Reinventato da celebri Designer, l’Hotel La Palma di Capri, cambia bandiera e diventa una delle prestigiose mete della Oetker Collection, che pianta bandiera sulla Regina di Roccia, inserisce nel suo prestigioso portfolio il suo Primo Masterpiece Hotel Italiano destinato a diventare espressione del legendario lifestyle isolano.
Duecento anni dopo il suo esordio d’accoglienza nel 1822, data che vide la storica villa di Giuseppe Pagano aprire ufficialmente, ospitare e riunire celebri artisti e viaggiatori da tutto il mondo; nell’Aprile 2022, sotto l’esperta guida della catena alberghiera di lusso, vuole tornare a essere il fulcro della vita sociale dell’isola.
E lo fa in grande stile, rimodulando l’Hotel La Palma su un concept da capogiro per dare spazio allo spirito di Capri e dell’iconica Dolce Vita.
Per imprimere poi il giusto sapore e carattere alla cucina del Ristorante, sceglie lo chef vicano Gennaro Esposito (La Torre del Saracino – 2 stelle Michelin), che ritorna sull’isola con un nuovo progetto, una nuova proprietà e la stessa filosofia, quella di una materia prima senza compromessi, piatti di tradizione ripensati con istinto mediterraneo, creativa e cura dei particolari.
Passa in mano della Oetker collection- Masterpiece hotels uno storico pezzo di Capri, un’altra inestimabile porzione d’Italia venduta all’asta. Il primo e più antico albergo della bella Regina di Roccia, (così come la definiva Pablo Neruda), lo storico Hotel La Palma, riaprirà lussuosi battenti in seguito ad una ristrutturazione di alto lignaggio per riportare in vita tutto il suo fascino dimenticato, espressione del legendario lifestyle isolano.
Erano anni che la catena albrghiera di lusso cercava una meta italiana per allargare il proprio portfolio di mete esclusive. Così, il capolavoro architettonico caprese, visti i tempi propizi, ha trovato il modo di entrare a pieno titolo nelle proprietà della prestigiosa “Oetker collection- Masterpiece hotels” che porta avanti una raffinata eredità di Arte dell’ospitalità dal 1870.
Concepito come un rifugio mediterraneo unico, per rilassati viaggiatori attenti ai dettagli di stile, l’Hotel di Capri diventerà ancora una volta l’indirizzo più chic dell’isola.
Hotel La Palma, una storia di ospitalità lunga duecento anni
Il proprietario originale si chiamava Giuseppe Pagano e spesso ospitava viaggiatori nella sua villa situata a pochi passi dalla celebre piazzetta, per il puro piacere di lunghe conversazioni e scambi culturali. I suoi ospiti erano artisti, poeti, scrittori, pittori e musicisti, molti dei quali mostravano la loro gratitudine dipingendo le pareti, scrivendo poesie e canzoni caratterizzando l’atmosfera di quel luogo speciale che nel tempo prese il nome di Hotel degli Artisti.
Ripensato negli “standard fuori standard” dal Gruppo e dalla proprietà Reuben Brothers – diventerà un’esclusiva icona da 50 camere e suites che, a pochi passi dalla celebre Piazzetta; offrirà anche un beach club privato, piscina e SPA, boutique di grandi firme, bar panoramici ed un ristorante la cui cucina è stata affidata alla cura e all’estro mediterraneo dello Chef Gennaro Esposito.
Il grande maestro di cucina italiana, chef due stelle Michelin de La torre del Saracino a Vico Equense, patron di Festa a Vico, premiato dalla Guida Michelin come Chef Mentor 2020 per aver indirizzato generazioni di chef all’alta cucina, torna a Capri in grande stile e la sua filosofia.
Nel mio mestiere dimenticare le proprie origini è un “peccato mortale”, un gesto di superbia che preclude anche la possibilità di scoperte future. Ricordiamocelo, ricordatevene.
La veste del 2022 e la Cucina di Gennaro’s e di Bianca
Grandi Designer e Architetti collaboreranno a rendere questa struttura una grande attrattiva per i tanti che decideranno di trascorrere a Capri le proprie vacanza nel 2022. Agli interni della struttura stanno lavorando due acclamati studi di architetti: Francesco Delogu di Delogu Architects, con sede a Roma, si occuperà della riprogettazione di camere e hall; mentre ristorante, piscina, spa e beach club sono stati affidati allo studio newyorkese Tihany Design – guidato da Adam Tihany e Alessia Genova, uno dei più importanti nel mondo dell’hospitality.
«Insieme ai nostri partner proprietari, Reuben Brothers, trasformeremo e reinventeremo l’Hotel La Palma – sottolinea dai vertici dell’Oetker Collection – Il nostro obiettivo è quello di offrire ancora una volta agli ospiti la stessa calorosa accoglienza italiana quando l’hotel riaprirà le sue porte e dare vita all’ospitalità autentica e senza tempo per la quale Oetker Collection è conosciuta.
Sarà un omaggio a “La Dolce Vita” e all’eredità di questa location iconica, reinventando l’Hotel La Palma per essere ancora una volta l’epicentro della vibrante scena sociale dell’isola. E come per tutti i nostri Masterpiece Hotels, siamo davvero impegnati a creare un senso di ospitalità senza tempo, profondamente radicato nello spirito familiare e nella genuina gentilezza».
In perfetto stile italiano, Hotel La Palma sarà una delizia per i buongustai, con il ristorante, il bar e la terrazza di Gennaro, sotto la direzione dello Chef Gennaro Esposito. Il nome di Esposito nella regione è una garanzia per il palato: gestisce infatti da 23 anni il suo ristorante stellato Torre del Saracino.
Concluso il rapporto di consulenza con il concept culinario di Mammà, Chef Esposito torna sull’Isola riportando le bellezze della cucina mediterranea di alto rango per celebrare lo spirito caprese.
Facendo un semplice ed elegante salto indietro, nella Capri degli anni Cinquanta, Gennaro’s abbraccerà l’intramontabile spirito romantico dell’isola, servendo una cucina italiana nella sua versione più autentica, priva di ostentazioni superflue.
Bianca, nuovo ristorante e bar di tendenza posizionato sul tetto dell’hotel, aperto fino a tardi e con vista mozzafiato sul mare e il villaggio. Un luogo che – sempre sotto l’egida culinaria dello chef Esposito e grazie alla sua capacità di trasportare gli ospiti in altro tempo e luogo – è destinato a diventare il punto di ritrovo più chic dell’isola. Tra le altre novità, l’Hotel La Palma offrirà anche una nuovissima piscina coperta, completa di elegante bar omaggio alla “Capri classica” dell’età dell’oro e di notte beneficerà della vicinanza della leggendaria Taverna Anema e Core.
Gennaro Esposito Chef
Triglia in umido caprino e gnocchi di bietola – La Torre del Saracino
Oetker collection- Masterpiece hotels
Il gruppo Oetker Collection hotel management ha il quartier generale in Germania, nella storica località di Baden Baden. Il gruppo cresce con il modello della collezione di alberghi unici nel loro genere, nella storia e nell’atmosfera.
L’attuale portafoglio comprende infatti Le Bristol Paris, Brenners Park-Hotel & Spa a Baden-Baden, il leggendario Hôtel du Cap-Eden-Roc ad Antibes, Château Saint-Martin & Spa a Vence, The Lanesborough London, L’Apogée Courchevel, Eden Rock-St Barths, Jumby Bay Island ad Antigua, Palácio Tangará a San Paolo e oltre 150 ville e proprietà private in tutto il mondo. Ultimo arrivato è The Woodward nel cuore di Ginevra di proprietà di Bastion Holdings, che sarà riaperto in primavera. Secondo alcune indiscrezioni alla collezione potrebbe aggiungersi nel 2023 anche Roma.
Parte domani 25 febbraio 2021 e termina il 25 marzo. La classifica finale verrà stilata il 29 marzo. Parliamo della seconda edizione del “VeraPizzaContest” presentato da AVPN – Associazione Verace Pizza Napoletana – che, nell’occasione, presenterà anche una linea di prodotti pensati per la pizza homemade, gli atessissimi “Raccommended for Domestic Use”.
Il Contest è aperto a tutti: amatori, principianti, professionisti. In palio ci sono gli ambitissimi corsi per diventare pizzaioli professionisti. Le regole di riferimento sono quelle disciplinare internazionale AVPN. Unico requisito inderogabile è l’utilizzo di un forno elettrico di tipo domestico. I Vincitori emergeranno per elezione popolare a colpi di click attraverso il profilo Facebook AVPN @verapizzanapoletana. Scoprite di più!
Difficile trovare qualcuno che in questi ultimi 12 mesi non si sia cimentato con le gioie dell’arte bianca, sperimentando farine e lievitazioni, osservando lievitare il proprio tesoro, condendo e sfornando pizze da far invidia alla vicina, con gli strumenti di tutti i giorni a disposizione e la voglia di condividere uno scatto per stupire parenti e amici.
E’ per questo che AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), constatata la Pizza-Mania che imperato nel 2020, ha lanciato il “Vera Pizza Contest”: una sfida a preparare la migliore pizza possibile nell’ambito delle mura domestiche.
Un’iniziativa salutata da uno straordinario successo, come testimoniano i numeri della prima edizione: 800 le pizze in gara, provenienti da 38 Paesi e con un seguito social degno di un top influencer.
“E così abbiamo deciso di concedere il bis – spiega con un sorriso Antonio Pace, Presidente AVPN – e siamo pronti a lanciare la seconda edizione con le stesse identiche regole e mettendo ancora una volta in palio i nostri ambitissimi corsi professionali per pizzaioli”.
Le Regole da seguire
Le regole di ingaggio, in realtà, sono assai semplici. Il contest è gratuito e aperto a tutti, amatori e professionisti. Le regole di riferimento sono quelle disciplinare internazionale AVPN e ai partecipanti viene offerta ampia possibilità nella scelta della tipologia di pizza che vorranno proporre: potrà essere una marinara, una margherita o una qualsiasi variante creativa. Unico requisito inderogabile è l’utilizzo di un forno elettrico di tipo domestico.
Fase1
La gara si divide in due fasi. La prima, che va dal 25 febbraio al 25 marzo 2021, prevede l’invio da parte dei concorrenti, via messenger e al profilo Facebook AVPN @verapizzanapoletana, della foto della pizza proposta e del forno di casa utilizzato. Le foto saranno pubblicate nell’album “Vera Pizza Contest” inserito nella pagina Facebook dell’associazione e potranno essere votate da tutti con un semplice like/mi piace.
Fase2
La seconda fase, che andrà dal 26 al 29 marzo, prevede la valutazione, da parte di una giuria composta da 10 maestri pizzaioli, delle 20 pizze più votate. Un panel di caratura assolutamente internazionale con giudici provenienti da Brasile, Australia, Egitto e Italia che terranno conto di elementi come forma, cottura, appetibilità e farcitura. La votazione determinerà i 3 vincitori che potranno usufruire, a seconda della loro posizione sul podio, di tre diversi livelli di corsi per pizzaioli “firmati” AVPN.
Cosa si vince?
Il 1° classificato vincerà un corso professionale base di 9 giorni da svolgere presso l’AVPN School di Napoli o in alternativa un corso on line professionale base di 5 giorni;
Il 2° avrà diritto a un corso professionale avanzato di 3 giorni da svolgere presso l’AVPN School di Napoli o in alternativa un corso on line avanzato di 3 giorni;
Al 3° classificato andrà un corso amatoriale di 4 ore da svolgere presso l’AVPN School di Napoli o, in alternativa, un corso amatoriale on line da 2 ore;
A tutto questo vanno aggiunti i premi speciali messi a disposizione dai partner dell’iniziativa, dagli strumenti “tecnici” fino ai kit di prodotti, vere e proprie eccellenze.
E, a proposito di prodotti, va certamente segnalata la nuova iniziativa messa in campo da AVPN: si tratta di “Recommended for Domestic Use”, una linea di prodotti che l’associazione “firma”, garantendone la qualità proprio sul fronte della pizza fatta in casa.
“La pizza sta diventando sempre più una sorta di fil rouge che unisce popoli e culture – conclude Pace – E’ ovvio che per noi il luogo deputato alla preparazione e al consumo della pizza rimane la pizzeria ma è bello giocare con centinaia di appassionati in tutto il mondo che si cimentano, nello loro cucine, con questo prodotto tanto amato. Ma, proprio per il rispetto che dobbiamo alla pizza, noi di AVPN ci sentiamo in dovere di consigliare non solo le tecniche e le modalità di preparazione ma anche la qualità dei prodotti da utilizzare”.
Il “Vera Pizza Contest” vede la partecipazione di: Molino Casillo, La Fiammante, Ooni, Latteria Sorrentina, Primotaglio, GiMetal, Agorass e Italiana Assicurazioni. https://www.pizzanapoletana.org
La spumantizzazione dei vitigni autoctoni fa tappa al Vesuvio e punta sulle potenzialità inespresse delle uve autoctone prima dimenticate, poi riscoperte in cantina. Nasce così, tra i lapilli, il primo Metodo Classico Dosage Zéro da vitigno autoctono a piede franco Caprettone, sulle pendici del solenne e grande Vulcano campano. Si chiama “PietrafumanteBrut Nature millesimato 2016″; riposa 48 mesi sui lieviti, porta con sé il fascinodel fuoco ancestrale, l’energia della terra lavica che nutre la vigna, ed è firmato Casa Setaro.
Che le mode del momento non siano tutte da stigmatizzare, è una lezione che stiamo apprendendo dalle “Bollicine italiane”. L’Italia infatti, forte di un patrimonio ampelografico unico al mondo, annovera circa 400 vitigni autoctoni distribuiti in tutta la penisola, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, offre un potenziale ancora inesplorato di radici antiche, terre, territori e vitigni con caratteristiche estremamente peculiari.
Così, oltre alle zone e denominazioni vocate come Franciacorta Docg, Trento Doc, Oltrepò Pavese Docg e Alta Langa Docg, l’offerta in cantina si moltiplica velocemente in molte regioni che custodiscono uve autoctone con una buona predisposizione alla spumantizzazione e che affiancano alla loro offerta “classica” i vini con brio forti di una contemporanea sperimentazione e pensiero applicato che vuole mettere in luce le potenzialità di “uve dimenticate” con risultati davvero apprezzabili.
In questa grande biodiversità, il Caprettone, vitigno autoctono del Vesuvio, da sempre molto apprezzato e noto tra i contadini, ma poco conosciuto negli alti ranghi, è sicuramente tra quelli dalle grandi potenzialità non ancora totalmente espresse.
