Sara De Bellis

Categoria: MY STORY BOX

This is our archive page

Celebrato a New York ogni 12 di ottobre per ricordare Cristoforo Colombo, il navigatore che scoprì le Americhe, Il Columbus Day (Columbus Day Parade – alla quale circa 35.000 persone partecipano inclusi gruppi, bande, carri e marines) va in scena ritualmente con una grande parata a New York che percorre la Fifth Avenue. A Roma invece si festeggia da Reserva con un menu ed una cocktail list che annovera tutti sapori più tipici del Sudamerica.

Quest’anno dal rituale si passa virtuale. Oggi infatti le strade della Big Apple resteranno vuote e in silenzio. Non ci sarà, almeno per questo 2020, al suo posto uno show televisivo di un’ora e mezzo che sarà trasmesso da ABC Channel 7 dalle 12,30 alle 2 del pomeriggio, ora locale. In streaming sarà possibile seguirlo anche su altre piattaforme.

Tutto cominciò quando Cristoforo Colombo credeva ci fosse una strada più breve per raggiungere le Indie e convinse i Re cattolici spagnoli a finanziare la sua spedizione. E così Colombo partì con tre caravelle dalla Spagna in direzione ovest e il 12 ottobre 1492 vide l’America per la prima volta, pensando di essere arrivato in India e per questo chiamò gli indigeni indiani. Il primo giorno commemorativo dedicato a Colombo fu istituito nel 1792, 300 anni dopo aver messo piede in America. Poiché Cristoforo Colombo era italiano, gli italo-americani lo considerano una sorta di eroe ed hanno contribuito in maniera significativa alla diffusione del Columbus Day. Nel 1892 fu eretta una statua di Cristoforo Colombo in Columbus Avenue.

Nella Capitale, per celebrare il navigatore ligure e le sue immortali imprese, Reserva Restaurante y Cocteles si unisce ai festeggiamenti virtuali di tutto il continente americano in modo piuttosto concreto dedicando un menu ed una cocktail list con tutti i sapori ed i colori del Sudamerica: un vero e proprio viaggio attraverso le peculiarità gastronomiche di tutta l’America Latina con i suoi piatti tradizionali, cucinati da Chef Paulo Ricardo Aires, e i suoi distillati, grazie alle miscelazioni di Maurizio Musu. In sala come sempre Giorgio Zancolla curerà l’accoglienza ed il servizio.

Menu: Cozinha Tipica – Cocina Tipica – 60€

  • Pão de Queijo 
  • Dadinho de Tapioca in Salsa Agrodolce 
  • Jalapeno Ripieno (formaggio fresco, guanciale croccante e salsa Habanero)
  • Causa (patate, Aji Amarillo, pollo sfilacciato, olive, uova, pomodoro e avocado)
  • Tamal (farina di mais, maiale, Aji Panca, olive, arachidi. Cottura in foglia di platano) 
  • Chili con Carne (manzo a cubetti, Jalapeno, fagioli rossi, cipolla e pomodoro)
  • Pescado alla Veracruzana (pesce bianco, cipolla, pomodoro, capperi e peperoncino)
  • Flan de Queso (budino al formaggio, crumble e crema alla Tequila)
  • Brigadeiros (mini tartufo al cioccolato)

Coquetéis para Bucaneiros – Cócteles para Bucanero

  • Ginger Morado (Pisco Barsol) – Il Profumato 15€
  • Pina y Fresas (Pisco Barsol) – L’Aromatico 15€
  • Agave y Amor (Tequila Patron) – Lo Speziato 15€

Reserva Restaurante

Reserva Restaurante nasce nel luglio del 2019 ed è un progetto dedicato alla ristorazione sudamericana e ai sapori caraibici, realizzato e concepito degli amici Alessandro Lisi, Giorgio Zancolla e Paulo Aires.

Reserva Restaurante è un locale trasversale, informale ma elegante, in grado di descrivere al meglio la visione romantica che i tre hanno per il Sudamerica nella sua interezza e complessità.  Ambiente, colori, tonalità, sapori, musica, accoglienza e materie prime ruotano intorno ai cromatismi e alle atmosfere latine, grazie alla cucina di Paulo Aires e ai cocktail del barman Maurizio Musu. I tempi e i sorrisi vengono gestiti invece da Giorgio Zancolla, tra i più conosciuti ed influenti direttori di sala romani, sempre a disposizione per rendere la vostra esperienza al di sopra delle vostre aspettative.

Prenotazione obbligatoria al numero: 06 6813 5564
Per maggiori info: https://www.facebook.com/events/2460594900899530

Read more

L’11 Ottobre torna il sontuoso Sunday Brunch del Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel. Nuovi rituali nuovi studiati appositamente per assicurare la più assoluta sicurezza, nessuna rinuncia al piacere della scoperta, delle bontà e della bellezza.

Ogni domenica l’Executive Chef Fabio Boschero, insieme al Team dell’Uliveto e Dario Nuti Executive Pastry Chef, proporranno un lungo percorso misto sempre diverso, che parte dalla cucina italiana e abbraccia quella del mondo per regalare il piacere dell’abbondanza della tavola senza tempi e geografie.

Una tavola da condividere in coppia, in famiglia o tra amici gourmand. Un luogo dove tutto è super chic, e anche i bambini avranno il loro angolo ricco di giochi e attrazioni con animatori dedicati.

Nella nuova formula l’opulenza e la varietà resteranno invariate, quello che cambierà sarà la modalità del servizio: alcune delle pietanze saranno servite direttamente al tavolo, mentre le live station si animeranno di nuovi percorsi gourmet, garantendo agli ospiti e al team la più totale sicurezza.

Il nuovo rituale è il seguente: ci si accomoda al proprio tavolo e si viene subito accolti da un ricco benvenuto con antipasti di ogni sorta, in un tripudio di sapori e colori che metterà allegria.

