Sara De Bellis

Categoria: MY STORY BOX

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Settima Edizione della Guida Street Food di Gambero Rosso che presenta molte novità interessanti: nuovi format, locali “etnici” di ottimo livello e grandi cuochi sempre più coinvolti nel settore street food.

600 indirizzi, 20 nuovi campioni regionali e due premi speciali: Street Food da Chef, per l’ interpretazione d’alta cucina di un piatto tipico dello street food, e Street Food on the road, dedicato alla migliore proposta di cibo di strada itinerante.

Tra le pagine anche i nomi di noti brand che hanno aperto attività dedicate al cibo di strada: necessità e virtù di reazioni proattive alle limitazioni imposte dalle misure sanitarie che hanno trovato nuovi confini tra delivery, grandi spazi aperti e parchi cittadini.

Semplice da acquistare, veloce da mangiare, da asporto per antonomasia e quanto mai di attualità in questo momento storico, lo street food è un fenomeno che non accenna a scemare, nonostante tutte le vicissitudini di questi ultimi mesi.

“Qualità dell’offerta e tradizione: anche quest’anno presentiamo il meglio del panorama del cibo di strada italiano” dichiara Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso “Una tendenza enogastronomica in continua evoluzione che coinvolge sempre più spesso anche le cucine più rinomate con continue contaminazioni, ma senza dimenticare la nostra cultura e la nostra storia.”

    LA GUIDAI CAMPIONI REGIONALI
Valle d’Aosta Alpanino | AOSTAPiemonte Mollica | TORINO Liguria O Boteco do Bonde Amarelo | GENOVA Lombardia Alvolo Cibi da Strada | PAVIA Veneto Amburgheria | MESTRE [VE] Trentino-Alto Adige Gusto Giusto | TRENTO Friuli-Venezia Giulia Al Ciketo | TRIESTE Emilia-Romagna ViaSaffi 32 |SANTARCANGELO DI ROMAGNA [RN] Toscana Firenzen Noodle Bar | FIRENZE Marche Il Chiosco |SAN BENEDETTO DEL TRONTO [AP] Umbria Prosciutteria del Corso | SPOLETO [PG] Lazio Il Maritozzo Rosso | ROMA Abruzzo Venditti Porchetta | LUCO DEI MARSI [AQ]Molise Eattico | TERMOLI [CB] Campania Sciuè Il Panino Vesuviano | POMIGLIANO D’ARCO [NA]
Puglia Cime di Rapa Urban Street Food | LECCE Basilicata Pier39 | POTENZACalabria BOB Alchimia a Spicchi| MONTEPAONE [CZ] Sicilia Umbriaco Tavola Calda e Bottega | ENNA Sardegna Cibum | ORISTANO PREMI SPECIALI STREET FOOD ON THE ROAD Mollica’s | TOSCANA STREET FOOD DA CHEF MATIAS PERDOMO – EMPANADAS DEL FLACO| Milano

Una guida che celebra uno dei patrimoni della nostra tradizione enogastronomica.” continua l’Amministratore Delegato Luigi Salerno “Un settore che si sta evolvendo anche grazie alla continua e costante attenzione ai prodotti di qualità made in Italy.”

Menzione Speciale per Theresianer e Zerocinquanta, sponsor della Guida, che rappresentano un universo di qualità che nasce dalla competenza dei migliori mastri birrai e dall’utilizzo di eccellenti materie prime che si fanno ambasciatrici di questo importante e dinamico capitolo della storia gastronomica italiana. 

La versatilità della birra come accompagnamento allo street food ha favorito questa collaborazione tanto naturale quanto rilevante: il percorso gustativo della gamma Theresianer e delle proposte Zerocinquanta si manifesta infatti in diverse espressioni birrarie capaci di affiancare qualsiasi tipo di preparazione, esaltandone di volta in volta caratteristiche e peculiarità.

Photo Credits Carlo Maria Viola | www.imaginificio.it

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L’appuntamento itinerante in 5 tappe – di cui ne rimangono 4 a partire da oggi – per conoscere e degustare vini d’eccellenza nella cornice dei “Borghi più belli d’Italia” tra luglio e settembre 2021, per un’estate di turismo ed enogastronomia.

Insieme a Valica e “I Borghi più belli d’Italia”, più di 400 etichette da 100 cantine diverse per gustare tutto il sapore dei territori, un percorso formativo sul vino e sugli abbinamenti con il cibi e Prenotazioni sul sito www.borgodivino.it o direttamente in loco.

Turismo ed enogastronomia, sono il binomio perfetto per far ripartire l’Italia. Con i riflettori puntati sulla bellezza e sul (buon) gusto prende il via “Borgo DiVino in tour”, iniziativa dedicata al mondo del vino e del turismo enogastronomico, promossa dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e organizzata da Valica, la prima tourist marketing company in Italia, in collaborazione con il Consorzio Ecce Italia.

Un evento estivo itinerante, da luglio a settembre, in 5 tappe che si preannunciano come altrettante esperienze sensoriali in alcune delle cornici più suggestive del nostro Paese, certificate tra “I Borghi più belli d’Italia”. Sapori e profumi del vino nei vicoli, nelle piazze, rocche e meravigliosi scorci di terra e di mare, da esplorare a passo lento e calice alla mano.

Saranno più di 100 le cantine italiane presenti nelle cinque tappe di “Borgo DiVino in tour”, con circa 400 etichette di qualità proposte in degustazione e raccontate direttamente dai produttori o da sommelier professionisti. In ogni tappa ci sarà una forte rappresentanza di vini locali e regionali. In degustazione i vini classici – rossi, bianchi, bollicine – e produzioni di nicchia, tradizionali o ancestrali, tornate oggi alla ribalta, come ad esempio gli “orange wines” e i rifermentati.

Anche i Castelli Romani con la relativa produzione vitivinicola autoctona e sempre di maggior pregio, si sono mossi per divulgare, nei borghi baciati dalla bella e viva manifestazione, la conoscenza dei nettari del territorio, ottenendo un grande successo nella prima tappa inaugurale di Borgo DiVino 2021, che ha preso forma dal 2 al 4 luglio a Cisternino (BR), in uno dei “paesi bianchi” più amati di Puglia, nel cuore della Valle d’Itria.

Dal oggi 9 luglio fino all’11 sarà la volta di Cefalù (PA), uno dei più celebri affacci sul mare della Sicilia e… d’Italia!