Casa Setaro ce lo fa scoprire ed apprezzare in un calice di Spumante Metodo classico “Dosage Zéro”, ovvero “non dosato”, (ovvero senza alcuna aggiunta di quella misteriosa miscela chiamata “liqueur d’expedition / dosage” prima della tappatura definitiva, che determina la tipologia di spumante e lo classifica in base al residuo zuccherino in Extra brut, Brut, Extra Dry, Dry e Demi sec), facendo emergere il carattere e le qualità del vino-base, con un gusto particolarmente secco e deciso.
Prese le redini dell’azienda di famiglia nel 2004, la scelta istintiva e lungimirante di Massimo Setaro, è stata da subito orientata alla vinificazione in purezza di questo vitigno: il suo Munazei bianco Lacryma Christi del Vesuvio Doc come il Pietrafumante Metodo Classico, nonchè il suo progetto in anfora Aryete Vesuvio Doc, prevedono tutti l’utilizzo di questo monovitigno.
Già il padre di Massimo, “don Vincenzo”, aveva condotto una viticoltura di salvaguardia del Caprettone, che in passato è stato sempre confuso con il Coda di Volpe e usato perlopiù come uva per tagliare la Falanghina. Un taglioadoperato da molti per dar vita al Lacryma Christi del Vesuvio Doc.
Una sfida ad ampio raggio dunque quella di Casa Setaro, che si traduce oggi in un Metodo classico che riposa 48 mesi sui lieviti e nasce da uva a bacca bianca autoctona del Vesuvio, riconosciuta ufficialmente nel registro nazionale delle varietà della vite come vitigno da vino solo nel 2014.
Oggi, Massimo, si fa pioniere della spumantizzazione con Metodo Classico sul Vesuvio: un modo per mostrare, nel tempo e con il tempo, il comportamento del Caprettone, raccontarne le sfaccettature e le potenzialità. Raccoglie le uve nutrite da radici vulcaniche tra pietre fumanti, e le lavora secondo i dettami del metodo champenoise.
“E’ un’ uva difficile da lavorare ma una volta capita, regala grandissima soddisfazione – spiega Massimo Setaro al battesimo del primo Dosaggio Zero mai presentato in terra vesuviana -, offrendo sapidità, profondità e verticalità inaspettate.
Ad ogni sorso, Pietrafumante ci ricorda di essere nato su un vulcano, ma non solo: le vecchie vigne, a piede franco e molte prefillossera, risalgono ai terreni di famiglia, sabbiosi e identitari, nelle contrade di Bosco del Monaco e Tirone della Guardia, aree già testimoni dell’antica memoria vignaiola del piccolo comune di Trecase.
Massimo, che valore ha per te questo ambizioso progetto in bottiglia e quanto ti senti appartenere a questa intensa terra?
La mia azienda poggia saldamente sulla mia filosofia. Uno dei cardini è stata la riscoperta e valorizzazione di questo vitigno. Ho voluto puntare con tutte le mie forze la viticultura storica, partendo da vigne prefillossera ripopolando le viti con lo stesso corredo genetico attraverso talee del nostro vivaio.
Questo vuol dire che tutte le nostre vigne sono a piede franco. Ed io vado sempre più maturando questa idea: anche io mi sento a piede franco. Ho la piena consapevolezza che le mie radici affondino veramente in questa terra vulcanica, nutrite da questo sole e da questo territorio meraviglioso che è il Vesuvio.
Quanto ti ritieni soddisfatto di questo risultato ottenuto e a che punto ti senti del tuo percorso evolutivo in vigna?
Sono soddisfatto al 100% e lontano al 100%. Perchè è un progetto che ho voluto fortemente, che ho portato avanti con ulteriore caparbietà oltre ogni scetticismo. Un progetto che mi ha poi arricchito di esperienze ripagandomi di tutti gli sforzi sostenuti e confermando la mia scelta lungimirante.
L’obiettivo però è di nuovo lontano, perchè è la natura che cambia, così come cambia il clima, le tendenze, i gusti delle persone. Quindi è un continuo studiare, guardarsi indietro e portarsi avanti, perchè ogni punto di arrivo non è mai un arrivo, ma un nuovo punto di partenza.
Questo Dosage Zéro coinvolge l’olfatto con profumi agrumati che ritornano coerentemente al palato per avvolgerlo e invogliarlo a sorseggiare nuovamente. Freschezza verticale e intensi accenti salati, ne fanno un piccolo gioiello vesuviano.
La presentazione di questa ambiziosa bollicina si è tenuta a Terrazza Calabritto, ristorante partenopeo affacciato su piazza Vittoria con sfondo di mare e aria di Napoli. Guidato da Enzo Politelli, ha proposto un percorso di 4 portate pensate per accompagnare questo esclusivo prodotto e mostrarne le potenzialità di abbinamento.
sulla sinistra Massimo Setaro, sulla destra Luciano Pignataro
Ad introdurre e raccontare i concetti fermentati in bottiglia di Casa Setaro nel suo “Pietrafumante” Brut Nature millesimato 2016, il giornalista e critico enogastronomico Luciano Pignataro, che ha ammirato il lavoro svolto negli anni da Massimo Setaro, osservando come abbia raggiunto una maturità enologica nel tempo, con costanza e determinazione.
“Quando parliamo di spumantizzare, la mente volge subito ad altre aree della Penisola – osserva Pignataro in apertura -, e ci sorprendiamo quando un produttore riesce a dimostrare che si può fare un prodotto del genere anche qui, a Sud, sul Vesuvio. Un plauso alla caparbietà di Massimo e alla continua ricerca per migliorarsi”.
Massimo Setaro
Caprettone
L’Edizione zero, come riportato nel suo collarino, è possibile acquistarla in cantina (45€ con cassetta di legno) o attraverso il wine shop Casa Setaro (www.casasetaro.it).
Contenuti Extra
Storia del Metodo Classico o Champenoise
Il Metodo Classico è un sistema di spumantizzazione che si basa sul principio della rifermentazione in bottiglia. Il metodo classico è nato in Francia, nella regione nota come Champagne e famosa per il vino frizzante che porta il suo nome. La tradizione vuole che alla fine del 1600 l’abate Pierre Pérignon del monastero di Hautvillers (più noto come Dom Perignon) abbia scoperto il metodo della rifermentazione del vino in bottiglia durante un pellegrinaggio a Limoux, nella regione del Languedoc-Roussillon. Sul come Dom Perignon abbia sviluppato il metodo di spumantizzazione che resta legato al suo nome le fonti storiche sono piuttosto confuse.
Alcuni dicono che lo Champagne fu scoperto grazie ad un errore durante la preparazione di alcuni vini bianchi nel monastero. L’esplosione di alcune bottiglie fece intuire al monaco la presenza di gas disciolto nel vino. Secondo un’altra versione sembra che Pérignon aggiungesse zucchero prima dell’imbottigliamento dei vini, per farli rifermentare e renderli frizzanti. Pérignon capì comunque il ruolo della seconda fermentazione e lavorò per affinare la tecnica, creando il metodo di spumantizzazione che si diffuse nel mondo come “Metodo Champenoise“.
In seguito a diversi contenziosi legali si arrivò alla fine dello scorso secolo alla tutela del marchio del vino Champagne e del metodo per la sua produzione. Il suo metodo di produzione, se applicato al di fuori della zona di origine non poté più fare riferimento allo Champagne e fu ribattezzato “Metodo Classico“. Gli spumanti metodo classico prodotti in Francia al di fuori dello Champagne vengono chiamati “Crémant“, in riferimento alle note vanigliate impresse dai lieviti al profumo di questi vini.
Un’ impresa che ama definirsi “artigiana” nel senso più nobile del termine e cioè, “artista nel lavoro”. Equità, Sostenibilità ambientale,Passione per la qualità, Correttezza e cura dei rapporti umani, non sono solo parole, sono esattamente i principi sui quali poggia questa realtà e che ogni giorno vengono trasferiti in ciò che producono.
Parliamo di AGUST (dal nome del nonno, il fondatore),azienda leader nella torrefazione della scena lombarda che vede, dal 1956, tre affiatate generazioni impegnate nella crescita, sviluppo ed evoluzione del mondo del caffè. La formazione è uno dei loro capisaldi, per questo è nata Agust Coffee Academy, un luogo per conoscere e approfondire le tecniche e la cultura del caffè. Oggi ci spiegano come realizzare a casa passo passo il caffè perfetto con sua Maestà la Moka.
La storia dice che nel 1956 Augusto e Mariarosa Corsini, sposi intraprendenti e lungimiranti, aprono un piccolo negozio di lavorazione artigianale del caffè con il motto “la più piccola torrefazione, il miglior caffè”. L’apprezzamento nel tempo fu così condiviso da spingere il trasferimento nel 1992 in uno stabilimento a Brescia dotato di ogni macchinario all’avanguardia dove la Famiglia Corsini porta avanti i principi di una filosofia prima di tutto “umana”, basata sul rispetto per le persone e l’ambiente, sull’amore e la cura artigianale per il buon caffè.
Questo impegno continua ad orienta le scelte che guardano ad un futuro migliore, scelte che oggi si concretizzano in una realtà industriale che utilizza esclusivamente energia al 100% rinnovabile, sia nella scelta di packaging a basso impatto ambientale, sia nella decisione di utilizzare capsule solo compostabili e di selezionare solo piantagioni di caffè in cui il lavoro è gestito in modo responsabile, e nel progetto LifeGate. Un impegno che è dimostrato non solo dalla continua crescita dell’azienda (che oggi esporta in tutto il mondo), ma anche dalle certificazioni ottenute: Fairtrade, Impatto Zero e Biologico Ue.
C’è una continua ricerca del punto di equilibrio tra gli opposti; tra esigenze del lavoro e piacere della famiglia, tra profitto e soddisfazione personale, tra leggi di mercato e sostenibilità di ogni azione. Cerco sempre di pensare alle conseguenze di ogni mia azione, anche piccola; racconta Marco Corsini.
Agust Philosophy
Le linee di Agust racchiudono tutti i valori che da sempre contraddistinguono il loro approccio alla produzione come la tracciabilità e la sostenibilità, avvalendosi della tecnologia di ultima generazione, per individuare e creare profili di tostatura precisi e costanti.
TRACCIABILITÀ: tutti i prodotti hanno specificata in etichetta la singola piantagione da cui provengono, le caratteristiche organolettiche e i dettagli per la conoscenza mirata del prodotto; TECNOLOGIA: di ultima generazione, per profili di tostatura precisi e costanti; TOSTATURA: ogni caffè necessita di uno studio specifico nella fase di tostatura con parametri completamente diversi in base alla provenienza, processazione, umidità e altitudine; SELEZIONE: in prima persona delle migliori varietà di caffè, in base alle caratteristiche e i processi dopo la raccolta; CONOSCENZA: lavorano Specialty coffee da 25 anni con oltre 60 anni di esperienza nel settore che permette loro di conoscere i caffè e saperli lavorare al meglio;
EQUITÀ: ai coltivatori e ai produttori di ogni varietà garantiscono un maggiore compenso economico, equo e sostenibile, che preservi la comunità e assicuri un futuro a tutti i lavoratori e le loro famiglie;
TRASPARENZA: ogni singola origine dei caffè, l’area e la specifica piantagione in cui è stato raccolto viene comunicata sull’etichetta; FORMAZIONE: non un concetto, ma un impegno in cui AGUST crede fortemente per dare sostegno a un’intera categoria di professionisti e addetti ai lavori.
Caffè e Dintorni
Le produzioni di AGUST spaziano disinvolte dal caffè in grani alle miscele di caffè monorigine, specialty e caffè di singola piantagione, dal macinato per moka alle cialde e filtri, fino ai prodotti corollari e per la colazione.
Il 10 febbraio 2021, in occasione della presentazione ufficiale di Agust EVO, la nuova linea dedicata agli specialty coffee e ai monorigine. Durante la lezione dedicata alla “moka Perfetta”, Fabio Dotti ci ha svelato i segreti e fornito tutte le istruzioni per realizzare a casa un ottimo caffè.
Sua Maestà “la Moka” e la Ricetta del “caffè perfetto” secondo AGUST
Bialetti Story
La moka è riconosciuta in tutto il mondo come icona del Made in Italy. Questo prodotto è frutto dell’ingegno e della creatività di Alfonso Bialetti (1888 – 1970), uno dei più grandi imprenditori italiani della storia.
È il 1933 quando Alfonso Bialetti guarda la moglie mentre fa il bucato e pensa che lo stesso sistema potrebbe essere usato per fare il caffè. La Moka Express Bialetti nasce proprio in questo modo, per la geniale intuizione del suo inventore. Il giovane Bialetti era emigrato in Francia dove aveva lavorato come fonditore in una fabbrica di alluminio.
Nel 1918 rientra a casa sua, in Piemonte, per l’esattezza a Crusinallo di Omegna, sul Lago d’Orta. Al tempo per lavare i panni si usava la “lisciveuse”, ovvero un pentolone dotato di un tubo cavo con la parte superiore forata dove si mettevano assieme acqua, la biancheria da lavare e la liscivia (il detersivo di allora). Quando l’acqua bolliva saliva lungo il tubo per poi ridiscendere sul bucato sfruttando bene la liscivia e imbibendolo in modo uniforme. Al tempo, l’intuizione di Bialetti si poteva realizzare solo grazie all’alluminio e così nel 1933 comincia la produzione della caffettiera a base ottagonale rivoluzionando il modo e le abitudini di consumare caffè.
Racconta Fabio Dotti, Responsabile di Agust Coffee Academy e Brand Ambassador del gruppo:
Come dico sempre durante i corsi di formazione presso l’Agust Coffee Academy, per realizzare una moka a casa di qualità bisogna partire, innanzitutto, da una moka sempre pulita e possibilmente in acciaio (qualora fosse in alluminio si raccomanda di non lavarla in lavastoviglie, ma con appositi detergenti).
Il caffè, che sia già macinato o in grani, dev’essere composto da varietà pregiate, altamente selezionato e tostato sapientemente per il metodo moka. L’acqua dev’essere presa dalla bottiglia e deve rispettare le seguenti caratteristiche: Total Dissolved Solid (TDS) a 180°C 50-175mg/l, Alcalinità 40mg/l-75mg/l, pH 6.5-8.0 Durezza Totale 50- 175ppm.
La ricetta che consiglio di utilizzare è: 1g di caffè per ogni 10g di acqua. Per prima cosa dobbiamo pre-riscaldare l’acqua, preferibilmente oligominerale, per evitare che l’aroma del caffè venga alterato nel gusto, tramite un pentolino/bollitore fino a raggiungere la temperatura tra i 45 e i 55°C, successivamente versarla nella caldaietta sottostante, pesandola, fino a raggiungere il limite sotto la valvola.