I primi e i piatti caldi potranno essere scelti dalla vastissima selezione à la carte e verranno serviti al tavolo.

Le pietanze fredde, come le insalate, i crudi e i dolci verranno invece scelte e preparate come tradizionalmente nelle live stations dagli chef.

L’ampiezza delle postazioni, più ampia rispetto al passato, permette agli ospiti di avvicinarsi alle live station senza rischio di assembrarsi.

Ognuna è un piacere per gli occhi: l’esposizione armonica degli ingredienti è un’immersione nella freschezza materie prime; mentre l’interazione con lo chef permette la personalizzazione del piatto che, composto al momento, potrà essere modulato in base alle richieste dell’ospite.

L’eccellenza e la varietà del cibo restano quelle di sempre, con una rinnovata selezione di eccellenze italiane che convivono in perfetta sinergia con accenni esotici.

Un viaggio culinario nei quattro angoli del pianeta, con il Giappone a fare da quinto angolo, dove il sushi viene preparato con cura, e i noodles saltano nel wok.

In anteprima, possiamo segnalare le nuove insalate idroponiche nichel-free, fortemente volute dallo chef, e una serie di nuovi piatti che Fabio Boschero sta mettendo a punto studiando antichi libri di cucina tradizionale italiana per riportare alla ribalta il patrimonio dei piatti “di una volta”.

Immancabile lo strepitoso buffet dei dolci curato dall’Executive Pastry Chef Dario Nuti.  Il costo del Brunch a persona è di 85€ + bevande. Necessaria la prenotazione.

Come di consueto, non mancheranno i Sunday Brunch tematici, con l’attesissimo Sunday Brunch di Halloween del 1 Novembre e quello del Thanksgiving Day previsto per il 29 Novembre.

Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel

Tel: +39 06 3293785 –www.romecavalieri.com

Per Prenotare il BRUNCH

ROMHI.FB@waldorfastoria.com o chiamate +39 06 3509 2145

Read more

L’obiettivo concreto di Identità Golose, nella sua attesa e contrastata edizione 2020, sarà quello di contribuire a tracciare delle linee guida tentando di capire a fondo e lucidamente affrontare la crisi che stiamo attraversando per reagire, fare impresa e pensare a costruire un diverso domani.

Responsabilità, Rinascita e Futuro saranno infatti le parole chiave del Congresso italiano sulla Cucina d’Autore giunto alla sua sedicesima edizione – ideato e curato da Paolo Marchi – che si accomoderà dal 24 al 26 ottobre 2020 negli spazi di MiCo – Milano, per discuterne assieme ai grandi protagonisti del settore enogastronomico. Birra del Borgo, in partnership con Identità Golose, porterà quest’anno una novità assoluta: il focus sulla Trattoria Contemporanea.

Esistono tanti modi per guardare avanti e Costruire un nuovo futuro osservando attentamente il mondo, cercando di percepire la direzione che ha preso, capire se si è sulla strada giusta, cambiare marcia se necessario a volte guardando indietro traendo ispirazione da un passato proiettato verso un futuro più sano, o magari anticipando obiettivi e scelte mettendo in circolo le grandi energie italiane. 

Nel solco della fascinazione del passato, in ambito gastronomico, esiste adesso infatti un ritorno che non è un passo indietro, ma è un modo per dare nuovo sapore, spessore e personalità alla tanto salmeggiata “tradizione”.

La Trattoria che torna (anzi, è già tornata) in auge è sintomo di questo concreto sguardo al passato. Attira sempre più su di sé i nuovi imprenditori della ristorazione, affascina i nuovi cuochi e chef-artigiani, attrae le guide, i giornalisti enogastronomici e la critica di settore in quanto luogo identitario della ristorazione italiana, fedele custode del sapore e del contenuto.

Un modello che negli anni si è evoluto diventando da tavola trascurata/dimenticata dai palchi gourmet a modello di riferimento da seguire, da imitare, tanto da prendere a braccetto la nuova aggettivazione “contemporanea”.

La “trattoria contemporanea”, è infatti quel luogo che vuole tornare ad essere “sacro” che, riproponendo stilemi e vecchie icone del genere, vuole vestirsi di vera accoglienza, di informalità, di legami stretti con la cultura culinaria e popolare di riferimento territoriale con lo sguardo rivolto alla tradizione e un prezzo corretto per i propri ospiti; infine è ben legata alla filiera produttiva di prossimità, con la quale è anche capace di generare un vivido interscambio smuovendo economie locali e circolari.

Nella trattoria di oggi Birra del Borgo vede il futuro. Qui il cuoco, così come il birraio di oggi, deve mettersi in discussione, riflettendo su modelli diversi e inediti di ristorazione, sulle intersezioni tra artigianalità, numero sempre maggiore di persone da raggiungere e creatività.

Se la gastronomia è una scienza multidisciplinare, tante sono le sfumature che oggi una materia prima può assumere: e allora il cuoco, così come il birraio, il pizzaiolo, il panettiere, rappresentano oggi delle figure di confine, potenzialmente in grado di generare innovazioni importanti e rilevanti nel proprio settore di attività.

Durante Identità Golose saranno tre le finestre sul palco dedicate alla Trattoria in collaborazione con Birra del Borgo:

  • Sabato 24 Ottobre si discuterà de “il futuro della Trattoria” con Marco Bolasco (Direttore Enogastronomia GIUNTI), Eugenio Signoroni (Curatore Osterie d’Italia e Birre d’Italia), Juri Chiotti ( Reis, Frassino – Cuneo) e Diego Rossi (Trippa- Milano);
  • Domenica 25 ottobre, alle 11,50 sempre Diego Rossi salirà sul palco sotto la regia di Marco Bolasco per raccontarsi e lanciare un’anteprima assoluta;
  • Lunedì 26 ottobre, alle 15:30 nella sala Blu, all’interno di “IDENTITÀ DI PANE E PIZZA” Luca Pezzetta Chef de L’Osteria di Birra Del Borgo (via Silla, Roma) racconterà due ricette ispirate alla tradizione romanesca e al suo percorso di pizzaiolo legato al mondo della birra.