Terza e quarta tappa sul versante Adriaco ospiti di due piccole perle tra Marche e Romagna:  il Borgo antico di Grottammare (AP), in programma dal 23 al 25 luglio, e Brisighella (RA), dal 6 all’8 agosto.

La tappa finale del tour, dal 10 al 12 settembre, a Nemi (RM): il borgo, pur se non rientra fra quelli appartenenti all’Associazione dei Borghi più belli d’Italia, non poteva mancare in quanto è la location “storica” che ha ospitato le prime 6 edizioni di Borgo DiVino.

In ciascuna delle cinque tappe sarà allestito un percorso formativo sul vino, attraverso l’esposizione di una ventina di pannelli, seguendo tre diverse guide:

  • alla degustazione del vino: quale bicchiere scegliere? A quale temperatura deve essere servito e consumato il vino? Quali i colori del vino?
  • all’abbinamento cibo-vino: qual è il miglior vino da abbinare al cibo che si sta consumando?
  • ai territori del vino in Italia, per poter viaggiare e trovare le produzioni tipiche delle zone scelte come meta delle prossime vacanze.

“Per Valica si tratta di una integrazione profonda con la propria attività di editore e concessionario di siti online, leader nel mondo del turismo e dell’enogastronomia. Dal web al territorio, dal digitale al fisico, per proporre esperienze di gusto che coinvolgano i nostri utenti. Non li accompagniamo più solo nella scelta della meta, attraverso i nostri consigli online, ma li vogliamo incontrare a tu per tu, in un luogo, coinvolgendoli in un evento pensato per loro, utenti web, curiosi, golosi, attenti all’esperienza turistica ed enogastronomica, capaci di suggerire e socializzare a loro volta l’esperienza vissuta” spiega Luca Cotichini di Valica.

Anche per l’estate 2021 – dichiara Fiorello Primi, Presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” – i borghi si candidano ad essere le mete preferite di un turismo domestico che sceglie di trascorrere le vacanze in sicurezza alla scoperta dell’Italia più autentica e genuina. I Borghi più belli d’Italia si preparano quindi ad accogliere i visitatori con l’offerta che da sempre li contraddistingue: un mix di Bellezza, arte, storia, natura, tradizioni ed eccellenze enogastronomiche che raccontano l’unicità dei nostri territori e ci riconducono alle nostre origini”.

Per partecipare alle singole tappe è consigliata la prenotazione sul sito www.borgodivino.it. In alternativa, è possibile presentarsi alle casse dei singoli eventi, sperando che ci sia ancora posto…!

Un borgo da vivere, tanti vini da scoprire

Perfetta tutto l’anno, imperdibile d’estate. Cefalù incanta da sempre per il suo fascino glamour, le spiagge assolate e un centro storico particolarmente fotogenico. E sono solo alcune delle ragioni che hanno fatto dell’antico borgo di pescatori un piccolo tesoro tra i Borghi più Belli d’Italia.

L’appuntamento con Borgo diVino illumina della luce giusta le serate estive di questo borgo-gioiello a due passi da Palermo, da scoprire al chiaro di luna degustando i migliori vini del territorio oltre a una selezione di etichette nazionali. Sicilia DOC e Terre Siciliane IGT sono solo alcune delle denominazioni a garanzia di qualità di Cefalù e dintorni, prodotti da grandi cantine e piccoli artigiani del vino nella zona delle Madonie.

Cefalù è il secondo degli appuntamenti con Borgo di Vino di questa edizione 2021.

Come funzionano i TRE GIORNI NELL’UNIVERSO DEL VINO

Borgo diVino è un appuntamento aperto a tutti, non solo agli intenditori di vino. I centri storici di alcuni dei Borghi più Belli d’Italia diventano punto di incontro per appassionati, amanti del vino, curiosi e turisti di passaggio: tutti possono partecipare, assaggiare e conoscere i migliori vini dei territori e una selezione di eccellenze italiane.

Per le degustazioni va acquistato il ticket che dà diritto a un kit di degustazione con bicchiere, sacchetta e 10 assaggi da consumare nei vari stand.

Nel corso dell’evento ampio spazio è dedicato alle degustazioni, per le quali si può acquistare l’apposito voucher che dà diritto a dieci assaggi con incluso il kit degustazione. 

In viaggio, con la scusa del vino

Partecipare a Borgo diVino è anche occasione di scoperta di tutto quello che c’è intorno. A Cefalù non potrai che immergerti nelle atmosfere arabo-normanne della Sicilia tirrenica, che fanno di questa cittadina un patrimonio dell’Umanità UNESCO.

La Cattedrale della Trasfigurazione è il suo simbolo più riconoscibile, una grande chiesa con due campanili gemelli che domina lo skyline cittadino. Un po’ come la Rocca di Cefalù, monumento naturale che regala panorami mozzafiato sul mare e l’entroterra. E poi le spiagge, dove godersi una meritata giornata di tintarella.

Un viaggio tra i sapori di Cefalù non può che includere la pungente dolcezza di una granita al limone, rinfrescante bontà della cucina cefaludese. La pasta con le sarde e la provola delle Madonie sono solo alcune delle bontà che scoprirai in loco, bagnate dall’immancabile Nero d’Avola, il vino che rappresenta al meglio tutto il territorio circostante.

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La cucina di Antonio Gentile è garbata, piacevole, mai aggressiva, mai eccessiva. Si muove con grazia verso la consacrazione delle ricette rilette della cultura culinaria mediterranea, verso la riconoscibilità dell’ingrediente nel piatto, la sua esaltazione, la sua essenzialità: voci sempre più decise di una tradizione Gentile che sta ben scrivendo le sue pagine.

Antonio Gentile è uno di quegli chef che bisognerebbe moltiplicare. Sorridente, educato, con la luce buona negli occhi, sempre disponibile al confronto, all’analisi intelligente, costruttiva, scevra da ombrosità e futili orgogli. La sua cucina gli somiglia, dentro e fuori. Un tutt’uno con le sue emozioni e la ricerca della propria voce.

Verso la definizione del proprio stile, la sua è una cucina in evoluzione, delicata, diretta, che lavora sulla sottrazione degli ingredienti e sulla concentrazione di un “sapore Gentile” che esprima nei suoi piatti la grande passione per sua la tradizione, l’alleggerimento portato dalla tecnica, la conoscenza delle materie prime, la voglia di bella stagione e colore nel piatto.

