Prima tappa Mercoledì 15 Giugno 2023nel centro storico di Ascoli Piceno. Protagonisti saranno lo Chef Daniele Citeroni Maurizi e la sua cucina di Marche con un menù unico e inedito per una tavolata di soli 10 ospiti nella sala più inaspettata del PalazzoGuiderocchi.
Da oltre vent’anni Daniele Citeroni Maurizi di Osteria Ophis racconta con la sua cucina tutto il territorio marchigiano a ospiti, turisti e foodlovers d’Italia. Per la prima volta in assoluto però, con una serie di eventi itineranti, tutto si inverte: sarà la cucina dello chef a viaggiare per la regione. L’evento itinerante si chiama “Cortometraggi: storia di un cuciniere senza schemi e senza confini”, il pop up estivo di Osteria Ophis.
Prima tappa, Palazzo Guiderocchi nel centro di Ascoli Piceno, uno degli edifici storici più suggestivi e antichi della città, Mercoledì 15 Giugno 2023 alle 20.30. Una serata dedicata a solo 10 ospiti che vedrà protagonista un menù unico e irripetibile.
“Abbiamo costruito questa serie di serate pensando all’esperienza del cinema, solo che in questo caso non si conoscerà lo spettacolo fino a poco prima della cena. Non vogliamo svelare l’esatta posizione del tavolo dei nostri ospiti, solo dire che sarà una serata davvero irripetibile”.
E proprio perchè sarà una sorpresa, Citeroni Maurizi costruirà per l’occasione un menù di 6 portate completamente inedite: non mancherà la forte matrice territoriale dello chef, che per la prima volta però introdurrà nei suoi piatti la materia prima ittica con “Viaggio al Mare, da Ascoli al mare e ritorno”. Un’incursione inaspettata, che renderà questa cena ancor più irreplicabile.
Quello del 15 Giugno saràsolo il primo di una serie di eventi dedicati alla stagione estiva e ideati interamente da Chef Citeroni Maurizi. La cucina di Osteria Ophis viaggerà tra palazzi, monumenti e i luoghi più insoliti della regione con l’intento di raccontare attraverso i prodotti, i sapori, le ricette tradizionali, tutte le Marche… a tutte le Marche.
Prezzo 80 euro
Per prenotare chiamare o scrivere al +39 328 307 1254
Palazzo Guiderocchi Via Cesare Battisti, 3, 63100 Ascoli Piceno AP
Con vista sul Mausoleo di Augusto, Il Ristorante – Niko Romito del Bulgari Hotel Roma porterà in tavola un menu di iconica cucina italiana contemporanea, creato in esclusiva dallo chef per i Bulgari Hotels & Resorts, animato dalla filosofia di ricerca che unisce e permea tutti i suoi progetti.
Dalla sua posizione panoramica, Il Bulgari Hotel Roma ospiterà cinque offerte gastronomiche diverse, tutte a cura dello chef di fama mondiale Niko Romito, tre stelle Michelin per il suo ristorante Reale – Casadonna in Abruzzo, generatore di progetti da mangiare uniti dalla stessa filosofia di ricerca e studio della materia, nonchè alla ferma guida di un progetto di esperienze culinarie per i Bulgari Hotels & Resorts dal 2017.
Per la panoramica e possente bellezza capitolina, preceduta da un’atmosfera accogliente e raffinata al contempo tra pareti in legno di mogano e opere d’arte Bulgari, il Ristorante – Niko Romito ha sviluppato un menu sul concetto di cucina italiana contemporanea. Le ricette più iconiche della tradizione italiana sono state reinventate per enfatizzarne la natura essenziale, purezza e leggerezza, per poi essere affidate alle mani sapienti e al talento di Emilio Di Cristo, già sous Chef del Bulgari Resort Dubai. Nell’attesa di scendere nel dettaglio della sua cucina riportiamo una dichiarazione a caldo dello Chef.
Ci siamo, apre il nuovo Bulgari Hotel Roma in Piazza Augusto Imperatore. Un progetto grandioso, di cui sono emozionato e orgoglioso di far parte. Questo è il settimo Il Ristorante – Niko Romito nel mondo: insieme a Bulgari stiamo percorrendo un cammino appassionante per definire una nuova cucina italiana, radicata nella tradizione ma estremamente contemporanea.
Da ogni città, ho imparato molto, in uno scambio continuo, un’evoluzione costante. Sono impaziente di vedere quale sarà la risposta di Roma, a cui sono particolarmente legato. È una grande emozione anche vedere il team che cresce insieme a me, che crede nel progetto e condivide questa visione di cucina.
Niko Romito
LO CHEF NIKO ROMITO
La rivoluzionaria idea di cucina alla base de Il Ristorante – Niko Romito di Dubai, Pechino, Shanghai, Milano e Parigi porta la firma dello Chef Niko Romito, che ha prestato il suo talento e la sua arte all’universo di Bulgari Hotels & Resorts. Originario dell’Abruzzo, regione nel cuore della nostra Penisola, ha saputo coniugare la fedeltà alle sue radici con la volontà di reinterpretare i sapori italiani, riscrivendo la tradizione in una sintesi di semplicità e audacia. Già prima di collaborare con Bulgari Hotels & Resorts, il suo ristorante Reale ha ottenuto 3 stelle Michelin per i suoi piatti straordinari. Lo Chef Niko, noto per la sua meticolosità unita alla perfetta padronanza della cultura gastronomica italiana, ha sviluppato questo concept ambizioso appositamente per Bulgari Hotels & Resorts, così da dare vita a un nuovo “codice” della cucina italiana che punta sugli ingredienti e sulle caratteristiche essenziali alla base della cultura, dell’eleganza e della vivacità del Made in Italy. Lo Chef ha ideato personalmente i menù e formato uno ad uno tutti gli Chef alla guida delle location Il Ristorante – Niko Romito presenti nel mondo. Ancora oggi supervisiona le cucine dei vari ristoranti, garantendone l’impeccabilità e facendo dono dei suoi consigli e della sua preziosa consulenza.