Juri Chiotti e Diego Rossi sono due grandi interpreti del vecchio/nuovo concetto di Trattoria. Uno ha costruito la sua realtà intorno alla Val Varaita, che è l’origine di qualsiasi suo ragionamento e dalla quale Juri prende la quasi totalità dei prodotti che utilizza e che in gran parte coltiva e alleva da sé.

L’altro ha preso gli stilemi della trattoria e li ha catapultati nei giorni nostri, li ha resi attuali e, in una delle città che più hanno contribuito a definire i tratti della trattoria, insieme al suo amico e socio Pietro Caroli, ha scritto una pagina nuova. Diego ha infatti reso “main stream” questi argomenti, grazie alla popolarità che un luogo come Milano può dare, Juri vive sulla propria pelle l’essenza di queste cose, a stretto contatto con la terra, diventando lui produttore per capire meglio questi concetti.

Credere nel non prendersi troppo sul serio ma al tempo stesso esaltare il valore culturale e educativo che oggi ha assunto il mestiere del cuoco. Far pagare prezzi più popolari per sensibilizzare le masse su temi importanti: sostenibilità delle produzioni, cultura alimentare e salvaguardia della biodiversità. Il pensiero di questi due grandi interpreti ben sintetizza il “Senso di Responsabilità, costruire un nuovo futuro” tema di Identità 2020. Esaltare al massimo il lavoro di contadini, allevatori e artigiani che mettono in moto il “processo”, alterare il meno possibile la materia prima, presentarla in modo semplice e diretto, senza sofisticazioni, dura e pura come le sapienti mani di coloro che l’hanno concepita.

L’OSTERIA E LUCA PEZZETTA

 L’Osteria di Birra del Borgo sintetizza alla perfezione il pensiero del birrificio che l’ha ideata: è un luogo dal sapore nuovo ma autentico, raccontato, come nelle osterie di una volta, da uno staff attento, dedito alla ricerca e alla selezione delle materie prime. Nel tempo il locale ha scelto linguaggi diversi per raccontarsi ma di sicuro la relazione con il territorio e i suoi prodotti non è mai stata una variabile di poco conto.

La birra è la protagonista indiscussa che guida la cucina verso accostamenti coraggiosi e sorprendenti. E poi tanti caratteri della vecchia osteria ripensati per adattarli agli stili di vita di oggi e altrettanti nuovi, quelli che la rendono un’osteria moderna. Uno su tutti l’impianto da 350 litri con grande tino a vista, due fermentatori in legno e le anfore in terracotta utilizzate per far maturare le specialità birrarie prodotte in casa. 

Il format ha funzionato, grazie anche alla passione e al lavoro del suo chef pizzaiolo Luca Pezzetta che in osteria ha introdotto la pizza gourmet che si consuma al tavolo, servita come un piatto d’autore. Sovvertendo le regole della pizza, lavorando come un panificatore e sfornando ogni giorno lievitati di diverse forme e consistenze, Luca Pezzetta si è guadagnato un posto nell’olimpo dei pizzaioli da segnare in agenda se si vuole mangiare una buona pizza nella capitale.

Tecnica, curiosità e voglia di stupire hanno guidato Luca e oggi l’Osteria ha in carta sei diverse tipologie di pizza prodotte partendo da impasti e tecniche di lavorazione differenti, nonchè un’ ampia selezione di birre anche loro, come la pizza, in continuo fermento.



Read more

Aprirà i battenti nella centralissima piazza San Silvestro, tra via del Corso, via del Tritone, piazza Colonna e Fontana di Trevi: parliamo della prima caffetteria romana dello storico marchio statunitense ‘Starbucks’, che alle Mura Vaticane preferisce una posizione strategica tra magnifici monumenti e grande shopping; lì dove un mug di caffè e il wi-fi libero non vale solo un pit-stop necessario e corroborante, ma diventa ovviamente funzionale ad un selfie o ad una storia su instagram capace di generare nuovi gradimenti e di potenziare di molto l’eco di una già lucida operazione di marketing.

Non sarà come quella di New York al civico 11 di Old Fulton St. a Dumbo, spettinata ma molto cinematografica, proprio sotto l’imponente e suggestivo Ponte di Brooklyn; nè tantomeno come quella da togliere il fiato e sostituirlo con sospiri di caffè in quel del Meatpacking District – Manhattan – accanto al Chelsea Market e quarta Roastery al mondo, dopo le aperture di Seattle, Shangai e quella tutta artigianale di Milano – immaginata da Kevin Johnson, Ceo di Starbucks, per celebrare anche scenograficamente il caffè dal chicco al tazzina fugando il mug e concependo le Roastery come “l’esperienza massima di tutto ciò che ruota attorno al caffè senza nulla di simile al mondo.” (cit.)

Tra una visione e una celebrazione, l’apertura romana di Starbucks Coffee nel frattempo continua ad arrancare continuando non solo a cambiare date d’apertura (che si rincorrono ormai dal 2017) ma anche a cambiare location. L’atteso quanto annoso sbarco ha continuato infatti negli anni a subire rimandi a causa di ritardi burocratici di varia natura, non ultimo il Covid 19 che ha imposto un ripensamento generale dei piani aziendali.

Stando alle fonti sarebbe stato proprio il virus a interrompere “l’affare vaticano”: l’alta affluenza di turisti lungo le mura Vaticane avrebbe garantito un buon punto di partenza per l’egemonia Sturbucks, ma il crollo del turismo nella Capitale, la chiusura dei Musei e le difficoltà relative, hanno forzato un cambio di rotta e la connessa necessità di rivolgere lo sguardo altrove.

