insegna dell’enogastronomia e oltre 20 milioni i viaggi che includono attività enogastronomiche.

La vacanza enogastronomica attira anche gli italiani

In base alla ricerca condotta dalla World Food Travel Association, l’interesse verso le esperienze enogastronomiche è in forte aumento rispetto agli anni scorsi e ben il 92% dei turisti ha preso parte ad attività legate al food e al beverage negli ultimi due anni.

Per il 21% le attività gastronomiche hanno rappresentato il principale motivo di viaggio, mentre il 58% ha svolto la vacanza per partecipare ad esperienze enologiche, ossia legate al vino, alla birra e altre bevande alcoliche.

Non solo l’interesse, ma anche la percezione della rilevanza di questo aspetto nella scelta della destinazione è cresciuta: il 58% considera oggi l’enogastronomia più importante rispetto a quando viaggiava 5 anni fa. Non è quindi un caso che il 69% degli intervistati dichiari che le proposte enogastronomiche di una destinazione siano state da stimolo alla visita.

 HOST 2023 / 13-17 ottobre, Milano

Giunta alla sua 43a Edizione, HostMilano è la fiera di riferimento per Equipment, Coffee e Food; nonché leader assoluto nei settoriHo.Re.Ca., foodservice, retail, GDO e hotellerie. insomma è la fiera mondiale dedicata al mondo della ristorazione e dell’accoglienza, che si tiene ogni due anni e propone tutto ciò che occorre per un locale di successo: dalle materie prime ai semilavorati, dai macchinari alle attrezzature, dagli arredi alla tavola, con uno sguardo approfondito su trend, tecnologie, innovazioni.

CUCINA PROTAGONISTA, IN TUTTI I RUOLI

Ristoratori e food manager sono quotidianamente coinvolti in un business che necessita di grande flessibilità e costante capacità di rinnovamento. HostMilano è in tal senso un punto di riferimento irrinunciabile per presentare al meglio le aziende espositrici, proponendo e anticipando le tendenze del futuro.

I FONDAMENTALI SI RINNOVANO: Bakery, Pizza & Pasta

Dalle materie prime, come farina e lievito, al prodotto finito. Dalle macchine impastatrici ai forni. Tutto all’insegna della qualità e dell’innovazione. HostMilano si conferma hub internazionale del settore grazie alla presenza di aziende di altissimo livello e una gamma completa di prodotti dedicati alla filiera dell’arte bianca.

IL FREDDO CHE SCALDA UN GRANDE BUSINESS: Il Gelato

Anche il Gelato, espressione sempre più apprezzata dell’eccellenza Made in Italy è un prodotto in espansione globale inarrestabile che sarà presente a HostMilano con tutto il suo mondo: inclusi i prodotti semilavorati, le macchine e i banchi refrigerati di ultima generazione.

GOLOSE, INEDITE, CONCRETE OPPORTUNITÀ: La Pasticceria

Genuinità, qualità e innovazione. I valori chiave della pasticceria trovano in HostMilano grandi benefici e nuove risorse, grazie innanzitutto alla presenza di realtà importanti nella produzione di materie prime, accessori e attrezzature per laboratori professionali del settore dolciario. E alla fusione di competenze, stili e offerte con l’universo del bar e del caffè.

LA MISCELA PERFETTA FRA TRADIZIONE E FUTURO: Caffè & Tea

Torrefattori selezionati, importatori, produttori, operatori provenienti dai cinque continenti e le migliori aziende a livello mondiale trovano in HostMilano il punto d’incontro ideale per l’intero business che ruota intorno al caffè. A cominciare dal prodotto verde, lungo tutte le fasi di trasformazione, fino alla degustazione.

La manifestazione coniuga una panoramica completa sull’innovazione in tutta l’ospitalità professionale con gli approfondimenti verticali nei singoli settori, grazie a un layout esteso sull’intero quartiere fieristico e suddiviso in tre macroaree che valorizzano le affinità di filiera tra comparti specializzati: Ristorazione Professionale-Bakery, Pizza e Pasta  (38% degli espositori); Caffè-Tea, Bar-Macchine per Caffè-Vending, Gelato-Pastry (42%); Arredo-Tecnologia e Tavola (20%).

I visitatori saranno guidati all’interno della fiera attraverso percorsi funzionali che ottimizzano il tempo a disposizione e l’esperienza di visita. Per maggiori Informazioni e approfondimenti Cliccare QUI.

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Roma. Stasera presso la Città dell’Altra Economia, va in scena la seconda delle quattro cene degustazione “Th!nk Green” organizzate dal Collettivo Gastronomico Testaccio che vi attendono fino a dicembre 2023 negli spazi ben recuperati dell’Ex Mattatoio di Testaccio. Di seguito il programma e i perchè.