Ho la fortuna di conoscerlo da anni, e di aver potuto seguire le tappe della sua affermazione. Oggi è lo chef del 47 Circus Roof Garden, all’ ultimo piano del Boutique Hotel FortySeven, una raccolta terrazza con cucina su Roma e prospettiva sul Foro Boario, il Tempio di Vesta, l’ Arco di Giano e la Basilica di Santa Maria in Cosmedin, che custodisce la Bocca della Verità. 

Cuore campano, alle spalle le cucine di Heinz Beck e Francesco Apreda, sguardo fiducioso al futuro, Antonio ha creato una squadra coesa; c’è rispetto e apprezzamento reciproco, un’armonia, un humus creativo che si riflette nei piatti sui quali lavora con l’intera brigata e il sous chef Daniele Bonanni.

Complice la luce di Roma, che non ha una tavolozza di colori uguale per tutti – ma ne ha tante quanti sono gli sguardi degli abitanti, dei turisti di un giorno e l’umore di chi si trova a osservarla da qui – sulla tavola, che diventa palco, non palcoscenico, arrivano pane e focaccia.

Due impasti, uno a lievito di birra, uno a pasta acida fatti “a’mmestiere”. Non serve altro. Poi la giostra delle Amuse Bouche. Tra tutte la “pralina” di ragù napoletano: la forza di un sugo di tradizione nel piacere tattile di un raffinato bon bon.

La “Tagliatella di Calamaro e estratto di insalata di pomodori”, è infatti un inno alla freschezza, all’estate, all’orto iodato, marino. Tonalità, chiare, eteree, in netto contrasto con il sapore determinato, che porta son sé il gusto e il ricordo dei pranzi al mare, dell’insalata di pomodori: una semplicità valorizzata dalla sottile texture del bianco calamaro con i piccolo crunch della tapioca soffiata. Due ingredienti protagonisti, sapore dritto, pulito, un lungo piacere che termina con l’ irrefrenata voglia di affondarci il pane per trattenere, nella sua spugna, fino all’ultima goccia la sintesi di pomodoro e l’illusione di una vacanza.

La tagliatella è nata proprio così – mi racconta – mangiavo un’insalata di pomodori e mi sono reso conto che tutto il meglio rimaneva nel fondo del piatto. Da lì l’idea, l’intuizione. Ho voluto ricreare quel sapore, concentralo. Qui c’è solo Pomodoro e Calamaro. La mia cucina si sta pulendo sempre di più: due, tre, quattro ingredienti al massimo. E tante note aromatiche.

Il “Crudo di gamberi rossi, melanzana affumicata, burrata, maggiorana e arancia”, è un piatto interessante, da mangiarsi con un ordine preciso per carpirne appieno il senso, il gusto.

La maggiorana qui gioca un ruolo determinante, e, se fosse una partitura musicale, farebbe da pausa e permette di apprezzare il gruppo di note che seguono. Gambero, stracciatella tritata, melanzana affumicata, maggiorana. Una sequenza di note di sapore in un completo armonico.

“Polpo arrosto, pesto di olive e prezzemolo, limone candito e salsa di impepata di cozze”, è un piatto centrato e concetrato. Una vera intuizione, un piatto che destruttura l’impepata di cozze e, nella sua essenzialità anche cromatica, porta in tavola (finalmente) un approccio diverso al tanto amato polpo. Il limone fa girare il piatto, il pepe lo spezia, l’olio al prezzemolo lo caratterizza, la salsa di impepata rimane fedele alla somma dei sapori della più nota versione tradizionale. Un piatto da provare.

“Nei tagliolini alle erbe, lupini, gamberi bianchi, mandorle e tartufo nero” (in foto di copertina) l’utilizzo delle erbe nella pasta dei tagliolini crea una base nuova per l’esaltazione dei protagonisti blasonati di mare e di terra, la vera nota distintiva è dietro le quinte, nella dolcezza complessiva del piatto, una rotondità resa possibile da una percentuale di brodo di pollo in fase di mantecatura. Una giusta e poco frequentata illuminazione.


Mentre i “Tortelli di genovese di manzo, finocchi e provolone del monaco”, neanche d’estate arrestano la loro corsa, c’è anche la “Palamita arrosto, il suo fondo, verdure in agrodolce e sedano rapa”, che è un encomio al crudo nelle sue espressioni vegetali e rivela l’amore dello chef per il pesce azzurro. Viene scottatta pochi secondi per lato, Antonio la serve accompagnata da un misto croccante di verdure, quasi una giardiniera, con le caratteristiche piacevoli punte di acidità. C’è poi il Rombo alla mugnaia e vignarola, ma c’è anche la Spigola al sale con le sue carni morbide e succose, oltre alle scelte di carne, prima tra tutte l’ottima “Tartare di manzo, nocciola, senape, misticanza aromatica e provolone del monaco”.

Chiude il percorso la Pralina di moscow mule che anticipa il dolce e la sua “Variazione di limone”, ma il viaggio continua con i Cocktails di Beatrice Oliviero, talentuosa bartender che vi sorprenderà con le sue miscelazioni di classe e sapore, mix di 47 etichette di gin, tra dry e aromatizzati e erbe aromatiche, in varie fasce orarie. Perfetta quella dell’aperitivo per godere anche di un memorabile tramonto da ammirare attraverso l’”Orange flavour”, suo signature cocktail, con Grand Marnier, Campari, succo d’arancia e di limone spremuti freschi, marmellata di arancia biologica.

Il 47 Circus oggi è il risultato di un lungo percorso iniziato anni fa – spiega Luca Nicolotti, general manager del Boutique Hotel FortySeven. I piatti dello Chef Antonio Gentile sono coprotagonisti di un grande momento di fascinazione, spettacolo e convivialità. Qui al Circus l’esperienza è sinonimo di stupore, gaiezza, giovialità, nel grande viaggio tra il gusto e la storia che offre questa terrazza.

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47 Circus Roof Garden

Via Luigi Petroselli, 47 – 00186 Roma

Tel. 3480162378

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Base strategica per esplorare i dintorni, praticare sport outdoor e concedersi il brivido di un’avventura d’acqua dolce, l’Hotel Del Lago di Piediluco, situato in posizione panoramica con terrazze e vista incantevole sul lago, offre ai suoi ospiti uno sconto del 40% sui biglietti “Marmore Falls”.