Così, da via Leone IV passando per un’ipotetica location all’interno della stazione Termini, la scelta è ricaduta a sorpresa su piazza San Silvestro, ben collegata e sempre piena di turisti per via della posizione strategica tra magnifici monumenti e grande shopping tra i marchi della moda più celebri; lì dove un mug di caffè e il wi-fi libero non vale solo un pit-stop necessario e corroborante, ma diventa ovviamente funzionale ad un selfie o ad una storia su instagram capace di generare nuovi gradimenti e di potenziare di molto l’eco di una già lucida operazione di marketing.

«Abbiamo creato un settore che non esisteva. Abbiamo trasformato una bevanda, la sua preparazione e i suoi ingredienti italiani, in un’esperienza di vita. Abbiamo creato un linguaggio che non esisteva. Abbiamo trasformato la cultura e migliorato la vita della gente con una semplice tazza di caffè non solo in America, ma in tutto il mondo. Questa è la verità». Tutto questo è Starbucks secondo Howard Schultz, intervistato da Taylor Clark per il libro, edito in Italia da Egea, “Starbucks. Il buono e il cattivo del caffè.”

La caffetteria di matrice statunitense avrà dunque come prima casa capitolina Palazzo Marignoli, all’angolo sinistro del palazzo, lato San Silvestro, al posto di una banca già smentellata da tempo.

Il Palazzo è lo stesso dell’Apple Store in cantiere da anni ma è possibile che, vista l’esigenza di aprire, batterà sul tempo anche l’apertura del negozio di high-tech, sottolinenando la potenze delle logiche o logistiche americane. L’inaugurazione del Primo STURBUCKS COFFEE ROMA è comunque prevista tra pochi pochi mesi, forse proprio tra Natale e San Silvestro. A noi non resta che aspettare, magari bevendo un italianissimo espresso.

Read more

Di nazionalità francese, figlio di Marie e Jean-Baptiste, ha iniziato il suo apprendistato nella cucina di famiglia divenuta poi Les Frères Troigros, rinomata maison proprio di fronte alla stazione ferroviaria di Roanne (Loira). Un luogo ameno perfetto per accogliere l’ardore gastronomico che animava Pierre Troigros e suo fratello Jean. Rivoluzionario con i piedi per terra, ha spento la luce della cucina a 92 anni, lasciandoci una luminosa eredità di stelle, visioni e concetti sul sapore.

Pioniere della nouvelle cuisine, la guida Michelin lo ha definito “un gigante alla pari di Bocuse, con il quale ha rivoluzionato la cucina“. Una straordinaria capacità nell’avvicinare sapori in modo anche audace me sempre armonico. Creatore innovativo di piatti iconici, il “saumon à l’oseille” – salmone all’acetosa – è la sua celebre opera, un piatto leggendario della casa Troisgros, creato quasi per caso nel 1963.

Mentre Jean e Pierre Troisgros scoprivano la tecnica per appiattire il salmone alla Maxim’s, la madre portò loro dell’acetosella colta nel giardino limitrofo alla cucina.

Tutto è iniziato da lì, ha raccontato Michel Troisgros, figlio di Pierre, una manciata di acetosella condita in una crema molto buona, con un salmone talmente schiacciato che non avevano a disposizione un piatto abbastanza grande per servirlo“.

La leggenda vuole che per questo piatto siano stati infatti inventati il ​​grande piatto da servizio e il cucchiaio per salsa. (fonte https://www.lemonde.fr/m-styles/article/2014/10/23/l-escalope-de-saumon-a-l-oseille-de-la-maison-troisgros_4510760_4497319.html)

Il “manzo al Fleurie e al midollo” e la “terrina di verdure Olympe con legumi croccanti“, sono gli altri piatti che valsero le tre stelle Michelin: la prima ottenuta nel 1955, la seconda nel 1965, la terza nel 1968, anno in cui Christian Millau – giornalista e scrittore di fama mondiale – definì La Maison Troisgros «il miglior ristorante del mondo». Stesse parole che più recentemente, nel 2007, la guida Zagat ha scelto per definire questo ambito luogo di culto e cultura.

Pierre Troisgros e la storia di una Dinastia di Gourmet

Nato il 3 settembre 1928, Pierre Troisgros è stato allevato con il fratello maggiore Jean nel segno gusto del buon cibo da sua madre Marie nella cucina di famiglia dell’Hôtel Moderne, mentre suo padre che serviva nella sala da pranzo.

Inizia la sua carriera come chef de partie al Lucas Carton di Parigi, dove conosce Paul Bocuse, con il quale stringe una sincera e fedele amicizia che durerà 70 anni trascorsi ad affilare lame e conoscenze tra il Pyramide di Fernand Point, il Chez Maxim’s e il Crillon dove perfeziona il senso della Grande Tavola.

Nel 1953 suo padre richiama Pierre e suo fratello Jean a rilevare l’azienda di famiglia per introdurre e definire, dopo le privazioni della guerra, il ritorno di una cucina di qualità che valorizzi i prodotti della terra con salse più leggere e cotture più brevi.

Il ristorante diventa Les Frères Troisgros, con Pierre in cucina, Jean come maestro saucier e Jean-Baptiste che rimane in sala da pranzo e in cantina, rinomato per onorare i vini di Borgogna. Il successo fu immediato e la loro prima stella Michelin illuminò dal maison già due anni dopo.

Pierre Troisgros e suo fratello Jean creano così un nuovo stile: è la cucina e non la sala da pranzo a beneficiare dei loro primi investimenti fino a far diventare l’albergo-ristorante di famiglia a Roanne un monumento della gastronomia con una cucina d’avanguardia e semplice al contempo, destinata ad essere imitata in tutto il mondo.