Una seconda stagione di cene evento organizzate dal Collettivo Gastronomico Testaccio dedicate allo sviluppo etico della ristorazione e alla messa in opera di un corretto dialogo tra il nostro settore e l’Amministrazione Pubblica sulle tematiche riferite alla food policy. 

Ancora 3 cene e 3 protagonisti della cucina italiana provenienti da diversi contesti agricoli e produttivi porteranno a tavola un confronto su argomenti attuali – come la sostenibilità umana e lo sviluppo virtuoso di politiche aziendali ad impatto zero – per un momento di confronto e riflessione con professionisti del settore su come concepire sane politiche di sostegno alla produzione in armonia con le città e le loro Amministrazioni Pubbliche

Perchè?

Perchè cambiamenti climatici, agricoltura, alimentazione e ristorazione sono questioni fortemente intrecciate. Perchè in Italia il mondo agricolo è il primo ad accorgersi concretamente degli effetti della crisi climatica ed è uno dei principali attori coinvolti. Perchè la risposta a questo fenomeno, che sta già trasformando il settore primario italiano, non può prescindere da un coinvolgimento attivo delle città. Perchè, oltre alla riflessione servono azioni concrete per essere – collettivamente e individualmente – più sostenibili, a partire dalla lotta agli sprechi, al miglioramento della gestione dei rifiuti, al sostegno a forme agricole non intensive e rispettose dell’ambiente in cui si collocano.


La Riflessione Sul Contesto e Le Serate Th!nk Green

Roma è una città metropolitana complessa e con un enorme quantitativo di terreni agricoli pubblici. Ad oggi sono urgenti riflessioni su tematiche attuali come la corretta redistribuzione della gestione delle terre pubbliche, accompagnate magari a corsi di formazione per i giovani sull’agricoltura ecologica, così da creare un ricambio generazionale che sia nella direzione della creazione di colture urbanemultifunzionali e a fini sociali


L’ obiettivo delle serate Th!nk Green è proprio quello di creare un ciclo di eventi che possa approfondire queste tematiche grazie a differenti punti di vista portati da chef con ristoranti attivi in diverse regioni italiane, così da definire in modo più chiaro e contestualizzato il significato più profondo della food policy nel contesto italiano.

La prima Cena con APRUPIA – Giulianova (TE)

Il percorso delle identità regionali così legato alle identità gastronomiche è iniziato con Enzo di Pasqale del Ristorante” Aprudia” di Giulianova in provincia di Teramo, che porta avanti un lavoro di valorizzazione della sua terra e tradizione, di usanze familiari e della sua comunità di appartenenza, attraverso la proposta di piatti semplici ma di ricerca che vanno a tracciare i confini di una cucina di coerenza e posizione.

Non ci limitiamo ad utilizzare un prdotto della nostra tessa, ci spingiamo a ricercare il perchè e il per come quel prodotto è arrivato fino a noi e di quali contenuti si fa carico”, ha detto lo chef durante la presentazione della cena il 25 settembre scorso.

LE CENE IN PROGRAMMA

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI: Telefono e Whatsapp 389.248.84.13
INDIRIZZO: Città dell’Altra Economia – Largo Dino Frisullo, 1 – Ex Mattatoio | Metro Piramide

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A secco, umida o mista, la marinatura permette di sperimentare diverse combinazioni di sapori ottenendo risultati deliziosi. Ma quali sono gli ingredienti immancabili per costruire la propria marinatura e stupire i commensali?

La marinatura è una tecnica antichissima e versatile, che insaporisce la carne rendendola tenera e succulenta. Questo processo serve ad ammorbidire le fibre e donare spiccate caratteristiche alle carni e aggiungere profondità gustative. Scopriamo la differenza tra marinatura a secco, umida e mista; e quali siano gli ingredienti base per costruire le Vostre personali marinate.

Marinatura a secco

La marinatura a secco consiste nell’applicare un mix di spezie, erbe aromatiche e, talvolta, sale e zucchero direttamente sulla superficie degli alimenti. Questo metodo non è adatto alle cotture aggressive e permette di ottenere una crosta saporita e croccante all’esterno del cibo, mantenendo al contempo la consistenza morbida e succosa all’interno.

Per realizzare una marinatura a secco, si possono seguire i seguenti passaggi:

  • preparare la miscela di spezie ed erbe aromatiche, macinandole finemente o pestandole nel mortaio;
  • pulire e asciugare accuratamente gli alimenti da marinare;
  • applicare la miscela di spezie ed erbe aromatiche sulla superficie degli alimenti, massaggiandola leggermente per farla aderire;
  • lasciare riposare gli alimenti in frigorifero per almeno un’ora, avvolgendoli nella pellicola trasparente o coprendoli con un panno umido.