(Esempio: nella moka da 3 tazze pesiamo 150g di acqua). Qualora lo vogliate macinare voi a casa con l’ausilio di un macinino manuale, impostare la ghiera al fine di ottenere la granulometria del particolato tra i 400-500 micron, ovvero una macinatura intermedia tra il caffè filtrato e il caffè espresso.
Macinare istantaneamente i chicchi di caffè, disporre il macinato nel filtro, senza pressarlo né creando la montagnetta, ma bensì livellandolo. Inserire il filtro nella caldaietta, avvitare il recipiente di raccolta della bevanda, tenere il coperchio alzato e infine mettere la moka sulla fiamma al massimo, ma senza che superi il diametro della caldaietta.
Non appena dal camino l’erogazione si velocizza creando bolle e assumendo una colorazione più chiara rispetto alla prima parte, chiudere il coperchio, togliere immediatamente dal fornello la moka, così da evitare che siano presenti le note amare. Infine mescolare la bevanda ottenuta con un cucchiaino e servire.
Fabio Dotti Nel Gennaio 2020 si è aggiudicato il Campionato italiano di Cup Tasters, assicurandosi anche l’accesso al World Cup Tasters Championship, dopo essere già stato campione mondiale all’Espresso Italiano Champion e vicecampione italiano al Gran Premio della Caffetteria. Trainer autorizzato Aicaf, riconosciuto a livello internazionale da SCA (Speciality Coffee Association), Black Examiner sulla Latte Art grazie al sistema Latte Art Grading System e Assaggiatore IIAC.
EXTRA
Quale tazzina utilizzare per bere il caffè?
Tema spesso sottovalutato, ma di grande importanza, come per tutti i bicchieri pensavi per il consumo di una bevanda ad hoc, la tazzina di porcellana molto spessa mantiene per più tempo il caffè caldo rispetto ad una tazza in vetro che disperde il calore molto più velocemente. Quindi a seconda della temperatura con cui vi piace bere il caffè scegliere la tazzina adatta. Naturalmente cercate di non lavare le tazze con detersivi che lasciano un odore molto forte, questo influirà inevitabilmente sul gusto.
Il caffè con o senza zucchero?
Annosa questione tra “il piacere del caffè e la vita già troppo amara” il caffè andrebbe bevuto senza zucchero per apprezzare e valutare il suo vero sapore, gli aromi, le persistenze. Lo zucchero, si sa, altera inevitabilmente il gusto.
Ingrediente fondamentale? Il tempo.
Prendetevi il giusto tempo, il vostro tempo per gustare il caffè. Sceglietelo, preparatelo con calma, aspettate il crescente brontolio, sorseggiatelo piano, godetevi la compagnia della moka senza il timore di essere soli perchè, come ha scritto Erri De Luca, “a riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco“.
Caffè Agust s.r.l.
via Allegri, 127 – Brescia – Italy – Sito QUI Tel. (+39) 030 2310681 Fax (+39) 030 2310723
Nel 2021 capita di domenica. E’ il giorno di San Valentino. Festività dedicata agli innamorati, un’ occasione in più per sottolineare il feeling di coppia e perchè no, cedere piacevolmente al romanticismo. L’anno, si sa, già è particolare, una coperta corta si potrebbe dire, ma visto che ai veri innamorati per amarsi basta poco, ma è anche vero che le sorprese fanno sempre piacere, nella Capitale moltiplicano le “proposte per due” tra Box e Dolci tentazioni, Pranzi, soluzioni Delivery&TakeAway, suggestioni francesi e quelle del Sol Levante, Lussuose Staycation in eleganti proprietà nel cuore di Roma, cene degustazione stellate, Terrazze panoramiche, Risvegli, Colazioni e percorsi benessere di coppia. Di seguito una selezione di 28 esperienze speciali per un San Valentino da ricordare, tutte a portata di click.
Romantiche Staycation
Mirabelle | Hotel Splendide Royale
Per festeggiare il giorno più romantico dell’anno l’Hotel Splendide Royale propone la sua speciale staycation in uno dei luoghi più ambiti della Capitale. In occasione del 14 febbraio sarà possibile prenotare un pacchetto promozionale, riservato ai romani, valido esclusivamente in questa data con cena degustazione e, a discrezione dell’ospite, anche pernottamento presso una delle splendide camere dell’hotel sanificate seconde le vigenti norme sanitarie. Una indimenticabile fuga da Mille e una Notte al prezzo straordinario di 550 euro a coppia (bevande escluse), comprensiva di cena, pernottamente e colazione con check-out alle ore 12:00. La staycation include una cena romantica e suggestiva sulla terrazza mozzafiato del Mirabelle, ristorante panoramico al settimo piano dell’edificio, sulla Guida Michelin 2021 con la menzione speciale del “Piatto”. Lo chef Stefano Marzetti, coccolerà gli ospiti con un menu degustazione dedicato a San Valentino, tutto a base di pesce, creando sapori afrodisiaci.
Ad aprire le danze un Tacos di ostrica con cavolo viola con burro affumicato e gel di mandarino; uscirà poi un pregiato Crudo di tonno con frutto della passione e spuma di burrata insieme a un Gambero croccante ai cereali con guacamole e zenzero candito. A sostanziare il percorso Spaghetti alla chitarra con broccoletti, nduja, astice blu e pomodorini arrostiti. Si prosegue con il secondo a base di Black cod glassato alla birra con purea di topinambur e wok di verdure. Come predessert Cupa cupa cioccolato bianco lamponi e Campari e dolce conclusione con un sorprendente Cuore_Misù.
Lo stesso menu sarà, inoltre, proposto in degustazione per il pranzo di domenica 14 febbraio al costo di 150 euro a persona (bevande escluse). Per tutto il mese di febbraio, l’hotel continua ad aprire le sue porte a chi volesse concedersi un momento di evasione dallo stress cittadino con la staycation, la ormai classica offerta lanciata dalla proprietà lo scorso autunno: 300 euro a coppia, cena e pernottamento, escluse bevande.
Il San Valentino al Sofitel Rome Villa Borghese è nel pieno mood staycation con lo speciale menu di Settimo – Roman Cuisine & Terrace che valorizza ancora di più la romantica notte da trascorrere in questo 5 stelle lusso.
L’offerta comprende: soggiorno di una notte in camera superior o deluxe e una cena degustazione per due persone presso il ristorante panoramico Settimo. L’arrivo in camera sarà accompagnato da alcune delizie di benvenuto mentre l’indomani la prima colazione verrà servita, a scelta, sulla terrazza di Settimo o nella privacy della propria camera.
L’offerta è valida per le notti di sabato 13 e domenica 14 febbraio (per un minimo di due persone) al costo di 190 euro a persona in camera superior a notte oppure 225 euro in camera deluxe.
Lo chef Giuseppe D’Alessio ha ideato 2 diversi menu degustazione: classico, di terra e mare o vegetariano. Il menu di terra e mare prevede Amuse bouche dello chef, calice di Bellini, un antipasto con Tartare di gamberi rossi di Mazara del Vallo straccetti di burrata e trombo lotto, il primo Tortelli ripieni di cacio e pepe stracotto di carciofi e un secondo a scelta tra Variazione di astice in salsa agrodolce oppure Filetto di manzo in crosta di pistacchio crema di patate al burro. Come dolce il Fondente caldo al cioccolato salsa al caramello e si conclude con le Coccole finali.
Altresì, il menu di pesce ha lo stesso numero di portate conAmusebouche dello chef e Calice di Bellini, segue l’antipasto a base di Carpaccio di zucchine arrosto petali di pomodoro straccetti di burrata e trombolotto. Come unico primo Tortelli ripieni di cacio e pepe stracotto di carciofie dopo una Millefoglie di sedano rapa e melanzane vellutata di ceci al rosmarino. Anche qui sublime conclusione con il Fondente caldo al cioccolato salsa al caramello e Coccole finali prima di tornare in stanza. Entrambi i menu saranno disponibili anche per gli ospiti esterni che sceglieranno di pranzare da Settimo domenica 14 febbraio.
Lo chef Fabio Ciervo, la cui cucina coniuga benessere e gusto valorizzando l’ingrediente, propone un raffinato menù disponibile a pranzo e a cena sia in versione delivery e take away, che presso Il Giardino Ristorante (aperto a pranzo per gli esterni).
Il menù prevede come antipasto Tartare di gamberi rossi Siciliani con mela verde e per primo Tortelli ripieni di ceci serviti con calamari arrostiti. Il secondo è un pregiato Filetto di branzino con mille foglie di patata e tartufo nero, mentre per dessert lo chef propone Mascarpone di fiori e sambuco.
Per chi desidera regalarsi un’esperienza completa, in occasione della festa degli innamorati il pacchetto “Fuga Romantica” di Hotel Eden è prenotabile anche per una sola notte e include la cena di San Valentino presso Il Giardino Ristorante.
Presso The Eden Spa, la spa di Hotel Eden, è inoltre disponibile il rituale Gua Sha Love Adononis&Aphrodite per due persone, un’esperienza da vivere in coppia. Il rituale viene eseguito con pietre naturali come la giada, il quarzo rosa e la pietra di bian.
**The Eden Spa è al momento una delle poche spa aperte a Roma e garantisce la massima sicurezza in quanto non ci sono aree comuni e le spa suite hanno doccia e spogliatoio interamente privati.** ***Il costo del menù di San Valentino presso Il Giardino Ristorante è di 145€ a persona, bevande escluse. Il costo del menù in versione take away e delivery disponibile, oltre che tramite Hotel Eden, anche su Cosaporto, è di 200€ per due persone, bevande escluse. 275€ con bottiglia di Franciacorta, Cuvée Prestige, Ca’ del Bosco Extra Brut.Il menù deve essere prenotato entro sabato 13 febbraio alle 18:00. Il costo di partenza per il pacchetto “Fuga Romantica” è di 600€ a notte e include la cena per due persone. Il costo del rituale Gua Sha Love Adononis&Aphrodite è di 390€ per 60 minuti, 650€ per 120 minuti.
Per maggiori informazioni e prenotazioni cliccare QUI
Enoteca La Torre* – Villa Laetitia
Approfittando delle stanze dell’albergo, Enoteca la Torre – Villa Laetitia, propone una Staycation da sogno. Il menu è un percorso degustativo di 5 portate a sorpresa che si chiama Escursione di cui citeremo solo il dolce: Parfait alla mandorla amara, pera alle spezie e sorbetto di ibisco.
Il Prezzo Staycation di 280€ prevede pernottamento, prima colazione e Cena con Menu Escursione. Bevande escluse.
Il Cavalieri Grand Spa Club
Znche ora che le limitazioni non permettono un’esperienza presso il magnifico centro, non manca di proporre attività entusiasmanti in vista di San Valentino e lancia una divertente gara online: il San Valentino Dance Contest, che si svolgerà sulla pagina instagram https://www.instagram.com/cavalierigrandspa/?hl=it.
Tra l’8 e il 13 febbraio, le coppie di innamorati potranno postare un video di loro che ballano, taggando @cavalierigrandspa con gli hashtag #RitmoRomantico e #SanValentino . Una giuria di esperti sceglierà le tre coppie più abili nella danza, che vinceranno un massaggio per due persone, un Sunday Brunch o un soggiorno per due al Rome Cavalieri.
Se invece il desiderio è di dedicarsi a pratiche più mistiche, nel giorno degli innamorati sono disponibili, sempre online, sessioni di Yoga da svolgere in coppia con focus sullo scambio energetico interpersonale. A guidare gli innamorati in questo percorso sarà la master Yoga Puran Kaur, insegnante di Kundalini Yoga e Filosofia Orientale.
Rome Cavalieri
Hotel Eden
L’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton
Un pernottamento romantico in suite, per dedicarsi interamente al proprio partner e rifugiarsi in una bolla di qualità ed eleganza, con una mini vacanza nella propria città. Ad accogliere la coppia di innamorati ci sarà una stupenda suite allestita per l’occasione.
All’interno bollicine per brindare. Poi una cena speciale a lume di candela sarà servita in camera o presso il ristorante dell’albergo per avere il massimo del confort, della sicurezza e del calore. La mattina vi attende un’ottima colazione prima di lasciare l’Hotel.
Il menù è un omaggio al rosso, il colore per eccellenza dell’amore, partendo da uno squisito antipasto di capesante, rape rosse, puntarelle e zenzero, passando per dei buonissimi tortelli gamberi rossi con burrata e guanciale. Dulcis in fundo, non può mancare un dessert afrodisiaco a base di frutto della passione e fondente.
Per coronare al meglio questa giornata dedicata all’amore l’Hotel ha pensato ad una splendida passeggiata per la città eterna visitandone i luoghi più romantici.
Per gli amanti della Mixology i festeggiamenti cominciano invece il 13 febbraio con l’appuntamentoReady Set Toast di San Valentino, che vedrà il Bartender Lorenzo Politano in una selezione di cocktail romantici ed afrodisiaci, tra cui il drink “Moulin Rouge” a base di Vodka, Coientrau, lime e lamponi. Pacchetti di San Valentino a partire da Eur 360 iva inclusa (2 pax). Per maggiori info: https://alephrome.com/it/sanvalentino
Jacopa Trastevere
Il ristorante a Trastevere di Daniele Frontoni per San Valentino ha proposto una STAYCATION con menu ad hoc. Lo Chef Piero Drago ha ideato un menu di 5 portate di pesce. Con Benvenuto dello chef, Tartare di Spigola, mandarino, salvia e polvere di olive; Polpo arrosto, carciofi, primo sale e mentuccia; Ravioli di gamberi, burrata e pomodori del piennolo; il Rombo alla mugnaia, capperi, finocchietto e cardoncelli arrosto. Il nuovo pasticcere Luca Andrea Ercoli ha voluto giocare con il cocco e il lampone per concludere con dolcezza la Festa dell’Amore. “Cocco, Lampone e…” è una dacquoise al cocco, con ganache montata al cocco e cioccolato bianco, gel di lamponi, Frizzy Pazzy, sponge al lampone, crema di mascarpone e gelatina di lampone
Per godersi la cena dello chef Piero Drago e il dolce di San Valentino è possibile prenotare la STAYCATION ideata ad hoc per l’occasione su https://www.jacopa.it/ o chiamando il numero 06 5809075
La Camera Matrimoniale con Cena di San Valentino ha un costo di €80 a persona, a cui si può aggiungere un Aperitivo composto da un drink e una selezione di salumi e formaggi per €15 a persona e un Massaggio da 50 minuti per €75 a persona Il Pacchetto di San Valentino è disponibile le sere del 13 e 14 Febbraio
Mangiare & Bere
Il Pagliaccio**
In occasione del giorno degli innamorati, il Pagliaccio regala l’emozione di poter vivere nell’intimità di casa un’esperienze gourmet firmata dallo Chef Anthony Genovese. La Box, pensata per due persone e abbinata a una bottiglia di Champagne Laurent-Perrier Cuvée Rosé, due calici e candela profumata hand made, è prenotabile fino al giorno 12 febbraio e sarà consegnata durante la giornata del 14 febbraio all’indirizzo desiderato; oppure sarà possibile ritirarla presso il ristorante in via dei Banchi Vecchi 129/a, anche in questo caso soltanto il giorno di San Valentino. Consegne in tutta Roma (contattare il ristorante per eventuali consegne in altri comuni). Info e prenotazioni al sito https://www.ristoranteilpagliaccio.com/san-valentino-home-experience/ Il ristorante sarà anche aperto a pranzo il 14 febbraio. Per maggiori informazioni clicca qui.