I dieci giorni romani saranno l’occasione per promuovere e valorizzare la cultura eno-gastronomica italiana. Al Parco di Tor di Quinto, Vinòforum e La Molisana firmano un calendario esclusivo di cene con grandi insegne stellate di Roma e d’ Italia.
Si parte stasera, venerdì 9 giugno, con lo chef Nikita Sergee di Arcade* – Porto San Giorgio, seguiranno ogni sera e fino al 18 giugno Fabio Verrelli D’Amico di Materiaprima* – Pontina, Fabio Ciervo delle Terrazze dell’Eden* – Roma, Francesco Apreda di Idylio* – Roma, Lorenzo Cuomo di Re Mauri* – Roma, Valerio Dallamano di Wisteria* – Venezia, Davide Puleio di Pulejo Ristorante* – Roma, Giuseppe Postorino de L’Alchimia* – Milano, Sandro Serva de La Trota* – Rivodutri e Pietro Penna di Casamatta* – Manduria.
“Con entusiasmo partecipiamo all’evento romano consapevoli che si tratta di un appuntamento importante. Sarà per noi la decima edizione che celebreremo con una novità assoluta: oltre 100 metri quadrati di zona Night Dinner e dieci chef stellati che ogni sera si alterneranno ai fornelli per deliziare e soddisfare i palati dei nostri ospiti, stakeolder, giornalisti, appassionati del buon cibo”.
Rossella Ferro, direttore marketing de La Molisana
30 i posti a tavola pronti ad accogliere chi non perde l’occasione per vivere nuove esperienze di gusto. Ogni cena sarà composta da tre portate ognuna delle quali sarà accompagnata dalla mixology di Massimo D’Addezio (Chorus Cafè) e Pallini e dalle bollicine italiane Prosecco Doc (dal 14 al 18 giugno).
Il Consorzio Tutela del Prosecco Doc, proprio in questa edizione, lancerà a Vinòforum un progetto nuovo dedicato ai sommelier stellati italiani: Road to Rome 2023. In 10 giorni infatti l’Italian Genio Hospitality accoglierà 10 sommelier provenienti da altrettanti ristoranti stellati italiani che verranno invitati a trascorrere una serata all’insegna del business e delle pubbliche relazioni, come ambasciatori del vero Gusto Italiano.
“Abbiamo deciso di aderire al progetto di The Night Dinner perché riteniamo sia una buona occasione per testimoniare quello che molti sommelier e maître hanno avuto modo di affermare, ovvero che oggi l’alta ristorazione italiana con una clientela internazionale non può prescindere dall’avere una buona selezione di Prosecchi in Carta. Oggi il Prosecco è la bollicina italiana più nota e apprezzata al mondo, un dato confermato anche dai dati sui consumi e sul livello qualitativo riscontrati anche da numerose guide.”
Stefano Zanette, presidente del Consorzio Tutela Prosecco DOC
Lorenzo CuomoValerio DallamanoNikita SergeevI fratelli ServaPietro Penna
L’acquisto di un biglietto The Night Dinner comprende anche l’ingresso alla manifestazione (con carnet di 10 degustazioni di vino). Per prenotare le Cene con Grandi Chef Clicca QUI
Domenica 18 giugno Borgo La Chiaracia Vi accoglie con un “Pic Nic” extra-ordinario e le specialità regionali abilmente preparate con materie prime umbre dal bravo Daniele Auricchio. Per l’occasione lo Chef campano rileggerà icone dello street food italiano prendendo spunto dalle origini regionali dei ragazzi della sua brigata.
Nello spicchio di Umbria che svetta sul Lago di Bolsena Borgo La Chiaracia Resort & Spa (Ve ne abbiamo parlato qui) il 18 giugno celebra l’International Pic Nic Day con la quarta edizione del suo «Pic Nic del Borgo», il goloso appuntamento enogastronomico che inaugura ufficialmente la stagione en plein air dello smart resort di Eugenio Vinciguerra e Anna Ramazzotti in equilibrio fra tradizione e modernità, wellness e business, lusso ed ecosostenibilità, eccellenza regionale e sperimentazione enogastronomica.
Tra querce secolari, vigne, noccioli e ciliegi l’Executive Chef Daniele Auricchio con il cuore ancorato alla sua straordinaria città d’origine, Napoli; con una passione incondizionata per la terra d’adozione umbra e con uno spirito d’avanscoperta sulle tradizioni e sulle tendenze gastronomiche dal mondo, ha messo a punto un bouquet di ricette che rileggono in chiave street food alcuni dettami della sua cucina, ovvero stagionalità delle materie prime, l’ attenzione alle produzioni locali e precisione nelle cotture.
Sono nate proprio così – intrecciando origini campane, animo umbro e piglio internazionale – le quattro proposte di street food d’autore perfezionate da chef Auricchio per l’edizione 2023 del «Pic Nic del Borgo», realizzato ancora una volta sotto la supervisione puntuale e decisiva del general manager della struttura Matteo Calcabrini.
