Perchè limitare chi già si era autolimitato? Perchè danneggiare chi aveva già investito, adeguato, sanificato, tagliato, dimezzato, reinventato? Perchè colpire la ristorazione, oltre ai cinema e ai teatri, che hanno dimostrato essere luoghi sicuri, dove esistono il quantitativo maggiore di procedure e controlli a garanzia della salute dei lavoratori e dei clienti?
Perchè si continua ad ignorare la vera problematica che sta nei trasporti pubblici locali, affollati e mal gestiti, e nella gestione malsana di quella che chiamano “sanità”?
Perchè glissare su quelle decisioni/precauzioni sbagliate prese da un governo che già sapeva che ad ottobre saremmo stati investiti da una nuova ondata di contagi, ma ha ugualmente concesso la riapertura, ad esempio, delle Discoteche la scorsa estate?
Perchè adesso imporre agli italiani la rinuncia alla “normalità con mascherina”, il divieto di uno stile di vita sano e di qualità, su cui tutti in altri tempi, hanno fatto leva per enfatizzare, quando serviva, il “Made In Italy”?
Perchè chiudere i luoghi della cultura che si fa a tavola e che adesso minaccia di crollare con effetti devastanti, senza neanche lasciare il tempo di trovare soluzioni alternative, sconvolgendo ritmi di vita ed abitudini senza accendere una luce alla fine del tunnel?
Dietro le imprese non ci sono solo uomini e donne, c’è la dignità di sentirsi risolti attraverso il lavoro e di poter guardare al domani con fiducia.
Il sacro lavoro, quello che nobilita l’uomo e che, fino a qualche tempo fa sembrava fosse il Primo Fondamentale Principio della nostra Costituzione. A chi non lo ricorda, rammentiamo che recita così:
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Tante le domande che affliggono gli italiani, soprattutto quelli appartenenti alle categorie più minate da un inspiegato quanto inspiegabile Decreto che colpisce al cuore la parte sana, bella, buona e pulsante della nostra Italia, lasciando invece irrisolti molti nodi cruciali della battaglia al Covid 19.
Tanti gli sfoghi, le reazioni via via, giustamente, crescenti. Di seguito, e per i prossimi giorni la raccolta di quella che abbiamo definito una “Black Eat Parade” che riporta gli sfoghi sui social, le riflessioni, le ipotesi di sopravvivenza dei protagonisti del settore della grande ristorazione italiana, e di alcuni personaggi noti del mondo dello spettacolo.
Michelle Hunziker – conduttrice televisiva, attrice
Oggi mi sono svegliata pensierosa… penso a tutti coloro che devono richiudere le loro attività… era già faticoso riprendersi, ma si sono tutti rimboccati le maniche e con determinazione e senza lamentarsi, si sono messi a lavorare… molti con il sorriso… l’ho visto io!
Sono un assidua frequentatrice di ristoranti, li amo, li promuovo anche molto sui miei social perché amo le eccellenze italiane 🇮🇹 e non ho MAI smesso di andarci proprio perché credo che stando attenti e rispettando tutte le procedure igieniche si possa serenamente godere di tutte le meraviglie culinarie del nostro paese.
I nostri bar che tanto ci contraddistinguono e ci invidiano da tutto il mondo e tutte le altre attività che ora si ritrovano a dover chiudere dalle 18.00 o del tutto… sono in estrema difficoltà.
Capisco che non sia facile la gestione di questo virus e capisco anche che per salvaguardare la nostra salute non si possa accontentare tutti, ma con FORZA chiedo anch’io al nostro governo di sostenere le famiglie e le attività in difficoltà in questo momento, nel cercare di contenere il virus, non bisogna però morire di fame.
Niko Romito Chef/ Patron – Reale Casadonna – 3 Stelle Michelin
Tanti di noi non avranno la forza di reggere alla scelta del governo di far chiudere bar e ristoranti alle 18 e di costringere un intero settore a rinunciare per un periodo di tempo probabilmente indeterminato a ben più del 50% del proprio fatturato. Non sarà sufficiente per molti di noi il “cospicuo sostegno” promesso dal governo per poter affrontare questa seconda traversata nel deserto nel giro di neanche otto mesi. La ristorazione italiana con questa decisione subirà un colpo letale. Tanti amici, ma anche ristoratori che non conosco in queste ore stanno valutando il da farsi: restare aperti per un solo turno e decidere come gestire il carico di lavoro fra i dipendenti o chiudere? Dopo la fine del lockdown la gran parte degli imprenditori del nostro settore ha riaperto investendo in termini di procedure, protocolli e strumentazioni per garantire ai propri clienti un’esperienza in piena sicurezza. Allo stesso modo abbiamo fatto per i nostri dipendenti: test settimanali di controllo, precauzioni, massima attenzione nella vita quotidiana fuori dal luogo di lavoro. Tutto questo non è stato sufficiente per instillare nei decisori pubblici l’idea che il nostro settore potesse garantire standard di sicurezza adeguati. I bar e i ristoranti scontano il pregiudizio di essere luoghi ad alto rischio di contagio. Non lo sono le fabbriche o altri luoghi che potranno continuare ad operare per sostenere l’economia del Paese. Noi no.