Moma*
Ha riaperto lunedì 8 febbraio il ristorante Moma di Gastone Pierini, un indirizzo moderno e poliedrico dove la linea gourmet guidata dal giovane chef romano Andrea Pasqualuccimerita “la fermata” e si alterna con l’informale gastronomia del piano terra. Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, le due anime di Moma saranno operative dalla prima colazione al light lunch, dal pranzo gourmet all’aperitivo anticipato entro le ore 17:00. Sebbene il servizio sia momentaneamente sospeso nel weekend, ci sarà un romantico strappo alla regola domenica 14 febbraio per celebrare la festa degli innamorati.
Lo speciale pranzo realizzato per l’occasione si fonda sempre sugli stessi principi etici: selezione di un’ottima materia prima direttamente da piccoli allevatori, coltivatori, pescatori del territorio italiano, in base alla stagionalità e valorizzazione degli ingredienti che vengono lavorati il meno possibile per preservare i loro sapori originari.
Sarà infatti un pranzo tutto da ricordare con un menu degustazione proposto a 90 euro a persona composto da: Granatina di frutti rossi e Franciacorta; Cocktail di gamberi; Capesante marinate al miso, carciofi, salsa alle mandorle e aceto di lamponi; Bottoni ripieni di patate al fumo, caviale e panna acida; Filetto di manzo razza “Marango”, radicchio, scalogno e mosto d’uva; Tart al fondente “Abinao”, composta di arance e peperoncino. A valorizzare i piatti una cantina che rappresenta le migliori zone vinicole italiane, dedica grande attenzione alle produzioni artigianali, con vini unici che raccontano il territorio e la laboriosità dei vignaioli senza far mancare il giusto tributo alla Francia.
Possibilità di wine pairing– 4 calici in abbinamento al costo extra di 50 euro: Champagne Blanc de Noir Brut Cuveè de Reserve Gallimard Pere et Fils, Sauvignon Blanc Vulcaia Fumè Inama 2018, Barolo Cannubi Francesco Rinaldi 2015, Cannellino di Frascati Poggio Le Volpi 2011.
Nel quartiere romano di Prati Taki, ristorante giapponese di cucina autentica e tradizionale, è regolarmente aperto a pranzo con servizio al tavolo, dal martedì al venerdì, dalle 12:30 alle 15:00; negli stessi orari e a cena anche in modalità di asporto e di consegna a domicilio. Taki è il luogo ideale per coloro che vogliono provare un’esperienza immersiva e originale nella cultura giapponese partendo proprio dal cibo.
A tutte le coppie che sceglieranno questo luogo per trascorrere il loro pranzo di San Valentino sarà offerta una bavarese alle fragole a forma di cuore: una torta rigorosamente artigianale, delicata e raffinata, perfetta come dolce e romantica conclusione al cucchiaio.
L’ultima novità sul menu sono le nuove bento box decliante in diverse composizioni, una sfiziosa idea da condividere anche sul divano di casa insieme alla persona amata proprio nel giorno di San Valentino. Tra le varie schiscette giapponesi Tonkatsu Bento con filetto di maiale in panatura croccante, fagiolini di soia giapponesi, riso bianco e verza; Shake Teri Bento a base di salmonealla griglia in salsa teriyaki, fagiolini di soia giapponesi, riso bianco e insalata; Beef Shioyaki Bento bistecca di manzo con salsa giapponese, fagiolini di soia giapponesi, riso bianco e insalata; Shake Sio Bento con salmone alla griglia al sale, fagiolini di soia giapponesi, riso bianco e insalata; Buta Shogayaki bento maiale condito con salsa di soia e zenzero, fagiolini di soia giapponesi, riso bianco e insalata.
Dal loro menu à la carte è possibile scegliere piatti caldi e freddi della cucina, tra ricette tradizionali e qualche eccezione fusion. Naturalmente anche la Hida Wagyu Exclusive, carne sceltissima di razza bovina, certificata e importata direttamente dalla città di Hida nella prefettura giapponese di Gifu. Dal menu si potranno scegliere, in formula take away o delivery, i migliori signature di Taki da richiedere in modalità d’asporto o con la consegna a domicilio su Kiwi Five (entro tutto il raccordo anulare), poi Deliveroo.
Taki ristorante giapponese Via Marianna Dionigi 54-56 – 00193 Roma Telefono: 063201750 Sito web:https://taki.it/
TAKI
Il Marchese
Il Pagliaccio**
MOMA
Il Marchese
Aperto 7 giorni su 7, Il Marchese continua a essere un punto di riferimento per chi è in cerca dell’autentica cucina romana in pieno centro a Roma. Questo è un luogo senza tempo dove si concentra tutto il bello della Capitale, “giocando” anche tavola sul fascino della nobiltà e la veracità del popolo, che sono un po’ le due anime con cui Davide Solari e Lorenzo Renzi, i propripietari e gli ideatori del format, hanno caratterizzano la filosofia del primo amaro bar d’Europa, già nella sua insegna.
Nel giorno di San Valentino per deliziare gli avventori a mezzodì, il cuocoDaniele Roppo ha sviluppato un menu elegante e profumato: salmone marinato al mandarino e timo con puntarelle; risotto al profumo di arancia e battuta di tonno con pistacchi; ombrina al panko alle erbe e coulis di frutti rossi; cioccolato bianco e fruit passion. La degustazione completa ha il costo di 55 euro a persona (vini esclusi) mentre per chi volesse o solo il primo o solo il secondo si scende a 45 euro (sempre vini esclusi). A parte, la carta dei cocktail, recentemente riformulata, per pasteggiare a cocktail scegliendo tra Signature, menu Spritz, menu Americano.
Il cocktail bar è guidato da Fabrizio Valeriani, con una carta che annovera più di 600 amari, tra le selezioni più grandi al mondo, sempre con un’attenzione alle materie prime e all’ecosostenibilità degli ingredienti.
Enoteca La Torre per la festa degli innamorati, ha deciso di giocare su due fronti. Per chi preferisce festeggiare in casa è pronta un’ampia scelta delle Eat Me Box, le scatole golose che stanno letteralmente impazzando nella Capitale. Per chi invece volesse vivere un’esperienza totale, potrà cenare, pernottare e fare colazione nella meravigliosa Location firmata Famiglia Fendi. La descrizione, la trovate scorrendo l’articolo, tra le Staycation più belle di Roma per il San Valentino 2021. Clicca qui per maggiori info.
Ristorante Chinappi
Il ristorante di pesce della famiglia Chinappi, famoso per i crudi di mare, una materia prima eccellente e la vasta selezione di etichette e bollicine propone un menu degustazione per la festa degli innamorati. Chinappi sarà aperto a pranzo il 14; il menu è disponibile anche in modalità asporto e delivery cliccando qui.
Chinappi
Enoteca La Torre – Eat Me Box
Livello 1
Il ristorante di pesce nel quartiere EUR sarà aperto a pranzo il 14 febbraio e, per l’occasione proporrà un menu degustazione pensato per San Valentino: 6 portate dello chef Mirko di Mattia a 140 euro a coppia. A questo si aggiunge una proposta da 155 euro a coppia con bottiglia di Franciacorta Franca Contea “Primus” – Brut Cuvèe, una selezione di antipasti crudi e cotti, un primo, un secondo e un dolce. Il menu è disponibile anche d’asporto e delivery. Info e prenotazioni sito web 06 5033999 – Via Duccio di Buoninsegna, 23 /25 – EUR- Roma
Acqualunae Bistrot
Per la festa degli innamorati, lo chef Emanuele Paoloni di Aqualuane Bistrot è pronto a deliziare i suo clienti con un menù speciale da gustare a pranzo al bistrot e la sera comodamente a casa con il servizio delivery e take away. San Valentino al bistrot (pranzo): Benvenuto dello Chef e Rossini |Degustazione di olio Quinta Luna con pane fatto in casa e tour di sali dal mondo; Ostriche in tempura con confettura di cipolla rossa, lamponi e crispy mayo al Bacon; Vellutata di cavolfiore con cozze e croccante di pane alla senape; Tortelli con baccalà mantecato, latte di cocco e lime; Sandwich di triglia al panko con provola affumicata, indivia e mayo al passionfruit; Pre dessert; Dolce luna|euro 65 a persona San Valentino delivery e Take away per la cena, stesso menu |euro 58 a personaDettagli | Possibilità di wine pairing su richiesta. Tutti i piatti sono da terminare a casa con le indicazioni fornite dallo Chef |Il menu è disponibile sia per il Take Away che per il Delivery il ritiro e la consegna sono previsti il 14 febbraio entro le 18:00. La prenotazione del menu dovrà avvenire entro sabato 13 febbraio chiamando il numero 328 6532886. Per garantire la qualità del servizio di delivery, la consegna è limitata in Prati e zone limitrofe.
Alfredo alla Scrofa
Alfredo alla Scrofa, da quel di via di Ripetta, propone per San Valentino la box“Alfredo a casa tua” con un menu studiato dallo chef Mirko Moglioni e una sorpresa per la colazione. La box contiene: Insalata di totanetti con broccoli, crostini di polenta e salsa all’arrabbiata; Spaghettoni con crema di porri aromatizzata all’anice stellato, gamberi rossi e polvere di barbabietole; Astice alla catalana dello chef; Red velvet; Per la colazione del giorno dopo: Red Muffin allo yogurt. La box include: Bottiglia di Trento doc metodo classico e un voucher sconto per una cena al ristorante | Costo: 140 per due persone | Menu disponibile Delivery e take away | Ordinazione entro le 18:00 del 13 febbraio | Consegna gratuita entro i 5 km. Maggiori info qui.
Acqualunae
La Box “Alfredo a Casa Tua”
Le Carré Français
Le Carré Français propone la sua Box di San Valentino all’insegna dei sapori parigini, la città più romantica del mondo. Il menu francese ideato dalla chef Letizia Tognelli per la Festa degli innamorati, disponibile nelle formule delivery e da asporto, è un viaggio gastronomico tra le quattro mura domestiche, ispirato ai prodotti più iconici della tavola nella Ville Lumière. <<A consegnare la box sarà un driver “Made in Carré”, e cioè uno del team interno al locale. Non stupitevi, quindi, se vedrete alla porta un vero e proprio “Valentino francese”, con tanto di freccia di Cupido>>, spiega il titolare Jildaz Mahé, il quale ricorda che, il 14 febbraio a pranzo, Le Carré Français accoglierà le coppie all’interno del locale, con le proposte à la carte e con il menu di San Valentino creato anche per il delivery e l’asporto. Ai tavoli, eccezionalmente, il servizio sarà continuo fino alle ore 18 per chi vuole sedersi con comodo e tirare fino a tardi.
Il menu di San Valentino della box e ai tavoli: Amuse bouche a base di foie gras; un antipasto a scelta tra un Polpo cotto a bassa temperatura su patate montate all’olio evo e rapa rossa, con pesto di dragoncello, oppure un Bonbon di boeuf bourguignon su fonduta di Brie de Meaux ; Calamaro farcito “alla provenzale” con purea di piselli e coulis di pomodoro ciliegino e un Coniglio, tapenade, asparagi e cavolo nero; pani speciali della Boulangerie artigianale de Le Carré, burro salato; e ancora una selezione di quattro formaggi Beillevaire e confetture fatte in casa. Chiude il dessert del pastry chef Giancarlo Bruno, pensato a forma di cuore per la coppia: una mousse con un biscuit a base di caffè e arancia, o di tè alla vaniglia e frutti rossi.
Prezzo della Box di San Valentino per due: 55 euro a persona (vino escluso). Le Carrè Français propone per l’occasione una bottiglia di Champagne in promozione: il Besserat di Bellefon cuvée de Moines a 45 euro. Le Carré Français: www.carrefrancais.it – Via Vittoria Colonna 30, Roma Prenotazioni: www.thefork.i Ordina: www.deliveroo.itTelefono: 06 6476 0625 Orari asporto: dalle ore 8 alle ore 21 | Orari delivery: dalle ore 10 fino alle ore 22
EATALY
Il pranzo di San Valentino al Ristorante Terra | 38 €APERTURA STRAORDINARIA Solo il 14 febbraio e per un unico giorno, riapre TERRA in occasione della giornata più romantica dell’anno e lo fa con un menu speciale, per il pranzo del 14 febbraio: Carpaccio di polpo con olio piccante ed erba cipollina – Alici fritte e zucca arrosto – Totani tiepidi e pane bruscato – Risotto con pomodoro, basilico e crudo di seppie – Tonno speziato alla brace con carciofi e menta – Ricotta, pere e cioccolato
Il menu d’asporto da ritirare il 13 febbraio o il 14 febbraio | 29 € La special box di San Valentino si prenota entro giovedì 11 febbraio. e si ritira sabato 13 o domenica 14 febbraio, dalle 10.00 alle 20.00 in Gastronomia. Con 2 box, in regalo una bottiglia di vino dell’Enoteca di Eataly. Le proposte firmate da Roberto Cotugno, Executive Chef di Eataly Roma sono: Carpaccio di polpo con limone, peperoncino ed erba cipollina – Tartare di tonno pinne gialle, puntarelle e olio alle alici – Insalata di totani, gamberi e verdure croccanti – Ravioli di baccalà del Pastificio Secondi con crema di patate di Avezzano e – carciofi scottati – Fondant al cioccolato con salsa ai lamponi
Il menu di San Valentino su Glovo e Deliveroo | 25 Se non potete raggiungere Eataly prenota la tua cena con Glovo o Deliveroo. Il menu da ordinare dal 12 al 14 febbraio, sia a pranzo che a cena: – Supplì alla ‘Nduja – Insalata di polpo e patate – Pizza con mozzarella di latte di bufala, carciofi, guanciale e pecorino romano – Tiramisù Eataly
Contro Bistrot
Contro per il San Valentino 2021 ha pensato ad una box in edizione limitata con tutte preparazioni completamente inedite a firma ed opera dello Chef Daniel Celso e del Pastry Chef Andrea Fiori.