Immancabile la Pizza napoletana, preparata nella versione a Portafoglio e Fritta, eccezionalmente farcita con un must della cucina locale come la Coratella d’agnello e Salame mangalitza e ricotta di pecora. Poi i Bao (leggerissimi panini cinesi a vapore) con un delizioso Pulled Pork di maiale locale. Fiori di zucca ripieni, panini alla Cicoria selvatica con strapazzata di uova biologiche raccolte negli allevamenti della zona e Arrosticini. Chiudono in dolcezza i dessert in cui la nuova pastry chef Rosalia Fantucchio rende omaggio alla sua Sicilia: l’inconfondibile Brioche col Tuppo addolcita e resa unica da un gelato realizzato con le sole nocciole prodotte nella stessa Tenuta La Chiaracia.
Lo stile è quello di ricercato food festiva, con diverse postazioni allestite nel grande giardino del Borgo. Ad accompagnare le portate – divise tra 20 preparazioni salate e 3 dolci – le etichette di cinque cantine dell’Orvietano e le specialità di un piccolo birrificio artigianale dell’Alfina selezionate dal palato esperto del MaîtreSommelierMauro Clementi, professionista che guida con passione e partecipazione sia l’esperienza gourmet di Radici che quella più tradizionale de La Pagoda, e che durante l’evento del 18 giugno coordinerà il lavoro dell’impeccabile team di sala di Borgo La Chiaracia.
INFORMAZIONI
Borgo La Chiaracia Resort & Spa: Località Castel Giorgio (TR)
Data dell’evento: 18 Giugno 2023
Orario dell’evento: dalle ore 12.30 alle 17.00
Costo: € 55,00 a persona, con acqua, caffè e calice di vino incluso
Quattro le cene d’Autore volute da Salvatore Aprea per festeggiare i primi 30 anni “da Tonino”. Due quelle ancora riservabili. Tutte tracciano un percorso legato alla memoria, ricerca e confronto, attraverso pietanze iconiche e creative realizzate in sintonia con Chef Ambasciatori di territori lontani tra loro, ma uniti dallo stesso amore per la grande cucina.
Dal Molo Beverello, la vista del Vesuvio si staglia maestosa sullo sfondo del golfo di Napoli come un’immobile scenografia. Si mollano gli ormeggi. Si parte. Nello staccarsi dalla terraferma si assapora il fascino, seppur breve, di un viaggio per mare. Nel fendere le onde, la prospettiva continuamente muta in un susseguirsi di angolazioni di bellezze offerte agli uomini dalle terre di Nettuno.
L’approdo alla Regina di Roccia è sempre una festa, per gli occhi, per il cuore. Il Porto che accoglie, le barche ondivaghe, le case a colori, i riflessi delle acque, quel brulicare di persone e valigie, pescatori e viaggiatori, locandieri e caffè. Dalla Marina Grande si sale al centro di Capri con la funicolare. Due fermate e un nuovo panorama. Baciata dal sole, punteggiata di bouganville in fiore, questo è l’ingresso della Capri esclusiva tra i suoi edifici storici e boutique di alta moda, vicoli e la sua celebre “piazzetta” Umberto I, con l’orologio che segna un tempo rimasto fermo.
E c’è ancora un’altra Capri. Una Capri nascosta nel verde mescolato all’aria di agrumi e gelsomino, nutrita dal vento salato. E’ quella che si raggiunge salendo per via Fuorlovado, fino al Piano delle Noci. Qui negli anni ‘90 Antonino Aprea, decide di aprire un ristorante singolare per posizione e vocazione.
Siamo “da Tonino” a Dentacala, una locanda di collina defilata dal centro, che racconta l’unicità di una storia isolana che felicemente brinda ai suoi primi 30 anni.
Quattro le cene d’Autore volute dallo Chef Salvatore Aprea, da Aprile a Settembre. Due quelle ancora riservabili. Tutte tracciano un percorso legato ai territori, alle memorie e al confronto, dal quale sempre scaturisce la crescita, attraverso pietanze iconiche e creative, realizzate in sintonia con grandi chef.
La kermesse culinaria inserita all’interno di “That’s amore” – manifestazione caprese sotto la direzione artistica di Valerio Pagano in partnership con Stash & The Kolors – è dedicata all’incontro di realtà territoriali diverse ma che dall’isola azzurra guardano un nuovo modo di vivere e assaporare il futuro, mai troppo lontano dalle propria distintiva identità.
I due Chef fin qui convocati sono stati Pasquale Tozzi del Grand Hotel Fasano – (Gardone Riviera) e Chris Oberhammer, del ristorante stellato dalle Dolomiti Tilia*, entrambi ambasciatori di una cucina decisa e raffinata, fiore all’occhiello delle strutture legate al Gruppo Les Collectionneurs.
I prossimi ospiti in cartellone saranno domenica 11 giugno lo chef Valentino Marcattilii del ristorante San Domenico di Imola**, al quale lo chef Aprea è legato per i tanti anni di collaborazione lavorativa – per poi attendere settembre (venerdì 22), con un evento in collaborazione con “Riso Buono” e la presenza dello chef di alto rango Oliver Glowig e dello chef Roberto Di Pinto del Sine Ristorante Milano.
Da Tonino a Dentacala
Il ristorante è passato “Da Tonino” alle mani dei figli. Gennaro ne custodisce i tesori conservati gelosamente nella cantina di famiglia, tra le più profonde dell’isola e che raccoglie circa 2200 etichette da tutto il mondo; mentre Salvatore, ne cura la cucina rispettando le ricette storiche dell’isola e quelle della tradizione campana riletta dalla creatività, con grande ricerca di prodotti e osservanza delle stagioni. In sala sua moglie Margherita Massa è maestra d’accoglienza d’antan rende speciali le piccole cose tra cura del dettaglio e abbraccio d’insieme.