Compagno d’avventura di Monsieur Paul Bocuse “per oltre 70 anni di amicizia fuori dall’ordinario” quando nel 1983 morì Jean Troisgros, Pierre ha continuato con il figlio Michel.

Si ritirò dagli affari all’inizio degli anni ’90, lasciando Michel a continuare l’avventura di questa prestigiosa dinastia gourmet, iniziata nel 1930 dai suoi genitori. Attualmente lavora con il figlio César, rappresentante della quarta generazione di Troisgros, nel ristorante di Ouches, in campagna, a una decina di chilometri da Roanne.

Nel 1998, il ristorante ha celebrato trent’anni consecutivi (1968-1998) delle sue tre stelle Michelin, confermando la sua reputazione internazionale come il migliore tra l’élite della cucina francese, con continuità da tre generazioni e che ha reso questa cittadina situata al confine tra l’Auvergne, la Borgogna e la valle del Rodano, sulla Nationale 7 sull’itinerario turistico che porta alla Costa Azzurra, tappa fondamentale per i buongustai di tutto il mondo.

In copertina: Pierre Troisgros et son fils Michel et son petit fils Cesar © PASCAL DELLA ZUANA / Sygma via Getty

Troisgros

place Jean Troisgros
Roanne T. +33.(0)4.77716697
info@troisgros.com

Read more

ADELAIDE al Vilòn, raffinato “angolo” intimo e charmant all’interno di Palazzo Borghese, ha pensato ad una nuova formula per il pranzo. Si chiama SMART EATING, dal lunedì al sabato – dalle 12 alle 15, un pranzo veloce di sapore contesto e contenuto, da vivere all’aperto nel patio, all’interno nella sala, al bancone o ai tavoli di uno dei cocktail bar più belli della Capitale.

Che sia pausa pranzo, pranzo di lavoro o pausa tra lo shopping da ADELAIDE al Vilòn la pausa pranzo diventa un break chic goloso grazie ad un menu speciale che cambia settimanalmente creato dallo Chef Gabriele Muro. Un menu che strizza l’occhio a due delle tradizioni gastronomiche che più apprezzate, quella partenopea e d’origine dello Chef, e quella di Roma, città che lo ha adottato da ormai 10 anni.

La formula prevede: il benvenuto dello Chef, un piatto a scelta dal menu business lunch, una “dolce coccola”, caffè e acqua, il tutto al prezzo di 25€.

L’hotel, che all’inizio di giugno a Roma è stato il primo a riaprire tra i cinque stelle, proprio per soddisfare le numerose richieste dei clienti più affezionati, alla ripresa autunnale lancia una formula per una nuova quotidianità di lavoro e convivialità, veloce ma in tono con quello che è diventato un piccolo salotto gourmet dai sapori gioiosi.

Così ADELAIDE inventa un menu “fuori casa” che interpreta e risponde ai cambiamenti in una cornice elegante di accoglienza e gusto, che abbraccia le nuove regole di convivenza aprendosi a format e idee capaci di dare nuovi impulsi al settore e nuovi stimoli ai fortunati ospiti.

Una formula inedita, smart e friendly la definirei, anche e soprattutto per il costo molto contenuto per un boutique hotel de charme 5 stelle lusso con una cucina gastronomica, che parte con l’autunno – racconta Giorgia Tozzi, direttore dell’Hotel Vilòn – in risposta al desiderio delle persone di frequentare e ritrovarsi in ambienti che non siano quelli domestici, di farlo in sicurezza assoluta, superando ogni diffidenza, fidandosi, in ambienti dove poter anche fermarsi, magari per lavorare o darsi un appuntamento.

Ci auguriamo così di dare anche un nostro piccolo contributo concreto ad una ripartenza effettiva delle attività economiche nel centro storico, suscitando una sempre maggiore frequentazione del cuore pulsante di una città che stenta a ripartire. Una formula che immaginiamo possa generare un certo turnover dal momento che la fascia temporale è ampia dando modo ai clienti di alternarsi in un arco di tempo che risponde ad esigenze diverse, così come la nostra offerta in menu, tale da non avere mai situazioni di affollamento, garantendo quella tranquillità, protezione ed attenzioni che caratterizzano la nostra ospitalità personalizzata alla quale sovrintende Samuele Florio.

Tra i piatti spesso in menu anche l’Amatriciana segnalata e altri piatti iconici come l’Ajo, Ojo e Baccalà, le polpette, gli involtini, le melanzane alla parmigiana o le alici come si cucinano a Procida.

Adelaide e Salotto 

Ristorante & Bar all’interno del VILÒN Luxury Hotel / Via dell’Arancio 69 – 00186 Roma Tel. 06/878187 www.hotelvilon.com lunedì- domenica ore 12.00 – 15.00 e 19.00 – 22.30

Read more

Prosegue fino a domenica 20 settembre la 17^ edizione di Vinòforum – Lo Spazio del Gusto di Roma nel verde del Parco Tor di Quinto. Più di 12.000 mq, 600 aziende vitivinicole di qualità e 2.500 etichette in degustazione, grande cucina, laboratori sull’Olio Evo, Top Tasting con degustazioni dedicate ad alcune delle perle della viticoltura guidate da produttori, enologi e personaggi di primo piano del settore, approfondimenti sul caffè e sul Sigaro Toscano.

Mangiare e bere sono da sempre due attività estremamente correlate, mescolate tra loro. Mangiare, assaporare le proposte dei piatti dei grandi chef al lavoro nelle cucine a vista della manifestazione, e poter sperimentare abbinamenti con le etichette in degustazione è un modo per divertirsi e contestualmente formare il palato.

I temporary restaurant di Vinòforum ospitano infatti fino al 17 Settembre alcuni dei migliori osti e cuochi di Roma e del Lazio, che per l’occasione propongono tre tra i propri piatti più iconici e acquistabili, senza prenotazione, a partire da una popolare cifra di 6 euro a portata.