Il numero delle box è limitato e, pertanto, sarà possibile prenotarle fino a venerdì 12 febbraio. Il dolce monoporzione è una bavarese al cioccolato bianco e vaniglia bourbon, gelèe al frutto della passione e biscuit al cocco. Chablonage al cioccolato bianco e marshmallow alla fragola Preferiamo sottolineare che le due monoporzioni (bavarese e macaron) saranno entrambe disponibili il weekend di san valentino per chiunque vorrà andare a pranzo da Contro Bistrot, mentre nella box di San Valentino (quella della cena) ci sarà solo la bavarese. Maggiori Info? Clicca QUI!
Atlas Coelestis
Due le proposte: la prima è quella dell’asporto e del delivery (con consegna gratuita entro un raggio di 4 km dal locale); la seconda invece prevede il pranzo di domenica 14. In entrambi i casi il menu è semplicemente delizioso e assolutamente “abbordabile”. Ostrica aperta su sale ghiacciato; Tartare di pescato del giorno, maionese di colatura di alici allo zenzero e crucifere al miso km 0; Cannelloni ripieni di rombo, carciofi e tartufo nero pregiato, bechamelle alla bisque e sesamo tostato; CatalanAtlas di mazzancolle e rana pescatrice; Il Bacio | Prezzo: euro 55,00 a persona, escluse bevande. Maggiori info? Cliccate QUI.
Proloco Trastevere
“L’amore e l’arte culinaria, intersecandosi, possono dare vita a piatti deliziosi capaci di solleticare non solo i nostri sensi, ma anche la nostra immaginazione” racconta la celebre scrittrice peruviana e così, giocando sul connubio cibo e amore, nasce il divertente e stuzzicante percorso degustativo ‘Afrodita’ realizzato dal ristorante romano Proloco Trastevere per San Valentino: Entrée Giochi amorosi, Foglia dopo foglia, Un bacio dopo l’altro accompagnati da un cocktail creato per l’occasione. L’appetito avanza con la Zuppetta di vongole, l’Animella in bisque di gamberi, il Sospiro di carciofi, il Cocktail di cannocchie e la Vichyssoise, una zuppa fredda a base di porri, cipolle, patate, panna e brodo di pollo; Fregola, bottarga di muggine e vongole, Bourguignonne di Casa Proloco e Charlotte degli Amanti, un dolce a base di afrodisiaci naturali: cioccolato, noci, caffè, uova. Il menù Afrodita (40 euro) è disponibile in degustazione da Proloco Trastevere il giorno di San Valentino a pranzo, mentre la sera è possibile richiedere la versione delivery e take away, al costo si 30 euro. Per informazioni e prenotazioni contattare il numero: 347 7428371 o cliccate QUI.
Roscioli Ristorante Salumeria
La celebre salumeria con cucina Roscioli per San Valentino ha ideato un menu di 4 portate da ordinare per l’asporto o delivery. Si inizia con uno Spiedino di capesante panato ai tre pepi con agrumi misti e gelèe di mandarino all’aceto di mele; a seguire Lasagna di calamari con burrata con prosciutto di San Daniele e polvere di lamponi essiccati; Medaglione di filetto di maialino con gamberoni marinati al tè verde e zenzero accompagnato da gratin di patate. A conclusione del tutto il dolce di Rodrigo Bernoni, direttamente da Roscioli Caffè. “Passione Mango”, una monoporzione con mousse di mango, peperoncino e fava di tonka con cremoso al cioccolato fondente, gelèe di cetriolo e pepe rosa, biscotto alla mandorla e glassa a specchio rossa.
Il tutto a 60,00€ senza vino a persona, oppure a 75,00€ a persona a cui aggiungere a scelta una bottiglia di Prosecco Rustico Nino Franco, di Umbria Bianco 2019 Le Corgne o di Sangiovese 2017 Tenimenti d’Alessandro
Il Pastificio Secondi e l’Osteria dell’Orologio realizzano una proposta esclusiva per San Valentino da degustare a casa. Il Maestro Mauro Secondi e lo chef Marco Claroni realizzano a 4 mani un Menù speciale per il pranzo o la cena di San Valentino: Aperitivo per due persone (40 Euro) Maritozzo con alice e stracciatella – Cornettino di pasta sfoglia con palamita – Pan brioche con salmone affumicato e caprino – Bottoncino con pastrami di tonno, salsa tartara e giardiniera – Focaccia con speck di ricciola e chutney di cachi | possibilità vini in abbinamento
Menu San Valentino (50 euro a persona) Pane, burro e alici – Tartare di tonno e passion fruit con crumble di mandorle ed erbe amare – Carciofo ripieno di baccalà mantecato con salsa verde alla menta – Tortellino fatto a mano ripieno di mazzancolle con crema di scampi (La nostra versione di: “Il tortellino con la panna”) Zuppa di pesce in vaso – Bisquit al cioccolato con mousse al caramello e cioccolato bianco, croccante alle nocciole e lamponi Vini in Abbinamento Per i Vini e le Prenotazioni entro le ore 12.00 del 12 febbraio.È possibile ritirare l’ ordine presso il laboratorio di Pastificio Secondi in via delle Alzavole n. 47/49 (ROMA) o riceverlo con la consegna a domicilio (spese di consegna 3 euro). La consegna avverrà durante la giornata del 14 febbraio in due fasce orarie (9 -12 e 14-17).Si può pagare alla consegna (in contanti o con carta di credito/bancomat) o tramite bonifico bancario. Per gli ordini inviare una mail a: info@pastificiosecondi.it oppure chiamare ai numeri:+39 0623288319 | +39 3383305755 I +39 3475179051
Dao
Salsedine
Pastificio Secondi & Osteria dell’Orologio
Le Carrè Francais
Salsedine
Lo chef Emanuele Paoloni dalla sua pescheria gastronomica di Prati, propone per San Valentino una cocotte per due da condividere con chi si ama con Brodetto alla vastese con tutto il meglio dei nostri mari: gallinella, scorfano, le cozze, vongole, scampi, gamberoni, gamberi rossi e calamari. Prezzo a partire da 65 euro con la Cocotte di Coccio inclusa nel prezzo. Dettagli per la consegna e il ritiro | La prenotazione della cocotte dovrà avvenire entro le ore 18:00 di venerdì 12 febbraio chiamando il numero 328 6532886. Il take away e il delivery sono previsti il 13 febbraio entro le ore 18:00. Per garantire la qualità del servizio di delivery, la consegna è limitata in Prati e zone limitrofe.
Dao Chinese Restaurant
Una Dolce sorpresa per gli amanti dei sapori del Sol Levante: il menu di San Valentino di Dao Chinese Restaurant sorprende gli innamorati con le specialità cinesi lavorate con grande maestria e il dolce stellato della Chef Iside De Cesare. Maggiori info QUI.
Tentazioni
Il Palazzetto
IL PALAZZETTO – Trinità dei Monti
Le terrazzate de Il Palazzetto sono una location davvero unica per celebrare l’amore nella Capitale, una delle città più romantiche del mondo. Con Roma ai propri piedi e vista privilegiata su Trinità dei Monti, domenica 14 febbraio il bartender del wine & cocktail bar incastonato nell’incantevole edificio ottocentesco che affaccia sulla Scalinata di Piazza di Spagna, diletterà gli ospiti sulle profumate note di un San Valentino Passion,esclusivo cocktail a base di liquore di passoa, liquore al caramello, zenzero e Prosecco.
Un long drink pieno di personalità che sprigiona sentori esotici grazie alla presenza del frutto della passione, conquistando rapidamente gli amanti del bere miscelato per il suo colore rosso sensuale che rivela sapori estrosi e dolci rinfrescati dalla nota pungente, quasi piccante, dello zenzero, radice dal delicato potere afrodisiaco.
Il Palazzetto Vicolo del Bottino 8 – 00187 Roma Telefono: 0663934560 Email: info@ilpalazzettoroma.com
Pasticceria Gruè
San Valentino non è solo il giorno più romantico dell’anno ma per Marta Boccanera e Felice Venanzi è anche il più dolce e goloso! Nel laboratorio di Grué hanno perfezionato dei fantastici soggetti di cioccolato interamente realizzati a mano, come alcuni vasetti che simulano quelli veri in terracotta. Così, il terriccio è replicato con una finissima grué di cioccolato in cui è “piantata” una rosa, fiore simbolo dell’amore, composta da stelo e foglie completamente edibili e le praline di cioccolato a forma di cuore da regalare nella confezione multipla o all’intero di una preziosa scatolina singola per suggellare una promessa d’amore o suscitare uno stupefacente effetto sorpresa.
A queste referenze si aggiungono le tavolette di cioccolato ottenute dall’unione di due mezzi cuori bicolore (bianco, ruby o fondente), mentre per chi volesse condividere questo magico giorno con le persone amate ci sono delle raffinatissime torte signature come la Grué o l’Essenza. I meno romantici potranno comunque impreziosire questo giorno anche con dei semplici e soffici muffin, gusto vaniglia o cioccolato, dai sentori vanigliati che ricordano le famosissime cupcake anche qui decorate con una crema al burro alla vaniglia.
Grué featuring Fiorani. Da una speciale e fortunatacollaborazione con Fabrizio Fiorani, miglior pasticcere dell’Asia per Asia’s 50 Best Restaurants 2019, vero e proprio guro nel mondo dolce nonchè grande estimatore di Marta e Felice, è nata una collezione d’autore sempre dedicata al San Valentino. Tra i prodotti realizzati durante le sessioni in laboratorio, il Lingotto, un morbido tortino di cioccolato Guanaya 70% e cubetti di arancia candita e gocce di cioccolato fondente nell’impasto, il tutto ricoperto da un croccante strato di cioccolato al latte e nocciola; poi, alcune Praline in edizione limitata ripiene di cremino alla nocciola e sottilissime sfoglie di biscotto caramellato con il disegno realizzato in modo certosino direttamente sul cioccolato, come i soggetti della Disney. Infine, una preziosa Tavoletta che si presenta di colore rosso: esternamente un sottile guscio di cioccolato bianco ripieno di cremino alle arachidi salate, mentre nel cuore caramello mou e uno strato di frolla.
Pasticceria Grué Viale Regina Margherita 95/97/99 – 00198 Roma Telefono: 068412220 Sito web: https://www.gruepasticceria.it/dal martedì alla domenica è operativa con servizio al tavolo dalle 7.30 alle 18; dopo le 18 in modalità take away fino alle 19:30 (venerdì e sabato fino alle 20:00). Per il servizio di delivery (tramite piattaforma Cosaporto)
DIVINO – Il Cioccolato degli Dei
Per il loro secondo San Valentino, Valerio Esposito e Jennifer Boero della cioccolateria Divino ad Aprilia hanno alzato ancora di più l’asticella con diverse creazioni dedicate alla festa degli innamorati. In limited edition 3 tipologie di praline a forma di cuore, riconoscibili dal colore e disponibili in eleganti e raffinate confezioni. Il packaging che le conterrà proviene direttamente dal Belgio, anch’esso è a forma di cuore per una capienza complessiva dai 6 ai 20 pezzi. La prima pralina è rossa e si presenta con una finissima camicia esterna di cioccolato bianco allo yuzu e una ganache al pistacchio di Stigliano (la stessa crema spalmabile disponibile anche in negozio). La seconda è, invece, rosa ed è ottenuta da cioccolato al latte caramellato che racchiude al suo interno un esotico gusto al fruit passion. Infine c’è quella nera in cui è stato utilizzato del fondente monorigine Perù realizzando un’afrodisiaca ganache gianduia e peperoncino. Per la soggettistica si sono ispirati al film de La Bella e La Bestia e alla rosa incantata, da sempre simbolo di un amore maturo, gentile e sensibile. Quella di Divino è alta circa 12 cm e realizzata artigianalmente in un vasetto di cioccolato con all’interno un cremino al pralinato di nocciole, un crumble di pasta frolla al cacao che riproduce il terriccio. Infine ci sono i suoi petali, di un rosso sgargiante, così realistici da confondersi con il vero fiore. Sempre di grande effetto, sono i cuori grandi di cioccolato con varie areografie che li vanno a caratterizzare con ad esempio la stilizzazione del battito cardiaco, il profilo degli uccellini o la scritta “I love you”, quest’ultima per trasmettere un messaggio di amore universale.
Per Divino febbraio è sicuramente il mese dell’amore ma anche Valerio e Jennifer non amano mai prendersi troppo sul serio, specialmente sotto Carnevale. Per la festa più colorata e scherzosa dell’anno si sono lasciati ispirare dalle maschere veneziane mettendo a punto una mascherina di cioccolato in cui sono state lavorate tutte e tre le tipologie (fondente, latte e bianco).
Alla base del progetto di Divino il criterio di eticità e di qualità della materia prima. Le fave di cacao che vengono lavorate nel loro laboratorio arrivano da ogni parte del mondo: Valerio riesce a controllare l’intera filiera nel rispetto dell’ambiente e del contadino, trattando solo coltivazioni non intensive, spesso in regime agroforestale, capaci di garantire un tipo di fava monorigine che vive in un ambiente più naturale ed è quindi meno stressata.
Divino Via dei Lauri 57 – 04011 Aprilia (LT) Telefono: 348 696 0986
Beppe e i Suoi Formaggi
Per festeggiare l’amore Beppe ha portato dal caseificio di famiglia – Giovale Formaggi – di Giaveno un formaggio a forma di cuore. Un idea legata a San Valentino ideale per chi ama i prodotti artigianali e di qualità, prodotto dalla famiglia Giovale, seguendo le antiche ricette di lavorazione e usando solo il latte crudo proveniente dai propri animali che pascolano in campo aperto, nel rispetto dei principi della biodiversità, in Val di Susa in Piemonte, al confine tra Italia e Francia.
Il formaggio a forma di cuore è una lattica di capra, delicata e persistente, da abbinare a una delle etichette della cantina della formaggeria del Ghetto ebraico di Roma, come la Malvazija di Fon, il vino istriano da vigne dai 30 ai 60 anni.