Non voglio criticare la decisione del governo, comprendo che il momento non sia facile e che le scelte da prendere possano produrre scontento e incomprensione. Non voglio sostenere che forse era meglio chiudere tutto un’altra volta, perché così appare una scelta parziale a punitiva solo per alcune categorie. Sento solo il dovere di condividere l’amarezza di questo momento perché tanti colleghi vedono in noi chef stellati un punto di riferimento, un modello, a volte una fonte di ispirazione.
C’è rammarico, certo. Ma allo stesso tempo cresce il desiderio di fare la nostra parte di cittadini e imprenditori, la nostra parte di membri della comunità. Io lo farò al meglio delle mie possibilità, come sempre fatto in questi vent’anni di attività insieme a mia sorella Cristiana. Non sarà semplice, ma non è il momento di cedere allo sconforto. I nostri ristoranti resteranno aperti rispettando le indicazioni del decreto del governo.
Continueremo ad accogliere in sicurezza i nostri clienti e tutti coloro che per necessità o piacere ci verranno a trovare.
Ciccio Sultano – Chef/ Patron – 2 stelle Michelin
Alle 18, di solito, apriamo per le pulizie. Sono senza parole, di fronte alla prospettiva che dovremo chiudere alle sei del pomeriggio. Tanta vale aprire solo per il pranzo o non aprire proprio. È inaccettabile che, invece, di assumerci tutti una fetta di responsabilità, si decida per la legge del taglione.
Posso dire che, dal momento della riapertura a oggi, il mio Ristorante come chiunque si sia attenuto e abbia fatto rispettare le regole, ha rappresentato una sorta di presidio medico. Nel mare magnum della ristorazione, le situazioni e i comportamenti non sono sempre gli stessi. Fare di tutta l’erba un fascio, di solito, denota un fondo di paura o di incomprensione della realtà.
Franco Pepe – Maestro Pizzaiolo – Pepe in Grani
Abbiamo lavorato tanto per garantire la sicurezza dei nostri ospiti e la nostra. Nonostante questo ci rimettono in #attesa di miglioramenti ai quali non possiamo contribuire. Si spengono le luci, anche questa volta. Data la posizione periferica del nostro locale garantire l’asporto sarebbe impossibile. Ci faremo carico dell’emergenza sociale restando in attesa, ma non smetteremo di sostenerci a vicenda, lasciando nei nostri forni accesa almeno una fiamma, quella della #speranza!
Patrick Pistolesi – Bartender
VOI NON MI MERITATE! Per colpa del pregiudizio ed inadeguatezza governativa, da oggi saremo chiusi fino a data da destinarsi.
Nn è detto che ci inventiamo qualcosa, ma per ora questa è la storia!
Questo mestiere mi ha dato tutto, è tutta la mia vita, mutevole e dinamico come solo la notte Sa essere, per questo ripeto gli ho dato tutto, la mia gioventù, la mia vita privata, la mia salute, i miei sogni, tutto per la notte di cui mi sono innamorato da ragazzo.
Nn mollate mai , nn molleremo mai, torneremo a fabbricare sogni, conoscere nuovi amici, ad essere aristocratici all’occorenza o proletari, a creare coppie, a lenire giornatacce, a svoltare serate, ad alleviare stress, a creare sorrisi e discorsi brillanti, ad ispirare artisti, ad essere oasi felici e ultime spiagge, a togliere di dosso la severità del giorno, essere un lume acceso nella notte per chi proprio di dormire nn ne vuole sapere, a chiamare l’ultimo giro che alla fine nn è mai l’ultimo…a suonarla un’altra volta Sam!
NOI ESISTIAMO PER FAVI STARE BENE! SIAMO OSPITALITÀ!
L’abbiamo inventata noi italiani, terra di mezzo di imperi e tratte commerciali, culla della civiltà e di ciò che è buono.