Dall’Hotel del Lago lo sguardo domina una vista ineguagliabile: il lago, con la sua forma bizzarra e i suoi bracci allungati, appare incastonato tra verdi rilievi e vallate che compongono un paesaggio meraviglioso. 

A pochi km, le Cascate delle Marmore, le più alte d’Europa offrono tante avventure Outdoor per tutti i livelli di adrenalina tra rafting, kayak e River Walking.

Il Lago di Piediluco, a poca distanza dalle Cascate delle Marmore, è un lago gemma, incastonato tra i Monti Luco e Caperno, ai confini di Umbria e Lazio. I suoi 13 km di sponda sono mossi, estremamente verdi, ricchi di insenature, artistici scorci, rocche, testimonianze storiche e antiche leggende.

La bellezza di questo luogo incantevole, meta da non perdere, ha affascinato poeti e scrittori nel corso dei secoli e continua a deliziare migliaia di turisti ogni anno.

CANOA al MOLO 21

Gli sportivi e gli amanti della natura non potranno di certo farsi mancare le avventure d’acqua dolce. Dal Molo 21 - Restaurant Beach Club, è possibile prenotare un corso o una singola lezione per scoprire ed ammirare tutto il bello di questo luogo, imparando a pagaiare in acque tranquille acquisendo la tecnica giusta e padronanza della canoa grazie ad un team di maestri super referenziati e ristorarsi con un buon drink.

RAFTING

Sotto le Cascate delle Marmore si trova il luogo ideale per il rafting. Se l’idea è quella di trascorrere una elettrizzante giornata all’aria aperta, fuori dall’ordinario, immersi nel verde e lontani dallo stress della vita in città, che voi siate in famiglia, in coppia, oppure con gli amici, la soluzione unica esiste e si chiama Cascata delle Marmore.

Facilissime da raggiungere, a solo un’ora di auto da Roma, la cascata si trova a Terni. Ogni anno, in ogni stagione, è meta di turisti che, da tutta Italia, e non solo, raggiungono la splendida Umbria per ammirare la maestosità del salto più alto d’Europa.

Diverse le alternative se si opterà per questa gita “wild”, che voi decidiate di “evadere” per un singolo giorno o per un intero weekend. Il centro Rafting Marmore si trova in località Papigno a due passi dalla cascata delle Marmore. Proprio dai piedi della cascata iniziano le discese in gommone per il rafting e per l’hydrospeed, due delle attività di punta del centro. In questo 2021 lo sport estremo sfida il Covid e in piena sicurezza e nel rispetto della normativa vigente punterà molto anche sul River Walking.

Per coloro che cercano un’esperienza adrenalinica c’è solo l’imbarazzo della scelta. A cinque minuti dalla Cascata si trova infatti il Centro Rafting Marmore che organizza discese in gommone, in Hydrospeed e Kayak lungo il fiume Nera. La partenza è situata proprio ai piedi della cascata e questo rende il tutto molto più suggestivo.

Il divertimento è assicurato e, soprattutto, nessun partecipante deve avere un’esperienza pregressa. Basterà infatti saper nuotare ed essere in buona condizione fisica per partecipare alla discesa.

Il rafting è sicuramente il più indicato per le comitive di amici e le famiglie, in quanto ogni gommone ospita fino a sei persone. Se invece si vuole vivere a pieno il contatto con la natura in modo individuale, da non perdere la discesa in hydrospeed: sarete solo voi e il fiume e vivrete un’esperienza che farete fatica a dimenticare.

KAYAK

Se poi si vuole provare qualcosa di veramente estremo il Centro Rafting Marmore offre anche lezioni di Kayak con maestri esperti che vi prepareranno per la discesa.

Ovviamente il tutto è svolto nella massima sicurezza e prima della discesa, qualunque essa sia, si tiene una lezione teorica e una pratica per far sì che oltre al divertimento, che è fondamentale, ci sia anche coscienza e consapevolezza, per evitare spiacevoli inconvenienti.

Il Centro Rafting Marmore ha pensato anche ai più piccoli, per i quali è prevista una discesa più “soft”. I bambini potranno fare Soft Rafting e come i “grandi” verranno dotati di tutta l’attrezzatura necessaria (muta, caschetto, giubbotto salvagente) e seguiti da uno dei maestri del centro.

River Walking

Il River Walking è il nuovo modo aperto a tutti per apprezzare il paradiso di giungla tropicale che si trova sotto la cascata più alta d’Europa. La Cascata delle Marmore viene aperta e chiusa da una diga a diversi orari della giornata. Quando la cascata è aperta il Fiume Nera ha una portata di 14 metri cubi al secondo che permette la pratica del Rafting e Hydrospeed. Quando la cascata è chiusa la portata scende 1 m³ al sec., è in questo momento che viene praticato il River Walking: la discesa guidata delle piscine naturali che si formano sul letto del fiume. Un’attività semplice, rilassante e che permette il contatto con un’ambiente unico al mondo come le Marmore.

 CENTRO RAFTING MARMORE

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HOTEL DEL LAGO – PIEDILUCO

Strada del Porto, 71, 05100 Terni TR
Tel. +390744360048
Mobile +393473214352
E-mail info@hoteldellago.com

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Il Lago di Piediluco, a poca distanza dalle Cascate delle Marmore, è un lago gemma, incastonato tra i Monti Luco e Caperno, ai confini di Umbria e Lazio. I suoi 13 km di sponda sono mossi, estremamente verdi, ricchi di insenature, artistici scorci, rocche, testimonianze storiche e antiche leggende.

Ma Piediluco è anche un suggestivo borgo che fieramente issa la bandiera della sua nuova insegna gourmet: il “Molo 21”, ristorante a bordo lago con terrazze e vista sulla lussureggiante vegetazione umbra specchiata.

Ha aperto ufficialmente i battenti una manciata di ore fa, propone una cucina creativa, personale, che si stacca con decisione dalle proposte di matrice tradizionale del luogo, che liberamente gioca con gli abbinamenti tra materie prime d’effetto e antiche ricette rivisitate coadiuvate dalla nitida tecnica e voglia di fare bene dello Chef Matteo Puccio.

Una vera sfida per il territorio e per se stesso, un preciso obiettivo portato avanti per fare la differenza con l’esperienza acquisita nel tempo e il rinnovato entusiasmo di mettersi in gioco.