Roscioli Caffè
Il Caffè Pasticceria Roscioli propone per San Valentino due monoporzioni create appositamente per l’occasione, delle praline al lampone e i dragées a vari gusti. 4 idee fra cui scegliere per festeggiare l’amore insieme alla propria metà.
VENERE E MARTE – Finanziere al pistacchio, gelèe al lampone senza zucchero, mousse al cioccolato bianco e fava tonca
PASSIONE MANGO – una monoporzione con mousse di mango, peperoncino e fava di tonka con cremoso al cioccolato fondente, gelèe di cetriolo e pepe rosa, biscotto alla mandorla e glassa a specchio rossa.
PRALINE AL LAMPONE – DRAGèES Mandorla fondente, Mandorla dulcey e Nocciola al latte e cereali copertura al lampone inspiration Valrhona
TAKE AWAY e DELIVERY E’ possibile ordinare direttamente al Caffè allo 06 89165330 o inviando una mail a info@rosciolicaffe.it Oppure andare su cosaporto.it
Günther Gelato Italiano
Il Maestro Gelatiere che ha portato il suo gelato artigianale dall’Alto Adige fino a Roma aprendo tre punti vendita nel cuore della Capitale, propone un irresistibile gusto dedicato a tutti gli innamorati: Amore Caldo, al cioccolato bianco e confettura di lamponi fatta in casa, accompagnato da biscottini al cioccolato a forma di cuore per ingolosire coni e coppette (i biscotti saranno disponibili anche in graziose confezioni regalo).
Il pane al centro di tutto, poi pizza, focacce, fritti, dolci e sfoglie. Tecnica e volontà, acqua, farina e talento. Dalla Pizza al Pane. Diego Vitagliano apre 10 Bakery a Napoli, con un progetto carico di passione. Quella che mette in tutte le arti bianche che maneggia da artista e fuoriclasse qual è.
Il brand lievita e, dopo le due prodigiose pizzerie – quella di Napoli nel quartiere di Bagnoli e quella panoramicissima di Pozzuoli -, 10 Bakery alza la serranda adiacente all’insegna di Bagnoli.
Un grande lavoro sugli impasti, un progetto che è anche una sfida per diffondere la cultura della lievitazione di qualità nella celebre terra della panificazione con una nuova apertura progettata e voluta in un periodo difficile e quindi, doppiamente coraggiosa.
Il PANE. Parola immensa. Sacra e di tutti. Vera grande invenzione di cui solo l’uomo conosce il segreto e che traccia, nella sua storia, il passaggio dalla dimensione selvatica a quella agricola e quindi, evoluta. Simbolo della civilizzazione e definizione dell’identità, è proprio il pane che differenzia l’uomo dall’animale in quanto esserevivente che non si limita a consumare i cibi disponibili in natura -siano questi carni o erbe- ma è capace di costruire i propri alimenti: mangia pane e beve vino.
Il pane, frutto di pianificazioni e sapienti attese – come ci spiega il grande storico dell’alimentazione Massimo Montanari – è culmine di un raffinato processo tecnologico e di un ciclo produttivo che è testimone di una conquistata cultura alimentare, di una civiltà che ha imparato a controllare, a coltivare e rendere produttiva la natura attorno.
Terra, seme, spiga, chicco, mietitura, macinatura, farina. Poi acqua, attesa, cottura, nutrimento, vita.
Dal pane ai pani. Dal cibo di base a simbolo capace di mettere l’uomo in contatto con Dio, alle visioni contemporanee e tecniche e filosofie più disparate, che lo hanno reso un alimento di lusso, rimane sempre fedele impronta della terra in cui nasce, del periodo storico che affronta e della mano che lo ha prodotto.
La Campania felix, madre della Pizza e grande interprete della parola Pane, è tra le regioni italiane che meglio hanno saputo declinare i cereali nelle preparazioni più disparate, facendo addirittura entrare il grano in uno dei suoi dolci più tipici: la pastiera.
Celebrata già dai latini per la sua fertilità, accanto a pani e pizze, la gastronomia si è arricchita nel tempo di focacce, taralli, panzarotti, pani tipici e conditi, quello con i ciccioli, quello del pescatore; e ancora quello di grano Saragolla, di Padula e quello inimitabile “cafone“.
Diego Vitagliano. Grande pizzaiolo, tenace, positivo, sempre proattivo, capace quanto coraggioso e lungimirante imprenditore, non si è lasciato abbattere dai tempi duri. Ha investito il suo tempo in studio e ricerca con la volontà e il grande ottimismo che lo contraddistinguono.
Così, dopo il grande lavoro compiuto sulla pizza e le due pizzerie di Napoli e Bagnoli, decide di innovare un altro prodotto sacro per Napoli: il Pane, quello con la P maiuscola.
10 Bakery è il laboratorio di idee e panificazione di Diego, il suo atelier d’artista tra lievitazioni naturali, farine macinate a pietra, miscugli di grani cotture e temperature, dove godere del gusto della semplicità e ritrovare il sapore del pane. Gli ho fatto qualche domanda sulla genesi di questa nuova apertura, quelle che seguono, le sue (belle) risposte.
Diego Vitagliano, napoletano doc, classe 1985, cosa rappresenta per te la parola-mondo “pane”?
Il pane per me rappresenta il senso della vita. Un prodotto così povero ma esageratamente nobile, che, come la pizza, mette d’accordo tutti: popoli, religioni, culture. Insomma, un vero atto d’amore. Per questo nel pane sto cercando di mettere tutta la mia passione ma soprattutto il rispetto che ho verso il cibo in generale.”
Il pane è un prodotto prezioso, che racconta una storia di luoghi e persone: quali sono i valori che Vitagliano ci sta mettendo dentro?
Da tempo sentivo l’esigenza di realizzare un grande progetto sulla panificazione e credo che questo sia il momento giusto; in un periodo di grandi cambiamenti è importante guardare sempre avanti, aprirsi alle novità e seguire i propri sogni. Mai lasciarsi abbattere. Il Pane come simbolo di volontà e resilienza.
Qual è la vera materia prima del panificatore moderno? Il lavoro sul lievito o la ricerca e relativa selezione del cereale, ancor prima della farina?
Avere una buona farina è alla base, sto cercando di caratterizzare il mio pane con semi particolari per dare ancora più gusto e profumo, cercare di realizzare un prodotto ancora più identitario, ambasciatore del sapore di un territorio: secondo me questo è il vero segreto.”
A Napoli il pane è quello inimitabile e “Cafone”, qual è la tradizione di questo pane presente in ogni negozio di alimentari e diventato fragrante cifra stilistica di un territorio? Come hai deciso di innovarlo e come ci si sente a mettere le mani in un prodotto quasi sacro per il suo popolo?
Il pane cafone è un pane storico. Nel XIX secolo era il pane dei contadini, dei braccianti e dei carrettieri. Veniva preparato esclusivamente con il grano di Volla. Detto anche Pane dei Camaldoli, è senza dubbio uno dei simboli di Napoli. Il segreto per riuscire a mantenere per giorni intatti sapore e fragranza, che è la caratteristica che lo ha reso così celebre, è legato alla sua lievitazione che ancora oggi avviene in maniera naturale grazie al criscito, una pasta di riporto da precedenti lavorazioni. Nonostante questo, qualche innovazione gli farà sicuramente bene, come ormai avviene per ogni cosa. Voglio renderlo più leggero e croccante possibile. Più digeribile e ancora più conservabile.
Pane Cafone
10 Bakery
Pane Moderno. Apice di un trend che ha cambiato il rapporto degli italiani con filoni e pagnotte, qual è il tuo pensiero sulla panificazione contemporanea?
Per quanto riguarda il mio concetto di contemporaneità applicata, con me “sfondi una porta aperta”, sono sempre attento, aggiornato, attivo in questo senso. Punto a dare un prodotto di grande genuinità, tramite tecniche di lavorazione innovative, tanto studio e ricerca, usando farine biologiche ma soprattutto lievitazioni giuste, con l’intento di educare il palato del cliente finale, in modo che sappia distinguere un pane buono da uno meno buono.
L’arte bianca abbraccia molte abilità, e non è sempre detto, né tantomeno scontato, che un bravo pizzaiolo sia per forza anche un bravo panificatore, qual è stato il percorso che dalla pizza ti ha portato al pane? E quali sono state le collaborazioni formative in tal senso?
Tra la pizza e il pane ci sono milioni di anni luce, forse io sono un po’ avvantaggiato perché per la mia pizza uso da anni tecniche di panificazione, come la Biga ad esempio. Prodotti lontani ma vicini, che ora credo sia il momento giusto di far correre vicini e paralleli. Due rette vie che ogni tanto si incontreranno arricchendosi a vicenda, mantenendo le loro identità sempre ben distinte.
Per lo studio del pane, la farina, ovviamente, è stato il punto di partenza. Per questo progetto ho fatto un percorso con i tecnici del Molino Grassi (Carlo di Cristo, Cristian Zaghini, Nicola Ascani, Pierluigi Sapiente).
Sto puntando all’eccellenza degli impasti e della lievitazione, per questo in questo progetto sono affiancato da Carmine Pellone – che già ha lavorato con me nelle pizzerie – e Nicola Doria, panettiere napoletano.
Dopo aver sdoganato la “pizza canotto”, dopo lo straordinario lavoro fatto sulla “pizza per celiaci”, qual è l’evoluzione che hai riservato alla tue proposte di panificazione?
Dopo aver sdoganato la Napoletana e aver fatto un gran lavoro sul senza glutine, ho in mente di fare lo stesso con il pane: voglio che il pane buono e ben fatto entri davvero nella quotidianità dei napoletani (e non solo).
Pane e prodotti da forno: lo studio e la ricerca sono sempre la base di tutto, con un lavoro costante sull’evoluzione degli impasti sto cercando sempre di fare meglio, con tecniche innovative e materie prima eccellenti. Un lavoro, un progetto come questo, è rarissimo per la nostra città e spero che possa diffondere in fretta una vera cultura del pane buono.
Qual è il prodotto da banco che ti sta dando maggiori soddisfazioni, la punta di diamante di 10 Bakey?
L’impasto del pane è tutto realizzato con lievito madre all’80% di idratazione, che conferisce al prodotto finale quel pizzico di acidità che è sintomo di qualità, con lunghe lievitazioni e quindi grande digeribilità e massima conservazione.
Sicuramente il prodotto che sta facendo furore e il Pane Multicereali. (foto di copertina) . Croccante, fragrante con una mollica umida e gustosa.
L’offerta di 10 Bakery Diego Vitagliano
Pane cafone e multicereali, ciabatte, baguette, bun, pizza in teglia e alla pala, croissant (dolci e salati), brioche, muffin, pizze ripiene (come quella con la scarola), casatiello, muffin, ciambelle e un po’ di rosticceria, dove spiccano arancine, fritatttine, crocchè e zeppole. Non mancano poi le pizze tonde, quelle famose di 10 Pizzeria, presenti nel menu per asporto e delivery in una selezione ristretta (circa 20 pizze, tutte grandi classici, come margherita, capricciosa, diavola, ecc…).
I prodotti ai quali Diego tiene molto sono il pane multicereali bio – dal profumo intenso, realizzato con farina tipo 1 e una percentuale di 00, segale, orzo tostato, riso, avena e semi di lino – e le ciabatte, che si candidano a buon diritto ad essere le più croccanti d’Italia. Degno di nota anche il packaging per l’asporto e il delivery, bello, curato e funzionale, che garantisce una lunga conservazione del prodotto mantenendone tutte le proprietà. Completa l’offerta un angolo dedicato a tutti i prodotti a marchio 10 Diego Vitagliano, come confetture, olio, conserve e molto altro.
La Bottega
Gli interni sono in stile post-industrial, così come le pizzerie 10 Diego Vitagliano già esistenti che ne caratterizzano lo stile. Un grande laboratorio (circa 100 mq) e uno spazio di 30 mq dedicato alla vendita dove primeggia il bancone, come nelle migliori panetterie.
Il servizio è con vendita ad asporto e delivery (per tutti i prodotti, tramite l’app Diego Vitagliano + Uber Eats), entrambi fino a mezzanotte.
10 BAKERY DIEGO VITAGLIANO
via Bagnoli 478 – 80124 Napoli / aperto 7 giorni su 7 / orario: 8.00 – 00.00
Profilo frastagliato e variopinto, gozzi, reti da pesca tirate al sole, balconi, scale, case basse, cupole e chiese. Frutteti, vigneti e giardini mediterranei. Procida, generosa scintilla di terra, di verdi intesi e immensi blu. Sabbia, sassi, baie e scogliere.
Autentica e paziente secondogenita delle Flegree nel Golfo di Napoli (Ischia, Procida, Vivara e Nisida), ha battuto le 10 avversarie di terraferma e portato per la prima volta il titolo su un’isola intera.
E lo ha fatto con un programma grintoso che gioca come un intelligente calembour sulle parole “La Cultura Non Isola“, mostrando fiera i suoi numeri: 44 progetti culturali per 2022, 330 giorni di programmazione, 240 artisti, 40 opere originali, 8 spazi culturali rigenerati.
I miei occhi e i miei pensieri lasciavano il cielo con dispetto, riandando a posarsi sul mare, il quale, appena io lo riguardavo, palpitava verso di me, come un innamorato.
E. Morante, L’isola di Arturo, Torino, Einaudi, 2015
Lontana dai flussi turistici inesistenti delle sue sorelle d’Arcipelago Campano Ischia e Capri, Procida è un’isola al naturale, silenziosa quanto autentica. Ricca di storie senza tempo, l’attuale nome deriverebbe da quello di epoca romana Prochyta, mentre un’ipotesi più densa di fascino legherebbe il suo nome al verbo greco prochyo, in latino profundo: l’isola sarebbe stata infatti profusa, messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra.
Un fascino senza fasti, cui non rimase indifferente Elsa Morante la quale, all’ombra dell’agrumeto del giardino dell’Albergo Eldorado nel 1955, ebbe l’ispirazione per il romanzo che due anni dopo le valse il Premio Strega: L’isola di Arturo.
E’ il 1994, l’anno che vede la fine delle riprese della trasposizione cinematografica italiana della storia de Il postino – con la regia di Michael Radford e protagonisti Massimo Troisi nei panni del postino Mario Ruoppolo ed il poeta cileno Pablo Neruda, interpretato da Philippe Noiret – che rendono merito al suggestivo e coloratissimo Porto della Corricella, così come alla spiaggia del Pozzo Vecchio e alla Locanda del postino.
E’ il 9 settembre 2015, Phil Schiller, product manager della Apple, durante la presentazione dell’iPhone 6, per mostrare la grande risoluzione fotografica raggiunta dall’ultimo gioiello della società di Cupertino, ha mostrato un’immagine da mare della Corricella, splendido borgo marinaro dell’isola di Procida.