Potrete scegliere tra Tommaso Tonioni di Achilli al Parlamento (Roma), Yamamoto Eiji di Sushisen (Roma), Federico Delmonte di Acciuga (Roma), Paolo Borgese di Collegio (Roma), Marta Maffucci di Misticanza (Roma) e Stefano Caucci di Peppo al Cosimato (Roma), Gabriele Muro di Adelaide al Vilòn (Roma), Roberto Campitelli de L’Osteria di Monteverde (Roma), Eleonora Masella de La Credenza (Marino), Duccio Bruttini di Beef Bazaar (Roma), Pierluigi Gallo di Giulia Restaurant (Roma) e, solo per mercoledì 16, Mirko Di Mattia di Livello 1 (Roma).

Giovedì 17 sarà il turno di: Ciro Scamardella di Pipero (Roma), Adriano Baldassarre della Trattoria L’Avvolgibile (Roma), Giuseppe Di Iorio di Aroma (Roma), Gen Nishimura e Mario Boni di Da Francesco (Roma), Tommaso Pennestri di Trattoria Pennestri (Roma) e Mattia Filosa di Civico 57 (Formia).

Se l’abbinamento con il vino non fosse sufficiente ai banchi d’assaggio è possibile abbinare alle creazioni degli chef le etichette firmate Krug, Dom Pérignon, Veuve Cliquot, Moët & Chandon e Ruinart, reperibili presso il Bar à Champagne di Vinòforum.

Per i wine addicted , e solo su prenotazione, ci sono le Top Tasting, degustazioni dedicate ad alcune delle perle della viticoltura nazionale e internazionale e guidate da produttori, enologi e personaggi di primo piano del settore. Prossimi Eventi:

  • Mercoledì 16, va in scena “Where dreams have no end…l’esaltazione dello Chardonnay in terra friulana: il Dreams di Jermann”;
  • Giovedì 17 focus su “Intensità aromatica e grandi vini bianchi da invecchiamento: la cifra stilistica di Kellerei Terlan, eccellenza altoatesina”.

Oltre al Vino, proseguono per tutta la settimana anche i laboratori (gratuiti e con prenotazione in loco) sull’olio extravergine d’oliva firmati Unaprol ed Evoo School Italia, e quelli sul caffè, con la guida di Caffè Hausbrandt, e quelli del Club Amici del Toscano.

Strumenti utili non solo per gli appassionati, ma anche per gli addetti ai lavori desiderosi di approfondire le proprie conoscenze sulle diverse tematiche.

Sempre presente lo spazio Calvisius Caviar Lounge con Special Guest Chef tra cui Giuseppe di Iorio – Ristorante AROMA 1*Michelin.

Lungo il percorso altre proposte più scanzonate come L’Oliva all’Ascolana Dop e Il Catanese, ognuno con le proprie specialità.

Per gli operatori del settore è stata pensata la Business Lounge di Vinòforum, un salotto del vino dove è possibile incontrare celebri realtà del comparto vitivinicolo e dove fino al 17 settembre sarà presente Balan, importante gruppo che annovera nel suo portafoglio circa 2.000 prodotti, compresi alcuni dei vini più conosciuti al mondo. Tra questi sono presenti a Vinòforum le etichette di Ca’ Del Bosco, Jermann, Kellerei Terlan, Champagne Canard-Duchene, Joseph Drouhin, Tenuta Fiorano e Champagne Thiénot.

Ci vediamo lì.

COLPO D’OCCHIO SU VINÒFORUM 2020

DATE: 11-20 settembre 2020

LOCATION: Parco Tor di Quinto – Via Fornaci di Tor di Quinto, 10 Roma

ORARI: dom- giov 19 – 24 // ven – sab 19 – 01

Biglietto di ingresso comprensivo di calice e carnet da 10 degustazioni di vino. Per info e prenotazioni www.vinoforum.it

Read more

CAPRI, Perla del Mediterraneo, non ha bisogno di presentazioni. Sinonimo di dolce vita, lusso, romanticismo, bellezza, meraviglie naturali e appetitosa gastronomia, non smette di stupire con nuove insegne dedicate alla bella e buona ristorazione.

Indirizzi offerti alla valorizzazione dei prodotti del territorio, alle espressioni di una cucina autentica che abbraccia con lo stesso entusiasmo ricette tradizionali e piatti di mare contemporanei, proposte che ben inquadrano il concetto di “lusso della semplicità” firmato D’Amore e Rinaldo con il giusto twist mondano e di tecnica applicata.

Fuori dalle mete più note e blasonate, a pochi passi dalla celebre Piazzetta, proprio sulla via che un tempo metteva in comunicazione il centro di Capri con le campagne vista mare, via “Fuorlovado” / “Fuori – Vado” per l’appunto, è una meta sicura per chi volesse assaporare una Capri nuova, diversa ma altrettanto appagante.

Un luogo dove la piacevolezza dello stare si accomoda su un divano bianco, sorseggia ricercate Bollicine, assapora fragrante pane caldo, mentre sceglie dal generoso menu dello Chef Pasquale Rinaldo come proseguire la propria pausa caprese: in una parola Ristorante D’Amore, via Fuorlovado 36, Capri.

Perchè il cibo rimane tra le più importanti esperienze attraverso le quali il viaggiatore, o vacanziere, entra in contatto con il senso vero di un luogo.

Ma un viaggio è completo quando si torna arricchiti non solo dai luoghi, ma dalle persone. Quando, tra le tutte esperienze possibili, non si scopre “solo” un ristorante, ma si trova qualcuno da cui tornare. In questo caso Marco D’Amore, patron del ristorante di famiglia e Pasquale Rinaldo, lo chef. Persone che danno senso a quella sosta, che diventano il valore aggiunto di quella strada, che significano il sorriso che ti accoglie, la gentilezza e la cura dimenticate.