Il nome “Piediluco” deriva dal termine latino Lucus, ovvero bosco sacro, e significa letteralmente : “ai piedi del bosco sacro”. Abitato dall’uomo fin dall’età del bronzo, rimane avvolto da un’aurea di mistero e sacralità. 

Sulla lunga via che attraversa l’intero borgo (via quattro novembre), si innestano stretti vicoli di pietra, si aprono piazzette dominate da platani secolari, altre bordate da rigogliosi tigli. Di qui è passato anche San Francesco, tanto che la Chiesa sul corso, oggi è Santuario Francescano ed è inserita nell’itinerario della VIA di FRANCESCO.

Non esiste modo migliore di prendere confidenza con il luogo, e con il lago, che attraverso un tour in battello. L’istrionico capitano si chiama Davide Crisostomi e, una volta salpati, sarà lui ad istruirvi sulla zona, arricchendo il racconto con aneddoti, storie e leggende popolari.

Di partenze ce ne sono parecchie, tutte dal Molo Miralago. Il costo del biglietto – rispetto alla piacevolezza dell’esperienza – è davvero irrisorio.

Sarà bello poi, una volta approdati a terra, di rigenerarsi con un aperitivo a bordo lago spostandosi di qualche metro. Il Molo 21 - Beach club (Viale Vincenzo Noceta, 6, 05100 Piediluco TR), ex “Circolo Canottieri Terni” fresco di restyling, è un luogo piacevolissimo che ben interpreta la sua dimensione di “spiaggia verde”, ma è anche estensione dei servizi per gli ospiti dell’Hotel del Lago il quale, a poca distanza ma in posizione dominante e con il Terminillo sullo sfondo, fa capo alla stessa appassionata proprietà e si accinge a cambiare volto a breve (ma questa è una storia che vi racconterò più avanti).

Con il suo compatto manto erboso, il suo piccolo molo proteso verso lo specchio d’acqua, i salotti en plein air, il grande salice piangente, il Molo 21 è aperto tutto il giorno, con sdraio, lettini e canoe. L’offerta per l’aperitivo prevede una lista di cocktail ispirati al Lago, come l’Americano Lake (Campari, Vermut, Spuma di Birra Lager e rabarbaro), Birre Artigianali del Birrificio Piediluppolo, Soft Drinks, Variazioni di Spritz (Aperol, Hugo e Limonello) e un’ampia selezione Pinse Romane da condividere, fritti e taglieri.

Ma la vera sorpresa è il ristorante che si schiude al piano superiore. Due accessi, una sala, due terrazze.

Gli interni con le vetrate aperte verso il mosso paesaggio, l’arredamento minimal chic sui toni del blu e del grigio con i grandi lampadari di cristallo a contrasto, il pavimento a listoni di parquet, è dominato da una antichissima canoa, una suggestiva piroga appesa al soffitto che galleggia nell’aria; mentre i coperti all’esterno si accomodano sulla terrazza che domina il lago, la sua quiete, il suo calmo respiro.

Nessun dettaglio è lasciato al caso dalla proprietaria Susanna Sabatini, così come dallo Chef Matteo Puccio. Un dialogo di fiducia e rispetto che ha permesso di definire le coordinate di un nuovo spazio d’accoglienza curato dalle posate (scelte a forma di pagaia) ai calici di sottile cristallo, per portare in tavola nuove visioni del sapore.

Il ristorante Molo 21, che ha aperto ufficialmente i battenti da una manciata di ore fa, si prepara a far parlare di sé proponendo una cucina creativa, personale, sicura; che si stacca con decisione dalle proposte di matrice tradizionale del luogo, che liberamente gioca con gli abbinamenti tra materie prime d’effetto (come caviale, foie gras, aragosta, gamberi rossi, ventresca di tonno) e antiche ricette rivisitate coadiuvate da nitida tecnica e voglia di fare bene.

Chef Matteo Puccio ha portato qui la sua idea di “Cucina d’ Acqua”. Nato a Spoleto, classe 79, ha iniziato i suoi studi culinari alla scuola del Gambero Rosso, dove ha insegnato anche come Chef docente.

Tante le esperienze per il mondo, poi la gestione di locali, un talent culinario, e la voglia di tornare nella sua Umbria per fare la differenza.

Perchè la cucina dello Chef Matteo Puccio qui non ha riferimenti nè paragoni, e appare come un regalo, una sorpresa. Materie prime importanti, freschezza, innovazione, cura dell’impiattamento, colore, abbinamenti, pesce e frutta e tocchi di terra in libera espressione.

Ne scaturisce un Menu con 4 percorsi degustazione (da 9 e 15 portate) senza l’obbligo di condizionare l’intero tavolo. Due percorsi di Lago e Mare, due Vegetariani, la possibilità di abbinare bollicine e vini ad ogni percorso; un menu à la carte per soddisfare il palato di curiosi gourmand e habitué tra Crudi misti; Tartare di Kobe, Gnocchi di pane al nero di mare (rivisitazione di un antica ricetta umbra); Tofu fermentato, caramello salato, porro, cetriolo e lime, fino al Filetto alla Rossini.

Ne sono chiaro esempio Tonno, fondo bruno e lime, carnoso bon bon che lega le sapidità del mare a quelle della terra con un quel twist di aroma e freschezza tipico del lime; Pesca e Caviale al cucchiaio che chiude la giostra delle Amuse Bouche tra alzatine e piccole ceramiche dedicate; il Carpaccio di Aragosta ai 12 profumi e Fiori di campo, un gioco geometrico di lussi per il palato da assaporare centimetro dopo centimetro; la Trota alla coque con crema di pomodoro fermentato, fragola e polvere di capperi dove la consistenza del filetto di trota rimane impressa per proprietà di tecnica e acidità in equilibrio; così come per la Ventresca di tonno, nocciole del Piemonte, cipolle caramellate e crema di Djion e l’Anguilla, foie gras, cetriolo, lime, maggiorana e caviale: fronti diversi, citazioni esterofile e bel risultato.

Chiude la Granita di mela verde, lavanda e sambuco con gelato alla vaniglia. Non ultimo, il percorso degustazione ha un rapporto qualità prezzo degno delle migliori note: 15 portate a 55€ + percorso di abbinamento vini scelti da hoc 25€, panorami inclusi.

Il lungo percorso di degustazioni è una sorpresa, è stimolante, appagante; è la somma concentrata di esperienze eterogenee e di una connaturata educata ambizione. Chef Puccio rimane in equilibrio tra la voglia di proporre i suo piatti e quella di giocare con l’ospite, infatti lo sprona a non fermarsi all’atto del mangiare, ma a scoprire lui stesso le risultanti di nuove addizioni tra sapori. Una cucina protagonista, ma non prima donna, che merita di certo il viaggio.

