Sara De Bellis

“Sprechiamo 1.3 bilioni di tonnellate di cibo”: Massimo Bottura e la Lotta all’inaccetabile Spreco Alimentare

“La situazione è tragica, produciamo cibo per 12 miliardi di persone, siamo circa 7 miliardi e mezzo sul pianeta, di cui 860 milioni di persone soffrono la fame. Sprechiamo il 33% di quello che produciamo, circa 1.3 bilioni di tonnellate di cibo e questa è una cosa inaccettabile oggi”.

Parole di Massimo Bottura, ospite su Rai3 del programma “Che tempo che fa” di Fabio Fazio in occasione del World Food Day, la Giornata mondiale dell’alimentazione e che, con il suo progetto Food For Soul, è riuscito a salvare 670 tonnellate di cibo dalle discariche, trasformandolo in pasti per 850mila persone. Scopriamo come prendere parte al cambiamento.

“Food for Soul” è il progetto culturale fondato dalla Massimo Bottura e Lara Gilmore, potentissima coppia proattiva della ristorazione mondiale, fortemente voluto per illuminare l’invisibile potenziale di persone, luoghi e cibi.

Investendo nella loro più ottimistica trasformazione, “Food for Soul” mira a riprogettare ambienti, ripensare pietanze e atmosfere di benessere per far accomodare a tavola la dignità attraverso un approccio olistico di arte, design e bellezza.

Ma facciamo qualche passo indietro. Nato nel 1962 a Modena, Massimo Bottura è uno degli chef e ristoratori più famosi al mondo. Nel 1986, dopo aver abbandonato la facoltà di giurisprudenza, Bottura apre la sua prima trattoria in un paese dell’Emilia-Romagna. Alain Ducasse si è fermato per un pasto e ha finito per offrire a Bottura uno stage nel suo ristorante a Monaco. Da lì, Bottura vola a New York, dove conosce la sua futura moglie, Laura Gilmore. Nel 1995 torna a Modena e apre l’Osteria Francescana. Il Ristorante ha ricevuto la sua terza stella Michelin nel 2011 ed è stato in cima alla lista dei 50 migliori ristoranti del mondo nel 2016 e nel 2018. Nel 2019, Time Magazine ha nominato Bottura una delle 100 persone più influenti al mondo.

L’Osteria Francesca è come una bottega rinascimentale dove facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo agenti di turismo, facciamo formazione e adesso anche il sociale.

Massimo Bottura

“Food for Soul” è soprattutto un’organizzazione no-profit nata per incoraggiare le comunità a combattere lo spreco alimentare nell’interesse dell’inclusione sociale e del benessere individuale. Durante Expo Milano 2015, l’associazione ha costruito il Refettorio Ambrosiano, una mensa per i poveri in un teatro abbandonato, e ha portato più di 60 chef internazionali a cucinare dalle eccedenze alimentari risultanti dall’esposizione globale.  

Consentendo la trasformazione di persone, luoghi e cibo, Food For Soul costruisce una nuova cultura del valore tesa a rafforzare la resilienza della comunità, aprendo nuove propspettive e opportunità di mobilità sociale, economica per la costruzione di sistemi alimentari più sani ed equi.

Massimo Bottura, ospite ieri sera su Rai3 nel programma “Che tempo che fa” di Fabio Fazio in occasione del World Food Day, la Giornata mondiale dell’alimentazione ha tuonato così:

La situazione è tragica, produciamo cibo per 12 miliardi di persone, siamo circa 7 miliardi e mezzo sul pianeta, di cui 860 milioni di persone soffrono la fame. Sprechiamo il 33% di quello che produciamo, circa 1.3 bilioni di tonnellate di cibo e questa è una cosa inaccettabile oggi.

Con il suo progetto Food For Soul, è riuscito a salvare 670 tonnellate di cibo dalle discariche, trasformandolo in pasti per 850mila persone.