Ci proponiamo di far sentire il nostro ospite come nella sua dimora di mare – mi spiega Marco D’Amore – un posto dove potersi rilassare, degustare sia piatti tipici che delle simpatiche reinterpretazioni, oltre a bere dei cocktails, bollicine e ricercati vini a prezzi accessibili. Quest’anno, più degli altri anni, abbiamo avuto grandi soddisfazioni con i clienti che sono ritornati quasi ogni settimana, sinonimo che siamo riusciti nell’intento di regalare un’ottima esperienza.”

L’obiettivo infatti condiviso della combo D’Amore & Rinaldo non è solo quello di prendersi cura dei propri ospiti, ma anzi di soddisfare e superare le aspettative, anche con semplici gesti, come quello di servire il pane caldo fatto in casa impreziosito da accurate selezioni italiane di Olio Extra Vergine d’Oliva.

Il pane caldo, preparato da me con 72 ore di lievitazione, e servito caldo favorisce che l’olio EVO possa sprigionare tutti i suoi sentori. Pane e olio è tra l’altro la merenda che mia madre mi dava da piccolo e per me assume il valore simbolico di “cura dell’altro”. È il profumo di casa mia, che amo condividere con i miei ospiti“, mi racconta lo Chef Pasquale Rinaldo con gli occhi che gli brillano.

Appassionato di panificazione, si dedica sia all’attenta selezione di prodotti Slow Food e quelli del territorio campano, sia a gesti quotidiani come scegliere il pesce fresco ogni giorno dai pescatori di fiducia, preparare i tipici ravioli capresi, abbracciare le espressioni di una cucina autentica con lo stesso entusiasmo con cui propone ricette iconiche italiane e piatti di mare contemporanei che ben fotografano il concetto di “lusso della semplicità”, senza mai dimenticare il giusto twist mondano e di tecnica.

Si inizia con un trittico di benvenuto, dove gli ingredienti del Mediterraneo vengono celebrati da abbinamenti consolidati come “Pane, burro e alici di Menaica Slow Food; Pane, Aglio dell’Ufita presidio Slow Food e Olio Evo e la classica Montanarina“; oltre la bontà del pane, la dolce sapidità delle alici e il profumo dell’aglio – che ricorda le grigliate estive – la piacevolezza del sugo di pomodoro e basilico rimane degna di nota: un sapore antico, denso e intenso.

Poi, la Caprese Sbagliata – tra le signature dish dello Chef, e i Crudi secondo il pescato del giorno: il Gambero Violetto e le Mazzancolle – grandi materie prime, carnose, servite nella loro purezza, solo con un giro Olio EVO – e la Tartare di Spigola con estratto di fiore di finocchietto; azzeccata qui la nota aromatica che caratterizza questa portata dandole un tocco in più di raffinatezza.

La soddisfazione enorme per me sta nel fatto che la maggior parte della clientela mangia adesso alla carta, senza seguire percorsi degustazione preordinati che è “l’immagine d’amore”che vogliamo dare all’ospite oltre ai fuori menu che costruiamo giorno per giorno con il pescato. Capri è questo, ti offre tanta materia prima, sta a me saper diversificare l’offerta e offrire sempre qualcosa di nuovo e accattivante. 

Dalla sezione “primi” i Ravioli capresi, Linguine de il Mulino di Gragnano con pomodorini del piennolo, c’è la Fettuccella di Pastificio dei Campi ai totanetti locali e acqua di prezzemolo, semplice quanto goduriosa con menzione speciale alla callosità della pasta.

“Questo piatto racconta tanto della mia adolescenza – prosegue lo chef – quando d’estate lavoravo con uno chef che mi faceva spellare kg e kg di totani. Con la pelle ci faceva fare la pasta per il personale; e io pensavo “ma guarda questo Chef che toglie tutto il sapore”; Io adesso la faccio così, con le teste di totano, i totanetti scottati con la loro pelle, aglio, olio, peperoncino e acqua di prezzemolo.

Esistono poi piatti che hanno la capacità di raccontare l’uomo che li ha pensati. Che rivelano lo chef che hai di fronte, che svelano la sua vera personalità. Ecco, questo accade con il “Mischiato potente di Pastificio dei campi, cozze, pepe e conciato romano di Manuel Lombardi Presidio Slowfood”: un piatto forte in tutti i sensi, di carattere, dedicato solo a chi osa, a chi ama i sapori intensi e non si spaventa di gettare il cuore al di là dell’ostacolo.

Si prosegue il “Polpo verace cotto in sous vide su barbabietola al limone e patate croccanti con salsa al sedano” un’interpretazione più tecnica del più classico Polpo e Patate che regala appagamento agli amanti del genere cefalopode a bassa temperatura; e il “Gran fritto in olio extravergine di Maria Ianniciello – Presidio Slowfood – con salse Basilico, Sedano, Yogurt acido“: ode di sostanza alla grande paranza.

Si chiude con il Panettone di Capri, invenzione dello chef e di cui ha grande cura. Che viene impastato, pirlato, cotto di notte con grande attenzione; che mescola nella sua morbida ed umida pasta ricerca e creatività, celebrazione e sperimentazione; l’ultima sua versione annovera infatti un impasto ai cereali antichi, burro di bufala, frutta semi-candita e agrumi di Capri: un dolce inno alla Regina di Roccia, così come la definiva Pablo Neruda, che non conosce stagioni, solo quelle senza tempo del piacere.