Nel 2021, Procida torna a far parlare di sé, e lo fa a gran voce legandosi a doppio filo alla forza della cultura, mostrando il volto nuovo e determinato di una realtà vibrante che ha voglia di credere in un microcosmo diverso, migliore e possibile.
Dopo Ravenna, Lecce, Cagliari, Perugia e Siena nel 2015, Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma per il 2020+21, Procida, orgoglio del Golfo di Napoli, viva e rara espressione di quell’Italia legata al mare, che punta sulla poesia, sul turismo slow, sulle attività per rilanciare il turismo.
Marina della Corricella
Il Postino
I colori di Procida per Apple / presentazione iphone-6s
La cultura, dunque, non solo come valore aggiunto, ma come chiave per la destagionalizzazione della domanda turistica, nonchè posta al centro di una programmazione fondata sui valori della Bellezza (non fine a se stessa), della sostenibilità e della tutela: quella paesaggistica e ambientale, e quella della Storia dei territori, fatta di testimonianze di grande valore archeologico, artistico ed architettonico, ancora concrete, visibili e rilette in chiave contemporanea in un programma che riprende luoghi e beni fortemente evocativi della mediterraneità e li rende simbolo di benessere e solide tradizioni del miglior sapere vivere all’italiana.
La motivazione che ha decretato la sua vittoria, è stata infatti la seguente:
“Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee.
Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono”.
Cosa ha vinto Procida? Un milione di euro per realizzare tutti i suoi progetti e un’altra buona occasione per stare per un anno intero sotto i riflettori del turismo nazionale e non solo, ed essere tra le protagoniste di una bella e importante ripresa.
Lingua Procidana
Forno La Panetteria
Da Girone
Girone
Ristorante “Gorgonia”
Spaghetti ai Ricci di Mare del Ristorante “Gorgonia”
E, sperando che il 2022 porti con sè la ritrovata libertà di viaggiare, mangiare e scoprire, non fatevi mancare una tappa in questa Isola intensa, immensa, residenza privilegiata di un popolo di mare. Se avrete la fortuna di premere il suo terreno, ricordate i nostri preziosi consigli per quattro approdi di sostanza e sapore.
Fate colazione a Marina Grande al “Bar Dal Cavaliere” e assaporate la “Lingua Procidana”, se preferite il salato affondate nelle delizie salate, lievitate e non, del Forno “La Panetteria”, poi pranzate in spiaggia, alla Chiaiolella (ciraccio) “da Girone”, cenate nello splendido Borgo dei Pescatori direttamente sul porticciolo della Corricella, con tavoli all’aperto ad un passo dal blu, in quel del Ristorante “Gorgonia”.
Bar “Dal Cavaliere” | Indirizzo: Via Roma, 42, 80079 Procida NA
Forno “La Panetteria” |Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 157, 80079 Procida NA
La Galette Des Rois è una misteriosa e fragrante torta francese tradizionalmente preparata per l’Epifania. Una “ruota della fortuna” carica di storia e simbologie, diventata molto popolare per il suo valore benaugurale. Tanto richiesta che, nel corso degli anni, ha moltiplicato la sua domanda, e il periodo di preparazione e disponibilità di questa delizia sui banchi delle vere Boulangerie continua ad allungarsi abbracciando da Natale fino a tutto Gennaio.
Jildaz Mahé, appassionato e ottimista proprietario di Le Carré Français – raffinata insegna parigina in Via Vittoria Colonna a Roma – ci racconta come la Galette sia diventata quest’anno un duplice simbolo: quello di una resistenza del fare, psicologica, proattiva e che ha già vinto la sua sfida, e quello di una rivincita di numero sui più cupi pronostici.
A contrastare un destino scritto la Galette Resiste e Vince. E continua ad essere meticolosamente preparata con ingredienti e materie prime francesi che arrivano in esclusiva dalla Francia. La sua produzione è molto costosa, ma a Le Carré Français conoscono solo un modo di fare le cose, quelle fatte bene. La Ricetta ce la racconta passo passo Giancarlo Bruno, Boulanger & Pastry Chef e Denì, apprendistaBoulanger.
Antica e affascinante è la sua storia. Il nome francese deriva dai tre Re Magi della tradizione cristiana, per celebrare il loro arrivo carico di doni al cospetto di un Bambino chiamato Gesù, nel giorno dell’Epifania. Ma la sua storia è ben più lontana, e arriva fino alle suggestive celebrazioni romane indette ogni anno per onorare il Dio Saturno, passando per una deviazione francese dal sapore rivoluzionario.
La particolarità della Galette risiede non tanto nella sua forma, ma nel suo contenuto.
Non quello di crema frangipane, tipico di quella francese più celebre, ma quello simbolico, racchiuso in un piccolo oggetto nascosto al suo interno, tradizionalmente il fève o fagiolo, che renderà Re o Regina per l’intera giornata chi lo ritroverà nella sua fetta.
Per questo motivo la Galette Des Rois, viene sempre accompagnata da una “coroncina di cartone” destinata al fortunato o fortunata.
La ricerca del fagiolo nella torta si svolge con un rito particolare: il più piccolo tra i commensali si dovrà nascondere sotto il tavolo, mentre la persona più grande taglierà la Galette in tante fette quanti sono gli ospiti, le quali verranno distribuite secondo il volere del bambino, o del più piccolo della tavolata.
E’ proprio in questa ritualità tramandata che si nasconde una radice ancora più antica, che affonda nel passato dell’antica Roma, in occasione dei Saturnali , un ciclo di festività della religione romana, dedicate all’insediamento nel tempio del titano Saturno e alla mitica età dell’oro, che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre, periodo fissato da Domiziano, nell’Epoca Imperiale. Con l’avvento del cristianesimo anch’essa è entrata a far parte dei dolci legati alle festività cattoliche.
I Saturnali servivano a invertire l’ordine sociale per contrastare i giorni nefasti di Saturno e vedevano l’organizzazione di grandi banchetti con la partecipazione degli schiavi e dei padroni, durante i quali veniva offerta una torta con all’interno un fagiolo. Lo schiavo che lo trovava era il princeps, “il re per un giorno”.
Durante la Rivoluzione Francese, la torta prese anche il nome di Gateau de l’égalité -la torta dell’uguaglianza- così, il giorno dei Re, divenne il giorno dei Sans-Culottes, ovvero i rivoluzionari francesi delle classi questi: i cambiamenti e le sue attribuzioni rimasero temporanei, ma non la sua preparazione carica di suggestioni.
Le fave, soprattutto intorno al XX secolo, si sono poi trasformate in statuine e in piccoli oggetti artistici realizzati in metallo o porcellana nelle versioni più sofisticate in metallo, plastica dura o ceramica per resistere alla cottura in forno.
Una “dolce roulette della fortuna” diventata così popolare da gettare in Francia persino le basi di una vera passione chiamata favofilia, ovvero il collezionismo di questi “fagioli”, in particolare quelli più rari e preziosi.
Nella sua forma più recente e celebre, La Galette de Rois, si presenta luminosa, quasi un inno al sole, con il suo scrigno di pasta sfoglia, un ripieno di crema frangipane a base di farina di mandorle, zucchero, burro, uova in parti uguali.
La composizione stessa della Galette Des Rois nasconderebbe inoltre anche dei significati mistici: la leggerezza della pasta sfoglia unita alla forma circolare, rispecchierebbe quella del cielo, cosicché mangiarne un pezzo significherebbe ingerire parte della saggezza del cosmo; la mandorla, che ne caratterizza il gusto, deriva geometricamente dall’unione di due cerchi, come la sovrapposizione del mondo divino e quello umano; infine il fagiolo, utilizzato originariamente nella sua forma vegetale, è uno dei primi semi a germogliare in primavera, quindi sarebbe un simbolo della rinascita della vita.
Racconta Jildaz Mahé, appassionato comunicatore e divulgatore dell’arte di vivere che passa dalla tavola, nonchè tenace e capace proprietario di Le Carré Français Roma: “La tradizione vuole che sia il panettiere a fare la Galette. In Francia la panetteria è arte, un’arte di vivere. La legge del ‘93 le protegge la professione valorizzando l’artigianalità. Infatti, puoi definirti Bounlangier solo se rispetti il lavoro preciso dell’artigiano che ha come prima regola quella di non utilizzare nulla di congelato nell’ambito della preparazione. Per esempio i forni comuni o i banchi della panetteria al supermercato non possono usare il titolo di Boulangerie. Per essere una Boulangerie, così come lo siamo Noi, bisogna lavorare sempre e solo con materie prime fresche. Non ci può essere nulla di congelato.
Jildaz Mahé
Qui abbiamo 21 ricette di pane partendo da 6 tipi di farine francesi consegnate appositamente per il Carré Français: baguettes, pan carrè, pane campagnolo, pane di segale, pane farcito alle olive ed uva sultanina e via così. I nostri Bolulangier arrivano qui alle 2 del mattino. Ogni ricetta della mattina è organizzata in base alla temperatura dell’acqua. Io do loro gli ordini quotidiani di pane e dolci. Oltre ai pani infatti, anche la cornetteria produce un lavoro intenso e quotidiano, con migliaia di pezzi sfornati ogni giorno. Durante il periodo delle festività natalizie, di tradizione, sforniamo nostra la Galette des Rois, eseguendo la ricetta tradizionale francese.
Quest’anno in particolare la Galette des Rois si è caricata di un duplice valore. La sua richiesta ci ha fatto di anno in anno ampliare il periodo di produzione che adesso abbraccia da Natale a tutto gennaio. E quest’anno in particolare per è diventato un simbolo della Resistenza allo psicodramma collettivo, e quello di una Rivincita, una scommessa interna già vinta e che getta luce sul futuro – continua Jil – la resistenza della Galette è per Noi un simbolo di rivincita su un destino che sembrava nefasto; abbiamo affrontato questo periodo con positività, sempre con il sorriso, nonostante tutto, rimboccandoci le maniche e andando avanti con visione e cura dei nostri clienti.
Le consegne, per esempio, le abbiamo fatte in prima persona per il piacere di farlo, la voglia e il bisogno di non perdere il contatto (anche se a distanza) con i nostra clientela. Tutti questi sforzi hanno portato risultati. La nostra clientela ci ha premiato. Ma il risultato è stato determinato dall’ approccio mentale che abbiamo avuto, e questa io la chiamo sia “Resistenza della galette” sia “Rivincita della Galette”, una resistenza psicologica proattiva e una rivincita data dal fatto che, viste le previsioni avremmo dovuto stimare meno dell’anno scorso.
E invece nei primi 15 giorni di gennaio 2021 abbiamo venduto tante Galette Des Rois quante tutte quelle vendute in tutto gennaio 2020 (Gennaio 2020: 700 galette des Rois 1-14 gennaio 2021: 700 galette) Tanto che è partita una sfida interna per superare il migliaio di pezzi. E rimaniamo ottimisti.
A contrastare un destino scritto: la Galette Resiste e Vince. E continua ad essere meticolosamente preparata con ingredienti francesi che arrivano dalla Francia. La sua produzione è molto costosa, ma da Le Carré Français conoscono solo un modo di fare le cose, quelle fatte bene. La Ricetta ce la racconta passo passo Giancarlo Bruno, Boulanger & Pastry Chef e Denì, apprendistaBoulanger.
Inoltre, dal 21 dicembre, sul sito www.carrefrancais.it, sarà disponibile la video ricetta del pastry chef Giancarlo Bruno per seguire il procedimento passo dopo passo e senza il rischio di sbagliare.
Pasta sfoglia. Farina, acqua, burro e sale. Materie prime francesi. Lavorata per due giorni con la sfogliatrice alternando i riposi. Dopo averla stesa si ricavano dei dischi. Servono due dischi per ogni Galette. Una volta stesa e tagliata facciamo un giro di pennello con uovo sbattuto quasi sul bordo, dove andremo a sigillare i lati.
Andremo a farcire con una crema frangipane, composta in ugual misura da farina di mandorle, burro, zucchero, uovo e crema pasticcera. La quantità sarà proporzionale alla grandezza del disco.
Le Galette Des Rois di Le Carrè vengono preparate da due, quattro e otto porzioni; rispettivamente 10 euro, 20 euro, 40 euro. In sintesi, 5 euro al pezzo per 125 grammi a porzione.
Nella crema va nascosto l’oggetto. Dopodichè si sovrappone l’altro disco e si sigilla facendo aderire bene i bordi. La capovolgiamo sulla teglia e spennelliamo il disco con un leggero strato di uovo, per dare luce e colore. Poi si fa questa operazione che si chiama “ciquettage”, ovvero si merletta con un ferro, per bellezza e per sigillare i bordi.
Sopra si possono fare varie line, disegnare forme e decori. In questa occasione la decoriamo a rombi, semplice ed elegante. Poi bisogna bucare il primo disco per fare in modo che durante la cottura fuoriesca l’aria per ottenere un composto denso e compatto.
Si inforna a 180 gradi per forno ventilato, 200 se forno statico, per 40/45 minuti. Quando al centro è ben colorata, è cotta. Il giorno stesso può essere conservata a temperatura ambiente, poi può essere mantenuta in frigorifero.
Il consiglio è quello di accendere il forno e riscaldarla prima di servirla. Il massimo si esprime nelle prime 48 ore. La trovate a LeCarré Français, Via Vittoria Colonna, 30. Piazza Cavour. Roma. In modalità asporto e delivery. Menu: carrefrancais.itOrdina: deliveroo.it Telefono: 06 6476 0625
#ioapro1501 è l’hashtag che sigilla l’iniziativa nazionale che vedrà, domani 15 gennaio 2021, locali e ristoranti rimanere aperti oltre le 18 e che coinvolgerà più di 30mila esercenti.
Molte categorie sono ormai al collasso e, per questa ragione, ormai allo stremo delle forze, hanno deciso di riaprire sfidando il DPCM, Ma la protesta sarà assolutamente pacifica, scopriamo insieme gli scopi della protesta e come fare per aderire.
Esausta e pacificamente reazionaria. E’ la Ristorazione fotografata nel Gennaio 2021. Stanca e Stremata da un anno difficile da sostenere. Io apro 1501 è l’iniziativa che coinvolgerà decine di migliaia di ristoratori pronti a riaprire esercitando diritti costituzionalmente garantiti.