Prima di parlare del “cambiamento”, facciamo qualche passo indietro fino all’ “origine” a tu per tu con lo chef patron Salvatore Aprea.
Partiamo dalle radici: “chi è Tonino” e qual è la sua storia?
Eh, chi è Tonino, (sorride). Tonino è papà! Lui è stato il fondatore del ristorante, chef di vecchia scuola, della gavetta vera. Negli anni ’90 comincia questa “avventura” in zona piazzetta delle noci, qui riesce a realizzare il suo sogno aprendo il ristorante, costruito in legno per “mimetizzarsi” nell’ambiente circostante, sicuramente una scelta inusuale per Capri che vive di mare ma Capri e sempre stata prima di tutto un’isola di terra.
Un ristorante tra verde e roccia a Capri, quali sono state le ragioni di questa scelta così inusuale?
La decisione lucida e mirata quella di allontanarsi dal centro, dettata dalla volontà di voler creare un’oasi di piacevolezza al di fuori delle solite rotte isolane, puntando sulle atmosfere meno note, sulle materie prime, sull’attenzione al dettaglio, sull’autenticità.
Cosa offriva il menu di allora?
Il menù di allora offriva inizialmente una proposta tradizionale, per poi muoversi negli anni a seguire a scelte più coraggiose e ricercate. Per fare qualche esempio: Gnocchetti in guazzetto di lupini e limone; Millefoglie di alici, patate e peperoni con rucola; Cioccolato, chantilly e ananas caramellata; Caramelle ripiene di gamberi e radicchio con bianchetti e pomodorini e Quaglia ripiena di salsiccia, uvetta e pinoli e salsa al mirto.
Qual è la linea di Tonino oggi e quali dettami segue?
La linea di oggi si è modificata da allora, ma conserva le stesse radici di territorio e ricerca e sapori riattualizzati come per i Tortelli cacio, pepe, cozze e lime; la Quaglia 2.0; il Maialino nero, patata dolce, friarielli e BBq; il Coniglio ripieno di melanzane e provola fritto su salsa al curry; lo Sferamisù e la Capresina con cuore caldo, salsa e gelato di vaniglia, già faceva mio padre e che io ho solo un pò modificato. Chiaramente utilizzo tecniche diverse che all’epoca non c’erano, ma l’obiettivo è sempre quello di cercare di far sentire il cliente a proprio agio, incuriosirlo, lasciargli un buon ricordo per tornare.
Oggi dove “fa la spesa” Salvatore Aprea?
Cerchiamo di appoggiarci a fornitori locali, abbiamo un piccolo orto che non riesce a soddisfare la richiesta ma comunque le materie prime della terra vengono da produttori campani. Per le carni ci affidiamo alla macelleria di fiducia e lo stesso vale per il pescato, cerchiamo di procurarci la migliore materia prima con tutte le difficoltà che un’isola piccola come Capri comporta.
Come e perché sta cambiando la ristorazione caprese?
La ristorazione caprese negli ultimi anni sta mutando, grazie al lavoro di tanti giovani chef che cercano di differenziare l’offerta costruendo nuove esperienze, staccandosi da una ristorazione che spesso, putroppo, massifica e svilisce la nostra grande tradizione campana illudendo il turista.
La tua personale evoluzione in cucina quando è cominciata?
Non so quando sia cominciata la mia personale evoluzione in cucina, probabilmente ancora deve iniziare (ride). Io ho sempre lavorato, mi sono rimboccato le maniche e non mi sono mai fermato ormai da tanti anni.
A quale punto ti senti di questo tuo personale percorso professionale?
Sinceramente non saprei dirti a che punto sono del mio personale percorso, sicuramente in questo momento metto al centro di tutto la soddisfazione del cliente, al di là delle mode o tendenze, in nostro obbiettivo è quello di far sentire il cliente a suo agio, proporgli sempre qualcosa di nuovo, ma riconoscibile d legato alle stagioni
Origine e Mutamento – nel mezzo in un calendario di cene celebrative volute per festeggiare “i tuoi primi 30 anni” a Dentacala, raccontami sensazioni e immagini e riflessioni tratte delle due cene create fin qui con lo Chef Pasquale Tozzi; e quelle con lo chef Chris Oberhammer.
Al momento si sono concluse le prime due cene di questa serie di eventi per festeggiare i 30 anni della struttura. La prima con lo chef Pasquale Tozzi del Grand hotel Fasano di Gardone riviera, un grande professionista e diventato da subito un grande amico anche se ci siamo conosciuti solo a fine ottobre dello scorso anno per un evento lì in albergo da lui dove ho conosciuto anche lo chef Chris Oberhammer ed è subito stata sintonia. Perchè quando si respira la “stessa aria” si creano quasi sempre delle bellissime vibrazioni.
Cosa ha significato per Te far dialogare territori così distanti geograficamente e gastronomicamente?
E stato emozionante averli con me in cucina e confrontarsi, scoprire altri territori, preparazioni e ancor più bello vedere gli ospiti del ristorante felici ed incuriositi da questo. Le immagini che porterò con sempre con me di queste prime due cene sono sicuramente i sorrisi al plurale: quelli degli chef, quelli dei miei ragazzi, quelli degli ospiti.
La decisione controcorrente di allontanarsi dal centro è stata dettata dalla volontà di voler creare un’oasi di pace al di fuori delle solite rotte isolane per puntare da subito sulla qualità delle materie prime, sull’attenzione nei dettagli e nel servizio per rendere unica ogni esperienza del cliente.