Info utili

Ristorante D’Amore

Via Fuorlovado, 36, 80073 Capri NA

Tel 081 837 0665

Sito

Read more

Nella straordinaria cornice amalfitana di Ravello, all’interno dei Giardini del Vescovo – alle spalle del Duomo dove si trovano il parco ed il teatro – la famiglia Börner con la viva collaborazione del Comune di Ravello, hanno posto le basi per una degustazione extra-ordinaria guidata in forma di “contrappunto multisensoriale”, che unisce l’universo enologico di Ômina Romana agli ascolti musicali di grande caratura.

L’evento, basato su un format esclusivo ideato da Anton Börner, si propone quale performance originale in cui si alternano intermezzi musicali volti a enfatizzarne in modo innovativo le peculiarità sensoriali del vino degustato diventando un insieme unico e, al contempo, protagonisti della serata.

In una estate 2020 che ha stravolto la programmazione degli eventi non solo a livello nazionale, il Comune di Ravello e la famiglia Börner hanno radunato nella magnifica cornice dei Giardini del Vescovo di Ravello
un pubblico selezionato di estimatori della buona musica e autentici “wine lovers”.

Reduce dal grande successo di pubblico riscontrato dall’evento “VINO&OPERA” che si è svolto domenica 16 Agosto nei Giardini del Vescovo di Ravello, il Comune di Ravello ospiterà nella stessa location un altro evento, questa volta dedicato al “VINO&JAZZ”.

Cambia il genere rispetto al precedente evento, dalla musica lirica alla musica jazz, ma non la modalità della degustazione guidata in forma di “contrappunto multisensoriale” tra l’universo enologico by Ômina
Romana e l’ascolto musicale di una selezione di brani tra i più celebri del repertorio jazz.

Protagonista assoluta della serata sarà la Band U.S. NAVAL FORCES EUROPE “The ALLIANCE JAZZ COMBO”, un complesso jazz composto fino a 50 musicisti che si esibisce in tutta Europa esclusivamente in contesti
istituzionali e che vanta un repertorio di prestigio passando dal genere classico, al jazz fino a quello rock.


La Band appartiene al corpo della Marina Militare Americana ed ha la sua base a Napoli. L’evento quindi si proporrà in una performance originale in cui si alterneranno i vari intermezzi musicali volti a enfatizzarne in modo innovativo le peculiarità sensoriali.


Gli spettatori – seduti al proprio tavolo di degustazione – saranno accompagnati in un percorso estetico attraverso il progressivo assaggio dei vini e la fruizione di “attimi” sonori dei brani musicali proposti nel
programma ideato in esclusiva per questa serata.


L’evento, solo su invito strettamente personale, presenterà un’anteprima mondiale in apertura di serata con il brano “Sketches of Rome” di Sam Hylton composto per Ômina Romana.


La performance vocale sarà eseguita dalla cantante Christiana Rohas
L’appuntamento che si presenta già molto atteso, si svolgerà domenica 30 Agosto alle ore 19:30 e si concluderà con il rinfresco conviviale Flying Reception.

Read more

“Crudi, Cotti e Bollicine” segna l’inizio di un nuovo ciclo di cene e percorsi degustazione da Equo Risto Fiumicino-Ostia. Prenota per la serata del 28 AGOSTO alle 20.00 e inizia il tuo viaggio negli abbinamenti tra buona cucina di Federico Regano e le straordinarie bollicine selezionate da Luca Cristaldi.

Gustare significa assaporare appieno qualcosa. Degustare è come gustare, ma con una maggiore consapevolezza, con un desiderio concreto e cosciente di apprendere qualche nozione in più. 

Nascono con questo intento le “serate speciali” di EQuo Risto a Fiumicino, dove la degustazione diviene un rito da celebrare dedicato a chi sa godere dei piaceri della vita e a chi vuole imparare a farlo in modo diverso.

Abbinare un vino ad un piatto è infatti un gioco carico di stimoli inaspettati: profumi, connessioni, emozioni che si mescolano per procurare nuovi spunti e nuove armonie.

Per questo esiste il vino: perché l’acqua disseta, ma non emoziona.

I vini, in questo caso le Bollicine, sono stati scelti e selezionati dal sommelier Luca Cristaldi per accompagnare ogni piatto del menu previsto per la serata del 28 agosto e comporre le tappe di un viaggio sublime all’insegna del piacere. Grazie a Luca potrete imparare a bere con maggiore consapevolezza, conoscere sfaccettature e potenzialità di Bollicine e Champagne.

Benvenuto

Ostriche e Bellini “Monte Vibiano”

Per Iniziare

Ricciola affumicata, mela verde, timo e croccante di frisella al pomodoro – in abbinamento Prosecco “Col Fondo” LE VOLPERE

Uova Bion in camicia, fonduta di Reggiano “Vacche Rosse”, Bottarga di Tonno “Home Made” e Sfoglia Soffiata al Nero di Seppia – in abbinamento Trento Doc Conti D’Arco BRUT

Si prosegue con i Primi fatti in casa

Cappellacci di Crostacei in brodo Tiepido di pollo ruspante e cuore di spinaci – In abbinamento FRANCIACORTA DOCG BRUT GOLF “BARONE PIZZINI”

Scialatiello di Grano Arso alla Marinara di cozze, pomodori datterini e Ricotta “Mustia” – In abbinamento CHAMPAGNE BRUT “HURTEBISSE A.MERCIER”

e la Carne

Tagliata di Fassona Piemontese, patate al burro montato e Colatura di “Alici di Cetara” – In abbinamento CHAMPAGNE BRUT GRAN CRU BLANC DE BLANC “PETITJEANPIENNE”

Si chiude con Birramisù al Cioccolato Bianco.

PREZZO A PERSONA 50 EURO

Per prenotare la vostra esperienza di gusto, cliccate qui

EQUO RISTO – Presso il cantiere Iniziative nautiche
VICOLO DI TOR BOACCIANA, 21
Ostia – Fiumicino
Roma 00121
Roma +39 06 994 8689 / info@equoristo.com

Read more