E sono e saranno davvero tanti i ristoratori che sceglieranno la via della “protesta pacifica” sperando possa produrre più risultati delle manifestazioni urlate in piazza. Sceglieranno così di non attenersi più alle fasce orarie imposte loro dai DPCM e riprendere a lavorare “normalmente” sempre e comunque nel massimo rispetto delle Norme, che sono quelle rimaste in vigore ed osservate alla lettera dalla ristorazione, dai bar, dai pub, dai locali, dai cinema e dai teatri, palestre, etc.
Quindi distanziamento, mascherine, gel igienizzante e buon senso del gestore che dovrà, in base al suo locale, fare di tutto per evitare occasioni di contagio ed eventuali assembramenti.
IOAPRO1501: gli scopi dell’iniziativa
“Si riapre per la sopravvivenza” dicono i ristoratori, questa è la prima motivazione e la più valida di tutte, perchè le chiusure non hanno risolto il problema sanitario e la ristorazione, con tutto il nuovo sistema di regole imposte, si è dimostrata essere la categoria che non danneggia o mette in pericolo il Paese a livello sanitario.
Nonostante questo, è tra quelle che ha subito maggiori danni a livello economico trovandosi ad affrontare uno stato di necessità mai fronteggiato in questi termini.
La protesta ha un programma semplice e “Io apro per non chiudere più” è uno dei suoi slogan di elezione: una sintesi che in poche parole fissa i confini del disagio del di una categoria che manifesta la voglia di riappropriarsi del proprio diritto al lavoro esattamente come viene sancito nella nostra Costituzione Italiana, sottolineano gli organizzatori della protesta.
#ioapro – come è nata l’iniziativa
Sembra sia nata a Cagliari la “rivolta gentile”, dove Maurizio Stara, proprietario del pub Red Fox scrive su facebook: “Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19“.
La presa di posizione si è presto allargata a macchia d’olio fino a dare coraggio a numerosi esercenti che nei giorni scorsi hanno scelto di mantenere alzate le proprie serrande e che si è fatta movimento pacifico con tanto di Video che sta diventando virale e che potete vedere cliccando QUI.
I locali aderenti, spiegano gli organizzatori, rispetteranno gran parte delle disposizioni contro la pandemia perché “non sono negazionisti” hanno spiegato, ma saranno pronti ad accogliere i clienti, nel rispetto delle regole, per contestare l’atteggiamento di chiusura nei confronti della categoria da parte dello Stato. Non vogliono passare da “untori“, hanno aggiunto, a fronte di un virus che corre nonostante tutte le misure restrittive adottate finora contro gli esercenti.
“Siamo solo dei ristoratori che si sono uniti perché stanchi dell’attuale situazione – ha racconta a Repubblica Sapori Yuri Naccarella, referente della protesta #ioapro -. Non c’è voglia di fare la guerra nei nostri intenti, l’unico vero motivo alla base della nascita del movimento è la pura necessità di andare avanti, perché i ristori promessi dallo Stato non arrivano e attualmente la liquidità non abbastanza“. Uno stato di stallo non aiutato dalle voci che si rincorrono sul prossimo Dpcm e dallo stato dell’arte ancora fumoso del prossimo Ristori 5 che ha già raccolto le proteste di molte associazioni di settore”.
Gruppi facebook, Whatsapp e Telegram aperti a chiunque voglia aderire al movimento o anche solo supportare i ristoratori presenti.
Continua Yuri Naccarella: “Noi ci aspettiamo una grande affluenza di clientela, molti cittadini ci capiscono e ci sostengono” e anche grazie a una buona campagna di comunicazione “abbiamo già ricevuto molte prenotazioni e ringraziamo le persone che hanno scelto di stare al nostro fianco. Ci aspettiamo anche un grande appoggio da parte delle forze dell’ordine, perché la nostra è una disobbedienza gentile, ancor più che civile“.
Come sarà organizzato fisicamente il lavoro? “Noi rispetteremo tutte le norme Covid, non siamo negazionisti e ci teniamo a dirlo. Riapriamo per sconfessare il rischio di chiusura totale e così abbiamo stabilito un piccolo vademecum di regole a cui attenersi: distanza tra i tavoli doppia rispetto a quanto stabilito dalla legge, osservanza rigida delle norme anti Covid-19, conti al tavolo entro le 21,45 e, per i primi tre giorni, ai clienti che sceglieranno di supportarci sarà permesso, a fronte di un regolare scontrino, di pagarci con un’offerta libera. Altra regola su cui non deroghiamo, è il rispetto nei confronti delle forze dell’ordine con cui avremo eventualmente contatti. (…) Abbiamo numerosi professionisti al nostro fianco, e aiuteremo sia le attività che i clienti, nel caso dovessero avere bisogno“.
Ma quali sono i rischi di aderire a #ioapro?
Puntualizza Confesercenti, i possibili risvolti penali: “se divampasse la protesta/resistenza massiva contro le chiusure dei luoghi di somministrazione il Codice penale contiene una norma – di cui peraltro non si conoscono recenti applicazioni – che prevede l’ipotesi di «delitti colposi contro la salute pubblica» anche in riferimento alle «epidemie». Se (caso di scuola ma da non escludere a priori) durante l’esercizio vietato e perciò abusivo di ristorazione dovessero verificarsi focolai ai tavoli – ovviamente dimostrati – in teoria la polizia giudiziaria potrebbe spingersi a contestare reati con esiti sanzionatori tutt’altro che simbolici“.
L’iniziativa #Ioapro1501 è sostenuta da una task force di legali pronti a far valere i diritti costituzionali dei lavoratori
In tutta Italia sono numerosi gli avvocati pronti ad offrire piena tutela ai Ristoratori nel caso in cui dovessero ricevere sanzioni conseguenti all’inosservanza dei provvedimenti governativi.
“Il provvedimenti governativi – spiega l’Avvocato Lorenzo Nannelli, referente legale di Io Apro 1501 – appaiono di dubbia costituzionalità in quanto sembrerebbe non essere stato operato un opportuno bilanciamento tra il diritto fondamentale alla salute e tutti gli altri diritti inviolabili”. PER GUARDARE IL VIDEO, CLICCA QUI
Il 2020 si è chiuso nel peggiore dei modi per la ristorazione: 37,7 miliardi di euro di perdite, circa il 40% dell’intero fatturato annuo del settore andato in fumo.
A tal proposito, la Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ha commentato la nuova bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prevede un incremento dei fondi al Turismo e alla Cultura, ma dimentica quelli per bar e ristoranti che, per converso, rappresentano la seconda voce di spesa per i turisti, tradotto in soldoni, circa 21 miliardi di euro.
In italiano significa “piano di ripresa”. Soni i Recovery fund-Plan, progetti nazionali di riforme che ogni singolo Paese membro dovrà presentare a Bruxelles per ottenere gli aiuti del Recovery Fund. La scadenza per l’invio del documento alla Commissione europea per la valutazione è fissata ad aprile 2021.
Francia e Germania hanno già pronto il proprio Recovery Plan mentre in Italia sono state definite le linee guida che serviranno a giustificare come verranno spesi i 208 miliardi di euro in arrivo dall’Unione Europea, 127 miliardi sotto forma di prestiti e altri 81 come sovvenzioni.
L’Italia, insieme alla Spagna, è il maggiore beneficiario di questa misura europea che in tutto vedrà lo stanziamento di 750 miliardi di euro, da dividere tra i diversi Stati.
Recovery fund: cosa prevede il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
Il presidente del Consiglio ha più volte dichiarato che si tratta di un’occasione unica per l’Italia per mettere in atto tutte quelle riforme che aspettano da tempo di essere attuate, in particolare la Riforma fiscale e la svolta green del Paese.
A Dicembre 20202, la bozza del Recovery plan individuava sei missioni che riguardavano determinate aree tematiche strutturali di intervento. A loro volta le missioni venivano suddivise in cluster (insiemi) di progetti omogenei e funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.
Le sei missioni:
1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
3. Infrastrutture per la mobilità;
4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
5. Equità sociale, di genere e territoriale;
6. Salute.
In particolare, il Recovery plan italiano punterà sull’alleggerimento della pressione fiscale, con una Riforma dell’Irpef volta a ridurre le tasse per il ceto medio e i nuclei con figli.
Di fondamentale importanza anche gli interventi per la digitalizzazione e innovazione, specialmente della Pubblica Amministrazione dell’istruzione, della sanità e del Fisco, la rivoluzione verde e transizione ecologica, il via libera al Family Act, politiche attive del lavoro e il piano per il Sud.
Pensando alle infrastrutture si punta in particolar modo alla realizzazione di una Rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica, allo sviluppo delle reti 5G e all’Alta Velocità.
La ristorazione rimane uno dei comparti più colpiti dalle conseguenze del Covid-19, il 2020 si è chiuso negativamente tra lockdown e regioni colorate con 37,7 miliardi di euro di perdite, circa il 40% dell’intero fatturato annuo del settore. Storicamente, nel periodo delle festività dicembrine per una parte rilevante dei locali si arrivava a generare fino al 20% del fatturato annuo: nel quarto trimestre 2020, invece, le perdite registrate sono state ancora peggiori di quelle del II trimestre riferito al primo lockdown.
Questa fine anno dai mille colori, ha di fatto vanificato gli sforzi estivi che pure avevano portato ad un contenimento delle perdite in alcune aree turistiche del Paese. Le grandi città, ed in particolare le città d’arte, dove ha pesato di più l’assenza del turismo internazionale, non hanno invece beneficiato nemmeno della tregua estiva, registrando perdite complessivamente superiori all’80%.
Ma questo non è bastato ad includerla nell’architettura del Recovery Plan che pur prevede un incremento dei fondi a sostegno del Turismo e della Cultura che passano da 3,1 a 8 miliardi di euro.
E questa è un’ottima notizia afferma in una nota la Fipe – Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ma avverte: “Attenzione però a non dimenticarsi della ristorazione”.
Questo avviene mentre la Fipe, insieme alle principali sigle sindacali del Commercio e del Turismo, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, scrivono al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, per chiedere un incontro urgente per elaborare insieme un piano organico di interventi per le imprese e i lavoratori dei Pubblici Esercizi.
“La nuova architettura del Recovery Plan, cristallizzata nelle linee di indirizzo diffuse dal Mef, prevede un incremento dei fondi a sostegno del Turismo e della Cultura che passano da 3,1 a 8 miliardi di euro. E questa è un’ottima notizia. Attenzione però a non dimenticarsi della ristorazione. Se così fosse, sarebbe un danno enorme, visto che questa con 21 miliardi di euro negli anni pre pandemia rappresenta la seconda componente di spesa per i turisti e addirittura il servizio maggiormente apprezzato da parte degli stessi. Un’eccellenza assoluta che deve essere valorizzata soprattutto ora che il turismo necessita di un’azione di forte rilancio”.
“Non dimentichiamoci – aggiunge la nota diffusa dalla Fipe – che uno degli obiettivi del Recovery Plan, così come disposto dall’Unione Europea, è quello di aumentare del 10% l’occupazione in Italia, oltre a promuovere la filiera agroalimentare e ridurre lo spreco di cibo. La ristorazione dà lavoro ogni anno a 1,3 milioni di persone, il 52% delle quali donne, e genera un valore aggiunto pari a 46 miliardi di euro. Un patrimonio da non disperdere ma, appunto, da valorizzare”.
Più soldi per la sanità (si è passati dai 9 miliardi previsti inizialmente ai 19,7), il 50 per cento degli investimenti al Sud, priorità a donne e giovani, raddoppiato il fondo per il turismo. Le buone premesse sembrano esserci tutte. Questi sono i contenuti più importanti della bozza sul Recovery plan che il governo Conte ha inviato ai partiti di maggioranza nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dovrà essere analizzata nel prossimo Consiglio dei ministri – ovviamente sarà uno dei punti cardine del confronto/scontro con la delegazione di Italia viva – e costituirà la base del confronto con Parlamento, regioni, forze economiche e sociali, terzo settore e reti di cittadinanza, così da arrivare, il prima possibile, all’adozione definitiva del Piano Next Generation.
L’obiettivo è quello di tornare a investire, di risollevare l’Italia, messa a dura prova dalla pandemia del Coronavirus. Le risorse previste nel Recovery fund ammontano a 222,03 miliardi. Di questi 209,84 riguardo il Next Generation Eu: 66,6 miliardi sono già impegnati in progetti in essere, 143,24 su nuovi progetti.
Sanità: da 9 a 19,7 miliardi
La buona notizia è che i soldi per la sanità sono passati dai 9 miliardi previsti inizialmente – contestati anche da Gino Strada di Emergency in un’intervista a Open – agli attuali 19,7. Costituiranno il 9 per cento dei fondi complessivi. La maggior parte – 10,5 miliardi cui si aggiungono 1,3 miliardi di React Eu – serviranno per l’innovazione dell’assistenza sanitaria mentre i restanti 7,5 miliardi (più i 400 milioni del React Eu) all’assistenza di prossimità e telemedicina (a cui si aggiungono 400 milioni di React Eu). L’obiettivo è quello di avere un modello di sanità incentrato sui territori e con meno frammentazioni (e differenze) regionali.
Più soldi al turismo
11,3 miliardi andranno alla digitalizzazione, all’innovazione e alla sicurezza nella pubblica amministrazione; alla ricerca, sviluppo e innovazione del sistema produttivo sono stati destinati 26,6 miliardi mentre al turismo e alla cultura 8 miliardi. La dotazione precedente, in quest’ultimo caso, era di appena 3,5 miliardi. Quindi è stata più che raddoppiata. Salgono a 32 miliardi le risorse stanziate per le infrastrutture e per una mobilità sostenibile. 28,3 per la prima componente, alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0, e 3,7 per la seconda componente, intermodalità e logistica integrata. Nella prima bozza si parlava di 27,7 miliardi. Previsto un consistente intervento sulla rete ferroviaria con 26,7 miliardi, destinati in particolare al Sud.
Tagli sulla rivoluzione verde
A fare le spese della riorganizzazione delle risorse è, invece, il fondo per la rivoluzione verde che passa da 74 a 69 miliardi. Tagliati, quindi, 5 miliardi. Si punta ad agricoltura sostenibile, energia rinnovabile, mobilità sostenibile, riqualificazione di edifici (superbonus del 110% confermato fino al 2022, nessuna nuova proroga dunque), efficienza energetica, tutela del territorio e della risorsa idrica. 1,6 i miliardi per il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori criticità.
70% di investimenti, impatto sul Pil di tre punti
Nel piano nazionale di ripresa e resilienza, predisposto dal governo e integrato con gli altri fondi europei di coesione e di React Eu, la quota degli investimenti previsti ammonta al 70%. Assicurato un impatto sul Pil di circa 3 punti percentuali e un incremento occupazionale superiore a quello precedentemente stimato.
Commenti recenti