Da Tonino
via Dentecala 12, Capri, 80073, Italia
Per prenotare o ricevere maggiori informazioni cliccare QUI
Uno (Paolo Gori) è l’Oste alla quarta generazione di Trattoria da Burde, ritrovo di prelibatezze toscane senza tempo, riconosciuto come patrimonio della città di Firenze dall’Unesco; l’altro (Alessandro Soderi) è il guru di Macelleria Soderi, Bottega storica fiorentina che da oltre 200 anni porta sul banco carni e selvaggina di grande pregio senza compromessi né di provenienza né di qualità. Entrambi hanno un ricordo particolare in materia di Acciugata, ricetta di antichissima tradizione toscana, facile quanto gustosa nonché di semplice riproducibilità domestica, incluso qualche suggerimento di abbinamento oltre all’ “abituale Bistecca alla griglia”.
L’ Acciugata è il condimento tradizionale della bistecca, è l’unica salsa da griglia che abbiamo in Toscana, un concentrato di acciughe, capperi, burro, e olio che veniva usata proprio per dar sapore alla bistecca e per intensificare ancora di più il suo comparto aromatico.
Paolo Gori – Trattoria da BURDE
Un classico della “nonna Irene” con una storia molto più antica alle spalle (ne abbiamo parlato qui) riproposta da Paolo Gori, per chi non avesse tempo, voglia e abilità, disponibile già pronta anche in barattolo, o meglio “in vaso“. Dopo averla riscaldata dolcemente si può aggiungere alla bistecca, ma è ottima anche per condire la pasta, crostoni con la burrata o per dare una nota distintiva alla mozzarella; unitamente per salsare verdure; memorabile con i peperoni arrostiti.
Dalla scrigno dei ricordi anche Alessandro Soderi, erede di una tradizione centenaria, porta in tavola il suo personale ricordo aprendo nuovi fronti di abbinamenti fritti.
L’acciugata mi ricorda quando ero molto piccolino e mio nonno faceva la bistecca di vitella panata e fritta intera, alta quasi un dito e mezzo. Per accompagnarla si faceva l’acciugata, quindi capperi e accighe sciolte nel burro, piano piano e si usava per aggiungere sapore più incisivo alla vitella che tra croccantezza della frittura, mordidezza delle carni e retrogusto di pesce era “da undici”.
E’ un ricordo molto legato alla convivialità, che mi riporta alle enormi tavolate della domenica di trenta persone a casa dei nonni, nel Galluzzo, subito fuori Firenze. Il “mi babbo” mi diceva che era un’usanza di famiglia e che a sua volta già suo nonno la preparava.
Alessandro Soderi – Macelleria Soderi, Mercato Centrale Firenze
Paolo GoriAlessandro Soderi
Ingredienti per l’Acciugata di Paolo Burde
Tre acciughe sotto sale 1 cucchiaio di capperi sotto aceto 50 gr burro 100 ml olio evo
Preparazione
Prendete le acciughe e passatele sotto l’acqua corrente. Una volta tolto il sale in eccesso, fatele sciogliere nell’olio in un padellino sul fuoco. Fate attenzione, l’ olio non deve essere troppo caldo: le acciughe si scioglieranno appena sentiranno il calore. A questo punto prendete metà del cucchiaio di capperi e sminuzzateli con un coltello, e aggiungete sia quelli spezzettati sia quelli interi al pentolino con le acciughe. Lasciate insaporire a fuoco basso per 2/3 minuti. Poi, a fuoco spento, unite il burro e mantecate.
Servitela calda sulla bistecca, questo aiuterà ad ammorbidire la carne e a salarla con un tocco di umami altamente caratteristico. Una volta raffreddata sarà possibile mantenerla in frigorifero poichè si conserva per lungo tempo.
L’occasione per ritrovare questo antico “piacere della carne” è stata la seconda intensa edizione di Tavola Latina, Festival delle Cucine Sudamericane andato in scena a Firenze dal 22 al 24 maggio 2023. In modalità “evento cultural-gastronomico diffuso” tra cene, talk e masterclass, degustazioni e aperitivi, ha portato in tavola appetitosi stimoli per fare focus sia sulle carni argentine sia su quelle toscane; curiosità, aneddoti, ricette e bellissime storie annesse e connesse.
Inaspettata, intensa, ghiotta, seducente, rivelatrice di un amore proibito, affascinante, conturbante. Forte e sapida nella sua essenza di mare, l’acciugata toscana, è una salsa originaria del Valdarno, l’ampio catino naturale delimitato dai monti del Chianti.
Compagna inusitata della carne, la storia di questa salsa è erede di una lunga tradizione a sua volta connessa a quella del Garum romano e all’utilizzo delle acciughe, che così spesso appaiono nella cucina italiana.
La sapida ri-scoperta è avvenuta durante il “notturno desinare” della seconda giornata di Tavola Latina in quel di “Trattoria dall’Oste” – Chianineria di Firenze, tra le 50 migliori steakhouse al mondo – che, nella sua atmosfera calda e appassionata ha ospitato una cena tra carni fiorentine, vini argentini e viceversa, con i fratelli Andrea e Paolo Gori (Trattoria Da Burde, storico avamposto dell’autentico gusto toscano appena fuori Firenze) come guests della serata.