Marinatura umida

La marinatura umida prevede l’immersione degli alimenti in una soluzione liquida composta da acidi, oli e altri ingredienti aromatizzanti. Per preparare una marinatura umida, è possibile seguire questi passaggi:

  • mescolare gli ingredienti liquidi (acidi e olii) in una ciotola capiente, aggiungendo le spezie, le erbe aromatiche e gli altri componenti scelti;
  • pulire gli alimenti e immergerli completamente nella soluzione, avendo cura di distribuire uniformemente la marinatura;
  • coprire la ciotola con un coperchio o della pellicola trasparente e lasciare riposare gli alimenti in frigorifero per un periodo che può variare dalle 2-3 ore alle 24 ore, a seconda della consistenza degli alimenti e dell’intensità di sapore desiderata.

Marinatura mista

La marinatura mista combina gli elementi delle marinature a secco e umida, sfruttando i vantaggi di entrambe le tecniche.
Ad esempio, si può iniziare applicando una marinatura a secco agli alimenti e, successivamente, immergerli in una soluzione umida per completare il processo.
Questo metodo è particolarmente adatto alla cottura a bassa temperatura di carni e pesci, poiché garantisce un’ottima penetrazione dei sapori e una consistenza morbida e succosa.
Per realizzare una marinatura mista, si possono seguire i passaggi indicati per le marinature a secco e umida, prestando attenzione a non sovrapporre i tempi di marinatura, così da evitare che gli alimenti diventino troppo salati o acidi.

Nel caso della marinatura mista, è fondamentale considerare l’equilibrio tra gli ingredienti secchi e umidi, per ottenere una combinazione armoniosa di sapori e consistenze.

Sperimentando con diverse tecniche di marinatura e combinazioni di ingredienti, è possibile ottenere piatti deliziosi e ricchi di sapore, ideali per chi desidera esplorare nuove frontiere culinarie. 

Gli ingredienti base di qualsiasi marinata

Sale. Il sale è il fondamento di ogni marinata. Assicura che la marinata venga assorbita dalla carne. Questo processo è chiamato osmosi: il sale estrae i succhi della carne, che poi vengono assorbiti nuovamente nella carne insieme agli aromi della marinata. In combinazione con erbe e spezie, anche il sale esalta il sapore.
Il sale agisce scomponendo le strutture proteiche della carne, creando piccole lacune che possono essere riempite dall’umidità della marinata rendendo la carne più succosa. 

Acidi (vino, limone, aceto). Gli acidi sono un componente essenziale della marinatura, in quanto aiutano a penetrare negli alimenti e ad ammorbidire le fibre muscolari. Tra gli acidi più comunemente utilizzati troviamo il vino, il limone e l’aceto. Il vino, sia rosso che bianco, conferisce un sapore ricco e profondo ai piatti, oltre a possedere proprietà antiossidanti grazie ai polifenoli contenuti.
Il limone, invece, dona una nota fresca e agrumata, mentre l’aceto, nelle sue diverse varianti (di vino, di mele, balsamico), apporta acidità e pungente sapidità.
La scelta dell’acido dipenderà dal tipo di piatto che si desidera preparare e dalle proprie preferenze personali.

Olio. Gli oli svolgono un ruolo fondamentale nella marinatura, in quanto aiutano a distribuire uniformemente gli aromi delle spezie e delle erbe aromatiche, oltre a proteggere gli alimenti durante la cottura.
L’olio extravergine di oliva è sicuramente il più utilizzato, grazie al suo gusto delicato e alle proprietà nutritive, come la presenza di acidi grassi monoinsaturi e antiossidanti. Tuttavia, anche altri oli, come quello di semi (girasole, mais, arachidi), possono essere impiegati per preparare marinate diverse e adatte a vari tipi di piatti. La maggior parte delle erbe e delle spezie rivelano i loro sapori aromatici solo se combinate con l'olio. 

Salsa di soia. La salsa di soia è un ottimo sostituto o aggiunta al sale quando cerchi una marinata eccezionale. La salsa di soia contiene acido glutammico che rinforza il sapore della carne.

Zucchero o Miele. Possono contribuire a bilanciare l’acidità della marinatura e favorire la caramellizzazione degli alimenti durante la cottura. 

Erbe e spezie. Maggiore è la concentrazione di sale nella marinata, più erbe e spezie saranno necessarie affinché la carne ne assorba il sapore. Tra le più utilizzate troviamo il rosmarino, il timo, la salvia, il prezzemolo, il coriandolo, la paprika, il cumino, la curcuma e lo zenzero. L’importante è sperimentare con diversi abbinamenti e dosaggi per trovare la combinazione perfetta che rispecchi i propri gusti.

Nella prossima puntata: Come marinare il MANZO e quali sono i tagli più adatti alle BRACI!

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