Il nostro è un progetto culturale con due scopi, la lotta allo spreco alimentare e quella all’isolamento sociale, attraverso il potere della bellezza, il valore dell’ospitalità e la qualità delle idee.

La bellezza, perché questi luoghi sono pieni di bellezza, di arte, di design, di architettura meravigliosa e di creatività che è al centro del progetto; la bellezza del modo in cui noi serviamo i piatti e questo è il valore dell’ospitalità perché la parola “benvenuti” – “venite, accomodatevi, ci occupiamo di voi” – è qualcosa di straordinario, di potentissimo. Poi la qualità delle idee, le idee che possono sviluppare tantissime altre idee, perché noi piantiamo semi, costruiamo ponti, congiungiamo refettori e volontari in tutto il mondo. Pensa che in questi 7 anni abbiamo unito 105mila volontari e chef di tutto il mondo.

La parola Refettorio deriva dal tardo latino ecclesiastico refectorium, sostantivato netro di refectorius «che serve a ristorare», che deriva a sua volta da reficĕre «ristorare». In origine era un luogo in cui i monaci si riunivano per condividere il pasto quotidiano. Food For Soul (ne avevamo già parlato qui) collabora con organizzazioni locali, produttori, artisti, architetti e leader della comunità per rinnovare spazi sottoutilizzati trasformandoli in centri di ispirazione comunitaria, dove alle persone in situazioni di vulnerabilità sociale ed economica vengono serviti pasti nutrienti cucinati con ingredienti in eccesso che altri avrebbero buttato via.

Il nostro obiettivo è sviluppare spazi ed esperienze che possano avere un impatto reale e che possano aiutare a rendere le nostre comunità più resilienti, aprire opportunità di crescita economica e rendere il nostro sistema alimentare più equo e sano.

Io nella mia testa volevo costruire il Miracolo a Milano e quindi avevo già ideato di creare il refettorio sotto la stazione dei treni di Milano; ma, con Davide Rampello, l’Arcivescovo Scola, la Caritas eravamo in forse, però l’Arcivescovo mi ha detto ‘la qualità delle tue idee è straordinaria.

Allora abbiamo sentito Roma e il nostro Papa ci ha detto che avremmo dovuto portare la luce nelle periferie più che nel centro della città, concentrarci sulle periferie; da lì siamo arrivati a Greco che era allora il quartiere più disagiato di Milano.

Appena siamo arrivati abbiamo incontrato Don Giuliano, che adesso è a Roma, che ci ha guardato e ci ha detto ‘Vedi? Sta passando il treno, quello è il futuro!

Io mi son guardato intorno e ho detto ‘questo è l’uomo giusto per fare questo progetto’ e da lì è iniziato il progetto delle periferie.

Sappiamo che lo spreco alimentare è la prima causa di cambiamento climatico ed è per quello che le Nazioni Unite sono così attente e coinvolte nel nostro progetto, proprio perché il nostro progetto coinvolge 10 dei 17 gol delle Nazioni Unite.

Refettorio Ambrosiano, Refettorio Felice, Refettorio Gastromotiva, Refettorio Parigi, Refettorio Made in Chiostro, Refettorio Antoniano, Refettorio Modena, Refettorio Merida, Refettorio Lima, Refettorio Harlem, Refettorio San Francisco, Refettorio Ginevra, Refettorio OzHarvest Sydney. Ad oggi sono 13 i refettori firmati Food For Soul in tutto il mondo che servono milioni di pasti a persone in difficoltà recuperando centinaia di tonnellate di cibo che altrimenti andrebbe sprecato: un grande progetto per una nobilissima causa, più attuale e preoccupante che mai. Perchè abbiamo tutti un ruolo nella lotta allo spreco alimentare.

Unirsi alla rete di volontari e farsi coinvolgere attivamente è possibile perchè il progetto abbraccia sia coloro che hanno bisogno di avere, sia coloro che hanno abbastanza da dare.

Volete sapere come fare? Cliccate QUI per fare la differenza.

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