Così, in accompagnamento alla sontuosa Chianina toscana che gareggiava con L’ Angus argentina, arriva LEI, l’ACCIUGATA (che pronunciata in dialetto toscano rende ancora meglio). Una salsa scura, dalle note vivide e penetranti, un umami rivelatore di un amore segreto e di grandi piaceri della carne, che abbracciano perfino il mare.
Se l’obiettivo (assolutamente centrato) della manifestazione è stato quello di creare un parallelismo e un confronto tra culture geograficamente lontane ma tenute insieme da una lunga e succulenta tradizione carnivora; l’occasione è stata al contempo stimolante per approfondire verticalmente antiche usanze in materia di metodi, cotture e condimenti.
Il fatto di trovare un piatto che utilizza una salsa di pesce come condimento della bistecca, è quindi sicuramente singolare, nonchè uno stimolo per rivedere tradizione popolari e archeologie gastronomiche facendo (a grandissime linee) un viaggio nel tempo attraverso una piccola grande storia poco raccontata.
Paolo GoriBistecca e Aggiugata
“L’uso dell’acciuga è infatto molto diffuso nella Cucina italiana, molto più che nel resto del mondo – mi racconta Paolo Gori – proprio perchè abbiamo questa presenza latino-romana che rimane nel tessuto di cucina popolare che mantiene le tradizioni nella storia. Decaduto l’Impero, non sapendo più come fare il Garum, si è comunque continuato ad utilizzare l’acciuga come insaporitore. Anche la colutura di alici ne è testimonianza.
Ma questo fatto di mischiare pesce con carne è assai strano. Perchè durante durante tutto il Medioevo viene imposta la separazione tra i giorni di magro e giorn di grasso. Non a caso tutti i Passi cattolici latini hanno grandi problemi a mischiare le cose. Bisognerà arrivare agli anni ’80 con Pierangelini e il suo Gambero avvolto nel lardo per riavere questa unione.
L’ acciugata è l’unica salsa da griglia che abbiamo in Toscana – contiua Paolo Gori che dal 1° Gennaio 2009 è il responsabile in cucina di Burde, in qualità di quarta generazione di oste. Un concentrato di capperi, burro, acciughe e olio che veniva usata proprio per dar sapore alla bistecca e per intensificare ancora di più il suo comparto aromatico.
Il ricordo è quella di mia nonna e dei giorni di festa. L’acciugata a casa si usava per noi, quando la domenica si faceva la bistecca o per qualche cliente speciale, perchè di norma non era riservata a tutti, era più con i clienti familiari. Perchè Burde è un locale aperto solo a pranzo e per la maggior parte degli avventori questa è una cucina di casa.
Una “casa” nella quale entremo molto presto per conoscere e raccontare fino in fondo le specialità tramandate con devozione di una singolare storia toscana.
Costa Crociere e La Scolca presentano una nuova partnership all’insegna dell’eccellenza italiana. A partire da giugno 2023, gli ospiti che arriveranno ogni venerdì a Genova a bordo di Costa Toscana, nave ammiraglia della Compagnia, potranno vivere un’esperienza presso la Tenuta La Scolca, a Gavi (Alessandria).
“Sono particolarmente orgogliosa di questa collaborazione tra due brand che, ciascuno nel proprio genere, rappresentano un’eccellenza di hospitality e di lifestyle autenticamente italiano, riconosciuto a livello internazionale. Uno stile di vita ed un modello di accoglienza che abbiamo voluto rendere sempre più attento alla sostenibilità, anche con l’acquisizione di importanti certificazioni di qualità. Sono lieta di poter accogliere gli ospiti di Costa Toscana, che provengono da tutti i paesi del mondo, spesso dagli stessi, ormai quasi 60, nei quali i nostri vini sono conosciuti ed apprezzati, e poter far conoscere la nostra storia, i nostri vini e le nostre radici. Sono certa che questa scoperta del nostro territorio contribuirà a lasciare un ricordo profondo ed indimenticabile in tutti coloro che sceglieranno di far visita a La Scolca”.
Cav. Chiara Soldati, owner&ceo di La Scolca
Il programma dei tour, a numero limitato, prevede la visita guidata negli splendidi vigneti di Cortese dell’azienda. Un’esperienza che regala colori, armonia, profumi, tradizioni e sapori: i famosi vini Gavi DOCG sono stati inventati proprio qui, oltre cento anni fa.
La Scolca, con la sua Torre Antica, è immersa in questo rigoglioso contesto. Nella terrazza lounge con vista panoramica sui vigneti, gli ospiti potranno degustare tre vini Gavi simbolo de La Scolca, e assaporare alcuni prodotti tipici del territorio. Inoltre, durante il tour sarà possibile acquistare i vini La Scolca a prezzo speciale, includendo anche la possibilità di spedire le bottiglie direttamente a casa.
“La collaborazione con La Scolca ha una grande importanza per noi. Oltre a essere l’unione di due storiche aziende italiane che condividono la stessa visione, questa partnership rappresenta l’esempio migliore del turismo di valore e della scoperta delle eccellenze del territorio che vogliamo promuovere con le nostre navi in Italia e in tutti i paesi del mondo che visitiamo. Le nostre crociere abbracciano in maniera unica terra e mare, permettendo di vivere esperienze indimenticabili e di conoscere le destinazioni in modo autentico ed emozionante, come potranno fare i nostri ospiti durante i tour a La Scolca”.
Giuseppe Carino, Vice President Guest Experience & Onboard Revenues di Costa Crociere
Entrata in servizio il 5 marzo 2022, Costa Toscana è una vera e propria “smart city” itinerante, alimentata a gas naturale liquefatto, la tecnologia attualmente più avanzata nel settore marittimo per abbattere le emissioni, che Costa è stata la prima al mondo a introdurre nell’industria delle crociere.