Molo 21  – Viale Vincenzo Noceta, 6, 05100 Piediluco TR

Cell / 346 635 8871

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In Libreria arriva la nuova Guida di Gambero Rosso dedicata al Sushi e alle delizie del Sol Levante. Tra i 250 indirizzi di cucina giapponese tradizionale, non mancano locali asiatici, cinesi o fusion, così come i ristoranti italiani con chef innamorati della cultura nipponica, le insegne che ammiccano al gusto italiano mixando i sapori del Mediterraneo con le tecniche del sushi e i ristoranti che si concentrano sulle forme del sushi. Perchè di Sushi ce n’è per tutti i gusti!

Un nome piccolo per indicare una grande cultura, perchè il sushi non è solo una delle pietanze più famose della cucina del Sol Levante, è prima di tutto espressione di una storia antichissima.

Questa immensa cultura gastronomica negli anni si è via via fatta strada nel mondo, passando da quotidiano orientale a fenomeno globale, conquistando palati, ponendo nuove basi per nuove ispirazioni, creando miriadi di contaminazioni creative a partire proprio dal simbolo nazionale: il sushi.

Da essa sono nate la cucina nikkei e nippo- brasiliana e la stessa tradizione giapponese vanta numerosi piatti che sono frutto di intrecci ed evoluzioni di preparazioni cinesi o coreane.

Il rispetto dell’ortodossia nipponica è stato il punto di partenza per elaborare questa nuova mappa del Gambero Rosso dedicata al sushi: la base di giudizio è stata prima di tutto tarata sui grandi cuochi e ristoratori giapponesi che in Italia hanno importato un pezzo importante della loro cultura.

Una nuova pubblicazione per celebrare il meglio della cucina del Sol Levante in Italia.” dichiara Paolo Cuccia, Presidente di Gambero RossoIl Gambero è da sempre attento alle nuove tendenze enogastronomiche. Siamo orgogliosi di questa nuova pubblicazione che esprime l’attenzione che da sempre riserviamo al Giappone, grazie anche alla vicinanza storica tra i nostri Paesi.  Una guida che sicuramente aiuterà i lettori nella scelta dei migliori locali di sushi del panorama italiano.” “La cucina è da sempre contaminazione di gusto e di cultura” continua l’Amministratore Delegato Luigi SalernoLa nostra nuova guida Sushi vuole celebrare l’internazionalità dei sapori. Quei sapori nuovi ed intriganti che, seppur provenienti da lontano, sono riusciti in pochi anni ad affascinare i nostri palati.”

Sono 7 i “Maestri del Sushi”, premio speciale nato in collaborazione con New Kenji, la varietà diRiso per Sushi che l’azienda Mundi Riso ha realizzato in stretta collaborazione con chef Giapponesi. 

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Descrizione generata automaticamenteLA GUIDA
250 locali segnalati con 22 Tre Bacchette.
La Lombardia è al vertice con 7 locali premiati,
seguono il Piemonte e l’Emilia-Romagna con 3;
Lazio, Campania e Puglia con 2; Toscana, Umbria e Abruzzo con 1

PREMI SPECIALI
“I MAESTRI DEL SUSHI” – PREMIO NEW KENJI Haruo Ichikawa | Ichikawa – MILANO Yoshinobu Kurio | Yoshinobu – MILANO Hirazawa Minoru | Poporoya e Shiro Poporoya – MILANO Ikeda Osamu | Osaka – MILANO Wicky Priyan | Wicky’s Innovative Japanese Cuisine – MILANO Kato Shozo | Tomoyoshi Endo – MILANO Masashi Suzuki | Iyo Omakase – MILANO PREMIO “MIGLIOR PROPOSTA DI ABBINAMENTO SUSHI BEVANDE”Iyo Omakase – MILANO


GUIDA SUSHI DI GAMBERO ROSSO – La classifica delle TRE BACCHETTE 

Piemonte

Le Petit Restaurant Japonais | ROSTA [TO]

Kensho | TORINO

Miyabi | TORINO

Lombardia

Finger’s Garden | MILANO

Ichikawa | MILANO

Iyo Experience | MILANO

Iyo Omakase | MILANO

Osaka | MILANO

Wicky’s Innovative Japanese Cuisine | MILANO

Yoshinobu | MILANO

Emilia – Romagna

Seta | BOLOGNA

YuzuYa | BOLOGNA

Vicolo 8 | MODENA

Toscana

Moi | PRATO

Umbria

Il Vizio | PERUGIA

Lazio

Hasekura | ROMA

Kiko Sushi Bar | ROMA

Abruzzo

Oishi Japanese Kitchen | TERAMO

Campania

Japit | BENEVENTO

Tabi | NAPOLI

Puglia

Fugu Restaurant | LECCE

Yuki Cucina Giapponese | NOCI [BA]

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Il concept nasce da una esclusiva collaborazione tra il ristorante di nuova apertura Gola ed il Teatro dell’Opera di Roma a Castel Gandolfo.

Il Ristorante Garden Lounge nato all’interno di Villa Petrolini, ex dimora e residenza artistica del grande attore, inaugura il Teatro all’aperto nel luogo che fu dell’illustre artista, attraverso una collaborazione con il programma Fabbrica del Teatro dell’Opera di Roma il 19 luglio, 3 e 4 Agosto 2021.


L’Arte torna all’Arte, così come il grande Teatro torna a “Casa Petrolini”. Occasioni culturali, passione per la musica, amore per l’enogastronomia, per l’accoglienza e grande intrattenimento voluto per valorizzare gli ampi panoramici spazi della storica Villa recentemente restaurata attraverso un accurato ed importante intervento di riqualificazione del territorio.


In calendario i primi tre eventi di musica lirica, in cui 4 voci accompagnate da un pianoforte interpreteranno un programma di arie d’opera selezionate da Fabbrica, Young artist program del Teatro dell’Opera di Roma.


Villa Petrolini si trova in via Selva Ferentina 2, a Castel Gandolfo; è un luogo ricco di storia e di vita, oggi animato da Gola attraverso un’offerta enogastronomica raffinata e moderna che prende forma attraverso un ristorante alla carta e un lounge garden che propone aperitivi e cocktails con vista, oltre ad un teatro all’aperto a pianta greca perfetto per ospitare eventi culturali e celebrazioni di eventi esclusivi, in un contesto paesaggistico unico.