Io per questo pago le tasse, altissime ed ingiuste, nella speranza di un cambiamento, di un’Italia migliore, io rimarrò sempre quel ragazzo che con mille errori e sacrifici ha sempre sperato di farcela.
Gente come noi non la meritate!
Da oggi Kong è “CHIUSO PER LUTTO” . Seguite Sempre il vostro istinto!
Specialmente ora / Be Kong!
Franco Pepe Patrick Pistolesi Simone Cozzi
Simone Cozzi – Founder & Managing Director presso High Quality Food
È molto difficile che io esprima il mio pensiero sui social ma questa volta mi sento di farlo. Sto leggendo tanti messaggi di rabbia e sgomento; alcuni pacati altri meno. Non è facile; già non lo era prima; è tutta la filiera al servizio di un settore da sempre produttivo, che subisce un danno.
Sono un imprenditore e so bene che portare avanti una visione comporta sacrifici che spesso sono sottovalutati; ma solo chi fa impresa in Italia sa cosa vuol dire avere una passione; senza passione non si assumono rischi che in Italia, nel nostro settore, vanno ben oltre quello economico; intrinseco nel concetto di impresa; noi rischiamo penalmente per garantire la giusta sicurezza del lavoro ai nostri collaboratori; noi rischiamo penalmente se omettiamo regole spesso incomprensibili e quindi confutabili dallo stesso legislatore; noi rischiamo civilmente ogni giorno solo nel complicatissimo e serio tentativo di rispettare tutte le regole che rendono la nostra burocrazia non paragonabile a nessun altro posto al mondo (ho tre filiali nel mondo e so di cosa parlo). Anche in questo caso il settore (tutto) ha, con la voglia di riemergere, investito per adeguarsi a nuove regole, norme, disposizioni; il tutto per portare avanti la propria attività cercando di garantire alla stessa e alle persone che ci lavorano un futuro. Non è bastato; e allora al settore che per volume di affari e quindi gettito, è secondo solo all automotive, viene afflitta una ennesima nuova decisione che sembra non tener conto di una realtà… ma forse e dico forse, viene presa da un esecutivo incompetente, sulle orme di un luogo comune.
Si troppo spesso il mercato della ristorazione viene considerato come una categoria produttiva non alla stregua di tante altre; il ristoratore (e la categoria) è colui che fa nero, evade le tasse, non rispetta ecc ecc; un brutto luogo comune che fa della grande maggioranza dei partecipanti alla categoria dei martiri!
Mi unisco chiaramente allo sgomento di chi, al di là di tutto, da domani dovrà capire come sostenere gli impegni di ogni genere: affitti! La cassa integrazione da anticipare (e si perché non c’è lo chiede nessuno e Forse gli stessi collaboratori lo danno per scontato, ma come si fa a lasciare senza stipendio per mesi un collaboratore che ti permette di portare avanti il tuo progetto imprenditoriale) e tutti gli impegni che dovranno essere di nuovo oggetto di imbarazzanti negoziazioni (posticipare pagamenti per effetto di quel che sarà un lock down finanziario del nostro cash flow). Ma non c’è tempo per lamentarci (giustamente); è come se per l ennesima volta una classe dirigente incompetente (seriamente incompetente) si rimettesse nelle mani del popolo del fare! Non cadiamo nel tranello delle disparità sociali (stipendi garantiti), non mostriamo il fianco alle giuste lamentele! Facciamo ciò che abbiamo sempre fatto; produrre; generare valore a nostro beneficio e a beneficio della collettività!
È come se fra le righe ci dicessero: “regà pensateci voi che noi non sappiamo che pesci prendere!” E noi questo dobbiamo fare; quello che facciamo da sempre; senza creazione di valore non si risolvono i problemi; quindi pensiamo solo a trovare nuove idee e come rendere più efficiente le nostre aziende; questo il nostro incarico; cerchiamo di farlo con rinnovato entusiasmo e passione senza il quale non si può far succedere le cose.
Io per quanto presuntuoso potrò sembrare, la vivrò nel mio piccolo così; come se mi avessero per l’ennesima volta messo alla prova e mi avessero chiesto una mano; perché da sempre la nostra categoria anche se bistrattata ha dimostrato di rialzarsi; forse non c’è n erano altre su cui contare in egual misura.
Quindi amici tutti; dormiamoci su e da domani diamo vita alla nostra spinta! Non diamola vinta a nessuno. Che la forza sia con noi Eroi
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