Sino al 24 novembre, Costa Toscana proporrà un itinerario di una settimana che comprende alcune delle più belle località di Italia, Francia e Spagna, con soste a Genova, Marsiglia, Barcellona, Cagliari, Napoli e Civitavecchia/Roma.
A partire da giugno, durante lo scalo a Genova di Costa Toscana, gli ospiti della nave potranno vivere un’esperienza unica tra i vigneti della storica tenuta LA SCOLCA, famosa per i suoi Gavi DOCG dal 1919 ed in particolare per il famoso “Gavi dei Gavi” Etichetta nera
L’offerta di bordo si integra perfettamente in questo contesto straordinario: dalla Solemio Spa, alle aree dedicate al divertimento; dai bar tematici, in collaborazione con grandi brand italiani e internazionali, ai 21 tra ristoranti e aree dedicate alla “food experience”, tra cui il ristorante Archipelago, che propone i menù ideati da tre grandi chef: Bruno Barbieri, Hélène Darroze e Ángel León, per esplorare le destinazioni anche attraverso il cibo.
Gli interni sono il frutto di un progetto creativo straordinario, curato da Adam D. Tihany, nato per esaltare e far vivere in un’unica location i colori e le atmosfere di questa meravigliosa regione italiana. Arredamento, illuminazione, tessuti e accessori sono tutti “Made in Italy”, creati da 15 partner altamente rappresentativi delle eccellenze italiane per rendere indimenticabile l’esperienza.
Su via della Collegiata a Bracciano, un’insegna attira l’attenzione annunciata da un rigoglioso dehor, perfetto per godere della bella stagione con vista sulla storica Piazza del Castello. La porta di apre. In sala le ragazze accolgono con grazia gli ospiti. Poi c’è Claudia, con il suo sorriso dolce e la fiera giacca bianca, lo sguardo sicuro e rassicurante al contempo, come la sua “Cucina ai Monti”.
Si chiama Cucina ai Monti, ma siamo in un Borgo di Lago. E allora perchè questo nome? Perché il Ristorante “Cucina ai Monti” abita al civico 4 di via della Collegiata, e a Bracciano in via della Collegiata inizia il quartiere Monti.
Per varcare la soglia del raccolto cosmo di Claudia Maria Catana e del socio Aldo, si percorre via Umberto I salendo poi per la bella rampa che porta al Castello Orsini-Odescalchi. Ad ogni passo la prospettiva si allarga fino a toccare le possenti mura di cinta in pietra lavica di una delle più affascinanti e imponenti dimore rinascimentali d’Europa.
Sulla via, un’insegna attira l’attenzione annunciata da un rigoglioso dehor, perfetto per godere della bella stagione con vista sulla storica Piazza del Castello. La porta di apre. In sala le ragazze accolgono con grazia gli ospiti. Poi in cucina c’è Claudia, con il suo sorriso dolce e la fiera giacca bianca, lo sguardo sicuro e rassicurante al contempo.
Originaria di Sibiu in Transilvania, da quasi vent’anni si destreggia tra fornelli e ricette italiane. La sua carriera è iniziata proprio a Roma a tu per tu con la ristorazione stellata, prima uno stage al fianco di Giuseppe Sestito al Ristorante Mirabelle sulla terrazza dell’Hotel Splendide Royal; poi una tappa a Enoteca La Torre a Villa Laetitia con Danilo Ciavattini, e ancora da Aroma con Giuseppe Di Iorio sulla terrazza di Palazzo Manfredi con vista Colosseo.
Olivello SpinosoCous Cous Fest 2021La Transilvania incontra il cous cous”
Dagli importanti percorsi formativi, dai punti di osservazione sul modo di intendere e di intavolare la cucina, Claudia ha appreso insegnamenti che fatto germogliare in sé, come la conoscenza profonda delle materie prime, la disciplina e la creatività a servizio del sapore.
Ingredienti che, uniti alla sua grande energia, tenacia e voglia di fare l’hanno portata ad aprire “Cucina ai Monti” a Bracciano nel 2020 e a vincere subito dopo – settembre 2021 – la 24esima edizione del Biacous cous world championship – ovvero il Campionato del mondo di cous cous che ha visto confrontarsi a San Vito Lo Capo chef di 8 Paesi (Afghanistan, Argentina, Italia, Marocco, Mauritius, Romania, Senegal e Spagna).
La sua ricetta di cous cous “La Transilvania incontra il cous cous” – carrè di agnello, rabarbaro, bacche di olivello spinoso, cipolla bianca, tuorli d’uovo, panna acida e alloro – con i suoi rimandi di sapore senza bandiera, le vette acide e i dolci atterraggi, è davvero degno degna di nota, oltre a ben descrivere il concetto della sua cucina, che parla di tradizione in modo insolito.
Qui infatti questa musa ispiratrice chiamata “tradizione” non è unicamente ninfa del passato, ma soprattutto sprone di ricerca. La scoperta (o riscoperta) di una materia prima, di un ingrediente meno noto offre quindi la possibilità di ripensare quell’elemento in un piatto diverso: decontestualizzandolo o ripensandolo per valorizzarlo in chiave diversa, come per l’olivello spinoso nel Cous Cous.
Nel segno di questo approfondimento, Claudia e Aldo portano avanti un continuo dialogo con agricoltori, allevatori, pescatori, apicoltori, casari e norcini sia sul territorio laziale che nazionale, per valorizzare sempre di più la conoscenza e la creazione delle loro ricette. “Molti dei nostri piatti nascono anche grazie alle conversazioni con questi conoscitori delle tradizioni” aggiunge Claudia.