La cura dei dettagli ed in particolare dei giardini fioriti, degli orti e degli spazi verdi, rende la location unica nel panorama dei Castelli Romani.

Gola restaurant & lounge garden è un’iniziativa promossa dai Fratelli Riccardo e Giampiero Recco imprenditori poliedrici attivi in vari settori dei servizi, Valentina Tizianel, ex pilota aeronautico e dal direttore Fabrizio Crociani, professionista con 30 anni di esperienza nel settore della ristorazione come consulente, docente di scuole professionali superiori ed imprenditore.


All’interno del ristorante Gola si esprime una cucina che propone lavorazioni di grande qualità, materie prime sclete con cura, incursioni etniche raffinate e sperimentazione di menu contemporanei.
“Fabbrica” Young Artist Program, diretto da Eleonora Pacetti, nasce nel 2016 per volontà del Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes per favorire la trasmissione di sapere e la promozione di nuovi talenti nel campo dell’opera lirica.


www.gola.it / Per info e biglietti https://gola.it/prossimi-eventi/
https://www.instagram.com/gola.castelgandolfo/
https://www.facebook.com/www.gola.it
ufficio stampa: Riccardo Recco 348 7681377

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Domenica 27 giugno 2021, alle ore 17:00, nella città del Cavallino Rosso, proprio di fronte al museo Farrari, accenderà i motori un nuovo fiammante food concept store ispirato alla pop art e dedicato a Gilles Villeneuve: si chiama “27 officina della pizza” e il suo pilota è Gianni Di Lella.

Impostazione “pop” per il nuovo locale del team “Di Lella”, pensato accogliere le esigenze enogastronomiche di tutti, turisti, ferraristi e autoctoni del luogo. Il salto in avanti è performante, degno della caparbietà di Gianni, pizzaiolo con le idee chiare, grande cuore e doppia anima, che mescola la veracità napoletana all’imprenditorialità tutta modenese.

Da Pizza e Cucina di stampo tradizionale con derive creative della Pizzeria La Bufala, gestita con l’affiata famiglia, si passa infatti ad una proposta più ampia, contemporanea ed eterogenea rispetto all’esperienza conosciuta.

Dalla Colazione al Drink, Gianni cambia circuito e, questa volta, invece della pizza, mette in pista la Pinsa Romana: veloce, croccante, da farcire e condire con il meglio dei suoi due territori d’appartenenza. Adatta ad ogni tipo di occasione, dal pranzo alla cena che potrà essere accostata alla ai vini della cantina selezionati tra i migliori d’Italia.

Questo posto per me è un concetto che mi piace definire “pop art”, un luogo che accoglie di tutto un pò, un luogo dedicato alle persone: colazioni internazionali, pinse romane, pranzi veloci, cucina italiana e multietnica, che va dalle lasagne ai poke, passando per pancakes, club sandwich e quiche lorraine.

Un luogo perfetto anche per gli amanti del “Gyn Tonic”: 18 bottiglie per gli amanti del genere oltre ad una ricercata gamma di prodotti presenti in bottiglieria che saranno lo start per un viaggio tra drink e distillati con la possibilità di whisky e rum in piccole degustazioni tra musica, tavoli all’aperto e oggettistica Ferrari all’interno.

Si chiama 27 Officina della Pizza, perchè ho sempre desiderato chiamare un mio locale così. Ne sono innamorato. E’ duttile, divertente, a contatto con le persone. Un luogo di confronti, amicizia, dedicato ad una clientela internazionale da coccolare all’italiana, perfetto per una sosta prima o dopo aver visitato il Museo Ferrari.

27 perchè Gilles Villeneuve è stato sempre il mio pilota preferito ed ho voluto dedicare, nella terra dei motori, il mio locale ad un grande pilota della formula 1.

Il numero 27 ha fatto la storia della Ferrari ed è stato il grande Gilles Villeneuve con le sue indimenticabili gesta a renderlo iconico. Il numero 27 risuona nell’eco del rombo di motori che gli appassionati avvertono ancora (Ferraristi e non solo), è sil imbolo di uno dei piloti più amati di sempre, che non ha mai vinto un mondiale di F1, ma ha fatto sognare una generazione con la sua guida temeraria e coraggiosa. Il numero 27 per sempre, è mito, leggenda, è Gilles Villeneuve. Da domani è anche il nome ufficiale della nuovo Food Concept Store di Gianni Di Lella. E noi gli auguriamo di tagliare il traguardo e raggiungere la stessa fama.

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Un evento en plein air e un libro da leggere, ascoltare, osservare. Cibi da capogiro e Fotografie d’autore, Fine Dining e Street Food, 20 volti della Migliore Ristorazione di Roma e Provincia, la Musica, gli amici e il piacere ritrovato di stare insieme. Di seguito una raccolta dei momenti salienti della prima edizione di Rome Calling!

Una grande festa quella che si è svolta lunedì 21 Giugno alla Città dell’Altra Economia di Roma. Un inno alla ripartenza, un bel messaggio di energia espressa attraverso un vivo e partecipato evento. Parole scritte e parole dette, indirizzi da segnare in agenda, fotografie d’autore, riflessioni, progetti e buonissimi piatti in modalità street-food.

E iniziato così. Alle ore 18:00, Lorenzo Sandano ha presentato il suo libro «100 Piatti da assaggiare una volta nella vita» (BuR – Rizzoli Editore), parlando di come l’arte, la cultura, la città e le passioni siano strettamente collegate tra loro. Il nesso, il filo, il comune denominatore è un libro pop – con la prefazione d’eccezione di Gabriele Bonci – che gioca con le liste musicali e cataloghi di luoghi del buono da non perdere.

Lorenzo Sandano li racconta con una penna sonora, passionale, che rende vivi sapori, odori, consistenze, mentre le fotografie di Alberto Blasetti interpretano lo spettacolo del mangiare secondo la sensibilità dell’autore: una guida romantica ed emozionante del cibo da assaggiare almeno una volta nella vita tra ricette di casa, fine dining, stellati e playlist collegata ad ogni piatto. Racconta Sandano:

Non ho mai voluto fare il critico e non mi interessava mettere dei piatti in fila dal più buono al meno buono. Mi interessa raccontare, parlare di emozioni, di sentimenti, di suggestioni, di ricordi: così ho avuto l’idea di accostare delle canzoni ai piatti di cui volevo scrivere, seguendo un percorso che in qualche modo rappresenta anche le mie esperienze, dalle prime memorie di bambino ai giri fatti per il mondo.


