Aprirà i battenti nella centralissima piazza San Silvestro, tra via del Corso, via del Tritone, piazza Colonna e Fontana di Trevi: parliamo della prima caffetteria romana dello storico marchio statunitense ‘Starbucks’, che alle Mura Vaticane preferisce una posizione strategica tra magnifici monumenti e grande shopping; lì dove un mug di caffè e il wi-fi libero non vale solo un pit-stop necessario e corroborante, ma diventa ovviamente funzionale ad un selfie o ad una storia su instagram capace di generare nuovi gradimenti e di potenziare di molto l’eco di una già lucida operazione di marketing.
Non sarà come quella di New York al civico 11 di Old Fulton St. a Dumbo, spettinata ma molto cinematografica, proprio sotto l’imponente e suggestivo Ponte di Brooklyn; nè tantomeno come quella da togliere il fiato e sostituirlo con sospiri di caffè in quel del Meatpacking District – Manhattan – accanto al Chelsea Market e quarta Roastery al mondo, dopo le aperture di Seattle, Shangai e quella tutta artigianale di Milano – immaginata da Kevin Johnson, Ceo di Starbucks, per celebrare anche scenograficamente il caffè dal chicco al tazzina fugando il mug e concependo le Roastery come “l’esperienza massima di tutto ciò che ruota attorno al caffè senza nulla di simile al mondo.” (cit.)
Tra una visione e una celebrazione, l’apertura romana di Starbucks Coffee nel frattempo continua ad arrancare continuando non solo a cambiare date d’apertura (che si rincorrono ormai dal 2017) ma anche a cambiare location. L’atteso quanto annoso sbarco ha continuato infatti negli anni a subire rimandi a causa di ritardi burocratici di varia natura, non ultimo il Covid 19 che ha imposto un ripensamento generale dei piani aziendali.
Stando alle fonti sarebbe stato proprio il virus a interrompere “l’affare vaticano”: l’alta affluenza di turisti lungo le mura Vaticane avrebbe garantito un buon punto di partenza per l’egemonia Sturbucks, ma il crollo del turismo nella Capitale, la chiusura dei Musei e le difficoltà relative, hanno forzato un cambio di rotta e la connessa necessità di rivolgere lo sguardo altrove.
Così, da via Leone IV passando per un’ipotetica location all’interno della stazione Termini, la scelta è ricaduta a sorpresa su piazza San Silvestro, ben collegata e sempre piena di turisti per via della posizione strategica tra magnifici monumenti e grande shopping tra i marchi della moda più celebri; lì dove un mug di caffè e il wi-fi libero non vale solo un pit-stop necessario e corroborante, ma diventa ovviamente funzionale ad un selfie o ad una storia su instagram capace di generare nuovi gradimenti e di potenziare di molto l’eco di una già lucida operazione di marketing.
«Abbiamo creato un settore che non esisteva. Abbiamo trasformato una bevanda, la sua preparazione e i suoi ingredienti italiani, in un’esperienza di vita. Abbiamo creato un linguaggio che non esisteva. Abbiamo trasformato la cultura e migliorato la vita della gente con una semplice tazza di caffè non solo in America, ma in tutto il mondo. Questa è la verità». Tutto questo è Starbucks secondo Howard Schultz, intervistato da Taylor Clark per il libro, edito in Italia da Egea, “Starbucks. Il buono e il cattivo del caffè.”
La caffetteria di matrice statunitense avrà dunque come prima casa capitolina Palazzo Marignoli, all’angolo sinistro del palazzo, lato San Silvestro, al posto di una banca già smentellata da tempo.
Il Palazzo è lo stesso dell’Apple Store in cantiere da anni ma è possibile che, vista l’esigenza di aprire, batterà sul tempo anche l’apertura del negozio di high-tech, sottolinenando la potenze delle logiche o logistiche americane. L’inaugurazione del Primo STURBUCKS COFFEE ROMA è comunque prevista tra pochi pochi mesi, forse proprio tra Natale e San Silvestro. A noi non resta che aspettare, magari bevendo un italianissimo espresso.
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