Cosa Mangiare da “Cucina ai Monti”
Al Ristorante “Cucina ai Monti” la pasta fatta in casa è una vera e propria religione. Quindi texture un pò ruvida sia per Cappellacci ripieni di carne tagliata al coltello conditi con Parmigiano Raggiano 36 mesi, sia per le Pappardelle al ragù di un tempo con Manzo, Vitello, Maiale, Cinghiale, erbe aromatiche e burro nocciolato al rosmarino, che portano a tavola una ricetta storica della Nonna di Aldo che è “impossibile eliminare dal menu”, e che ad oggi rappresenta la nuova via di recupero e valorizzazione del passato che Claudia ha deciso di percorrere.
Dopo le “immancabili” Amatriciana e Carbonara, etrambe realizzate con i rigatoni del pastificio Fanelli di Canepina (VT) si rimane sui “piaceri della carne” con Abbacchio della Tuscia al forno con patate al rosmarino; Cosce d’anatra confit su purea di sedano rapa e coulis di frutti rossi; Fassona piemontese in versione Tartare o Tagliata.
Il pesce, rigorosamente di pescato, arriva ogni giorno dal Mercato Ittico di Civitavecchia. Da questi nascono i piatti più tradizionali fino a quelli rivisitati golosi e raffinati per abbracciare i palati più disparati come la Zuppetta di battuta di gamberi, crostini di pane tostato e olio al basilico e la Tartare di spigola agli agrumi. Poi Spaghetti con vongole, carciofi e mentuccia selvatica e Medaglioni di pasta fresca ripieni di capesante e gamberi fino al tentacolo ti tentaservito con Hummus di cecim paprika afumicata e granella di gunciale.
I dolci, scrupolosamente realizzati dalla Chef Claudia, concludono il pasto in delizia. Interessante anche la carta dei vini con cantine mai scontate, selezionate direttamente da Claudia e Aldo che in vari periodi dell’anno girano l’Italia da Nord a Sud alla ricerca di aziende vinicole affini ai loro sapori e contenuti.
A proposito di Vini, Claudia Maria Catana, sarà a breve protagonista presso l ‘Ambasciata di Romania in Italia, di una cena in abbinamento ai Wines of Romania per un evento che celebrerà l’arrivo dell’estate. Oltre alla singolare occasione Vi aspetta tutti i giorni a pranzo e cena a Bracciano con la sua cucina che mette d’accordo tutti.
Nemi si prepara a festeggiare la 90esima edizione del Suo evento più atteso: la Sagra delle Fragole e Mostra dei Fiori annessa. Si svolgerà il 4 Giugno e sarà l’occasione perfetta per permettere al mondo di appassionati e curiosi di affacciarsi sul suo lago e conoscere magnifico territorio castellano.
La Sagra delle Fragole (e delle fragoline di Bosco) è l’atteso evento che si tiene ogni anno nella bella Nemi, affascinante borgo dei Castelli Romani a sud di Roma con posizione panoramica sul suo lago.
Ogni primo fine settimana di giugno, la cittadina si riempie di fiori, fragole e turisti che possono assaggiare gratuitamente i frutti coltivati lungo le rive del lago di Nemi e quelle spontanee dei Boschi.
Tra rievocazioni storiche e balli folcloristici, cuore dell’evento, la sfilata delle “Fragolare”, le ragazze del borgo, che per l’occasione indossano l’antico costume della tradizione (gonna rossa, bustino nero, camicetta bianca e mandrucella di pizzo in testa) e conducono il corteo attraverso un’esplosione di colori.
Le fragoline di Nemi
Secondo la leggenda, queste fragoline di bosco nacquero dalle lacrime versate da Venere per la morte di Adone. E sembra che queste fragole avessero dei poteri straodinari, come quello di allontanare i serpenti presenti nei boschi.
Quelle di Nemi sono fragole piccole, dal colore vivace, dal sapore intenso e distintivo. Raccolte tra maggio e ottobre, vengono utilizzate per diversi tipi di prodotti locali tipici come dolci, tortine, confetture, il gelato, il liquore fragolino e persino per la birra.
La 90° edizione è indubbiamente un evento di cui andare fieri, che conferma l’importanza di Nemi nel panorama nazionale e internazionale. Addirittura il New York Times, infatti, ha pubblicato un articolo molto interessante riguardo alla nostra cittadina. Inoltre da anni una delle più importanti emittenti radiofoniche italiane Dimensione Suono Soft e partner dell’evento. Siamo tutti orgogliosi di quello che facciamo e questa 90° edizione, con la sua miriade di appuntamenti imperdibili e ospiti d’eccezione, come il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ne è la conferma.
Il sindaco di Nemi, Alberto Bertucci
Anche quest’anno non mancheranno le sorprese. Il tutto, infatti, comincerà con la Santa Messa di Ringraziamento alla chiesa della Madonna del Pozzo, animata dal coro “Incanto” di Amatrice ed Accumoli. Seguirà poi una visita guidata al meraviglioso Museo delle Navi Romane, che ancora oggi attira turisti e appassionati di storia. Dopo questo tuffo nell’antichità, sarà il momento della musica, del buon cibo e, alle ore 18:00 come ogni anno verranno distribuite gratuitamente a tutti i presenti quintali di gustose fragole.
Come di consueto, l’amministrazione del Sindaco Alberto Bertucci garantisce un intrattenimento continuo e ospiti d’eccezione, come il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e Daniela e Luca Sardella.
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