Contestualmente è stata inaugurata anche l’esposizione fotografica di Alberto Blasetti e la vendita degli scatti è andata totalmente in beneficenza a ReFoodgees – Roma SalvaCibo.

HANNO PARTECIPATO
Barred + SantoPalato, Trapizzino, La Gatta Mangiona, Trattoria da Cesare al Casaletto, Ristorante L’Arcangelo, Benny Gili e La Baia di Fregene, Vincenzo Mancino con DOL – Di Origine Laziale, Ristorante Hotel Degli Angeli, Bonci, MAZZO – Francesca Barreca & Marco Baccanelli, Marco Martini Restaurant, Menabó Vino e Cucina, 180g Pizzeria Romana, Luciano – Cucina Italiana, Marzapane Roma, La Punta Expendio de Agave, Roscioli Ristorante Salumeria, Sora Maria & Arcangelo, Trecca – Cucina di Mercato, La Trota dal ’63

L’iniziativa fa fatto capo al Collettivo Gastronomico Testaccio che si propone di ospitare Eventi food&beverage, culturali e nuove idee di Mercati metropolitani negli spazi della Città nasce come luogo di promozione di tutta l’altra economia romana, offrendo alle realtà del settore spazi espositivi, luoghi di incontro, formazione, ricerca e sviluppo.

Racconto Fotografico a Cura di @carlo-viola / CarloMariaViola Photo

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Un racconto fotografico inedito. Scatti in posa e scatti rubati. Una raccolta di immagini collettive, un lungo menu di momenti, impasti, cotture, dettagli, voglia di confronti, di abbracci e di sorrisi, anche sotto le mascherine. Dopo tempo, il primo grande evento corale romano. Una città che si è risvegliata all’interno di un’altra città, che riaccende fuochi e motori, con la gioia condivisa e vibrante di ritrovarsi e guardare al futuro con senso di squadra.

La Capitale è diventata così palco e calamita, centro gravitazionale che attira a sé i grandi della Pizza, i maestri lievitisti, gli addetti al settore, gli appassionati del genere, i curiosi e i “pizza lovers”, tutti uniti per prendere parte alla manifestazione ideata da Vinòforum, realizzata con la collaborazione di Ferrarelle, arricchita quest’anno da quella degli autori Luciano Pignataro, Luciana Squadrilli, Renato Bosco, Tania Mauri e MangiaeBevi.it come Media Partner.

Tre intense giornate. La voglia di salutarsi, di ritrovarsi, di confrontarsi dopo tanto tempo a disposizione. Nuove idee su tela lievitata. Inni alla tradizione, sottrazioni e combinazioni barocche. Stagione, ricerca, voglia di studiare, stupire e dire “ci sono”.

Dal 18 al 20 giugno nello spazio eventi “Ragusa Off” di Roma, La Città della Pizza, nonostante le molteplici difficoltà e il caldo pressante, ha dato prova di sè.

“La riuscita dell’evento – sottolinea Emiliano De Venuti, ideatore de La Città della Pizza e CEO di Vinòforum – non era affatto scontata in partenza. Per questo motivo, la soddisfazione per il successo ottenuto è doppia. Il nostro lavoro è stato ancora più attento e certosino del solito. La passione da parte di tutti i soggetti intervenuti è stato senza dubbio un elemento fondamentale”.

Nuovi format, consolidate insegne. 60 tra i migliori del Paese e giunti da ogni angolo della Penisola, spinti dall’enorme voglia di riaccendere i fuochi. Ottima la risposta del pubblico nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria. Fan consolidati e nuovi follower. Sold out per tutte le iniziative: dagli esclusivi incontri di Pizza&Champagne con Ruinart e Polselli, ai tanti laboratori e workshop. Focus sul pane e sull’Evo. La pinsa romana di Di Marco l’altissimo livello di Stand Up Pizza, il contest per pizzaioli emergenti nato grazie alla collaborazione con Luciana Squadrilli.

A proposito, a vincere, e a entrare dunque di diritto con la sua “casa” nella prossima edizione de La Città della Pizza Roma, è stato Raoul Rotundo, della pizzeria Fiori di Zucca di Roma (che gestisce con il fratello Davide) con una pizza “napoletana” con Provola, Guanciale di mangalica, Pecorino erborinato scorzanera di Gregorio Rotolo e Carciofo Violetto di Castellammare (mistery ingredient Presidio Slow Food). 

Menzione speciale, inoltre, per la Valorizzazione del mistery ingredient Presidio Slow Food (miele di ape nera sicula) a Angelo Di Massa (Qvinto) e Ciro Savarese (pizzeria Ciro Savarese).

“Queste tre giornate – conclude De Venuti – hanno lanciato a nostro avviso un messaggio forte e positivo riguardo l’importanza che rivestono eventi del genere. Iniziative che rappresentano innanzitutto momenti imprescindibili di incontro, di confronto e di scambio tra tutti gli attori del comparto. Tutto il nostro team è già proiettato verso la prossima edizione de La Città della Pizza e, ancor prima, in direzione Vinòforum, la manifestazione dedicata ai grandi vini e all’alta cucina in programma a Roma il prossimo settembre”.

La manifestazione è stata il perfetto palco per presentare l’inizio del percorso legislativo proposto da AVPN – Associazione Verace Pizza Napoletana per il riconoscimento giuridico e professionale della figura del pizzaiolo.

Last but not least“, le aziende partner che negli anni hanno contribuito a rendere “La Città della Pizza” un format vincente e che hanno sostenuto l’evento anche in questa occasione.

Stand Up Pizza è stato possibile anche grazie al supporto di partner come APCI, AVPN e API che hanno coinvolto i propri Maestri Chef e Pizzaioli nelle giurie giornaliere e ad aziende come Ethical Food Selection, Gioli, Latteria Sorrentina, Olio Flaminio, Don Antonio che hanno messo a disposizione un paniere di prodotti di alta qualità. I presidi Slow Food sono stati presentati da Ines Innocentini di Slow Food Lazio. Valoriani invece ha supportato i pizzaioli del contest con i suoi forni.

Immagine di copertina @carlo-viola photo

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